Un’altra critica mossa alla città ducale dalla giuria esaminatrice (composta da sette membri scelti dalle istituzioni europee e sei nominati dall’Italia) è lo scarso coinvolgimento dei cittadini nella realizzazione del progetto: “Abbiamo notato nel dossier e nella sua presentazione una forte presenza di un gruppo di illustri sostenitori (tra cui Ennio Morricone e Jack Lang, ndr), ma non un coinvolgimento di urbinati e marchigiani”, si legge nel testo pubblicato dalla Commissione europea. Insomma, il progetto “Nuovo Rinascimento: la forma ideale per costruire il futuro” non è bastato a convincere i 13 giudici, che hanno bocciato “Raffaello”, “Battista Sforza”, “il Duca” e “La città ideale”, che sono solo alcuni dei temi su cui Urbino aveva puntato per la sua candidatura.
Il dossier di presentazione della candidatura – che lo scorso 15 novembre era stato portato a Roma in occasione dell’incontro con la giuria – è uno dei pochi che non sono ancora stati pubblicati. I dossier di Palermo, Taranto, Lecce, Venezia, Ravenna e Perugia sono solo alcuni di quelli facilmente trovabili online. A Urbino, invece, come confermato dal project manager di Urbino 2019 Ivan Antognozzi, una presentazione pubblica del testo era stata annunciata dal sindaco, ma non si è mai concretizzata.
Vittoriano Solazzi, Vilberto Stocchi e Lorenzo Tempesta
URBINO – L’Unione europea ha destinato un miliardo di euro alla la regione Marche nella programmazione della strategia per i fondi europei 2014-2020. Quindi è a Bruxelles che bisogna guardare per le prospettive di sviluppo future. Il presidente del Consiglio regionale delle Marche Vittoriano Solazzi lo ha ricordato stamattina intervenendo alla conferenza “L’Europa nelle Marche”. Un incontro con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia, per la quale sono intervenuti Ewelina Jelenkowska Luca, capo dell’ufficio stampa della Commissione e Alessandro Giordani, capo della comunicazione, in collaborazione con Europe Direct, la rete di informazione che fa da intermediario tra l’Unione europea, i cittadini e l’Università di Urbino.
“L’Europa è il perimetro minimo a cui dobbiamo pensare per affrontare le sfide globali. Chi pensa di essere cittadino di Fano, Pesaro o Urbino è fuori”, ha aggiunto Solazzi davanti a numerosi studenti dell’ateneo e delle scuole superiori. La Macroregione dello Ionio-Adriatico, per esempio, è un progetto caro alla regione Marche e il governatore Gian Mario Spacca ne è presidente. “Le Marche sono all’avanguardia sulle politiche europee e la macroregione serve a intercettare i fondi europei, sempre più destinati a chi è capace di fare rete”, ha spiegato il presidente del Consiglio regionale.
Il bilancio dell’Unione europea, seppur molto ridotto (1% del Pil continentale) – ha sottolineato Ewelina Jelenkowska Luca – è l’unica risorsa dedicata agli investimenti in Europa. Ben il 94% di esso infatti viene destinato allo sviluppo”.
Per Alessandro Giordani, il nostro paese deve abbandonare l’idea romantica di Europa che l’ha contraddistinta in passato per abbracciarne una più “freddina”, ma più efficace. Ci ha tenuto però a sottolineare che l’evento non è stato organizzato per dire che tutto va bene così com’è. “Siamo qui – ha spiegato – per innescare un dibattito regionale sul futuro dell’Europa. Presenteremo un questionario: 13 domande per i cittadini, chiedendo a loro quale Europa vogliamo. Finirà con un evento collettivo nazionale a maggio, per dire che la Commissione europea ha ascoltato i territori”.
Oltre alla conferenza di questa mattina e l’evento nazionale presentato da Giordani che sarà realizzato in collaborazione con Europe direct, anche il Comune di Urbino si impegnerà nella sensibilizzazione dei cittadini sui temi dell’Europa. Federico Scaramucci, consigliere comunale di maggioranza, ha annunciato a margine che presto ci sarà un consiglio comunale ad hoc sull’Unione Europea, al quale potranno partecipare tutti.
“Circa 70 persone lavorano a Presseurop – spiega al Ducato il condirettore Giampaolo Accardo – per alcuni è una semplice collaborazione per altri un impegno a tempo pieno. Il 22 dicembre sospenderemo le attività del sito, dobbiamo ancora decidere se lasciarlo accessibile senza aggiornarlo o oscurarlo del tutto. Anche per tenerlo lì bisogna pagare un dominio…”.
Le motivazioni economiche presentate dalla Commissione Europea per giustificare il mancato rinnovamento del contratto non convincono i giornalisti di Presseurop. L’Associazione della stampa internazionale infatti ha fatto sapere di appoggiare la testata, molti deputati europei sono a favore della mobilitazione dei finanziamenti per i progetti multimediali e il 20 novembre sono stati stanziati nel budget dell’Unione 6,8 milioni di euro in più.
“Malgrado ciò, malgrado il numero di lettori sia in crescita continua (oltre 600mila visitatori unici al mese) e malgrado il fatto che una valutazione indipendente abbia raccomandato di mandare avanti il progetto, la Commissione insiste nel non voler usare questi fondi per finanziare Presseurop, condannando di fatto il sito a chiudere e le 70 persone che vi lavorano – giornalisti, editor e traduttori – a perdere il posto”, si legge nel comunicato diffuso dalla redazione.
Quindi i soldi ci sarebbero ma progetto non sarà comunque rifinanziato. “Il commissario Viviane Reding – continua Giampaolo Accardi – ha deciso che Presseurop non è un progetto prioritario quindi userà i finanziamenti per altre realtà”.
L’appello che i giornalisti stanno diffondendo in rete proprio in queste ore è volto a smuovere le acque sperando in un ripensamento della Commissione Europea. Se ciò non dovesse accadere si aspetta che qualcun altro – ingolosito dalle potenzialità del sito – decida di investire sul progetto di Presseurop mettendo soldi freschi in cassa. “Si spera – conclude Giampaolo Accardo – ma come si dice, chi vive sperando…”.