il Ducato » famiglia http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » famiglia http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Simona, casalinga in rete: vita familiare tra baratto e amicizia http://ifg.uniurb.it/2014/02/01/ducato-online/simona-casalinga-in-rete-vita-familiare-tra-baratto-e-amicizia/56048/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/01/ducato-online/simona-casalinga-in-rete-vita-familiare-tra-baratto-e-amicizia/56048/#comments Sat, 01 Feb 2014 16:25:19 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56048 LEGGI Calo delle nascite a Urbino: -154 parti dal 2011]]> casalinga webFERMIGNANO – Cucinare, pulire, ordinare, stirare, fare la mamma: in una parola, casalinga. Ma non quella classica, stereotipata. Bensì una casalinga in rete: di amici, economica, di scambio, ma anche la rete nel senso di internet. Simona è tutto questo: una donna di 40 anni, con una figlia di 13, che dedica le sue giornate al lavoro, quello in casa, che manda avanti e tiene unita la famiglia.

Ma farlo non è facile quando a lavorare è solo uno dei genitori, con uno stipendio di poco superiore ai mille euro al mese. E così, Simona deve districarsi tra mille insidie, soprattutto economiche. I soldi per la spesa sono pochi, comprare l’arredamento per la casa è praticamente impossibile e uscire a mangiare una pizza fuori è impensabile.

LO SPECIALE “DONNE” DEL DUCATO

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LE INTERVISTE - La tenente Baldacci, prima donna al comando di Urbino | Laura Gardini, mamma e coordinatrice di Economia
SESSUALITA’ – Valentina, vita di una donna nata nel corpo di un uomo | Le studentesse: “Gli urbinati freddi e maleducati”
LE STORIE - Donne e agricoltura, quattro coltivatrici nel Montefeltro
I DATI - “Parla con noi”: il centro antiviolenza di Pesaro-Urbino | Nascite in calo a Urbino
LEGGI - Il Ducato in edicola

Allora bisogna reinventarsi. Vuoi mangiare qualcosa di diverso? Bene, “io ti do una mano a ordinare casa e tu cucini qualcosa per la cena della mia famiglia”. Vuoi ammodernare il tuo appartamento? “Io ti aiuto a sistemare una casa abbandonata e in cambio mi prendo la vecchia poltrona che tu non vuoi più”. Vuoi andare a mangiare fuori? “No, grazie, non oggi che è sabato sera e costa tutto di più, andiamo domani, a pranzo, in quel localino a Fano, dove si risparmia”.

Lo scambio di favori e il baratto rendono la vita migliore. È questa la filosofia di vita di Simona e della sua famiglia che si costruisce tutto da sola: “La cabina armadio in camera, il muro divisorio tra cucina e salotto e il gazebo in terrazza”.

Ciò che rende particolare il network di Simona è che non si tratta della solita rete familiare, ma di legami tra amici e conoscenti: “Sono orfana di madre e mio padre vive all’estero, da quando sono diventata mamma ho lasciato il lavoro per diventare casalinga”, spiega Simona. Che, da quando ha rinunciato al suo posto fisso, ha capito che la vera risorsa sono gli amici e un continuo scambio di favori tra di loro. Io do una cosa a te, tu dai una cosa a me: questo è il senso del discorso. “Non ho comprato vestiti per mia figlia fino a poco tempo fa, ho sempre usato quelli vecchi dei figli dei miei amici, e loro hanno fatto lo stesso con quelli di mia figlia”, racconta ancora.

Ma la rete di Simona è anche internet. Una casalinga moderna, che usa sempre il suo tablet. Da lì prende le ricette. Usa facebook e sta lì con la figlia, a chattare insieme per scoprire il mondo di una adolescente.

Ma come si svolge la giornata tipo di Simona? “Sveglia alle 6.20, prima del resto della famiglia – racconta la casalinga tuttofare – preparo la colazione a tutti e vado a svegliare mia figlia”. Poi, la lascia a scuola e va a prendere un caffè con le amiche, il rito immancabile di ogni mattina. Dopo, arriva il momento della spesa: “Cerco il supermercato con l’offerta migliore, studio i prezzi dei mercati (i prezzi migliori sono quelli di Cagli, specifica) e compro il cibo nelle stagioni in cui costa meno – continua Simona – ad esempio i pomodori li compro in estate e li surgelo per tutto l’anno”.

Poi si torna a casa: si parte con la preparazione del pranzo, seguito da quello della cena. Alle 12 i pasti del giorno sono già pronti, e Simona può dedicarsi ad altro: aspirapolvere, riordino della casa e due chiacchiere con le vicine e le amiche.
Dopo pranzo, la figlia inizia lo studio, mentre Simona si dedica ai suoi hobby: sculture in fimo, lettura e bigiotteria. Si arriva a cena, con tutta la famiglia riunita. Ma il lavoro di Simona non è finito: “La sera ci sono tariffe più convenienti, quindi inizio a fare lavatrici e stirare, così come il sabato e la domenica”.

A fine giornata la casalinga “MacGyver” – così come la definiscono le amiche – è sfiancata, ma felice perché la sua famiglia è sempre più unita, anche “grazie al suo lavoro, che aiuta a dare armonia a tutti, figlia e marito”.

Inutile chiedersi, allora, se ci sono rimpianti e se Simona abbia voglia di tornare a lavorare: “Se io avessi lavorato, la mia non sarebbe stata una famiglia così bella, meglio rinunciare ai soldi ma essere felici”.

 

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Orti sociali e contributi economici del Comune: i bandi scadono il 29 maggio http://ifg.uniurb.it/2013/05/21/ducato-notizie-informazione/orti-sociali-e-contributi-economici-del-comune-i-bandi-scadono-il-29-maggio/47639/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/21/ducato-notizie-informazione/orti-sociali-e-contributi-economici-del-comune-i-bandi-scadono-il-29-maggio/47639/#comments Tue, 21 May 2013 10:22:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47639 [continua a leggere]]]> URBINO – Scadono il 29 maggio i bandi del Comune per l’assegnazione di contributi economici alle famiglie povere e la distribuzione di orti sociali. Sono stati finanziati con il fondo anticrisi, in totale 10.000 euro, di cui 1.000 serviranno per le prime spese di organizzazione degli orti, e 9.000 per i sussidi economici. Entrambi i bandi sono destinati ai nuclei familiari con almeno un componente disoccupato, e la priorità viene data alle famiglie con figli minorenni o membri invalidi.

L’avviso per l’assegnazione di orti sociali comunali prevede la concessione in comodato di 40 metri quadri di terra nella zona di Canavaccio e Gadana: posso essere coltivati ortaggi e frutta e allevati piccoli animali, solo per esigenze familiari. Possono farne richiesta i nuclei familiari, italiani o stranieri, residenti del comune di Urbino, che non siano già proprietari di altri appezzamenti di terreno. La concessione dura un anno e può essere prorogata.

Il secondo bando è destinato ai residenti che hanno un reddito inferiore a 5.770 euro. Prevede un contributo economico unico di almeno 200 euro per i nuclei familiari che rientrano nei limiti di reddito nell’anno 2012. Oppure un esonero parziale (50%) delle rette di mensa e trasporto per l’anno scolastico 2012/2013 per chi ha figli minorenni iscritti a scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado: in questo caso il limite di reddito si riferisce all’anno 2011.

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Una vita multitasking: il difficile equilibrio delle mamme giornaliste freelance http://ifg.uniurb.it/2013/02/28/ducato-online/una-vita-multitasking-il-difficile-equilibrio-delle-mamme-giornaliste-freelance/36651/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/28/ducato-online/una-vita-multitasking-il-difficile-equilibrio-delle-mamme-giornaliste-freelance/36651/#comments Thu, 28 Feb 2013 14:39:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=36651 Sia il giornalismo che la maternità vengono spesso definite attività a tempo pieno. Dati in parte confermati da uno studio appena presentato a Milano dal titolo Donne freelance: la famiglia è un lusso?, a cura di  Nuova Informazione. Oltre 600 giornaliste lombarde hanno risposto a un questionario sul loro status sociale e occupazionale. Quasi il 60% non ha figli e la maggior parte del tempo delle intervistate è dedicato agli impegni professionali.

Ma esiste anche una consistente minoranza di professioniste dell’informazione che divide la giornata tra finire il pezzo per la redazione e riprendere il figlio a scuola, mantenere i buoni rapporti con le testate e chiedere il congedo parentale.

Una di loro è Leila Ben Salah, di Fabriano, cittadina italiana e tunisina. Ex allieva dell’Ifg di Urbino, ora ha 35 anni e da 4 è la mamma di Maya. “Hai fatto bene a chiamare adesso, è il mio giorno libero e mia figlia è a scuola.” Dallo studio di Nuova Informazione il rapporto di lavoro più diffuso risulta quello della collaborazione occasionale, mentre Leila ha un contratto di sostituzione.

“Sono giornalista dal 2007, ora sono nella redazione cronaca del Corriere Adriatico. Fino a poco tempo fa ho lavorato come freelance, ma è difficile. Riesci a conciliare meglio gli impegni lavorativi con quelli familiari ma non ci tiri fuori da vivere, a livello economico è impossibile, per fortuna ho avuto questa possibilità del contratto”.

Della stessa opinione Monia Cappuccini, romana, 41 anni. Antropologa e giornalista, madre da 14 anni, che diventa freelance dopo il licenziamento da Liberazione: “Purtroppo una sola testata non basta. I pezzi sono pagati anche dopo tre mesi, e poco. L’altra difficoltà è stabilire e portare avanti con successo le relazioni professionali. C’è una lista d’attesa anche per sapere quando pubblicheranno il pezzo. Poi non è facile gestire cinque collaborazioni diverse con target diversi, anche farsi pagare richiede una lunga trafila, ulteriore motivo di frustrazione”.

Secondo i dati dello studio Donne freelance: la famiglia è un lusso?, il 70% delle intervistate non ha mai avuto un contratto a tempo indeterminato, ma Chiara Brilli, fiorentina, con una figlia di 4 anni e mezzo, dimostra che il  “posto fisso” esiste ancora. “Nata l’11 maggio 1978, sono giornalista professionista dal 2008 e dal 2001 lavoro a Controradio Toscana, che fa capo al circuito di Radio Popolare.”

Il suo percorso in radio parte all’università, quando “dopo un anno di registrazione di finti giornali radio, è stato istituito uno dei primi stage, eravamo in dodici e ci davamo il cambio in redazione: due per ogni giorno della settimana. Per dare seguito a quell’esperienza hanno scelto due di noi e la mia situazione professionale si è regolarizzata strada facendo, fino al contratto a tempo indeterminato“. Ma non un contratto da giornalista professionista,ma l’ Aeranti- Corallo per l’emittenza radiofonica locale.

La precarietà incide per oltre il 70% sulle decisioni in ambito privato delle single, per oltre il 60% su quello delle conviventi/sposate” si legge in una delle tabelle presentate da Nuova Informazione. Leila racconta di quando era costretta a spostarsi più volte al giorno da Ancona a Fabriano per seguire eventi e conferenze. “Quell’anno è stato faticosissimo. Non potendo pagare nessuno per tenere Maya , la portavo con me. Guadagnavo 12 euro lordi ad articolo, ed era già tanto. La babysitter doveva essere pagata con almeno 8 euro. Mi chiedevo spesso: vale la pena che io vada a scrivere l’articolo?”

Su questo Monia prosegue con una riflessione: “Il problema di fondo secondo me non riguarda l’avere un figlio, ma la possibilità di conciliare vita privata e professionale in maniera dignitosa: quando devi occuparti anche di un figlio organizzare il lavoro di freelance diventa più difficile, perché oltre a questo hai altre priorità, anche economiche. Per fortuna nei momenti peggiori, per esempio subito dopo il licenziamento da Liberazione, ho sempre potuto contare sulla mia famiglia d’origine”

Anche Chiara parla di difficoltà nella conciliazione, che nemmeno un contratto può garantire: “A parte l’avere un figlio, è la condizione di precarietà e instabilità che accomuna tutti noi”. L’organizzazione familiare diventa ancora più difficile con l’intreccio di relazioni familiari e professionali: “Io ho un collega compagno, e non è stato facile nemmeno impostare i nostri turni in modo da andare a prendere il bambino a scuola. A noi manca una rete collaterale di amici e parenti, così le difficoltà si moltiplicano”.

Sul capitolo relazioni professionali e figli Monia dice. “Durante i colloqui non mi è capitato mi chiedessero della mia gestione familiare. A lavoro non mi hanno mai fatto vivere la maternitàcome un peso”. Diverse le ultime esperienze di Leila: “Prima di ottenere il mio posto attuale, io e mio marito stavamo pensando di andare all’estero. Negli ultimi colloqui mi chiedevano non cosa sapessi fare, quali fossero le mie esperienze, ma dove avrei lasciato Maya durante il lavoro”. Leila si dice “fortunata, grazie a questa sostituzione, altrimenti chi mi avrebbe preso con una bimba di tre anni?”

Chiara invece racconta di come abbia faticato per far valere il suo diritto alla maternità: “Ho preso un mese prima della nascita di mia figlia e altri 4 dopo. Al mio rientro ho avuto molto da fare per imporre il mio diritto all’allattamento (il contratto nazionale prevede due ore). Chiedevo l’accorpamento di queste ore e soprattutto regolarità negli orari. Il confronto è stato abbastanza serrato. A quel punto ho minacciato congedi parentali a scacchiera, sapendo che avrei messo in difficoltà il lavoro dell’azienda. Siamo comunque riusciti a trovare un accordo, ma non è stato facile”.

A condurre “una vita multitasking” e a rischiare il cortocircuito sono molte donne italiane tra i 25 e i 40 anni che, secondo l’Istat (nello studio Il lavoro femminile in tempi di crisi 2012) svolgono di più tutti i tipi di lavori part-time, tempo determinato e orari atipici .

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Incontro con Vladimir Luxuria, “Contro tutte le discriminazioni” http://ifg.uniurb.it/2011/03/26/ducato-online/incontro-con-vladimir-luxuria-contro-tutte-le-discriminazioni/6712/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/26/ducato-online/incontro-con-vladimir-luxuria-contro-tutte-le-discriminazioni/6712/#comments Sat, 26 Mar 2011 08:59:23 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6712 [continua a leggere]]]>

Vladimir Luxuria durante l'incontro alla Sala del Consiglio Comunale

URBINO – “Non so se possiamo considerarci diversi, però una cosa è certa: non mi sono mai fidata di quelli che si considerano normali”. Con queste parole Vladimir Luxuria, ha concluso il suo intervento all’incontro su “Lavoro, famiglia, rapporti umani… quali differenze?” che si è tenuto venerdì pomeriggio presso la Sala del Consiglio Comunale.

Al dibattito, moderato da Cinzia Massetti (Cgil nuovi diritti), hanno partecipato l’Assessore del Comune di Urbino per le Politiche Sociali Maria Clara Muci, l’Assessore della Provincia di Pesaro e Urbino alle Pari Opportunità Daniela Ciaroni, oltre a rappresentanti di numerose associazioni tra le quali Agedo, Agorà, Uisp, Arcigay Pesaro, Fuorikorso.

“E’ la prima volta che vengo a Urbino, questa è una città d’arte e di cultura che mi ha già insegnato qualcosa: oltre a un presidente, abbiamo un preside che si chiama Papi” ha scherzato l’ex deputata dopo aver ascoltato la storia di alcuni studenti del liceo classico Vitale cui era stato vietata dal preside nel 2009 la proiezione del film Brokeback mountain, giudicato “non adatto” a dei liceali.
Durante l’incontro sono state trattate le tematiche delle diversità e delle discriminazioni che tuttora esistono nel nostro Paese per gay, bisessuali e transessuali e raccontata la storia di Marco, ragazzo che dopo aver fatto outing subisce dai suoi coetanei vessazioni di ogni genere e delle difficoltà delle famiglie nel riuscire ad accettare un figlio “diverso”.
Attraverso la storia di questo ragazzo è stato affrontato anche il tema del mancato riconoscimento giuridico delle coppie di fatto: “durante l’agonia in ospedale del suo fidanzato, Marco non ha potuto neanche entrare nella sua stanza per stargli vicino e, dopo la morte, tutti i suoi beni sono andati alla stessa famiglia che lo aveva disconosciuto come figlio dopo averlo scoperto omosessuale”.

Luxuria ne ha anche per il Pdl e la Chiesa: “sono stata immensamente felice nel vedere che, lo stesso senatore Pdl che si era mostrato sconcertato che nelle scuole si discutesse delle diversità sessuali, intervistato poi dalle Iene ha dimostrato di non sapere cosa fosse successo il 17 Marzo 1861”, “vorrei vivere in un Paese dove si possa ricorrere alla fecondazione medicalmente assistita senza che ci siano ingerenze cattoliche”.

Tra i numerosi interventi, significative le parole della moderatrice, Cinzia Massetti, all’inizio del dibattito: “Einstein diceva che è più facile scindere un atomo che eliminare un pregiudizio. L’Onu ha fissato al 20 Febbraio il giorno della giustizia sociale, che è una lotta che appartiene a tutti. Viene da pensare che per bombardare la Libia le Nazioni Unite si ascoltano volentieri, per le pari opportunità invece siamo fanalino di coda”.

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Pacs, questi sconosciuti http://ifg.uniurb.it/2006/02/01/radio-ducato/pacs-questi-sconosciuti/1110/ http://ifg.uniurb.it/2006/02/01/radio-ducato/pacs-questi-sconosciuti/1110/#comments Wed, 01 Feb 2006 14:32:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=1110 [continua a leggere]]]> I patti civili di solidarietà si nascondono spesso dietro un alone di incomprensioni, errori e ignoranza. Ma cosa sono i pacs, chi li vuole e cosa prevedono?Ascolta lo speciale radiofonico (mp3)

Realizzato da: Annalisa Serpilli, Laura Venuti, Ilaria Iacoviello e Lorenzo Luzi

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