il Ducato » cna http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » cna http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Le imprese rosa affrontano meglio la crisi, ma le banche preferiscono gli uomini. L’indagine Cna http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-online/le-imprese-rosa-affrontano-meglio-la-crisi-ma-le-banche-preferiscono-gli-uomini-lindagine-cna/58342/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-online/le-imprese-rosa-affrontano-meglio-la-crisi-ma-le-banche-preferiscono-gli-uomini-lindagine-cna/58342/#comments Mon, 03 Mar 2014 16:18:19 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58342 donne e impresa di presentazione della ricerca Cna

la conferenza stampa di presentazione della ricerca

URBINO – Le imprenditrici stanno affrontando questo periodo di recessione meglio dei colleghi. Nonostante questo, però, quando si tratta di concedere i finanziamenti il sistema bancario sembra ancora favorire gli imprenditori di sesso maschile.

A dirlo è un’indagine commissionata da Cna impresa donna della provincia di Pesaro e Urbino all’Università di Urbino e realizzata dal dipartimento di Economia, società e politica (Desp),  su un campione di 300 micro-imprese della provincia: 150 gestite da uomini e 150 da donne.

In base allo studio è risultato che gli imprenditori hanno sofferto gli effetti della crisi molto più delle colleghe in termini pratici, psicologici e di capacità reattiva di fronte alle difficoltà. “In generale  – si legge nel comunicato diffuso dalla Cna – le titolari di attività hanno dimostrato di saper reagire meglio e in maniera più energica, veloce e decisa alle difficoltà imposte dalla recessione”.

Dall’indagine, condotta da Alessandra Benvenuti, responsabile provinciale Cna impresa donna e dalla professoressa di economia Francesca Cesaroni, è emerso che sono il 35,5% le imprenditrici che hanno dichiarato di aver subito un impatto poco rilevante a causa della crisi economica contro il 24% degli uomini. Al contrario sono più numerosi gli imprenditori (21,3% contro il 9,1% delle donne) che dichiarano di avere avuto un impatto rilevante ai problemi economici, con la conseguente riduzione del fatturato e la diminuzione dei clienti.

Le donne, secondo la ricerca, sono anche più brave a riscuotere i crediti. Infatti solo il 9% delle imprenditrici si è vista aumentare i tempi di riscossione, mentre il fenomeno ha toccato ben il 63% degli imprenditori uomini. Questi ultimi hanno riscontrato anche un aumento del 34% di crediti insoluti mentre nessuna imprenditrice ha dichiarato di aver avuto questo tipo di problema. La liquidità in azienda, infine, è peggiorata per il 24% degli imprenditori e solo per il 6% delle donne.

“Tra gli uomini – si legge nel report – è maggiore la percentuale di coloro che hanno attuato iniziative di tipo offensivo come l’abbassamento dei prezzi (54% contro il 17% delle donne)”. Al contrario il 77% delle donne ha dichiarato di aver adottato misure “difensive” per ridurre i costi e gli sprechi, annullando o rinviando gli investimenti, contro il 46% degli imprenditori.

Nonostante i risultati delle donne, però, il genere maschile sembra essere il più avvantaggiato quando si parla di concedere prestiti bancari. “A fronte di richieste di finanziamento – scrive il Cna – per la propria attività sono di più gli uomini ad aver ottenuto l’intero importo (85% contro il 73% delle donne) mentre a preferire i Confidi (ovvero cooperative e consorzi artigiani di garanzia) sono le donne (67% contro il 42% degli uomini)”.

L’ultima parte della ricerca è dedicata ai “benefici” che può aver portato la crisi. Sono aumentati infatti i “tempi di conciliazione” (l’opportunità di destinare parte della giornata lavorativa ad altre attività, come famiglia e tempo libero) infatti, sono migliorati durante la recessione per il 14,5% delle donne, ovvero più del doppio rispetto agli uomini che si fermano al 6,5%.

I motivi? Principalmente due: maggior tempo senza lavorare significa anche dedicare più spazio alla crescita dei figli (un fatto questo che rimane appannaggio esclusivo della donna con l’81% che lo afferma e uno sconfortante 0% degli uomini) e al tempo libero (6% delle donne afferma questo, contro un corposo 86% degli uomini).

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Cna e Confartigianato: senza imprese artigiane, nelle Marche un disoccupato su cinque http://ifg.uniurb.it/2014/02/25/ducato-online/cna-e-confartigianato-senza-imprese-artigiane-nelle-marche-un-disoccupato-su-cinque/57763/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/25/ducato-online/cna-e-confartigianato-senza-imprese-artigiane-nelle-marche-un-disoccupato-su-cinque/57763/#comments Tue, 25 Feb 2014 17:41:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57763 cnapURBINO – Se tutte le imprese artigiane delle Marche chiudessero domani, la regione perderebbe un miliardo e mezzo di euro in esportazioni e il tasso di disoccupazione volerebbe a oltre il 20% . È quanto sostenuto dalla Cna e dalla Confartigianato Marche, che ribadiscono quanto sia necessario e urgente tutelare i lavoratori e gli imprenditori artigiani, fondamentale tassello del sistema produttivo marchigiano.

Nelle regione ci sono 49.081 imprese artigiane. Secondo i dati elaborati da Cna e Confartigianato, il valore aggiunto della regione diminuirebbe di 9.913 milioni di euro, pari a un calo del 19% e l’esportazione calerebbe del 13,5%, pari a 1.509 milioni di euro (come se la provincia di Pesaro-Urbino smettesse completamente di esportare). Secondo l’ipotesi prospettata il numero dei disoccupati aumenterebbe del 102,2%, raggiungendo nella provincia di Pesaro-Urbino il 116,7%, e il tasso di disoccupazione passerebbe dal 9.6% al 20,9%.

Proprio per questo, secondo Giorgio Cippitelli, segretario Confartigianato e Otello Gregorini, segretario Cna Marche, c’è bisogno di rimettere in moto le aziende abbattendo i costi dello stato, la burocrazia, i ritardi nei pagamenti e tagliando le tasse sul lavoro. “Le imprese marchigiane non ce la fanno più”, denunciano, raccogliendo l’appello degli imprenditori artigiani della Regione, dopo la manifestazione di protesta a Roma.

Tra i problemi maggiori per le imprese ci sono i tempi di pagamento: per ricevere i soldi dalla Pubblica Amministrazione, infatti, devono aspettare 170 giorni, e tra i privati ci sono i cosiddetti “cattivi pagatori”  che tengono in ostaggio le imprese e ostacolano la ripresa economica. La legge prevede 30 giorni per saldare il pagamento ma i ritardi costringono le imprese a chiedere prestiti in banca. Questo meccanismo è costato alle aziende marchigiane 45 milioni di euro di maggiori oneri finanziari. Ogni azienda spende in media 7.091 euro l’anno in adempimenti amministrativi. “Le leggi anti-burocrazia esistono, sono persino troppe – dichiarano Gregorini e Cippitelli- ma non vengono applicate. Occorre far valere le norme già esistenti e ‘semplificare la semplificazione’ ancora di più”.

 

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Crisi, nel 2013 a Urbino chiuse 24 attività commerciali http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/crisi-nel-2013-a-urbino-chiuse-24-attivita-commerciali/55756/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/crisi-nel-2013-a-urbino-chiuse-24-attivita-commerciali/55756/#comments Tue, 28 Jan 2014 09:25:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55756 L'INCHIESTA A spasso in mezzo alla crisi | INTERATTIVO La mappa dei negozi del centro ]]> Commercio estero in crescita

URBINO – Immagine della crisi economica nella città di Urbino sono le 24 saracinesche abbassate per sempre durante il 2013. Un’ondata di chiusure non compensata dalle undici nuove attività che hanno aperto i battenti durante lo scorso anno nella città ducale. La situazione delle imprese a Urbino e nella provincia è stagnante e non si può ancora parlare di ripresa.

A livello provinciale, nel 2013 il Registro delle Imprese della Camera di Commercio ha rilevato a Pesaro-Urbino una flessione pari a 240 imprese: ne sono nate 2.479 a fronte di 2.719 cessate. I settori più colpiti dalla crisi sono quelli dell’agricoltura (-260 con uno stock di 5.900), del legno, dei prodotti in metallo, dei mobili. Ma segno meno anche per la costruzione degli edifici e il trasporto. Lievissimo miglioramento per commercio, ristorazione e attività immobiliari.

In questo ultimo campo, però, Urbino è in controtendenza. Molte le chiusure, soprattutto nel centro storico. “Un caso particolare – spiega Egidio Cecchini, presidente di Confcommercio Urbino – costituiscono gli esercizi commerciali legati alle sigarette elettroniche. Ci sono state cinque nuove aperture nel corso del 2013 ma molti negozi hanno chiuso pochi mesi dopo. Tra le nuove imprese, invece, la maggior parte non ha a che fare con il settore alimentare. Perlopiù si occupano di abbigliamento e ottica”.

Bar e ristoranti rimangono stabili: due chiusure bilanciate da due nuove aperture. “Ma il problema – continua Cecchini – è che le imprese appena nate e quelle rimaste in piedi, comunque, producono un volume d’affari molto basso. Sono realtà che per resistere e andare avanti hanno bisogno di strategie di marketing turistico e interno, cui dovrebbe pensare anche l’amministrazione locale”.

A pesare sull’attuale quadro economico sarebbe l’incertezza sui tempi e sull’intensità della ripresa. Fattori che ostacolano gli investimenti e diffondono una generalizzata perdita di fiducia.

“Durante il periodo natalizio – racconta il segretario di Confcommercio Urbino – alcuni esercizi commerciali hanno fatto rete e hanno messo in atto un sistema di omaggi e di rimandi tra negozi del centro storico e attività commerciali del Consorzio. Le imprese gestite da giovani e soprattutto da donne sono molto orientate all’innovazione. Ma hanno bisogno del sostegno di una politica di marketing”.

Dello stesso parere anche Roberto Annibali, presidente del Cna di Urbino: “Non si può parlare di ripresa, certo, perché i dati relativi alle imprese per il 2013 sono pressoché invariati rispetto all’anno precedente. Ma non possiamo neanche parlare  di catastrofe. Dobbiamo alimentare le speranze di chi opera nel settore”.

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Urbino, negozi sfitti del centro diventano vetrine d’artista http://ifg.uniurb.it/2014/01/26/ducato-online/urbino-negozi-sfitti-del-centro-diventano-vetrine-dartista/55180/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/26/ducato-online/urbino-negozi-sfitti-del-centro-diventano-vetrine-dartista/55180/#comments Sun, 26 Jan 2014 17:44:05 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55180 VIDEO - Metti un centro storico costellato di serrande chiuse da lucchetti e l'esigenza degli artisti locali di una vetrina per esporre le proprie opere. Il risultato è il progetto "Le vie degli artisti", promosso dalla Cna di Urbino, che mette a disposizione i negozi inutilizzati a pittori, scultori e ceramisti. Per Marcello Pucci, 51 anni, ceramista e scultore, è un modo per contrastare gli effetti della crisi]]> URBINO – “Vendesi”, “Affittasi”, “Cedesi attività”. Il centro storico è costellato di lucchetti e, allo stesso tempo, mancano spazi dove esporre il talento dei giovani. Con il progetto “Le vie degli artisti“, approvato all’unanimità dall’amministrazione comunale, i locali sfitti della città ducale potrebbero diventare la vetrina di pittori, designer e artigiani locali.

Il ceramista-scultore urbinate Marcello Pucci, 51 anni, è convinto che solo l’arte può contrastare gli effetti della crisi economica. È d’accordo anche il promotore dell’iniziativa Roberto Annibali, presidente della Cna Urbino (Confederazione nazionale per le piccole e medie aziende) e di Rete Imprese Italia: “Per la ripresa puntiamo sulle eccellenze del nostro territorio”


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Bottega di Mestiere, ancora 8 giorni per candidarsi ai tirocini http://ifg.uniurb.it/2014/01/22/ducato-notizie-informazione/bottega-di-mestiere-ancora-8-giorni-per-candidarsi-ai-tirocini/55328/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/22/ducato-notizie-informazione/bottega-di-mestiere-ancora-8-giorni-per-candidarsi-ai-tirocini/55328/#comments Wed, 22 Jan 2014 12:27:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55328 [continua a leggere]]]> URBINO – Scade il 30 gennaio il termine per candidarsi al primo ciclo di tirocini  della Bottega di Mestiere Fabrica, a cui aderiscono otto imprese della provincia di Pesaro e Urbino. Ilsecondo ciclo di stage si svolgerà da maggio ad ottobre del 2014.

I  tirocinanti selezionati avranno una borsa di 500 euro mensili. Gli interessati possono rivolgersi ai Centri per l’impiego, la formazione e l’orientamento Professionale di Pesaro, Fano e Urbino. Il progetto Fabrica nasce dalla collaborazione tra CNA e Confartigianato. L’obiettivo è di inserire i giovani nel mondo del lavoro attraverso un tirocinio che non pesi sulle spese dell’impresa ospitante.

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Cig in deroga, nelle Marche 17mila senza stipendio da cinque mesi http://ifg.uniurb.it/2013/12/11/ducato-online/cig-in-deroga-nelle-marche-17mila-senza-stipendio-da-cinque-mesi/53931/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/11/ducato-online/cig-in-deroga-nelle-marche-17mila-senza-stipendio-da-cinque-mesi/53931/#comments Wed, 11 Dec 2013 08:40:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53931 [continua a leggere]]]> operaioDiciassettemila persone nelle Marche non prendono lo stipendio da luglio. Sono l’esercito silenzioso dei cassa integrati in deroga: operai di piccole aziende, artigiani, agricoltori e impiegati che non rientrano nella cig ordinaria e che da cinque mesi non ricevono gli 800 euro mensili che gli spettano di diritto. La Regione non ha potuto pagare perché i soldi sono finiti. Così, mentre sempre più aziende fanno ricorso agli ammortizzatori sociali per non licenziare i loro dipendenti, questi ultimi si ritrovano a lavorare gratis.

“Alle Marche dovrebbero arrivare 10 milioni di euro ma temiamo che non siano sufficienti spiega Valter Recchia, responsabile lavoro di Cna, confederazione nazionale dell’artigianato – siamo molto preoccupati. Secondo i nostri calcoli, se non vengono stanziati altri fondi non arriveremo alla fine dell’anno. Il 28 novembre c’è stato un incontro tra la Regione Marche e tutte le parti sociali, ma non si è concluso nulla e i lavoratori continuano a restare senza stipendio”.

Ad aumentare sono invece le richieste di cig in deroga. I dati aggiornati ad ottobre dell’Inps, l’istituto nazionale di previdenza sociale, mostrano un quadro allarmante: nel primo trimestre 2012 sono state presentate dalle imprese 2.411 domande per 12.332 lavoratori. Nello stesso periodo del 2013, invece, le richieste sono stare 4.307 per 21.039 lavoratori. L’82,3% in più.

L’INCHIESTA – A spasso in mezzo alla crisi: non si vede ripresa per le vie di Urbino / I negozi del centro, uno ne chiude, mezzo ne apre
INTERATTIVO – La mappa dei negozi
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Addio al “Koala / Passo Passo, grazie agli studenti / L’iniziativa: botteghe artigiane nei locali sfitti /
FERMIGNANO:  “Ci pieghiamo ma non ci spezziamo”
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GLI OPERAI – Giovanni, cassintegrato protesta in piazza: “L’Inps non paga” Barbara: un marito, due figli e nessuno stipendio

Da gennaio a maggio 2013 le aziende che nelle Marche hanno chiesto questo tipo di ammortizzatore sociale sono state 4.402, mentre le ore di cassa integrazione hanno sfiorato i 4 milioni per un totale di 33 milioni di euro. “I fondi stanziati hanno coperto le ore di Cig fino a maggio – continua Recchia – solo a novembre i lavoratori hanno ric evuto lo stipendio del mese di giugno. L’Ebam, ente bilaterale artigiani Marche, si è offerto di pagare il 20% delle ore richieste dalle imprese proprio perché la Regione temeva di non riuscire a coprirle. Ma tutto è ancora fermo”, spiega Recchia. Tra le province marchigiane, quella di Pesaro-Urbino presenta i dati peggiori con 4.837 lavoratori in cig in deroga, 1.063.196 ore e 1.213 aziende coinvolte per un totale di 8.912.645 euro. Da gennaio a maggio 2013 si è registrato un aumento del 75% delle richieste.

Secondo Carla Balducci, sindacalista della Cgil: “La nostra provincia era il fiore all’occhiello della meccanica e del mobilificio ma da anni ormai molte aziende sopravvivono a fatica”. Il settore più colpito è quella dell’artigianato: le ore di cig per gli artigiani marchigiani sono state 9.193. 861.Segue il terziario con 3.524775 ore e l’industria con 1.810.099. “Purtroppo non siamo in grado di dire cosa succederà nel 2014 – continua Balducci – la realtà è che le risorse stanziate dal governo sono poche e l’instabilità politica del nostro Paese rende tutto più difficile. I lavoratori in cassa integrazione in deroga sono migliaia. La maggior parte di loro ha una famiglia con figli piccoli. Sopravvivono grazie alla pensione dei genitori ma è una situazione che non potrà continuare per sempre. Il rischio è che prima o poi vengano licenziati”.

Secondo i dati Istat elaborati dalla Cna e dalla Confartigianato da ottobre 2012 a ottobre 2013 nelle Marche 19.000 persone hanno perso il posto di lavoro.

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Lavoro, nelle Marche persi 19.000 posti di lavoro nel 2013 http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/ducato-online/lavoro-nelle-marche-persi-19-000-posti-di-lavoro-nel-2013/52792/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/ducato-online/lavoro-nelle-marche-persi-19-000-posti-di-lavoro-nel-2013/52792/#comments Mon, 02 Dec 2013 18:14:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52792 operaioURBINO – Il 2013 è stato un anno drammatico per i lavoratori delle Marche: secondo i dati Istat elaborati dalla Cna e dalla Confartigianato da ottobre 2012 a ottobre 2013 si sono persi  19.000  posti di lavoro. Gli occupati sono, così, scesi da 651.000 a 632.000.

Allo stesso tempo aumentano gli scoraggiati, giovani che non studiano e non lavorano: “Non tutti i  marchigiani che hanno perso il lavoro sono andati a ingrossare le liste degli uffici di collocamento”, affermano le associazioni artigiane. “Quasi la metà di loro ha rinunciato a cercare una nuova occupazione”. Tra di loro ci sono anche gli ultracinquantenni rimasti senza lavoro e senza pensione.

In dodici mesi i disoccupati sono saliti invece da 57.000 a 67.ooo, il dato più alto da inizio crisi. Un marchigiano su dieci, dunque, cerca attivamente un lavoro ma non lo trova. Una percentuale che per i giovani sotto i 24 anni sfiora il 40%.

Se il tasso di disoccupazione sale dall’8 al 9,6 per cento, il tasso di occupazione scende invece dal 62,9 al 61,6 per cento. Ad aver perso il maggior numero di posti di lavoro, tra ottobre 2012 e ottobre 2013, sono stati i servizi. I lavoratori occupati nel commercio e nel terzo settore sono scesi da 403.000 a 393.ooo, con una perdita di 10.000 addetti. Cinquemila posti di lavoro sono andati in fumo nell’agricoltura (da 18 a 13 mila) e 4.000 nell’industria (da 230 a 226.000). Solo la meccanica è in controtendenza e registra un aumento della produzione dello 0,3%

I più colpiti dalla crisi sono, ancora una volta,  i lavoratori dipendenti passati da 493 a 481.000 (-12.000 in un anno) mentre gli autonomi e quelli indipendenti sono diminuiti di 9.000 unità (da 158 a 151.000).

Tra le province marchigiane Fermo paga il prezzo più alto a causa del difficile momento del calzaturiero, seguita da Macerata, con le imprese ascolane che vedono la produzione ridursi del 4,3%. Più alte nella classifica Pesaro e Urbino (-3,3) e Ancona (-3,2).

“In questa situazione di grande difficoltà”, affermano Cna e Confartigianato Marche “le piccole imprese marchigiane hanno saputo creare più posti di lavoro delle grandi aziende, con un saldo positivo di oltre 7.000 lavoratori in dieci anni”.

Bisogna aspettare ancora un anno prima che l’economia della nostra Regione inizi una timida ripresa. Secondo lo studio di Unioncamere – Prometeia, quest’anno nelle Marche è prevista una caduta del Pil dell’1,6% accompagnata da una riduzione dell’occupazione dell’1,3%. La situazione dovrebbe cambiare nel prossimo biennio: la ricchezza interna delle Marche dovrebbe crescere nel 2014 e nel 2015 dello 0,9% mentre l’occupazione dovrebbe risalire dello 0,2%.

In ogni caso alla fine del 2015 i marchigiani saranno comunque più poveri rispetto a cinque anni prima: a dicembre del 2015 il valore aggiunto per abitante stimato sarà di 20.585 euro rispetto ai 21.013 euro del dicembre 2010, con una perdita di 572 euro.

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Mario Gulini: “Innovazione e 12 ore di lavoro al giorno: così combatto la crisi” http://ifg.uniurb.it/2013/06/12/ducato-online/mario-gulini-innovazione-e-12-ore-di-lavoro-al-giorno-cosi-si-sopravvive-alla-crisi/50728/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/12/ducato-online/mario-gulini-innovazione-e-12-ore-di-lavoro-al-giorno-cosi-si-sopravvive-alla-crisi/50728/#comments Wed, 12 Jun 2013 17:18:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=50728

Mario Gulini

URBINO – Da uno stanzone di pochi metri quadrati con un lavello, due vasche e tre rubinetti appena destinati alla vendita a un’azienda con 23 dipendenti, un capannone con il deposito e la sala con i mobili in mostra: Mario Gulini, urbinate di 74 anni, è riuscito a far vivere la sua azienda di termoidraulica per 50 anni ed è stato premiato domenica scorsa al XX congresso della Cna di Pesaro (confederazione nazionale dell’artigianato e piccole-medie imprese) per più di 40 anni di appartenenza.

“Ho iniziato nel 1963, avevamo uno stanzone in via Gramsci, dove oggi c’è la farmacia: era deposito, laboratorio e ufficio…stava tutto lì”. Così inizia a raccontare Mario che ora gestisce l’azienda insieme ai 3 figli. “Sono andato a prendere la prima fornitura di merce, una chiave, una filiera e una morsa per tenere i fili fermi, in vespa fino ad Ancona: avevo i ferri davanti e dietro, al posto del passeggero”. Dodici ore di lavoro ogni giorno, niente riposo: “Lavoravamo di giorno con i privati e di notte con il comune per le tubature delle strade”. Anche ora, durante la peggiore crisi economica del dopoguerra, il lavoro per la termoidraulica non manca. “Altre aziende del nostro settore sono fallite perché lavoravano solo con le imprese edili – ci spiega Mario – e l’edilizia ormai è ferma. Noi ci siamo salvati perché lavoriamo con l’Università, con il Comune e con enti locale in genere”.

Dal 2009 hanno acquistato un capannone al Sasso, una struttura molto grande e spaziosa e in concomitanza hanno gestito il progetto di installazione dell’Impianto Geotermico (con l’Università di Urbino e la Politecnica delle Marche): unico nel territorio, si tratta di un impianto sperimentale che prende energia direttamente sottoterra (100-120 metri) e comporta dei risparmi notevoli. “Per sopravvivere 50 anni bisogna evolversi e guardare avanti – spiega Stefano, uno dei figli – noi cerchiamo di farlo e di innovarci di continuo”.

Premiati  insieme a Mario Gulini anche Caterina Pagnini di Pesaro, Guido Angeli di Montecchio e Sergio Mazzanti di Fano. Di piccole e medie imprese ha parlato durante il congresso il governatore della Regione Gian Mario Spacca: “Per le piccole imprese questa Regione ha fatto tanto. E le cifre stanno lì a dimostrarlo. Alla provincia di Pesaro e Urbino sono stati destinati 90 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali ed in particolare quelli per la cassa integrazione in deroga”.  Nonostante questo i dati sulle imprese con meno di 20 addetti, relativi all’ultimo semestre del 2012, non sono confortanti: -60,5% nel manifatturiero, -30,8% nelle costruzioni e - 39,9% nei servizi.

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Artigiani in crisi, l’allarme della Cna “115 aziende chiuse in quattro anni” http://ifg.uniurb.it/2013/05/15/ducato-online/artigiani-in-crisi-lallarme-della-cna-115-aziende-chiuse-in-quattro-anni/47378/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/15/ducato-online/artigiani-in-crisi-lallarme-della-cna-115-aziende-chiuse-in-quattro-anni/47378/#comments Wed, 15 May 2013 15:13:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47378 URBINO – Chi passeggia tra le vie di Cartoceto, piccolo comune distante 30 chilometri da Pesaro, avrà serie difficoltà a sentire il rintocco del martello di un artigiano che conclude la sua opera. E anche chi si trova nei dintorni di Saltara e Orciano non si imbatterà con facilità in una bottega di lavorazione del legno o in una attività di edilizia artigianale. Là dove l’artigianato era tra i settori trainanti dell’economia locale, ora troviamo soltanto capannoni sfitti e botteghe con la serranda abbassata.

Negli ultimi quattro anni di crisi economica, tra Cartoceto, Saltara e Orciano si sono riscontrate ben 85 chiusure di aziende artigianali. “Stiamo assistendo – si legge sul comunicato rilasciato questa mattina dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato – alla progressiva “desertificazione” di questo settore”. Secondo i dati forniti dalla Cna, allargando il campo di indagine anche ai comuni di Barchi, Montemaggiore, Piagge, San Giorgio e Serrungarina, si arrivano a contare ben 115 imprese chiuse negli ultimi quattro anni. “L’aumento della tassazione locale e nazionale, la carenza di infrastrutture e il problema del credito alle aziende si lega alla recessione del settore” si legge nel comunicato della CNA.

“E’ l’epilogo di un lungo periodo di crisi – commenta il sindaco di Cartoceto, Olga Valeri – il mercato dell’edilizia è completamente bloccato e le imprese del territorio, che ruotavano intorno ad esso, non possono fare altro che chiudere”. Il sindaco punta il dito contro le eccessive tasse che stanno soffocando la volontà di resistere di molti artigiani: “Speriamo in qualche intervento da parte del governo. Se a Roma decidessero di togliere l’Imu dai capannoni, sarebbe sicuramente una boccata di ossigeno per le nostre aziende”.

E anche a Saltara la situazione non è certo positiva: “Stiamo soffrendo molto gli effetti della crisi – è la riflessione del sindaco Fabio Cicoli – qui molte aziende che provenivano dalla lavorazione del ferro e del legno si erano riconvertite per entrare nel settore della nautica. Oggi però anche questo mercato è caduto in picchiata e molte imprese sono in difficoltà”.“Una situazione drammatica – racconta il primo cittadino di Orciano, Stefano Bacchiocchi – Cerchiamo di venire incontro ai disoccupati offrendo loro esperienze lavorative di utilità sociale ma come comune abbiamo pochi margini di intervento”.

Per parlare della questione, la Cna ha indetto per domani un incontro con gli imprenditori. Alle 21 nella sala Rossa delegazione comunale di Calcinelli in via Marconi è prevista la presenza del presidente territoriale della Cna, Luciano Barattini, e della vicepresidente provinciale, Emilia Esposito.

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Cna: “Impianti elettrici fuori norma, scuole della provincia a rischio chiusura” http://ifg.uniurb.it/2013/05/14/ducato-online/cna-impianti-elettrici-fuori-norma-scuole-della-provincia-a-rischio-chiusura/47146/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/14/ducato-online/cna-impianti-elettrici-fuori-norma-scuole-della-provincia-a-rischio-chiusura/47146/#comments Tue, 14 May 2013 15:17:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47146 URBINO  – La notizia diramata questa mattina dalla Cna sarebbe stata la realizzazione di un sogno per tutti gli studenti svogliati che già si preoccupano di tornare tra i banchi a settembre. Su un comunicato diffuso poche ore fa dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato si legge: “La gran parte delle scuole della provincia di Pesaro e Urbino non è in regola con gli impianti elettrici e di riscaldamento. I mancati interventi di manutenzione rischiano di compromettere l’apertura del prossimo anno scolastico”.

A ridimensionare l’allarme ci sono però le dichiarazioni di Massimo Galuzzi, assessore provinciale alle Opere pubbliche e all’edilizia scolastica. “I problemi sollevati dalla Cna sono reali– commenta l’assessore – ma non pregiudicheranno certamente la ripresa dell’attività scolastica a settembre. Se tutte le scuole con problemi di manutenzione all’impianto elettrico dovessero chiudere, credo che l’80% delle istituti italiani cesserebbero la loro attività”.

La provincia di Pesaro gestisce 21 istituti superiori per un totale di 35 edifici e quasi 200.000 metri quadrati di stabili. “La metà degli edifici ha già ottenuto il certificato di prevenzione dagli incendi – continua Galuzzi – per l’altra metà ci stiamo dando da fare per gli ordinari interventi di manutenzione ma dobbiamo attendere che il nuovo governo sblocchi il patto di stabilità”.

Con il patto di stabilità attuale infatti è stato impedito agli enti locali, e quindi anche alle province, di utilizzare le risorse per intervenire sul patrimonio edilizio: “La nostra provincia avrebbe circa due milioni di risorse pregresse ma le attuali norme ci impediscono di sfruttarle. Con quei soldi oltre a rimettere a norma gli impianti elettrici e del riscaldamento potremmo intervenire anche sull’adeguamento sismico di molte scuole”.

Tutti in attesa delle prossime mosse del governo Letta, anche le molte imprese di impiantistica della provincia volgono lo sguardo ai possibili interventi del nuovo esecutivo: “Se alla provincia fosse permesso di investire nella manutenzione delle scuole – conferma Fausto Baldarelli, responsabile provinciale dell’Unione Impiantisti Cna – molte imprese del settore avrebbero la possibilità di aprirsi delle opportunità di lavoro in questa direzione”.

Di manutenzione negli edifici scolastici si parlerà anche nella assemblea congressuale dell’Unione Impiantisti prevista per giovedì prossimo: “A Urbino non ci sono situazioni critiche ma alcune scuole dell’entroterra hanno estrema necessità di interventi di manutenzione” conclude Baldarelli.

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