il Ducato » cavalli http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » cavalli http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it I cavalli abbandonati nella Gola del Furlo potrebbero essere adottati dalla Provincia http://ifg.uniurb.it/2014/04/09/ducato-online/i-cavalli-abbandonati-nella-gola-del-furlo-potrebbero-essere-adottati-dalla-provincia/61222/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/09/ducato-online/i-cavalli-abbandonati-nella-gola-del-furlo-potrebbero-essere-adottati-dalla-provincia/61222/#comments Wed, 09 Apr 2014 11:52:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61222 14-290x290URBINO – Trenta cavalli abbandonati da anni sul monte Pietralata, un proprietario che li “disconosce” e la Provincia di Pesaro Urbino che potrebbe presto adottarli.

Continua il contenzioso tra la Comunità Montana Catria e Nerone e un allevatore della zona, che frequenta il monte Pietralata per far mangiare quelli che un tempo erano i suoi cavalli. Dice che non sono di sua proprietà per non pagare il risarcimento alla Comunità montana per aver utilizzato un capannone all’interno della riserva del Furlo, di proprietà del demanio, senza pagare l’affitto.

Intanto i cavalli sono ancora lì, sul monte che li ospita da anni. Stanno bene, non sono minacciati dai lupi, ma hanno bisogno di cure. In Provincia, fa sapere la Guardia forestale di Cagli, si discute della possibilità di adottare questi animali per farli vivere all’interno della riserva naturale della  Gola del Furlo allo stato brado. Si tratta di una proposta che se dovesse passare impiegherà comunque più di un anno per diventare realtà.

Armando Rocchetti, comandante della Guardia forestale di Cagli, si è interessato in prima persona alla vicenda e ci ha aiutato a ricostruire la storia dei trenta cavalli. “Sono sul monte dal 1997 – spiega Rocchetti – e sono stati sistemati lì perché il capannone dell’allevatore aveva subìto dei danni e non era più agibile. Secondo il proprietario dei cavalli, la colpa era della Provincia di Pesaro e Urbino che non aveva fatto manutenzione al canale di scorrimento dell’acqua piovana lungo la strada che costeggiava la sua proprietà”. Per questo motivo, l’allevatore ha fatto causa alla Provincia.

Dopo l’apertura del contenzioso con la Provincia, l’allevatore ha chiesto al Corpo forestale dello Stato, gestore del demanio regionale, di poter portare i cavalli sugli altipiani del monte Pietralata a pascolare. Doveva essere una soluzione provvisoria, di pochi mesi. Il pascolo di altura, infatti, è consentito solo nel periodo tra maggio a settembre. D’inverno i cavalli dovevano essere portati sotto gli 800 metri, ma così non è stato perché nel frattempo l’allevatore non era riuscito a sistemare la sua scuderia e aveva quindi chiesto di utilizzare un altro capannone di proprietà del demanio che si trova a circa 700 metri d’altezza sul monte Pietralata. Un ricovero per cavalli dai recinti fatiscenti. Gli è stato concesso, anche in questo caso, solo per un breve periodo. E anche in questo caso quella che doveva essere una soluzione temporanea si è trasformata in una soluzione permanente.

Intanto, nel 2000, il demanio regionale passa in gestione alla comunità montana di Cagli e Urbania. Per questo pascolo sul monte Pietralata l’allevatore avrebbe dovuto pagare un canone annuale che aveva subìto un leggero aumento. “L’allevatore, però, si è rifiutato di pagare i 150 euro in più di canone”, spiega Rocchetti.

Si apre così nel 2003 un nuovo contenzioso, questa volta tra l’allevatore, che intanto aveva smesso di pagare l’affitto del capannone, e la comunità montana, che, a fronte del mancato pagamento, gli aveva vietato di usare la struttura. Un divieto sempre ignorato.

Secondo la ricostruzione del comandante della forestale di Cagli, il tribunale aveva imposto al proprietario dei cavalli di pagare un risarcimento alla comunità montana. Ma l’allevatore, ormai caduto in disgrazia, non disponeva più di nulla. È per questo che, nonostante frequentasse il monte Pietralata a bordo del suo trattore carico di fieno per dar da mangiare agli animali, sosteneva e continua a sostenere che quei cavalli non sono suoi.

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I cavalli abbandonati, la Protezione Civile: “Rischiano morte certa” / VIDEO http://ifg.uniurb.it/2013/02/06/ducato-online/i-cavalli-abbandonati-la-protezione-civile-rischiano-morte-certa-video/33753/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/06/ducato-online/i-cavalli-abbandonati-la-protezione-civile-rischiano-morte-certa-video/33753/#comments Wed, 06 Feb 2013 17:45:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33753 [continua a leggere]]]> URBINO – Una mandria di 40 cavalli pascola, senza padrone, sul monte Pietralata, nella riserva naturale della gola Furlo. Durante l’emergenza neve del febbraio 2012, le squadre della Protezione civile e dei Vigili del fuoco ha impiegato 30 ore per soccorrerli, sfidando un muro di neve. Un anno li abbiamo trovati ancora lì, abbandonati, ad affrontare l’inverno a 600 metri di quota

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Quaranta cavalli abbandonati al Furlo: “Se nevica, sarà morte certa” http://ifg.uniurb.it/2013/02/06/ducato-online/quaranta-cavalli-abbandonati-al-furlo-se-nevica-sara-morte-certa/33732/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/06/ducato-online/quaranta-cavalli-abbandonati-al-furlo-se-nevica-sara-morte-certa/33732/#comments Wed, 06 Feb 2013 17:35:20 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33732 FOTO Gli animali senza padrone / VIDEO ]]> URBINO – Una mandria senza padrone. Più di quaranta cavalli rischiano di morire a causa di temperature ‘siberiane’, come quelle delle notti invernali sul monte Pietralata. Chi vive nei dintorni conosce la situazione e ne parla, ma quando si tratta di fare nomi, rivelando le responsabilità e i dettagli che riguardano la storia di questi splendidi esemplari nessuno, al momento, decide di aprir bocca.

FOTO / VIDEO

C’è però una cosa che nessuno può negare: la vita di quaranta animali è in pericolo. La temperatura scende e i cavalli sono ancora lì, sul monte, un anno dopo l’emergenza neve. A un anno dal salvataggio effettuato dai volontari della Protezione civile di Fermignano a bordo di cingolati svedesi. Un intervento che costò 2.500 euro e finì nei conti del ‘nevone’. Lo raccontammo anche sul Ducato: un tour de force di trenta ore per sbloccare la strada e liberarli dal recinto in cui erano stati chiusi.

Cavalli che avevano già una lunga storia alle spalle. Pascolano nei pressi di un capannone di proprietà della Forestale, sulle alture sopra Canavaccio. A Fermignano la gente ne parla: c’è chi non si espone troppo e chi si indigna. Furono abbandonati nella riserva del Furlo per liberarsene e quindi posti sotto sequestro. La disciplina di tutela prevista dalle norme che regolano quest’oasi naturale vieta infatti l’introduzione di specie estranee non autoctone. Ma da lì nessuno li ha portati via.

La gestione di quest’area è affidata alla provincia di Pesaro e Urbino. È stata anche istituita una Commissione ad hoc che dovrebbe fornire pareri tecnico-scientifici. “Purtroppo è composta più da politici che da tecnici”, sospira Alessandro Capucci, vice responsabile della Protezione civile di Fermignano, che però della vicenda legale non parla.

Importante è capire quali saranno i provvedimenti che i responsabili prenderanno per risolvere la situazione. “I cavalli sono qui da anni. Sono in continuo aumento perché non sono stati sterilizzati”, sostiene Capucci. E continua: “L’anno scorso abbiamo impiegato due giorni per salvarli dalla neve e quest’anno potrebbe riproporsi lo stesso problema. Altrimenti sono destinati a morte certa”.

E questi animali non sono da soli, anche se questa è tutt’altro che una consolazione. Nella gola del Furlo è tornata infatti la minaccia del bracconaggio. Prove della caccia illegale, denunciata in questi giorni da associazioni ambientaliste locali come Wwf, Enpa (Ente nazionale protezione animali) e Lupus in Fabula, sono le trappole per cinghiali e caprioli trovate sul monte. “I bracconieri sono un male per la riserva – commenta Capucci – e la notte qui sembra di essere su una pista, un circuito. È pieno di fuoristrada”. E dietro alla palese violazione della legge di tutela c’è come sempre una ragione economica: “Si è creato un vero e proprio business stimolato dalla complicità nata tra cacciatori di frodo e ristoratori”.

In ogni caso, la vita dei cavalli non sembra essere a rischio in quanto prede ambite dei bracconieri, ma potrebbero esserlo perché questi disperdono trappole mortali lungo il monte.

Ogni tanto qualcuno gli porta da mangiare mentre quelle povere bestie sono ancora lì, a combattere contro un destino incerto. E non bisogna farsi ingannare dall’idea romantica che normalmente una mandria di cavalli in libertà può evocare. La realtà è assai più crudele e fredda, come freddi sono i mesi che attendono questi animali.

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