il Ducato » centro storico http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » centro storico http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Pasqua a Urbino, venti “Uova d’Artista” appese nel centro storico http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/senza-categoria/pasqua-a-urbino-venti-uova-dartista-appese-nel-centro-storico/69768/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/senza-categoria/pasqua-a-urbino-venti-uova-dartista-appese-nel-centro-storico/69768/#comments Wed, 01 Apr 2015 09:52:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69768 FOTOGALLERIA Le opere vincitrici del concorso organizzato dall'associazione Keramos saranno visibili fino al 6 aprile]]> URBINO – Coloratissime, decorate con motivi diversi e appese per aria lungo i portici di Piazza della Repubblica. Nel centro storico di Urbino è già iniziato l’allestimento della mostra  “Pasqua d’Artista” che aprirà ufficialmente il 3 aprile e sarà visibile fino al 6. Le opere che coloreranno la città fino a Pasquetta sono le venti vincitrici del concorso “Uova d’Artista”, organizzato dall’associazione Keramos e dagli assessorati comunali alla Cultura e al Turismo. Coinvolti gli artisti che lavorano a Urbino e nel resto del Montefeltro. Le creazioni esposte nel centro storico di Urbino, hanno un diametro di 60 centimetri.

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Viabilità: riprese Rai per tre giorni, sosta vietata nel centro storico http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-notizie-informazione/viabilita-riprese-rai-per-tre-giorni-sosta-vietata-nel-centro-storico/67607/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-notizie-informazione/viabilita-riprese-rai-per-tre-giorni-sosta-vietata-nel-centro-storico/67607/#comments Tue, 10 Mar 2015 10:47:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67607 [continua a leggere]]]> URBINO, 10 MAR – Il programma Rai Easy Driver effettuerà per tre giorni riprese nel centro storico di Urbino: da oggi, martedì 10, fino al 12 marzo, dalle 7.30 alle 13.00, sarà vietata la sosta con rimozione forzata in via dei Maceri, via Puccinotti, via Raffaello, piazza Duca Federico e piazza Rinascimento. Il divieto è valido anche per i veicoli autorizzati. Il responsabile della Polizia Municipale, su richiesta della redazione Rai, ha disposto un’ordinanza che lo esplicita. Nelle stesse vie, inoltre, dovranno essere rimossi cassonetti, cartelli, insegne pubblicitarie, sedie e tavolini dei bar. La puntata andrà in onda sabato 18 aprile alle 14 e le due troupe rai si fermeranno nella zona del Montefeltro per circa una settimana.

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Scale mobili e funicolari, l’architetto: “Basterebbe volerli progettare” http://ifg.uniurb.it/2014/03/25/ducato-online/scale-mobili-e-funicolari-larchitetto-basterebbe-volerli-progettare/60259/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/25/ducato-online/scale-mobili-e-funicolari-larchitetto-basterebbe-volerli-progettare/60259/#comments Tue, 25 Mar 2014 14:44:15 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60259 de carloURBINO – “A Urbino ci voleva Giancarlo De Carlo ancora vivo, ha lasciato un’eredità straordinaria a cui basterebbe attingere. Per realizzare degli impianti di risalita basterebbe solo avere il coraggio di progettarli”. Parola di Augusto Mazzini, architetto, grafico e urbanista, che interviene nel dibattito aperto da un sondaggio del Ducato sull’ipotesi di realizzare impianti di risalita in città.  Secondo la maggioranza degli intervistati scale mobili, ascensori gratuiti o funicolari faciliterebbero l’accesso al centro storico, per questo i cittadini si sono detti largamente favorevoli alla costruzione di strutture di questo tipo.

L’idea di realizzare una funicolare per raggiungere il centro storico non è nuova, anzi. L’opera era stata prevista già da Giancarlo De Carlo nel suo piano regolatore. Mazzini, nato a Siena nel 1939, ha collaborato con De Carlo, conosce la città ducale e ritiene che la costruzione di uno o più impianti di risalita sarebbe sicuramente fattibile: “Urbino è una città molto simile a Siena – spiega – ha un centro storico posizionato in alto e a cui si accede da più direzioni. Bisogna avere il coraggio di progettare percorsi che si vedano, non interrati, che convivano con la storia e le bellezze della città”.

De Carlo non è stato l’unico a proporre la realizzazione di impianti di risalita a Urbino. Ad averci pensato è stato anche Michele Felici, ex direttore dell’ufficio Tecnico del Comune. Il suo “Progetto 2020″ prevedeva anche la costruzione di una funicolare a due vagoni che partisse dall’ex Fornace Volponi e arrivasse in via Santa Chiara. Tutto il progetto – come è scritto nelle prime righe del testo – era stato messo a punto “ponendo particolare attenzione alla popolazione più giovane che può dare dinamicità e impulso alle attività economiche”. Il progetto della funicolare messo a punto da Felici risale a tre anni fa: “I lavori poi sono stati sospesi – spiega l’ex dirigente – perché la ditta a cui furono affidati è fallita e perché nel punto di arrivo è stata ritrovata una casa romana”.

Lavori interrotti e trascurati, ma che per il Comune non hanno mai avuto come obiettivo la creazione di una funicolare: “Avevamo avviato i lavori per gli impianti di drenaggio di quel versante del centro storico – spiegano dal Comune – e pensato di creare una galleria tenendo conto della possibilità di un futuro impianto di risalita, lasciando dunque lo spazio adeguato”.

Mentre a Urbino scale mobili e funicolari sono ancora delle chimere, molte altre città italiane hanno fatto passi da gigante. “Il miglior esempio in questo senso è sicuramente Perugia – ricorda Mazzini – dove non solo ci sono quattro impianti di scale mobili e due ascensori, ma anche il minimetrò che è un ottimo esempio di architettura ben integrata”. E anche se l’architetto senese critica i tre impianti della sua città – “ci sono errori strutturali e in alcuni sono già comparse le prime infiltrazioni” – almeno la mobilità e l’accesso al centro storico sono garantiti. Lo stesso vale per Spoleto, Arezzo, Orvieto e tanti altri borghi sparsi nel territorio italiano.

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‘Non è un paese per vecchi': ecco come vivono gli anziani a Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-online/non-e-un-paese-per-vecchi-ecco-come-vivono-gli-anziani-a-urbino/59128/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-online/non-e-un-paese-per-vecchi-ecco-come-vivono-gli-anziani-a-urbino/59128/#comments Mon, 17 Mar 2014 11:49:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59128 nelliLa memoria storica di Urbino se ne va in giro tutti i giorni sugli autobus della città. Dalle nove di mattina fino a mezzogiorno e poi dalle 15 fino a sera, Luigi Nelli, 90 anni, conosciuto da tutti come “Gigi in carretta” è sempre lì, a salutare le persone che salgono e scendono, a scambiare due chiacchiere con gli autisti. Lo incontriamo un pomeriggio sul bus numero 1, seduto in prima fila: “Nella mia vita ho fatto il carrettiere, ecco perché mi hanno dato questo soprannome. Portavo la legna da Urbino a Rimini per i forni, consegnavo anche i caschi da parrucchiere e trasportavo l’immondizia. Avevo una salute di ferro, ero un donatore di sangue”, afferma con orgoglio. “Ogni mattina la prima corriera che si riempiva era la mia. Raccontavo barzellette e cantavo. Ancora oggi tutti mi conoscono”, dice sorridendo mentre stringe il bastone tra le mani. Gigi trascorre così le sue giornate, ma anche gli altri anziani di Urbino hanno ben poco da fare durante il giorno. Ettore e Sergio la mattina sono sempre in piazza, davanti al bar Basili: “Due anni fa hanno chiuso il circolo a piazza della Repubblica, adesso o spendi i soldi al bar o ti siedi sul muretto e sugli scalini”. Il pomeriggio però ad appropriarsi della piazza sono gli studenti.

Per quelli della cosiddetta terza età, l’unico punto di ritrovo nella città ducale è il centro anziani Padiglione, gestito dal Comune, in via Neruda, vicino alla piscina comunale. Un po’ fuori mano per chi abita nel centro storico. Lì gli anziani trascorrono il pomeriggio a giocare a carte. Hanno allestito una cucina e portato un biliardo. Quando entriamo ci sono una decina di persone, tutte concentrate sulle loro partite a briscola. Qualcuno legge il giornale in un angolo. Elide, Angela e Anna raccontano: “Ogni tanto organizziamo dei pranzi, poi aspettiamo la domenica per ballare”. Al piano superiore c’è infatti una grande sala da ballo addobbata con festoni, dove un giorno a settimana ascoltano i dischi della loro gioventù. E’ il loro cielo in una stanza. Maria, 74 anni, però preferisce frequentare il centro anziani di Urbania: “Lì organizzano molte più attività, si balla anche il sabato”. Poco lontano dal Padiglione, c’è il bocciodromo: la mattina gli anziani si ritrovano per giocare a bocce ma dalle 14 in poi le protagoniste sono di nuovo loro, le carte.

Una realtà questa che Sirto Sorini, 80 anni, conosce bene: “Io sono una eccezione, mi travesto da clown per i bambini sorinidell’ospedale, faccio l’animatore per gli anziani nelle case riposo e raccolgo fossili antichi sul Monte Nerone. Ma i miei coetanei durante il giorno non fanno nulla. Prima quando si poteva entrare con le auto nel centro storico, venivano in piazza accompagnati da parenti e amici, adesso chi abita fuori e ha difficoltà a prendere i mezzi pubblici non ha altra alternativa che restare in casa. La piazza si è svuotata e non ci sono altri luoghi d’aggregazione. Il bocciodromo e il Padiglione sono frequentati principalmente da chi vive in quel quartiere. Per gli altri è difficile arrivarci, è troppo lontano”. Sorini, che nella vita ha fatto il cameriere e poi il bidello, da quando è in pensione costruisce aquiloni da regalare agli ammalati: “Ne ho inventato uno che all’estremità ha una cannuccia, così anche i bambini che stanno a letto possono farlo volare facilmente per la stanza, basta soffiarci dentro. Cerco di farli sorridere, anche se ho il groppone in gola”, dice con gli occhi lucidi.

“Noi anziani siamo dimenticati”, continua. “Non ci sono biblioteche, non si organizzano corsi o feste. Il vuoto assoluto. I miei amici passano il tempo a giocarsi il caffè al bar”. racconta Sorini che è anche il massaggiatore della squadra di basket di Urbino e ogni tanto insegna agli studenti a costruire aquiloni con la plastica. “Non ho potuto studiare, anche se mi sarebbe piaciuto. Sognavo di fare il meccanico. Con tanti sacrifici, io e mia moglie siamo riusciti a far laureare i nostri due figli”. Entriamo in quello che lui chiama il suo piccolo studio. Dentro delle scatole ha catalogato tutti i fossili che ha raccolto durante le sue spedizioni sui monti della zona. Nell’ultimo ripiano della libreria ha appeso i suoi aquiloni. Indossa per noi il cappello da clown e fa una smorfia: “Io sono la dimostrazione che gli anziani possono ancora dare il loro contributo, possono essere una risorsa per la nostra città”.

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Comunali 2014, Urbino che vorrei: il sondaggio tra i cittadini http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/comunali-2014-urbino-che-vorrei-il-sondaggio-tra-i-cittadini/59167/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/comunali-2014-urbino-che-vorrei-il-sondaggio-tra-i-cittadini/59167/#comments Fri, 14 Mar 2014 13:20:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59167 Ducatoa 137 abitanti. I cittadini-elettori hanno detto la loro sulle questioni più importanti.Un 'vademecum' per il futuro primo cittadino Le interviste: Muci - Gambini - Crespini - Malerba - Sgarbi - De Santi - Demitri - Londei - Forti SFOGLIA E LEGGI Il nuovo numero de Il Ducato]]> città idealeURBINO – Piazza della Repubblica è affollata di giovani. Sono accorsi da tutta Europa, e oltre, per assistere alla Fiera internazionale dell’Arte contemporanea. L’evento è solo il primo di una lunga serie di iniziative promosse da Comune e università con la partecipazione attiva degli istituti d’arte urbinati. Ne parlano tutti e tutti vorrebbero essere qui, nella città ducale che per l’occasione ha implementato la rete di trasporti extraurbani. Per raggiungere piazza Raffaello,  trasformata in un grande museo all’aperto, si può lasciare l’automobile a porta Santa Lucia e da lì proseguire con le scale mobili o gli ascensori.

Questa è l’immagine utopica costruita interpretando i desideri di chi vive a Urbino, o almeno quelli di 67 donne e 70 uomini che hanno risposto alle domande del nostro questionario. I giovani.

Dalla “città ideale” alla città ducale, quella vera, dove i giovani sono più degli abitanti. Gli urbinati ne sono consapevoli tanto che il 92,7% di loro è convinto che senza gli universitari la città “morirebbe”. Paradossalmente quella che è la più grande risorsa di Urbino, diventa un problema quando gli stessi giovani, che pagano affitti e tasse universitarie, escono il giovedì sera per divertirsi. Gli abitanti del centro storico si lamentano per il chiasso e la sporcizia che il venerdì mattina trovano in piazza e nei vicoli. Come risolvere il problema? Per il 73% degli intervistati basterebbe creare nuovi luoghi di aggregazione, mentre il 26,5% pensa che la soluzione possa essere la chiusura dei locali a mezzanotte. «È un’assurdità – dice un settantenne – perché oggi i ragazzi non escono prima delle undici di sera. Mica come ai miei tempi quando i bar alle 21 erano già tutti pieni».

La città. Un borgo rinascimentale tanto bello quanto inaccessibile. Dentro le mura, salite che anche l’alpinista Reinhold Messner avrebbe qualche difficoltà a “scalare”. A complicare le cose si aggiunge la zona a traffico limitato (Ztl) che impedisce alle automobili di circolare nel centro storico, penalizzando, secondo il 66,4%, non solo i commercianti, ma anche cinema e teatro. Vero è che più della metà degli intervistati sostiene anche che la Ztl riesce a preservare la vivibilità della zona. Avere delle “buone gambe” a Urbino è fondamentale. Non solo perché non si può accedere al centro in automobile, ma anche perché non ci sono né scale mobili né ascensori gratuiti. Forse è per questo che l’86% desidererebbe avere questo tipo di facilitazioni.

Ma Urbino non è solo centro storico. Negli ultimi anni, i quartieri fuori le mura sono stati notevolmente ampliati. Come raggiungerli? Con i mezzi pubblici, che per il 50,4% degli intervistati sono efficienti e puntuali. Ma non per tutti: «Gli studenti – dichiara una giovane donna – sono costretti a vivere in centro, spendendo molto di più per l’affitto, perché i bus la sera non passano e non collegano tutte le zone della città». Situazione che non migliora quando si parla di collegamenti extraurbani: per il 68,6% è mal collegata con il resto d’Italia. Sarà anche per questo che i turisti non sono poi così tanti. Non è però tutta colpa dei trasporti. Il 76,6% del campione ritiene che le bellezze di Urbino siano poco pubblicizzate. La casa di Raffaello, le colline del Montefeltro, il Museo della città, i torricini di palazzo Ducale sono solo alcuni dei luoghi unici e magici della città. «Un castello così ce l’abbiamo solo noi e Walt Disney», dice Andrea, agente di commercio di giorno e dj di notte. È inoltre significativo che il 96,4% vorrebbe che Comune e università collaborassero di più per organizzare eventi culturali.

Una volta arrivato nella città ducale, il turista avrà delle difficoltà a trovare qualche souvenir: sono sempre di più i locali chiusi o sfitti. Problema che per il 54% degli intervistati non deriva dall’apertura dei due centri commerciali – che sono comunque troppi per il 64,2% – ma dagli affitti troppo alti. Il degrado. «La differenziata non funziona perché non ci sono abbastanza controlli. Bisognerebbe fare una raccolta porta a porta, così chi non divide i rifiuti correttamente verrebbe multato». L’opinione espressa da una barista del centro storico non è condivisa da tutti gli intervistati. Infatti, se il 46,7% non è soddisfatto del modo in cui viene gestita la raccolta differenziata, il 38,7% non si lamenta. «Per migliorare il servizio – dichiara un commerciante di via Raffaello – basterebbe aggiungere un turno di raccolta in più, soprattutto nelle vie del centro, in tarda serata per evitare che la spazzatura rimanga fuori ai portoni fino al mattino seguente». Una volta ritirati i rifiuti finiscono a Montesoffio, nella discarica di Ca’ Lucio, da sempre al centro di forti polemiche che dividono la popolazione. Posizioni contrastanti che si riflettono anche nei dati raccolti: il 48,2% vuole che la discarica sia chiusa, l’altra metà degli intervistati si divide tra contrari e indecisi. «E pensare che vicino a San Bernardino c’è una discarica a cielo aperto – racconta la proprietaria di una libreria in via Bramante – in una casa abbandonata c’è una montagna di vetro».

Altro tasto dolente è il degrado in cui versa Urbino2, zona periferica che per il 60,6% è paragonabile a un “ghetto”. C’è poi un 33,6% che addirittura non sa cosa sia e chi ci vive. In vista delle elezioni comunali, questo sondaggio potrebbe essere una sorta di vademecum per il nuovo sindaco. Certo, è un po’ difficile che Urbino possa diventare la città ideale sognata dagli urbinati, ma secondo gli intervistati sarebbe opportuno muovere i primi passi in questa direzione. Sognano il cambiamento, qualcosa di nuovo che permetta alla città ducale di non restare chiusa in se stessa ma di aprirsi al mondo. E al nuovo sindaco alcuni consigliano: «Non si occupi solo di quelli già tutelati ma di tutti i cittadini del Comune e soprattutto migliori le comunicazioni».

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Maricla Muci, “innanzitutto donna”: la sfida agli uomini del Pd http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/maricla-muci-innanzitutto-donna-la-sfida-agli-uomini-del-pd/59057/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/maricla-muci-innanzitutto-donna-la-sfida-agli-uomini-del-pd/59057/#comments Fri, 14 Mar 2014 10:24:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59057 [continua a leggere]]]> Maria clara MuciURBINO – “Domani c’è l’inaugurazione di una mostra sulla violenza sulle donne, ci vediamo lì?”, dice al telefono. E lì la troviamo, mentre parla del ruolo della donna e della propria sfida per diventare sindaco di Urbino. È Maricla Muci, attuale assessore al bilancio e candidata alle primarie del Pd. Nel partito, sfida per la carica di primo cittadino tre uomini.

Donna prima di tutto. “Sono innanzitutto, una donna”, dice lei. “Madre, moglie e lavoratrice”, sottolinea. Donna anche nelle sue avventure e nelle sue letture: “Ho creduto e mi sono battuta per i referendum per l’aborto e il divorzio”, spiega la Muci. Parlando di libri, i suoi autori preferiti sono due scrittrici: Isabel Allende e Margaret Mazzantini. Maricla Muci è sorridente e alla mano: più volte si interrompe per salutare amici e conoscenti, soprattutto donne che la sostengono. La si sente spesso chiamare per nome un passante per salutarlo.

La gioventù e la passione politica. “Il mio interesse per la politica è nato quando frequentavo il liceo classico, prima di cambiare scuola e prendere la maturità per i servizi sociali”, racconta la Muci. Studi liceali interrotti, quindi: “Ho lasciato per una delusione con un insegnante di latino – continua la Muci – poi ho completato gli studi in infiermeristica, con un’abilitazione alle funzioni direttive, il ruolo che ho tuttora nell’ospedale di Urbino”. Da giovane, la Muci è stata un’attivista dei movimenti di sinistra: “Ero più a sinistra del partito – racconta – allora la passione politica si sentiva più che adesso e tutti partecipavamo alle grandi battaglie come quella sulla procreazione assistita”. Ancora una volta, ci tiene a ribadire l’importanza delle sue battaglie femministe.

La carriera politica. A Urbino, il contatto col mondo della politica inizia quasi per caso: “In ospedale, sono stata scelta come responsabile sindacale per rappresentare anche le donne – racconta l’assessore – da quel momento ho preso contatto con la vita politica cittadina e ne sono diventata una parte integrante, fino all’elezione nel consiglio comunale con il sindaco Massimo Galuzzi, alla fine degli anni Novanta”.
La militanza della Muci è stata sempre la stessa. Lei la definisce “coerenza”: dal Pci al Pd, passando per Pds e Ds. I suoi miti? Enrico Berlinguer, ovviamente, ma anche Aldo Moro, “i precursori della vita politica attuale”.

Urbino: amore a prima vista. Maria Clara Muci è nata nel 1956. È cresciuta in Salento, a Santa Maria al Bagno. Poi, due anni in Valtellina e, a 18 anni, l’arrivo a Urbino. “Sono venuta qui perché ci studiavano mio fratello e mia cognata, ma soprattutto perché mi sono innamorata della città la prima volta che l’ho vista”, continua il racconto della Muci. Il suo primo approccio con Urbino è quasi da film: “Sono arrivata una sera, la città era avvolta nella nebbia e stavo a piazza Rinascimento, dove abitava mio fratello. Era un luogo magico, l’atmosfera era incredibile. Forse è in quel momento che ho deciso di vivere per sempre a Urbino”.

Le passioni. Divoratrice di libri, si definisce lei. Letture tipicamente femminili, come già detto. Romanzo preferito? “Venuto al mondo della Mazzantini”, risponde dopo averci pensato. Altra passione i viaggi. Ricorda volentieri quelli in America, Finlandia e Spagna. Ma il desiderio è visitare a fondo il Sud America. Altra grande passione la musica, soprattutto quella legata alla sua gioventù: “Adoro il periodo degli anni Sessanta e Settanta – continua a raccontare – il mio gruppo preferito in assoluto sono i Beatles, ma tra gli italiani come potrei non amare De André?”, conclude la candidata alla primarie del Pd.

Se diventassi sindaco. Senza esitazioni, Maricla Muci risponde chiaramente: “La prima cosa che vorrei fare è migliorare il centro storico, soprattutto dal punto di vista della manutenzione: cercando di abbellire la città, ma facendo lo stesso anche nelle frazioni”. Il secondo punto sottolineato dalla Muci è strettamente legato al primo: “La vivibilità della città è fondamentale”, secondo l’assessore al bilancio. Infine, “bisogna agire per Ca’ Lucio, intervenire sulla discarica e rendere vivibile anche quella zona”, spiega la Muci, che nel frattempo continua a salutare tutte le donne che la incitano a resistere per sconfiggere lo strapotere degli uomini nella città ducale.

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Ecco le nuove telecamere hi-tech per sorvegliare il giovedì sera http://ifg.uniurb.it/2014/02/05/ducato-online/ecco-le-nuove-telecamere-hi-tech-per-sorvegliare-il-giovedi-sera/56585/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/05/ducato-online/ecco-le-nuove-telecamere-hi-tech-per-sorvegliare-il-giovedi-sera/56585/#comments Wed, 05 Feb 2014 18:08:55 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56585 polizia_superokURBINO – I nuovi occhi del centro storico sono pronti. Si tratta di otto telecamere di ultima generazione. Questa volta non serviranno al controllo della Ztl: gli obiettivi saranno puntati sugli eccessi del giovedì sera. Quattro apparecchi di video-sorveglianza sostituiranno quelli già esistenti in piazza della Repubblica e dintorni, ormai obsoleti, mentre altri quattro verranno installati in punti nuovi: corso Garibaldi, via Battisti, via Veterani (o via Budassi, cioè la prosecuzione) e il secondo tratto di via Mazzini. Secondo la giunta comunale, serviranno a scoraggiare i gesti vandalici – o le semplici bravate – di giovani teppisti e studenti ubriachi.

L’acquisto delle nuove telecamere era già stato annunciato qualche mese fa e il Comune, per l’occasione, aveva impegnato 17.500 euro ad agosto. “La polizia deve ancora effettuare i sopralluoghi per decidere il punto preciso d’installazione – spiega Gabriele Cavalera, responsabile dell’ufficio stampa del Comune – ma sarà tutto pronto nel giro di qualche settimana”.

L’entusiasmo è contenuto, almeno da parte del Comitato cittadini del centro storico. “Non siamo contrari, anzi – spiega Cristina – ma il problema delle telecamere è che servono solo come deterrente. In ogni caso se si vuole fare un danno lo si può fare nel vicolo accanto”. Il Comitato vorrebbe che il Comune si concentrasse su altre proposte: per esempio, dislocare lo svago del giovedì sera, offrire alternative culturali e far “passeggiare” le forze dell’ordine nelle strade non coperte dalla video-sorveglianza.

Allo stesso modo la novità non sembra preoccupare gli studenti. “Per noi cambia poco – spiega Mariano Marano di Cuspide – sapere che c’è una telecamera in più o in meno. Può funzionare per scoraggiare alcuni studenti, ma non risolve il problema”. Secondo Marano, infatti, la soluzione non esiste: “È normale che ci sia confusione nelle città universitarie. Serve soltanto un po’ di buon senso e rispetto da entrambe le parti. Residenti o no, comunque viviamo tutti qui a Urbino”.


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Urbino, negozi sfitti del centro diventano vetrine d’artista http://ifg.uniurb.it/2014/01/26/ducato-online/urbino-negozi-sfitti-del-centro-diventano-vetrine-dartista/55180/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/26/ducato-online/urbino-negozi-sfitti-del-centro-diventano-vetrine-dartista/55180/#comments Sun, 26 Jan 2014 17:44:05 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55180 VIDEO - Metti un centro storico costellato di serrande chiuse da lucchetti e l'esigenza degli artisti locali di una vetrina per esporre le proprie opere. Il risultato è il progetto "Le vie degli artisti", promosso dalla Cna di Urbino, che mette a disposizione i negozi inutilizzati a pittori, scultori e ceramisti. Per Marcello Pucci, 51 anni, ceramista e scultore, è un modo per contrastare gli effetti della crisi]]> URBINO – “Vendesi”, “Affittasi”, “Cedesi attività”. Il centro storico è costellato di lucchetti e, allo stesso tempo, mancano spazi dove esporre il talento dei giovani. Con il progetto “Le vie degli artisti“, approvato all’unanimità dall’amministrazione comunale, i locali sfitti della città ducale potrebbero diventare la vetrina di pittori, designer e artigiani locali.

Il ceramista-scultore urbinate Marcello Pucci, 51 anni, è convinto che solo l’arte può contrastare gli effetti della crisi economica. È d’accordo anche il promotore dell’iniziativa Roberto Annibali, presidente della Cna Urbino (Confederazione nazionale per le piccole e medie aziende) e di Rete Imprese Italia: “Per la ripresa puntiamo sulle eccellenze del nostro territorio”


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Artigiani nei negozi sfitti: il ‘mercato’ di Natale contro la crisi http://ifg.uniurb.it/2013/12/13/ducato-online/artigiani-nei-negozi-sfitti-il-mercato-di-natale-contro-la-crisi/53952/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/13/ducato-online/artigiani-nei-negozi-sfitti-il-mercato-di-natale-contro-la-crisi/53952/#comments Fri, 13 Dec 2013 17:15:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53952 [continua a leggere]]]> URBINO – I negozi chiusi e abbandonati riprendono vita: non più simboli di una crisi economica che non ha risparmiato nessuno tantomeno Urbino, ma luoghi di aggregazione e coinvolgimento. Sei tra i locali sfitti del centro città si illuminano per le feste di Natale e ospitano artigiani che tengono laboratori di ceramica artistica e cultura, ceramica design, tessitura a mano e lavorazione di vetro di Murano; una seconda vita per quegli spazi inutilizzati iniziata domenica 8 dicembre e che durerà fino all’8 gennaio.

L’INCHIESTA – A spasso in mezzo alla crisi: non si vede ripresa per le vie di Urbino / I negozi del centro, uno ne chiude, mezzo ne apre
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L’iniziativa è dell’amministrazione comunale ed è accolta ogni Natale con grande favore dai cittadini e dagli artigiani stessi, per questo si ripete ormai da molti anni. I locali vuoti sono messi a disposizione da privati che, con la mediazione del Comune o della pro-Urbino o anche tramite un rapporto diretto con gli artigiani, li danno in affitto per un mese a prezzi concordati.

“Il fine principale di questo progetto è far rivivere le strade di Urbino e riportare la gente in piazza, almeno durante le feste”, aveva spiegato l’assessore alla cultura Attilio Fini qualche giorno fa durante la presentazione del “Natale a Urbino”, iniziativa che prevede di valorizzare per un mese la città con proposte come la Via dei Presepi e, appunto, i laboratori artigiani in città.

In effetti oggi Urbino sembra più vitale: passando per il centro storico si possono osservare gli artigiani al lavoro nelle loro botteghe e in alcuni casi i cittadini possono imparare praticamente il mestiere. Sono stati organizzati anche dei laboratori (come quello di ceramica) apposta per i bambini che possono così divertirsi a creare le proprie “opere d’arte”.

Gli artigiani sono felici di essere utili alla rinascita di Urbino e soddisfatti del rapporto che si è creato con la città: “Siamo qui per far vedere alla gente di Urbino le nostre attività e poter portare un po’ di vita nelle strade – spiega Giancarlo Toso, l’unico artigiano veneto che da 15 anni torna per tenere un laboratorio di lavorazione del vetro di Murano – e i cittadini ogni volta ci ricercano. Se io mancassi quasi si sentirebbero offesi perché loro mi hanno dato tanto e io torno ogni anno per dare a mia volta qualcosa”.

Mentre lavora il suo vetro preziosissimo con la maestria dei tempi antichi, Giancarlo Toso racconta il suo rapporto con la città ducale che secondo lui è “molto simile a Venezia per l’arte e la storia” e in cui, dopo 15 anni, si è fatto molti amici. Solo per questo torna a Urbino perché sulla crisi economica meglio sorvolare: “Non parliamo di crisi perché se io dovessi farmi i conti tra i costi e i ricavi non farei nulla di tutto questo: tra il viaggio da Venezia con tutta l’attrezzatura la seguito, il vitto e l’alloggio a Urbino non ho praticamente nessun guadagno. Vengo qui per un fattore quasi di amore, solo perché amo questa città”.

Ma come può sopravvivere l’artigianato ridiventando un punto di forza dell’economia della città? “Le persone non comprano più gli oggetti che si trovano dappertutto e che sono tutti uguali – conclude Toso – ma qua da noi ci sono cose che non trovi da nessuna parte, sono tutte cose fatte a mano. L’artigianato deve vivere sulla differenza e sulla particolarità”.

 

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Da Napoli a Urbino per vendere scarpe: “Con 15 mila studenti impossibile non lavorare” http://ifg.uniurb.it/2013/12/13/ducato-online/da-napoli-a-urbino-per-vendere-scarpe-con-15-mila-studenti-che-camminano-impossibile-non-lavorare/54030/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/13/ducato-online/da-napoli-a-urbino-per-vendere-scarpe-con-15-mila-studenti-che-camminano-impossibile-non-lavorare/54030/#comments Fri, 13 Dec 2013 11:10:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54030 passo-passo-urbino2URBINO – Giovanni Matarrese viene da Napoli, ha 40 anni e da una decina vive ad Ancona. Nella vita vende scarpe così come quattro generazioni della sua famiglia prima di lui. A novembre ha aperto “Passo passo” in via Vittorio Veneto nel centro storico di Urbino.

“Chi non riesce a lavorare con 15 mila studenti che dalla mattina alla sera passano davanti alla propria vetrina dovrebbe farsi qualche domanda – dice Giovanni – Chi apre un’attività commerciale solo perché ha un piccolo capitale da investire non ha capito che come in ogni mestiere ci vuole preparazione e studio”. Prima di piombare sulla città ducale, il gruppo nel quale lavora Giovanni, una struttura di 80 persone con oltre 30 punti vendita sparsi in Italia, ha voluto vederci chiaro: “Ci siamo affidati a uno studio commerciale per fare un’indagine di mercato: abbiamo sopportato una spesa iniziale, ma questo ci ha permesso di fare un investimento mirato”.

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Sono passati trenta giorni dall’apertura nel centro storico urbinate e Giovanni ha già di che essere soddisfatto: “Le cose vanno molto bene e sto già pensando di aprire un altro punto vendita là vicino completamente dedicato alla clientela giovanile”. L’idea di fondo è di andare incontro agli studenti universitari, spesso visti come un problema più che una risorsa: “Non capisco i commercianti che trattano con ostilità gli studenti, un fenomeno che ho notato in più occasioni nel centro e che di sicuro non aiuta la propria attività”. la scelta quindi è proprio di puntare sugli studenti, il più delle volte con le tasche vuote, ma che di camminare hanno bisogno: “Il periodo è difficile per tutti, le famiglie fanno sacrifici per mantenere i propri figli fuori casa per studiare, è ovvio – spiega Giovanni – che i nostri prezzi non devono superare più o meno le 100 euro se vogliamo portare clienti nel nostro locale”.

Il Natale si avvicina, per il commercio è di solito un periodo di grande attività, ma secondo l’imprenditore napoletano a guardare le strade del centro storico di Urbino sembra un periodo come un altro: “Noi abbiamo addobbato la nostra vetrina per le feste, ma per le strade le decorazioni sono scarne e poco attraenti, non sono dettagli da poco – ricorda Giovanni – da dove vengo io la competizione commerciale è forte, a Urbino temo che in tanti si siano seduti sugli allori di tempi passati”.

E’ opinione diffusa tra i commercianti di Urbino che la grande distribuzione sia tra le più grandi minacce del commercio al dettaglio. Per Giovanni sono alibi che non reggono, anzi ne promuove l’utilità proprio per la categoria: “I locali in centro sono piccoli, noi siamo abituati ad almeno 1000 metri quadrati: un centro commerciale attaccato al centro come quello di porta Santa Lucia sarà utile a chi vuole ingrandire la propria attività, al Consorzio invece non investirei perché là i clienti bisogna sperare che ti raggiungano in auto, gli studenti si spostano a piedi e sono attirati da supermercati convenienti e assortiti: per mentalità sono abituato a pensare che la gente devo attirarla io nel mio negozio, non aspettare che vengano da me”.

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