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Un salto nel passato: la moda vintage è nel centro di Urbino

di    -    Pubblicato il 28/01/2014                 
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URBINO – Una veletta verde dagli anni ’50, scialli di pura seta degli anni ’70, i pizzi degli anni ’40: la moda vintage vive nel cuore di Urbino, nelle stanze del collegio Raffaello, dove resterà in mostra fino al 16 febbraio. “Sono pezzi di alta sartoria saltati fuori da vecchi bauli e antichi armadi di una nobile famiglia del Montefeltro, i Lucchetti, parenti di mio marito –  spiega l’organizzatrice  Anna Maria Lucarelli – e che, con la loro bellezza senza tempo, mi hanno stregata al punto da far diventare un semplice hobby, una vera e propria passione”.

Ci sono camicette di pizzo e seta, “mutandoni” degli anni ’30, le prime calze autoreggenti “che allora erano qualcosa di straordinario e inusuale”, guanti ricamati e anche una lampada degli anni ’20. Un’esposizione che attraversa tutti i decenni del Novecento e che è stata possibile grazie all’attenzione di zie, nonne e bisnonne che hanno conservato gelosamente quei vestiti, firmati Mattiolo, Dior, Cardin e realizzati nelle migliori sartorie delle grandi città italiane, da Firenze a Roma, a Bologna.

“Non essendo un’esperta di moda – racconta Anna Maria, che lavora alla Curia – mi sono affidata alle foto delle zie e della nonna per stabilire l’anno in cui avevano indossato quei vestiti. Mi ricordo che la zia raccontava sempre di aver indossato il vestito nero per andare a vedere il concerto dei Beatles a Milano nel 1965 e che invece metteva il tailleur per giocare a canasta e a ramino con le amiche”.

In un angolo c’è un abito da sposa degli anni ’70, con le maniche ondulate e un inserto ricamato sulle spalle: “C’è anche una sottoveste di pura seta, di quelle destinate alla prima notte di nozze, che probabilmente nessuno ha mai indossato, ma è stata tramandata di baule in baule, di generazione in generazione”.

A terra, due ombrelli da teatro, con richiami floreali e pizzo rosso. Il manico, in argento, intagliato e impreziosito da applicazioni luccicanti: “Con quello – spiega Anna Maria Lucarelli, indicando l’ombrello con il pizzo rosso- la zia è andata al teatro La Fenice di Venezia”. Appoggiato sull’ombrello, un boa di marabou rosso fuoco che fa il paio con un gemello fucsia dall’altra parte della stanza.

“Stiamo organizzando una sfilata in collaborazione con i ragazzi che frequentano il corso di parrucchieri attraverso il Centro per l’impiego di Urbino – spiega Anna Maria – così loro si potranno esercitare nelle acconciature delle varie epoche e io potrò comporre una giuria speciale formata da signore un po’ più anziane che giudicheranno i vestiti”.

Poi, l’ultima parte dell’esposizione, quella che non viene dai bauli ma che Anna Maria ha curato autonomamente raccogliendo pezzi qua e là: “Questi sono i vestiti da discoteca degli anni ’70 e ’80 – spiega – ci sono i primi materiali acrilici, i pantaloni alla zuava, i tessuti traslucidi: ricordano mondi e atmosfere lontani, diversi, che cerco a mio modo di far rivivere anche nei ricordi di chi viene a visitare la mostra”.

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