il Ducato » della vita e dell’ambiente http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » della vita e dell’ambiente http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Laurea ad honorem a Carlo Rubbia: “In politica come Zichichi? Mai” http://ifg.uniurb.it/2013/03/28/ducato-online/laurea-ad-honorem-a-carlo-rubbia-in-politica-come-zichichi-mai/40628/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/28/ducato-online/laurea-ad-honorem-a-carlo-rubbia-in-politica-come-zichichi-mai/40628/#comments Thu, 28 Mar 2013 07:07:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=40628

Il premio Nobel Rubbia durante la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa

URBINO – Era la laurea ad honorem numero 32 quella che Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, ha ricevuto oggi a palazzo Battiferri, ma per lui la cerimonia è stata “una grandissima emozione perché per chi vive all’estero tornare a casa ed essere riconosciuti in Italia ha sempre un significato speciale”.

A conferire la laurea in Ecologia dei cambiamenti climatici del dipartimento di Scienze della terra, della vita e dell’ambiente, è stato il rettore dell’Università di Urbino, Stefano Pivato, “orgoglioso di avere qui, oggi, uno scienziato cosi importante che è anche un’occasione per ricordare il grande contributo che Urbino ha dato dal ‘500 in poi alle ricerche scientifiche italiane”.

L’ aula magna era piena di giovani, di ricercatori e di personalità istituzionali, tutti lì per vedere uno dei fisici più importanti nel panorama scientifico mondiale, un uomo che ha anche un asteroide dedicato a suo nome: l’8398 Rubbia. I suoi contributi più grandi vengono dalla ricerca sulle particelle elementari, la scoperta dei bosoni W e Z responsabili dell’interazione debole gli ha valso il Nobel, dallo studio sui problemi energetici e dalle ricerche sul nucleare.

“Io mi diverto moltissimo a fare quello che sto facendo – ha affermato Rubbia – io faccio la scienza di giorno e di notte perché mi piace, ho la grande fortuna di aver accoppiato l’hobby al lavoro e questa è la cosa migliore che auguro a ciascuno di voi”.

Per Rubbia, che ha vissuto gran parte della sua vita tra l’America, la Svizzera e la Germania, in Italia la scienza deve essere vista come un modello costruttivo che porti a un cambiamento positivo, sia nella ricerca scientifica sia nei problemi più attuali come il nucleare: “Lo sviluppo tecnologico del nucleare è rimasto fermo a 50 anni fa – ha detto il fisico – c’è un blocco totale perché le capacità d’innovazione esistono ma sono limitate dal senso comune e dai mass media che riducono tutto alla dicotomia ‘nucleare si-nucleare no’ ma senza spiegare il perché”. Per il fisico l’approccio socio-culturale alla scienza e alla questione delle energie rinnovabili deve cambiare radicalmente: “C’è bisogno di soluzioni diverse che devono essere decise in tempi relativamente brevi”.

Ma il cambiamento, afferma Rubbia, non verrà mai dall’alto: “E’ un problema bottom up, ovvero i giovani, i cittadini, l’uomo della strada devono prendere coscienza di quello che sta succedendo e spronare loro stessi i politici ad agire”.

Forse è per questo motivo che non ci pensa per niente a entrare in politica: “Assessore io? Ma vuoi scherzare! Sarei un pessimo assessore! Sono una persona che ama fare delle cose difficili, complicate e tecnologicamente importanti ma lascio ad altri la responsabilità di occuparsi di politica. Quando mi hanno dato questo premiolino (il Nobel, ndr) ho capito che il problema più grosso di tutti noi è quello di non uscire dal seminato e di pretendere di sapere tutto su tutto – ha continuato il fisico – si ha la tendenza di parlare di qualunque cosa ma in realtà serve solo un minimo di modestia per lasciar fare agli altri quello che sanno fare meglio”.

Dopo la consegna del titolo il professor Rubbia ha tenuto una lectio magistralis sull’Antropocene, l’attuale era geologica in cui vive l’uomo che però rischia di essere rovinata per sempre dalle eccessive emissioni di carbonio che stanno intossicando il pianeta. “Le emissioni di CO2 nell’aria sono un milione di milioni di tonnellate; una sola persona ne produce 100 kg al giorno – ha spiegato il professore – che poi restano nell’atmosfera per più di 30.000 anni”.

Queste emissioni provocano un cambiamento climatico e una saturazione dell’aria di sostanze inquinanti molto pericolosi per la salute delle persone, letale se presente nel sangue con una concentrazione elevata, e per il benessere del sistema terra. Per Rubbia non esistono alternative fantascientifiche come l’iniezione di aereosol nell’atmosfera ipotizzata da alcuni scienziati. L’unica soluzione per salvare la Terra è quella di  “limitare le emissioni e usare in modo più consapevole e senza pregiudizi l’energia che viene dal sole, dall’acqua e dal vento”.

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