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Trasporti, per i tagli della Regione a rischio anche Urbino

di    -    Pubblicato il 5/06/2013                 
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URBINO – Tagli regionali al trasporto pubblico, la protesta dei sindacati investe anche Urbino. Domani sera, alle 21, nella sede dell’Ami, le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl, i lavoratori e la stessa azienda discuteranno sulle riduzioni delle risorse destinate alla mobilità.

Dopo il -5% dell’anno scorso – con 511.150 chilometri di servizi tagliati nella provincia per i cittadini e la perdita di venti posti di lavoro – la Regione ha infatti deciso, per l’anno in corso, un taglio ulteriore del 4%. Una decurtazione che ha innescato lo stato di agitazione dei sindacati che, contro il provvedimento, hanno inviato ieri una lettera di denuncia a tutti i parlamentari eletti nel territorio.

“È assurdo: il protocollo che la Regione aveva firmato a maggio dell’anno scorso prevedeva una riorganizzazione, ma niente tagli fino alle nuove gare del 2013. I mezzi sono sempre più pieni, la gente non ha soldi e lascia l’automobile a casa: il costo non può essere più alto per gli utenti, i lavoratori, per gli studenti”. E secondo i loro calcoli, la situazione potrebbe anche peggiorare: “Potrebbe essere il preludio a tagli più pesanti. Abbiamo stimato un -15%. Se il 4% di oggi corrisponde a 400.000 chilometri, il conto è presto fatto e nella provincia rimarrebbero pochissime corse”.

Urbino, come le altre realtà dell’entroterra provinciale, rischia di essere penalizzata. “I servizi – spiegano ancora i sindacati – sono pochi e i tagli coincideranno anche con la riorganizzazione della sanità. Una follia”. Una preoccupazione che trova d’accordo il sindaco Franco Corbucci: “L’amministrazione è contraria – fa sapere – a qualsiasi tipo di taglio nel settore trasporti. La città non ha ferrovia e il trasporto è tutto su gomma. I tagli sarebbero troppo penalizzanti”.

Sul tema caldo il Comune ha quindi previsto un incontro, il prossimo 15 giugno, in cui saranno chiamati a rispondere gli enti interessati per fare il punto sulla situazione. E sulla possibilità di un aumento dei biglietti per gli utenti – paventata anche dagli stessi sindacati – Corbucci non si è sbilanciato. “Valuteremo – ha spiegato  – ciò che sarà proposto. Dobbiamo prima capire qual è l’entità del problema”.

Fino a pochi giorni fa, a non pronunciarsi sulla questione trasporti era stata la Provincia. “Siamo contenti di apprendere – dicono dai sindacati – che nei giorni scorsi l’assessore provinciale Papi abbia espresso la sua contrarietà a questo provvedimento che ‘metterebbe in ginocchio il servizio trasporti’”.

E, in vista di domani, tra le voci manca ancora quella dell’Ami. “Ogni anno – chiariscono i sindacati – chiediamo ad Adriabus i dati sulle persone impiegate nelle singole aziende, con mansioni, numero dei mezzi e chilometri percorsi. Li abbiamo avuti, non senza polemiche, nei due anni precedenti. Nell’incontro di giovedì scorso non ce li hanno voluti dare. Ci sembra un’assenza di trasparenza dei dati che dovrebbero essere pubblici. Tanto più che non abbiamo mai imputato all’Ami alcunché, è l’unico soggetto emerso dalla gara e l’unico che prova a diventare un soggetto unico. Ma quando si parla di tagli bisogna capire bene come muoversi”.

Tra le proposte da discutere, secondo i sindacati ci sono i termini delle gare per le clausole che riguardano la salvaguardia dei lavoratori, ancora con un contratto scaduto da anni; maggiori controlli sulle agevolazioni tariffarie concesse dai comuni (e sborsate dalla Regione) alle persone in difficoltà, che negli ultimi anni sono passate da 2 milioni a 4 milioni circa (a fronte del contemporaneo tagli dei servizi); più controlli a bordo contro chi non paga il biglietto, no alle corse a vuoto e alle corse ‘doppione’ sulle stesse tratte a distanza di pochi minuti.

“Una delle soluzioni per tamponare – concludono – potrebbe essere l’aumento minimo del biglietto da 1.05 a 1.10 euro, scongiurerebbe parte dei tagli. Ma la verità è i tagli non ci dovevano proprio essere. Alla Provincia avevamo addirittura suggerito di commissariare”.

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