il Ducato » atleta di fano http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » atleta di fano http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Atleta di Fano, slitta la sentenza sulla confisca della statua di Lisippo http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-notizie-informazione/atleta-di-fano-slitta-la-sentenza-sulla-confisca-della-statua-di-lisippo/57860/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-notizie-informazione/atleta-di-fano-slitta-la-sentenza-sulla-confisca-della-statua-di-lisippo/57860/#comments Wed, 26 Feb 2014 10:13:23 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57860 [continua a leggere]]]> FANO – Non è ancora conclusa la vicenda giudiziaria relativa all’Atleta di Fano, la statua di Lisippo contesa tra Italia e Stati Uniti. La prima sezione penale della Cassazione, che doveva decidere ieri sulla confisca del bene in possesso al Getty Museum di Malibù, ha infatti deciso di trasferire “per competenza” la trattazione della causa alla III sezione penale della Suprema Corte, che tra le varie competenze ha anche quella relativa ai reati in “materia di beni culturali e ambientali“.

Sarà quindi fissata una data per la  nuova udienza che confermerà o meno l’ordinanza di confisca della statua di Lisippo emessa dal gup del Tribunale di Pesaro il 3 maggio 2012 e contro la quale il museo californiano ha fatto ricorso.

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Atleta di Fano, oggi Cassazione decide su ritorno in Italia del bronzo http://ifg.uniurb.it/2014/02/25/ducato-notizie-informazione/il-giorno-del-giudizio-per-latleta-di-fano-oggi-la-sentenza-della-cassazione/57664/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/25/ducato-notizie-informazione/il-giorno-del-giudizio-per-latleta-di-fano-oggi-la-sentenza-della-cassazione/57664/#comments Tue, 25 Feb 2014 09:22:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57664 [continua a leggere]]]> FANO – Si deciderà stamattina il destino dell’Atleta di Fano, la scultura bronzea attribuita al greco Lisippo, pescata nel mare di Fano, da decenni nelle mani del  Getty Museum di Malibù e  al centro della controversia tra l’associazione marchigiana “Cento Città” e il museo californiano.

LA VICENDA

I giudici della prima sezione della Corte di Cassazione si riuniranno in mattinata per decidere se mettere fine alla vicenda, confermando l’ordine di confisca  emesso dal giudice Maurizio Di Palma nel 2012  e dal Gip Mussoni nel 2010, oppure se accogliere il ricorso del Getty Museum di Malibù, riconoscendogli  la proprietà dell’opera.

La Fondazione Getty ha presentato una memoria scritta e  le ragioni dell’Italia saranno sostenute dall’Avvocatura dello Stato. Nelle passate sentenze l’Atleta di Fano era stato definito un bene indisponibile dello Stato ed extra commercium (non commerciabile), esportato illegalmente.

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L’Atleta di Fano forse potrà tornare in Italia: il 25 attesa sentenza della Cassazione http://ifg.uniurb.it/2014/02/15/ducato-online/latleta-di-fano-forse-potra-tornare-in-italia-il-25-attesa-sentenza-della-cassazione/57249/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/15/ducato-online/latleta-di-fano-forse-potra-tornare-in-italia-il-25-attesa-sentenza-della-cassazione/57249/#comments Sat, 15 Feb 2014 14:44:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57249 atleta ok

L’Atleta di Fano prima e dopo il restauro

URBINO – Una statua emersa a largo del mare di Fano nel 1964 e passata di mano in mano: pescatori, sagrestani, famiglie nobili, intenditori e contrabbandieri. È finita persino in un campo di cavoli. A lungo non se ne è saputo più nulla, quando l’ “Atleta” viene esposto al Getty Museum di Malibù, in California.

Di anni oggi ne sono passati 50 e sembra che finalmente si possa arrivare alla conclusione della controversia aperta tra Italia e California, tra l’associazione marchigiana “Le Cento Città” e il Getty Museum. Il 25 febbraio, infatti, la Cassazione si esprimerà in merito al sequestro dell’Atleta di Fano e al suo eventuale rientro in Italia. Il ricorso era stato presentato dal Getty dopo l’ultima decisione della magistratura, nel 2009, di confiscare la statua e di farla tornare in Italia.

Ascolta la storia del ritrovamento raccontata da Alberto Berardi

La statua, importantissima perché sarebbe l’unico esemplare bronzeo dello scultore greco Lisippo (di cui esisterebbero solo copie in marmo), sarebbe stata  pagata 3,9 milioni di dollari, ma capire come sia entrata a far parte della collezione californiana non è un’impresa facile.

Secondo lo storico fanese Alberto Berardi, per anni docente di Storia del teatro all’università di Urbino e uno dei primi a interessarsi alla vicenda quando era assessore comunale e provinciale alla cultura, “dopo l’iniziale storia travagliata la statua partì in una cassa di medicinali destinata a una missione religiosa in Brasile, dove c’era un cugino dei Barbetti, la famiglia di Gubbio che l’aveva acquistata dai pescatori. Si tratta di una convinzione rafforzata dal fatto che, quando iniziarono le trattative di vendita con una casa d’arte tedesca, si diceva che la statua provenisse da una collezione sudamericana. Una coincidenza curiosa”.

L’Atleta riappare  a Monaco nel 1972, nel  negozio di antiquariato “Heinz Herzer”. Da lì, fu acquistato dal consorzio internazionale Artemis e poi, nel 1973, spedito al Dorner Institut di Monaco per il restauro. L’allora direttore del Metropolitan Museum, Thomas Hoving, esaminò il bronzo  ma non concluse l’acquisto per i troppi dubbi sulla provenienza. Lo stesso Paul Getty rinunciò, ma alla sua morte l’operazione andò poi in porto.

“Il fondatore del museo non voleva comprare la statua – racconta Berardi – perché non esistevano documenti che testimoniassero la legalità dei traffici. Alla sua morte, poi, i collaboratori del Getty non si fecero scrupoli e si appropriarono dell’Atleta. Senza neanche premurarsi di procurarsi carte che provassero la liceità del trasferimento”.

Ed è proprio l’assenza di questi documenti a far apparire fondati i dubbi sulla clandestinità dei traffici. Durante le indagini e il processo, la famiglia Barbetti ha sempre dichiarato di aver acquistato la statua  ma, spiega Berardi, “raccontano di averla presa da un gruppo di pescatori fanesi che non saprebbero riconoscere e di averla venduta a un imprenditore milanese che non saprebbero riconoscere”.

“Quando nel 1985 sono diventato assessore alla cultura a Fano – aggiunge Berardi –  venni a conoscenza di questa situazione, nota a tutti ma tenuta ben nascosta. Forse temevano l’interesse della forza pubblica, tutti davano per scontato che la conoscessi. Tutte le famiglie più importanti di Fano erano state interpellate sull’acquisto della statua, all’inizio di difficile identificazione perché coperta di conchiglie: non si riusciva neanche a immaginarne la bellezza. Poi c’erano stati tutti i processi all’italiana: condanne, assoluzioni, ricorsi. La gran parte in assenza del corpo del reato che non si sapeva dove fosse”.

Nel 1990 fu poi dissotterrato nel campo di cavoli di Carrara di Fano  un nuovo frammento del Lisippo. Francesco Rutelli riuscì a ottenere dal  Getty la restituzione di numerose opere esportate illegalmente. Ma nulla fu possibile per l’Atleta di Fano, fino al 2007, quando l’associazione culturale “Le Cento Citta” ha presentato un esposto alla procura di Pesaro per violazione delle norme doganali e contrabbando. Il pm era Silvia Cecchi, il gip Daniele Barberini, che rigettò la richiesta. Immediato il ricorso, con il sostegno dell’Avvocatura dello Stato, che nel 2009 portò il nuovo gip Lorena Mussoni a dichiarare l’Atleta di Fano “patrimonio indisponibile dello Stato”.

“Essendo stata ripescata da una nave italiana e sbarcata a Fano, la statua era soggetta a obbligo di denuncia e lo Stato avrebbe dovuto poter esercitare un diritto di prelazione o di acquisto coattivo” racconta Berardi. La deliberazione del Gip provocò la reazione e il ricorso in appello da parte del Getty. La sentenza ci sarà il prossimo 25 febbraio. “Mi aspetto che le decisioni prese per ben due volte, da due tribunali, siano confermate dalla Cassazione – commenta Alberto Berardi – perché nessuno può negare che si tratti di un bene archeologico di valore enorme, che sia stato pescato da una nave Italiana, che sia stato sbarcato sulle coste italiane e che sia uscito dal territorio senza nessuna autorizzazione e che quindi debba essere restituito all’Italia. Ancor meglio se a Fano e alle Marche”.

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