il Ducato » cina http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » cina http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Progetto Marco Polo, gli studenti cinesi scoprono Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/02/05/ducato-online/progetto-marco-polo-gli-studenti-cinesi-scoprono-urbino/56251/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/05/ducato-online/progetto-marco-polo-gli-studenti-cinesi-scoprono-urbino/56251/#comments Wed, 05 Feb 2014 15:05:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56251 Mpolo2URBINO- Da Shou Zhou, nel cuore della Cina, a Urbino, “Per seguir virtute e canoscenza”. Sta per compiere 10 anni il progetto Marco Polo che  incentiva la mobilità tra le università cinesi e quelle italiane, facilitando il riconoscimento del titolo di studio in entrambi i paesi. I nostri atenei infatti, rispetto alla media europea, contano ancora un numero di studenti stranieri ancora esiguo.

An Zhang, 22 anni, della provincia di Shan Xi (centro nord della Cina) ha scelto il nostro Paese per studiare economia. In un italiano semplice ma fluente ci racconta come è arrivata nella città ducale. Secondo lei quest’anno sono almeno  70 gli iscritti cinesi all’Università, all’Accademia delle Belle Arti di Urbino e al centro studi italiani di Urbania. Consultando il sito del ministero dell’Università e della ricerca, si scopre che l’anno prossimo saranno oltre 200 i posti riservati dall’università di Urbino per gli aderenti al progetto Marco Polo.

La incontriamo davanti all’ufficio permessi di soggiorno, in fila per il rinnovo: “Il mio documento – dice la studentessa – scadrà l’8 marzo, ho ancora tempo, ma preferisco fare le cose con anticipo”. An chiederà il rinnovo del permesso di studio, che in base alle normative della Bossi-Fini, permette agli stranieri di nazionalità non europea di circolare liberamente per massimo un anno nel nostro territorio, purché dimostrino di essere iscritti all’università o a un corso di studio.

Sono molti i giovani cinesi oggi in fila davanti all’ufficio: “Molti dei ragazzi con i quali sto facendo la fila – spiega An – frequentano il corso d’italiano preparatorio al Centro studi italiani di Urbania, che a noi cinesi permette di accedere a qualsiasi facoltà senza dover sostenere il test linguistico”. L’altro corso preparatorio si trova a Milano. E infatti An aveva iniziato il suo percorso di studi italiani proprio lì: “ I miei genitori hanno sentito i racconti positivi di una figlia dei loro amici che aveva studiato in Italia. Io avevo voglia di fare un’esperienza diversa, di stare qualche anno fuori e nell’autunno del 2012 sono atterrata a Milano. Ma è una città troppo grande e dispersiva, quindi ho deciso di trasferirmi qui”.

Urbino, piccola e raccolta, piace moltissimo a questa ragazza: “Qui è stato più facile orientarsi  e conoscere altri ragazzi con cui praticare la vostra lingua, mi piacciono molto queste vie antiche e le piazze e ho tutto quello che mi serve a portata di mano. Vivo al Collegio Internazionale e quest’anno sono riuscita a ottenere la borsa di studio”. Oltre ad An, altri due studenti dagli occhi a mandorla frequentano il corso di economia aziendale.

Visto che si trova da 2 anni in Italia, chiediamo ad An se si sente integrata: “L’ostacolo più grosso è la lingua, ormai riesco a sostenere una conversazione, ma trovo ancora molta difficoltà a studiare sui vostri libri, soprattutto le materie teoriche. Lo scorso semestre ho fatto amicizia con una ragazza di Rimini che frequenta il mio corso, ha molta pazienza, mi aiuta con gli appunti e mi corregge la pronuncia, non sai quante figuracce continuo a fare per la mia difficoltà con la r”. Lingua Ideale, collegata alla Carlo Bo, è una spin off creata da ex studenti della facoltà di lingue che si occupa dei corsi di  italiano per stranieri. Molti degli iscritti sono cinesi. Ce lo conferma Gloria Gabbianelli, responsabile dell’accoglienza e delle relazioni internazionali. “L’anno scorso – spiega la docente- la nostra classe di italiano contava 19 studenti cinesi. Il prossimo corso, che partirà il 3 marzo, ha un’altra ventina di iscritti provenienti dalla Cina”.

Gli aderenti al progetto Marco Polo hanno diritto anche a un alloggio nelle strutture universitarie italiane e Lingua Ideale fa da tramite: “Ci occupiamo della documentazione – spiega Gloria Gabbianelli – li andiamo a prendere all’aeroporto e cerchiamo di aiutare i ragazzi che hanno esigenze particolari: una delle iscritte al corso precedente era musicista e insieme abbiamo trovato il pianoforte del quale aveva bisogno per esercitarsi”. Una volta raggiunto un buon livello di italiano, dove scelgono di studiare gli studenti cinesi? “L’anno scorso 4  si sono iscritti all’ Accademia delle Belle Arti, un altro gruppo ha scelto i conservatori in varie parti d’Italia. Chi è rimasto a Urbino frequenta  Lingue ed Economia”.

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Turisti cinesi Urbino. Dall’oriente al centro Italia col progetto ‘Travel’ http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-notizie-informazione/turisti-cinesi-urbino-dalloriente-al-centro-italia-col-progetto-travel/50491/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-notizie-informazione/turisti-cinesi-urbino-dalloriente-al-centro-italia-col-progetto-travel/50491/#comments Tue, 11 Jun 2013 09:09:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=50491 [continua a leggere]]]> URBINO – Hanno girato in lungo e in largo per quattro regioni italiane tra cui le Marche, passando anche da Urbino. È la prima “ondata” di turisti cinesi che si susseguiranno per tutta l’estate, seguendo lo stesso itinerario alla scoperta del Bel Paese grazie al progetto Travel, un protocollo firmato a Nanchino l’anno scorso da Puglia, Veneto, Toscana e Marche, undici tour operator della “tigre orientale” e autorità cinesi e italiane.

I viaggiatori, provenienti dalle province dello Jiangsu, Hunan e Guangdong scopriranno i luoghi più suggestivi delle quattro regioni, oltre alle eccellenze enogastronomiche e artigianali italiane.

Tra le altre tappe marchigiane, infatti, i turisti visiteranno Ascoli e Torre di Palme, ma anche le maggiori aziende marchigiane di scarpe, abbigliamento e pelletteria.

Il primo tour dei viaggiatori è cominciato lo scorso 4 giugno e si concluderà giovedì.

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La propaganda di RT sfonda il miliardo. Sempre pù tv orientali conquistano gli Usa http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/la-propaganda-di-rt-sfonda-il-miliardo-sempre-pu-tv-orientali-conquistano-gli-usa/49804/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/la-propaganda-di-rt-sfonda-il-miliardo-sempre-pu-tv-orientali-conquistano-gli-usa/49804/#comments Wed, 05 Jun 2013 08:49:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49804 La televisione satellitare Russia Today, trasmessa in quattro lingue, in cento paesi del mondo di sei continenti, è il primo canale di notizie al mondo ad aver raggiunto un miliardo di visualizzazioni su Youtube.

RT aprì il suo account su YouTube nel 2007. Il canale, che mostrò il celebre filmato della caduta del meteorite di Chelyabinsk il 15 febbraio 2013, in soli sei anni ha caricato su YouTube più di 19.000 video che hanno registrato più di 6 milioni di commenti. Inoltre, il canale russo vanta una grandissima notorietà, soprattutto in Inghilterra, seconda solo alla Bbc e a Sky. La Broadcasters’ audience research board, la fonte ufficiale di dati in Inghilterra sull’audience televisiva, ha stimato che nella seconda metà del 2012 ben due milioni e mezzo di inglesi guardavano questo canale.

“Russia Today – dice Cristina Carpinelli, membro del comitato scientifico di International Problems Study Center – dal punto di vista tecnico è un canale ineccepibile e il loro modo di costruire le notizie è ottimo. Ma, per quanto riguarda i contenuti, possiamo definirla una televisione di Stato: Nel 2008, quando ci fu lo scontro russo-georgiano, Russia Today raccontò una versione dei fatti completamente opposta a quella narrata dai blogger”.

Questo gigantesco network, finanziato dal Cremlino, ha più volte criticato l’operato del governo americano, ha ospitato nel passato una trasmissione di Julian Assange, The world tomorrow e il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. “ L’obiettivo – dice Cristina Carpellini – del canale è fare propaganda politica ed economica in funzione del governo di Putin”.

La notorietà sempre maggiore di questa rete le ha permesso di crescere, di acquisire importanza e di incrementare gli introiti finanziari che hanno fatto gola a molti giornalisti, anche occidentali. È proprio di mercoledì scorso la notizia che il famoso giornalista americano Larry King, quasi 80 anni, 56 anni di carriera nel giornalismo americano e all’attivo più di cinquantamila interviste, sarà il conduttore un nuovo talk show dal titolo Larry King now.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

Mentre i grandi network occidentali, come Bbc e Cnn, tagliano il budget e sono costretti a chiudere le redazioni estere, troppo costose, le tv satellitari come Rt, Al-Jazeera, rete panaraba finanziata dal Qatar, e Cctv, televisione nazionale della Repubblica popolare cinese, prendono piede sul territorio americano, scardinando i network occidentali più importanti al mondo e spodestandoli dal ruolo di arbitri incontrastati dell’informazione.

“Queste reti – dice Wolfgang Achtner, giornalista televisivo e corrispondente in Italia per testate d’oltreoceano come la Cnn, la Abc News e Press Tv – rappresentano per i corrispondenti e i tecnici una fonte importantissima di lavoro. I media americani non ce la fanno più a coprire tutte le notizie, i tagli economici hanno portato alla chiusura degli uffici di corrispondenza ma in questo modo si sta uccidendo il prodotto giornalistico”.

L’accusa più frequente che viene mossa alle televisioni satellitari è quella di essere dei meri portavoce del potere, comunicatori faziosi e politicizzati. “In realtà – dice Achtner - non è così. È ovvio che queste tv trasmettono un modo differente di vedere i fatti. Siamo abituati ad avere una visione americo-centrica ed euro-centrica, quindi guardare con una lente diversa la realtà può creare dei problemi a qualcuno. Credo che se davvero queste reti fossero di propaganda nessuno le guarderebbe anzi, sarebbero immediatamente screditate”.

Al-Jazeera, a gennaio, ha fatto un balzo in avanti nel mercato via cavo e, dopo l’arabo e l’inglese, ha deciso di acquistare lo spazio che prima apparteneva a Current tv, la televisione di Al Gore, inaugurando l’apertura di un network di informazione negli Stati Uniti. “Al-Jazeera America è nata teoricamente – dice Azzurra Meringolo, giornalista freelance e redattrice di Arab media Report – come un’avventura di business, visto il numero di utenti che vedevano in streaming Al-Jazeera English. Si è deciso così di raggiungere via cavo un numero maggiore di utenti. Secondo me, però, dietro c’è una mossa diplomatica: attraverso la tv si riposiziona il Qatar in un’ottica di tipo internazionale”.

Infine la China Central Television (Cctv) che, per non essere da meno, ha inaugurato una sede a Washington di 3400 metri quadrati. “In poco meno di cinque mesi, – afferma Cecilia Attanasio Ghezzi, caporedattrice di China Files – Cctv America ha assunto 65 persone. E non si tratta di personale qualunque. Con stipendi in alcuni casi anche il 20 per cento più alti della media, si è assicurata professionalità con esperienza maturata in testate quali Al-Jazeera, Fox News e Bbc. Secondo i dati della stessa Cctv, l’emittente di stato trasmette in 120 paesi raggiungendo un’utenza di cento milioni di spettatori”.

Qualcuno parla, quindi, di una strategia per acquisire soft power e indirizzare l’opinione pubblica, altri invece motivano le scelte come semplice senso degli affari. “Ognuno – dice Ghezzi – è libero di valutare indipendentemente se questi media fanno o no gli interessi dei governi a cui fanno riferimento. L’idea della Cctv nelle nuove redazioni di Africa e America non è quella di avere una linea stabilita su quelli che in Cina sono chiamati ‘argomenti sensibili‘, ma di valutare caso per caso. In sintesi dichiarano che faranno un giornalismo più libero che in patria”.

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In crescita l’export marchigiano (+6%). E Pesaro e Urbino vola (+9.9%) http://ifg.uniurb.it/2013/04/04/ducato-online/in-crescita-lexport-marchigiano-6-e-pesaro-e-urbino-vola-9-9/41054/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/04/ducato-online/in-crescita-lexport-marchigiano-6-e-pesaro-e-urbino-vola-9-9/41054/#comments Thu, 04 Apr 2013 15:51:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41054 URBINO – Le imprese marchigiane aumentano le esportazioni, soprattutto verso Cina e Brasile. Secondo l’Unioncamere nel 2012 le esportazioni verso il mercato cinese sono aumentate del 21,7 per cento e del 23,3 per cento verso quello brasiliano. Alla provincia di Pesaro Urbino spetta il primo gradino del podio tra le città delle Marche: ha esportato il 9,9 per cento in più rispetto al 2011. Segue Ascoli con un più 7 per cento e Fermo con più 6,1 per cento. Il capoluogo, Ancona, più 4,2 e Macerata più 4,9 per cento.

Nonostante la crisi economica, nello scorso anno c’è stata una crescita del 6 per cento a livello regionale. A trainare l’export sono stati i prodotti di moda che muovono un mercato di 2,6 miliardi; la meccanica che segna una crescita dell’11,5 per cento con un fatturato di 1,5 miliardi e gli apparecchi elettronici con 1,2 miliardi.

Il Paese dove si esporta di più è la Francia: nel 2012 ha acquistato merci per 1,20 miliardi di euro, segnando una crescita dell’1,9 per cento. La presenza marchigiana si fa sentire anche in Germania, Belgio, Russia, Albania e Stati Uniti.

Va invece rilanciato l’export verso l’India: nello scorso anno c’è stato un crollo dell’esportazioni del 42,4 per cento. Secondo Unioncamere la vicenda dei due marò italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani ha inciso negativamente nei rapporti tra i due Paesi, bloccando l’export.

Ma è proprio su Cina e Brasile che le Marche puntano per il 2013: il programma promozionale di Unioncamere prevede la presenza di operatori della provincia cinese di Shandong nelle Marche e la promozione dei prodotti marchigiani in Brasile.

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