il Ducato » carta di treviso http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » carta di treviso http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Violenza mediatica sui minori: il modello italiano fa breccia all’estero http://ifg.uniurb.it/2013/04/21/ducato-online/violenza-mediatica-sui-minori-il-modello-italiano-fa-breccia-allestero/43924/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/21/ducato-online/violenza-mediatica-sui-minori-il-modello-italiano-fa-breccia-allestero/43924/#comments Sun, 21 Apr 2013 10:27:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43924

L’incontro di Pesaro

PESARO – “Le parole non sono suoni e feriscono più delle armi soprattutto quando riguardano i minori”. In questa frase si riassume il pensiero del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino, intervenuto ieri a Pesaro all’incontro “La violenza mediatica sui minori” organizzato de sette club Lions (Pesaro Host, Pesaro Della Rovere, Gabicce Mare, Fano, Urbino, Pergola e Senigallia) nel Salone Metaurense della Prefettura.

L’evento, moderato dal presidente dei Lions club Gabicce Franco Elisei, è stato un’occasione per parlare dei limiti e degli eccessi di cronaca nelle vicende che coinvolgono i minori e allo stesso tempo delle insidie che si trovano involontariamente di fronte ogni volta che guardano la tv o che accedono a un social network. Per parlare di questi temi, oltre a Enzo Iacopino, sono intervenuti relatori di spicco come il presidente dell’Associazione stampa estera Maarten Van Aalderen, una componente dell’ Autorità garante per la protezione dei  dati personali Licia Califano, la direttrice dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino Lella Mazzoli e la giornalista Miela Fagiolo D’Attila.

Enzo Iacopino
Pres. Ordine Nazionale dei Giornalisti

“L’idea che abbiamo di violenza è sbagliata – spiega Enzo Iacopino – noi pensiamo a essa solo come una cosa fisica tralasciando tutto ciò a cui un minore è sottoposto quando lo si lascia in balia della tv o di un altro mezzo di comunicazione. Il dovere del giornalista - continua il presidente – è quello di coniugare il rispetto per la verità con il rispetto delle persone, specialmente quando si parla di minori”.

È proprio per la loro tutela, infatti che nel 1990 il dovere di cronaca trova una precisa autoregolamentazione nella Carta di Treviso, un protocollo firmato dall’Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro per disciplinare i rapporti tra l’informazione e l’infanzia. Il documento che impone di “mantenere l’assoluto anonimato di bambini e bambine che potrebbero essere danneggiati dalla notorietà per atti di cui non sono responsabili” nasce per i minori “indifesi” anche davanti a violenze verbali ed è stato considerato un modello da imitare e adottare a livello internazionale tanto da essere presentato all’ Onu nel 2009 dall’ambasciatore italiano alle Nazioni unite Cesare Maria Ragaglini.

Maarten Van Aalderen
Presidente Stampa Estera in Italia

La Carta di Treviso è un lavoro ammirato da tutto il mondo, ha confermato l’olandese Maarten Van Aalderen: “I giornalisti italiani dimostrano una sensibilità maggiore verso temi come quello della tutela dei minori, negli altri paesi non è così. La privacy in Olanda ha delle regole molto ferree ad esempio i nomi delle presone non vengono mai scritti per esteso ma puntati con le iniziali, però per i minori non ci sono tutte queste tutele come ci sono in Italia”.

Ma ultimamente qualcosa sembra cambiare anche all’estero. “Da quando la Carta di Treviso è stata presentata all’Onu – continua il presidente dell’Associazione stampa estera – anche in Olanda si è cominciato a parlare della salvaguardia dei minori, è un vanto per voi italiani che prima di tutti avete avuto questa sensibilità”.

Quando si parla di violenza mediatica sui minori bisogna anche pensare agli effetti prodotti dalla rete ovvero a tutto ciò che gira intorno al mondo di internet e dei social network. Soprattutto per i giovani d’oggi che sono nativi digitali il controllo del genitore non basta e serve quindi una coscienza maggiore per chi lavora on line. Essi infatti devono ricordare che in rete i contenuti sono fruibili a tutti, minori compresi.  Per Lella Mazzoli “parlare di rete e giovani generazioni vuol dire concentrare l’analisi su come si formano le loro menti e la loro conoscenza e che sarà poi la futura opinione pubblica. I giovani sono quindi particolarmente esposti a tutto ciò che passa nella rete più di quanto ricevono dai media mainstream è per questo che è di fondamentale importanza tutelarli dalle violenze mediatiche”.

Durante la conferenza è stato proiettato il video “Eccesso di cronaca” di Martina Manfredi e Nadia Ferrigo, studentesse dell’ Ifg di Urbino che l’anno scorso hanno vinto la seconda edizione del premio Carta di Treviso promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Il servizio mette a confronto le storie di due ragazze minorenni uccise sfruttate morbosamente dalla tv, quella di Sarah Scazzi e quella di Marta del Castillo.


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Detenuti ed etica, la Carta di Milano approvata dal Consiglio nazionale http://ifg.uniurb.it/2013/03/13/ducato-online/detenuti-ed-etica-la-carta-di-milano-approvata-dal-consiglio-nazionale/38160/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/13/ducato-online/detenuti-ed-etica-la-carta-di-milano-approvata-dal-consiglio-nazionale/38160/#comments Wed, 13 Mar 2013 18:59:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=38160

Un codice etico per il trattamento di detenuti o ex detenuti, soprattutto in quella fase difficile che è il reinserimento nella società. È la Carta di Milano – la “Carta del carcere e delle pene” – il documento steso in prima battuta proprio tra le mura di alcune carceri (Padova, Milano e Piacenza) e approvato ieri pomeriggio dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Già sottoscritta dagli ordini regionali di Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Basilicata, Liguria, Sicilia e Sardegna, la Carta fissa alcuni punti i limiti tra la corretta e la cattiva informazione.

IL TESTO DELLA CARTA DI MILANO

“Abbiamo voluto creare – spiega Carla Chiappini, direttore del giornale carcerario di Piacenza Sosta Forzata e tra i fautori del documento – una nuova carta pur sapendo che esistono altri documenti deontologici. Per noi ne valeva la pena, sia per la complessità del tema, sia per quel cambiamento culturale che auspichiamo”.

Il documento invita a “usare termini appropriati” e a “considerare sempre che il cittadino privato della libertà è un interlocutore in grado di esprimersi e raccontarsi”. Lo scopo è tutelare il cittadino detenuto o ex detenuto dalla “gogna” mediatica cui può essere esposto: per questo, i giornalisti devono tenere conto, ad esempio, che “il condannato che decide di parlare con i giornalisti non va identificato con il reato connesso, ma con il percorso che sta facendo”.

“Ci siamo accorti – chiarisce Chiappini – che c’era confusione rispetto alla certezza della pena. Il Italia la certezza della pena è data, ma la fortuna è che il modo di scontarla è flessibile: ci sono le misure alternative, la semilibertà, i domiciliari. Pene ‘extra – murarie’, che nulla tolgono alla pena in sé. Se questo viene spiegato male nascono equivoci, sembra che le pene siano più leggere, mentre nel nostro Paese sono ancora impegnative”.

Rispetto alla stesura che ne era stata fatta inizialmente – in cui il diritto all’oblio era regolato anche in riferimento ai diritti inviolabili garantiti dalla Costituzione all’articolo 2 – la carta non prevede più un punto dedicato. Pierpaolo Bollani, consigliere dell’Ordine e in commissione giuridica, spiega che la norma “non è stata recepita perché pone problemi relativi al diritto di cronaca, in un dibattito che va aldilà delle carte”. Dello stesso avviso è la direttrice Chiappini, per due motivi. “È la parte più delicata – spiega – per alcuni reati nella storia del nostro Paese, come i reati politici, la mafia e le stragi, sarebbero necessari troppi distinguo. Con Internet, poi, sarebbe difficile da garantire”.

La carta si aggiunge ai documenti deontologici che l’Ordine dei giornalisti ha adottato finora, molti dei quali a tutela delle categorie più sensibili: la Carta di Treviso, approvata nel ’91, è stato il primo documento che impegna i giornalisti a norme e comportamenti eticamente corretti nei confronti dei minori ed è a firma della Federazione nazionale della Stampa, dell’Ordine e di Telefono Azzurro.

La Carta dei doveri del giornalista, sottoscritta nel ’93, costituisce uno statuto completo della deontologia professionale e contiene, tra gli altri, il divieto di pubblicare immagini violente o raccapriccianti, nonché l’obbligo di tutela della privacy dei cittadini e, in particolare, dei minori e delle persone disabili o malate.

La Carta di Roma, approvata nel 2008, regolamenta il trattamento dei richiedenti asilo, dei rifugiati, delle vittime della tratta e dei migranti, richiamandosi alla Carta dei doveri del giornalista. Il documento invita i giornalisti ad adottare termini giuridicamente appropriati, per “restituire al lettore la massima aderenza alla realtà dei fatti”, per evitare di alimentare eventuali atteggiamenti razzistici.

Nel 2009, un altro codice di autoregolamentazione è stato sottoscritto a Roma e riguarda i processi in tv: per impedire i “processi–show” trasferiti dalle aule di giustizia sul piccolo schermo, il codice ha chiarito le differenze tra cronaca e commento, fra indagato, imputato e condannato, fra accusa e difesa, sempre nel pieno rispetto dei diritti inviolabili della persona.

Venerdì la Carta di Milano verrà presentata nella sala conferenze del carcere di Regina Coeli a Roma e, nel pomeriggio, sempre a Roma, si terrà un seminario nella sede della Fnsi, in corso Vittorio Emanuele II. “Due luoghi con valenza simbolica – chiude Carla Chiappino – nel cuore di Roma e nel cuore del giornalismo. La scelta non è casuale”.

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L’Ifg vince il Premio Carta di Treviso con “Eccesso di cronaca” /VIDEO http://ifg.uniurb.it/2012/04/29/scuola/lifg-vince-il-premio-carta-di-treviso-con-eccesso-di-cronaca-video/31695/ http://ifg.uniurb.it/2012/04/29/scuola/lifg-vince-il-premio-carta-di-treviso-con-eccesso-di-cronaca-video/31695/#comments Sun, 29 Apr 2012 14:33:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=31695 L'INSERTO NEL DUCATO ]]> URBINO – Il servizio “Eccesso di cronaca” di Nadia Ferrigo e Martina Manfredi vince la seconda edizione del Premio Carta di Treviso, promosso dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. “Sarah Scazzi: cronaca o spettacolarizzazione?”; questo il tema del concorso rivolto ai praticanti del secondo anno delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

LEGGI L’INSERTO NEL DUCATO ECCESSO DI CRONACA

Il servizio è stato valutato a giudizio unanime come la migliore realizzazione “per la piena attinenza al tema, per l’originalità dei contenuti, per la chiarezza espositiva e per la completezza e perfezione tecnica; in particolare per la sensibilità dimostrata nell’utilizzo delle immagini della vittima”.

Il video vincitore mette a confronto la vicenda di Sarah Scazzi a quella di Marta del Castillo, ragazza di Siviglia uccisa a 17 anni dal suo fidanzato. Entrambe le storie hanno come vittime due minorenni e sono state sfruttate dalla morbosa attenzione delle tv: non a caso, Italia e Spagna sono i due paesi europei che più si occupano di cronaca nera nei telegiornali. Due storie simili ma con risvolti mediatici diversi: mentre alle tv italiane non sono stati posti freni, quelle spagnole hanno dovuto fare i conti con una piccola rivolta del pubblico nata sul web.

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Eccesso di cronaca: il caso Sarah Scazzi – Speciale inserto Ducato 6 http://ifg.uniurb.it/2012/03/28/ducato-online/eccesso-di-cronaca-il-caso-sarah-scazzi-speciale-inserto-ducato-6/29595/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/28/ducato-online/eccesso-di-cronaca-il-caso-sarah-scazzi-speciale-inserto-ducato-6/29595/#comments Wed, 28 Mar 2012 15:26:09 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=29595 URBINO – Due storie sfruttate dalla morbosa attenzione delle tv, nei due paesi europei che più si occupano di cronaca nera nei telegiornali. Due storie simili, vittime due ragazze minorenni: Sarah Scazzi uccisa nel 2010 ad Avetrana, in provincia di Taranto, e di Marta del Castillo, assassinata nel 2009 a Siviglia, in Spagna. Ma con risvolti mediatici diversi: mentre alle tv italiane non sono stati posti freni, quelle spagnole hanno dovuto fare i conti con una piccola rivolta del pubblico nata sul web.

Un inserto speciale del Ducato 6 sulla spettacolarizzazione dell’informazione e il rapporto con i minori.

di Nadia Ferrigo e Martina Manfredi


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