il Ducato » duca Federico http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » duca Federico http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Lo Studiolo com’era ai tempi del Duca: il ritorno degli “uomini illustri” – VIDEO http://ifg.uniurb.it/2015/03/20/ducato-online/lo-studiolo-comera-ai-tempi-del-duca-il-ritorno-degli-uomini-illustri-video/68418/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/20/ducato-online/lo-studiolo-comera-ai-tempi-del-duca-il-ritorno-degli-uomini-illustri-video/68418/#comments Fri, 20 Mar 2015 13:46:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=68418 VIDEO - Le 14 tavole rimarranno a casa fino al 4 luglio. Niente guide ad accogliere i visitatori, ma installazioni multimediali. Sgarbi: "A fine mostra i ritratti dovrebbero essere sostituiti con riproduzioni fedeli e non in bianco e nero"
INTERATTIVO Lo studiolo com’era 400 anni fa - LEGGI Lo Studiolo è tornato a splendere]]>
URBINO – Ecco lo Studiolo del Duca allestito com’era 400 anni fa. Le 14 tavole che ritraggono gli uomini illustri sono finalmente tornate a casa. Fino al 4 luglio i visitatori potranno rivivere l’atmosfera che si respirava ai tempi di Federico. Ad accogliere i visitatori non ci sono guide ma installazioni multimediali da ‘interrogare’ per sapere tutti i dettagli delle opere in mostra.

“Quando le tavole saranno restituite al Museo del Louvre – ha detto l’assessore alla Rivoluzione, Cultura e Agricoltura di Urbino Vittorio Sgarbi – dovrebbero essere sostituite con riproduzioni fedeli e non con stampe in bianco e nero come è stato fino ad ora”.


Servizio di Alessandro Crescentini, Adriano Di Blasi, Simona Desole, Ilenia Inguì, Mauro Torresi e Alessandra Vittori

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Lo Studiolo del Duca è tornato a splendere: gli uomini illustri sono di nuovo a casa http://ifg.uniurb.it/2015/03/12/ducato-online/lo-studiolo-del-duca-e-tornato-a-splendere-gli-uomini-illustri-sono-di-nuovo-a-casa/67873/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/12/ducato-online/lo-studiolo-del-duca-e-tornato-a-splendere-gli-uomini-illustri-sono-di-nuovo-a-casa/67873/#comments Thu, 12 Mar 2015 13:31:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67873 INTERATTIVO - Lo studiolo com'era 400 anni fa]]>

Lo Studiolo del Duca

URBINO – Gli uomini illustri sono tornati a casa. Dopo 4 secoli le 14 tavole, prestate dal Louvre, rientrano nella città ducale. Ora lo Studiolo è come Federico lo aveva voluto, un luogo intimo, in cui poter stare da solo a riflettere e instaurare un dialogo ideale con i sapienti del passato. È stata inaugurata la mostra Lo studiolo di Federico di Montefeltro. Il ritorno degli uomini illustri alla Corte di Urbino. A presentare quello che lei chiama “il piccolo miracolo” è stata la soprintendente Maria Rosaria Valazzi. Presenti a Palazzo Ducale anche il sindaco Maurizio Gambini, lo storico dell’arte e altro curatore della mostra Carlo Bertelli, Pietro Marcolini, assessore alla cultura della Regione Marche e Maurizio Cecconi, amministratore delegato di Villaggio Globale International, società che ha organizzato l’esposizione.

INTERATTIVO – I ritratti dello studiolo tornati dal Louvre

La visita, guidata dal professor Alessandro Marchi, specializzato in storia dell’arte medievale e moderna, si apre con Federico da Montefeltro con il figlio Guidobaldo bambino, un doppio ritratto di Pedro Berruguete, conservato alla Galleria Nazionale delle Marche, per presentare colui che ha voluto il magnifico palazzo “ideale”. Si pensava che questo quadro fosse tra le tavole dello Studiolo, ma lo spazio rimasto è troppo poco per ospitare anche quest’opera e si è quindi ipotizzato che fosse nella Biblioteca del duca. Rappresenta Federico all’apice del suo potere, appena ottenuto il titolo di duca. Ha infatti tutti gli attributi che simboleggiano questo stato: il mantello di ermellino e l’armatura, simbolo del suo essere un valoroso condottiero. L’artista però lo rappresenta anche nelle vesti di un uomo che occupava il tempo libero dalle battaglie per dedicarsi alla lettura. Proprio per questo motivo non ha nulla a coprirgli la testa; è quindi raffigurato nella situazione tra il pubblico e il privato.

Una porta intarsiata separa la Sala degli Angeli, dove ha inizio la mostra, da quella delle Udienze. Da qui, grazie a due installazioni touch screen, il visitatore potrà percorrere un viaggio multimediale per conoscere tutti i grandi personaggi che si troverà di fronte nello Studiolo. Proprio la multimedialità è uno dei punti cardine dell’esposizione come spiega la Valazzi: “Credo che la mostra possa avere una grande valenza per il pubblico, ma la comunicazione dovrà essere estremamente attenta perché l’argomento non è così noto al grande pubblico. L’esposizione, per questo, si avvale di sistemi multimediali e di una comunicazione sui social network. Spero che possa riunire insieme da una parte l’operazione di ricostruzione dello Studiolo e dall’altra la diffusione della conoscenza ai più alti livelli. Per esprimere questa doppia valenza ci siamo rifatti a Federico: grande condottiero e un grandissimo comunicatore”.

Una volta dentro ci troviamo ‘circondati’ da questi 28 uomini. La stanza del duca è un ambiente raffinatissimo ed è ricavato da un’irregolarità del palazzo che, come spiega il professore, “è dovuta al fatto che la vera facciata è all’interno dei due torricini perché doveva essere orientata verso la via più importante del tempo: quella che proveniva da Roma, attraversava le colline di Urbania, fino ad arrivare a Urbino. La facciata quindi era la prima cosa visibile; il palazzo diventa così la città, non è solo il simbolo ma è la città vera e propria”.

Originariamente i dipinti erano su unico tavolone che andava dall’alto in basso. Sotto alle figure c’erano delle “dediche personalissime” (oggi non ci sono più a causa della segatura del tavolone) che Federico volle per ognuno di questi personaggi.  Emblemi della letteratura, della scienza, della matematica, della religione e della filosofia, non sono solo modelli del passato come Dante, Aristotele e Tolomeo, ma anche molto vicini al Duca. Pio II e Vittorino da Feltre, maestro di Federico, ma primo tra tutti è Sisto IV che gli attribuì il titolo ducale.

I dipinti si trovano nella parte alta delle pareti mentre nella parte inferiore è coperta da tarsie lignee che con composizioni prospettiche esaltano l’attività intellettuale a cui il luogo era destinato. Nella parte superiore sono rappresentati sportelli semiaperti che mostrano armadi con gli oggetti simbolo delle Arti e delle Virtù (ad esempio la spada della Giustizia) e nicchie con statue, mentre nel registro in basso sono rappresentati altri oggetti come strumenti musicali, spartiti e armature.

Gli artisti ad aver dipinto i ritratti sono essenzialmente due: Giusto di Gand e Pedro Berruguete. Il primo fu fatto venire da Federico appositamente dalle Fiandre. “Voleva qualcosa di diverso dalla cultura prospettica in voga a quel tempo – ha spiegato  Marchi – aveva visto che i re di Napoli e gli Sforza collezionavano dipinti fiamminghi e scelse questa tendenza esotica. Voleva il pittore che coniugasse la civiltà del nord Europa con la civiltà italiana”. Il pittore però non finì i ritratti che furono completati da quello che i documenti attestano come Pedro Spagnolo, che Roberto Longhi identificò con Pedro Berruguete.

Parte del progetto della mostra è anche l’analisi scientifica che è stata condotta dalla Soprintendenza di Urbino con le Università di Urbino e Bologna, parallelamente ad analoghi studi diagnostici fatti dal Centre de Recherches des Musées de France. I risultati sono esposti su pannelli multimediali interattivi.

La mostra si conclude nella sala di partenza, la Sala degli Angeli, dove, al di là del pannello ligneo, sono esposti due quadri di Giovanni Santi, pittore di corte. Il primo è la riproduzione di un particolare della Comunione degli Apostoli di Giusto di Gand (anche questo in mostra, con la predella di Paolo Uccello) che testimonia la volontà di Giovanni di rifarsi al gusto esotico del fiammingo. La seconda opera invece mette in luce come ci sarà un netto cambiamento di stile dopo il passaggio di Pietro Perugino a Urbino.

Gli uomini illustri saranno ‘a casa’ dal 12 marzo al 4 luglio 2015. La mostra è promossa dalla Regione Marche con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici delle Marche e la collaborazione del Comune di Urbino. È stata inoltre inserita nel programma Expo 2015 ed è uno degli appuntamenti espositivi di rilievo nella programmazione Distretto Culturale Evoluto della Regione Marche.

 

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Gli uomini illustri tornano alla corte di Urbino dopo 400 anni – Ricostruzione interattiva http://ifg.uniurb.it/2015/03/03/ducato-online/gli-uomini-illustri-tornano-alla-corte-di-urbino-dopo-400-anni-ricostruzione-interattiva/67089/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/03/ducato-online/gli-uomini-illustri-tornano-alla-corte-di-urbino-dopo-400-anni-ricostruzione-interattiva/67089/#comments Tue, 03 Mar 2015 16:55:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67089 studiolo_dettaglioURBINO – Un viaggio nel tempo. Un salto nel cuore dell’Urbino del 1600. Dopo quasi 400 anni si ripopolano le pareti dello Studiolo di Federico da Montefeltro. Dal 12 marzo al 5 luglio 2015, tornano infatti a Palazzo Ducale i 14 ritratti di uomini illustri conservati nelle collezioni del Museo del Louvre. Con l’esposizione si ricompone così uno dei luoghi più emblematici del Rinascimento italiano. Oggi solo la metà dei quadri sono esposti alla Galleria Nazionale delle Marche, ma con l’allestimento il pubblico potrà osservare lo Studiolo nella sua veste originaria.

GUARDA - La ricostruzione interattiva con i volti e le storie dei grandi personaggi che ‘tornano a corte’

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San Valentino, a Urbino l’amore si festeggia a palazzo Ducale http://ifg.uniurb.it/2014/02/12/ducato-online/san-valentino-a-urbino-lamore-si-festeggia-a-palazzo-ducale/57114/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/12/ducato-online/san-valentino-a-urbino-lamore-si-festeggia-a-palazzo-ducale/57114/#comments Wed, 12 Feb 2014 14:30:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57114 san-valentino

URBINO – A San Valentino, gli innamorati di oggi potranno festeggiare nei luoghi degli innamorati di ieri. La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici delle Marche e di Urbino ha infatti  organizzato due iniziative per la festa più dolce dell’anno.

Il 14 febbraio a palazzo Ducale la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino propone due visite guidate gratuite (alle 10.30 e alle 16). Il percorso scelto interessa opere storiche, mitologiche ed epiche che parlano dell’amore tra il duca Federico e Battista Sforza e si snoderà nelle stanze che ospitano arazzi, dipinti su tela ottocentesca, sculture, ceramiche e piccole incisioni litografiche raramente esposte al pubblico.

Gradara, invece, la Rocca ospiterà il racconto dell’amore di Paolo e Francesca, la storia resa celebre dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Per San Valentino, gli innamorati potranno visitare a pagamento il suggestivo castello che ha visto nascere e finire tragicamente la storia d’amore dei due amanti.

Il 14 febbraio si parlerà di amore anche all’Università di Urbino.  L’aula rossa di palazzo Battiferri alle 15 ospiterà l’ottava edizione del ciclo di conferenze dedicate alla matematica intitolata  “Matematica e… amore: il caso di Jules e Jim“, i protagonisti del romanzo di Henri-Pierre Roché del 1953, poi diventato un film di Truffaut nel 1962. Nel seminario di Fabio Dercole del Politecnico delle Marche verrà spiegato il curioso studio matematico del triangolo amoroso della letteratura francese.

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Sgarbi candidato a Urbino per i Verdi alle primarie del centrosinistra http://ifg.uniurb.it/2014/01/15/ducato-online/sgarbi-a-urbino-farei-bombardare-la-colata-di-cemento-davanti-porta-santa-lucia-video/54716/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/15/ducato-online/sgarbi-a-urbino-farei-bombardare-la-colata-di-cemento-davanti-porta-santa-lucia-video/54716/#comments Wed, 15 Jan 2014 14:14:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54716 LEGGI "Con me Urbino rinascerebbe" LEGGI Le Agende Rosse lo sfidano: "Noi come Borsellino" ]]> vittorio sgarbiURBINO – Vittorio Sgarbi sarà il candidato dei Verdi alle primarie del centro-sinistra del 2 marzo per le elezioni amministrative  nella prossima primavera. La conferma arriva dall’attuale vice-sindaco di Urbino ed esponente del partito, Lorenzo Tempesta: “Noi glielo abbiamo proposto e lui ha accettato di buon grado”.

Per l’ufficializzazione della candidatura manca poco, “serve solo che le regole messe in campo dal Pd siano coerenti con le nostre richieste”, spiega Tempesta. Il vice-sindaco aveva parlato pochi giorni fa della scelta del candidato: “Una persona esterna, di forte caratura nazionale e internazionale – aveva detto – abbiamo già deciso di chi si tratta”. Oggi è arrivata la conferma sul nome di Sgarbi, in visita proprio in questi giorni a Urbino. Tempesta ha anche spiegato che l’accordo con Sgarbi è già in “stato avanzato”.

Dal Pd proprio questa mattina è arrivata la conferma che Sgarbi non sarebbe stato supportato dagli esponenti del partito e che si tratta di una candidatura proposta dai Verdi.

In occasione della presentazione del suo ultimo libro Il Tesoro d’Italia, abbiamo chiesto ieri a Vittorio Sgarbi cosa ne pensa dell’eliminazione di Urbino alla corsa per il titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2019. Il problema, ha risposto il critico d’arte, è stato probabilmente “il programma presentato, insufficiente rispetto a ciò che era stato richiesto dalla Commissione Europea”. Sgarbi è sicuro che “alla città serve un sindaco vivace e convinto” proprio come lui, quasi certo come candidato sindaco.  ” Valuterò le proposte che mi sono state fatte – ha detto il critico – e se dovessi avere voglia potrei anche fare il sindaco, Urbino è un paradiso terrestre e ci si vive benissimo”.

La possibilità di amministrare la città di Urbino Sgarbi l’ha presa veramente sul serio, tanto che il primo punto del suo programma elettorale c’è già. E riguarda l’IperCoop  in costruzione, con annesso parcheggio multipiano, davanti a porta Santa Lucia:  “Se veramente diventassi sindaco per prima cosa farei subito bombardare dal mullah Omar quella colata di cemento, gli metterei la dinamite”.

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2013, sarà una Festa del Duca ‘tagliata’ del 40% http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/2013-sara-una-festa-del-duca-tagliata-del-40/51351/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/2013-sara-una-festa-del-duca-tagliata-del-40/51351/#comments Thu, 13 Jun 2013 16:23:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51351 URBINO – Sarà un’edizione all’insegna del risparmio e del contenimento dei costi quella della Festa del Duca 2013, in programma a Urbino nei giorni 16 – 17 e 18 agosto. A confermarlo è l’assessore al Turismo Maria Francesca Crespini che sottolinea la necessità di adeguarsi alla situazione economica attuale, riducendo di “oltre il 40%” le risorse destinate alla manifestazione nata nel 1982 in occasione dei 500 anni dalla morte di Federico da Montefeltro.

Il taglio del bilancio inciderà principalmente sulla rievocazione del gioco dell’Aita, la competizione militaresca (antenata del moderno rugby) praticata  per oltre duecento anni dalla Legione Metaurense in onore del signore di Urbino. “Lo scorso anno – prosegue la Crespini – abbiamo riproposto  l’Aita in Piazza Mercatale, ma per quest’anno non posso garantire nulla, al massimo sarà attuata in forma ridotta alla Fortezza Albornoz”

Oltre ai numerosi problemi finanziari e tecnici (allestimento del campo di gioco  e autorizzazioni amministrative per l’organizzazione), a complicare l’appuntamento degli urbinati con l’antica sfida rinascimentale anche le impalcature per il restauro dei Torricini, situate proprio sopra Borgo Mercatale.

Per il resto la manifestazione non dovrebbe differenziarsi dagli scorsi anni, con l’aggiunta di alcune novità. Il tradizionale gemellaggio con altre nazioni, che la città di Urbino è solita instaurare durante la festa, quest’anno riguarderà la Spagna. In piazza Rinascimento verrà infatti allestita una “locanda spagnola” che proporrà  specialità  e piatti tipi, insieme all’esibizione di alcuni gruppi folkloristici iberici.

Ospite della Festa sarà anche il gioco della Palla al Bracciale di Treia. “Dopo il calcio fiorentino dello scorso anno – conclude l’assessore – ci saranno dimostrazioni di questa autentica arte, molto diffusa in epoca rinascimentale nella cittadina del maceratese” e rievocata anche dal Leopardi nella canzone “A un vincitore nel pallone” del 1821. Non mancheranno sfilate, laboratori per bambini e  il torneo della Cortegiania, organizzato dagli arceri delle “Aquile ducali” di Urbino

 

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Mercatini e stendardi in piazza, Urbino festeggia il compleanno del Duca Federico http://ifg.uniurb.it/2013/06/04/ducato-online/mercatini-e-stendardi-in-piazza-urbino-festeggia-il-compleanno-del-duca-federico/49681/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/04/ducato-online/mercatini-e-stendardi-in-piazza-urbino-festeggia-il-compleanno-del-duca-federico/49681/#comments Tue, 04 Jun 2013 09:51:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49681 URBINO – Per il primo anno, Urbino festeggia il compleanno del duca Federico da Montefeltro, nato 591 anni fa. Il 7 e l’8 giugno l’Associazione Rievocazione Storiche Ducale (Ars) allestirà piazza Duca Federico, proprio davanti al palazzo ducale, con le atmosfere rinascimentali, riportando alla luce la Urbino del ‘400.

In entrambi i pomeriggi, dalle 16 alle 20,30 del venerdì,  e dalle 15 alle 21 il sabato, il piazzale si animerà dei mercatini di prodotti tipici rinascimentali: ci saranno stand enogastronomici con dolci artigianali; armaioli, pittori di oggetti in vetro, un cappellaio, sarti e anche un ceramista che realizzerà una formella di ceramica con disegnato il monogramma del duca Federico.

Tra uno stand e l’altro, il pubblico potrà anche assistere all’esposizione, a cura di Monica Uguccioni, di stendardi e scudi tipici dipinti con le vecchie tecniche rinascimentali, ad esempio usando il tuorlo dell’uovo. Sarà presente durante la rievocazione anche il gruppo di arcieri di Urbino, l’ Aquila ducale, con un spazio e forse – ancora non è stata presa l’ultima decisione – un’esibizione di tiro con l’arco.

Pezzo forte dei festeggiamenti  sarà la battitura, sul momento e davanti al pubblico, della moneta simbolo della corte ducale e coniata dal duca stesso, il ‘picciolo‘, formato da una lega di rame, una piccola parte d’argento e altri metalli.

Per venerdì l’appuntamento è alle ore 21 al Mausoleo dei duchi, dove si lascerà in dono una moneta sulla tomba di Federico e si farà una preghiera collettiva leggendo dei testi dell’epoca in suo onore.

L’evento è organizzato nell’ambito di ‘Sipari Rinascimentali’, una serie di rievocazioni storiche a tema ducale promosse dall’Ars in attesa della Festa del duca dal 16 al 18 agosto 2013.

 

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Palazzo Ducale, cumuli di neve nel chiostro. “Federico era più organizzato” http://ifg.uniurb.it/2012/02/12/ducato-online/palazzo-ducale-cumuli-di-neve-nel-chiostro-il-custode-federico-era-piu-organizzato/23561/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/12/ducato-online/palazzo-ducale-cumuli-di-neve-nel-chiostro-il-custode-federico-era-piu-organizzato/23561/#comments Sun, 12 Feb 2012 20:09:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=23561 di Antonio Siragusa e Maria Sara Bertuccioli

Il  Palazzo Ducale di Urbino è rimasto aperto in questi giorni e lo è anche oggi, nonostante l’emergenza neve e l’assenza di turisti. Gli unici temerari, nell’ultima settimana, sono stati due russi, due inglesi e un giapponese. E l’ingresso è una porticina davanti all’obelisco, in piazza del Rinascimento e non quello consueto da piazza duca Federico, ricoperta da metri di neve.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

Ce lo ha confermato Agnese Vastano, della direzione tecnico-scientifica della Galleria nazionale delle Marche. “Domani il Palazzo Ducale resterà chiuso per ordine del prefetto, così come tutti gli uffici pubblici della provincia, mentre per martedì ancora non è stata presa una decisione” ha aggiunto. Abbiamo incontrato un custode notturno del Palazzo, che ci ha mostrato la neve nel cortile interno. “Almeno il duca Federico aveva centinaia di servi per spalare la neve, ora è più complicato toglierla” ha detto.

 

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Se tornassero i grandi Maestri http://ifg.uniurb.it/2011/12/16/ducato-online/se-tornassero-i-grandi-maestri/14613/ http://ifg.uniurb.it/2011/12/16/ducato-online/se-tornassero-i-grandi-maestri/14613/#comments Fri, 16 Dec 2011 17:49:25 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=14613 MAPPA La diaspora dei capolavori]]> URBINO – Settanta carri partirono da Urbino alla volta di Firenze, erano talmente pesanti che forse gli urbinati possono sentire ancora il rumore delle loro ruote per le strade della città. Era il 1631 e da Palazzo Ducale venne portato via ogni bene trasportabile dei Duchi di Urbino: bronzi, astrolabi, statue, anelli, spade, sgabelli. Soprattutto vennero sottratte cinquantasette opere d’arte dei più grandi maestri che avevano già segnato la storia di Urbino come Raffaello, Pietro Della Francesca, Tiziano e Bronzino.

MAPPA La diaspora dei capolavori

Oggi tutti questi quadri sono a Firenze, tra gli Uffizi e Palazzo Pitti perché l’ultima discendente dei Duchi di Urbino, Vittoria della Rovere, lasciò Palazzo Ducale per andare in sposa a Ferdinando II de’ Medici. Vittoria era figlia di Federico Ubaldo della Rovere, l’ultimo Duca di Urbino che morì prima di avere un erede maschio che potesse garantire la linea di successione, così il Ducato passò allo Stato della Chiesa.

Tutti i beni “mobili” dei Montefeltro e dei Della Rovere passarono a Vittoria, che dopo la morte del padre fu affidata alla nonna Cristina di Lorena e alla zia Maria Maddalena, tutrici di Ferdinando de’ Medici, l’erede ancora minorenne del Granducato di Toscana che salì al trono nel 1628. Il fidanzamento tra Vittoria e Ferdinando fu assicurato, si sposarono nel 1634 e la casata Medicea entrò in possesso del cospicuo patrimonio di Vittoria.

Se Urbino è stata “derubata” del suo immenso patrimonio artistico è tutta colpa, dunque, di una “pacioccona timida e goffa”, scrive Paolo Volponi riferendosi a Vittoria della Rovere che “per lo scrupolo provinciale di compensare la scarsa avvenenza ed eleganza, quale dote degna di un principe di Firenze, si portò dietro tutto il patrimonio feltresco”.

Se oggi si percorrono i vicoli del centro storico della città ducale si incontreranno negozi di souvenir che espongono il Dittico di Piero della Francesca, i ritratti dei profili del Duca Federico da Montefeltro e di sua moglie Battista Sforza. Un turista poco informato si aspetterebbe di trovarlo a Palazzo Ducale, invece è agli Uffizi di Firenze.

Stessa sorte per il ritratto di Guidobaldo della Rovere e per quello di Elisabetta Gonzaga e Guidobaldo da Montefeltro, dipinti dall’illustre Raffaello durante un breve rientro nella natia Urbino. Sono arrivati agli Uffizi con l’eredità di Vittoria anche i ritratti di Francesco Maria della Rovere e di Eleonora Gonzaga di Tiziano, insieme alla sua Venere di Urbino, nuda, adagiata in una posa sensuale sui cuscini di un letto, commissionata da Guidobaldo della Rovere per “istruire” sua moglie, Giulia Varano. Tiziano venne accolto alla corte di Urbino quando, estinta la dinastia Montefeltro, divenne Duca Francesco Maria della Rovere.

In quel periodo Urbino era un centro artistico florido, con menti brillanti e mai sazie che  affollavano a Palazzo Ducale. In quel tempo il potere politico si misurava anche con la ricchezza culturale. Se Raffaello non visse quasi mai a Urbino e i quadri posseduti dai Duchi erano pochi e risalenti al breve periodo in cui tornò, diverso è il discorso per Federico Barocci che trascorse nella città ideale la maggior parte della sua vita. Di lui, Vittoria  portò a Firenze cinque quadri.

Di questa esperienza fece tesoro Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima erede della dinastia del Granducato di Toscana che lasciò il posto alla casata dei Lorena. Per impedire lo stesso “obbrobrio accaduto a Urbino” Anna Maria Luisa stipulò il Patto di Famiglia, un atto notarile in cui l’ultima erede dichiarò che le cose accumulate dai Medici “attraverso tre secoli e otto generazioni” sarebbero dovute rimanere per sempre a Firenze. Senza la lungimiranza dell’ultima Medici e l’esperienza di Vittoria della Rovere, la maggior parte delle opere oggi a Firenze sarebbe a Vienna, dove regnarono sull’Impero Austro Ungarico gli Asburgo-Lorena.

Le opere conservate in tutti i musei del mondo che hanno come scenario i territori del Montefeltro sono molti, dal Louvre, dove grazie alla gentile mano di Napoleone si trovano molti dipinti italiani, fra cui La Circoncisione di Cristo di Barocci e alcuni Raffaello, come San Michele e il drago e il ritratto di Baldassarre Castiglione, all’Ermitage di San Pietroburgo, alla National Gallery o al Prado di Madrid. Troviamo frammenti di Urbino anche a New York, Budapest, Vienna e all’Hampton Court di Enrico VIII.

La storia dopo i Montefeltro e i Della Rovere ha portato via molto alla città ducale ma a tentare un rimpatrio delle opere perdute ci sta pensando il sindaco Franco Corbucci: “Vogliamo capire quali delle opere che provengono da Urbino possano essere oggetto di una richiesta che abbia un minimo di fondamento a livello giuridico. Sul patrimonio dei Montefeltro e dei Della Rovere non si può far nulla,  si tratta di una legittima eredità. Si può far qualcosa sulla Pala Montefeltro”, dipinta da Piero della Francesca che si trova alla Pinacoteca Brera di Milano.  Nel capoluogo lombardo la Pala Montefeltro è finita mentre viaggiava verso Parigi, insieme ad altre opere razziate da Napoleone.

“Per riportare a Palazzo Ducale le opere che hanno visto luce qui a Urbino – ha detto il sindaco Corbucci – stiamo mettendo insieme un comitato che ragioni sul problema. Per il prossimo anno, in occasione della mostra sulle Città Ideali, stiamo pensando a un convegno che abbia come tema quello del rientro delle opere nei luoghi in cui sono state concepite. Non riguarda solo Urbino,  è un problema di molte città patrimonio dell’Unesco”.

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Le prime pennellate del Sanzio: fa discutere il Raffaello “perugino” http://ifg.uniurb.it/2011/04/06/ducato-online/le-prime-pennellate-del-sanzio-fa-discutere-il-raffaello-perugino/7416/ http://ifg.uniurb.it/2011/04/06/ducato-online/le-prime-pennellate-del-sanzio-fa-discutere-il-raffaello-perugino/7416/#comments Wed, 06 Apr 2011 17:01:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=7416

Lo sposalizio della vergine di Raffaello

URBINO – Raffaello ha imparato a dipingere a Perugia e non, come sostiene qualcuno, a Urbino. La tesi, peraltro riconosciuta dalla maggior parte del mondo accademico, l’ha ribadita ieri a gran voce Francesco Federico Mancini durante la conferenza “Urbino o Perugia? I primi passi di Raffaello pittore” a Palazzo ducale. Il professore dell’università di Perugia ha criticato il modo in cui è stata concepita la mostra “Raffaello e Urbino” del 2009. Non si faceva alcun cenno al periodo trascorso dal Sanzio a Perugia e si riconduceva la prima formazione dell’artista ai pittori della corte urbinate e soprattutto al padre, Giovanni Santi, e alla sua bottega.

L’unica fonte sulla vita del Sanzio è Giorgio Vasari, pittore e architetto del Cinquecento. Proprio alla testimonianza del pittore e architetto cinquecentesco si rifà Mancini. Nelle sue “Vite”, infatti, il Vasari scrive che Raffaello è stato allievo del Perugino nella città umbra dopo il 1494, anno della morte del padre.

Oltre alle evidenze che offre il testo del Vasari, Mancini ha anche fornito un’analisi stilistica delle opere dell’urbinate:”La tesi della mostra andava contro l’evidenza dei fatti figurativi, stilistici ed estetici – ha spiegato – Raffaello, fino al 1504, imitò il suo maestro Perugino per poi superarlo”.

Ascolta l’intervista

Tra le opere nelle quali si vedrebbe con più evidenza l’influenza del maturo Perugino sul giovane Raffaello – secondo  Mancini – ci sarebbe lo “Sposalizio di Brera” e, soprattutto, la “Pala di san Nicola da Tolentino”.

La mostra urbinate del 2009 ha sorvolato su questo aspetto essenziale della formazione di Raffaello – ha aggiunto Mancini- per portare avanti una tesi filo-urbinate secondo la quale Raffaello fece tutto a Urbino senza confrontarsi con il mondo. Questo è inaccettabile”.

Non sono intervenuti alla conferenza i sostenitori di questa tesi “filo-urbinate”, a partire dalla curatrice della mostra del 2009, Lorenza Mochi Onori, ex Soprintendente delle Marche, fino a un gruppo di studiosi americani e inglesi, che hanno collaborato alla sua organizzazione. Questi pensano che Raffaello, tra 1494 e 1499, sia rimasto a Urbino e sia stato influenzato fortemente dal Bramante e da altre personalità artistiche presenti nella città ducale, come Girolamo Genga e Timoteo Viti, fino a diventare “Magister” a soli 17 anni, nel 1500.

A 528 anni dalla nascita del pittore urbinate, il dibattito è ancora aperto tra gli studiosi su molti punti oscuri della sua vita. Perché i grandi artisti come Raffaello, destinati all’immortalità con le loro opere, non smetteranno mai di far discutere.

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