il Ducato » charlie hebdo http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » charlie hebdo http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Imam di Fermignano: “I terroristi sono fuori dalle rotaie dell’Islam” http://ifg.uniurb.it/2015/01/20/ducato-online/imam-di-fermignano-i-terroristi-sono-fuori-dallislam/62996/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/20/ducato-online/imam-di-fermignano-i-terroristi-sono-fuori-dallislam/62996/#comments Tue, 20 Jan 2015 13:11:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62996 LEGGI ANCHE La questura aumenta i controlli]]> imam_fermignanoURBINO – “Chi ha massacrato la redazione di Charlie Hebdo è fuori dall’Islam, è solo un terrorista”. Ahmed El Rhaidouni, imam di Fermignano, è risoluto quando parla degli attentatori parigini. Per precisare meglio il suo pensiero ricorre ad una metafora ferroviaria: “L’Islam corre su un binario ben preciso, dritto e chiaro. Questi sono fuori dalle rotaie”.

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Per l’imam di Fermignano, che ha incontrato la redazione del Ducato tredici giorni dopo l’attentato al settimanale parigino, è il rifiuto di ogni violenza la base che accomuna le grandi religioni monoteiste. Dietro di lui una lavagnetta con alcuni versi in arabo e un quadro dallo sfondo nero e una citazione del corano in caratteri dorati. “E’ un messaggio di fiducia – spiega- ricorda che Allah, all’uomo di fede, indicherà sempre una via d’uscita nei momenti di difficoltà”.

Durante l’intervista ritorna più volte sul “dolore causato” dal massacro di Charlie Hebdo nella comunità islamica fermignanese, sull’incomprensibilità di un gesto del genere agli occhi di un buon musulmano. “Una cosa inaccettabile; pensate anche che uno dei poliziotti uccisi è un musulmano. Un musulmano non uccide un altro musulmano”. Puntualizza come non basti inneggiare ad Allah e farsi crescere un lunga barba per appartenere alla famiglia di Maometto. “Nessuna religione dice di uccidere – ripete più volte – uccidere è fuori dalla religione”. Ricorda che Maometto, Mosè e Gesù Cristo sono profeti riconosciuti dal Corano, e che nessun musulmano vuole che “si parli male dei profeti”.

El Rhaidouni in Francia c’era andato appena una settimana prima dell’attentato. Lì racconta di aver trovato “rispetto, una comunità bene integrata dove si può vivere bene”. Adesso gli assassini della redazione di Charlie Hebdo rischiano di mettere in crisi questa serenità.“Non so perché lo abbiano fatto”, è il suo rassegnato commento.

Non è preoccupato però che quest’odio possa arrivare nelle Marche, dove vive da 23 anni. “La zona Pesaro-Urbino è tranquilla – spiega – le persone non sono ignoranti, vedono la differenza tra i terroristi e l’Islam”. L’integrazione tra la comunità islamica e quella italiana è a buon punto per lui, anche grazie alla creazione della moschee a Gallo e Fermignano. E la via dell’integrazione passa dallo studio dei testi: “La gente ha cominciato a studiare, e questo è importante non solo per l’Islam. Io leggo anche la Bibbia e i testi buddhisti, bisogna capire”.

Video a cura di: Isabella Ciotti, Adriano Di Blasi, Simona Desole, Dania Dibitonto, Alessandro Crescentini, Enrico Forzinetti, Ilenia Inguì

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Terrorismo, la questura aumenta i ‘passaggi’ davanti ai luoghi sensibili http://ifg.uniurb.it/2015/01/20/ducato-online/terrorismo-la-questura-aumenta-i-passaggi-davanti-ai-luoghi-sensibili/62999/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/20/ducato-online/terrorismo-la-questura-aumenta-i-passaggi-davanti-ai-luoghi-sensibili/62999/#comments Tue, 20 Jan 2015 11:55:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62999 Moschea di Fermignano

Moschea di Fermignano

URBINO – Più passaggi della polizia per la sicurezza degli obiettivi sensibili anche nel Montefeltro. Dopo gli attentati in Francia, la questura di Pesaro e Urbino ha aumentato l’attenzione e la vigilanza davanti ai luoghi sensibili, come le associazioni islamiche presenti nel territorio ma anche le sinagoghe, le chiese, la sedi dei vescovati, le istituzioni e i luoghi di interesse turistico (come Palazzo Ducale). Il ministro dell’interno Alfano ha dichiarato “siamo in massima allerta” e di conseguenza le forze dell’ordine hanno intensificato il flusso di volanti per scongiurare ogni possibile rischio di azioni violente e attentati terroristici, anche nei confronti delle realtà più piccole.

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In particolare nell’urbinate, le moschee e i centri culturali islamici sono quattro: a partire da quello di Fermignano (uno dei più frequentati), passando per quello di Gallo di Petriano, Fossombrone, e Acqualagna. Secondo l’associazione delle comunità islamiche di Pesaro e Urbino, la situazione nel territorio è molto tranquilla. “C’è un altro clima (rispetto al panorama internazionale ndr), non abbiamo avuto alcun segnale di possibili rischi” ha dichiarato Abdelali En Nahili segretario dell’associazione presieduta da Icham Rachdi. Lo scorso 13 gennaio, lo stesso Rachdi ha incontrato il vescovo di Fano Armando Trasarti per testimoniare il clima di distensione e dialogo tra le confessioni religiose. Ed è proprio per questo motivo, che l’associazione delle comunità islamiche di Pesaro e Urbino ha in programma di organizzare una fiaccolata contro il terrorismo.

Per quanto riguarda le sinagoghe, non c’è stata alcun atto violento o segnalazioni di possibili rischi, stessa situazione anche per i luoghi di interesse turistico, e quindi con notevole presenza di visitatori, come la città ducale.

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Finardi a Urbino: “Le vignette di Charlie Hebdo non sono esagerate. Gli ideali si devono poter criticare” http://ifg.uniurb.it/2015/01/19/ducato-online/finardi-a-urbino-le-vignette-di-charlie-hebdo-non-sono-esagerate-gli-ideali-si-devono-poter-criticare/62921/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/19/ducato-online/finardi-a-urbino-le-vignette-di-charlie-hebdo-non-sono-esagerate-gli-ideali-si-devono-poter-criticare/62921/#comments Mon, 19 Jan 2015 12:15:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62921 Finardi in concerto al Sanzio

Finardi in concerto al Sanzio

URBINO – “Se una radio è libera ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente”. Per chi come Eugenio Finardi ha cantato la rivoluzione delle radio libere negli anni settanta, l’attacco terroristico al settimanale francese Charlie Hebdo è quanto di più ‘blasfemo’ possa concepire un uomo. “La libertà di parola e stampa è una delle grandi conquiste dell’uomo”, dice il cantautore commentando la tremenda vicenda parigina al termine del suo spettacolo “Parole e musica”, giovedì scorso al Teatro Sanzio di Urbino.

Una messa in scena inusuale per un musicista dall’anima elettrica come Finardi, che si sviluppa tra sonorità acustiche, racconto biografico e riflessione sull’attualità. Nel suo nuovo spettacolo la “parola” precede sempre la “musica”: ogni brano ha la sua storia, ogni evento ha ispirato una canzone. Così Finardi le ha, con semplicità, raccontate al pubblico tra un brano e l’altro facendo emergere emozioni in forte contrasto tra loro.

È ancora musica ribelle. I classici del repertorio (Le ragazze di Osaka, Extraterrestre, Un uomo) si mischiano ai pezzi del nuovo disco, il combattivo Fibrillante. Pezzi nei quali il cantante urla il suo sdegno contro una classe dirigente di “ideologi cresciuti alla Bocconi”, dove è facile vedere il riferimento a Mario Monti e altri ministri del suo governo. O il rassegnato lamento di Savonarola, con il cantante che come l’eretico bruciato sul rogo predica contro una società di “arrivisti e arroganti”. Per questo si dichiara critico verso “coloro che dicono che Hebdo aveva esagerato. Più un’ideale è intenso e forte più si deve poterlo criticare, più si deve poterlo prendere in giro”.

Così durante lo spettacolo Finardi non si limita a porgere i brani al suo pubblico, ma ragiona a lungo, tra un pezzo e l’altro, sulla genesi dei suoi testi o su temi d’attualità come i licenziamenti nelle fabbriche a Terni e in Sardegna. Raccontandosi si commuove quando parla della nascita di Elettra, sua figlia affetta da sindrome di Down. Un momento che, per il cantante, rappresenta la cesura fondamentale della sua vita, la fine degli atteggiamenti da rocker egocentrico, la disillusione verso i beni materiali e la lenta scoperta di un mondo riempito dall’affetto che scaccia la solitudine.

FINARDI 3Un concerto raccontato. Ed è anche per questa nuova visione del mondo, per questo cambio radicale che pensa a “Parole e musica”, che nasce dalla “percezione che la gente ha voglia non solo di canzoni, di contenuti, di racconti. Mi sono reso conto che negli ultimi anni mi veniva dal pubblico non solo una richiesta di canzoni, di musica, di melodia – afferma l’artista – ma anche l’esigenza di un incontro che servisse a chiarire e ad approfondire i temi che in questi tempi turbolenti sempre più ci inquietano, ma anche le storie che hanno ispirato le canzoni che canto e le riflessioni che questi quarant’anni di carriera e di esperienza mi hanno portato a fare”. Le sonorità si fanno meno aspre ed elettriche per venire incontro al “desiderio di un pacato confronto in tempi di comunicazione urlata”.

Il pubblico ascolta attento, non si sente nemmeno un sussurro durante il racconto che precede quasi ogni brano. Solo verso la fine dello spettacolo, quando la scaletta si fa più accesa e il ragionare di Finardi si immette nell’invettiva, gli ascoltatori ricambiano il gruppo con lunghi e convinti applausi.

Il buon rapporto con Urbino. Quando lo spettacolo finisce il teatro Sanzio si svuota con lentezza, con gli spettatori che si scambiano pareri all’uscita o si attardano per cercare di scambiare qualche parola con l’artista. Qualcuno sottolinea come spettacoli del genere facciano bene alla città, rammaricandosi per la scarsa presenza di urbinati in un teatro comunque pieno.

Finardi dopo qualche minuto compare all’ingresso per firmare autografi e dialogare ancora un po’ con il suo pubblico. Spende parole di apprezzamento per il teatro Sanzio che lo ha ospitato per la serata: “E’ uno dei miei posti preferiti in Italia. Lo si vede subito arrivando ad Urbino. C’è il Palazzo Ducale che va verso il cielo mentre il teatro è radicato a terra, come un presidio dell’arte”. E’ stata la sua seconda volta ad Urbino, dopo il concerto del 2012, ma forse questa volta non ha lasciato solo il ricordo di una bella serata, ma pensieri profondi su cui poter riflettere.

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