il Ducato » asur http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » asur http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Influenza, meno vaccinati, preoccupazione per il picco di gennaio e febbraio http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/influenza-meno-vaccini-preoccupazione-per-il-picco-di-gennaio-e-febbraio/63190/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/influenza-meno-vaccini-preoccupazione-per-il-picco-di-gennaio-e-febbraio/63190/#comments Wed, 21 Jan 2015 12:11:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63190 OSPEDALE_Urbino-300x225OKOKURBINO – Meno della metà degli urbinati aventi diritto (persone oltre i 65 anni o affette da patologie croniche) hanno fatto quest’anno il vaccino antinfluenzale. Gli operatori sanitari stimano un calo delle vaccinazioni tra il 15% e il 20% rispetto all’anno scorso, in linea con il dato nazionale. Questa situazione ha, fino a ora, fatto registrare un moderato aumento dei ricoveri per complicazioni legate al virus stagionale all’ospedale cittadino, ma i medici sono preoccupati per il picco dell’influenza, atteso tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio che coglierà la popolazione impreparata.

L’effetto “Flaud”. Il netto calo delle vaccinazioni, dicono gli operatori sanitari, è da attribuirsi all’effetto “Flaud”, il vaccino che era stato bloccato dall’ Aifa a seguito della morte di 13 persone, che si sospettava legata alla sua somministrazione. Il fatto era avvenuto a fine novembre 2014, in piena campagna vaccinazioni; l’Aifa e l’Istituto superiore di sanità hanno poi accertato  che non esisteva correlazione tra i decessi e il vaccino; tuttavia il ritiro in via precauzionale del Flaud ha suscitato allarme tra la popolazione, inducendo molte persone che erano abituate a vaccinarsi, a non farlo.

I fondi tagliati. Il direttore del dipartimento di prevenzione dell’ Arsu, Giovanni Cappuccini punta il dito contro i mass media che accusa di aver dato grande risalto alla notizia e se la prende con quanti sono contrari ai vaccini che “hanno propagandato materiali inattendibili  che si trovano su internet, spacciandoli per documenti medici, al fine di impressionare la gente” e aggiunge: “ Quest’anno abbiamo buttato via delle dosi di vaccino antinfluenzale.” Gabriele Scattolari, responsabile del poliambulatorio di medicina generale di Urbino conferma e pone l’accento sul taglio di fondi deciso dal ministero alla campagna di sensibilizzazione della popolazione, atta a contrastare questi fenomeni.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/influenza-meno-vaccini-preoccupazione-per-il-picco-di-gennaio-e-febbraio/63190/feed/ 0
Ospedali trasparenti: le Marche ancora indietro http://ifg.uniurb.it/2014/02/10/ducato-online/ospedali-trasparenti-le-marche-ancora-indietro/56734/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/10/ducato-online/ospedali-trasparenti-le-marche-ancora-indietro/56734/#comments Mon, 10 Feb 2014 15:11:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56734 ospedalilibera

I punteggi di trasparenza per ogni regione d’Italia, secondo l’inchiesta di Libera e del Gruppo Abele

URBINO – I termini sono già scaduti e le Marche restano terzultime in Italia per quanto riguarda l’adempimento delle norme anticorruzione nelle aziende sanitarie pubbliche. Secondo la campagna “Riparte il futuro” di Libera e del Gruppo Abele – che tiene costantemente aggiornati i risultati dell’osservatorio, lanciato nel dicembre 2013 –  nella nostra regione il punteggio medio di trasparenza ospedaliera ha raggiunto solo il 60 per cento. La classifica viene calcolata sulla base delle informazioni presenti sui siti web delle strutture sanitarie: secondo la legge 190 del 2012, infatti, tutti gli enti pubblici dovevano dotarsi entro il 31 gennaio 2014 di strumenti per contrastare la corruzione e agevolare la trasparenza, pubblicando sul proprio sito web il piano anticorruzione e i dati relativi ai vertici dell’azienda.

In particolare l’Azienda sanitaria unica regionale, di cui fa parte l’Ospedale di Urbino, è al 50 per cento degli adempimenti. I peggiori della regione sono gli Ospedali riuniti Marche nord di Pesaro, con un punteggio del 23 per cento, mentre l’Azienda ospedaliera universitaria Ospedali riuniti di Ancona è al 68 per cento. L’unica struttura marchigiana che ha completato l’adeguamento alla legge 190/12 è l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Ancona.

“Stiamo facendo un gran lavoro – ha assicurato Alberto Lanari, nominato responsabile anti-corruzione dell’Asur Marche – e il portale per la trasparenza è in costante implementazione”. Le stesse parole svettano nella home page della sezione “Amministrazione trasparente”, il nuovo link apparso da qualche settimana sul sito web dell’Asur. Per districarsi in questo nuovo portale, l’indice a 64 voci non è molto chiaro, ma cliccando qua e là si riescono a trovare gli atti di nomina dei vertici dell’azienda, i compensi, il curriculum vitae di Lanari e i suoi contatti.

Nessuna traccia, però, del piano anticorruzione, dei curriculum vitae dei vertici dell’azienda e dei compensi del responsabile dell’anticorruzione. “Il piano è già stato scritto – ha spiegato Lanari – ma prima di pubblicarlo deve essere firmato dai direttori amministrativi, sanitari e generali dell’Asur”. Le tre figure sono in fase di rinnovamento e ad oggi mancherebbe solo la firma del direttore amministrativo, che verrà nominato nei prossimi giorni. “La legge non prevede un termine preciso per la messa online degli strumenti anticorruzione – ha precisato Lanari – quindi, da parte nostra, cercheremo di farlo il prima possibile. Farò in modo inoltre che ogni modifica necessaria venga effettuata al massimo entro una settimana”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/02/10/ducato-online/ospedali-trasparenti-le-marche-ancora-indietro/56734/feed/ 0
Ospedale di Urbino, nuovo endoscopio video per visite ad alta definizione http://ifg.uniurb.it/2014/01/20/ducato-online/ospedale-di-urbino-nuovo-endoscopio-video-per-visite-ad-alta-definizione/54909/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/20/ducato-online/ospedale-di-urbino-nuovo-endoscopio-video-per-visite-ad-alta-definizione/54909/#comments Mon, 20 Jan 2014 16:20:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54909 OSPEDALE_Urbino-300x225OKOKURBINO – Da oggi medici e pazienti del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Urbino avranno a disposizione un nuovo strumento per le visite ambulatoriali. “Si tratta di un sofisticato sistema di video-endoscopia – spiega il primario Bruno Carino – che permette di esplorare con maggiore accuratezza l’orecchio, il naso e la gola, aumentando la capacità di diagnosticare patologie infiammatorie o tumorali”.

Lo strumento, che va a sostituire un monitor non perfettamente funzionante, è sonda posta all’estremità di una fibra flessibile (dello spessore di appena due millimetri) dotato di telecamera e ottiche di ricambio che permettono di eseguire più visite contemporaneamente. La possibilità di ottenere immagini e filmati dell’indagine endoscopica consente inoltre al medico di mostrare e spiegare al paziente i risultati dell’esame: “Prima ad esempio dovevamo dire al paziente che aveva un polipo al naso che rendeva più difficoltosa la respirazione – continua il dottor Carino – ora invece lo vede direttamente e può tornare a casa con l’immagine stampata”.

La nuova apparecchiatura è utile anche sotto il profilo della ricerca, in quanto fornisce un riscontro visivo sulle modifiche di una certa patologia ed è possibile controllare se ci sono cambiamenti o peggioramenti a distanza di mesi.

Secondo il primario la video-endoscopia migliora la qualità degli accertamenti per coloro che devono sottoporsi a intervento chirurgico, in particolare per quanto riguarda la chirurgia naso-sinusale: “Per il naso con la metodica tradizionale rimanevano diverse aree impossibili da raggiungere – afferma il primario – ora con lo specchio e la luce riusciamo a vedere anche i punti più oscuri”.

Lo strumento è già operativo ed è stato acquistato dall’Asur con fondi regionali. “Eravamo molto indietro in questo reparto e avevamo bisogno di materiali che ci consentissero di visitare più persone contemporaneamente – conclude il dottor Carino – i tempi purtroppo sono stati molto lunghi, la richiesta infatti era già partita dal mio predecessore e io due o tre anni fa l’ho rinnovata”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/01/20/ducato-online/ospedale-di-urbino-nuovo-endoscopio-video-per-visite-ad-alta-definizione/54909/feed/ 0
Maria Capalbo confermata direttore dell’ Area vasta1 http://ifg.uniurb.it/2014/01/20/ducato-online/maria-capalbo-confermata-direttore-dell-area-vasta1/54932/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/20/ducato-online/maria-capalbo-confermata-direttore-dell-area-vasta1/54932/#comments Mon, 20 Jan 2014 14:49:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54932 mariacapalboURBINO – Maria Capalbo è stata confermata a capo dell’Area vasta 1 di Pesaro – Urbino.

La Giunta regionale ha nominato questa mattina i direttori di Area vasta, su proposta del direttore Asur Gianni Genga che ha motivato così la sua decisione: “Le scelte sono state fatte sulla base della necessità di garantire la continuità dell’azione positiva già intrapresa e di avere come punto di riferimento professionisti che hanno contribuito ai risultati raggiunti e hanno maturato una positiva esperienza nei territori delle Aree vaste per le quali sono stati proposti”.

Sulle nomine anche il presidente della Regione Gian Mario Spacca, che su Twitter ha commentato con apprezzamento la riforma sanitaria in atto nelle Marche.

Insieme a Maria Capalbo sono stati nominati Giovanni Stroppa all’Area vasta 2 (Ancona), Pierluigi Gigliucci all’Area vasta 3 (Macerata),  Alberto Carelli all’Area vasta 4 (Fermo) e Massimo Del Moro l’Area vasta 5 (Ascoli).

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/01/20/ducato-online/maria-capalbo-confermata-direttore-dell-area-vasta1/54932/feed/ 0
Ospedali poco trasparenti? Ecco che cosa succede a Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/12/11/ducato-online/ospedali-poco-trasparenti-ecco-che-cosa-succede-a-urbino/53840/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/11/ducato-online/ospedali-poco-trasparenti-ecco-che-cosa-succede-a-urbino/53840/#comments Wed, 11 Dec 2013 12:16:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53840 OSPEDALE_Urbino-300x225OKOKURBINO – Le Marche sono al terzultimo posto in Italia sull’adempimento delle norme anti-corruzione negli ospedali e nelle strutture della sanità pubblica. Stando ai risultati di un’inchiesta di Libera e del Gruppo Abele, l’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche, che comprende anche l’Asur zona 2 di Urbino, è ancora molto indietro: a meno di due mesi dalla scadenza dei termini fissati dalla legge, non c’è né un responsabile anticorruzione, né un Piano triennale online.

Tutti gli enti pubblici, infatti, devono dotarsi di strumenti contro la corruzione e a favore della trasparenza. In particolare le Aziende sanitarie sono tenute entro il 31 gennaio 2014 a nominare un responsabile anticorruzione, a pubblicare online il Piano triennale anticorruzione e a fornire informazioni dettagliate sui vertici della struttura. Che cosa accade a Urbino? Proviamo a saperlo chiamando la Direzione generale, con sede ad Ancona.

Direzione Generale, buongiorno”
“Buongiorno, siamo giornalisti del Ducato. Vorremmo sapere a che punto è l’Azienda per quanto riguarda l’allineamento con le norme anticorruzione della legge 190 del 2012”
“Senta, le passo l’area comunicazione”

Area comunicazione, buongiorno”
“Buongiorno, siamo giornalisti del Ducato. Vorremmo sapere a che punto è l’Azienda per quanto riguarda l’allineamento con le norme anticorruzione della legge 190 del 2012”
“Come?”
“Secondo un’inchiesta di Libera l’Asur non ha ancora un responsabile anticorruzione e un Piano anticorruzione. Ma mancano meno di due mesi allo scadere dei termini”
“Ma lei chi è?”
Il Ducato, una testata di Urbino”
“Le do il numero del responsabile anticorruzione, parli con lui, io non lo so”
Allora esiste. Libera e il Gruppo Abele si sbagliavano? Proviamo a chiamare, ma al numero fornito dall’area comunicazione non risponde nessuno. La telefonata passa direttamente al centralino.

Centralino, buongiorno”
“Buongiorno, siamo giornalisti del Ducato. Vorrei parlare con il responsabile anticorruzione”
“Chi?”
“Mi hanno dato questo numero: 071… Non è il responsabile anticorruzione?”
“Responsabile anticorruzione? No, no, quello è il numero del dottor Allegrezza, delle relazioni sindacali. Però c’è scritto anche responsabile di qualità. Ma non anticorruzione, non esiste”
“Grazie, arrivederci”
Aspettiamo quasi un’ora, il ‘responsabile anticorruzione’ continua a non rispondere. Richiamiamo l’area comunicazione.

Area comunicazione, buongiorno. […] Dottor Allegrezza? No, ti ho dato il numero del dottor Lanari, 071… è il responsabile anticorruzione, l’ha nominato il direttore”
“Sì, il numero è quello, ma non risponde. Ma quindi se avete un responsabile anticorruzione avete anche un Piano triennale?”
“Non lo so, deve parlare con lui”
“Vorrei solo sapere se quindi siete già a posto con la legge 190”
“Non lo so, chiami Lanari”
“Ma non c’è nessun altro in tutto l’ospedale che lo sa?”
“No, deve parlare con lui”

Riproviamo con il dottor Lanari/Allegrezza, ma continua a non rispondere. Proviamo a chiamare anche l’ufficio stampa dell’Asur zona 2 di Urbino, ma anche qui non risponde nessuno. Per provare a richiamare bisogna attendere la riapertura degli uffici domani mattina. Cercavamo la trasparenza, ma brancoliamo ancora nel buio.

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/11/ducato-online/ospedali-poco-trasparenti-ecco-che-cosa-succede-a-urbino/53840/feed/ 0
Allarme olive “al botulino”: ritirati i prodotti a Fermignano, Cagli e Urbania http://ifg.uniurb.it/2013/12/03/ducato-online/allarme-olive-al-botulino-ritirati-i-prodotti-a-fermignano-cagli-e-urbania/52757/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/03/ducato-online/allarme-olive-al-botulino-ritirati-i-prodotti-a-fermignano-cagli-e-urbania/52757/#comments Tue, 03 Dec 2013 06:20:07 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52757 eurospin

L’Eurospin di Fermignano

URBINO  –  Sono state ritirate dai supermercati Eurospin di Fermignano, Cagli e Urbania tutte le confezioni di olive nere sospettate di contenere tracce di una tossina botulinica. Dopo il ricovero in ospedale di una persona a Forlì, con sintomi molto simili a intossicazione da botulino, il ministero della Salute ha emanato l’allerta e l’Eurospin ha informato che le olive a marchio Belcolle sono state vendute nei punti vendita in Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, Molise, Campania e la Provincia di La Spezia.

I controlli sono scattati nei tre comuni del territorio dove si trovano tre supermercati Eurospin.

Produttore della confezione di olive “al botulino” è l’azienda Magini Massinissa Liliana, che ha sede a Fiano Romano, cittadina a pochi chilometri da Roma. Queste le confezioni ritirate:

– Olive dolci nere 400 g – Codice articolo: 0080048401.01
Olive nere piccanti 400 g – Codice Articolo: 0080048701.01

Già sabato i gestori hanno ricevuto l’avviso da parte della sede centrale della catena che ordinava di togliere dal mercato le confezioni di olive nere dolci e piccanti prodotte dalla Bel Colle. Sulle vetrine sono apparsi anche degli avvisi rivolti ai consumatori perché riportassero indietro i prodotti già acquistati.

Ieri mattina sono partiti i controlli da parte dell’Asur Marche. “I dipartimenti di prevenzione stanno già intervenendo per sequestrare i prodotti. Invitiamo i cittadini che li avessero già acquistati a non consumarli” si legge nel comunicato stampa rilasciato stamani dall’azienda sanitaria. Sequestrate non soltanto i prodotti del lotto 95-13, quello della confezione venduta a Forlì. L’Asur ha preferito non correre rischi e ha deciso di togliere del mercato tutte le olive nere Bel Colle.

Il botulino è infatti un batterio che causa gravi danni alla salute. Ritenuto una delle sostanze più tossiche conosciute, può portare anche alla morte.

“Abbiamo subito provveduto a togliere dal mercato i prodotti – confermano dal supermercato di Cagli – Sono una cinquantina di confezioni in tutto. L’Asur è stata qui ieri mattina e domani i prodotti saranno riconsegnati alla sede centrale di Eurospin”. Anche a Urbania e Fermignano sono già arrivati i controlli dell’azienda sanitaria regionale. A Urbania sono state tolte dagli scaffali 24 confezioni, 15 a Fermignano dove il titolare del discount spiega: “Eurospin ha deciso di far sparire dai suoi scaffali il marchio Bel Colle. Oltre alle confezioni requisite dall’Asur, anche gli altri tipi di olive della stessa marca andranno riconsegnate alla sede centrale”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/03/ducato-online/allarme-olive-al-botulino-ritirati-i-prodotti-a-fermignano-cagli-e-urbania/52757/feed/ 0
A Urbino otto edifici ad alto rischio amianto: ma è vietato sapere dove http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/a-urbino-otto-edifici-ad-alto-rischio-amianto-ma-e-vietato-sapere-dove/51051/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/a-urbino-otto-edifici-ad-alto-rischio-amianto-ma-e-vietato-sapere-dove/51051/#comments Thu, 13 Jun 2013 16:53:55 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51051 URBINO – Studi, lavori o fai sport sotto un tetto d’amianto, e non lo sai. Anzi, peggio: non hai il diritto di saperlo. Secondo il censimento regionale dell’amianto del 2007 a Urbino ci sarebbero dieci siti a classe di rischio uno, quello più alto. Cosa significa? Il rischio uno sta a indicare la presenza di amianto friabile in edifici ad uso pubblico. Secondo il dottor Eugenio Carlotti, direttore del dipartimento prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asur, il dato oggi sarebbe sceso a otto.

La Regione, l’Asur e l’Arpam conoscono quali sono questi edifici, ma il dato non è né pubblico né accessibile. L’Agenzia regionale sanitaria, responsabile del trattamento di questi dati, ci ha negato l’indirizzo di questi siti “per questioni di privacy”. Di chi, non è chiaro.

Il fax dell’Asr che comunica la decisione di non consentire l’accesso ai dati per questioni di privacy

“Se li pubblicate – ha aggiunto la dottoressa Mary Paolucci della Regione – poi magari le persone che ci abitano vicino potrebbero reagire male. Non le basta sapere quanti chilogrammi di amianto ci sono in totale?”. Il dottor Giovanni Cappuccini della zona Asur di Urbino ci ha invece consigliato di limitarci, per capire quali sono gli edifici interessati, a osservare le “onduline” sui tetti: “La comunicazione del rischio – ha aggiunto – è una cosa seria: se li rendiamo pubblici poi succede un casino“. La Regione non fornisce l’accesso ai dati nemmeno alle ditte che si occupano della bonifica.

Oltre a questi otto siti ad alto rischio, secondo il censimento ci sarebbero anche 65 edifici di classe due. Significa che sono ad uso pubblico con amianto compatto; oppure con amianto friabile ma a uso privato. Sempre secondo il dottor Carlotti, oggi il dato sarebbe sceso però a 22, probabilmente dopo le bonifiche dei tetti crollati a causa del nevone. L’amianto compatto è meno pericoloso di quello friabile: l’oncologo Daniele Spada dell’ospedale di Urbino ha spiegato che il rischio è dato dalla possibilità di rilascio delle fibre. Per diventare friabile, e quindi più pericoloso, basta che l’amianto compatto presenti una crepa.

Inoltre, l’amianto nella zona di Urbino potrebbe essere molto più di quello che riportano i dati del censimento del 2007. L’ingegner Gilberto Giannini dell’Arpam di Pesaro (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha affermato che, oltre a non essere aggiornato, il censimento è incompleto perché non tiene conto degli edifici privati e si basa su dichiarazioni spontanee. A Urbino, su un totale di 11.268 richieste di segnalazione inviate, sono state ricevute solo 2.459 risposte, cioè il 22%.

Le fibre di amianto, se respirate o ingerite, possono causare un tumore chiamato mesotelioma. La speranza di vita di un malato è di 6-9 mesi e, secondo il registro regionale dei mesoteliomi dell’università di Camerino, dal 1996 al 2008 i casi di morte per amianto nelle Marche erano 303. Secondo Silvia Cascioli della Cgil di Urbino, che si occupa delle pratiche di denuncia di malattie professionali, nella nostra zona non ci sono state  segnalazioni recenti di malattia per amianto. Ma i casi registrati fino al 2008 a Urbino e dintorni sono nove.

La tabella del registro dei mesoteliomi dell’università di Camerino (aggiornato al febbraio 2008)

Il mesotelioma insorge in media 30 anni dopo l’esposizione alle fibre d’amianto e, secondo i dati del German mesothelioma register, siamo ancora in attesa del picco di insorgenza per le esposizioni avvenute negli anni 80-90.

Va detto che la bonifica dell’amianto non è obbligatoria. Il proprietario di un edificio che lo contiene è tenuto a denunciarne la presenza all’Asur, e deve sostenere personalmente i costi della bonifica. I prezzi sono alti: l’azienda Ekofarma di Urbino, per bonificare un tetto di 2000 metri, diventato pericoloso dopo la nevicata dell’anno scorso, ha speso 40.000 euro (più 90.000 per la ricostruzione). L’Asur, ricevuta la denuncia – che può essere fatta anche da persone terze che si sentono esposte al rischio di amianto – fa dei sopralluoghi e può rendere obbligatori i lavori di risanamento.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/a-urbino-otto-edifici-ad-alto-rischio-amianto-ma-e-vietato-sapere-dove/51051/feed/ 1
Caldo e anziani, progetto Helios: dopo 10 giorni impossibile iscriversi http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/caldo-e-anziani-progetto-helios-dopo-10-giorni-impossibile-iscriversi/51120/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/caldo-e-anziani-progetto-helios-dopo-10-giorni-impossibile-iscriversi/51120/#comments Thu, 13 Jun 2013 10:17:24 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51120 URBINO – In aiuto agli anziani, con arrivo dei primi caldi, l’Asur Marche ha attivato anche quest’anno il “progetto Helios”, che fornisce assistenza telefonica domiciliare gratuita.  Il servizio dovrebbe essere già funzionante ma, alla prova dei fatti, non è ancora possibile iscriversi.

Stando al progetto, il call center risponde tutti i giorni dalle 9 alle 19, da primo giugno a fine settembre, e offre informazioni sui comportamenti da adottare e che, in caso di anziani in difficoltà o persone sole, telefona per accertarsi sulle condizioni di salute. Per aderire al servizio è necessario compilare un modulo di adesione e consegnarlo al proprio medico di famiglia, al proprio distretto sanitario o al servizio sociale di appartenenza.

Qui cominciano i problemi. Il servizio è attivo da più di 10 giorni ma il modulo di adesione non è ancora online sul sito dell’Asur e solo lì è possibile reperirlo. Impossibile sapere anche come l’unico iscritto finora sia riuscito a consegnare la propria sottoscrizione. “Il modulo di adesione lo stiamo cambiando – ha spiegato la dottoressa Maria Rita Paolini, responsabile del progetto – sarà online entro i prossimi due giorni. Proprio ora sto pubblicando l’informativa ai pazienti”.

Il call center, invece, è attivo, ma non ha ancora ricevuto gli elenchi dai distretti della Regione.  Ma se il canale per le iscrizioni è ancora chiuso, come è possibile compilare questi elenchi? Dal distretto di Urbino spiegano di non aver ricevuto alcuna comunicazione per l’attivazione del servizio di quest’anno e che negli anni passati sono stati informati alla fine di giugno.

“Ho mandato loro la comunicazione – ha spiegato ancora Paolini – ma non protocollata. Manderemo la nota ufficiale oggi. Devo precisare che chi si occupa direttamente del progetto sono i distretti, sono loro a dover segnalare gli anziani, noi abbiamo messo in piedi la struttura, ma il lavoro preliminare spetta a loro”. La Paolini spiega che, finora, questi progetti si attivano fattivamente soltanto quando c’è reale emergenza. “Non si è sentita ancora l’esigenza – dice – fa ancora relativamente freddo. Il call center però funziona e offre i servizi informativi su come comportarsi. Abbiamo anche creato un opuscolo, che dobbiamo ancora distribuire, ma siamo pronti, siamo operativi”.

Ricapitolando, il servizio c’è ma manca la parte centrale, cioè le segnalazioni dai territori per le persone a rischio. C’è da aspettare il loro arrivo insieme alla prima ondata di caldo di domenica prossima.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/caldo-e-anziani-progetto-helios-dopo-10-giorni-impossibile-iscriversi/51120/feed/ 0
Gasolio nei pozzi, al via il piano per la rimozione della cisterna della cattedrale http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/gasolio-nei-pozzi-al-via-il-piano-per-la-rimozione-della-cisterna-della-cattedrale/49951/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/gasolio-nei-pozzi-al-via-il-piano-per-la-rimozione-della-cisterna-della-cattedrale/49951/#comments Wed, 05 Jun 2013 10:41:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49951 URBINO – I prossimi passi per la rimozione del gasolio nei pozzi del centro di Urbino sono stati delineati. Nella riunione del 30 maggio tra il Comune, l’Ersu, la Petroltecnica (ditta specializzata incaricata dalla Cattedrale) e l’Arpam sono state individuate due strade d’azione per il recupero dei circa 1200 litri ancora in circolo.

La prima: rimuovere la cisterna della cattedrale; la seconda: l’iniezione di un tracciante colorante, la floresceina, nelle condutture dell’acqua per capire fino a che punto è arrivata la contaminazione.

A redigere il piano sarà la Petroltecnica che dovrà  discuterne, in un prossimo tavolo tecnico, con la Soprintendenza ai beni archeologici e che andrà così a integrare il piano di caratterizzazione già in atto.

La rimozione della cisterna è necessaria perché, nonostante sia stata ripulita e depurata, una quantità imprecisata di gasolio è bloccato sotto la cisterna e rischia di contaminare le falde acquifere.

Dal confronto dei dati raccolti da Petrolchimica e Arpam è anche emerso che il gasolio non è sceso fino a valle ma è rimasto concentrato nella zona tra la cattedrale, l’Ersu e i cinque pozzi privati coinvolti, risparmiando così gli impianti di depurazione della Benelli e della Pvs.

La contaminazione, fanno sapere dal Comune, non ha a che fare con l’acquedotto della città, ma solo con i pozzi dei cinque privati coinvolti. Tuttavia, fino a ordine contrario, resta in vigore l’ordinanza cautelativa emanata dal sindaco sul divieto di utilizzo dell’acqua di tutti i pozzi e le cisterne private.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/gasolio-nei-pozzi-al-via-il-piano-per-la-rimozione-della-cisterna-della-cattedrale/49951/feed/ 0
Gasolio nei pozzi del centro, 1200 litri ancora da recuperare /MAPPA http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/gasolio-nei-pozzi-del-centro-1200-litri-ancora-da-recuperare/47976/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/gasolio-nei-pozzi-del-centro-1200-litri-ancora-da-recuperare/47976/#comments Thu, 23 May 2013 15:27:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47976 MAPPA LEGGI I primi rilevamenti | GUARDA L'intervista a Maurizio Sisti, dipartimento di Biologia molecolare]]> ARTICOLO AGGIORNATO L’11 GIUGNO 2013

URBINO – Ci sono ancora 1200 litri di gasolio in circolo nell’acqua dei pozzi del centro storico. Sarebbero confinati in un’aera ben precisa che dalla Cattedrale si estende verso l’Ersu abbracciando i palazzi circostanti: palazzo Giusti, un negozio di abbigliamento e un edificio di proprietà del comune alle spalle dell’Ersu. E anche la falda acquifera sotto il duomo sarebbe a rischio inquinamento.

La mappa dell’area con i pozzi contaminati

È quanto emerge dalle indagini dei militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Ancona che stanno seguendo il caso dal 26 marzo scorso quando, in seguito a diverse segnalazioni anonime dei cittadini, fu scoperta una perdita di circa 1500 litri di gasolio da riscaldamento proveniente dalla cisterna della Cattedrale. 

Una falla che, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, nel giro di un mese ha portato all’inquinamento del pozzo artesiano dell’Ente per il diritto allo studio e di quelli delle abitazioni circostanti. Da allora sono stati recuperati circa 200-300 litri di gasolio ma il resto del carburante è ancora in circolo, con concentrazioni più elevate nei pozzi delle abitazioni in via Vittorio Veneto.

Meno probabile, invece, l’ipotesi che il gasolio abbia raggiunto i pozzi più a valle e questo grazie ad alcuni lavori di ristrutturazione avvenuti negli anni passati. Come spiegano gli inquirenti, infatti, il flusso di gasolio sarebbe stato interrotto dai depositi di detriti ritrovati nei pozzi delle case ristrutturate. Ma il rischio di una contaminazione non è escluso e per questo motivo il sindaco, Franco Corbucci, ha emanato nei giorni scorsi una nuova ordinanzache richiama la precedente del 28 marzo scorso, per vietare l’utilizzo dell’acqua dei pozzi privati.

Rischio inquinamento anche per la falda acquifera. Una quantità ancora imprecisata di gasolio sarebbe bloccata sotto la cisterna della Cattedrale, già completamente svuotata e ripulita, e, se così fosse, l’unica alternativa per impedire un’ulteriore penetrazione nel terreno sarebbe rimuovere completamente la cisterna. Oppure “inettizzarla”, inserendovi della schiuma che solidificandosi la renderebbe inutilizzabile. Decisione che verrà presa nella prossima convocazione comunale del 30 maggio insieme alla Soprintendenza ai Beni Archeologici.

Sempre nella stessa sede i militari del Noe esamineranno i risultati delle analisi sui campioni dell’acqua dei pozzi del centro storico, svolte finora da Arpam e Petroltecnica, ditta specializzata incaricata dalla Cattedrale. L’obiettivo è decidere come proseguire con il piano di caratterizzazione e di bonifica ambientale.

Attualmente, infatti, è in corso la fase iniziale dello screening in cui vengono analizzati i livelli di contaminazione dell’acqua e confrontati con i valori stabiliti dalla normativa nazionale. “Finora abbiamo appurato – spiega Lia Didero, geologa dell’Arpam – che il sito è potenzialmente contaminato perché i livelli di gasolio hanno superato le Csc (concentrazioni soglia di contaminazione). Andrà valutato poi con un’analisi di rischio sitospecifica, che contempla l’aspetto sanitario e quello ambientale, se le concentrazioni superano il valore oltre il quale scatta la soglia di rischio e diventa necessario proseguire con la bonifica”.

Un’eventualità che, invece, Giovanni Cappucini, responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’Asur area vasta 1, sembra escludere: “Non c’è pericolo sanitario per la popolazione, perché sono decenni che i cittadini usano l’acquedotto comunale al posto dei pozzi privati. Noi l’acquedotto lo controlliamo regolarmente e non c’è pericolo di contaminazione”.

Stando a quello che dice l’Asur, dunque, anche se i livelli di concentrazione del gasolio superassero la soglia di rischio il problema non riguarderebbe l’acqua che scorre dai rubinetti delle case del centro, che è potabile proprio perché proveniente dall’acquedotto comunale, ma solo l’acqua dei pozzi che non potrebbe essere utilizzata nemmeno per irrigare piante e fiori.

Dell’intera vicenda risultano responsabili il presidente dell’Ersu, Giancarlo Sacchi, iscritto nel registro degli indagati per omessa denuncia e mancata messa in sicurezza dell’area, e il rappresentante legale della Cattedrale, don Sandro De Angeli accusato, invece, di gestione illecita di rifiuti e inquinamento dell’acqua.

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/gasolio-nei-pozzi-del-centro-1200-litri-ancora-da-recuperare/47976/feed/ 0