il Ducato » alessio torino http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » alessio torino http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Romanzieri e critica, Wu Ming, Alessio Torino e le recensioni http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/wu-ming2/62023/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/wu-ming2/62023/#comments Sat, 26 Apr 2014 21:50:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62023 URBINO – Scrittori e giornalisti. Un rapporto a volte complicato. Il giornalismo culturale per chi scrive romanzi è spesso incarnato dalla recensione della propria opera.  Punti di osservazioni differenti, in questa relazione, quelli di Alessio Torino e WuMing2, intervenuti alla tavola rotonda nel teatro Sanzio durante la seconda giornata di lavori per il Festival del giornalismo culturale, per dialogare assieme al giornalista Alberto Saibene,  autore di Doppiozero, spazio online di critica culturale.

Qui sotto la videointervista ai partecipanti al dibattito ( come gli altri esponenti del suo collettivo e come in tutte le interviste, WuMing II non si è fatto riprendere in volto).

Pananari, moderatore del dibattito e firma delle pagine culturali de La Stampa, ha aperto il confronto sul ruolo degli intellettuali, che Alessio Torino ha spostato subito, concentrandosi sull’importanza della recensione per gli stessi autori: “Spezzo una lancia a favore del giornalismo culturale e della sua utilità, sotto qualsiasi forma si faccia. Non sono un intellettuale, ma uno scrittore e come tale  vorrei descrivere il mio rapporto con la critica. La recensione è il giudizio dei primi lettori e assume più valore quando insegna qualcosa agli stessi autori. Non è facile rendersene conto subito. Ma non tutte le critiche hanno o stesso effetto: dipende da chi vengono e in che contesto vengono esposte. Ora che sto scrivendo cose nuove mi tornano alla mente vecchie recensioni, di cui solo ora riesco a fare tesoro”.

Secondo Torino, però, anche la dimensione della recensione è mutata una volta che gli spazi di critica si sono dilatati: “I nuovi media accerchiano l’autore, sono una forza anarchica in grado di fare istantaneamente  recensioni e metarecensioni di quanto scritto sui mezzi tradizionali”.

Wu Ming 2, alias Giovanni Cattabriga, del collettivo  di autori italiano più famoso e innovativo del momento ( tutti i lavori sono a disposizione del pubblico sul sito Giap) non ama l’uniformità dei media tradizionali:  “L’onestà intellettuale per me sta nel dichiarare la propria parte, il punto di vista da cui guarda il mondo. Non leggo le pagine culturali dei giornali perché mi sembrano tutte collocate in uno spazio neutro, autoreferenziale. Spesso quando esce un nostro romanzo l’editore mi telefona e mi chiede chi potrebbe recensirci, ma non vuole un critico di professione. Per parlare al pubblico oggi si scelgono altre figure, oppure sono i blog e le pagine come Doppiozero che orientano il lettori nell’acquisto dei libri. Oggi ci sono autori che scrivono capitoli alternativi dei propri testi, operando loro stessi una forma di critica”.

L’autore bolognese  poi si sofferma sul mestiere dello scrittore, in grado (o costretto) a rallentare quando invece l’informazione viaggia sempre più veloce: “Raccontare mi colloca nella dimensione pubblica. Narrando, disegno una specie di mappa su come è orientato il mondo e con i miei contenuti  modifico lo scorrere del flusso di notizie. Quante volte ci viene ripetuta la sua velocità? Oggi i dati sono a portata di tutti, paradossalmente manca il punto di vista in cui sono presentati e in questo senso si rafforza il ruolo della critica”.

Alberto Saibene ha messo l’accento sulla maggiore interattività della critica online, operazione a cui partecipano lettori e giornalisti, che però risulta difficilmente finanziabile: ” C’è il crowfounding, ci sono gli spazi pubblicitari e i lettori si affezionano a un prodotto di qualità, ma ancora non bastano”.

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Lezioni di lettura per scoprirsi scrittori. Pergentina Floris e Alessio Torino a Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/pergentina-floris-ai-giovani-studenti-di-urbino-se-volete-imparare-a-scrivere-dovete-leggere/61038/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/pergentina-floris-ai-giovani-studenti-di-urbino-se-volete-imparare-a-scrivere-dovete-leggere/61038/#comments Mon, 07 Apr 2014 17:19:19 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61038 conferenza1URBINO – “Le vie della scrittura sono infinite ma ci si arriva solo tramite una strada: la lettura. Infatti, per imparare a scrivere bisogna saper leggere e capire fino in fondo quello che si ha davanti”. Questo è il consiglio che la scrittrice  Pergentina Pedaccini Floris ha dato agli studenti dell’Università di Urbino durante l’incontro “Leggere per scrivere  dibattito intorno alla creatività narrativa” di questo pomeriggio al magistero. Per parlare di regole di scrittura e letteratura, oltre alla scrittrice,  sono intervenuti durante il seminario anche la professoressa di Linguistica Loretta Del Tutto e lo scrittore urbinate Alessio Torino.

“La scrittura ha tante sfumature –  ha continuato la scrittrice – ma per fare il lavoro perfetto come hanno fatto i grandi della letteratura italiana bisogna avere tanta preparazione e soprattutto tanto tempo”. Cita alcuni brani di Calvino, Leopardi e Benedetto Croce definendoli geni della letteratura e punti di riferimento per chi vuol fare lo scrittore. “Scrivere è un lavoro che ti spinge sempre a fare meglio. È un mestiere che si può insegnare, ma per farlo al meglio bisogna avere una vocazione”.

Quando si scrive un libro lo si fa perché questo venga letto. Fondamentale, quindi è il rapporto con il lettore. “ Quando penso al rapporto tra autore, libro e lettore mi viene in mente una frase di Snoopy: non c’è niente di più noioso dei sogni degli altri – dice Alessio Torino- perché quando una persona scrive molto spesso cerca di farlo raccontando i propri sogni, senza pensare che in realtà agli altri non interessano”. Scrivere, dunque, non deve essere una proiezione egoistica del proprio essere ma deve servire per comunicare qualcosa al lettore e trovare il proprio stile. “Ognuno di noi ha un X-factor – ha aggiunto Torino –  bisogna saperlo riconoscere”.

In conclusione, i consigli della professoressa Loretta Del Tutto ai giovani che vogliono intraprendere questa professione: “Lo scrittore deve dare al lettore i mezzi giusti per capire il libro. Molto spesso l’errore che fanno i giovani scrittori è quello di non immaginare come suoneranno le loro parole nella testa del lettore”.

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Urbinoir, Vincenzo Biancalana, Alessio Torino e Ruth S. Glynn all’aperitivo letterario http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-notizie-informazione/urbnoir-vincenzo-biancalana-alessio-torino-e-ruth-s-glynn-allaperitivo-letterario/58254/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-notizie-informazione/urbnoir-vincenzo-biancalana-alessio-torino-e-ruth-s-glynn-allaperitivo-letterario/58254/#comments Mon, 03 Mar 2014 10:47:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58254 [continua a leggere]]]> URBINO – Ruth S. Glynn, studiosa britannica del noir italiano, e Alessio Torino, autore di “Urbino, Nebraska”, brinderanno assieme a Urbinoir il 13 marzo alle 17 nell’enoteca Atabulus di piazza Rinascimento,  in occasione del consueto appuntamento con l’aperitivo letterario “Inganni sotto i torricini”. Sotto l’attenta lente dell’associazione culturale due libri, una nuova edizione e un classico del noir: “Valenti A.D. 1832. Due inganni per uno” di Vincenzo Biancalana, che sarà presente all’incontro e sarà intervistato da Tiziano Mancini, e il classico del 1967 “Il volo del falcone”, di Daphne Du Maurier. Quest’ultima opera sarà analizzata da Gian Italo Baschi e Alessandra Calanchi. A chiudere i lavori sarà il professore di Letteratura italiana dell’Università di Urbino Salvatore Ritrovato.

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Rinascimento e rock: nel romanzo di Alessio Torino i due volti della città ducale http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/rinascimento-e-rock-nel-romanzo-di-alessio-torino-i-due-volti-della-citta-ducale/53380/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/rinascimento-e-rock-nel-romanzo-di-alessio-torino-i-due-volti-della-citta-ducale/53380/#comments Thu, 05 Dec 2013 16:53:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53380 COPERTINAURBINO – Battista Sforza e Federico da Montefeltro si guardano l’un l’altro sempre di profilo. Ma in versione pop, su uno sfondo verde acqua e con due righe in nero e arancio che li sovrastano: Urbino, Nebraska. Alessio Torino.

E il senso di questo romanzo particolare è tutto racchiuso nella sua copertina: raccontare Urbino al di fuori della retorica e della tradizione.

Quattro storie autonome che si sviluppano attorno a un’unica vicenda: due ragazze vengono trovate morte per overdose nella Fortezza Albornoz. Le vite dei personaggi protagonisti dei quattro capitoli che compongono il romanzo toccano da vicino o sfiorano questo nucleo narrativo per sfilacciarsi poi in  racconti diversi: c’è la storia di Zena la studentessa o di Nicola, che dalla musica passa al seminario.

Seduti al caffè del Mercatale, nel piazzale in cui ogni urbinate passa almeno una volta al giorno, l’autore del libro, da poco pubblicato dalla Minimum Fax, ci racconta dei personaggi usciti dalla sua penna.

Qual è stata l’idea all’origine del romanzo?
Inizialmente doveva essere una raccolta di racconti di ambientazione urbinate: in comune avevano solo il fatto di essere sviluppati nella città di Urbino. Poi scrivendone uno mi è balenato nella mente il desiderio di collegarli tutti. I personaggi si sono in qualche modo avvicinati fra di loro e quindi il filo conduttore non è stato più soltanto la città di Urbino ma anche la storia di Ester e Bianca, le due ragazze trovate morte in Fortezza, storia che ritorna in tutti e quattro i capitoli che compongono il libro.

Perché hai scritto questo libro? Come omaggio alla tua città?
Mi è venuto naturale. Ho dovuto scrivere prima altri due libri per poter parlare della mia città. Credo non a caso. Raccontare ciò che ti è vicino è una delle cose più difficili. Già a partire dal fatto di vederlo, di avere quel minimo di distacco necessario per poterne parlare. Avere scritto due libri è stata una strada necessaria per arrivare a questo. Ma non è stato un pensiero a priori, è stato un percorso spontaneo.

La Urbino in cui si dipanano le vicende dei protagonisti è una città più reale che letteraria. Come mai questa scelta?
La mente inevitabilmente tenderebbe a cadere nella tradizione, nella retorica, nella letteratura, in quello che è stato già scritto di Urbino. A me interessava dare uno spaccato non solo della tradizione – perché comunque la bellezza dei torricini e tutto il resto è presente – ma anche raccontare vite contemporanee e quindi i bar, la musica, il rock. L’identità di questa città è talmente forte che si rischia di andare sempre lì anche con le parole. Invece la vita è nelle azioni, nei gesti di tutti i giorni, nelle cose comuni e quotidiane. Ho provato a umanizzare la città, raccontando storie contemporanee, che vivono ora nel presente. Ci sono i torricini, ma c’è anche il Gbar.

ALESSIO TORINOIl rapporto dei personaggi con Urbino è complesso: sembra sempre stiano lì lì per andarsene ma che nello stesso tempo vogliano restare.
Il rapporto di questi personaggi con la città è diverso. C’è chi se ne vorrebbe andare via per realizzarsi, c’è chi invece deve tornare come Mattia Volponi per risolvere le sue questioni familiari, c’è chi come Zena si sente divisa tra una natura di studentessa fuori sede, perché convive con la vita che fanno le altre ai collegi e ai bar, e una natura da urbinate che a Natale e Pasqua si ritrova da sola con la città deserta. Ci sono due aspetti differenti nella stessa realtà: una città metropolitana con persone e luoghi diversi, con lingue diverse come il greco e una città che ha l’aspetto di un paese.

Ci sono immagini o simboli ricorrenti all’interno del libro?
I simboli sono difficili da sondare anche per chi li crea. A me è piaciuto ritornare sull’immagine delle mura di Urbino, che viste dall’alto, ricordano la forma di un fegato. Ho un po’ giocato con questa immagine, costruendo due visioni: da una parte una città che filtra il mondo intero e ne racchiude in sé il significato. Una città che diventa da sola il mondo intero. Dall’altra parte invece un fegato nel vero senso della parola per i fiumi d’alcol che vengono consumati: un aspetto più dolente. Da una parte c’è questo aspetto cristallino, queste mura, il fegato che filtra; dall’altra un’immagine più compromessa. La città non si risolve in nessuna di queste due parti ma nel loro equilibrio.

In cosa differiscono la Urbino letteraria e quella reale?
Le due cose per me sono completamente distinte. Il tessuto civico della città si è andato sfaldando nel corso degli anni. Questo lo dico da urbinate con grande dispiacere. Nel giorno della vigilia di Natale in qualsiasi piccola cittadina si può incontrare gente che si scambia gli auguri, qui a Urbino invece si assiste a una città vuota, quasi una specie di soprammobile che ha perso il suo significato quando non ci sono gli studenti. Peccato perché una città dovrebbe avere un senso sempre: gli studenti la rendono unica però deve esserci un equilibrio tra la popolazione studentesca e i residenti.

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Cellini, finalista Premio Strega, racconta Urbino vista dalla ‘sua Caterina’ http://ifg.uniurb.it/2013/05/09/ducato-online/cellini-finalista-premio-strega-racconta-urbino-vista-dalla-sua-caterina/46365/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/09/ducato-online/cellini-finalista-premio-strega-racconta-urbino-vista-dalla-sua-caterina/46365/#comments Thu, 09 May 2013 16:07:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=46365 URBINO – Caterina è una ragazza obesa. Per disfunzione ormonale o perché le piace mangiare, questo non si sa. Caterina è la protagonista del romanzo di un autore esordiente, Matteo Cellini, insegnante urbinate, che nel giro di pochi mesi ha visto la sua opera prima, Cate, io, pubblicata da una casa editrice romana e subito dopo candidata finalista al Premio Strega.

“Un caso editoriale” l’hanno definito malvolentieri ieri sera l’autore e Alessio Torino, altra penna sofisticata del territorio, che insieme hanno presentato il libro alla libreria Montefeltro.

“Mi era venuta in mente l’immagine di Caterina, questa ragazza obesa che odia se stessa, che diventa il personaggio che gli altri pensano che sia – ha spiegato l’autore – e mi sono messo a scrivere. E’ venuto fuori un capitolo e un’amica mi ha proposto di partecipare a un concorso, quello della casa editrice Subway che pubblica racconti da leggere nell’intervallo di tempo di alcune fermate di metropolitana. Da lì, dieci righe su dieci righe è uscito fuori il romanzo”.

Il personaggio di Caterina è riflesso dell’autore che formula attraverso di lei uno di quei tipici disagi legati all’adolescenza. “Caterina è grassa. Punto. E’ grassa lei – ha continuato Cellini – è grassa la sua famiglia, è grasso il suo dna. La sua visione del mondo è molto controllata, spietata a volte anche se a poco a poco, la sua evoluzione la porta a eliminare le sue paranoie a vedersi in maniera diversa”.

La protagonista di Cate, io è un’adolescente difficile che si muove per le vie tortuose di una Urbino ai suoi occhi impietosi. Alessio Torino, che durante la serata ha analizzato lo stile dello scrittore carico di immagini, di un’accumulazione di metafore e similitudini limate allo stremo, ha letto quei passaggi in cui la città è presente tra le pagine del romanzo: Caterina che da piazza della Repubblica scende giù verso Mercatale e legge negli occhi degli altri i pensieri rivolti alla sua obesità, finendo per definirsi slavina, palla di neve, bowling, strike.

“Dopo il servizio di Report della scorsa settimana – ha commentato Torino – che ha mostrato una tragica ma reale città in declino, che alcuni giorni della settimana si trasforma in un cesso a cielo aperto, esperienze come quelle di Matteo Cellini servono a dare delle risposte che vanno oltre il parlottio e le lamentele che passano sui social network”.

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Finalista Premio Strega Matteo Cellini domani sera alla libreria Montefeltro http://ifg.uniurb.it/2013/05/07/ducato-notizie-informazione/finalista-premio-strega-matteo-cellini-domani-sera-alla-libreria-montefeltro/45870/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/07/ducato-notizie-informazione/finalista-premio-strega-matteo-cellini-domani-sera-alla-libreria-montefeltro/45870/#comments Tue, 07 May 2013 08:25:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=45870 [continua a leggere]]]> URBINO – Domani sera alle 21 alla Montefeltro libri uno scrittore incontra uno scrittore: Alessio Torino, autore di Tetano, presenterà il libro di Marcello Cellini, Cate, io, edito dalla Fazi Editore e finalista al Premio Strega.

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Alessio Torino, autore di “Tetano”, domani all’Itis Mattei http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-notizie-informazione/alessio-torino-autore-di-tetano-domani-allitis-mattei/45653/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-notizie-informazione/alessio-torino-autore-di-tetano-domani-allitis-mattei/45653/#comments Mon, 06 May 2013 14:43:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=45653 [continua a leggere]]]> URBINO – Martedì a mezzogiorno i ragazzi  dell’Istituto tecnico Mattei incontreranno Alessio Torino, scrittore urbinate arrivato al successo dopo la pubblicazione di “Tetano”. L’evento, coordinato dal professor Calogero Indelicato, coinvolgerà i ragazzi del triennio di Meccanica che potranno confrontarsi con l’autore,  di cui hanno letto  il romanzo nel corso dell’anno scolastico.

Tetano è il nome di uno dei protagonisti: un ragazzo a cui  è stata nascosta la morte del padre con un’enorme bugia collettiva,  che trascina gli altri coetanei  tra i segreti dei boschi e quelli del paese in cui è ambientata la vicenda. L’avventura coinciderà con la perdita dell’innocenza, lasciando sui ragazzi dei segni che alcuni di loro si porteranno addosso per tutta la vita.

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