il Ducato » accademia delle Belle Arti http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » accademia delle Belle Arti http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Giovanni Lombardini torna a Urbino, l’artista in mostra a Palazzo Ducale http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/giovanni-lombardini-in-mostra-urbino-palazzo-ducale/60903/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/giovanni-lombardini-in-mostra-urbino-palazzo-ducale/60903/#comments Mon, 07 Apr 2014 13:00:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60903 URBINO – Dal 1973 porta ancora con sé il ricordo di quegli anni all’Accademia delle belle arti, con il gruppo di amici con i quali studiava e lavorava fianco a fianco, nello stesso stanzino, e organizzava le prime mostre a Milano, Bologna, Rimini. Quegli anni passati per le vie di Urbino, circondati da arte e bellezza,  in una città che è “un territorio conosciuto che anche dopo 40 anni per me resta sempre lo stesso”. Questi sono i ricordi che alimentano e accompagnano Giovanni Lombardini, ex studente all’Accademia e artista, nella sua mostra Gli Iniziali, al Palazzo Ducale per la prima volta.
L’inaugurazione sarà mercoledì 9 aprile alle 18.00, alla Sala del Castellare, e l’esposizione sarà aperta tutti i giorni fino al 27 aprile, a ingresso libero.

“Conosco il rettore Stefano Pivato,  studiavamo insieme, e dopo tanto tempo abbiamo deciso organizzare questa mostra – afferma Lombardini – e di mettere anche le prime opere, tra cui Scarpe con erba, che è stato scelto come primo manifesto dell’Accademia, nata da un paio d’anni prima”.

La mostra si divide in due sezioni: le opere storiche, dal 1971 al 1973, e una sezione contemporanea di lavori svolti dal 2005 al 2013, tra i quali le collezioni Pietre preziose, Scie, Rime, Inventari, giochi di luce, riflessi e colori che nascono da colature su formica e superfici laccate. “Tra i primi e gli ultimi lavori sembra che ci siano delle differenze- continua l’artista – in realtà è un proseguimento, è il senso delle esperienze che evolve e si trasforma, attraverso l’uso di materiali diversi”.

Di Urbino, afferma Lombardini, “ho dei bellissimi ricordi, è bello tornare e rivedere i vecchi amici. Stare insieme era la cosa più bella. E poi senza l’Accademia non avrei mai fatto l’artista”.

L’ultima esposizione dell’autore si è conclusa pochi giorni fa negli Stati Uniti, al Southwest Minnesota State University Art Museum: “Ho avuto la fortuna di conoscere il direttore artistico del Museum, Edward Ewans, e dopo avergli mostrato i miei lavori mi ha mandato una mail di apprezzamento, soprattutto per la tecnica. Sono rimasto molto sorpreso e la mostra ha avuto molti consenti. Probabilmente ne farò altre due, sempre negli Stati Uniti, ma ancora non so le date precise”.

 

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Marcello Tiboni, mezzo secolo tra i torchi e un sogno: una stamperia internazionale a Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/03/23/ducato-online/marcello-tiboni-mezzo-secolo-tra-i-torchi-e-un-sogno-una-stamperia-internazionale-a-urbino/59922/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/23/ducato-online/marcello-tiboni-mezzo-secolo-tra-i-torchi-e-un-sogno-una-stamperia-internazionale-a-urbino/59922/#comments Sun, 23 Mar 2014 16:08:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59922 URBINO – Da 40 anni, immersa nel verde delle colline del Sasso, vive la stamperia Santa Chiara. Un luogo quasi magico dove la luce delle grandi finestre, il profumo dell’inchiostro e della carta fatta a mano avvolgono presse e torchi. Alcuni sono nuovi, altri risalgono ai primi del ‘700, tra tutti c’è il primo torchio calcografico che Marcello Tiboni realizzò a 16 anni. Ora che di anni ne ha 66 ed è in pensione dopo una lunga carriera di insegnante all’Accademia di Belle Arti di Urbino, non ha nessuna intenzione di fermarsi, perché la stampa d’arte per lui rappresenta tutta una vita. Con lo sguardo emozionato fissa i suoi lavori appesi alle pareti, mentre parla dei progetti che ha in mente per riportare in auge l’antica tradizione incisoria urbinate. Uno fra tutti: “Dal sogno alla realtà”, l’idea per creare a Urbino una stamperia internazionale che dia lavoro ai giovani creando prodotti di alta qualità da vendere prevalentemente all’estero.

“Tutto è iniziato dalla mia passione per la meccanica, l’arte è arrivata dopo – racconta Tiboni – nei laboratori dell’Istituto d’arte e della Scuola del libro ho imparato il mestiere del falegname, del fabbro e del tipografo”. È questo insieme di conoscenze che ha permesso a Marcello di concretizzare, sul finire degli anni ’60, l’idea del fratello Vincenzo, sette anni più grande di lui: aprire una stamperia a Urbino. “Finita la scuola io volevo andare a Roma – ricorda – a stampare alla 2RC, una delle più grandi stamperie a livello mondiale. Erano gli anni in cui gli artisti avevano appena scoperto il potenziale della litografia e della serigrafia. Alla 2RC hanno stampato pittori del calibro di Alberto Burri e ci lavoravano anche molti giovani urbinati, io volevo stare lì”. Ma poi Vincenzo compra il primo torchio e inizia l’avventura. “Anche se sono in pensione da tre anni – racconta Tiboni – io sto ancora lavorando, perché io il lavoro lo invento”.

Tra la collaborazione con grandi artisti, come il pittore e scultore greco Jane Kounellis e la realizzazione di un’edizione sull’incisore Mimmo Paladino, Marcello Tiboni non rinuncia ai progetti che ha per Urbino e sogna in grande. “Vorrei realizzare una stamperia internazionale”, dice stringendo tra le mani, indurite dall’inchiostro, la sua prima incisione: è datata 1965 e raffigura i corpi degli ebrei ammassati nei campi di concentramento. E ha anche già dato un nome al suo progetto: “Si chiamerà ‘Dal sogno alla realtà’ – spiega – il sogno è quello di produrre a Urbino edizioni di artisti importanti da vendere all’estero, dove la richiesta del mercato è maggiore. La realtà è il mio laboratorio, le mie presse, i miei caratteri”.

Ma tutto questo purtroppo non basta, allo stampatore urbinate serve uno spazio più grande del suo laboratorio e un finanziamento per avviare l’impresa. “Per quanto riguarda i fondi – dice – mi sto informando su quelli che l’Unione europea prevede per i mestieri antichi, ma confido anche sull’appoggio di qualche imprenditore illuminato che creda profondamente nella riqualificazione di un’arte, quella incisoria, che ha le sue origini proprio nella città ducale. Mentre per gli spazi, faccio un appello al Comune e al futuro sindaco: ho bisogno di un luogo che sia almeno di 1.000 metri quadri”.

Tiboni è deciso, ha le idee molto chiare e il progetto potrebbe partire già dall’anno prossimo in modo da accogliere i giovani che escono dall’Accademia, dall’Isia e dall’Istituto d’arte. In attesa che il suo sogno diventi realtà, Tiboni sta organizzando dei corsi di litografia, serigrafia e tecnica di incisione da far partire già nei prossimi mesi: “Questo è il prototipo, stampato con i caratteri di legno, del manifesto che a breve invierò a tutte le università e le accademie non solo italiane, qui verranno indicati tutti i miei corsi”, dice indicando una grande stampa in bianco e nero. E l’intento di promozione di Urbino è inequivocabile: al centro della locandina ci sono il Duca Federico, palazzo Ducale e Raffaello.

Un’attività su cui già altri centri come Fano e Urbania hanno deciso di puntare: “Un gallerista di Fano – svela Tiboni – mi ha chiesto di organizzare un corso di incisione nella sua galleria, partirà in primavera. Lui mette a disposizione lo spazio e io porto i miei torchi. Tutto è nato da una mostra di incisione che feci tempo fa, lì la gente è molto attenta e sensibile, negli ultimi anni diversi pittori fanesi hanno aperto piccole botteghe per il disegno e l’acquerello”.

I ferri del mestieri ci sono tutti. I torchi, che Tiboni costruisce e ripara senza l’aiuto di nessuno, sono pronti a tornare in azione, i caratteri di legno aspettano di uscire dal vecchio cassettone dove sono custoditi. Basta solo che Comune e imprenditori credano nei progetti dello storico stampatore urbinate e lo aiutino a trasformare i suoi sogni in realtà.

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Giorgio Londei, l’universitario che voleva fare il sindaco http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/giorgio-londei-luniversitario-che-voleva-fare-il-sindaco/59051/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/giorgio-londei-luniversitario-che-voleva-fare-il-sindaco/59051/#comments Fri, 14 Mar 2014 10:30:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59051 Giorgio Londei

Giorgio Londei

URBINO – Nel 1980, quando divenne sindaco di Urbino per la prima volta, Giorgio Londei era poco più di un ragazzo. Aveva 30 anni e gli avversari politici con ironia lo descrivevano come un “universitario con i capelli lunghi che voleva fare il sindaco”. Oggi Londei si è rimesso in corsa con il Partito Democratico. Nel 1980 era tra le file del Partito Comunista: un altro partito e un’altra legge elettorale. Per diventare sindaco infatti quel ragazzo, che aveva studiato filosofia e che sognava di fare il professore, doveva conquistare la maggioranza assoluta dei seggi nel consiglio comunale. “Feci campagna elettorale da solo, lottando contro il centrodestra e due liste civiche che raccoglievano molti consensi. Fu uno scontro durissimo, ma alla fine avvenne il miracolo. Nello spoglio dei voti a Canavaccio, ottenni 12 preferenze. Proprio quelle che mi servivano per ottenere la maggioranza e diventare sindaco”.

Mentre ci racconta la sua vita, Londei chiude gli occhi, quasi come se provasse a far rivivere nella sua mente più di quarant’anni di battaglie politiche. Nel suo ufficio dell’Accademia di Belle Arti, di cui è presidente dallo scorso novembre, non c’è nulla che testimoni il suo passato salvo i suoi ricordi.

DA SINDACO A SENATORE. Londei è nato 65 anni fa a Trasanni. Quando aveva appena 9 anni, la sua famiglia si trasferì a Urbino. Le scuole e poi l’università, con le prime esperienze politiche: “Era il ’68 quando mi avvicinai alla politica – spiega il candidato sindaco del Partito Democratico – Urbino stava vivendo, come molte altre città italiane un periodo movimentato. Decisi di iscrivermi alla Federazione Giovanile Comunista e nel 1970 fui chiamato nella direzione comunale del Partito Comunista”. Negli anni settanta lavorò in provincia come addetto al settore economico ed entrò nel consiglio comunale. Poi nel 1980 diventò sindaco di Urbino.

Rimase primo cittadino per tredici anni, ottenendo altri due mandati. Nel 1993 l’abdicazione per l’elezione a senatore. “I cittadini volevano che un rappresentante di Urbino scendesse a Roma e mi chiesero di candidarmi al senato”, ricorda Londei. Per qualche mese, pur avendo ottenuto un seggio a Palazzo Madama, rimase sindaco di Urbino: “Pochi mesi dopo la mia elezione, a Urbino crollò un pezzo delle mura, proprio sotto i Torricini. A Roma riuscii a far passare una legge che prevedeva lo stanziamento di 51 miliardi di lire per il restauro dell’intero perimetro murario della città ducale”. Londei rimase senatore per due legislature. Poi tanti altri incarichi amministrativi: “Per dieci anni ho lavorato nel ministero della Salute dove sono stato responsabile dell’istituto zooprofilattico in Umbria e nelle Marche. Nel 1999 fui eletto come capogruppo nella provincia di Pesaro e Urbino”.

IL RITORNO A URBINO PER L’ARTE. Nel 2007 l’Isia, l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, deve cambiare il proprio presidente e sceglie Giorgio Londei. “Sono rimasto lì per sei anni. Il successo più importante l’ho ottenuto con il restauro del convento di Santa Chiara. Non era ancora scaduto il mio mandato quando l’Accademia delle Belle Arti mi chiama e mi propone la presidenza”. L’anno scorso infatti Londei è subentrato a Vittorio Sgarbi.

C’E’ ALTRO DOPO LA POLITICA. Una vita sempre piena di incarichi politici e amministrativi, ma sfogliando tra i ricordi, Londei non fa fatica a trovare i suoi rimpianti più grandi. “Mi sarebbe piaciuto fare il professore. Amo la storia, soprattutto di Urbino e avrei voluto insegnarla. E avrei voluto fare anche sport: ai tempi dell’università facevo judo e vinsi anche un campionato”. I suoi gusti più personali ruotano tutto intorno alla città ducale: “I miei scrittori preferiti sono i grandi di Urbino, da Paolo Volponi a Umberto Piersanti”. Il suo passatempo preferito è proprio la lettura: “La mia famiglia dice che spendo troppi soldi nei libri”, ma Londei non nasconde anche altre passioni: “Amo viaggiare e sono innamorato di Praga”. E in una vita ricca di letture e viaggi, ha dato spazio anche alla musica: “Ascolto Ivan Graziani, che è stato mio grande amico. Ricordo ancora il suo primo successo al cantagiro, “Pensa Tu”. Ma mi piace anche Mia Martini: la ritengo una grandissima artista”.

SE DIVENTASSI SINDACO. “Se vincessi le elezioni le mie prime azioni sarebbero orientate verso il decoro della città – afferma Londi – vorrei far scomparire i cassonetti dal centro storico e abbellire i palazzi con fiori e piante, proprio come ho fatto qui all’Accademia delle Belle Arti”. Il suo sogno nel cassetto, che promette di trasformare in realtà, riguarda però Borgo Mercatale: “Mi piacerebbe sgombrarla di tutti gli autobus e riqualificarla. Quella era l’entrata dei duchi di Montefeltro e dovrebbe diventare un grande palcoscenico naturale. Ricordo che quando ero sindaco organizzammo un evento con Lucio Dalla e Gianni Morandi. La piazza era gremita di ragazzi. Sarebbe bello poter ricreare un’atmosfera di questo tipo”. Londei ci saluta, è appena arrivato il suo medico. Deve visitarlo perché durante la campagna elettorale ha perso la voce: contrappasso obbligatorio per chi ha deciso di vivere di politica.

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I “cocci” di Fratte Rosa, concorso per artisti e studenti marchigiani http://ifg.uniurb.it/2014/02/10/ducato-notizie-informazione/i-cocci-di-fratte-rosa-concorso-per-artisti-e-studenti-marchigiani/56768/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/10/ducato-notizie-informazione/i-cocci-di-fratte-rosa-concorso-per-artisti-e-studenti-marchigiani/56768/#comments Mon, 10 Feb 2014 13:55:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56768 [continua a leggere]]]> URBINO –  Artigiani e artisti al tornio, per una sfida sui “cocci”: “Un Museo che Cresce“, è il concorso organizzato dall’Associazione LIS di Fratte Rosa: aperto a tutti gli artisti e artigiani e agli studenti di licei Artistici, Accademia di Belle Arti, Isia e istituti di formazione artistica della Regione Marche, dai 18 ai 35 anni di età. Il 12 marzo è il termine ultimo per presentare il proprio lavoro di terracotta.

Il concorso è organizzato in occasione della mostra Di Terre e di Fuoco che si terrà a marzo nel Convento di Santa Vittoria a Fratte Rosa (PU), e che ha l’obiettivo di valorizzare e rilanciare le terrecotte realizzate nella località maggiore centro produttivo dell’area fra la Valle del Metauro e Cesano, soprattutto i cosiddetti ‘cocci’, utensili di uso domestico.

Le categorie sono due: creazione e decorazione (con una sezione dedicata alle scuole della Regione Marche) e solo decorazione. Per tutti gli altri è possibile concorrere nella categoria fuori concorso e vincere dei workshop di ceramica e del materiale da lavoro.  I partecipanti sono chiamati a rivisitare in ottica contemporanea le terrecotte e i pezzi tipici usati nella cucina locale e prodotti nei secoli a Fratte Rosa, rispettando lo stesso valore d’uso e i principi di risparmio e di sostenibilità tipici delle produzioni di un tempo.

Le tre opere finaliste verranno esposte nella sezione dedicata al concorso all’interno della mostra Di Terre e di Fuoco e i vincitori riceveranno un premio in denaro.

Per avere maggiori informazioni consultare il sito del Convento di Santa Vittoria.

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Alice e il dramma ‘Senza fin.e’. Lo spettacolo dell’Accademia di Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/06/01/ducato-online/alice-e-il-dramma-senza-fin-e-lo-spettacolo-dellaccademia-di-urbino/49452/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/01/ducato-online/alice-e-il-dramma-senza-fin-e-lo-spettacolo-dellaccademia-di-urbino/49452/#comments Sat, 01 Jun 2013 15:43:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49452

Il terzo esaminatore

URBINO – Forse Lewis Carroll non venne mai a Urbino, ma  gli studenti dell’Accademia delle belle arti hanno convinto Alice a trasferirsi per un paio di giorni nel Montefeltro. Per farlo hanno usato le conoscenze acquisite con il duro lavoro e  una grande e intensa fantasia.

Quando si chiude alle spalle dello spettatore la porta dell’aula di scenografia in via Timoteo Viti, si entra in un mondo incantato. Fuori ci sono i vicoli di Urbino, ma dentro c’è un mondo vorticoso e visionario fatto di ‘bianconigli’ e icone pop che, sorretti da un’Alice noir, fanno un processo al tempo.

Il ticchettio dell’orologio che accompagna un cadavere disteso è solo l’inizio della fine. Sembra che l’uomo moderno non possa riposare, neanche quando la vita è finita. Una volta passato dalla vita al “paese delle meraviglie”, all’uomo della crisi è chiesto il conto. E a chiederlo non è un santo, ma Alice, la dea dell’immaginazione che pretende carte da bollo e passaporti per lasciare la vita.

Alice è il primo ‘esaminatore’ del defunto, a lei segue  Miss Tv. La dea dell’apparire confonde sempre di più il cadavere: se da un lato lo attrae  con un corpo allentante, dall’altro lo richiama come una sirena moderna con slogan pubblicitari. Il protagonista è travolto si trova di fronte a una triste realtà;  la società dei consumi lo ha ingannato, gli ha rubato tempo anzichè regalargliene.

studenti dell’Accademia

L’ingresso del terzo e ultimo esaminatore vede tornare in scena il bianconiglio che accompagna un moderno Cappellaio matto sulla pedana che divide a metà l’aula di scenografia. Qui il dialogo s’infittisce e l’uomo moderno si arrende al fatto che neanche da morti si può governare il tempo, non sa che dire e cosa rispondere alle domande incalzanti del Cappellaio.

Lo spettacolo “SENZA FIN.e” fa parte della nona edizione di TeatrOltre ed è stato realizzato interamente dagli studenti dell’Accademia supportati da Francesco Calcagnini, scenografo affermato e professore di scenografia alle Belle arti.

Quando il scende il sipario, i volti si illuminano di soddisfazione. Soddisfazione per i ragazzi che vedono ricompensati i loro sforzi. Soddisfazione anche per i docenti e il preside Sebastiano Guerrera. Soddisfazione per Erica Montorsi, laureata un anno fa all’Accademia e che ha visto realizzata la sua opera ‘Senza Fin.e’.

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Quando le aziende premiano l’arte: la ‘regina’ delle api conquista il torchio http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/quando-le-aziende-premiano-larte-la-regina-delle-api-conquista-il-torchio/49289/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/quando-le-aziende-premiano-larte-la-regina-delle-api-conquista-il-torchio/49289/#comments Wed, 29 May 2013 14:34:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49289

Il lavoro di Irene Podgornik che le è valso la vittoria del torchio

URBINO – Un torchio, la cera e l’acido. Quando il lavoro in azienda e l’esperienza degli studenti si fonde, quel che ne esce fuori è uno strano legame tra questi tre elementi. Il torchio di cui si parla è quello che la studentessa dell’accademia di Belle arti di Urbino, Irene Podgornik, ha vinto per il suo lavoro realizzato per il premio Scm Press, ideato per sostenere la giovane imprenditorialità creativa. Lavoro che ha previsto, appunto, un’incisione realizzata con la cera e l’acido.

Il progetto vincente, infatti, consiste nella rappresentazione di alcune ralle, oggetti metallici circolari utilizzati in meccanica, tramite la tecnica dell’acquaforte. Come si realizza un’incisione del genere ce lo ha spiegato la stessa Irene: “Si parte da uno strato di cera, dal quale si graffia via le parti che vuoi che rimangono nere nel lavoro finale – ha raccontato la vincitrice – poi si passa il tutto nell’acido che penetra solo nelle parti dove era stato applicato il solco. Infine si lascia a mollo nell’acido quella zona, e più rimarrà a mollo e più essa sarà nera; così si crea anche un effetto diversificato di colore”.

Il risultato è una rappresentazione artistica della ralla, strumento tanto utilizzato nell’azienda che ha voluto fortemente questo premio e lo finanzia: la Scm di Ezio Zerbato. Non a caso, il lavoro di Irene è nato proprio durante la sua collaborazione in azienda e nelle sue 40 ore settimanali a fianco di Zerbato.

Oggi, all’accademia, Irene è stata premiata dal direttore Sebastiano Guerrera, dal professor Giovanni Turria, dalla professoressa Cecilia Casadei e dallo stesso Ezio Zerbato. Alla ragazza chiamata dalla sua professoressa “Irene delle api”, per la sua passione per questi animali con cui lavora da una vita e che “come lei amano inseguire il loro obiettivo finché non lo raggiungono e lavorano per gli altri con grande altruismo”, verrà assegnata una borsa di studio che la possano aiutare a inserirsi nel mondo del lavoro.

La speranza è che il premio possa portare fortuna a Irene, così come lo ha portato al vincitore dello scorso anno, Riccardo, ex studente ora professore dell’Accademia.

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Le Belle arti orfane della Provincia: “Dovremo alzare le tasse agli allievi” http://ifg.uniurb.it/2013/05/28/ducato-online/le-belle-arti-orfane-della-provincia-dovremo-alzare-le-tasse-agli-allievi/48897/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/28/ducato-online/le-belle-arti-orfane-della-provincia-dovremo-alzare-le-tasse-agli-allievi/48897/#comments Tue, 28 May 2013 14:59:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48897 URBINO – Se non vogliono sentirsi come Leonardo e Michelangelo, che completavano le loro opere a lume di candela o davanti ad un camino, gli studenti dell’accademia di Belle arti di Urbino dovranno probabilmente vedersela con un aumento delle tasse d’iscrizione. Dallo scorso 1° gennaio la provincia di Pesaro e Urbino ha infatti smesso di pagare le utenze della scuola, su indicazione della Corte dei Conti, e per coprire le spese di luce e gas un adeguamento dei contributi degli allievi sarà inevitabile, fanno sapere all’Accademia.

“Siamo stati fortunati perché la provincia – spiega Massimo Castellucci, direttore amministrativo – ha continuato a finanziarci nonostante dal 2005 il nostro istituto non rientri più in quelli di sua competenza. L’Accademia è stata infatti trasferita dal comparto scuola al comparto Afam, Alta formazione artistica musicale coreutica”.

Su indicazione della Corte dei Conti, la provincia ha dovuto smettere di erogare i fondi per evitare che i dirigenti che davano via libera ai pagamenti all’Accademia incorressero in sanzioni. “Oltre a saldare le bollette di luce e gas – continua Castellucci – la provincia ci garantiva anche importanti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, a cui oggi non provvede nessuno”.

In quanto parte dell’Afam, il pagamento delle utenze e la manutenzione sarebbe dovuta rientrare tra le competenze del ministero dell’Istruzione ma come sottolinea Castellucci i fondi provenienti da Roma vengono decurtati di anno in anno: “Ci arrivano poche decine di migliaia di euro che non bastano nemmeno a coprire i costi dell’attività didattica. Purtroppo l’unica soluzione che vedo è l’aumento delle tasse degli allievi in modo da coprire almeno le spese delle utenze di luce e gas”. Al momento non si sa di quanto potranno aumentare: “Ad oggi ogni allievo spende intorno agli 800 euro, molto di meno di altri istituzioni”.

Per i lavori di manutenzione l’Accademia spera invece di poter contare sul comune di Urbino, in quanto proprietario degli immobili, evitando così che i propri allievi debbano sobbarcarsi anche questo tipo di spese.

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L’Accademia di belle arti apre le porte per l’Open day 2013, il 14 e 15 aprile http://ifg.uniurb.it/2013/04/08/ducato-notizie-informazione/laccademia-di-belle-arti-apre-le-porte-per-lopen-day-2013-il-14-e-15-aprile/41636/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/08/ducato-notizie-informazione/laccademia-di-belle-arti-apre-le-porte-per-lopen-day-2013-il-14-e-15-aprile/41636/#comments Mon, 08 Apr 2013 09:54:12 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41636 [continua a leggere]]]> URBINO – Gli studenti e i docenti dell’Accademia di belle arti di Urbino accoglieranno i visitatori esterni nei loro laboratori per l’ “Open Day 2013 – Libere esperienze artistiche domenica 14 e lunedì 15 aprile.

All’interno dell’istituto saranno allestite delle mostre e performance per promuovere e illustrare le attività dell’Accademia: gli studenti e gli insegnanti guideranno i visitatori alla scoperta delle scuole di decorazione, grafica, pittura, scenografia, scultura e nuove tecnologie dell’arte che fanno parte dell’istituto.

I locali dell’Accademia saranno aperti dalle 10 alle 17.

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Scuola del libro: i tesori di carta da salvare http://ifg.uniurb.it/2012/02/29/ducato-online/scuola-del-libro-i-tesori-di-carta-da-salvare/27064/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/29/ducato-online/scuola-del-libro-i-tesori-di-carta-da-salvare/27064/#comments Wed, 29 Feb 2012 17:25:18 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27064 URBINO – A Urbino c’è l’unica scuola del libro d’Italia. Nata nel 1861, nell’anno dell’Unità, come Accademia delle Belle Arti, oggi è un liceo artistico specializzato nel restauro e nell’incisione del libro. E conserva volumi risalenti sino al 1400.

“E’ affascinante tenere in vita cose che senza di noi andrebbero perse”, dice uno studente del liceo. “Oggi che la cultura passa per la tecnologia il rapporto col libro diventa intimo e privilegiato”, spiega il professor Passanisi, coordinatore delle discipline del restauro e della progettazione dei volumi.

Il servizio di Antonio Siragusa e Rossella Nocca


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Serena Riglietti, dall’Accademia di Urbino alle magie di Harry Potter http://ifg.uniurb.it/2012/02/24/ducato-online/serena-riglietti-dallaccademia-di-urbino-alle-magie-di-harry-potter/26408/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/24/ducato-online/serena-riglietti-dallaccademia-di-urbino-alle-magie-di-harry-potter/26408/#comments Fri, 24 Feb 2012 18:29:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=26408

Harry Potter illustrato da Serena Riglietti

URBINO – E’ la mano che ha disegnato la bacchetta magica del piccolo mago con gli occhiali, amato da tutto il mondo. Da Urbino a Hogwarts, dalla scuola d’arte della città ducale a quella di stregoneria di Harry Potter.

La storia di Serena Riglietti passa per i vicoli della città di Urbino: prima alla Scuola del Libro (sezione Disegno animato) e poi nei laboratori dell’Accademia delle Belle Arti dove attualmente insegna le tecniche dell’illustrazione.

L’incontro con il mago nato dalla penna di Joanne Rowling avviene a Milano. Girando con il suo book di illustrazioni sotto il braccio la Riglietti si ferma di fronte lo stand della Salani Editore.

Prima le illustrazioni di “La casa per le bambole non si tocca”, poi nel 1997 il botto; esce nelle librerie italiane “Harry Potter e la pietra filosofale”, il primo grande successo di massa per l’illustratrice. Del maghetto di Hogwarts la Riglietti disegnerà tutte e sette le copertine dell’edizione italiana e per i primi cinque libri anche le illustrazioni interne.

“Il libro è nato per rivolgersi ai ragazzi, dunque come un progetto fatto di parole e disegno – racconta – poi è diventato un fenomeno che ha coinvolto anche i più grandi e quindi, dal quinto libro, non ci sono più state all’interno nessun tipo di immagini”. Serena Riglietti ha iniziato presto a immaginare mondi animati, passando il tempo a fantasticare lontano da quella Rozzano, periferia di Milano, dove è cresciuta: “Era meglio immaginare che guardarsi attorno”.

Le sue opere vivono dello spirito dei ragazzi e dei ricordi d’infanzia. “Vivo la mia persona e quindi anche il mio lavoro con un grande senso di responsabilità nei confronti dei giovani – dice l’artista – ma non voglio che si pensi che questi lavori facciano il verso a quel mondo. C’è una grossa differenza tra la semplicità e la semplificazione”.

Le sue tavole diventano dei veri e propri contenitori della sua storia: “Disegno per raccontare con i segni, i simboli e le metafore. Come fossero parole”. Si possono scrivere libri disegnando: “Devi vedere le parole, diceva il mio maestro. Questo è il lavoro di un illustratore: vive di una narrazione che si sviluppa per immagini”.

Il suo primo lavoro alla scuola d’arte di Urbino fu uno story-board per un disegno animato. Alla fine della sua esperienza accademica le sue opere vennero esposte a Palazzo Ducale, nella cornice della prima edizione di Arts Libraria. “Il mio professore di Animazione mi fece notare che nei miei disegni c’era una matrice narrativa molto forte. L’ho ascoltato e aveva ragione”.

Nasce qui un fenomeno editoriale amato da migliaia di fan, a partire dalle tecniche apprese nella terra del Duca: “L’Accademia rappresenta una ricchezza senza pari per Urbino, anche se a volte sembra vivere in un mondo a sé, distaccata dal resto della città. Ed è un vero peccato”.

Nel 1994 il primo contratto e l’avvio di una brillante carriera che la porta ad essere un punto di riferimento nel mondo delle illustrazioni nell’editoria per ragazzi di case editrici italiane e straniere. Le sue esposizioni arrivano fino all’estremo oriente con esposizioni in vari musei giapponesi.

L’unione tra la mano di Serena e la bacchetta di Harry Potter festeggia nel 2007 i dieci anni, celebrati con una mostra alla Casina di Raffaello di Roma e con un volume che raccoglie tutti i disegni sul maghetto con gli occhiali.

“Delle sette copertine che ho disegnato, quella dell’Ordine della Fenice  – racconta la Riglietti – ha un significato speciale. L’ho consegnata il giorno prima che nascesse mio figlio”. Guardando i suoi disegni ci si immagina Harry Potter volare verso Hogwarts o combattere con il suo più grande nemico, il malvagio Voldemort: “Io non sono contenta di un mio disegno finché non vedo i miei personaggi recitare. Devo vedere in loro una vena pulsante di vita”.

Acquerello e pittura ad olio; poi gli acrilici fino alle nuove tecniche digitali. Il lavoro di Serena Riglietti spazia tra le varie tecniche ma con un comun denominatore: “Tutto su carta e senza disegni preparatori”. E pensare che Serena di libri di Harry Potter ne ha letti tre su sette; di film non ne ha visto neanche uno. I poteri dell’immaginazione.

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