il Ducato » cgil pesaro http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » cgil pesaro http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Poste, ad aprile chiudono tre uffici in provincia http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/senza-categoria/poste-ad-aprile-chiudono-tre-uffici-in-provincia/66229/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/senza-categoria/poste-ad-aprile-chiudono-tre-uffici-in-provincia/66229/#comments Tue, 24 Feb 2015 14:18:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66229 [continua a leggere]]]> URBINO, 24 FEB – Il taglio degli uffici operato da Poste Italiane colpirà ad aprile anche la provincia di Pesaro Urbino. Tre le sedi destinate a chiudere: Petriano, Novilara e Pesaro Cacciatori. Altri nove uffici della zona, invece, subiranno una riduzione dell’orario: la più importante riguarda la stazione postale di Serra Sant’Abbondio, che passerà da sei a tre giorni di attività settimanale. Scenderanno da a quattro a tre le aperture delle sedi di Belforte all’Isauro, Fratte Rosa, Isola di Fano, Monteciccardo, Piagge, Pianello di Cagli, San Giorgio di Pesaro e Smirra. Urbino per il momento resta fuori dal piano di riduzione di Poste ma non ci sono garanzie per il futuro.

“Poste italiane non ha reso noti i criteri su cui si basa per i tagli – commenta il segretario di Slc – Cgil di Pesaro Urbino, Marco Pazzaglini – l’obiettivo dell’azienda è quello di mantenere gli uffici sono nelle zone più redditizie. Questa situazione creerà parecchi problemi anche agli operatori, diversi dei quali saranno costretti a spostarsi da una sede all’altra per coprire il proprio turno di lavoro. Altri, invece, saranno semplicemente ricollocati in un ufficio differente”.

Anche l’ex segretario Slc-Cgil Michele Barile sostiene la necessità di fare fronte comune con i sindaci del territorio per tentare di porre freno a un fenomeno “che va avanti da parecchi anni”. “Sono soprattutto gli amministratori dei comuni che ancora non sono stati colpiti a doversi attivare – spiega Barile – perché la prossima volta i tagli potrebbero raggiungere i loro uffici”.

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Urbino: maglia nera per la disoccupazione in provincia http://ifg.uniurb.it/2015/01/27/ducato-online/urbino-maglia-nera-per-la-disoccupazione-in-provincia/63619/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/27/ducato-online/urbino-maglia-nera-per-la-disoccupazione-in-provincia/63619/#comments Tue, 27 Jan 2015 15:44:53 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63619 URBINO – Crisi dell’occupazione: nella provincia di Pesaro-Urbino è l’entroterra a pagare il prezzo più alto. Sono i dati Ires Cgil (che confrontano il 2014 con il 2013), sulla base delle rilevazioni Inps sul numero delle indennità di disoccupazione (Aspi), a certificare un divario che continua a crescere. La suddivisione provinciale in quattro aree (Pesaro, Fano, Fossombrone – basso Metauro e Urbino – Montefeltro) fotografa una realtà in cui questo squilibrio è arrivato a toccare il suo picco più alto.

Domande di disoccupazione in aumento. Il dato più preoccupante riguarda proprio Urbino e il suo circondario dove si è registrato un aumento del 14,9% delle domande di disoccupazione definite – cioè quelle che hanno dato esito positivo o negativo – e dell’11,4% di quelle accolte. Nello specifico le 2.393 domande definite nel 2013 sono diventate 2.749 nel 2014 e quelle accolte sono passate da 1.650 a 1.838.

I dati dell’entroterra messi a confronto con quelli della realtà pesarese sono ancora più allarmanti: rispetto al 2013 l’aumento di domande di disoccupazione definite a Pesaro è cresciuto nel 2014 solo del 3,7%, ma soprattutto sono calate del 9,4% le richieste accolte. A Fano le domande di disoccupazione definite hanno segnato un +6,7% , ma le richieste accolte sono solo il 3,4% in più rispetto al 2013. Un’inezia se confrontata con il+11% del Montefeltro.

Allargando il confronto ai dati regionali la situazione dell’entroterra pesarese è ancora più critica. Le Marche vedono aumentare le domande di disoccupazione dell’8,2% mentre le richieste accolte del 2%, quasi dieci punti percentuali in meno rispetto al Montefeltro.

“Questi dati sono la conferma che il processo di deindustrializzazione dell’entroterra continua ad avanzare” si legge nella nota di Cgil.

I tre settori in difficoltà. Legno, metalmeccanico e tessile sono i settori in cui la crisi ha creato maggiori difficoltà. “Tutti i comparti sono in difficoltà” sottolinea Claudio Morganti, segretario confederale Cgil. “Non ci sarà alcuna ripresa nel breve periodo. L’unica impresa a reggere bene l’urto, nonostante alcune difficoltà è l’Imab Group (un mobilificio di Fermignano ndr). Nel settore del tessile, per quello che è rimasto, la manifattura è in enormi difficoltà, mentre va meglio la commercializzazione”.

Difficile anche la situazione degli ammortizzatori sociali: “Per il momento le risorse stanziate sono ferme a giugno 2014″ continua Morganti. “Per il 2015 stiamo facendo degli accordi di sospensione con l’Inps. Per i lavoratori che non possono usufruire della sospensione stiamo invece trattando per la cassa integrazione in deroga. Siamo estremamente preoccupati perché non ci sono risorse”.

Tempi duri anche per i giovani: “Speravamo molto su ‘Garanzia giovani’ con cui abbiamo attivato molti tirocini, ma anche qui le risorse sono finite e ne servirebbero altre per intervenire”.

Aumenta la cassa integrazione straordinaria. Stando ai dati Cgil Inps rielaborati da Ires Cgil Marche anche la cassa integrazione straordinaria (Cig) nell’intera provincia è in aumento rispetto al 2013. “Preoccupa – si legge sulla nota della Cgil – l’incremento della Cig nel mobile (+80,7%), nella meccanica (+30,7%) e nel settore chimico-plastica (da 115.000 a 408.000 ore)”. La cassa integrazione in deroga invece aumenta del 3,9%. Unica nota positiva il calo della cassa integrazione ordinaria: -45% rispetto al 2013.

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Crisi del lavoro, Barbara e Glauco, da mesi senza stipendio: “Politici, un po’ di concretezza” http://ifg.uniurb.it/2014/03/31/ducato-online/crisi-del-lavoro-barbara-e-glauco-da-mesi-senza-stipendio-politici-un-po-di-concretezza/60646/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/31/ducato-online/crisi-del-lavoro-barbara-e-glauco-da-mesi-senza-stipendio-politici-un-po-di-concretezza/60646/#comments Mon, 31 Mar 2014 16:59:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60646 PESARO – “Ci chiamiamo Scavolini anche se non siamo quelli buoni”   dice sorridendo Glauco, ex capomagazziniere alla concessionaria Vernocchi di Pesaro, in causa con l’azienda perché rimasto senza stipendio e cassa integrazione.  Sua moglie Barbara lavorava in una ditta del settore cantieristico: è stata licenziata nel 2012 e ha percepito la cig fino ad agosto 2013. Da diversi mesi  e con i loro 2 figli, sopravvivono senza stipendio: hanno dovuto interrompere il mutuo della casa dove vivono e tirano avanti grazie ai nonni e a lavoretti saltuari.

Nelle Marche quest’anno i disoccupati sono 86 mila. Stando agli ultimi dati dell’Inps elaborati da Ires Cgil, in provincia di Pesaro e Urbino, le ore di cassa integrazione richieste a febbraio 2014 sono diminuite, sia rispetto a gennaio, che a febbraio 2013. Ma secondo la segretaria provinciale della Cgil Simona Ricci “In provincia è ancora emergenza lavoro”.

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Camusso: “La ripresa nelle Marche grazie a export e qualità” http://ifg.uniurb.it/2013/06/04/ducato-online/camusso-la-ripresa-nelle-marche-grazie-a-export-e-qualita/49654/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/04/ducato-online/camusso-la-ripresa-nelle-marche-grazie-a-export-e-qualita/49654/#comments Tue, 04 Jun 2013 10:53:14 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49654 VIDEO. A Isola del Piano il segretario nazionale della Cgil ha parlato di economia marchigiana, disoccupazione giovanile e donne: "Le madri lavoratrici sono meno credibili agli occhi dei datori di lavoro"
LEGGI "Lavoro per combattere le mafie"]]>
URBINO – Il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso, parla delle Marche come esempio virtuoso per il paese. Camusso, intervenuta in occasione della manifestazione ‘I frutti della legalità’ a Isola del Piano (PU) in uno dei 17 terreni confiscati alla mafia nella provincia, ha suggerito due strade per migliorare l’economia marchigiana e risollevare le sorti del manifatturiero.

Susanna Camusso  ha commentato anche il problema della disoccupazione giovanile esortando i giovani ” a puntare tutto sulle proprie capacità “. Al centro del dibattito anche la situazione delle lavoratrici marchigiane. Camusso ha specificato come oltre a un problema normativo, “la figura della donna nel mondo lavorativo è penalizzata da un vizio culturale, che rende le madri lavoratrici meno credibili agli occhi dei datori di lavoro”.


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Susanna Camusso: “Il lavoro priorità per combattere la mafia anche nelle Marche” http://ifg.uniurb.it/2013/05/26/ducato-online/susanna-camusso-il-lavoro-priorita-per-combattere-la-mafia-anche-nelle-marche/48542/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/26/ducato-online/susanna-camusso-il-lavoro-priorita-per-combattere-la-mafia-anche-nelle-marche/48542/#comments Sun, 26 May 2013 15:27:53 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48542 ISOLA DEL PIANO – Alla Fattoria della legalità di Isola del Piano, un bene confiscato alla mafia, 150 studenti hanno incontrato Susanna Camusso – segretaria nazionale della Cgil – per parlare di lavoro,  malavita e soprattutto di quei “frutti della legalità” che hanno dato il nome all’ iniziativa.

Frutti che sono sia quelli concreti – come le ciliegie offerte a chi è intervenuto ieri sul palco – che nascono dai terreni sottratti in queste zone al mafioso Ruggero Cantoni e che ora vengono gestiti dal Comune e dall’associazione Libera; sia quelli astratti come la vitamina “L” di legalità che la segretaria ha tentato di trasmettere agli studenti con le sue parole.

“L’Italia – ha detto Camusso – è come se fosse sempre un paese doppio. Quello che viene rappresentato dal dibattito formale e poi un paese concreto e materiale che è quello che si trova oggi a Isola del Piano”.

In Italia gli anticorpi contro l’illegalità ci sono, sostiene la sindacalista; ciò che va ricostruito è il legame tra la quotidianità e  rispetto alla legalità. Un legame che, secondo la Camusso, è stata la classe politica a recidere, trasmettendo “troppe volte il messaggio che la lotta all’illegalità non fosse la priorità verso cui muoversi”.

Come dimostrano le misure ancora troppo deboli verso l’evasione fiscale o l’eliminazione del falso in bilancio, mentre secondo la Camusso “dovrebbe essere certo che chi evade finisce nelle patrie prigioni”.

Crisi economica e diritto al lavoro sono alcuni dei temi toccati dalla Camusso che,  rivolgendosi soprattutto agli studenti presenti, ha evidenziato le ripercussioni dei tagli all’ istruzione (10 miliardi di euro in 5 anni) e ha ribadito la  necessità di valorizzare la cultura come chiave per far ripartire l’Italia.

Commentando i dati sull’abbandono delle scuole da parte dei più giovani,  la Camusso si è detta amareggiata: “L’Italia si è fondata per decenni sull’ idea che bisognasse fare qualsiasi cosa purché i ragazzi andassero a scuola. Ora questa cultura si sta invertendo ed è un pericolo mortale per il paese”.

Foto di Lorenza Fernanda Pellegrini

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Imparare il mestiere nell’artigianato: 40 tirocini in azienda a 500 euro al mese http://ifg.uniurb.it/2013/04/15/ducato-online/imparare-il-mestiere-nellartigianato-40-tirocini-in-azienda-a-500-euro-al-mese/42938/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/15/ducato-online/imparare-il-mestiere-nellartigianato-40-tirocini-in-azienda-a-500-euro-al-mese/42938/#comments Mon, 15 Apr 2013 16:49:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=42938 PESARO – Quaranta giovani tra i 18 e i 28 anni. Cinquecento euro al mese a ognuno di loro. Duecentocinquanta euro alle aziende per ogni giovane tirocinante. I numeri dell’iniziativa “Botteghe di Mestiere”, promossa da Italia Lavoro, parlano chiaro. Incentivare la formazione professionale dei ragazzi, nel campo dell’artigianato, è la priorità della provincia di Pesaro-Urbino in materia di lavoro. A pagare i tirocinanti, però, non saranno le aziende stesse, ma il Ministero del Lavoro.

Il progetto dell’Amva (programma Apprendistato e mestieri a vocazione artigianale) è stato recepito dalla provincia di Pesaro-Urbino con l’intento di formare i ragazzi al lavoro artigianale e di aiutare le aziende della zona a trovare giovani capaci di lavorare nel mondo dell’artigianato. L’iniziativa coinvolgerà inizialmente 20 ragazzi, che verranno scelti tra i 169 che hanno fatto domanda di partecipazione tramite l’apposito bando pubblico. Saranno poi le aziende stesse, insieme a un comitato del centro per l’impiego della provincia, a scegliere chi svolgerà il tirocinio, a partire dall’inizio del mese di maggio. Dopo i primi sei mesi, in cui saranno scelti i primi 20 tirocinanti, ci sarà un nuovo bando e una nuova edizione che prevedrà l’inserimento di altri 20 tirocinanti.

Ma quali sono le aziende che ospiteranno i ragazzi? La condizione essenziale è che si tratti di aziende sane, che non abbiano licenziato nonostante la crisi e che presentino concrete possibilità di assunzione per il futuro. Sono state così accettate le candidature (ogni azienda, tramite Confindustria, poteva presentare domanda) della Saint Andrews Milano Spa (di Fano) e di altre dieci aziende che lavorano sulle costruzioni con tecnologie evolute, la cui capofila è la Dago Elettronica Srl, sempre di Fano.

Ma esistono davvero queste prospettive di assunzione? L’abbiamo chiesto alla responsabile della gestione del personale della Saint Andrews, Monica Marchetti. E la risposta è stata affermativa. “Da un anno a questa parte l’azienda ha ripreso le assunzioni e sa quanto sia importante investire sui giovani – ha detto la Marchetti – nel mondo dell’artigianato è difficile trovare chi ha le competenze adeguate, se non si sale con la fascia d’età. Per questo è necessario puntare sui giovani, che bisogna formare a questo genere di professioni”.

Non tutti, però, si dicono favorevoli alle “Botteghe di mestiere”. A protestare, infatti, c’è la Cgil Pesaro e la sua responsabile per la formazione Loredana Longhin, che proprio venerdì incontrerà la Commissione regionale per il lavoro per discutere di questa iniziativa. La Longhin ha definito “raccapricciante” il programma delle “Botteghe di mestiere”: “L’idea che i tirocini siano gli unici metodi di impiego lascia perplessi – ha dichiarato la Longhin – il problema vero è che un’iniziativa del genere rischia di legittimare tanti altri tirocini, ma non le assunzioni”. Il rischio, dunque, è quello di “agire al ribasso”, abbandonando le possibilità di assunzioni, fondamentali in un periodo di crisi come questo. “Certo, i tirocini retribuiti sono meglio di niente, ma non basta”, ha concluso la Longhin.

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