il Ducato » benedetto XVI http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » benedetto XVI http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Il vescovo di Urbino: “Papa Francesco ci sta educando al sorriso” http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/il-vescovo-di-urbino-papa-francesco-ci-sta-educando-al-sorriso/52584/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/il-vescovo-di-urbino-papa-francesco-ci-sta-educando-al-sorriso/52584/#comments Sun, 01 Dec 2013 15:00:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52584 LA VIDEOINTERVISTA Dopo sei mesi di pausa Il Ducato torna in edicola. Nel nuovo numero esploriamo il “fenomeno Bergoglio". Intervista a Monsignor Tani, arcivescovo di Urbino: "Siamo tutti in attesa di grandi novità organizzative e di dottrina"
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Fonte Avellana / Montebello ]]>
Tani-con-Papa-Francesco

Mons. Tani con papa Francesco a Roma per la Visita ad Limina

“Sono molto felice e pieno di aspettative” aveva detto al Ducato monsignor Giovanni Tani, otto mesi fa, all’indomani dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio. Oggi la sua gioia è ancora più evidente. “Mi piace moltissimo papa Francesco – dice il vescovo con un sorriso sulle labbra – ci sta educando ad andare all’essenziale, a essere molto vicini alle persone, ad avere sempre il sorriso, ad affrontare con determinazione anche le tematiche più delicate con la consapevolezza che le soluzioni non saranno immediate. Ci sta educando ad avere pazienza, a saper attendere le novità non in maniera spasmodica, ma nel rispetto del tempo che occorre per farle maturare”. Monsignor Tani, da due anni vescovo della diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, ha maturato la sua fede prima di tutto in famiglia. Secondo di quattro figli, ha una sorella monaca carmelitana a Tolentino. Dopo l’ingresso in seminario sono arrivati gli studi teologici. “Il mio percorso, però, non è stato privo di momenti difficili, – racconta il vescovo – di dubbi e di asperità che ho superato anche grazie allo studio di Santa Teresa d’Avila. Leggendo i suoi libri ho capito che la fede non è un fatto intellettuale e concettuale, ma è un percorso di vita”.

Monsignor Tani lei ha già incontrato papa Francesco, cos’ha provato?

«Ho visto il Santo Padre due volte. La prima, in occasione del pellegrinaggio organizzato il 17 aprile scorso per l’udienza privata in Vaticano insieme ai fedeli delle diocesi di Fano e di Pesaro. In tutto partirono dieci pullman con oltre trecento persone. Quando gli ho stretto la mano per presentarmi mi ha detto, come fa sempre, di pregare per lui. La seconda volta, l’ho visto un mese dopo per la Visita ad Limina, un incontro periodico che tutti i vescovi fanno con il Papa per presentare le relazioni sulle rispettive diocesi. Ci ha fatto sedere in cerchio accanto a lui, è stata una chiacchierata quasi informale sui problemi delle nostre parrocchie e ci ha dato molti consigli. Poi ci ha parlato dei suoi progetti e delle questioni delicate che ha intenzione di affrontare».

L’arcivescovo di Milano Angelo Scola ha detto che grazie all’“effetto Francesco” le confessioni sono raddoppiate. È successo anche a Urbino?

«Sì anche i parroci della mia diocesi mi hanno detto che sono aumentate le persone che si avvicinano alla confessione, ma già la visita a Roma ha dimostrato il grande entusiasmo e la grande attesa che i fedeli hanno costruito intorno a papa Francesco».

Merito forse anche della strategia comunicativa di Bergoglio?

«Il papa sta seguendo tutti i percorsi e gli itinerari possibili per far avvicinare la gente alla Chiesa. E la Chiesa dal punto di vista della comunicazione è sempre stata puntuale, anzi forse ha anticipato alcune iniziative. Il Papa poi sa trovare il modo adeguato per arrivare al cuore dei fedeli, basti pensare alla domenica della “misericordina”: il rosario, la medicina che può aiutare tutti».

Quali sono secondo lei le differenze principali tra Bergoglio e il suo predecessore, Joseph Ratzinger?

«Ogni Papa porta il papato con le sue caratteristiche personali. Benedetto XVI ci aveva abituato al gusto della parola profonda, al pensiero elaborato, al dialogo con le religioni. Purtroppo in questo non è stato seguito molto dalle grandi masse, ma chi lo ha ascoltato lo ha anche apprezzato. Papa Francesco si affida di più ai gesti, alle parole suggestive piene di immagini, parole subito percepibili dalla gente, si lascia guidare dalla semplicità e dall’immediatezza. Ad esempio la frase “non lasciatevi rubare la speranza” è uno slogan immediato che abbiamo ripreso anche noi in occasione della visita in Vaticano. Inoltre, le sue spiegazioni del Vangelo sono semplificate, le omelie ridotte a tre parole. Ricordo quando disse che ad una famiglia per vivere nell’amore bastano tre parole: permesso, scusa e grazie».

Lei li ha conosciuti entrambi, cosa hanno di diverso?

«Sono entrambi molto cordiali, solo che la cordialità di papa Francesco è più manifestata, più espressa. Dei due ho conosciuto meglio Benedetto XVI perché quando ero rettore a Roma ci siamo incontrati almeno sei o sette volte, l’ho accompagnato negli spostamenti nei vari seminari e siamo stati più volte a tavola insieme. Posso assicurare che è molto più piacevole sedere accanto a Benedetto XVI che accanto ad altri personaggi importanti».

In questi primi otto mesi di pontificato, papa Francesco ha detto che sogna una Chiesa che sia come “un ospedale da campo”, capace di curare i cuori. Il messaggio è stato accolto?

«Lo stile di papa Francesco è così forte che si comunica facilmente ai preti e ai vescovi. Io percepisco in loro un cambiamento, ma ovviamente non in tutti e non allo stesso modo».

Secondo il Papa la Chiesa dovrebbe avere il coraggio di andare incontro anche a chi finora non l’ha mai frequentata o se n’è allontanato perché si è sentito giudicato. Il riferimento è anche alle persone omosessuali e ai divorziati-risposati. Lei cosa ne pensa?

«Con la frase che il Santo Padre ha pronunciato di ritorno da Rio de Janeiro: “Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla”, intendeva dire che ogni persona deve essere accolta come tale, senza fare categorie o esprimere giudizi che non lasciano spazio alla fiducia e alla speranza. Una cosa è fare un discorso teorico sull’omosessualità, altra cosa è incontrare la persona concreta. Da parte mia non esprimo nessuna preclusione, certamente così come c’è una morale riguardo le persone eterosessuali, c’è una morale anche per le persone omosessuali. Su questo punto la Chiesa non ha mai cambiato la sua dottrina».

E per quanto riguarda i divorziati?

«Non penso a cambiamenti epocali come la comunione ai divorziati. Ragionando in modo astratto, non sarei d’accordo che i divorziati risposati possano fare la comunione perché solo conoscendo concretamente le persone si può distinguere tra quelli che vivono questa condizione con superficialità e quelli che invece vivono situazioni sofferte. Mi piacerebbe che il Papa pensasse ad una facilitazione nel riconoscimento dell’annullamento del matrimonio,almeno per le relazioni più complicate».

Bergoglio ha detto che è necessario ripensare il ruolo della donna nella Chiesa. Qual è il suo parere?

«Io credo che ci siano delle sensibilità femminili che potrebbero dare un grande contributo alla Chiesa. Nella mia esperienza di parroco ci sono state alcune intuizioni, alcuni percorsi e suggerimenti che mi sono stati trasmessi proprio dalle donne. Grazie alla loro sensibilità ho visto le cose in un altro modo e in un’altra prospettiva».

Secondo il Papa la pastorale missionaria deve essere essenziale. Lei come prepara le sue omelie e cosa cerca di trasmettere?

«Io preparo le omelie guardando, pregando e riflettendo sul Vangelo. Cerco di non fare quadri espositivi dottrinali, mi concentro su alcuni aspetti del Vangelo, alcune parole, alcuni atteggiamenti di Gesù e faccio delle riflessioni su questo. Credo che la semplicità sia il modo migliore per arrivare al cuore dei fedeli».

Quali sono, secondo lei, gli appuntamenti che attendono Papa Francesco?

«Non so, siamo molto in attesa. Io personalmente aspetto riforme organizzative della Chiesa, sulla collegialità sia a livello centrale sia a livello delle varie conferenze episcopali. Certamente anche una riforma di alcuni aspetti della dottrina per approfondire il discorso sulla liturgia e per far avvicinare le persone alla comprensione della parola di Dio».

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Antonio Spadaro: “Nella Chiesa e nella Rete la stessa vocazione alla comunione” http://ifg.uniurb.it/2013/03/09/ducato-notizie-informazione/antonio-spadaro-nella-chiesa-e-nella-rete-la-stessa-vocazione-alla-comunione/37854/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/09/ducato-notizie-informazione/antonio-spadaro-nella-chiesa-e-nella-rete-la-stessa-vocazione-alla-comunione/37854/#comments Sat, 09 Mar 2013 16:07:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37854 [continua a leggere]]]> URBINO – Il rapporto tra Rete e fede è stato al centro della conferenza del direttore di La Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, che si è svolta ieri al collegio Raffaello. La conferenza è stata organizzata dall’Associazione per la ricerca religiosa “San Bernardino” di Urbino, e hanno assistito il pro-rettore Giancarlo Ferrero, il consigliere comunale Francesco Andreani e monsignor Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino-Urbania-S.Angelo in Vado

Secondo Spadaro, animatore del blog CyberTeologia, la Chiesa, che ha il dovere di essere dove stanno gli uomini, deve “abitare” anche il mondo della Rete.

“Il web – ha spiegato Spadaro – non è un mondo fittizio, così come non lo sono le relazioni che vi si creano. La Chiesa ha perciò il compito di diventare sempre più 2.0 perché, come aveva detto Benedetto XVI, ‘la rete deve essere intesa prima di tutto come un nuovo spazio di evangelizzazione’. La Chiesa diventa perciò network church intesa come fitta rete di interconnessioni e spazio pubblico dove le persone possono connettersi e quindi avvicinarsi, in nome della fede”.

Spadaro ha sottolineato come la questione dei linguaggi e della comunicazione sarà una delle sfide del nuovo Papa; lo dimostra il conclave che sta per iniziare. Si moltiplicano infatti le app per gli smartphone o le iniziative  legate al mondo cristiano come adotta un cardinale.

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Il Rettore Pivato consegna il sigillo dell’Ateneo al cardinale Bertone http://ifg.uniurb.it/2011/11/16/ducato-online/rettore-consegna-sigillo-ateneo-a-monsignor-bertone/9887/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/16/ducato-online/rettore-consegna-sigillo-ateneo-a-monsignor-bertone/9887/#comments Wed, 16 Nov 2011 21:30:23 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9887 [continua a leggere]]]>

Il cardinale Tarcisio Bertone e il rettore Stefano Pivato all'Università di Urbino

URBINO – L’Ateneo di Urbino alla riscoperta delle sue origini: questo pomeriggio, infatti,  l’Aula magna di Palazzo Battiferri era gremita di persone venute ad assistere all’incontro con il segretario di Stato vaticano, monsignor Tarcisio Bertone, al quale, al termine dell’ incontro, il rettore Stefano Pivato ha consegnato una copia del sigillo con l’effigie dell’ Immacolata Concezione, con il quale papa Giulio II, nel 1507, istituiva l’Ateneo ducale.

In apertura del suo discorso, monsignor Bertone ha lodato “il lungo e sapiente magistero di Carlo Bo”, rettore dell’ateneo ducale dal 1947  fino alla sua morte, nel 2001.

Poi, proprio dal vescovo, è arrivata la conferma che papa Benedetto XVI sta lavorando alla stesura del terzo volume di “Gesù di Nazaret”, dedicato alla figura umana e divina di Gesù Cristo.  Il porporato ha invece presentato il secondo volume della trilogia, “Dall’ingresso in Gerusalemme alla risurrezione”.

Parlando del libro, il segretario di Stato ha messo in evidenza che “a partire dagli anni ’50 c’è stato uno strappo tra il Gesù storico e il Cristo della fede. Una situazione ‘drammatica’ , perché rende incerto l’autentico punto di riferimento della fede”.  Il primo libro da papa di Joseph Ratzinger, ha detto ancora Bertone, ha venduto “tre milioni di copie, stampate in 47 Paesi”, mentre del secondo volume “sono già oltre due milioni le copie stampate e diffuse in 33 Paesi”. Il cardinale ha poi ribadito che “le due parti del Gesù di Nazaret rappresentano un tutt’uno”.

In platea erano presenti le autorità cittadine civili e militari, tra le quali il presidente della Provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci, e il sindaco urbinate, Franco Corbucci. Dal palco, sono intervenuti l’arcivescovo della diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, Giovanni Tani; il direttore della Casa editrice vaticana, Giuseppe Costa, e il preside di Scienze politiche, Marco Cangiotti.

“Mi trovo a Urbino dal 17 settembre scorso – ha esordito Tani – e sto conoscendo questa realtà che è ricca di storia, tesori artistici e spirituali. L’università costituisce una grande opportunità per la città, per i giovani,  per la Chiesa, per il dialogo che il Santo padre invita a instaurare con le persone alla ricerca della verità”.  Infatti, ha ricordato l’arcivescovo, Urbino è l’unica università statale che ospita l’Istituto superiore di scienze religiose.

Costa si è invece soffermato sull’importanza del libro di Joseph Ratzinger in un momento di crisi per l’editoria: “Gli editori avrebbero anche ucciso per poter pubblicare questo volume”.

Il professor Cangiotti, invece, ha incentrato il suo discorso attorno allo “snodo cruciale” del processo di Gesù davanti a Ponzio Pilato; secondo lui, nel libro in esame, emergono tre punti essenziali: la distinzione tra dimensione politica e religiosa, il rapporto tra verità e politica e il diritto come fondamento di quest’ultima, così come ribadito nel discorso del papa tedesco al Parlamento di Berlino.

Bertone ha continuato, citando le parole dello stesso papa, autore dell’opera: “Questo libro non è in alcun modo un atto magisteriale, ma unicamente espressione della mia ricerca personale del volto del Signore”. Quindi, per il cardinale, Ratzinger nella sua opera “sta cercando ciò che è vero e che ci riguarda”, spiegando con il coinvolgimento personale del pontefice nella ricerca, il doppio nome “Joseph Ratzinger – Benedetto XVI” che appare sulla copertina del volume.

Bertone,  opponendosi alla dottrina modernista, ribadisce un aspetto fondamentale del cristianesimo: “Il Vangelo ha a che fare con la storia”.

Parlando con i cronisti a margine dell’incontro, il cardinal Bertone ha ribadito: “La Chiesa con l’università ha un’alleanza antica. Quella di Urbino è stata fondata da papa Giulio II;  c’è un lavoro d’ insieme di stima reciproca. Adesso avete visto che i volumi di Joseph Ratinzger sono presentati nelle università, e questo è un fatto positivo: bisogna cercare di confrontarsi anche su temi più scottanti come la ricerca storica e il fondamento storico”.

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Governo, monsignor Bertone: “Squadra attrezzata per affrontare il lavoro” http://ifg.uniurb.it/2011/11/16/ducato-notizie-informazione/governo-monsignor-bertone-squadra-attrezzata-per-affrontare-il-lavoro/9879/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/16/ducato-notizie-informazione/governo-monsignor-bertone-squadra-attrezzata-per-affrontare-il-lavoro/9879/#comments Wed, 16 Nov 2011 18:23:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9879 [continua a leggere]]]> URBINO – “Nel nuovo governo vedo che le università sono state trattate molto bene e  devo dire che il nuovo presidente apprezza il lavoro delle università. Una bella squadra a cui auguro un buon lavoro perché il lavoro è tanto, un lavoro difficile ma penso che la squadra sia attrezzata per affrontare questo lavoro”. Lo ha dichiarato il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, a margine della presentazione del libro di papa Benedetto XVI “Gesù di Nazaret: dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”, nell’Aula magna della facoltà di Economia dell’Università degli studi di Urbino.

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Pivato: cardinal Bertone “prima visita di un segretario di Stato a Urbino” http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-notizie-informazione/pivato-cardinal-bertone-prima-visita-di-un-segretario-di-stato-a-urbino/9549/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-notizie-informazione/pivato-cardinal-bertone-prima-visita-di-un-segretario-di-stato-a-urbino/9549/#comments Tue, 15 Nov 2011 18:17:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9549 [continua a leggere]]]> URBINO- 15 NOV.  “E’ la prima volta che un segretario di Stato viene in visita a Urbino”. Con queste parole il Rettore dell’Università, Stefano Pivato,  saluta la visita del Segretario di Stato vaticano, il cardinal Tarcisio Bertone, che domani presenterà nella città ducale il libro “Gesù di Nazaret: dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione” di Papa Benedetto XVI,  nell’Aula magna di via Saffi 42. Insieme al Rettore, all’incontro parteciperanno anche l’arcivescovo della diocesi Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado,  Giovanni Tani;  il direttore della Libreria editrice vaticana,  Giuseppe Costa e il preside della facoltà di Scienze Politiche,  Marco Cangiotti.

“Urbino ha sempre avuto una tradizione di studi religiosi – prosegue Pivato- : ha studiato il modernismo, il murrismo, e questo libro s’inserisce nel filone” di matrice umanistico-teologica, che in passato ha visto le presenze nella città “di don Mancini e don Lorenzo Belleschi”.

Questa, sottolinea Pivato, “fa parte di una serie di iniziative del Rettorato per mettere Urbino sotto i riflettori del dibattito culturale”, e in questa cornice s’inserisce anche il prossimo incontro con Andrea Camilleri, lo scrittore dalla cui penna è nato il commissario Montalbano.

Intanto, in attesa della visita di Bertone,  la provincia di Pesaro-Urbino  vanta la nomina papale a nunzio apostolico di Mons. Adriano Bernardini, 69 anni, di Pian di Meleto. Bernardini prende il posto di monsignor Giuseppe Bertello, diventato presidente del Governatorato di Città del Vaticano.

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Il Papa parla da YouTube ma non accetta commenti http://ifg.uniurb.it/2009/01/30/ducato-online/il-papa-parla-da-youtube-ma-non-accetta-commenti/945/ http://ifg.uniurb.it/2009/01/30/ducato-online/il-papa-parla-da-youtube-ma-non-accetta-commenti/945/#comments Fri, 30 Jan 2009 14:14:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=945 Per duemila anni la Chiesa ha cercato di divulgare la sua parola con i mezzi più ampi e moderni possibile. Dall’invenzione della stampa di Gutenberg nel XV secolo, la Bibbia è il libro più diffuso. E nel ‘900 la Santa Sede ha saputo rinnovarsi nel cinema e nella televisione. Ora, nel nuovo millennio, la predicazione della Santa Sede è arrivata anche su internet. Pochi giorni fa, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Vaticano ha lanciato un proprio canale ufficiale su Youtube.

“L’uso saggio della tecnologia della comunicazione digitale permette alle comunità di formarsi in modo da promuovere la ricerca del bene, del vero e del bello – ha detto Benedetto XVI dalla finestra di piazza San Pietro nel suo discorso per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali – il Vaticano ha creato un canale per portare la buona novella oltre i confini geografici e le divisioni etniche, soprattutto alla cosiddetta generazione digitale”.

La Chiesa, per essere “sempre incarnata nelle culture del tempo – si legge su Chiesacattolica.it – pur consapevole dei rischi di una realtà virtuale di individualismo interconnesso come il web, vuole inserirsi con la logica del cristianesimo nella cybercultura”.

I video caricati su The Vatican – questo è il nome del canale sulla piattaforma di Youtube – sono prodotti dal Ctv (Centro Televisivo Vaticano) e i testi sono scritti da Radio Vaticana o dallo stesso Ctv. Il canale è tradotto in Italiano, Inglese, Spagnolo e Tedesco. Ha una home page bianca e semplice, con sullo sfondo il colonnato di San Pietro. Per ora trasmette soltanto venti video sui principali eventi a cui ha partecipato Benedetto XVI. Ma, pur mantenendo centrale la figura del Santo Padre, presto si differenzierà. Scorrendo la playlist dei video on-demand (scelgo io quello che voglio vedere), si potranno ascoltare in streaming interventi delle maggiori autorità ecclesiastiche.

“Attraverso un canale di questo tipo si può ottenere una comunicazione diretta, senza la mediazione del giornalista – spiega il vicedirettore di Kataweb.it Pier Vittorio Buffa – e soprattutto si possono raggiungere meglio i giovani, sempre più legati alla rete per la loro informazione e formazione”. Proprio con l’intento di “diffondere la Speranza” tra le nuove generazioni, l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe si era iscritto a Facebook qualche mese fa, raggiungendo in pochissimo tempo il massimo dei contatti da tutto il mondo: Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti, addirittura Singapore. E non si tratta dell’unica iniziativa della Chiesa su internet.

Già da agosto Radio Vaticana diffonde, sempre in tecnologia streaming, una web tv con gli stessi contenuti. La differenza sostanziale è che, attraverso Youtube, uno dei siti più frequentati dell’universo web, la comunicazione diventa più immediata e fruibile.

Con The Vatican la Chiesa si fa fonte primaria di contenuti per la rete. Ma, se è possibile caricare i video sul contatto nei social network, è impossibile sui propri siti internet. Questo le permette di mantenere il suo status di istituzione. Quasi di verità. Perché una delle caratteristiche principali del canale web del Vaticano è che gli utenti non possono caricare contenuti né commentare. Tradotto: la parola della Santa Sede può essere incorporata, ma non partecipata. Forse è solo questione di tempo. Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ammette: ”Col nostro staff non siamo ancora in grado di gestire quello che dovrebbe essere un fruttuoso dialogo, ma non escludiamo che in futuro questo possa cambiare”.

Il canale web è un’assoluzione per la rete internet. La Chiesa ha dovuto superare una diffidenza iniziale. Per dirla con le parole del docente di teologia e comunicazioni sociali all’Università di Pisa Adriano Fabris: “Internet non deve essere solo un’esibizione, ma un luogo di partecipazione etica”. Grazie a The Vatican, la Chiesa è in grado di ordinare i video secondo una gerarchia “etica” precisa: digitando la parola “Vaticano” o “Papa” per una ricerca all’interno di Youtube, la lista interminabile di video in cui si censura l’operato della Santa Sede verrà soltanto dopo i contenuti caricati su The Vatican.

Un punto controverso dell’accordo raggiunto con Google, proprietario di Youtube: si mette in discussione l’autonomia etica del più celebre motore di ricerca del web, che spera di ricavare dall’operazione qualche nuovo milione di utenti. C’è un solo precedente. Quando Google ha posto limitazioni al suo utilizzo per poter penetrare nel mercato cinese.

Guida alla rete:

YouTube: The Vatican
Radio Vaticana
Centro Televisivo Vaticano
Sito ufficiale del Vaticano
Conferenza Episcopale Italiana
Messaggio di Benedetto XVI in occasione della 43esima Giornata delle Comunicazioni Sociali

I PRINCIPALI SITI NON UFFICIALI (GESTITI DIRETTAMENTE DAI FEDELI):

Godtube, piattaforma di caricamento di video a contenuto cristiano
Cathoogle, motore di ricerca di siti “morali”
Fan Club di Benedetto XVI

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