il Ducato » alessandro sallusti http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » alessandro sallusti http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Crowdfunding per i reportage di guerra: l’idea anti-crisi del Giornale http://ifg.uniurb.it/2014/02/11/ducato-online/crowdfunding-per-i-reportage-di-guerra-lidea-anti-crisi-del-giornale/57006/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/11/ducato-online/crowdfunding-per-i-reportage-di-guerra-lidea-anti-crisi-del-giornale/57006/#comments Tue, 11 Feb 2014 18:05:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57006 IlGiornale.it]]> Il reportage in Ucraina di Fausto Biloslavo finanziato con il crowdfunding

Il reportage in Ucraina di Fausto Biloslavo finanziato con il crowdfunding

L’unione fa la forza e, in tempi di crisi economica, può fare anche l’informazione. Così l’edizione online del Giornale di Alessandro Sallusti ha pensato di finanziare dei reportage all’estero da zone di guerra con il metodo del crowdfunding, cioè attraverso la donazione libera dei lettori. Qualunque sia l’argomento che vorremo vedere approfondito, dalla guerra in Libia a quella in Afghanistan, passando per i disordini di Kiev, basta andare sulla piattaforma online Gli occhi della guerra e pagare (o almeno, contribuire a pagare) un reportage. Raggiunti i fondi necessari, che si aggirano intorno a qualche migliaio di euro a seconda delle destinazioni, il giornalista parte, documenta e torna, portando con sé in Italia un prodotto che – sperano al Giornale – apparirà sul sito del quotidiano.

“Al giorno d’oggi – spiega la responsabile del progetto Laura Lesèvre – i giornali non hanno le capacità finanziarie per pagare gli inviati all’estero e per una buona informazione le agenzie di stampa non bastano”. Per avere un’informazione di qualità, quindi, bisogna pagare direttamente e di tasca propria. L’idea sembra non sconvolgere i lettori, che hanno già finanziato in toto tre reportage: “Diario da Kiev” e “Afghanistan goodbye” di Fausto Biloslavo e “Libia, il nostro petrolio è in pericolo” di Gian Micalessin. Entrambi gli autori dei primi progetti sono già collaboratori del Giornale, ma Laura Lesèvre spiega che l’Associazione no profit per la promozione del giornalismo (creata dal Giornale ad hoc per la gestione della piattaforma) ha preso contatti anche con freelance indipendenti.

Per ora la trasparenza sulle donazioni è incompleta: si può solo sapere quanti soldi sono stati raccolti e quante persone hanno donato qualcosa, senza la possibilità di capire a quanto ammontano le singole somme. Ad esempio, a quanto è riportato sul sito, il reportage di Biloslavo in Ucraina è stato finanziato in meno di 24 ore da 32 persone che hanno raccolto in tutto 3000 euro. Non è dato sapere, quindi, se è corretto stimare circa 100 euro per donatore o se magari c’è stato un grande finanziatore che ha accelerato la raccolta.

“Mi auguro che nel futuro il sistema di donazioni sarà più trasparente – confessa Barbara Schiavulli, giornalista di guerra e blogger del Fatto Quotidiano, che è stata contattata dal Giornale per proporre un suo reportage – anche perché immagino che a finanziarmi saranno persone che conoscono me, non tanto lettori fidelizzati del Giornale”.

La pagina del finanziamento di "Afghanistan goodbye" sulla piattaforma Gli occhi della guerra

La pagina del finanziamento di “Afghanistan goodbye” sulla piattaforma Gli occhi della guerra

E’ però possibile capire il ‘taglio’ delle donazioni da un particolare: per ogni piccolo finanziamento (da 1 a 50 euro) è previsto un ringraziamento personalizzato da parte dell’autore del reportage sulle pagine Facebook e Twitter degli Occhi della guerra. Nei giorni del crowdfunding di “Diario da Kiev” non appare alcun ringraziamento su nessuno dei due social network. I donatori, quindi, hanno probabilmente versato più di 51 euro a testa, ricevendo un omaggio più consistente: dai 51 ai 200 euro una foto realizzata dal reporter nella zona di guerra; dai 201 ai 500 il libro “Gli occhi della guerra” e la raccolta del materiale prodotto dall’inviato; da 501 a 1000 euro il libro, la raccolta e una giornata in redazione; da 1001 euro, oltre a tutto quello già detto, ci si può azzardare addirittura ad invitare il reporter per una conferenza sul tema nella propria città.

Se la pubblicazione del reportage su IlGiornale.it è data per certa, in realtà i vincoli tra l’inviato che parte e il Giornale non sono ufficiali. “Tra noi e loro non c’è nessun contratto – chiarisce Lesèvre – quindi possono pubblicare il materiale dove vogliono. Ovvio, comunque partono grazie e noi e con i soldi dei nostri lettori, quindi ci aspettiamo un’esclusiva. Ma il materiale in più, gli autori possono darlo ad altre testate”.

Anche Barbara Schiavulli non ha dubbi sulla proprietà del reportage: “Sarà pubblicato sul IlGiornale.it, è chiaro, perché l’idea del crowdfunding è partita da loro. E’ per questo che lo fanno, perché conviene a entrambi”. Schiavulli vorrebbe lavorare ad un reportage sul radicalismo islamico in Europa: “L’idea è piaciuta, quindi stiamo facendo uno spot per lanciare il crowdfunding. E’ questione di giorni”.

L’informazione dall’estero, infatti, non è alla portata di tutti: per il giornalista, il crowdfunding diventa l’unica possibilità di partire; per la testata, è un occasione di avere esclusive costose. “Serve anche a fidelizzare i lettori – spiega Laura Lesèvre – perché scegliere e finanziare in fretta il reportage preferito diventa una gara stimolante. Non è vero che con gli esteri non si vende: i fondi che abbiamo raccolto ne sono la prova”.

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No al carcere per i giornalisti, legge ancora bloccata http://ifg.uniurb.it/2013/06/07/ducato-online/no-al-carcere-per-i-giornalisti-legge-ancora-bloccata/50068/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/07/ducato-online/no-al-carcere-per-i-giornalisti-legge-ancora-bloccata/50068/#comments Fri, 07 Jun 2013 07:38:26 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=50068 TABELLA Legge in vigore e modifiche]]> Fumata nera per la proposta di legge n.925, avanzata dagli onorevoli Enrico Costa (Pdl) e Walter Verini (Pd),  sull’eliminazione della pena detentiva per i delitti contro l’onore (diffamazione e ingiuria): martedì mattina alla Camera, in commissione Giustizia, la proposta è stata discussa ma il testo definitivo da passare in aula non è stato approvato.

TABELLA LA LEGGE IN VIGORE E LE MODIFICHE

Come spesso accade, l’esigenza di mettere mano alla legge è scaturita dal confronto con la realtà e, nello specifico, con alcuni fatti recentemente accaduti che hanno fatto esplodere il caso sulle pagine di tutti i giornali. Il più noto è il caso Sallusti: il 26 settembre 2012 il direttore del Giornale viene condannato a un anno e 2 mesi di carcere per “omesso controllo” su un articolo diffamatorio nei confronti di un magistrato pubblicato sul suo quotidiano (i fatti risalgono al 2007 quando dirigeva Libero). La firma era di un certo “Dreyfus” (uno pseudonimo dietro cui si celava l’onorevole Renato Farina, ma questo si è saputo troppo tardi) e non potendo risalire all’identità del firmatario, ha risposto il direttore.

Più recente il caso Mulè: il 24 maggio 2013 il direttore di Panorama viene condannato in primo grado a 8 mesi di carcere senza condizionale per “omesso controllo” su un articolo che offendeva il Procuratore di Palermo Francesco Messineo. Il giornalista autore del pezzo, Andrea Mercenaro, è stato condannato a un anno di carcere per diffamazione.

Che il carcere per i giornalisti sia un problema di democrazia lo ha detto anche la Corte europea dei diritti dell’uomo, in una sentenza del 2009: la Grecia fu condannata al risarcimento di un giornalista perché  le pene detentive non sono compatibili con la libertà di espressione; “il carcere ha un effetto deterrente sulla libertà dei giornalisti di informare con effetti negativi sulla collettività che ha a sua volta diritto a ricevere informazioni“. Così una riforma è stata sollecitata da più parti, e si è giunta a questa pdl bipartisan Costa/Verini che interviene sia sulla legge stampa (47/1948) sia sul codice penale.

Questi i cambiamenti alla legge 47/1948 che vorrebbero i due relatori :

  • all’articolo 1 si aggiunge un comma che precisa come la legge sia applicabile anche ai siti internet aventi “natura editoriale”, visto che per ora non esiste un regolamento preciso in questo settore;
  • nell’aggiunta all’articolo 8  si parla della disciplina di rettifica che deve essere pubblicata senza commento e si estende la valenza delle legge anche alla tv, alla radio e al web;
  • l’articolo 11 è integrato da un articolo 11bis in cui si specifica che il risarcimento da pagare in caso di condanna per il giornalista non può essere superiore a 30.000 euro perché si deve tener conto dell'”effetto riparatorio della rettifica”;
  • si vuole abrogare l’articolo 12 che prevede la possibilità di un ulteriore risarcimento per la persona offesa;
  •  si riformula completamente l’articolo 13 eliminando il carcere per i giornalisti ma inasprendo le pene pecuniarie.

Queste invece le correzioni proposte agli articoli del codice penale:

  • l’articolo 57 - quello in cui si parla della responsabilità dei direttori e dei vicedirettori di testata – viene modificato rafforzando il nesso di causalità tra la responsabilità di vigilanza del direttore e i delitti commessi. In caso di condanna la pena deve comunque essere ridotta di 1/3;
  • gli articoli 594 e 595 vengono riscritti eliminando la pena detentiva per i reati di ingiuria e diffamazione e si specificano le somme da pagare con le eventuali aggravanti in caso di condanna.

 

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