il Ducato » Corriere Adriatico http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Corriere Adriatico http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Pochi giornalisti e redazioni: l’informazione a Urbino è dei giovani http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/pochi-giornalisti-e-redazioni-linformazione-a-urbino-e-dei-giovani/59229/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/pochi-giornalisti-e-redazioni-linformazione-a-urbino-e-dei-giovani/59229/#comments Fri, 14 Mar 2014 12:05:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59229 radio-urcaURBINO – Nella città ducale mancano la ferrovia e un negozio di elettronica, ma anche le redazioni. I quotidiani nazionali più letti nel territorio, come ad esempio il Messaggero, il Resto del Carlino e il Corriere Adriatico, hanno quasi tutti un solo corrispondente nella città ducale. A fare informazione (o anche solo intrattenimento) in modo continuativo sono soprattutto i giovani, legati o meno al mondo universitario, mentre scarseggiano giornalisti professionisti. È questa l’istantanea della rete informativa di Urbino, che molti giudicano insufficiente al punto da chiedersi se in città manchino abili cronisti o piuttosto non succeda nulla.

Un esempio di redazione in cui i giovani hanno un ruolo fondamentale è quello della testata online dell’università di Urbino Carlo Bo, gestita da alcuni membri dell’ufficio Relazioni con il pubblico dell’ateneo, ma che vanta anche una rosa di redattori composta da docenti e studenti. “Non facciamo cronaca cittadina – spiega Anuska Pambianchi, membro della redazione e giornalista professionista – cerchiamo piuttosto di parlare della città dal nostro punto di vista, partendo dagli spunti e dalle iniziative degli universitari”. Se, ad esempio, una ragazza calabrese studia a Urbino e vuole raccontare tutti i disagi e le difficoltà in cui si imbatte nei viaggi di ritorno a casa, UniurbPost le dà la possibilità di farlo.

Sempre dall’università arrivano i giovani di radio URCa, che il 12 ottobre 2014 festeggerà il suo settimo compleanno. “In questo periodo la nostra web radio è gestita da 15-20 persone – racconta lo station manager Giacomo Penserini – andiamo in onda ogni giorno e abbiamo nove programmi che affrontano temi di ogni tipo”. Da Hair Cream – interamente dedicato alla musica anni ’50 – a La casa dei ricordi, che permette agli ospiti invitati in studio di raccontarsi. “Purtroppo non abbiamo un giornale radio – spiega Penserini – ma vorremmo provare a dare a radio URCa una continuità che negli anni non ha avuto”. La maggior parte dei ragazzi, infatti, lascia Urbino dopo aver terminato gli studi e la redazione si è dovuta continuamente reinventare. Oggi i ragazzi di radio URCa ce la stanno mettendo tutta per riuscirci: “Una volta alla settimana facciamo la rassegna stampa, in cui due psicologi commentano le principali notizie nazionali – sottolinea il manager – allo stesso tempo ci occupiamo soprattutto di temi sociali e abbiamo invitato nei nostri studi le rappresentanti del centro antiviolenza di Pesaro-Urbino”.

Per il resto, l’unica redazione ancorata a Urbino – tra tutte quelle che coprono il territorio provinciale – è quella di Tele2000. Nata nel 1981 e attualmente composta da sei persone, questa piccola tv locale trasmette due telegiornali al giorno (alle 21 e alle 23.30) ed è la sola a occuparsi anche dei piccoli centri attorno alla città ducale, come Mercatello e Lamoli. Più ci si allontana dai confini della provincia, più diventa difficile trovare emittenti che si occupino di Urbino. “La nostra sede è ad Ancona e Urbino è molto scomoda da raggiungere – racconta un giornalista di ÈTv Marche – quindi seguiamo solo avvenimenti particolari o comunque legati alla Regione”.

Nel panorama radiofonico locale, la situazione non cambia molto. Radio Incontro, ad esempio, ha sede a Pesaro e va in onda con quattro notiziari al giorno, ma a Urbino dedica una media di 1-2 servizi alla settimana. “Fisicamente non veniamo quasi mai – spiega la giornalista Tania Stocchi – facciamo tutto telefonicamente. Seguiamo costantemente la pallavolo urbinate e, ultimamente, abbiamo anche dato più spazio alla politica. In occasione delle primarie Pd abbiamo ospitato in studio i quattro candidati”. Nella redazione di radio Città, Urbino arriva ancora di meno: tre giornali radio al giorno per una media di due servizi al mese dedicati alla città del Duca.

I quotidiani, online e non, per le notizie da Urbino tendono ad affidarsi a un solo giornalista, fatta eccezione per PU24.it. Questo giornale, che è solo sul web e che è nato nel settembre 2011, non solo ha un corrispondente per la cronaca e la politica locale, ma anche uno che si occupa esclusivamente della Robur Tiboni, la società sportiva che allena la squadra di pallavolo femminile urbinate. “Siamo gli unici a dare la cronaca dei risultati del volley e a fare gallery fotografiche delle partite in tempo reale”, sottolinea il direttore Gianluca Murgia.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/pochi-giornalisti-e-redazioni-linformazione-a-urbino-e-dei-giovani/59229/feed/ 0
Pesaro photo festival: tra gli scatti c’è anche Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/pesaro-photo-festival-tra-gli-scatti-ce-anche-urbino/48441/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/pesaro-photo-festival-tra-gli-scatti-ce-anche-urbino/48441/#comments Thu, 23 May 2013 15:11:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48441

Il nevone di Urbino nel febbraio 2012, foto di Leonardo Mattioli

URBINO – C’è anche il nevone di Urbino tra gli scatti dei fotoreporter Luca Toni e Leonardo Mattioli che verranno esposti sabato 25 e domenica 26 maggio a Palazzo Gradari a Pesaro, in occasione della VI edizione del Pesaro photo festival. La doppia mostra è aperta con orario continuato dalle 9.30 alle 19.

L’obiettivo dell’evento è quello di far ripercorrere ai visitatori 13 anni di storia della provincia, attraverso un racconto per immagini. Leonardo Mattioli, del Resto del Carlino, esporrà al piano nobile la mostra “Testimone del tempo” e porterà, tra le altre, una foto della nevicata del 2012 a Urbino e una della mostra “Città ideale” che si è tenuta l’anno scorso a palazzo Ducale.

La mostra “La città ideale” a Palazzo Ducale, foto di Leonardo Mattioli

Luca Toni, di Messaggero e Corriere Adriatico, terrà invece l’esposizione dal titolo “2000-2013, un racconto digitale” nel chiostro, e anche lui dedicherà alcuni scatti al nevone ed altri alla laurea ad honoris causa conferita dall’Università di Urbino a Valentino Rossi nel 2005.

L’iniziativa è organizzata dai Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) di Pesaro e Urbino e dal “Cna comunicazione” (dedicato al mondo dell’immagine e della fotografia) con il contributo della Camera di commercio provinciale.

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/pesaro-photo-festival-tra-gli-scatti-ce-anche-urbino/48441/feed/ 0
Il Messaggero-Corriere Adriatico: prove di…convergenze parallele http://ifg.uniurb.it/2013/02/07/ducato-online/il-messaggero-corriere-adriatico-prove-di-convergenze-parallele/33840/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/07/ducato-online/il-messaggero-corriere-adriatico-prove-di-convergenze-parallele/33840/#comments Thu, 07 Feb 2013 17:28:14 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33840

Da una settimana chi va in edicola per comprare il Corriere Adriatico, lo storico quotidiano di marchigiano, riceve anche il dorso nazionale del Messaggero. Dal giornalaio come al supermercato: prendi due paghi uno. Per la verità una minima differenza c’è. Il giornale che gli anconetani chiamano affettuosamente “il bugiardò” dal 1 febbraio non costa più cifra tonda (1 euro), ma un euro e 20 centesimi. Per certi aspetti, per chi mastica un po’ le vicende editoriali della nostra regione, la cosa era prevista e prevedibile.

Il Messaggero (quotidiano romano) e il Corriere Adriatico dal 2004 sono di proprietà dello stesso editore, il Gruppo Caltagirone. Semmai c’era da stupirsi per quanto avveniva in precedenza e cioè che le due testate operassero nello stesso territorio facendosi aperta concorrenza. Non solo, ma fino a ieri l’editore applicava una babele di prezzi legata a scelte commerciali che tentavano di far convivere nella stessa casa due fratelli che per carattere, età, modo di pensare e di ragionare andavano d’accordo solo per far piacere al papà.

Facciamo un esempio: un pendolare senigalliese, affezionato lettore del Corriere Adriatico per avere il suo giornale pagava un euro. Ma pochi chilometri più in là (ad esempio a Marotta, provincia di Pesaro), comprando lo stesso giornale avrebbe avuto, a prezzo invariato, anche il Messaggero nazionale. Lo stesso editore, sempre nella piazza pesarese vendeva il Messaggero con la sua cronaca locale, a 50 centesimi. Stessa storia – per fare un altro esempio – anche per un pendolare di Loreto. Se comprava il Corriere nella sua città pagava un euro, ma se andava nell’edicola dall’altra parte della strada (territorio di Recanati) con la stessa moneta portava a casa il Corriere e il Messaggero nazionale. Nel Maceratese il Messaggero con la sua cronaca locale era venduto a 70 centesimi, 20 in più rispetto a Pesaro, Ancona e Ascoli. Insomma, un guazzabuglio che ai più appariva senza senso.

Ora almeno la situazione è più chiara. Il Messaggero con la sua cronaca locale costa 80 centesimi in tutte le Marche, mentre il Corriere Adriatico, distribuito “a panino” assieme alla parte nazionale del Messaggero, costa ovunque un euro e 20 centesimi. Dopo quasi dieci anni l’editore indica una strada nuova che dovrebbe portare a sinergie per dare un prodotto migliore a costi più bassi. Ma è proprio questa parola (sinergia) che preoccupa le redazioni dei due giornali. Il Corriere Adriatico, con la sua storia pluricentenaria, è un patrimonio di questa regione. Grazie alle ampie pagine di cronaca e a una capillare informazione sportiva ha conquistato la fetta di pubblico più popolare. I suoi lettori difficilmente accetterebbero un cambio di identità che significa anche stile, modo di ragionare, di raccontare i fatti. Sarebbe come sradicare una pianta secolare per trapiantarla altrove. Il passaggio avrebbe certamente delle conseguenze. In questo settore, difficile, complesso e profondamente in crisi, quasi mai 2 + 2 ha come somma 4. In altre parole se i due giornali dovessero unirsi, una buona fetta di lettori potrebbe trasmigrare verso il concorrente storico di entrambi, cioè il Resto del Carlino.

L’editore, per ora, ha dato piena assicurazione alle redazioni e al Sindacato dei giornalisti: non cambia nulla nell’organizzazione e negli organici. Il Messaggero mantiene le sue redazioni e piena garanzia anche per il Corriere che, altro controsenso, conserva anche la sua parte di cronaca nazionale e internazionale. Il Messaggero però ha chiesto lo stato di crisi che porterà inevitabilmente a tagli e sacrifici. Ma – secondo fonti dell’editore – i due fatti (stato di crisi e “panino” nelle Marche) non hanno alcuna attinenza o connessione.

I giornalisti non nascondono le loro riserve e le loro preoccupazioni: “Corriere Adriatico e Il Messaggero – ha detto Franco Elisei, responsabile della redazione di Pesaro del giornale romano – hanno sviluppato un percorso parallelo, autonomo e indipendente. Fra i giornalisti c’è sempre stato rispetto, leali rapporti di colleganza, ma anche sana competizione. Un cronista che ha una notizia in esclusiva non la passa di certo all’altro giornale per il solo fatto di appartenere allo stesso Gruppo editoriale”.

La redazione del Corriere Adriatico, dopo la comunicazione del “panino” su scala regionale, si è riunita in assemblea e, tramite i suoi rappresentanti sindacali, ha chiesto e ottenuto un incontro con i vertici del gruppo che dovrebbe essere fissato a breve. Il quotidiano di Ancona ha appena chiuso uno stato di crisi che ha portato alla riduzione dell’organico di sei unità (tre prepensionamenti, due passaggi al Messaggero e una dimissione spontanea).

“Abbiamo avuto anche la prematura scomparsa del collega Luca Animobono – ci ha detto il Segretario regionale del Sindacato giornalisti, Roberto Mencarini – per cui abbiamo sette redattori in meno. Per il momento non dovremmo avere contraccolpi. La situazione è stabile, ma c’è sempre il timore dietro l’angolo che tra qualche anno si possa tornare attorno a un tavolo a discutere dei bilanci in rosso dopo le attuali scelte dell’editore”.

Di fatto la concorrenza tra i due quotidiani non si è attenuata, considerando anche i prezzi di vendita. Il lettore che vorrà acquistare il Corriere Adriatico dovrà sborsare 1,20 euro, portando a casa anche l’edizione nazionale del Messaggero. Ma la fedeltà dei lettori del quotidiano di Ancona dovrà misurarsi con la convenienza di acquistare il solo Messaggero con l’edizione locale della propria provincia a soli 80 centesimi. Si potrebbero anche comprare, con due euro, entrambi i giornali, con tanto di edizione locale del Messaggero, ma a questo punto si avrebbero due copie del nazionale di dubbia utilità. E in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo sono sempre meno coloro che acquistano stabilmente un quotidiano, figuriamoci due. Anche i 20 centesimi in più, per i lettori del Corriere Adriatico, potrebbero diventare un problema.

La sensazione di molti è che le scelte attuali dell’editore Caltagirone siano solo una fase di passaggio per una sinergia molto più spinta che porterebbe inevitabilmente a chiusure di redazioni e ulteriore ridimensionamento di organici. Con una visione più lungimirante si potrebbe anche ipotizzare una strategia più aggressiva e quindi una espansione territoriale. Il Messaggero garantirebbe un buon fascicolo nazionale, il Corriere Adriatico, potenziato sul territorio, potrebbe specializzarsi nella cronaca locale allargando la sua area di influenza. Lo stesso testata non prende come riferimento le Marche, ma l’Adriatico.

Per ora l’unica preoccupazione dell’editore sembra quella di tagliare i costi. Con lo stato di crisi del Messaggero avrebbe previsto sei prepensionamenti nelle redazioni marchigiane che sono già all’osso. E sono proprio le scelte dell’Azienda, al di là delle astratte assicurazioni, a preoccupare i giornalisti e il Sindacato che li rappresenta.

“L’esperienza – ha detto ancora il Segratario del Sigim, Roberto Mencarini – ci impone di essere diffidenti. Con gli stati crisi il gruppo Caltagirone ha sempre agito solo sulla leva dei costi, tagliando i redattori dipendenti art.1 e quelli più anziani che hanno stipendi più alti. Se allo stato di crisi non seguirà anche un piano di riorganizzazione e sviluppo potremmo avere qualche brutta sorpresa sul destino di alcune redazioni”.

Comitati di redazioni e Sindacato hanno aperto un dialogo e un confronto con l’Azienda. Per ora non sono state prese iniziative sindacali: è un segnale di distensione e di collaborazione, ma con un distinguo critico e un impegno a non abbassare la guardia. C’è preoccupazione e disorientamento anche fra i collaboratori, cioè i tantissimi giornalisti pagati “a pezzo” (sarebbe più giusto dire sottopagati) che sono la vera ossatura dei giornali. Il restyling grafico fatto dal Messaggero nei mesi scorsi ha già portato a una riduzione degli spazi e quindi alle loro opportunità di lavoro. Le scelte attuali non sembrano orientate a invertire la tendenza e – è ormai arcinoto – quando si tratta di tirare la cinghia i primi a doverlo fare sono sempre i più deboli e i meno tutelati.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/02/07/ducato-online/il-messaggero-corriere-adriatico-prove-di-convergenze-parallele/33840/feed/ 0