il Ducato » anna falcioni http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » anna falcioni http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Bramante: un libro risolve la diatriba sui suoi natali. Nacque a Fermignano http://ifg.uniurb.it/2015/04/10/ducato-online/bramante-un-libro-risolve-la-diatriba-sui-suoi-natali-nacque-a-fermignano/70335/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/10/ducato-online/bramante-un-libro-risolve-la-diatriba-sui-suoi-natali-nacque-a-fermignano/70335/#comments Fri, 10 Apr 2015 08:45:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70335 a famiglia Bramante. Fonti archivistiche urbinati passa in rassegna tutta la genealogia degli avi materni e paterni del celebre architetto e pittore]]> 37dbcb94e0URBINO –  Fermignano, Urbino e Urbania si sono contesi per secoli i suoi natali. Ma Donato Bramante nacque a Fermignano, e il Podere Cà Melle è il vero luogo natale del celebre architetto e pittore del Rinascimento. Sono le conclusioni di una ricerca archivistica lunga sei anni condotta dalla docente di Storia medievale all’Università degli Studi di Urbino Anna Falcioni, che ha percorso a ritroso l’albero genealogico della famiglia Bramante dal 1400 al 1700.

Sabato 11  aprile, all’interno del ciclo di celebrazioni con cui  dall’anno scorso Fermignano ricorda il suo più celebre cittadino, nella Sala del Consiglio Comunale di Fermignano, verrà presentato il libro in cui la professoressa Falcioni e il ricercatore Vincenzo Mosconi hanno indagato le origini di Bramante e i suoi rapporti con la sua terra: La famiglia Bramante. Fonti archivistiche urbinati passa in rassegna tutta la genealogia degli avi materni e paterni di Donato Bramante, i primi nativi della villa di Monte Asrualdo, i secondi del castello di Farneta.

Dall’affermazione nel XV secolo del cognome Bramante nel territorio di Fermignano all’ascesa economica della famiglia del genio rinascimentale, che si cimentò anche in attività commerciali di un certo rilievo (pare gestì la cartiera di Fermignano), in 206 pagine il volume condensa la storia della famiglia Bramante così come ricostruita sulla base degli oltre 300 volumi notarili consultati presso il fondo notarile dell’Archivio di Stato di Urbino.

Lo studio è stato infatti possibile grazie all’analisi dei rogiti notarili che hanno documentato la storia della famiglia Bramante dalle origini fino all’estinzione: “L’atto di nascita di Bramante non ce l’abbiamo – spiega l’autrice – ma attraverso il mio studio dimostro che la famiglia è di Fermignano, seguendo due linee di ricerca: da una parte l’origine del cognome Bramante, presente solo nell’area fermignanese, dall’altra lo studio della toponomastica”. Nell’onomastica medievale e moderna, infatti, gli artisti venivano connotati non solo con il patronimico, cioè con il nome del padre o dei genitori, ma anche con il luogo di provenienza. “In effetti –continua Anna Falcioni – il celebre architetto si firmò spesso Bramante di Monte Asrualdo, villa del contado di Urbino fra XV e XVI secolo”.

La ricerca della professoressa Falcioni è utile anche a sfatare definitivamente il luogo comune che voleva Fermignano non esistere, ai tempi in cui Bramante operò. “Era invece un castrum, un castello di notevole importanza, in cui gli stessi duchi di Urbino investivano in termini di patrimonialità”, testimonia l’autrice.

Su Bramante si pensava di sapere tutto. Ma la pubblicazione di La famiglia Bramante. Fonti archivistiche urbinati dimostra il contrario: “Certo una ricerca non è mai conclusa. Anche si raggiungesse una certezza al 98%, è pur sempre dimostrabile qualcos’altro: può venir fuori un documento che perfezioni ciò che è stato affermato in precedenza. La ricerca è sempre in itinere. Per definizione”.

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Giornate Fai a Urbino, visite agli oratori S. Giovanni e S. Giuseppe http://ifg.uniurb.it/2015/03/20/ducato-online/giornate-fai-a-urbino-visite-agli-oratori-s-giovanni-e-s-giuseppe/68821/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/20/ducato-online/giornate-fai-a-urbino-visite-agli-oratori-s-giovanni-e-s-giuseppe/68821/#comments Fri, 20 Mar 2015 14:27:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=68821 Il presepe di Federico Brandani, Oratorio S. Giuseppe

Il presepe di Federico Brandani, Oratorio S. Giuseppe

URBINO – Le stile gotico quattrocentesco dei fratelli Salimbeni e la Natività rappresentata dall’urbinate Federico Brandani. Alle Giornate FAI di Primavera 2015 Urbino parteciperà con le opere conservate negli oratori di San Giovanni e di San Giuseppe. Dal 20 al 22 marzo i due monumenti nel centro storico della città ospiteranno una serie di eventi, dal concerto musicale alle visite guidate.

La manifestazione del Fai, Fondo Ambiente Italiano, arrivata alla ventitreesima edizione, propone visite ai luoghi che rendono unico il patrimonio culturale del Paese. Sono 340 le località italiane presenti nel programma 2015, con più di 780 punti da visitare tra sabato 21 e domenica 22. Chiese, borghi, castelli, archivi musicali e altri luoghi di interesse, aperti con visite a contributo libero. Tramite questi eventi, il Fai, fondazione senza scopo di lucro, ha l’obiettivo di “far conoscere e amare i tesori d’arte e natura” dell’Italia.

A Urbino le iniziative inizieranno venerdì 20. All’Oratorio di San Giuseppe, in via Barocci 40, si parlerà degli interventi di restauro compiuti di recente, con la relazione di Agnese Vastano e delle restauratrici. L’appuntamento è alle ore 17. Aprirà l’incontro Maria Rosaria Valazzi, soprintendente ai beni storico artistici ed etnoantropologici delle Marche. La chiusura dell’evento sarà affidata all’associazione Cappella Musicale di Urbino. All’interno dell’Oratorio si trova il Presepe di Federico Brandani, realizzato tra il 1545 e il 1550 in scagliola, una tipologia di gesso che rende le sculture simili al marmo. Il tufo che ricopre le pareti della stanza dove si trova l’opera dà al visitatore l’idea di trovarsi realmente nella grotta della Natività. Sabato alle ore 16 e domenica alle 11 e alle 16 sono previste visite con Vastano e le autrici dell’intervento, insieme ad Alessandro Marchi e Anna Falcioni. Nei due giorni l’Oratorio sarà comunque aperto dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 18,30.

Gli affreschi nell'Oratorio S. Giovanni

Gli affreschi nell’Oratorio S. Giovanni

L’Oratorio di San Giovanni (via Barocci, 31) dedicherà la giornata di venerdì ad un’inaugurazione più conferenza fissate per le 17, ma aperte ai soli iscritti Fai (e a quelli che si iscriveranno al momento). Il pubblico potrà partecipare alle conferenze di sabato (alle 16) e di domenica (alle 11 e alle 16). Entrando nell’Oratorio si possono ammirare gli affreschi, datati 1416, dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche. Fu scelto lo stile gotico per rappresentare le storie della vita di San Giovanni e la Crocifissione di Cristo. L’orario di apertura segue lo stesso dell’Oratorio San Giuseppe: sabato e domenica, 10-12,30 e 15-18,30.

In tutti e due i luoghi gli studenti del liceo classico ‘Raffaello’ di Urbino presteranno servizio come guide turistiche. Saranno ‘Apprendisti Ciceroni’, così li chiama il Fai, e si aggiungeranno ai ragazzi delle scuole che, in tutta Italia, durante questo weekend di cultura, guideranno i visitatori nella riscoperta del nostro patrimonio.

LEGGI L’INCHIESTA del Ducato sul turismo a Urbino: dall’introduzione della tassa di soggiorno alle difficoltà che si trova ad affrontare il turista che arriva in città.

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Nuove scoperte sulla Gioconda, le “cacciatrici di paesaggi” lanciano crowdfunding http://ifg.uniurb.it/2015/01/28/ducato-online/nuove-scoperte-sulla-gioconda-le-cacciatrici-di-paesaggi-lanciano-crowdfunding/63855/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/28/ducato-online/nuove-scoperte-sulla-gioconda-le-cacciatrici-di-paesaggi-lanciano-crowdfunding/63855/#comments Wed, 28 Jan 2015 12:26:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63855 LEGGI La Gioconda? Una cortigiana di Urbino | Le prove del mistero sul dipinto di Leonardo]]> Olivia Nesci e Rosetta Borchia

Olivia Nesci e Rosetta Borchia

URBINO – Durante il suo ultimo viaggio in Valmarecchia Leonardo aveva con sé un carro carico di specchi. Li avrebbe usati per rappresentare i paesaggi del Ducato di Urbino nella prospettiva più ampia possibile, anche per il suo dipinto più celebre. Si aggiungono nuovi tasselli alla ricerca di Olivia Nesci e Rosetta Borchia, le due “cacciatrici di paesaggi” che hanno dimostrato che il paesaggio celato dietro la Gioconda rappresenta il Montefeltro. Secondo il loro studio, nel ritratto più famoso del mondo compaiono anche Sasso Simone e Simoncello, due enormi massi calcarei che dominano il territorio sopra Carpegna.

Per la pubblicazione di una nuova edizione del loro libro “Codice P – Atlante illustrato del paesaggio della Gioconda”, le due ricercatrici hanno deciso di avviare un crowdfunding, su consiglio dell’ingegner Giacomo Quaresima. L’iniziativa è nata non solo dalla necessità di rendere note le molte novità scoperte in questi ulteriori tre anni di ricerche, ma anche dalle numerose richieste di tradurre il volume in altre lingue: inglese, arabo, spagnolo e cinese.

Una delle novità riguarda proprio il codice geometrico utilizzato da Leonardo per “comprimere” il vasto territorio che voleva rappresentare, con un effetto ‘deformante’ delle sagome di monti e colline nel quadro. La scoperta riguarda l’uso degli specchi convessi per dipingere il paesaggio. Questa tecnica permette di avere una vista a 180 gradi ed era già stata usata nel ritratto dei coniugi Arnolfini del pittore fiammingo Jan Van Eyck (1434). Alle spalle dei due sposi il pittore aveva inserito uno specchio convesso che riproduce l’immagine della stanza più ampia di quella che appare nel dipinto.

Le due ricercatrici, inoltre, per far comprendere al meglio in cosa consista il volo d’uccello e scoprire ulteriori dettagli sul territorio, hanno deciso di utilizzare un drone. “Leonardo era un genio nelcomparazione colle di Bascio con la torre sulla cima riprodurre i paesaggi. Guardando la cartina di Imola da lui disegnata e sovrapponendola a un’immagine presa da google map si rimane di stucco” dice Olivia Nesci, e aggiunge “i droni, per noi che non abbiamo la sua genialità, sono un aiuto enorme: le immagini ottenute sono un’ottima imitazione dei paesaggi ritratti dal pittore”.

Per quanto riguarda il mistero sull’identità della Gioconda, Olivia Nesci e Rosetta Borchia non hanno più dubbi: “Si tratta di Pacifica Brandani”, dama del Ducato e amante di Giuliano de’ Medici. Nel libro verranno introdotte le nuove ricerche effettuate dalla professoressa Anna Falcioni, docente di storia all’Università di Urbino, che da anni studia la vita della Brandani e non mancheranno le sorprese.

La prossima edizione del “Codice P” sarà meno tecnica di quella già pubblicata, con l’obiettivo di renderla fruibile anche per il turismo culturale. “Vorremmo usare il dipinto per segnalare a chi visita il Montefeltro delle proposte di itinerari. Questi luoghi – dicono le autrici – non sono abbastanza conosciuti e si rischia di perdere una grande occasione di visibilità per il nostro territorio.

Insomma, un progetto importante per tutta la comunità urbinate e non solo. Le due ricercatrici hanno ricevuto molti ringraziamenti per il loro lavoro e la pagina web con il loro progetto di crowdfunding ha ricevuto nell’ultima settimana 350 visite dall’Italia e più di 500 dal resto del mondo. “Adesso dobbiamo chiedere uno sforzo in più, un grazie non basta. Abbiamo bisogno di raccogliere soldi”.

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