il Ducato » alessio boni http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » alessio boni http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Teatro, Haber e Boni al Sanzio: “Tra noi grande feeling. Urbino città deliziosa” http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-online/teatro-haber-e-boni-al-sanzio-tra-noi-grande-feeling-urbino-citta-deliziosa/65974/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-online/teatro-haber-e-boni-al-sanzio-tra-noi-grande-feeling-urbino-citta-deliziosa/65974/#comments Mon, 23 Feb 2015 10:47:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65974 Alessandro Haber

Alessandro Haber

URBINO – Due grandi attori che lavorano insieme da anni, che si stimano e il cui sodalizio continuerà ancora a lungo. Giovedì 19 febbraio, con la commedia Il visitatore di Eric Schmitt, Alessandro Haber e Alessio Boni hanno fatto incetta di applausi al teatro Sanzio di Urbino. Una città che i due attori definiscono “deliziosa”, anche grazie all’aria di gioventù che si respira. “Urbino è un piccolo gioiello – dice Haber – e la presenza dell’università e di tanti giovani la rende assai piacevole”. “Si sente che è una città viva – gli fa eco Boni- basta guardare il teatro Sanzio, farsi un giro in centro… il fermento giovanile e universitario poi la rende ancor più bella”.

Ne Il visitatore, Sigmund Freud (Haber) e Dio (Boni) si sfidano a colpi di argomentazioni su religione e ateismo, su fede e ragione. Due personaggi molto diversi ma ugualmente complessi, rappresentati da testo e sceneggiatura in maniera molto originale, lontana dall’immagine abituale che si ha di loro.

“Il mio Freud ha 82 anni, ha un tumore alla gola e morirà di lì a poco – spiega Haber – io sono più giovane perciò ho dovuto cambiare postura e vocalità, tremando di continuo. Non avendolo ovviamente mai conosciuto, me lo sono dovuto inventare totalmente. In questo sono stato aiutato da un testo meraviglioso, dall’ottima regia e da compagni di viaggio uno più bravo dell’altro”.

Un Freud che non riesce a credere in un dio che permette che nel mondo ci sia tanto dolore. “Concordo con lui – continua Haber – se esistiamo qualcosa sopra ci sarà anche, poi però mi viene in mente la realtà, fatta  di disuguaglianze, strapoteri, male che incombe. Se penso a quello che è successo nei campi di concentramento… Mi girano un po’. Non riesco a pensare che Dio voglia questo, se ci fosse dovrebbe essere vicino alle persone che hanno dei problemi”. Un po’ come fa oggi papa Francesco, che per Haber è “un rivoluzionario che sta ribaltando tante cose. Si avvicina molto al popolo, all’essere umano, un papa dovrebbe essere così”.

“Nella sceneggiatura originale Dio era rappresentato come un dandy, super raffinato ed elegante nel vestire – racconta Boni – invece il nostro regista Valerio Binasco ha voluto renderlo un clochard, un disadattato molto terra terra ma dotato di una certa trasversalità, in modo tale che possa parlare con uno dei massimi esponenti dell’aristocrazia austriaca del 1938 come Freud. Vedi questo folletto che in scena gira come un satellite attorno al “pianeta” Freud, punzeccchiandolo e cercando di fargli uscire un po’ di verità, per vedere se crederà o meno nel mistero. Il segreto di questo spettacolo, che è una vera bomba, sta proprio nel fatto che l’autore Schmitt ha saputo scrivere il duello tra Dio e Freud con leggerezza e ironia. Un testo divertente e ironico ma a tratti anche profondo”.

Boni - primo piano

Alessio Boni

Per quasi tutto lo spettacolo, Haber e Boni si trovano soli sul palco. Questo rende fondamentale, per la buona riuscita dell’esibizione, il feeling tra i due. “Con Boni c’è grande armonia, siamo insieme da cinque o sei anni ormai – dice Haber – oltre a essere un ottimo attore è umanamente fantastico, è dolcissimo e generoso. In più mi sopporta, che non è poco. Io sono una persona semplice ma ho un carattere bizzarro, non facile”. “Un collega o un regista è come la tua donna-  spiega Boni- se non li stimi non ci riesci a creare nulla. E io stimo molto Haber. Se decidi di fare a certi livelli un grande testo in cui si è in due o tre protagonisti di un certo calibro, se non stimi chi è con te sul palco non parti nemmeno. Poi ci sono anche le belle sorprese, come Alessandro Tedeschi e Nicoletta Robello - gli altri due componenti del cast- che non conoscevo e che ho scoperto essere due bravi attori. In passato ho rifiutato tanti progetti importanti proprio perché avrei dovuto avere a che fare con persone con  cui un rapporto del genere non si poteva creare. Avere un buon feeling con ti ti sta a fianco è importante, a teatro soprattutto. Altrimenti il pubblico percepisce la finzione, sente che non sale l’energia giusta”.

Visti gli ottimi risultati, la premiata ditta Haber-Boni è ben lontana dall’essere sciolta. “Riprenderemo questo spettacolo per il terzo anno consecutivo – spiega Haber – una cosa assai rara, ma è talmente bello che tutti lo vogliono. Devo dire che è faticoso, pensa che io sono già stanco prima ancora di cominciare. Poi però salgo sul palco, ed ecco che mi torna la voglia”.

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Teatro: Dio, Freud e la fede, “Il visitatore” di Haber conquista il pubblico del Sanzio http://ifg.uniurb.it/2015/02/21/ducato-online/teatro-dio-freud-e-la-fede-il-visitatore-di-haber-conquista-il-pubblico-del-sanzio/65925/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/21/ducato-online/teatro-dio-freud-e-la-fede-il-visitatore-di-haber-conquista-il-pubblico-del-sanzio/65925/#comments Sat, 21 Feb 2015 09:45:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65925 L'INTERVISTA / Tra noi grande feeling. Urbino città deliziosa"]]> palco boni haberURBINO-  L’ateo Sigmund Freud vacilla tormentato dal dubbio al cospetto di Dio, o di un balordo imbonitore che quasi lo convince di esserlo. Sul palco del teatro Sanzio è andata in scena la commedia Il viaggiatore, protagonisti Alessandro Haber, nei panni del padre della psicanalisi, e Alessio Boni che interpreta il (presunto) padre celeste. Un dramma che affronta il tema dell’Olocausto e del conflitto religione-ragione, la fede e il libero arbitrio. Un racconto alleggerito dall’ironia che accende le risate di un pubblico che, alla fine, tributerà una lunga ovazione ai protagonisti e ai bravi Alessandro Tedeschi e Nicoletta Robello Bocciforti, rispettivamente un caporale della Gestapo e Anna Freud, figlia dello psicanalista.

Nella Vienna del ’38, appena conquistata dalla Germania nazista, Anna Freud tenta disperatamente di convincere il padre a firmare il salvacondotto che permetterà loro di lasciare la città. Freud però è titubante: non vuole abbandonare una città che è stata tutta la sua vita.  Quando poi Anna viene portata via da un caporale della Gestapo, Freud resta solo con i suoi dubbi e le sue preoccupazioni. Crede di essere solo. Perché all’improvviso compare uno strano individuo, all’apparenza uno sbandato, che presto Freud comprende essere Dio. O forse un pazzo fuggito da un manicomio, cosa che lui, ateo da sempre, ritiene più plausibile.

Platea Sanzio 2Ed è proprio sul tema del dubbio che è incentrato lo spettacolo, dubbio che è benzina necessaria per accendere il motore della mente scientifica, che non accetta i dogmi e si interroga. Il dubbio personale dell’uomo Sigmund: lasciare o meno Vienna. Meglio affrontare il fatto che si è soli, barattando la serenità di una fuga col coraggio e la dignità. Un interessante parallelo tra l’autonomia dell’ateismo e il rifugio della religione. L’arrivo dello sconosciuto amplifica questo tormento, portandolo su un piano superiore: se Dio davvero esiste, perché permette al nazismo, e al male più in generale, di proliferare? Se è onnipotente, non fermando il male non è altro che un sadico, un criminale. Se invece nulla può contro tutto questo, è semplicemente un povero incapace. I due iniziano una lunga discussione su fede e ateismo, alla fine della quale Freud si convince di essere realmente al cospetto di Dio. Vorrebbe però un’ultima prova, che però non arriverà. La risposta di Dio, infatti, sta solo nella fede.

Una commedia brillante (nel 1993 fruttò al suo autore, Eric Schmitt, tre premi Moliere per il teatro), cui la regia di Valerio Binasco ha dato un pizzico di follia in più, con un Dio che, per esempio, rispetto alla versione originale è meno dandy e più senzatetto. Sono tanti gli spunti di riflessione, ma al contempo abbondano i momenti di leggerezza, tanto che spesso il pubblico scoppia a ridere. La sceneggiatura è a tratti molto sottile, riuscendo a strappare una risata a parte della platea anche con un pizzico di blasfemia, quando Anna, convinta di avere a che fare non con Dio ma con uno stalker che da un po’ di tempo la segue ai giardini, gli da del “porco”.

Quartetto sul palco1Quando si riaccendono le luci sulla platea, si accendono gli applausi. Ovazioni sia per i due protagonisti, Haber e Boni appunto, che per Alessandro Tedeschi e Nicoletta Robello Bocciforti. Il calore dei presenti è tale che Boni, pur con fare ironico, accenna a un possibile bis. Ipotesi subito bocciata da Haber, che con un eloquente “gesto dell’ombrello” regala l’ultima risata ai presenti.

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