il Ducato » Beppe Grillo http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Beppe Grillo http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Offshoreleaks, Sisti: “Così abbiamo fatto un’inchiesta a 172 mani” http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/offshoreleaks-leo-sisti-cosi-abbiamo-fatto-uninchiesta-a-172-mani/41425/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/offshoreleaks-leo-sisti-cosi-abbiamo-fatto-uninchiesta-a-172-mani/41425/#comments Fri, 05 Apr 2013 20:06:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41425 Un’inchiesta a 172 mani, giornalisti di 38 nazioni da agosto 2012 impegnati a setacciare notizie in un database 160 volte più grande del più noto Wikileaks di Julian Assange. E’ quel c’è sotto il cofano di “Offshore Leaks”, pubblicata anche in Italia oggi su L’Espresso a firma del cronista Leo Sisti, unico italiano coinvolto dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij), il consorzio di giornalisti di inchiesta con sede a Washington Dc.

Per la prima volta un’indagine giornalistica ha la possibilità di conoscere da vicino i traffici dei più famosi paradisi fiscali con circa 130.000 nomi tra imprenditori, politici e altri personaggi pubblici contenuti nei documenti: “E’ bene sapere  – dice al Ducato Leo Sisti – che detenere una società offshore o un trust non è di per sé un reato. Mai nessuno, però, dichiara i redditi provenienti dal loro uso e il fatto che si rivolgano ai paradisi fiscali per eccellenza evidenzia un fumus in ragione fiscale: la ferma volontà di essere chiari ci mette al riparo da eventuali querele”.

Il giornalista Leo Sisti

Le persone coinvolte nel pezzo pubblicato sono state interpellate da Sisti: “In alcuni casi hanno ammesso l’esistenza dei conti, altri come un’hacker della security di Telecom hanno smentito. Certo ognuno ha diritto di dire quel che vuole, ma le carte parlano chiaramente di un’offshore costituito a suo nome”.

In altri casi le scoperte hanno lasciato incredulo lo stesso cronista, come quando sono spuntati i nomi di alcune fondazioni caritatevoli come l’Unione Italiana Ciechi, la Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids e il Centro del Bambino Maltrattato, beneficiarie di due trust: “Stentavo a crederci – ammette Sisti – gli stessi enti non sapevano nulla, né tanto meno hanno mai ricevuto denaro da paradisi fiscali: il loro nome è usato per sviare l’attenzione di eventuali indagini della magistratura. Un caso simile me l’ha raccontato un collega australiano che ha scoperto lo stesso fenomeno con il coinvolgimento della Croce Rossa, ignara di tutto”.

Un lavoro come l’offshoreleaks sarebbe impensabile senza la collaborazione reciproca degli 86 giornalisti impegnati in tutto il mondo: “Ci siamo scambiati spesso notizie  – racconta Sisti –  usando molto Skype e tantissimo le email. La collaborazione è a 360°, ognuno di noi ha analizzato il materiale relativo alla propria nazionalità e poteva incontrare informazioni su soggetti stranieri che interessavano colleghi per esempio francesi o tedeschi, e viceversa loro potevano essermi utili per conoscere meglio questioni legate alle loro realtà”.

Il giornalismo investigativo nel mondo vive e lotta insieme a noi, direbbe un vecchio slogan. E l’Icij di Washington, animato da oltre cento giornalisti, è ‘solo’ una parte della ben più ampia “Investigative Reporters and Editors”, l’organizzazione promossa dall’Università del Missouri che riunisce 4.000 cronisti di tutto il mondo. Ogni anno l’Ire organizza una grande conferenza (la prossima dal 20 al 23 giugno a San Antonio, Texas) con oltre 100 panel tenuti da professionisti del giornalismo investigativo mondiale: “Un’occasione preziosa – aggiunge Sisti – per chi vuole conoscere e approfondire nuove tecniche e incontrare tanti colleghi con i quali ho condiviso inchieste e premi vinti”.

Negli Stati Uniti come in Italia fare un’inchiesta costa tempo e denaro: “In Italia la situazione è pessima – critica Leo Sisti – perché è più frequente che le inchieste si facciano in pochi giorni, buttate nei giornali a riempire le pagine. E capisco i giovani colleghi che lavorano in questo modo pagati pochi euro a pezzo nei settimanali e nei quotidiani che difficilmente sono disposti a pagare adeguatamente qualcuno per un lavoro che può durare mesi, con i relativi costi. Per questo lavoro con molto più piacere con i colleghi americani, avanzo con loro proposte e realizzo i miei lavori grazie a fondazioni come la Nieman Foundation, impegnata a finanziare inchieste giornalistiche anche per prestigio, oltre che per godere delle detrazioni fiscali”.

L’inchiesta Offshoreleaks ha trovato spazio nell’Espresso  ed è stato citato da tutti i quotidiani italiani: “Non è un caso se questo accade – incalza Sisti – io personalmente lavoro dallo scorso gennaio ai documenti italiani e il giusto tempo che ho potuto dedicare all’argomento mi ha permesso di presentare risultati inoppugnabili. In Italia diamo fin troppo spazio alla politica con una dilatazione eccessiva rispetto al modello a cui mi voglio ispirare”.

Mentre proprio oggi un gruppo di giornalisti inseguiva il pullman dei parlamentari grillini che si sarebbero riuniti in una “località segreta”, Leo Sisti non ha avuto dubbi sulla sua idea  di non-giornalismo: “Ho ancora impressa l’immagine di uno che ha inseguito in vespa Beppe Grillo arrivato a Roma per incontrare il presidente Napolitano, lo ha rincorso bruciando semafori rossi per poi raggiungerlo e dirgli ‘a Beppe dacce na notizia!’, ma questa è follia!”.

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Ghirra: “Basta con l’Ordine così, fermiamo il numero dei consiglieri” http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/ghirra-basta-con-lordine-cosi-fermiamo-il-numero-dei-consiglieri/41233/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/ghirra-basta-con-lordine-cosi-fermiamo-il-numero-dei-consiglieri/41233/#comments Fri, 05 Apr 2013 17:16:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41233 Le elezioni dell’Ordine dei giornalisti sono alle porte ma le voci di chi ne vuole l’abolizione non sembrano placarsi, anzi, proprio in occasione delle prossime elezioni, è esplosa anche la polemica contro l’eccessivo numero di consiglieri che quest’anno saranno 154. I compiti dei consiglieri sono quelli di vigilare sull’operato dei professionisti e dei pubblicisti, di organizzare gli esami di stato e verificarne il regolare svolgimento e di regolare i rapporti col ministero.

Mettendo in relazione l’elevato numero dei consiglieri e i compiti ad essi assegnati, il rapporto sembra sproporzionato. O almeno di questa idea è Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine, secondo il quale 50 o 60 sarebbero più che sufficienti. Lo stesso segretario in un articolo scrive: “Il consiglio nazionale dell’Ordine, con i suoi 150 membri, deve riacquistare prestigio e autorevolezza, dimezzando i suoi componenti, assegnando obbligatoriamente metà dei seggi alle donne (oggi 22 appena) e spalancando le sue stanze ai più giovani”. Dallo stesso segretario e da altri consiglieri è stato chiesto “un provvedimento perché si fermasse il numero, ma purtroppo non sono riusciti a realizzarlo”.

Nonostante i numerosi attacchi all’Ordine c’è ancora chi ne difende l’importanza. Uno di questi è Enzo Iacopino, presidente del consiglio nazionale dell’Ordine secondo il quale l’Ordine è fondamentale non tanto per tutelare i professionisti, ma i lettori. Se infatti ci sono giornalisti che non rispettano le norme che regolano la professione, questi devono essere puniti secondo le sanzioni previste.

Di diversa opinione è Beppe Grillo, che ha fatto diventare la battaglia contro l’Ordine dei giornalisti un punto centrale della campagna elettorale del Movimento cinque stelle. Secondo il Movimento, l’Ordine è “un’istituzione fascista (nata infatti il 31 dicembre 1925) che si è rivelata un ottimo modo per viziare l’opinione pubblica e fabbricare il consenso al regime e – sul loro sito continuano così – chiunque, se è bravo a scrivere e rispetta la legge, può essere giornalista: perché ci deve essere l’obbligo di essere inquadrati in questo ente?”.

Ma Il M5S non è l’unico a schierarsi contro l’Ordine. Nei giorni scorsi, Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha scritto che l’Ordine è “un’entità burocratica sconosciuta alla quasi totalità dei Paesi occidentali”. Non si è fatta attendere la risposta di Iacopino che ha replicato: “Mi viene un dubbio, lo chiede solo per questo o perché tempo fa ha presentato una domanda per poter partecipare agli esami professionali? No, gli esami non li ha potuti fare perché la documentazione non era in regola”.

L’obbligo di iscriversi all’albo è in vigore dal 1963, quando venne varata la legge 69 che obbliga i giornalisti a registrarsi all’Ordine. La norma quest’anno compie 50 anni. Fin dagli anni ’90 si erano manifestate le prime proteste contro l’Ordine: la più forte fu il referendum abrogativo del 1997 proposto dai Radicali. In quell’occasione non si raggiunse il quorum ma il 65,5% dei votanti votò a favore dell’abolizione.

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Elezioni, Cancellieri (Lega): “Io, un grillino anni ’90. Finmeccanica: campagna faziosa e strumentale” http://ifg.uniurb.it/2013/02/13/ducato-online/elezioni-cancellieri-lega-io-un-grillino-anni-90-finmeccanica-campagna-faziosa-e-strumentale/34585/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/13/ducato-online/elezioni-cancellieri-lega-io-un-grillino-anni-90-finmeccanica-campagna-faziosa-e-strumentale/34585/#comments Wed, 13 Feb 2013 17:57:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=34585 GLI ALTRI CANDIDATI IN CAMPO / Rivoluzione Civile / Movimento 5 Stelle / FARE / PD / Enrico Letta a Urbino TUTTI I CANDIDATI CAMERA / SENATO]]>

Giorgio Cancellieri, sindaco di Fermignano candidato alla Camera con la Lega Nord

FERMIGNANO – Giorgio Cancellieri, sindaco leghista del comune di Fermignano, e candidato alla Camera alle prossime elezioni politiche, sente di poter dare ancora fiducia al suo partito, nonostante tutti gli scandali che lo hanno travolto, tra cui il recente caso Finmeccanica e il cambio al vertice, da Bossi a Maroni.

Lei pensa che la Lega meriti ancora fiducia anche alla luce del polverone sollevato dal caso Finmeccanica?
Lo scandalo Finmeccanica potrebbe rivelarsi una bufala. Una campagna faziosa, tendenziosa e strumentale. Queste cose vengono tirate fuori sistematicamente durante la campagna elettorale e proprio nel momento in cui un partito vede aumentare i propri consensi. Questo polverone mediatico crea un grande danno in termini di riduzione del consenso. Si tratta di una vera e propria campagna di delegittimazione.

E cosa pensa del passaggio di leadership da Bossi a Maroni?
Sono rimasto profondamente deluso dal comportamento della famiglia Bossi e da quello che è stato definito “il cerchio magico”. In questo partito ci sono militanti che, come me e come altri, tirano fuori i soldi di tasca propria per fare le campagne elettorali  e ci sono poi i militanti che si mettono in tasca i soldi dei rimborsi elettorali per il proprio rendiconto. Sono ancor più deluso perché noi, negli anni ’80, facevamo dell’onestà e della trasparenza il nostro cavallo di battaglia, siamo stati il partito che ha urlato “Roma ladrona”, contro quelli che approfittavano del sistema. Io spero che Roberto Maroni voglia isolare dal partito tutti quelli che si sono comportati male, riconquistando affidabilità e credibilità.

Adesso per lei una nuova sfida, le politiche.  E’ il secondo in lista nel suo partito alla Camera. Quale sarà il suo contributo se dovesse essere eletto?
La mia è una candidatura ‘di servizio’.  Secondo me bisognerebbe ridare fiducia ai partiti, compresa la Lega, e la strada giusta sarebbe quella di ripartire dagli amministratori locali che si occupano del territorio. Nessuno più di loro ha il polso della situazione: conosce la popolazione,  i problemi e ha la fiducia di tutti i cittadini. Militanza ed esperienza locale sono requisiti fondamentali per una candidatura in parlamento.

Può farci un esempio di amministratore locale virtuoso?
Flavio Tosi, sindaco di Verona, è una persona bravissima. Con lui ho un rapporto personale di amicizia. Credo sia giunta l’ora che i partiti, più che reggersi sui burocrati e sui segretari storici, debbano essere composti da amministratori capaci.

Perché un’amministratore locale è più meritevole rispetto a un politico senza esperienza sul territorio?
Vede, c’è uno squilibrio di fondo: come può lo Stato dare 14.000 euro al mese ad un parlamentare la cui unica responsabilità è quella di spingere un pulsante, dopo che il leader del suo partito gli ha indicato come votare e dare invece 1.000 euro al mese ad un sindaco che firma 30/40 atti al giorno? Ingiustizia, mancanza d’attenzione, lontananza dai cittadini e dai suoi problemi. Sono queste le cause vere disaffezione nei confronti dei partiti. Quindi capisco la fascia di popolazione che vota Beppe Grillo.

Quindi condivide alcuni punti del programma del movimento 5 stelle?
Io sono un grillino ante litteram. Un leghista della prima guardia, entrato nel partito nel ’93, quando noi dicevamo che così lo Stato non andava bene. Io capisco e giustifico i tanti elettori che prima votavano Lega e ora voteranno Grillo, perché attratti da quella forma di protesta che un tempo abbiamo vissuto noi, e che, al centro nord, era incarnata dal nostro partito. Non credo che Grillo riuscirebbe a governare questo paese ma capisco che la rovina della nostra classe politica abbia generato un desiderio di cambiamento radicale.

Ma quindi, se lei fosse eletto, quali sarebbero le sue priorità?
Prima di tutto combattere la disoccupazione che mette a repentaglio lo stato sociale, rilanciare l’economia partendo  dalle piccole e medie imprese.  L’Europa deve essere più competitiva e combattere la concorrenza sleale di paesi come Cina e India che immettono nel nostro mercato prodotti a prezzi bassi ma di scarso valore. Ci dovrebbero essere dei dazi doganali a scoraggiarli. Poi c’è la lotta all’evasione fiscale. L’unica maniera per combattere questa piaga è far detrarre tutto a tutti. Le tasse devono essere pagate, ma le aliquote sono le più alte d’Europa. Infine il federalismo, tema caro alla Lega. Come ho detto prima, la vicinanza è sinonimo di vigilanza.

Tema caldo della campagna elettorale: cosa ne pensa delle unioni omosessuali?
Anche se né il mio partito, né il centro destra sono d’accordo con i matrimoni gay, mi reputo un uomo libero e mi sento di ragionare con la mia testa. È giusto manifestare liberamente i propri sentimenti e quindi regolarizzare anche le unioni di fatto. Non sono altrettanto favorevole alle adozioni da parte dei gay,  perché ritengo che un bambino abbia bisogno del quid educativo e sentimentale che proviene sia da un uomo che da una donna.

Il progetto “la salute ci riguarda” prevede il taglio di 310 posti letto sul territorio di Cagli, Fossombrone, Pergola e Sassocorvaro.  Cosa ne pensa?
Sono assolutamente contrario al taglio dei posti letto per acuti prospettato dalla spending reviw regionale. Con l’invecchiamento della popolazione e con una viabilità complessa come quella del Montefeltro, è assolutamente necessario tenere i posti letto,  i 4 ospedali di polo: Fossombrone, Pergola, Cagli e Sassocorvaro e l’ospedale di rete di Urbino.

Infine le chiediamo, quant’è difficile governare?
Governare è difficilissimo, mentre stare all’opposizione è molto facile. Se non si è onesti intellettualmente, si può dire qualsiasi cosa. Tutti quelli che abbaiano in campagna elettorale, poi si devono misurare con il governo di questo Paese. Una volta eletti diventano modesti, mentre i problemi rimangono gli stessi.

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Elezioni, alla scoperta dei non candidati del Movimento 5 Stelle http://ifg.uniurb.it/2013/02/05/ducato-online/elezioni-alla-scoperta-dei-non-candidati-del-movimento-5-stelle/33293/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/05/ducato-online/elezioni-alla-scoperta-dei-non-candidati-del-movimento-5-stelle/33293/#comments Tue, 05 Feb 2013 15:04:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33293

I grillini del Montefeltro

URBINO – Tutti ne parlano ma quasi nessuno li ha visti. Così siamo andati alla ricerca degli esponenti del Movimento 5 Stelle a Urbino e dintorni. Nel silenzio che precede l’ora di pranzo, per le vie, nei bar e nella piazza principale di Fermignano abbiamo chiesto chi fossero e dove si trovassero i sostenitori del M5S, ma nessuno ha saputo aiutarci.

La risposta più frequente è stata: “Non lo so. Non so chi siano”. Una realtà apparentemente contrastante con quella vista a Pesaro lo scorso 27 gennaio: pubblica adunanza in piazza del Popolo, affollata da attivisti e avventori incuriositi dallo ‘Tsunami Tour’ di Beppe Grillo. Cinquemila persone strette come sardine, una partecipazione che in molti dicono non si vedeva da trent’anni in quel di Pesaro. Un tripudio di applausi, risate, inni che si levavano attorno a quel piccolo palco che si apriva su uno sterminato campo di esseri umani ipnotizzati dal Grillo.

Dopo un lungo monologo su questioni dal respiro nazionale e internazionale, ecco apparire sul palco i candidati marchigiani M5S, “gente normale, che abbiamo votato online”, urla Grillo. Nessuno proveniente da Urbino e Fermignano. Non trovando informazioni sugli attivisti locali lungo le strade di questi paesi, abbiamo percorso quelle del web e lì, tra un profilo Facebook e un sito internet, abbiamo trovato i giusti contatti e la disponibilità delle persone che lavorano per questo movimento politico.

Stéphane Bisinger, informatico, di Urbino, amministratore del sito www.urbino5stelle.it, ci racconta il suo impegno e ci conferma l’esistenza di un solido gruppo di grillini: è attivo, presente nella città ducale e a Fermignano, anche se non ha una sede. Ci si incontra almeno una volta la settimana, il martedì. “In provincia – dice Bisinger – siamo tanti. Tra Urbino e Fermignano, una ventina. Le donne non sono molte, non ho capito perché, ma a me dispiace molto”.

E sull’organizzazione locale: “Abbiamo una mailing list regionale e ci teniamo in contatto così. Non c’è un coordinamento in senso stretto; usiamo questo canale per comunicare e non per prendere decisioni. Noi, in quanto gruppo locale, interagiamo a livello regionale per discutere le problematiche che affliggono il nostro territorio. I problemi di Urbino sono tanti, non tutti facilmente affrontabili – continua l’informatico – e noi, al momento, ci siamo occupati principalmente di ambiente e smaltimento rifiuti”.

Così si inizia a parlare di problemi concreti: “Esiste – dice Bisinger – un modo per ridurre significativamente la quantità dei nostri scarti. Con il porta a porta, la differenziata migliorerebbe in termini di qualità perché ci sarebbe un controllo capillare e una maggiore sensibilizzazione del cittadino. Un progetto che darebbe lavoro a molte persone”.

Il prossimo appuntamento, organizzato dai grillini di Urbino e Fermignano, è previsto domani sera a Fossombrone, nella sala Consiliare dove si terrà un incontro di presentazione dei candidati del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 24/25 febbraio 2013, pronti a rispondere alle domande e alle proposte dei cittadini.

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