Rivolto a giovani dai 9 ai 16 anni, il ciclo di lezioni punta ad affinare le abilità necessarie per andare in mountain bike non solo dal punto di vista pratico: “Altro obiettivo è sensibilizzare il bambino al rispetto del pedone, al codice stradale e alla guida su strada trafficata”, spiega Vincenzo Virduzzo di Cicloducale.
Le lezioni inizieranno il 15 maggio e avranno cadenza settimanale e sono in collaborazione con i maestri e le guide di Amibike.
Foto della compagnia “Teatro Sovversivo”
URBINO – Dream Theatre – Il mistero misterioso è uno spettacolo teatrale. Ma non ha niente a che vedere con il famoso gruppo statunitense che andava di moda negli anni ‘90 tra gli amanti del metal. È, invece, una performance didattica e interattiva per bambini, diretta da Lorenzo Bastianelli, che andrà in scena al Teatro Sanzio domenica 16 febbraio.
Protagonista dello spettacolo è il teatro stesso, ogni suo luogo, ogni sua parte. I bambini in platea lo scoprono interagendo con gli attori sul palco e sottoponendosi alle prove che di volta in volta dovranno superare. A guidarli nell’impresa sarà un detective maldestro, il Grande Lorenzowski, cui i piccoli si rivolgeranno per risolvere i vari misteri: ci saranno quelli legati alla graticcia (il soffitto del teatro) e alle luci, quelli legati all’audio, altri ancora su sarte e costumi.
Da spettatori, i bambini diventano attori protagonisti della messinscena. Non godono soltanto delle scene di acrobazia aerea con tessuti e trapezio. Attraverso il gioco attivo, i piccoli dai 4 ai 14 anni imparano a conoscere ogni spazio fisico del teatro.
“Sono un formatore – spiega il regista – e da tempo lavoro con i bambini. È il pubblico più reale che un artista può trovarsi di fronte. Se uno spettacolo funziona, i bambini ti seguono”.
Reparto di Ginecologia, ospedale di Urbino
URBINO – Ci sono le giraffe e le cicogne dipinte sulle pareti, lo scorrazzare delle infermiere e le pance ben in vista delle quasi mamme che fanno il monitoraggio. Ma qui, nel reparto di Ginecologia dell’ospedale di Urbino, le donne che partoriscono sono sempre meno. Erano 840 nel 2011 e nel 2013 sono diventate 686 (di cui 221 extracomunitarie, con un’età compresa tra i 23 e i 31 anni). Un trend negativo, che può consolare solo prendendo in considerazione quelli delle città più vicine. A Pesaro, le nascite registrate lo scorso anno sono state 934, mentre prima le partorienti erano sempre più di mille ogni anno. A Fano, la stessa tendenza solo espressa da cifre diverse: 1001 parti nell’anno scorso, quando negli anni precedenti erano almeno 1040.
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Enrico Canducci, a capo del reparto di Ginecologia dell’ospedale urbinate, commenta questi dati ricollegandoli a un calo delle nascite sia nazionale che regionale: solo nel 2012 sono nati in Italia circa 12mila bambini in meno rispetto all’anno precedente. Ma, a Urbino, la diminuzione delle nascite è un fenomeno riconducibile anche a dinamiche del tutto interne e locali: “Nel 2012 abbiamo vissuto un importante turn-over e sono andati in pensione molti medici storici di questo reparto, che hanno lavorato qui per oltre trenta anni – racconta Canducci, direttore di Ginecologia dal 1 dicembre 2011 – e di conseguenza abbiamo perso una fetta importante delle nostre pazienti, perché chi non ha più in Urbino il suo medico di fiducia e vive più vicino ad altri ospedali smette di fare il viaggio fin qui”. Chi abita sulla costa o al confine con la Romagna preferisce ad esempio Pesaro o Rimini, dove i reparti di neonatologia sono più all’avanguardia rispetto a Urbino.
Oltre al calo delle neomamme, all’ospedale della città ducale non mancano altri problemi che sicuramente non favoriscono il recupero di pazienti: “Siamo in ritardo di quattro, cinque anni per l’adeguamento dei macchinari ecografici – spiega Canducci – Ce ne servono di nuovi e inoltre vorremmo attivare l’urodinamica (studio dell’ultimo tratto delle vie urinarie, ndr). Ma per tutto questo servirebbero circa 200mila euro, che a causa della spending review non possiamo avere”.
E la questione del personale è un altro problema: “Il nostro organico è composto da 11 persone, di cui nove ostetriche. Dallo scorso anno – afferma Canducci – siamo tornati a fare la partoanalgesia (parto indolore attraverso l’uso di un catetere epidurale, ndr), che era stata sospesa per mancanza di anestesisti. Adesso la carenza del personale è bilanciata dai loro straordinari”. In compenso, però, nel reparto di Ginecologia dell’ospedale di Urbino “facciamo il parto in acqua, garantiamo un rapporto di accompagnamento empatico tra l’ostetrica e la partoriente”, ricorda Canducci. Senza dimenticare che “abbiamo le sale parto più belle della regione”.
Origine | Numero di studenti |
---|---|
Marocco | 152 |
Macedonia | 126 |
San Marino | 45 |
Albania | 44 |
Romania | 34 |
Moldavia | 20 |
Kossovo | 20 |
Nigeria | 16 |
Tunisia | 13 |
Polonia | 10 |
Cina | 9 |
Senegal | 9 |
Olanda | 5 |
Perù | 5 |
Lituania | 4 |
Algeria | 3 |
Bosnia | 3 |
Bulgaria | 3 |
Germania | 3 |
Iran | 3 |
Regno Unito | 3 |
Ucraina | 3 |
Argentina | 2 |
Russia | 2 |
USA | 2 |
Venezuela | 2 |
Bangladesh | 1 |
Bielorussia | 1 |
Brasile | 1 |
Canada | 1 |
Cecoslovacchia | 1 |
Croazia | 1 |
Cuba | 1 |
Ecuador | 1 |
Egitto | 1 |
Giappone | 1 |
India | 1 |
Kenya | 1 |
Slovenia | 1 |
Sri Lanka | 1 |
Totale | 555 |
AUDIOGALLERIA “L’ANNO PROSSIMO L’ECO DELLA QUINTA CI MANCHERÀ”
Il concorso ‘Il giornale della scuola’, dedicato proprio ai giovani studenti che hanno la passione della scrittura, è alla sua terza edizione ed è stato organizzato dall’Ordine dei giornalisti delle Marche, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e la banca Popolare di Ancona.
VIDEO “Ispirati da Geronimo Stilton”
Potevano partecipare tutte le scuole marchigiane di ogni ordine e grado, ma i ragazzi degli istituti superiori venivano premiati in una categoria a parte. In più, chi concorreva aveva l’opportunità di cimentarsi in qualsiasi forma di giornalismo, da quello cartaceo tradizionale a quello telematico, passando per radio e tv.
I 18 studenti di Gadana si sono aggiudicati il primo premio della loro categoria e sono tornati a Urbino con una coppa luccicante e un assegno da mille euro da investire in qualche strumento utile per la scuola. “Abbiamo fatto una spedizione fino a Jesi insieme alle famiglie – racconta Simonetta Vittoria, maestra e motivatrice ufficiale della squadra – però non sapevamo di essere arrivati primi, ci avevano comunicato solo che avevamo vinto qualcosa”.
“Tutto è iniziato per caso. Io e mia moglie cinque anni fa abbiamo adottato un bambino a distanza, ma era una truffa. Non esisteva nessun bimbo. Poi ho conosciuto l’associazione Rishilpi e ho deciso di andare in Bangladesh per verificare di persona che fine facessero i miei soldi”, racconta Ezio. “Ho passato dei giorni con la mia bambina Ewaparvin che ora ha 13 anni. Ho visto l’estrema povertà di questo Paese, dove essere povero significa valere meno di niente. Non potevo rimanere indifferente. Così ho deciso di dare una mano. Incontro i bambini adottati e faccio video e foto e poi li spedisco ai loro genitori adottivi qui in Italia”.
L’organizzazione Rishilpi, dove rishi significa fuori casta e shilpi artisti, è stata fondata nel 1977 da Laura Melano e Enzo Falcone. Attraverso offerte libere e adozioni a distanza, costruisce scuole e biblioteche. Oggi, aiuta più di 600 bambini nella sede centrale e 5.000 nelle 46 scuole costruite in tutto il Paese. Li segue dall’asilo fino alla scuola media, i genitori invece imparano un mestiere. I maestri sono giovani del posto o ex scolari.
“I piccoli alunni spesso mi domandano da quale villaggio vengo. Io rispondo ‘Urbino’ e cerco di raccontargli qualcosa della nostra città – continua – loro mi chiamano Library perché grazie ai soldi della vendita dei libri Sos Bangladesh e In cammino verso… forse… no, oltre abbiamo aperto più di una biblioteca, la più grande ha 125 libri e 4 computer”.
In Bangladesh gli ultimi, i fuori casta vivono in baracche di fango fuori dai villaggi. Il valore della vita umana si misura attraverso quello che si possiede. Ma la più grande disgrazia lì è nascere donna. “Jasmin aveva sedici anni e studiava nella nostra scuola” racconta Ezio. “Il padre voleva venderla per una capra. L’abbiamo trovata impiccata a un albero. In tasca aveva un bigliettino: ‘Nessuno è responsabile della mia morte. E’ l’unico atto libero della mia vita’”.
Le bambine vengono scambiate come merci. “Sono date in sposa a 12-13 anni e quando restano incinte spesso muoiono insieme ai loro piccoli”, dice Ezio. “La figlia di Khalimoti doveva essere venduta, ma il suo primo fidanzato ha deciso che nessuno la dovesse avere. Ha cercato di bruciarla con l’acido, ma invece della piccola ha colpito la madre. Khalimoti non ha più il naso, l’orecchio ed è quasi cieca. E’ stata abbandonata dal marito e la figlia è stata venduta. Ora vive grazie al sostegno dell’associazione”.
I bambini che nascono con problemi fisici vengono buttati nelle discariche. Sono i volontari dell’organizzazione a raccoglierli e curarli. Il nuovo obiettivo di Ezio è aiutare i disabili: “In tre anni vogliamo donargli stampelle, protesi e carrozzine. Gli cambierebbero la vita. L’associazione già segue 3.000 disabili”, racconta Ezio che non ha alcuna intenzione di fermarsi. E’ tornato a febbraio dal Bangladesh ma già progetta il suo prossimo viaggio. Qui a Urbino ha tre figli grandi, ma i suoi 120 bambini lo stanno già aspettando.