il Ducato » enogastronomia http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » enogastronomia http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Scrivere di cibo non riempie la pancia: consigli e difficoltà della food-writer Elisia Menduni http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/scrivere-di-cibo-non-riempie-la-pancia-consigli-e-difficolta-della-food-writer-elisia-menduni/71751/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/scrivere-di-cibo-non-riempie-la-pancia-consigli-e-difficolta-della-food-writer-elisia-menduni/71751/#comments Thu, 23 Apr 2015 21:57:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71751 CUCINA E DESIGN Le creazioni di Fabrizio Mantovani e Lorenzo Colombo]]> URBINO – Gli ingredienti per scrivere (bene) di cibo sono competenza, curiosità, un pizzico di talento in cucina. E un altro mestiere in grado di compensare le scarse entrate economiche. La cultura alimentare, così radicata nel nostro Paese, non sempre riesce a tradursi in informazione di qualità. Così sono spesso gli altri Paesi a darci lezioni.

Ma esiste ancora il critico gastronomico? Come e dove si comunica il cibo? Lo abbiamo chiesto alla food writer Elisia Menduni, ospite del Festival del giornalismo Culturale di Urbino.

A proposito di “altri mestieri”, Menduni oltre a scrivere di cibo è antropologa, giornalista fotografa e videomaker. Ha lavorato a Gambero Rosso Channel e ha scritto per la guida Ristoranti d’Italia. Collabora con numerose riviste del settore come fotografa e giornalista: Fool, Cook Ink, Food and Wine. Il suo ultimo libro si intitola Sicilia. La cucina di casa planeta.

Quando si parla di giornalismo gastronomico tanti pensano ai blog di ricette. Per scrivere di ricette serve un giornalista?
Scrivere ricette lo può fare chiunque, anzi spesso l’appassionato di cucina che passa tanto tempo ai fornelli le racconta meglio del giornalista che sta in redazione. Il giornalista non serve per raccontare la cucina, ma per raccontare il cibo e le storie che stanno dietro un piatto.

Cos’è il giornalismo enogastronomico?
Dietro a un piatto ci sono un sacco di storie: il racconto del giornalista deve far capire, informare e approfondire. Deve anche essere utile: dare il numero di telefono,  la fascia di prezzo e l’indirizzo per trovare posti dove fare delle esperienze gastronomiche interessanti.

L’Italia è un paese molto rinomato per la sua tradizione gastronomica, a che punto siamo con il giornalismo che si occupa di cibo?
Faccio la critica gastronomica quindi sono critica di natura. La vera critica gastronomica in Italia non esiste più. Non c’è un sistema editoriale che te lo permette. Sono pochissime le testate che ti danno spazio e che ti garantiscono un rimborso pieno per andare in ristoranti importanti. Noi food writer in Italia abbiamo tutti un altro lavoro: io faccio video, foto, riguardano sempre l’universo del cibo, ma non è giornalismo. Non potrei arrivare a fine mese facendo affidamento solo sulle collaborazioni gastronomiche. Quest’anno avevamo un’occasione per comunicare il cibo, Expo, e non l’abbiamo sfruttata. Da noi non c’è un approccio di racconto al cibo. Io collaboro con media francesi e inglesi che vengono a girare documentari sul cibo per Arte per la Bbc e che raccontano la cultura gastronomica italiana. Noi non lo facciamo. Siamo molto indietro.

Tra carta stampata, web, radio, tv, qual è il media migliore per parlare di cibo?
Il web. E’ il media più completo. Puoi inserire suoni, musica, video, foto, testi e link che permettono al lettore di approfondire navigando su altre testate o su blog. Le grandi firme di questo settore si fanno strada partendo da blog indipendenti e poi vengono chiamate a scrivere per le grandi testate. E’ anche vero che il web gastronomico negli ultimi anni si è talmente moltiplicato che c’è una grande confusione tra il critico professionista che si occupa di raccontare il cibo in maniera professionale e chi invece fa una recensione di cucina sul suo blog.

Qual è invece il media meno sfruttato?
La radio. In Italia ci sono due tre programmi interessanti, ma la radio, e ancora di più i podcast, hanno un potenziale enorme. I social americani ce lo stanno raccontando: negli States i podcast che parlano di cibo vanno benissimo. Io ascolto solo quelli: raccontano il cibo in modo sperimentale, con i suoni e i racconti. Con la radio è vero che si perde l’immagine, ma si guadagna in “storie”. Il cibo può essere raccontato in tanti modi e la radio, raccontandoti la storia, ti permette di capire cosa c’è davvero dietro un formaggio, al di là della forma. La foto di un cibo invitante innesca una reazione positiva in chi la guarda, la radio però approfondisce e stimola l’immaginazione.

Quali competenze servono a chi deve scrivere di cibo?
Non esistono manuali per diventare critico o giornalista enogastronomico. E’ un mestiere un po’ marginale. Io ho iniziato come degustatrice di formaggio e sommelier. Ho fatto tanti master sul cibo. Per raccontare il cibo non basta saper scrivere bene. Bisogna anzitutto saper riconoscere la qualità. La cosa su cui coltivo di più la mia professionalità è la preservazione del mio palato, su cui, se potessi e avessi qualche euro in più, mi farei un’assicurazione perché mi garantisce di distinguere sfumature e narrare il cibo in un modo che va oltre la descrizione di un assaggio. La prima cosa è sviluppare il palato e il proprio gusto. Poi bisogna dare nelle grandi tavole nel mondo. Io vado in media in 100-150 ristoranti l’anno, da vent’anni. Questo ti permette di vedere l’evoluzione degli chef e della cucina di un luogo. Anche la letteratura aiuta: ci sono tanti libri da leggere per accrescere la propria cultura gastronomica. E poi aggiungerei il saper cucinare. La mia passione per il cibo nasce dalla passione di cucinare. Secondo me chi sa cucinare ha una predisposizione maggiore alla comprensione di un piatto.

Ci sono delle tecniche per raccontare di cibo?
Consiglierei di trovare delle buone letture prima di ogni viaggio e prima di ogni ristorante. Bisognerebbe passare molto tempo a parlare con lo chef e con il personale nei vari ristoranti. Spesso infatti gli chef sono molto bravi a raccontarsi, ma anche a nascondere delle cose. Poi bisogna guardare cosa succede all’estero. La comunicazione food in Italia è molto indietro. Bisogna aggiornarsi sui blog e sulle testate soprattutto francesi, americane, spagnole e del mondo scandinavo, che ultimamente sta raccontando molto bene il cibo. Il governo danese sta finanziando massicciamente tutte le iniziative gastronomiche, quindi stanno nascendo tante riviste nuove. C’è il Mad camp, un evento unico per i comunicatori di cibo, è un festival in una tenda da circo su un’isoletta sperduta davanti a Copenhagen dove tutti i grandi media e giornalisti del mondo di food si riuniscono e si confrontano.

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Urbino ospita il Consiglio nazionale Slow Food Italia, dal 13 al 15 marzo http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/urbino-ospita-il-consiglio-nazionale-slow-food-italia-dal-13-al-15-marzo/67624/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/urbino-ospita-il-consiglio-nazionale-slow-food-italia-dal-13-al-15-marzo/67624/#comments Tue, 10 Mar 2015 17:12:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67624 Da dx: Ugo Pazzi, Maurizio Gambini, Gianluca Carrabs, Giovanni Pagnoni

Da sx: Ugo Pazzi, Maurizio Gambini, Gianluca Carrabs, Giovanni Pagnoni

URBINO – Nel fine settimana il Montefeltro sarà il territorio di riferimento per la cultura eno-gastronomica italiana. Dal 13 al 15 marzo si riunirà a Urbino il Consiglio nazionale di Slow Food Italia. In contemporanea, spazio alla tradizione, con un mercato della biodiversità e una mostra dedicata all’agricoltura d’altri tempi.

L’annuncio è stato dato il 10 marzo, con una conferenza stampa nell’ex sala consiliare del Municipio. Si tratta dell’evento più importante che l’associazione organizza durante l’anno, come ha spiegato Gianluca Carrabs, amministratore unico dell’Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (Assam). Durante l’assemblea nazionale, i membri di Slow Food decideranno le “politiche di indirizzo” da portare avanti. Si tratta, quindi, di un incontro che ha uno scopo organizzativo. Insieme al Consiglio nazionale, ci sarà la riunione della Conferenza delle Regioni, composta dai presidenti delle diverse sedi regionali dell’organizzazione.

Fondata in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, Slow Food è oggi un’associazione internazionale no profit  “impegnata a ridare il giusto valore al cibo”. I punti cardine della sua attività sono: rispetto di chi produce, armonia con ambiente ed ecosistemi e attenzione alle tradizioni dei territori. Il fine è quello di avere un’alimentazione “buona, pulita e giusta per tutti”.

Ospitare l’evento a Urbino “è un vanto per la città”, ha detto il sindaco Maurizio Gambini, che ha sottolineato l’importanza della “nostra cultura del cibo come modo di vivere” e come modello da seguire. L’area del Montefeltro non era quella designata per ospitare l’evento, almeno in un primo momento. Il Consiglio nazionale Slow Food doveva riunirsi in Umbria. “Siamo riusciti a portarla a Urbino”, ha affermato il presidente del Legato Albani Giovanni Pagnoni. Si è arrivati al risultato perché c’è “una proposta territoriale di qualità”. A spiegarlo è stato Ugo Pazzi, presidente di Slow Food Marche. “Hanno scommesso su di noi – ha proseguito Pazzi – questo grazie anche alle connessioni con il tessuto imprenditoriale e con le amministrazioni”.

La maggior parte delle iniziative si terranno al Collegio Raffaello e Giovanni Pagnoni ha illustrato il calendario delle attività. Si partirà nel pomeriggio di venerdì 13 marzo. Dopo un’apertura, sempre al Collegio Raffaello, è prevista per le 18,30 una visita al Museo del Gabinetto di Fisica dell’Università di Urbino. Nello stesso ambiente, ci sarà una ricostruzione virtuale dello Studiolo del Duca di Montefeltro (quello originale è al Palazzo Ducale). Gli ospiti visiteranno poi l’Urbino Resort, premiato alla Borsa internazionale del turismo di Milano come migliore villaggio eco compatibile d’Italia.

Il giorno successivo, sabato 14, ci sarà l’inaugurazione di un mercato tenuto da 10 agricoltori che hanno scelto di custodire la biodiversità agraria della Regione e l’apertura di un museo storico dell’arte contadina. Una possibilità per scoprire, o per ricordare, quelli che erano i vecchi strumenti per lavorare la terra: dall’aratro al trattore, passando per il carretto. Sempre nel palazzo del Collegio ci sarà la riunione dell’associazione, con gli interventi del presidente internazionale di Slow Food Carlo Petrini e dell’assessore alla rivoluzione di Urbino Vittorio Sgarbi. Dopo una pausa pranzo con le produzioni del Consorzio Marche Bio, ci sarà una visita all’Oratorio di San Giovanni e alla casa di Raffaello. Per concludere la seconda giornata, i circa 75 membri di Slow Food presenti saranno ospitati al Palazzo Ducale per una cena.

Il gruppo di rappresentanti dell’associazione tornerà al Palazzo il giorno successivo, 15 marzo, per visitare le mostre all’interno dopo aver chiuso l’assemblea. Il pubblico potrà visitare il mercato e la mostra delle tradizioni agricole sia sabato che domenica.

“Per la prima volta organizziamo un Consiglio nazionale e lo facciamo nell’anno dell’Expo”, ha commentato Ugo Pazzi. Oltre all’iniziativa, Slow Food Marche registra un altro traguardo dopo che, a febbraio, il numero di tesserati regionali è arrivato a quota 1000. Il sindaco Gambini ha confermato che tutti gli eventi in programma saranno a “costo zero” per il Comune. “Come dire di no a Urbino?”: una domanda-slogan che Gianluca Carrabs ha scelto a pochi minuti dalla chiusura della conferenza di presentazione in Municipio.

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Expo, Fermignano-Berlino, gemellaggio culturale per valorizzare i prodotti locali http://ifg.uniurb.it/2015/02/27/ducato-online/fermignano-berlino-expo-prodotti-locali-allestero/66525/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/27/ducato-online/fermignano-berlino-expo-prodotti-locali-allestero/66525/#comments Fri, 27 Feb 2015 09:06:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66525 Il logo del progetto

Il logo del progetto

FERMIGNANO – L’olio di Cartoceto, il prosciutto di Carpegna, i tartufi di Acqualagna e il vino di Terracruda. Queste sono solo alcune delle eccellenze produttive del fermignanese e della valle del Metauro che saranno presentate a Expo 2015, all’interno di un progetto che mira non solo a potenziare le esportazioni enogastronomiche in Germania ma sarà anche il primo passo per la valorizzazione del patrimonio culturale locale.

Fermignano  il piano che intende realizzare il Diesmn (Distretto integrato di economia sociale area Marche nord) in collaborazione con Limen Italia, associazione che si occupa della tutela artistica e culturale, e il comune di Fermignano, a cui fa da mediatore, per la controparte tedesca, lo scrittore Sebastian Fleming. Il progetto affiancherà all’Expo di Milano, come rappresentanti del territorio,  l’azienda dello stilista Piero Guidi e la mostra “I cento libri più belli d’Italia” organizzata da Vittorio Sgarbi.

“L’idea è nata dopo l’incontro con Fleming (al secolo Klaus Ruediger Mai ndr), in occasione del quinto centenario della morte di Bramante, avvenuto un anno fa, in cui l’autore tedesco ha presentato il suo romanzo  La cupola del mondo – spiega Pier Paolo Inserra, supervisore scientifico del Diesmn e responsabile di Limen Italia- in quell’occasione abbiamo proposto al comune di dare inizio a un gemellaggio culturale tra Berlino e Fermignano, facendo dei prodotti locali il nodo per riscoprire la filiera produttiva e i luoghi d’origine. Sebastian si sta muovendo, a titolo individuale, per costruire l’accordo con la capitale tedesca”.

Un piano ambizioso, ma che, secondo Inserra, non si esaurisce nello scambio di prodotti locali. “Il programma riguarda anche la costruzione di eventi culturali comuni. Fleming è già al lavoro per scrivere un testo teatrale sulla valorizzazione delle nostre zone che verrà rappresentato a Berlino nei prossimi mesi, rafforzando ulteriormente i contatti tra Germania e Marche.”

L’evento rappresenta un valore aggiunto per Inserra: “Andiamo all’Expo non solo per valorizzare i nostri prodotti enogastronomici, ma soprattutto per cercare dei fondi che verranno poi reinvestiti sul territorio. Abbiamo fatto un patto con le aziende sulla responsabilità d’impresa: parte del fatturato che otterranno in questo lavoro di esportazione all’estero verrà reinvestito per attività culturali e sociali e per la tutela del patrimonio artistico”. L’idea è quella di attirare l’attenzione nei confronti del dibattito sull’alimentazione a livello mondiale: “Lo scopo è di portare a Milano un pensiero fondato anche sulla valorizzazione delle comunità e riuscire a parlare di cibo non solo da un punto di vista speculativo, ma di pensarlo come una risorsa più complessiva per valorizzare l’entroterra marchigiano. Per questo abbiamo fatto un patto con aziende locali sostenibili, che puntano su prodotti d’eccellenza”.

Molte le attività che il responsabile di Limen Italia intende realizzare sul territorio che comprende Fermignano, Urbino e Pergola: “E’ fondamentale favorire lo sviluppo artistico attraverso investimenti mirati. In concreto vogliamo agevolare attività di recupero del patrimonio e di restauro, promuovere attività culturali come convegni e seminari su Bramante, aiutare le persone svantaggiati, i disabili e gli emarginati, facilitare l’inserimento lavorativo e attuare operazioni di ‘green economy’ attraverso il rimboschimento e la cura dei giardini pubblici”.

Il progetto è bene avviato e Inserra ha le idee chiare su come rappresentarlo a Milano: “Abbiamo già un accordo formale con il comune di Fermignano, inoltre stiamo costruendo una rete formata da diversi imprenditori ed esperti con cui verranno decise le linee guida  per allestire gli spazi all’Expo. Tra una settimana decideremo quali imprenditori parteciperanno, per ora siamo orientati su una quindicina di rappresentanti”.

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A maggio dall’Olanda i cicloamatori guidati da Rooks http://ifg.uniurb.it/2014/01/22/ducato-online/la-provincia-di-pesaro-in-mostra-a-utrecht-una-cicloturistica-dedicata-ai-turisti-olandesi/55158/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/22/ducato-online/la-provincia-di-pesaro-in-mostra-a-utrecht-una-cicloturistica-dedicata-ai-turisti-olandesi/55158/#comments Wed, 22 Jan 2014 10:39:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55158 L’assessore Minardi ha incontrato a Utrecht l’ambasciatore italiano Francesco Azzarello e il direttore Enit Marco Montini

L’assessore Minardi ha incontrato a Utrecht l’ambasciatore italiano Francesco Azzarello e il direttore Enit Marco Montini

URBINO – In provincia di Urbino la primavera porterà fiori, profumi ma, soprattutto, tanti turisti olandesi appassionati di bicicletta. È quanto la Provincia di Pesaro e Urbino si aspetta dall’iniziativa che si svolgerà dal 14 al 19 maggio: un tour sulle due ruote in occasione dell’ottava tappa del Giro d’Italia. L’evento è stato presentato alla fiera dei tour operator a Utrecht dall’assessore provinciale al bilancio Renato Minardi. A guidare i cicloamatori olandesi ci sarà un ex ciclista campione mondiale, Steven Rooks.

“I turisti alloggeranno tra Pergola e Cagli – spiega Minardi-  ed è stato creato anche un sito ad hoc: ‘stevenrooksnellemarche.com‘. Noi ci aspettiamo una buona affluenza, dal momento che i turisti olandesi sono secondi, solo dopo i tedeschi, per presenze nella nostra provincia e nel 2013 abbiamo registrato un’ottima performance, con un incremento sulle presenze del 7,3%. Inoltre il turista olandese mostra sempre più interesse per il nostro patrimonio ambientale e paesaggistico”.

Monte Nerone, monte Catria e monte Petrano sono solo alcune delle destinazioni previste per i turisti su due ruote e per arricchire l’offerta verranno indicati anche altri itinerari, che accontenteranno tutti i gusti.  “Dai tour enogastronomici – spiega ancora l’assessore – fino a quelli storici e naturalistici. Chi viene a Pesaro trova un bellissimo paesaggio ma anche buon cibo, vino e splendidi borghi”.

Ma non è tutto: a Utrecht è stato presentato, infatti,  anche il libro Le Marche, edito da una casa editrice olandese. ” Un volume – spiega Minardi –  di 160 pagine curato dal giornalista Evert de Rooij, appositamente dedicato alla regione Marche e modellato, per gran parte, sugli itinerari nella provincia di Pesaro e Urbino”.  Durante la fiera nella città dei Paesi Bassi è stato presentato, in anteprima, anche il progetto Tre parchi e una provincia: ” Un piano turistico – prosegue Minardi –  che racchiude tre luoghi come il Monte San Bartolo, il parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello e la riserva naturale del Furlo. Tutte queste attrazioni sono racchiuse in un territorio relativamente piccolo”. Il piano verrà ufficialmente illustrato a febbraio in occasione del Bit di Milano (Borsa internazionale del turismo 2013). “Attraverso l’ambiente – conclude Renato Minardi – promuoviamo la costa, le aree interne, i centri storici, i borghi, l’arte, le produzioni dop e doc, le strutture ricettive. Tanti tesori in uno spazio ristretto da visitare”.

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Gastronomia: percorsi di degustazione tra erbe e aromi a Canavaccio http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-notizie-informazione/gastronomia-con-i-sommelier-percorsi-di-degustazione-tra-erbe-e-aromi/50499/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-notizie-informazione/gastronomia-con-i-sommelier-percorsi-di-degustazione-tra-erbe-e-aromi/50499/#comments Tue, 11 Jun 2013 09:40:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=50499 [continua a leggere]]]> URBINO – Si chiama “Diamo un senso ai sensi” il ciclo d’incontri organizzato dall’associazione italiana sommelier di Urbino. Alla “Casa dei Cuochi” di Canavaccio giovedì 13 a partire dalle 20 i partecipanti a questo percorso di degustazione potranno intraprendere un viaggio alla scoperta di piante, fiori e spezie nel cibo e nei vini: un menù particolare che spazia dalle frittatine all’eba cipollina alla salvia fritta, per finire con la carne all’erba di campo.

Chi volesse partecipare alla kermesse devono prenotare entro oggi scrivendo a urbino@aismarche.it .

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Ambasciatori del gusto nel Montefeltro: “Noi, Maldive del cibo” http://ifg.uniurb.it/2013/05/28/ducato-online/ambasciatori-del-gusto-nel-montefeltro-noi-le-maldive-del-cibo/48944/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/28/ducato-online/ambasciatori-del-gusto-nel-montefeltro-noi-le-maldive-del-cibo/48944/#comments Tue, 28 May 2013 12:50:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48944 URBINO – Accogliere i clienti, consigliare cibi e abbinamenti con il vino, servire a tavola. Sono solo alcune delle cose imparate durante il corso di addetto alla comunicazione dell’ospitalità e dell’enogastronomia. Al Collegio Raffaello, questa mattina, sono stati consegnati i diplomi dagli operatori del settore e dai docenti, che hanno seguito gli alunni, selezionati su quarantacinque candidati iniziali, per 460 ore da settembre fino ad aprile, creando delle figure professionali esperte del buon bere e mangiare marchigiano e trasformandoli in veri e propri “ambasciatori enogastronomici del Montefeltro”.

Dopo la teoria, gli alunni  hanno fatto pratica, con un periodo di stage di 120 ore, nelle aziende più varie: dai ristoranti alle agenzie di viaggio.

Valorizzare il territorio. E’ questa la cosa più importante “e soprattutto – afferma l’organizzatore del corso Giuseppe Cristini – rimanere fedeli alle 3 T: tradizione, tracciabilità e territorio, facendo circolare la cultura della nostra zona. Poi bisogna anche produrre occupazione e progettualità”.

I corsi, che si tenevano la sera dopo le 19 alla Casa dei cuochi di Canavaccio e da Nenè, a Urbino, non prevedevano solamente lezioni di cucina ed enogastronomia, ma anche marketing, economia e gestione aziendale.

A spiegare tutti i segreti dell’imprenditoria c’era Andrea Prandini, responsabile area manager della Romagna e delle Marche nord di banca Ubi di Ancona: “Durante il corso abbiamo approfondito la maniera per approcciarsi al mondo del credito. Gli imprenditori di oggi sono una classe di eroi e il territorio marchigiano sarebbe potenzialmente ricchissimo, bisognerebbe pubblicizzarlo al meglio così come si fa in Romagna”.

Anche Massimo Seri, assessore provinciale alle Politiche attive per il lavoro di Pesaro e Urbino, era presente alla consegna dei diplomi e ha tenuto a precisare quanto sia importante utilizzare al meglio le risorse pubbliche dell’Italia e del territorio marchigiano: “L’Unione Europea traccia le linee del futuro. È fondamentale usare bene i fondi a nostra disposizione e far girare la cultura.  Per questo la Provincia sta dando la possibilità di trascorrere un periodo all’estero ai giovani, per un massimo di sei mesi”.

A incoraggiare in aula i ragazzi, dai 19 ai 30 anni, c’erano anche degli imprenditori marchigiani del settore enogastronomico. “Dovremmo essere le Maldive della cultura – ha affermato Roberto Potentini, enologo della cantina Belisario di Matelica – ed essere orgogliosi delle nostre origini”.

La cerimonia non poteva che concludersi con un ricco buffet e, fra un piatto e l’altro, si poteva percepire l’entusiasmo e la passione che questi nuovi ambasciatori mettono in ciò che fanno: “Ho imparato quanto è importante comunicare l’accoglienza – afferma Giovanna Scibona, alunna siciliana doc ma innamorata delle Marche – e fare rete fra di noi.  Solo così possiamo crescere e far crescere il nostro paese combattendo i venti avversi della crisi”.

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Enogastronomia, a Urbino una minestra dimenticata (e un libro) http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-notizie-informazione/enogastronomia-a-urbino-una-minestra-dimenticata-e-un-libro/48424/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-notizie-informazione/enogastronomia-a-urbino-una-minestra-dimenticata-e-un-libro/48424/#comments Thu, 23 May 2013 15:49:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48424 [continua a leggere]]]> URBINO – La storia della cucina urbinate a partire dai consigli degli anziani: è questo il tema di “Urbino a tavola”, il libro di Rolando Ramoscelli e Gianfilippo Centanni, che verrà presentato venerdì 31 maggio alle 11 alla Sala degli Incisori del collegio Raffaello. Dopo la presentazione ci sarà la degustazione di uno dei “piatti ritrovati” della tradizione culturale urbinate: una minestra di verdure e caciotta e dei crostini all’olio e alla ricotta, accompagnati da vini della provincia di Pesaro e Urbino, a cura degli chef Palmina Talamelli e Giuseppe Cristini. Tra gli interventi, quello del rettore dell’università di Urbino Stefano Pivato e del direttore della Confcommercio provinciale Amerigo Varotti.

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Tour per te: il nuovo format tv per raccontare Pesaro e Urbino http://ifg.uniurb.it/2011/11/16/ducato-online/tour-per-te-il-nuovo-format-tv-per-raccontare-pesaro-e-urbino/9687/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/16/ducato-online/tour-per-te-il-nuovo-format-tv-per-raccontare-pesaro-e-urbino/9687/#comments Wed, 16 Nov 2011 15:39:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9687 [continua a leggere]]]> Tour per te. È questo il nome che Emanuele Lucarini, Emanuela Rossi e Gianluca Murgia, propongono per il loro format televisivo per descrivere la provincia di Pesaro e Urbino. I tre giornalisti hanno scelto di raccontare ai turisti italiani e stranieri una riscoperta dei luoghi della “provincia della felicità”, tutto ciò che si può trovare in un territorio lontano dall’idea classica che spesso si ha dell’Italia leggendo le guide turistiche.  È il primo esperimento di road movie fatto nel territorio marchigiano. Parlare di cultura, turismo, ambiente, sviluppo, sport ed enogastronomia attraverso il racconto incrociato dei suoi abitanti.  Con una miscela di pubblico e privato la narrazione si confonde nei poeti, letterati e pittori vissuti in epoche diverse che  accompagnano lo spettatore alla scoperta e riscoperta di alcune delle eccellenze della provincia pescarese. Non solo cultura, ma anche natura, paesaggi incontaminati e soprattutto vite quotidiane. Attraverso gli eventi, le sagre e gli spettacoli che investono la provincia durante tutto l’anno.
Un racconto che si fa unitario e che trova un filo conduttore a partire dal suo presidente Matteo Ricci che ha aperto le prima puntata con un’ intervista in cui spiega il suo concetto di felicità. Il lavoro di riprendere tutto si è sviluppato nell’arco di tre mesi, con l’unica idea in testa di poter ricostruire le ventiquattro ore ideali da trascorrere nella “Provincia Bella”. Trentatre minuti complessivi, in cui si alternano una parte documentaria a un’altra vissuta on the road in auto, moto, bicicletta o a piedi.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

 

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Crescia, “casciotta” e zuppa, la tavola urbinate fa impazzire gli americani http://ifg.uniurb.it/2011/03/30/ducato-online/crescia-casciotta-e-zuppa-la-tavola-urbinate-fa-impazzire-gli-americani/6937/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/30/ducato-online/crescia-casciotta-e-zuppa-la-tavola-urbinate-fa-impazzire-gli-americani/6937/#comments Wed, 30 Mar 2011 15:11:45 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6937 “Wonderful”, fantastico, dice Max Gross del New York Post mentre addenta una fetta di crescia ripiena di “casciotta’” filante appena servita a tavola. Lo imitano gli altri cinque giornalisti statunitensi seduti al tavolo nella sala del Collegio Raffaello, trasformata per una notte in ristorante.

La cena era iniziata con la “zuppa di Michelangelo”, una minestra di farro e cipolla che prende il nome dal cuoco rinascimentale che la ideò nel 1530. Un piatto semplice, impreziosito da cubetti di “Casciotta di Urbino”, che conquista il palato degli ospiti. Nessuno esita a chiederne la ricetta allo chef. Crostini con coppa di testa e pancetta e vino completano un menù che gli invitati  mostrano di gradire chiedendo il bis di ogni portata.

La delegazione di giornalisti e ristoratori statunitensi è arrivata nelle Marche lunedì per un tour enogastronomico alla scoperta dei sapori della tradizione regionale. Dopo aver mangiato in un agriturismo di Pieve del Colle ed essere stati a Carpegna per degustare il famoso prosciutto, “uno dei migliori che abbia mai assaggiato, meglio anche di quello di Parma” secondo Anthony Dias Blue, giornalista di radio WCBS di Los Angeles, ieri è stata la volta di Urbino.

Mentre gli viene versato un bicchiere di Bianchello del Metauro David Lyon, che scrive di cibo e viaggi sul blog ‘Hungry Travelers’, racconta di essere rimasto affascinato dalla città e dalla sua architettura. E dallo stile di vita, aggiunge Gross lì a fianco: “Stare seduto al bar a prendere un caffè per due ore è bellissimo. A New York è impossibile farlo”.
I sapori “semplici e naturali” della cucina marchigiana sono piaciuti molto anche ai ristoratori presenti, titolari dei migliori ristoranti di cucina italiana sparsi negli Usa, in gran parte italo-americani. Più italiani che americani. Lo si capisce non dal fatto che parlano un ottimo italiano, ma dal loro entusiasmo, dalla loro vivacità e dal chiaro piacere che provano nel mangiare insieme in allegria.

Tra di loro Tony May, pioniere della ristorazione italiana negli Stati Uniti e proprietario di un ristorante di fronte al Madison Square Park di New York; Tomaso Maggiore, proprietario di ristoranti in Arizona e in California e Filippo Frattaroli, proprietario di un ristorante a Boston.

La cena, offerta da presidente del Consorzio di Tutela della Casciotta d’Urbino, Gianluigi Draghi, si è conclusa con lo scambio dei biglietti da visita e con la speranza che piatti assaggiati possano essere inseriti nei menù  americani e si possa, quindi, dar vita a un rapporto commerciale stabile.

Alla serata erano presenti anche l’assessore comunale alle attività produttive Maria Francesca Crispini, il sommelier Giuseppe Cristini e l’assessore provinciale ai lavori pubblici Massimo Galuzzi che ha dato un’anticipazione: nel 2012 saranno riuniti a Urbino per la prima volta in una mostra i tre quadri delle città ideali attribuiti a Piero della Francesca. Solo uno è oggi esposto al palazzo ducale della città, mentre gli altri si trovano a Berlino e Baltimora.
Un commento più che positivo dell’evento dall’assessore Crispini: “Queste serate sono un’ottima occasione per diffondere la cultura Urbinate nel mondo e per creare e mantenere importanti contatti anche dal punto di vista economico”.

Fino a domenica la delegazione americana proseguirà il suo tour enogastronomico, che ogni anno il GRI (Gruppo Ristoratori Italiano) organizza in una regione diversa, alla scoperta del tartufo di Acqualagna, del pesce di Fano e dell’olio di Cartoceto.

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