il Ducato » daniele spada http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » daniele spada http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it A Urbino otto edifici ad alto rischio amianto: ma è vietato sapere dove http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/a-urbino-otto-edifici-ad-alto-rischio-amianto-ma-e-vietato-sapere-dove/51051/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/a-urbino-otto-edifici-ad-alto-rischio-amianto-ma-e-vietato-sapere-dove/51051/#comments Thu, 13 Jun 2013 16:53:55 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51051 URBINO – Studi, lavori o fai sport sotto un tetto d’amianto, e non lo sai. Anzi, peggio: non hai il diritto di saperlo. Secondo il censimento regionale dell’amianto del 2007 a Urbino ci sarebbero dieci siti a classe di rischio uno, quello più alto. Cosa significa? Il rischio uno sta a indicare la presenza di amianto friabile in edifici ad uso pubblico. Secondo il dottor Eugenio Carlotti, direttore del dipartimento prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asur, il dato oggi sarebbe sceso a otto.

La Regione, l’Asur e l’Arpam conoscono quali sono questi edifici, ma il dato non è né pubblico né accessibile. L’Agenzia regionale sanitaria, responsabile del trattamento di questi dati, ci ha negato l’indirizzo di questi siti “per questioni di privacy”. Di chi, non è chiaro.

Il fax dell’Asr che comunica la decisione di non consentire l’accesso ai dati per questioni di privacy

“Se li pubblicate – ha aggiunto la dottoressa Mary Paolucci della Regione – poi magari le persone che ci abitano vicino potrebbero reagire male. Non le basta sapere quanti chilogrammi di amianto ci sono in totale?”. Il dottor Giovanni Cappuccini della zona Asur di Urbino ci ha invece consigliato di limitarci, per capire quali sono gli edifici interessati, a osservare le “onduline” sui tetti: “La comunicazione del rischio – ha aggiunto – è una cosa seria: se li rendiamo pubblici poi succede un casino“. La Regione non fornisce l’accesso ai dati nemmeno alle ditte che si occupano della bonifica.

Oltre a questi otto siti ad alto rischio, secondo il censimento ci sarebbero anche 65 edifici di classe due. Significa che sono ad uso pubblico con amianto compatto; oppure con amianto friabile ma a uso privato. Sempre secondo il dottor Carlotti, oggi il dato sarebbe sceso però a 22, probabilmente dopo le bonifiche dei tetti crollati a causa del nevone. L’amianto compatto è meno pericoloso di quello friabile: l’oncologo Daniele Spada dell’ospedale di Urbino ha spiegato che il rischio è dato dalla possibilità di rilascio delle fibre. Per diventare friabile, e quindi più pericoloso, basta che l’amianto compatto presenti una crepa.

Inoltre, l’amianto nella zona di Urbino potrebbe essere molto più di quello che riportano i dati del censimento del 2007. L’ingegner Gilberto Giannini dell’Arpam di Pesaro (Agenzia regionale per la protezione ambientale) ha affermato che, oltre a non essere aggiornato, il censimento è incompleto perché non tiene conto degli edifici privati e si basa su dichiarazioni spontanee. A Urbino, su un totale di 11.268 richieste di segnalazione inviate, sono state ricevute solo 2.459 risposte, cioè il 22%.

Le fibre di amianto, se respirate o ingerite, possono causare un tumore chiamato mesotelioma. La speranza di vita di un malato è di 6-9 mesi e, secondo il registro regionale dei mesoteliomi dell’università di Camerino, dal 1996 al 2008 i casi di morte per amianto nelle Marche erano 303. Secondo Silvia Cascioli della Cgil di Urbino, che si occupa delle pratiche di denuncia di malattie professionali, nella nostra zona non ci sono state  segnalazioni recenti di malattia per amianto. Ma i casi registrati fino al 2008 a Urbino e dintorni sono nove.

La tabella del registro dei mesoteliomi dell’università di Camerino (aggiornato al febbraio 2008)

Il mesotelioma insorge in media 30 anni dopo l’esposizione alle fibre d’amianto e, secondo i dati del German mesothelioma register, siamo ancora in attesa del picco di insorgenza per le esposizioni avvenute negli anni 80-90.

Va detto che la bonifica dell’amianto non è obbligatoria. Il proprietario di un edificio che lo contiene è tenuto a denunciarne la presenza all’Asur, e deve sostenere personalmente i costi della bonifica. I prezzi sono alti: l’azienda Ekofarma di Urbino, per bonificare un tetto di 2000 metri, diventato pericoloso dopo la nevicata dell’anno scorso, ha speso 40.000 euro (più 90.000 per la ricostruzione). L’Asur, ricevuta la denuncia – che può essere fatta anche da persone terze che si sentono esposte al rischio di amianto – fa dei sopralluoghi e può rendere obbligatori i lavori di risanamento.

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Un’energia contro il cancro: lunedì la presentazione a Urbino. Ma per l’oncologo è “una truffa” http://ifg.uniurb.it/2013/05/17/ducato-online/unenergia-contro-il-cancro-lunedi-la-presentazione-a-urbino-ma-per-loncologo-e-una-truffa/47489/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/17/ducato-online/unenergia-contro-il-cancro-lunedi-la-presentazione-a-urbino-ma-per-loncologo-e-una-truffa/47489/#comments Fri, 17 May 2013 00:24:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47489 LEGGI ANCHE Il maltolo per ‘suicidare’ i tumori, la scoperta all’Uniurb]]>

Il ricercatore Armando Vecchietti

URBINO – Lunedì 20 maggio i cittadini e i medici di Urbino avranno l’occasione di conoscere la terapia orgonomica. Una “soluzione al cancro” che verrà presentata dal dottor Armando Vecchietti, un biologo ricercatore di Corridonia (Mc), alle 21 alla Casa della musica. “Non rimarrete indifferenti” assicura l’avviso, pubblicato sul sito del ricercatore www.cellulacancerosa.it.

Non resta indifferente neanche il dottor Daniele Spada – del reparto di oncologia dell’ospedale di Urbino – secondo il quale la terapia “è una truffa a tutti gli effetti”.

Cos’è la terapia orgonomica. La terapia, non riconosciuta dalla medicina ufficiale, si basa sull’esistenza dell’energia orgonica: una forza, ipotizzata dallo psichiatra e psicoanalista Wilhelm Reich (1897-1957), che permea lo spazio e ogni corpo. L’impoverimento o il blocco di questa energia può creare da uno stato generalizzato di fiacchezza fino alla malattia. Relativamente al cancro, Reich ipotizzava che la mancanza di orgone nell’organismo causasse la formazione di “bacilli T”, delle strutture che nel corpo causano una anormale putrefazione delle cellule.

Lo psichiatra e psicanalista Wilhelm Reich (1897-1957) che ipotizzò l’energia orgonica

Il dottor Vecchietti dichiara di essere l’unico punto di riferimento per la ricerca orgonomica in Italia e in Europa e offre supporto alle persone che vogliono affidarsi alla terapia. “I risultati ottenuti a livello terapeutico sono stratosferici, stupefacenti – spiega Vecchietti al Ducato – e i test permettono di fare una diagnosi precocissima del cancro: dieci anni prima dell’oncologia tradizionale”. Il dottore fornisce anche i contatti di alcuni pazienti, o familiari di pazienti, che hanno dato la loro disponibilità a essere contattati.

Le testimonianze. Francesco Quiriconi, della zona di Pistoia, è uno di loro. E’ venuto a conoscenza della terapia tramite un ex collega di lavoro. Avendo saputo che la terapia funzionava, Francesco ha deciso di proporla a suo padre, a cui era stato diagnosticato il cancro. Contemporaneamente a una serie di sedute di chemioterapia leggera, il padre di Francesco si è sottoposto quindi per due o tre volte al giorno all’ “accumulatore orgonico”, prestatogli dall’ex collega. “Quando il tumore si è esteso, mio padre è stato operato ed è morto dopo un anno e mezzo o due dalla diagnosi. Ma la sua qualità di vita, grazie alla terapia orgonomica, è stata eccezionale. E’ morto senza dolori”.

L’accumulatore, spiega Quiriconi, è “una specie di cabina del telefono fatta di legno e metallo: quando il corpo respinge l’energia orgonica, l’accumulatore la ributta dentro”. Costa tra i 1000 e i 1500 euro e lo costruisce un artigiano di Corridonia, Franco Luciani: “Non sa a che cosa serva – spiega Vecchietti – ma negli anni ha imparato a realizzarlo”.

L’accumulatore orgonico

Un’altra paziente è la signora Bartolini, anche lei della zona di Pistoia. Sua figlia Sonia, come Francesco, ha saputo della terapia tramite un signore il cui suocero aveva un tumore. Nonostante le coincidenze, non conosce Quiriconi. Quattro anni fa alla signora Bartolini è stato diagnosticato un tumore, e sua figlia ha deciso di comprare l’accumulatore.

Anche Sonia, come Francesco, parla di “risultati incredibili”. Sua madre faceva contemporaneamente la chemioterapia, ma reagiva meglio rispetto alle altre signore: “Era l’unica con il viso rosso e bianco – racconta – e ancora oggi, che sta bene, usa l’accumulatore perché dice che è come se camminasse un ora sotto il sole”. Sonia racconta anche che le analisi mostravano che dopo la seduta orgonomica, i globuli bianchi erano aumentati.

“I globuli bianchi potrebbero aumentare comunque – ribatte l’oncologo Spada – e non ci sono prove che sia dovuto all’accumulatore”. Eppure oggi Sonia e Francesco difendono la terapia orgonomica e l’aiuto del dottor Vecchietti: “Si dà da fare anche se ha pochi mezzi e per le consulenze non ci ha chiesto un soldo. Con noi è stato molto professionale” dice Francesco.

La replica dell’oncologo. “Se si tratta di una credenza, o di una pratica di fede – commenta l’oncologo Spada – allora non c’è problema. Se un paziente si sente meglio pregando o affidandosi alla magia, la cosa non è giudicabile, perché siamo nell’ambito del soprannaturale”. Il problema è se una terapia, che non ha passato i test di validità, viene proposta come cura efficace o addirittura sostitutiva di quella autorizzata. Il dovere del medico, secondo Spada, è di prendersi cura delle persone, scegliendo con loro – e non per loro – la soluzione alla malattia: in questo, però, bisogna affidarsi a terapie conosciute e che non facciano del male.

Vecchietti non è della stessa opinione: sul suo sito c’è una sezione intitolata “le bugie dell’oncologia”, che porta a una pagina vuota, con una sola affermazione: “I medici sono i primi a non credere alla chemioterapia”. Ma l’oncologo Spada racconta un’altra storia: “La chemioterapia ad oggi è la migliore cura perché tiene il tumore sotto controllo e allunga la vita del paziente. Esistono poi dei prodotti naturali, di efficacia testata, che aiutano a combattere le controindicazioni”.

“Il processo canceroso – continua Spada – è altamente complesso e la scienza lo sta ancora studiando. Se la chemioterapia non dà i risultati sperati in ogni occasione, è per la complessità della malattia”. Commentando le ricerche del dottor Vecchietti, Spada spiega che la “putrefazione” non esiste e che ogni cellula ha una morte programmata, fisiologica. Non c’è, secondo l’oncologo, l’evidenza scientifica della ricerca orgonomica, che si basa su “disegni copiati male da libri forse quattrocenteschi”.

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