il Ducato » c1 autogestita http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » c1 autogestita http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Il delegato agli studenti Giannelli: “I ragazzi della C1 dovevano aspettarsi lo sgombero” http://ifg.uniurb.it/2012/03/05/ducato-online/il-delegato-agli-studenti-giannelli-i-ragazzi-della-c1-dovevano-aspettarsi-lo-sgombero/27360/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/05/ducato-online/il-delegato-agli-studenti-giannelli-i-ragazzi-della-c1-dovevano-aspettarsi-lo-sgombero/27360/#comments Mon, 05 Mar 2012 22:01:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27360

L'aula C1 del Magistero durante l'occupazione

URBINO  – “Essere mandati via da uno spazio occupato non è un atto fascista e di brutale repressione. Chiunque occupa, lo fa sapendo di compiere un atto illegale, sa che rischia di essere mandato via in ogni momento e se decide di occupare lo fa perché vuole comunicare qualcosa. L’Aula C1 era un’aula utilizzata per un servizio pubblico attivo. La cosa sorprendente doveva semmai essere che per tanti anni l’amministrazione non avesse posto fine all’occupazione. Direi anzi che ormai non sembrava nemmeno più un’occupazione, ma un’assegnazione.”

Il delegato rettorale agli studenti Nicola Giannelli in una lettera inviata oggi all’ Assemblea Permanente difende apertamente la decisione del rettore sullo sgombero dell’aula C1, schierandosi contro la protesta dell’ omonima associazione. Giannelli, che pure in passato aveva più volte difeso i membri della C1, questa volta non usa mezzi termini:  “La ‘quasi assegnazione’ dell’aula ha infuso in chi si riteneva occupante un senso di possesso su di essa. Questo senso di possesso era chiaramente manifestato nella ostentazione di tutti i simboli dell’occupazione (dai poster ai cimeli) che connotavano esplicitamente il loro possesso su quegli spazi. E questi simboli sono tanti radicati nel loro sentire che sembra loro uno scandalo enorme il fatto che siano stati inscatolati”.

E ancora: “Chi si chiama fuori dal processo partecipativo, ritenendo inutile il confronto e il dialogo con le idee con gli altri, si chiama fuori dall’idea stessa gestione comune degli spazi”. Una condanna netta, quindi, della protesta degli studenti. La lettera di Giannelli segue il comunicato della C1 di qualche giorno fa, nel quale i ragazzi contestavano lo sgombero.

“Negli anni di autogestione abbiamo cercato di fare dell’aula C1Autogestita uno spazio libero ed aperto alla partecipazione di tutte e tutti si legge nel comunicato. “L’aula sgomberata, lungi dall’essere uno spazio ad uso e consumo di pochi vecchi studenti facinorosi, è stata invece la casa di diversi collettivi ed associazioni studentesche.  La C1Autogestita, in poche parole, è stato centro di aggregazione per tutte quelle lotte che dal basso chiedono il rispetto delle differenze e la tutela dei beni comuni”.

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Bandiera Pd bruciata a Pesaro, Stasi (C1): “Gesto simbolico, nessuna intenzione violenta” http://ifg.uniurb.it/2012/03/05/ducato-notizie-informazione/bandiera-pd-bruciata-a-pesaro-stasi-c1-gesto-simbolico-nessuna-intenzione-violenta/27337/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/05/ducato-notizie-informazione/bandiera-pd-bruciata-a-pesaro-stasi-c1-gesto-simbolico-nessuna-intenzione-violenta/27337/#comments Mon, 05 Mar 2012 11:45:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27337 [continua a leggere]]]> URBINO – Un gesto “simbolico”, anche se non condiviso da tutti, ma che “non inneggia alla violenza fisica”. Dopo l’episodio della bandiera del Partito democratico bruciata in piazza durante la manifestazione no-Tav a Pesaro sabato pomeriggio, Rocco Stasi, rappresentante del collettivo C1 decide di non prendere le distanze dal gesto, assicurando però che non c’è stata nessuna intenzione violenta. : “Quello di bruciare la bandiera del Pd è stato un gesto simbolico, non c’è la volontà di sconfinare in nessuna violenza fisica”. E’ stato proprio uno degli appartenenti al collettivo urbinate ad appiccare il fuoco, un gesto, anche secondo Stasi, non condiviso da tutti: “Il Pd è considerato dai valligiani il principale nemico del movimento – ha spiegato lo studente – perché le loro dichiarazioni contribuiscono a criminalizzarlo. Io ero un po’ perplesso: è stato un gesto su cui non tutti erano d’accordo, ma che, ripeto, non presagisce ad alcuna ulteriore violenza. Si è voluto evidenziare il ruolo di un partito che si dice di sinistra e che contribuisce a un clima di militarizzazione”.

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Mancano cibo e legna, a Ponte Armellina è ormai emergenza http://ifg.uniurb.it/2012/02/13/ducato-online/mancano-cibo-e-legna-a-ponte-armellina-e-ormai-emergenza/23993/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/13/ducato-online/mancano-cibo-e-legna-a-ponte-armellina-e-ormai-emergenza/23993/#comments Mon, 13 Feb 2012 18:12:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=23993 di Alberto Sofia, Giorgia Grifoni e Gloria Bagnariol

Strade inagibili a Ponte Armellina. Foto di Valeria Villari

URBINO – L’emergenza neve sta colpendo gravemente il quartiere di Ponte Armellina, ma nessuno, nemmeno il Comune, sembra accorgersene: a denunciare la condizione di “Urbino 2“, dove vivono circa 470 immigrati, è Valeria Villari, ricercatrice di Sociologia all’Università di Urbino “Carlo Bo”.

“Solo ieri sono riuscita a raggiungere Ponte Armellina, ma evidentemente sono stata la prima”, accusa, spiegando come il quartiere sia di fatto isolato. Allo stato ormai perenne di emergenza, si sono aggiunti i disagi del ‘nevone': “Le strade sono ancora inagibili, qui gli spazzaneve non sono mai passati”, afferma Villari in un comunicato pubblicato su Facebook.

Così agli abitanti non è rimasto che spalare a mano, assieme a chi ha deciso di condividere con loro questa fatica: “Sono arrivato oggi con sei pale e due sacchi di sale, ma la situazione è allarmante”, afferma Rafael Campagnolo, militante dell’Aula C1 Autogestita, che si è offerto come volontario. Insieme ai membri dell’Associazione cultura islamica, Campagnolo sta cercando di ripulire le strade principali, in attesa che altri spalatori volontari lo raggiungano.


Foto di Valeria Villari

Intanto, però, a causa delle vie d’accesso bloccate dalle neve, molti dei residenti di “Urbino 2″ non sono riusciti ad andare al lavoro. Chi non lavora, o si trova in mobilità o cassa integrazione, ha provato a rispondere all’appello della Regione Marche – che arruola spalatori a pagamento – ma per tutti la risposta è stata negativa: “Ad alcuni rispondevano che non c’era più disponibilità, ad altri di rivolgersi all’ufficio del lavoro, che però è chiuso per l’emergenza”, spiega Villari.

Resta preoccupante la condizione delle strutture. La casa dei fratelli Tazine, proprietari di due immobili, ha vistose infiltrazioni d’acqua, così come quelle di tanti altri residenti del quartiere. Nell’emergenza, poi c’è anche la beffa: “Il piano superiore, di proprietà della SapaInca, è disabitato: così nessuno può raggiungere balconi e tetti per ripulirli dai pesanti cumuli neve”, spiega la ricercatrice. Il pericolo così è anche quello di possibili crolli, per il peso dei blocchi di ghiaccio.

Ma c’è anche il problema dei riscaldamenti: la maggior parte dei residenti di Ponte Armellina utilizza stufe a legna, ma a causa della neve nessuno è riuscito a rifornirsi di legname. Non è possibile poi, per questioni economiche e per mancanza di spazio, poterlo accatastare in vista delle emergenze. “Di solito si brucia un pò di tutto, anche il compensato. Ma adesso è rimasto ben poco”. Così circa venti famiglie sono rimaste senza riscaldamento: alcuni stanno addirittura bruciando i mobili di casa per fronteggiare il freddo”.

Per i più poveri sono addirittura finite le scorte alimentari: “Mancano i generi di prima necessità, soprattutto la farina per fare il pane”, aggiunge la ricercatrice. La paura è così quella di eventuali malori: “In queste condizioni, il rischio è che anche l’autoambulanza non riesca a raggiungere le abitazioni”.

Sembra passato un secolo da quando, solo poche settimane fa, si parlava del progetto di riqualificazione del quartiere: “In questi mesi da Urbino 2 sono passati ricercatori, vigili del fuoco e forze dell’ordine per informarsi sullo stato di degrado: oggi non c’è più nessuno”, conclude Villari. Nessuna risposta neanche dai numeri di emergenza: per chi vive a Ponte Armellina, già da tempo costretto nell’incubo di un quartiere-ghetto, il timore è quello di essere definitivamente abbandonati da parte delle istituzioni.

Il Comune di Urbino si difende: “Una parte delle strade sono state spalate, ma certo rimangono delle criticità. Entro domani però la viabilità sarà garantita”, ha dichiarato l’assessore ai servizi sociali Maricla Muci. Che per Ponte Armellina però è solo una delle tante emergenze.

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Gli studenti all’Ersu: “Internazionale troppo caro. E ridateci l’aula studio” http://ifg.uniurb.it/2012/01/19/ducato-online/gli-studenti-allersu-internazionale-troppo-caro-e-ridateci-laula-studio/16425/ http://ifg.uniurb.it/2012/01/19/ducato-online/gli-studenti-allersu-internazionale-troppo-caro-e-ridateci-laula-studio/16425/#comments Thu, 19 Jan 2012 10:48:15 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=16425 URBINO – Molti studenti e cittadini la chiamano ormai la “Casa Albergo”. Una volta il Collegio Internazionale (ex Casa dello Studente) ospitava gli studenti beneficiari di borsa di studio, oggi è diventato una specie di residenza d’elite. Anche per questo gli studenti delle associazioni C1 Autogestita, FuoriKorso e Collettivo Drude hanno occupato ieri l’ingresso della struttura: protestano per rivendicare prezzi più bassi per gli alloggi e la riapertura della vecchia aula studio.

Oggi la struttura offre 93 posti letto in camere singole e doppie, dotate di comfort e servizi di qualità, climatizzazione, televisione e accesso wireless. Una chimera per gli studenti che alloggiano nelle altre residenze universitarie. Più volte le associazioni studentesche hanno infatti denunciato le condizioni in cui versano le altre strutture. Emblematico il caso del collegio Tridente, di proprietà della Regione, dove molti studenti lamentavano infiltrazioni d’acqua nelle pareti e problemi di manutenzione.

Il Collegio Internazionale adesso offre solo un servizio di foresteria.
È possibile così pernottare al massimo per una settimana, al costo di 110 euro. Per dormire una notte invece lo studente paga tra i 18 e i 25 euro. Secondo gli universitari la residenza non risponde più alle esigenze del mondo studentesco. “I prezzi sono fuori dalla portata delle famiglie a reddito medio-basso – afferma Luca Ferracuti, vicepresidente di FuoriKorso – e non c’è la possibilità di stabilirsi per periodi più lunghi”. “Dati i prezzi competitivi, il Collegio può fare concorrenza agli alberghi del centro, nonostante sia stata costruita con soldi pubblici” spiega Rafael Campagnolo di C1 Autogestita. (qui l’intervista a Rafael Campagnolo)

Rispetto al passato la funzione del collegio non è più la stessa: per questo gli studenti rivendicano la necessità di gestire la struttura in modo funzionale al diritto allo studio. La richiesta principale è quella di riappropriarsi degli spazi comuni disponibili: tra questi la storica aula studio, chiusa in via temporanea durante i lavori di ammodernamento del Collegio.

La struttura era molto frequentata dagli studenti: questo perché, a differenza delle aule universitarie, restava aperta anche nelle ore notturne. L’Ersu aveva promesso all’Ateneo di Urbino di conservare per gli spazi la loro funzione originaria, ma le promesse non sono state mantenute. La vecchia aula studio è stata convertita in sala convegni, utilizzata solo in occasione della conferenza d’inaugurazione della nuova sede. Agli studenti, invece, l’accesso non è più consentito.

Ma gli accordi tra la Carlo Bo e l’ente per il diritto allo studio erano diversi: “Con il direttore dell’ente Massimo Fortini avevamo un accordo verbale”, ricorda Nicola Giannelli, delegato rettorale agli studenti: secondo quanto concordato, la sala doveva essere rimessa a disposizione degli universitari, anche dopo cena. “Oggi però l’Ersu ci ha informato di non poter mantenere l’impegno preso prima dell’inizio dei lavori”, afferma il delegato.

L’Università conferma di condividere la richiesta di maggiori spazi: “Allo stato attuale per chi vuole studiare anche di sera, non ci sono altri spazi all’interno del centro storico”, conclude Giannelli. Per questo l’Ateneo si farà promotore della riapertura del dialogo tra Ersu ed associazioni studentesche. Intanto però la protesta continua: “In un momento di forte crisi e di scomparsa progressiva del diritto allo studio, siamo convinti della necessità di riappropriarsi di diritti ormai acquisiti”, spiegano gli studenti.

Federica Prestigiacomo, membro del Collettivo Drude, concorda: “Le strutture disponibili sono piccole e inadeguate ad una città che da tempo si fregia del titolo di Città Campus”. Secondo la studentessa sarebbe quindi necessario rendere nuovamente accessibile l’aula studio del Collegio, in grado di ospitare un numero maggiore di persone. (qui l’intervista a Federica Prestigiacomo)

Lo spazio sarebbe utile anche per portare avanti iniziative e conferenze autogestite dagli stessi studenti: “La vecchia aula studio era e rimarrebbe l’unica sede gratuita offerta dalla città. Allo stato attuale è quasi impossibile organizzare seminari ed eventi culturali fuori dall’orario accademico”, conclude Rafael Campagnolo.

Per questo studenti ed associazioni non intendono fermarsi: “L’azione di protesta durerà – dicono gli organizzatori – fino a che non si otterranno risposte dall’Ersu”.

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I No-Tav in città: “La nostra una lotta dal basso” http://ifg.uniurb.it/2011/12/03/ducato-online/i-no-tav-a-urbino-la-nostra-una-lotta-dal-basso/13081/ http://ifg.uniurb.it/2011/12/03/ducato-online/i-no-tav-a-urbino-la-nostra-una-lotta-dal-basso/13081/#comments Sat, 03 Dec 2011 16:07:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=13081 [continua a leggere]]]>

I rappresentanti del movimento No Tav e Rocco Stasi della C1 al Collegio Raffaello

URBINO – Dalla Val di Susa alla Città ducale.  All’ombra dei torricini arrivano i No-Tav, per una due giorni organizzata dal collettivo studentesco C1 autogestita, in cui quattro rappresentanti del movimento piemontese hanno spiegato le ragioni della loro protesta.

Ieri sera alle 21:30 nel Collegio Raffaello, la delegazione ha spiegato in un incontro pubblico le ragioni e le prospettive future della resistenza nella Valle, mentre questa mattina i membri del movimento sono stati al mercato di Urbino con un banchetto per distribuire materiale informativo.

Lo Stato vuole costruire l’opera senza dialogo, senza il consenso della popolazione” ha spiegato Maurizio, uno dei portavoce del movimento, impiegato in una cooperativa. “Noi abbiamo dimostrato che non abbassavamo la testa, abbiamo organizzato varie manifestazioni, come quella del 23 ottobre. Ogni organizzazione è stata il frutto di un lavoro lungo e faticoso, deciso in assemblee di popolo di 1000-1500 persone.”

Anche Guido, un altro dei manifestanti, pensionato, è molto critico: “Secondo il Fatto Quotidiano bastava non fare la Tav e vendere frequenze tv per evitare buona parte dei tagli che ci aspettano. I 20miliardi previsti per la Torino-Lione diventeranno presto 50-60, conoscendo l’andazzo delle grandi opere in Italia. Questo vuol dire che un miliardo all’anno sarà nei prossimi anni sottratto ad esempio a scuola e pensioni. Tra l’altro parliamo di un’opera inutile, perché non c’è il traffico che la giustificherebbe. La nostra è una lotta locale ma anche nazionale”.

IL SITO DEI NO-TAV CON LE MOTIVAZIONI DELLA PROTESTA

L’intervento della delegazione contro i treni ad alta velocità è stata preceduta da un comunicato del collettivo C1. “La lotta No Tav – si legge nel documento – smaschera ora più che mai la logica che lega il governo Berlusconi al governo Monti e dimostra come i partiti politici che siedono in parlamento siano tutti sottoposti alla volontà dei poteri economici europei ed internazionali e trascurino del tutto la volontà e il benessere delle popolazioni”.

Gli attivisti sono molto critici anche nei confronti dei media tradizionali, accusati di dare una visione esclusivamente negativa del movimento: “Si salvano giusto un paio di giornali – spiega ancora Guido – la maggior parte di tv e quotidiani non si interessa delle nostre ragioni. E’ curioso vedere come ci dipingano per violenti, quando alle nostre manifestazioni partecipano genitori con bambini nel passeggino e anziani, in pratica le gente comune della vallata”.

La prossima tappa della protesta è prevista per l’8 dicembre, quando nella valle ci sarà l’ennesimo episodio di una contestazione che va avanti ormai da quasi vent’anni.

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