il Ducato » dipartimento di Scienze della terra http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » dipartimento di Scienze della terra http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Ricercatrici precarie in cattedra alla “Corte di Battista” http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/ricercatrici-precarie-in-cattedra-alla-corte-di-battista/49764/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/ricercatrici-precarie-in-cattedra-alla-corte-di-battista/49764/#comments Wed, 05 Jun 2013 08:53:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49764

Elisa Montironi, ricercatrice ‘precaria’

URBINO – Hanno intorno ai 30 anni, sono ricercatrici con contratti che durano, se va bene, per un anno e parlare di futuro per loro è quasi un’utopia. Sono per la maggior parte del tempo nei loro laboratori ma da giovedì 6 giugno, alla Sala del Maniscalco a Urbino, saliranno in cattedra e saranno le ‘duchesse’ protagoniste “alla corte di Battista“.

Quattro tavole rotonde durante i quali sei ricercatrici ‘precarie’ dell’Università di Urbino presenteranno al pubblico le loro attività e i loro lavori riguardo a temi di attualità. “Il nostro obiettivo è quello di dare visibilità alle ragazze – spiega la professoressa Laura Chiarantini, delegato per il Rettore alle Pari Opportunità e organizzatrice dell’evento – cercando anche di abbinare tematiche diverse apparentemente distanti ma che mirano a sviluppare il dibattito, anche con i non addetti ai lavori”.

La situazione attuale, spiega Sara Biagiotti, una delle protagoniste degli incontri, è “una giungla, ma nostante i pochi mezzi, le risorse quasi a zero e le poche prospettive future di vita o di carriera, a spingerci resta sempre la passione, la voglia di realizzare i nostri sogni, la testa ma soprattutto il cuore”.  Sara ha 31 anni e da sette è una ricercatrice ‘precaria’ nel Dipartimento di Scienze biomolecolari con una borsa di studio a progetto ottenuta dopo il dottorato. Avrebbe dovuto ricevere, come da consuetudine,  un assegno di ricerca più dignitoso in termini economici ma, a causa della scarsità di fondi, ne sono concessi solo 10 all’anno. Lei , come la maggior parte degli altri 131 ricercatori all’università, dei quali 47% sono donne, ha un futuro precario e spesso neanche tutti i contributi pagati.

Il primo incontro inizierà alle 21 e avrà come tema la ‘Migrazione di donne e uomini e dei loro saperi’ e a intervenire saranno docenti e le ricercatrici Athanasia Andriopoulou ed Elisa Montironi.

Athanasia ha 35 anni, è venuta in Italia dalla Grecia 15 anni fa per studiare e dopo un master a Roma e un dottorato a Genova ora è una ‘contrattista‘, ovvero ha un contratto di ricerca a tempo determinato, rinnovato ogni tre, sei mesi o un anno. “Le difficoltà sono le stesse per tutti i precari, ma essere donna rende tutto più complicato: la natura stessa della nostra femminilità viene messa in secondo piano per la carriera e con essa tutte le esigenze naturali, biologiche, come avere dei figli – spiega la dottoressa Andriopoulou –  pensare di avere un figlio per me sarebbe un suicidio perché non sarei in grado di mantenerci con continuità”.

“Il morbo della precarietà è quello di precludere i giovani ad avere un futuro – sostiene Elisa Montironi, 30 anni, ricercatrice contrattista per un anno alla Scuola di lingue e mamma di un bambino di quasi tre anni – ma lo sbaglio è anche quello di pensare alla famiglia come un peso, in realtà il lato umano è molto importante  per la realizzazione della persona sia a livello sociale che professionale”.

Elisa dice di essere fortunata perché riesce ad andare avanti grazie al lavoro del marito e al sostegno della famiglia: “Capisco che per due ricercatori sarebbe impossibile avere una famiglia, ma mio figlio, quando lo guardo, mi ricorda ogni giorno che devo essere responsabile per il nostro futuro e quello della collettività, lui mi spinge a fare di più, a fare bene il mio lavoro e a cercare di essere il più possibile utile alla società”.

Nei giovedi successivi, il 13, il 20 e il 27 giugno, ci saranno gli altri incontri/dibattiti sui temi quali farmacologia e bioetica (interverrano Sara Biagiotti e Monia Andreani) , i ruoli delle donne come imprenditrici e accademiche (tenuti da Annalisa Sentuti e Angela Genova) e per concludere una relazione sulla natura, amica o matrigna, con una fisica terrestre, Gabriella Ruggieri, del Dipartimento di Scienze di base e fondamenti, e la psicologa Grazia Maria de Rugeriis.

“La situazione è critica, e non solo in Italia – continua la dottoressa Montironi –  non ci sono i fondi e quindi non c’è la possibilità di ragionare al futuro perché sarebbe demotivante ma gioiamo delle piccole mete quotidiane: sentire di essere utili ci aiuta ad andare avanti”.

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/ricercatrici-precarie-in-cattedra-alla-corte-di-battista/49764/feed/ 0
Luce, boom bollette: ma a Urbino pochi puntano sul fotovoltaico http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/luce-boom-bollette-ma-a-urbino-pochi-puntano-sul-fotovoltaico/49184/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/luce-boom-bollette-ma-a-urbino-pochi-puntano-sul-fotovoltaico/49184/#comments Wed, 29 May 2013 16:23:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49184

I pannelli fotovoltaici dell’Imab di Fermignano

“Here comes the sun”: qui arriva il sole. Lo cantavano i Beatles quarant’anni fa ed è quello che moltissimi italiani si augurano ancora. La bolletta della luce in Italia ha avuto uno dei rincari maggiori tra quelle dei paesi europei e la soluzione migliore per risparmiare sembra il passaggio al fotovoltaico, per chi può permetterselo. Ed è una scelta che ancora non ha convinto del tutto gli abitanti della provincia di Pesaro-Urbino, non ai livelli che invece si registrano in Lombardia e in Veneto, ma che sono pur sempre migliori di quelli di altre regioni.

Secondo i dati di Eurostat, dalla seconda metà del 2011 alla seconda metà del 2012 le spese per l’elettricità nel nostro Paese sono aumentate dell’11,2%: una percentuale nettamente superiore alla media europea (6,6%) che colloca l’Italia al terzo posto nella classifica dei rincari più onerosi dopo Cipro (+20,6%) e Grecia (+14,6%).

“Colpa degli incentivi per le energie rinnovabili” dichiara il presidente dell’Authority per l’energia Guido Bortoni che, intervistato da Radio24, ha additato il sostegno al fotovoltaico come uno dei motivi del rincaro della bolletta. In Italia sono però molti i cittadini che proprio nell’energia solare hanno trovato la soluzione ai conti troppo salati. “Il nostro paese è secondo solo alla Germania come diffusione di impianti fotovoltaici” ci spiega Alessandro Gambarara, dottore in scienza ambientali del DiSTeVA di Urbino, il dipartimento di scienze della Terra, della vita e dell’ambiente. La stessa Carlo Bo fu tra i pionieri dell’energia solare quando nei primi anni 2000 installò un impianto grazie a un finanziamento a fondo perduto. A Fermignano c’è poi l’Imab, fabbrica di mobili, che con i suoi 3800 pannelli risparmia quasi il 20% sulla bolletta.

In risposta all’Autorità per l’energia il dottor Gambarara precisa poi: “Gli incentivi per il fotovoltaico non pesano più del 10% nel rincaro della bolletta energetica, gran parte dell’aumento è dovuto al rialzo dei prezzi del carbone, del petrolio e del gas”.

Le Marche non ricoprono però le prime posizioni nella classifica delle regioni per numero di impianti installati: secondo il rapporto statistico del 2012 rilasciato dal Gse la nostra regione si posiziona al 12° posto con meno di 20.000 impianti, lontanissima dalle regioni del Nord come Veneto e Lombardia che vantano più di 60.000 impianti istallati.

In rapporto al numero degli abitanti, però, ecco che le Marche fanno un passo in avanti: da noi c’è un impianto ogni 84 persone mentre in Lombarda uno ogni 142 abitanti; ancora più virtuoso il Veneto con un impianto fotovoltaico ogni 74 persone. Anche prendendo in considerazione la classifica delle regione per potenza installata, le Marche balzano avanti in classifica posizionandosi all’ottavo posto.

Nemmeno la provincia di Pesaro e Urbino risulta tra le prime posizioni come utilizzo del fotovoltaico: possiede infatti solo lo 0,8% dei 478.311 impianti installati in Italia, una percentuale inferiore a quella delle province confinanti di Perugia (1,9%), e Ancona (1,1%) e lontana da Treviso (3,5%) e Brescia (3,3) che guidano la classifica delle provincie con il maggior numero di impianti fotovoltaici.

Ma lo sviluppo del fotovoltaico rischia un rallentamento: a luglio scadrà il quinto conto energia e non saranno più previsti incentivi per chi vuole passare all’energia solare. “Installare il fotovoltaico – continua Gambarara – sarà comunque vantaggioso. Rispetto agli anni passati i prezzi sono scesi: con 9.000 euro si può infatti installare un impianto da 3 kilowatt che dura 20 anni. In 7-9 anni si ammorta la spesa fatta, grazie all’autoconsumo e all’energia che rimettiamo nel mercato”. E i vantaggi sono anche per l’ambiente: “Gran parte dei materiali usati per i pannelli solari sono riciclabili e con il fotovoltaico riduciamo l’emissione di anidride carbonica”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/luce-boom-bollette-ma-a-urbino-pochi-puntano-sul-fotovoltaico/49184/feed/ 1
Neuroni, diritto e storia: un mese di incontri interdisciplinari a Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/05/28/ducato-notizie-informazione/neuroni-diritto-e-storia-un-mese-di-incontri-interdisciplinari-a-urbino/48967/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/28/ducato-notizie-informazione/neuroni-diritto-e-storia-un-mese-di-incontri-interdisciplinari-a-urbino/48967/#comments Tue, 28 May 2013 16:26:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48967 [continua a leggere]]]> URBINO – La memoria del tempo e Il corpo del duce: sono questi i due incontri che si svolgeranno domani alle 15 all’aula Amaranto di Palazzo Battiferri e che proseguono il Mese dell’alta formazione, una serie di incontri promossi dalla Carlo Bo con lo scopo di instaurare un dialogo sempre più proficuo tra le varie discipline. Dieci giornate dedicate a lezioni di professori universitari che spazieranno dalla metodologia della ricerca alle scienze sociali, dai neuroni specchio all’umanesimo scientifico.

Un’iniziativa ispirata alla vita di Federico Commandino, grecista e allo stesso tempo grande matematico del XVI secolo: Commandino trascorse i suoi ultimi anni ad Urbino ed è ritenuto il principe dell’interdisciplinarità, poiché fu il primo in Europa a possedere competenze fisico-matematiche e filologiche-letterarie.

I prossimi appuntamenti, dopo quelli di domani, saranno il 30 maggio (I neuroni specchio, ore 15) e poi 4, 5, 11, 12,19 e 20 giugno. Nell’ultimo incontro la professoressa Maria Paola Mittica, sociologa del diritto,  affronterà il rapporto tra narrazioni e diritto, analizzando l’Orestea di Eschilo.

PROGRAMMA COMPLETO

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/05/28/ducato-notizie-informazione/neuroni-diritto-e-storia-un-mese-di-incontri-interdisciplinari-a-urbino/48967/feed/ 0
Laurea ad honorem a Carlo Rubbia: “In politica come Zichichi? Mai” http://ifg.uniurb.it/2013/03/28/ducato-online/laurea-ad-honorem-a-carlo-rubbia-in-politica-come-zichichi-mai/40628/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/28/ducato-online/laurea-ad-honorem-a-carlo-rubbia-in-politica-come-zichichi-mai/40628/#comments Thu, 28 Mar 2013 07:07:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=40628

Il premio Nobel Rubbia durante la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa

URBINO – Era la laurea ad honorem numero 32 quella che Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, ha ricevuto oggi a palazzo Battiferri, ma per lui la cerimonia è stata “una grandissima emozione perché per chi vive all’estero tornare a casa ed essere riconosciuti in Italia ha sempre un significato speciale”.

A conferire la laurea in Ecologia dei cambiamenti climatici del dipartimento di Scienze della terra, della vita e dell’ambiente, è stato il rettore dell’Università di Urbino, Stefano Pivato, “orgoglioso di avere qui, oggi, uno scienziato cosi importante che è anche un’occasione per ricordare il grande contributo che Urbino ha dato dal ‘500 in poi alle ricerche scientifiche italiane”.

L’ aula magna era piena di giovani, di ricercatori e di personalità istituzionali, tutti lì per vedere uno dei fisici più importanti nel panorama scientifico mondiale, un uomo che ha anche un asteroide dedicato a suo nome: l’8398 Rubbia. I suoi contributi più grandi vengono dalla ricerca sulle particelle elementari, la scoperta dei bosoni W e Z responsabili dell’interazione debole gli ha valso il Nobel, dallo studio sui problemi energetici e dalle ricerche sul nucleare.

“Io mi diverto moltissimo a fare quello che sto facendo – ha affermato Rubbia – io faccio la scienza di giorno e di notte perché mi piace, ho la grande fortuna di aver accoppiato l’hobby al lavoro e questa è la cosa migliore che auguro a ciascuno di voi”.

Per Rubbia, che ha vissuto gran parte della sua vita tra l’America, la Svizzera e la Germania, in Italia la scienza deve essere vista come un modello costruttivo che porti a un cambiamento positivo, sia nella ricerca scientifica sia nei problemi più attuali come il nucleare: “Lo sviluppo tecnologico del nucleare è rimasto fermo a 50 anni fa – ha detto il fisico – c’è un blocco totale perché le capacità d’innovazione esistono ma sono limitate dal senso comune e dai mass media che riducono tutto alla dicotomia ‘nucleare si-nucleare no’ ma senza spiegare il perché”. Per il fisico l’approccio socio-culturale alla scienza e alla questione delle energie rinnovabili deve cambiare radicalmente: “C’è bisogno di soluzioni diverse che devono essere decise in tempi relativamente brevi”.

Ma il cambiamento, afferma Rubbia, non verrà mai dall’alto: “E’ un problema bottom up, ovvero i giovani, i cittadini, l’uomo della strada devono prendere coscienza di quello che sta succedendo e spronare loro stessi i politici ad agire”.

Forse è per questo motivo che non ci pensa per niente a entrare in politica: “Assessore io? Ma vuoi scherzare! Sarei un pessimo assessore! Sono una persona che ama fare delle cose difficili, complicate e tecnologicamente importanti ma lascio ad altri la responsabilità di occuparsi di politica. Quando mi hanno dato questo premiolino (il Nobel, ndr) ho capito che il problema più grosso di tutti noi è quello di non uscire dal seminato e di pretendere di sapere tutto su tutto – ha continuato il fisico – si ha la tendenza di parlare di qualunque cosa ma in realtà serve solo un minimo di modestia per lasciar fare agli altri quello che sanno fare meglio”.

Dopo la consegna del titolo il professor Rubbia ha tenuto una lectio magistralis sull’Antropocene, l’attuale era geologica in cui vive l’uomo che però rischia di essere rovinata per sempre dalle eccessive emissioni di carbonio che stanno intossicando il pianeta. “Le emissioni di CO2 nell’aria sono un milione di milioni di tonnellate; una sola persona ne produce 100 kg al giorno – ha spiegato il professore – che poi restano nell’atmosfera per più di 30.000 anni”.

Queste emissioni provocano un cambiamento climatico e una saturazione dell’aria di sostanze inquinanti molto pericolosi per la salute delle persone, letale se presente nel sangue con una concentrazione elevata, e per il benessere del sistema terra. Per Rubbia non esistono alternative fantascientifiche come l’iniezione di aereosol nell’atmosfera ipotizzata da alcuni scienziati. L’unica soluzione per salvare la Terra è quella di  “limitare le emissioni e usare in modo più consapevole e senza pregiudizi l’energia che viene dal sole, dall’acqua e dal vento”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/03/28/ducato-online/laurea-ad-honorem-a-carlo-rubbia-in-politica-come-zichichi-mai/40628/feed/ 2