Santoro al posto della Masera:
TORINO – Il primo social media editor non giornalista è italiano e lavora a La Stampa. Pier Luca Santoro, blogger ed esperto di marketing, ha preso il posto di Anna Masera, da poco nominata responsabile della comunicazione alla Camera dei Deputati. Santoro è noto sul web per il blog “Il Giornalaio”, nel quale ospita analisi e riflessioni sul mondo dei media con l’occhio attento ai numeri. Esperto di marketing, ha lavorato per grandi aziende come Star, Bonomelli e Galbani, ecollabora anche con l’European journalism Observatory, il centro studi no profit dell’Università Svizzera Italiana.
L’annuncio è stato dato dal direttore Mario Calabresi in un articolo intitolato: “Porte aperte agli innovatori della Rete”.
La Stampa è stato il primo quotidiano italiano ad avvalersi di una figura dedicata ai social sin dal gennaio del 2012. Il direttore Mario Calabresi aveva scelto una persona della redazione che conoscesse le dinamiche interne del quotidiano torinese. Una giornalista che facesse da ponte tra chi le notizie le scrive e chi le recepisce e le condivide sui social network. L’idea era di avviare una graduale integrazione tra le due realtà puntando ad avere una redazione di giornalisti “social media editor di se stessi”, un meccanismo già naturale per i redattori più giovani. Ora il quotidiano torinese è andato oltre, scegliendo un esterno alla redazione e per di più un esperto di marketing.
Negli Stati Uniti il Social Media Editor è una presenza consolidata nelle redazioni da molti anni. Nel 2009 il New York Times aveva scelto la giornalista Jennifer Preston, alla quale è subentrata la collega Liz Heron. Lo scorso anno il suo titolo è cambiato in “editor of emerging media”. Al Wall Street Journal lo Sme Neil Mann è diventato “multimedia innovations editor”. Il giornalista Anthony De Rosa ha lasciato il comando dei social della Reuters per diventare editor in chief della startup Circa. Davanti a questi eventi l’ex sme dell’Huffington Post statunitense, oggi a BuzzFeed, Rob Fisherman, si è aggiunto alla schiera di chi vede il ruolo del social media editor destinato a sparire, vista la crescente integrazione dell’uso dei social nell’attività giornalistica di ogni redattore. Lo aveva già annunciato Liz Heron nel 2011 quando scriveva sul suo blog che il suo lavoro “è destinato a sparire nel giro di cinque anni”.
Che non sia sparito il social media editor è evidente. Che sia un po’ cambiato il ruolo lo è altrettanto. La scelta de La Stampa dice chiaramente che non ci si può concentrare sui soli contenuti, ma è indispensabile conoscere le dinamiche delle relazioni nelle community social e saperne sfruttare le potenzialità.