il Ducato » Federico Barocci http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Federico Barocci http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it La stampa straniera elegge Urbino città ideale… anche se solo per un fine settimana http://ifg.uniurb.it/2014/02/21/ducato-online/la-stampa-straniera-elegge-urbino-citta-ideale-per-un-fine-settimana/57421/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/21/ducato-online/la-stampa-straniera-elegge-urbino-citta-ideale-per-un-fine-settimana/57421/#comments Fri, 21 Feb 2014 20:49:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57421 FOTOGALLERIA / La città ducale è tra le mete più consigliate per un week end. Imperdibili il Duomo ma anche i collegi, la casciotta e palazzo Ducale LEGGI IL NUOVO DUCATO IN EDICOLA]]> I Torricini

I Torricini

URBINO – La città ducale “vista” dai giornali stranieri è soprattutto viaggi e arte. Il “The Times” la inserisce nelle “25 vacanze top in Italia” e la descrive come la più perfetta città rinascimentale che può concorrere con la Toscana per le sue campagne verdi e “gorgeous” (magnifiche). Il “The Guardian” la colloca persino nelle “top 5 city”. Quelle città cioè che tutti dovremmo visitare una volta nella vita. Urbino si trova fianco a fianco – secondo il quotidiano inglese – con Dubai, Ponta Delgada, Marrakech e Parigi.

“La sofisticata corte del duca Federico da Montefeltro”, viene descritta come una città di pietra costruita sopra una collina che mette a dura prova i polpacci del turista. Come dargli torto. Scontati i luoghi consigliati: Palazzo Ducale e la casa di Raffaello ma anche l’Oratorio di San Giovanni e qualsiasi viuzza seminascosta. Urbino è – secondo gli inglesi – un vero e proprio “museo vivente” con, in più, uno spirito “cool” e cosmopolita che le deriva dall’essere una città universitaria.

“El Pais” la segnala come meta per il fine settimana o per una breve vacanza, per “Le Monde” Urbino è una “sorte de Florence miniature” e il “New York Times” consiglia di provare la Casciotta magari durante un pic nic in fortezza Albornoz.I Torricini diventano invece le “twin towers” sul quotidiano sudamericano “Lanation.com” che elegge la città ducale a “meta ideale” per una vacanza nella “tipica provincia italiana”.

Per quanto riguarda l’arte il nome di Urbino è sempre associato a quello di Raffaello, Piero della Francesca, Baldassarre Castiglione e  Federico Barocci che secondo gli inglesi è “quel genio italiano dimenticato” a cui, invece, la National Gallery ha dedicato una mostra nel 2013.

Non manca poi Federico da Montefeltro che il “The Times” cita in un articolo sui “misteri del passato” intitolato “The Montefeltro Conspiracy” e che “Le Monde” chiama “Il complotto del Rinascimento”. Il mistero in questione è la congiura dei Pazzi, il complotto contro i fratelli Medici in cui, pare, che il duca fosse coinvolto come mandante “occulto”. Altro enigma che interessa i giornali stranieri – tra cui anche il tedesco “Spiegel” – è la notizia dell’identificazione con il Montefeltro del paesaggio alle spalle della Gioconda.

Guidobaldo II della Rovere viene invece citato dal “The Times of India” che in un altro articolo parla anche della”Urbino european law seminar”: il seminario di diritto europeo che si svolge tutte le estati all’università Carlo Bo dal 1959.

Tra i numerosi consigli su quale bed and breakfast scegliere e le recensioni del miglior ristorante dove mangiare le tagliatelle al tartufo, la stampa straniera da però spazio anche a notizie che fotografano l’Urbino quotidiana. Quella città che non ti aspetteresti di trovare tra pagine di un giornale tanto geograficamente lontano.

Sul “The Guardian” in un pezzo del 2013, firmato da Oliver Wainwright, si parla de “Le dieci migliori residenze per studenti”. Gli alloggi universitari da tutti conosciuti come “i collegi” vengono definiti “una delle migliori architetture al mondo”. “Raggruppati sulla cresta di una bassa collina , a circa un chilometro fuori dalle mura della città vecchia” gli alloggi  – progettati dall’architetto italiano Giancarlo de Carlo – sono ,secondo il quotidiano inglese, un’incredibile reinterpretazione  “del guazzabuglio medievale del centro città”.

“El Pais” in un lungo articolo sull’ondata di gelo del 2012 che stava coinvolgendo tutta Europa, dedicò persino qualche riga all’ormai mitico nevone: “Città come Urbino e decine di paesi sono completamente isolati dopo che nelle ultime ore sono caduti circa sei metri di neve”.

Urbino e freddo deve essere diventata un’equazione per i giornalisti spagnoli che nel 2013 riportano la notizia della scoperta da parte del professor Giorgio Spada dell’Università degli studi di Urbino di un “canion” lungo 750 km sotto la Groenlandia.

Il tedesco “Spiegel” cita invece gli studi del team capitanato dal professor Simone Galeotti dell’università Carlo Bo. Oggetto delle sue ricerche: la teoria secondo cui i dinosauri si estinsero per un freddo improvviso.

Altra eccellenza sfornata dall’università della città ducale è Manuela Malatesta, biologa cellulare a cui “Le Monde” dedicò un pezzo nel 2006 dopo che le furono tolti i fondi per la ricerca che stava conducendo sulle malattie provocate dagli ogm.

Il quotidiano francese ha un rapporto preferenziale anche con un altro urbinate illustre: Ilvo Diamanti. Il politologo è il commentatore per le questioni di politica italiana, su tutte: Silvio Berlusconi e Lega Nord.

“Il Diamante della cucina”. Così viene chiamato il tartufo di Acqualagna dall’americano Chris Warde Jones. Il famoso fotoreporter è – nel 2013 – autore di un articolo per il “New York Times” in cui racconta una giornata alla ricerca dei famosi tartufi marchigiani. Ad accompagnarlo un cercatore professionista conosciuto in un bar di Urbino mentre sorseggiava un aperitivo.

Altra specialità tutta locale è quella raccontata da “El Pais” nell’articolo datato 2010: “L’arte di fumare la pipa”. La città di Cagli viene qui indicata come il luogo migliore dove comprare questi prodotti e vedere ancora all’opera dei veri artigiani.

Infine, di nuovo sul “New York Times” c’è spazio anche per l’annuncio di matrimonio tra un cittadino di Fermignano, Fabrizio Dini, e Hannah Sarah Faich, una project manager di Philadelphia. I due, innamorati delle colline marchigiane, hanno deciso di sposarsi proprio nel municipio di Urbino. A celebrare il matrimonio civile l’assessore (ora candidata sindaco) Maria Clara Muci.

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Urbino nascosta: le chiese chiuse che giugno libererà dall’oblio http://ifg.uniurb.it/2013/04/13/ducato-online/urbino-nascosta-le-chiese-chiuse-che-giugno-liberera-dalloblio/42257/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/13/ducato-online/urbino-nascosta-le-chiese-chiuse-che-giugno-liberera-dalloblio/42257/#comments Sat, 13 Apr 2013 14:19:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=42257 IL DUCATO IN EDICOLA LEGGI La ricchezza artistica di Fermignano LEGGI E GUARDA Oratori aperti ma dimenticati]]>

Chiesa di San Bartolomeo

URBINO – Il convento di San Girolamo è stato sede del carcere urbinate e oggi ospita la scuola di restauro della Carlo Bo. La facoltà di Economia si è insediata dove prima dei docenti arrivarono i Benedettini e quella di giurisprudenza nel vecchio convento degli Agostiniani. Perché Urbino è una di quelle città in cui il profumo della storia si respira in ogni angolo. Quel profumo che nasce dall’intersezione di epoche e vicende diverse, dall’accavallarsi di tracce eterogenee che sanno fondersi in unico mattone, in un’unica identità.

Nell’arco dei secoli Urbino è stata accarezzata da quasi tutte le congregazioni religiose, che l’hanno scelta per poi doverla abbandonare. Dopo l’unità d’Italia, i due decreti di Lorenzo Valerio ordinarono la soppressione di tali ordini, in modo da destinarne gli edifici a un uso pubblico. Le Clarisse dovettero vagare tra varie strutture della città, mentre le Agostiniane furono le uniche a sfuggire alla soppressione.

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Un processo di secolarizzazione di una Urbino troppo ecclesiastica, la modernità che si infila tra i vicoli e che, come ogni forma di “riciclaggio”, non dà vita a tutto quello che tocca. Urbino, centro storico e non solo, è una costellazione di 29 chiese, ma molte di queste “erbose hanno le soglie”. Con questa espressione Anna Fucili (responsabile della biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Urbino) e Tiziano Mancini (responsabile per le relazioni pubbliche della Carlo Bo) hanno sottotitolato il loro testo dedicato alle chiese fuori le mura della città ducale. Ma per imbattersi nelle “erbose soglie” non è necessario oltrepassare i confini del centro storico; si incontrano anche da via Raffaello a piazza della Repubblica, proseguendo verso via Budassi o via Saffi. Sono le soglie costruite dal tempo e dall’oblio, delle chiese ormai chiuse e dimenticate, che sfuggono ai passanti e spesso anche ai residenti. Sono chiese svuotate, spogliate della loro identità per trasferirle al caldo dei musei, soprattutto del Palazzo Ducale. Spolverare Urbino da tutta la sua cristianità, non per eliminarla ma piuttosto per nasconderla, ha imposto a molte opere d’arte una destinazione museale per cui non erano state progettate. A rimetterci sono state quelle chiese non più aperte al pubblico, cadute nel vortice del dimenticatoio o destinate a funzioni completamente diverse da quelle originarie.

Solo in via Saffi, tra l’odore dei libri universitari e dei pranzi arrangiati nei piccoli bar, ce ne sono due, a pochi metri di distanza l’una dall’altra. La chiesa di Sant’Agostino si estende subito dopo il vicolo omonimo ed è chiusa da circa trenta anni. Non sconsacrata, ma neanche dedicata alla celebrazione dell’eucarestia. Piuttosto è utilizzata come deposito delle opere della Diocesi ed è un vero peccato, perché custodisce un tesoro scientifico. Si tratta di una delle due uniche meridiane a camera oscura (ossia da interno) delle Marche, un patrimonio difficile da scoprire e impossibile da visitare.

Risalendo via Saffi e fermandosi di fronte alla facoltà di Economia della Carlo Bo, si trova la chiesa di San Paolo, ormai sconsacrata e diventata sede di un restauratore. Il percorso volto alla ricerca delle chiese chiuse della città ha come tappa successiva Porta Lavagine, da cui inizia via Cesare Battisti che arriva fino a Piazza della Repubblica. Lavagine è una delle quattro porte incastonate nelle mura della città, ma è l’unica ad avere una chiesa appollaiata sulla sua struttura. É Santa Maria degli Angeli, un edificio a unica aula semplice e delicato, che ospita un dipinto della Madonna del latte. Da Lavagine, passando per una delle traverse di via Cesare Battisti che sboccano in via Nuova, si raggiunge via Budassi, dove si trova la chiesa di Santa Maria della Torre. Un arcobaleno di colori provenienti dalle vetrate che decoravano il portale del ‘500. Furono realizzate da Timoteo Viti e oggi accendono le stanze del Palazzo Ducale. Nel frattempo la chiesa delle Agostiniane continua a ospitare opere di pittori epigoni e allievi di Federico Barocci.

Prossima tappa: la chiesa di San Bartolomeo, o San Bartolo, presso il baluardo sporgente dalle mura roveresche. Questa chiesa del XIV secolo ospitava il grande trittico raffigurante la Madonna del latte e alcuni episodi della vita di San Bartolomeo, che fu forse realizzato da Antonio Alberti da Ferrara. Proseguire verso la fine di questo viaggio vuol dire arrivare a via Raffaello, nella chiesa di San Sergio e in quella dell’Annunziata. San Sergio, oggi caratterizzata da un’iconostasi bizantina, è stata la prima cattedrale di Urbino, e da alcuni anni ogni domenica mattina vi sono celebrate messe ortodosse. La chiesa dell’Annunziata, invece, passò dalla congregazione dei Servi di Maria a quella dei Carmelitani scalzi e fu ristrutturata nel XVII secolo da Giovan Battista Bartoli. Aperta saltuariamente, custodiva la pala d’altare di Raffaellino del Colle, raffigurante la Madonna del soccorso e oggi esposta al Palazzo Ducale.

Questo percorso verosimile sta per diventare realtà. Il primo fine settimana di giugno il Comune di Urbino organizzerà quattro percorsi tematici per risvegliare 20 chiese del centro storico. È una conquista soprattutto per quelle chiese dalle “erbose soglie” che saranno riaperte al pubblico. Il circuito cercherà di riproporre l’iconografia delle principali opere conservate, dando vita a fiori e strumenti musicali presenti nelle tele.

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Il Telegraph promuove Urbino: “Idilliaca, visitatela in primavera” http://ifg.uniurb.it/2013/03/04/ducato-online/il-telegraph-promuove-urbino-idilliaca-visitatela-in-primavera/37033/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/04/ducato-online/il-telegraph-promuove-urbino-idilliaca-visitatela-in-primavera/37033/#comments Mon, 04 Mar 2013 16:52:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37033 URBINO – Urbino non ha nulla da invidiare alle città collinari dell’Umbria e della Toscana. “I prezzi sono più bassi, i luoghi meno affollati e la gente amichevole”, dice Nicholas Trend, uno dei giornalisti inglesi in visita nel Montefeltro il mese scorso in occasione della mostra della National Gallery di Londra dedicata al pittore urbinate Federico Barocci.

Tornato a casa, il giornalista del Telegraph ha scelto di raccontare le bellezze di Urbino, consigliando ai suoi lettori una breve visita la prossima primavera per non perdersi “una delizia”.

36 hours in Urbino” è  un itinerario culturale e gastronomico alla scoperta della città ducale, “an idyllic hill town”, un’idilliaca città di collina, ma meno conosciuta dal pubblico d’oltremanica rispetto agli altri poli culturali dell’Italia centrale.

In perfetto stile anglosassone, l’itinerario è completo di informazioni su dove alloggiare, mangiare e su cosa ordinare tra le prelibatezze locali, ma soprattutto ricco di consigli su cosa visitare in 36 ore, con un occhio di riguardo, ovviamente, per le opere di Barocci. Vale la pena dare un’occhiata.

Si arriva alle 9 di sera e, dopo aver lasciato armi e bagagli in albergo, si ha giusto il tempo di prendere confidenza con il centro storico: un rapido giro in Piazza della Repubblica e dintorni, una cena completa di calice di vino in una delle tipiche trattorie urbinati e, per i più giovani, un salto nei locali notturni per scoprire l’atmosfera della città universitaria.

Il mattino, per smaltire i postumi della serata, è all’insegna dell’arte. Trend consiglia di dedicare almeno tre ore per scoprire il palazzo Ducale: “Il momento clou per me –spiega il giornalista– è il piccolo studiolo del Duca. Si tratta di una delle due camere del genere sopravvissute dal Rinascimento italiano”.

La seconda tappa è sulle tracce di Barocci. Dopo un panino in Piazza del Rinascimento il consiglio è di visitare il Duomo e la chiesa di San Francesco per ammirare le opere del pittore manierista. Completano la giornata urbinate un tour della casa natale di Raffaello e una pausa ristoratrice sul balcone del Giardino Botanico.

Il soggiorno nel Montefeltro si conclude con una mattinata alla scoperta degli oratori di Giovanni Battista e di San Giuseppe, tra gli affreschi dei fratelli Salimbeni e il presepe in gesso del sedicesimo secolo.

La città ducale ha dunque affascinato la stampa britannica:  “A suo tempo –scrive il giornalista– questa è stata una delle capitali culturali del Rinascimento. Piero della Francesca è venuto qui per dipingere e scrivere sulla prospettiva, come hanno fatto Paolo Uccello e i grandi architetti Laurana e Martini”.

Urbino, bella ma poco conosciuta: “La gente non sa cosa si perde – conclude Trend- sembra lo sfondo di un ritratto di Leonardo”. Un tesoro quasi dimenticato dal resto del mondo “perché è sul lato opposto degli Appennini rispetto a Firenze”.

 

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“Brilliance and Grace”, il pittore urbinate Federico Barocci in mostra a Londra http://ifg.uniurb.it/2013/02/26/ducato-notizie-informazione/brilliance-and-grace-il-pittore-urbinate-federico-barocci-in-mostra-a-londra/36204/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/26/ducato-notizie-informazione/brilliance-and-grace-il-pittore-urbinate-federico-barocci-in-mostra-a-londra/36204/#comments Tue, 26 Feb 2013 16:35:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=36204 [continua a leggere]]]> URBINO – Apre a Londra “Brilliance and Grace”, la mostra dedicata al pittore urbinate cinquecentesco Federico Barocci. I dipinti del maestro saranno visibili al pubblico dal 27 febbraio al 19 maggio alla National Gallery.

La produzione artistica di Barocci si è ispirata al lavoro di Raffaello (anch’esso nato a Urbino) e all’adesione alla controriforma. “Per le armonie di colori raffinati e originali, per le composizioni interessanti e vertiginose, Barocci non è mai stato superato” ha commentato il direttore della National Gallery Nicholas Penny. “Ha reso il sacro divinamente bello e irresistibilmente umano”.

Per maggiori informazioni sull’evento è possibile visitare la pagina dedicata all’esposizione su  www.nationalgallery.org.

 

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Da Londra al Montefeltro, quattro giornalisti sulle tracce di Barocci http://ifg.uniurb.it/2013/02/05/ducato-online/da-londra-al-montefeltro-quattro-giornalisti-sulle-tracce-di-barocci/33492/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/05/ducato-online/da-londra-al-montefeltro-quattro-giornalisti-sulle-tracce-di-barocci/33492/#comments Tue, 05 Feb 2013 17:50:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33492 URBINO – Nemmeno gli occhi curiosi da giornalisti esperti sono preparati alla vista che si apre dal balcone tra i Torricini, quello che fu del duca Federico: dalle mura della città fino alle valli del Montefeltro, un incontro del verde dei campi e del bianco dell’ultima neve rimasta, che ha lasciato a bocca aperta i quattro giornalisti inglesi in visita a Urbino, abituati ai capolavori dei grandi musei londinesi ma poco avvezzi per loro stessa ammissione alla grazia del Rinascimento italiano.

La delegazione, tra ieri e oggi, ha ripercorso i sentieri di  uno dei più importanti artisti locali, Federico Barocci. Grazie alla collaborazione tra La National Gallery di Londra, Enit (agenzia di Londra), Regione Marche e Comune di Urbino.  Il museo londinese di Trafalgar Square, infatti, dal 27 Febbraio al 19 Maggio ospiterà una mostra sui dipinti dell’artista urbinate.

Nancy Durant del Times, Martin Gayford di Bloomberg e del Telegraph, Michael Prodger del Guardian e Nicholas Trend sempre del Telegraph e della rivista Travel hanno visitato prima il Duomo e poi il Palazzo Ducale, lasciando poi la città in direzione di Piobbico, ultima tappa del tour.

“Contenti, ispirati ed eccitati” li descrive Carol Plazzotta, la curatrice della mostra “Barocci: brilliance and grace”. Si tratta di una ricongiunzione dei dipinti del Barocci con “La Madonna col gatto”, unica opera dell’artista urbinate nella collezione definitiva del museo londinese.  Quasi tutti i quadri di Barocci si trovano già a Londra dove tra poche settimane saranno a disposizione di un vasto pubblico internazionale.  La delegazione inglese ha potuto visionare solo “Il Perdono” in questa breve visita marchigiana.

E’ il terzo progetto che la soprintendenza di Urbino realizza con la National Gallery,  spiega la curatrice.  Altre due volte Londra e Urbino avevano collaborato occupandosi di un altro grande artista locale,  Raffaello, come spiega Carol Plazzotta.

 

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Giornalisti inglesi alla scoperta del Barocci http://ifg.uniurb.it/2013/02/05/ducato-notizie-informazione/giornalisti-inglesi-alla-scoperta-del-barocci/33435/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/05/ducato-notizie-informazione/giornalisti-inglesi-alla-scoperta-del-barocci/33435/#comments Tue, 05 Feb 2013 15:00:26 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33435 [continua a leggere]]]> URBINO –  Quattro giornalisti inglesi e alcuni esponenti della National Gallery di Londra sono approdati ieri sera a Urbino. Scopo della visita è scoprire i luoghi legati al pittore urbinate Federico Barocci in previsione della mostra “Barocci: Brilliance and Grace”, che si terrà a Londra dal 27 febbraio al 19 maggio 2013. Dopo una visita a Senigallia, la delegazione – composta da reporter del Guardian, Times, Telegraph e di Bloomberg – è arrivata  nel tardo pomeriggio di ieri a Urbino. Il Palazzo Ducale è stato l’ultima tappa del tour urbinate iniziato stamattina alle 9. Intorno all’ora di pranzo la comitiva si è  trasferita a Piobbico dove è conservato il quadro del Barocci “Riposo durante la fuga in Egitto”  nella chiesa di Santo Stefano. Il viaggio è frutto della collaborazione tra la regione Marche, la National Gallery, lEnit (agenzia di Londra) e il comune di Urbino.

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Al sicuro “Madonna della neve”. La soprintendente: “Al lavoro per salvare le opere d’arte” http://ifg.uniurb.it/2012/02/15/ducato-online/al-sicuro-la-madonna-della-neve-la-soprintendente-al-lavoro-per-salvare-le-opere-darte/24752/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/15/ducato-online/al-sicuro-la-madonna-della-neve-la-soprintendente-al-lavoro-per-salvare-le-opere-darte/24752/#comments Wed, 15 Feb 2012 07:07:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=24752 di Antonio Siragusa

La nuova soprintendente Maria Rosaria Valazzi

Sono in corso verifiche statiche e interventi di messa in sicurezza dei tetti di diversi palazzi storici e chiese di tutta la provincia, dopo che il peso della neve ha causato due giorni fa a Urbino il crollo della volta della chiesa dei Cappuccini e il cedimento di una trave del convento di san Francesco. Il soccorso alpino è da ieri al lavoro sui tetti del Palazzo Ducale e sono state segnalate infiltrazioni d’acqua anche nel Duomo. Qui i tecnici andranno oggi a fare un sopralluogo.

La nuova soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche, Maria Rosaria Valazzi, ci ha parlato dei lavori sui tetti di palazzo Ducale e del pericolo che corrono anche le opere mobili, come la “Madonna della neve” di Federico Barocci, portata via dalla chiesa del Santissimo Crocifisso a Urbania, dove c’è  stato uno squarcio nella campata.  Un’opera d’arte che, evidentemente, portava nel nome un destino.

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Neve, palazzi storici sotto controllo. Pericolo infiltrazioni e neve sui tetti http://ifg.uniurb.it/2012/02/10/ducato-online/neve-palazzi-storici-sotto-controllo-pericolo-infiltrazioni-e-neve-sui-tetti/22334/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/10/ducato-online/neve-palazzi-storici-sotto-controllo-pericolo-infiltrazioni-e-neve-sui-tetti/22334/#comments Fri, 10 Feb 2012 19:57:20 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=22334 di Alberto Sofia

URBINO - Le nuove nevicate tornano a far temere per la resistenza di diversi palazzi storici e opere d’arte di Urbino. Al momento attuale, però, le ricchezze artistiche della città ducale, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, sembrano reggere l’emergenza. Resta comunque alta l’allerta per il rischio di infiltrazioni d’acqua, mentre si procede alla verifica della stabilità dei tetti, sotto osservazione a causa dei pesanti cumuli di ghiaccio e neve.

“Teniamo sotto controllo lo stato delle strutture di nostra competenza”, ha dichiarato l’architetto Biagio De Martinis, della Soprintendenza per i beni architettonici delle Marche.

Il Palazzo Ducale è stato oggetto di alcuni interventi di monitoraggio : “Abbiamo tolto le stalattiti che si erano formate lungo i cornicioni. Certo, i disagi per la neve sono evidenti, ma la struttura risponde in modo sufficiente”, ha affermato De Martinis.

Già lo scorso anno la Soprintendenza aveva effettuato degli interventi per eliminare delle infiltrazioni presenti in alcune sale del Palazzo Ducale. Ma sono previsti nuovi lavori : “Stiamo già restaurando cornici e  portali, mentre entro metà anno partiranno gli interventi sulle coperture scoperte tra i due Torricini”, ha concluso.

Lavori di manutenzione anche alle finestre dell’Orto dell’abbondanza, la struttura presente ai piedi dei Torricini del Palazzo Ducale, adiacente a Borgo Mercatale. Intanto un’equipe di tecnici del comune di Urbino sta controllando in queste ore la stabilità di diversi tetti del centro storico: venti segnalazioni sono arrivate al Com (centro operativo municipale) per gli edifici a rischio crollo, ma altre richieste sono in arrivo.

Preoccupa invece la condizione di alcune chiese e oratori, di proprietà di privati e confraternite. Tra queste l’Oratorio della Morte, della confraternita omonima, dove è conservata la “Crocifissione con dolenti e Maddalena” di Federico Barocci, importante tela dipinta tra il 1597 e il 1603.

L'Oratorio della Morte

Negli scorsi giorni, Luigi Bravi, rettore della confraternita,  ha liberato l’accesso (da via Porta Maia) alla Chiesa, sommerso dalle nevicate. Ora però teme per la tenuta della struttura: “Per fortuna l’Oratorio non ha ancora riportato danni, ma siamo in apprensione per il peso della neve sul tetto e per i rischi di infiltrazioni d’acqua”. Secondo la legge (decreto Urbani del 2004) spetta ai proprietari, sia pubblici che privati, il compito di provvedere alla conservazione delle strutture.

Bravi auspica però un interessamento da parte della Regione Marche per aiutare la tutela degli edifici storici urbinati e dei tesori custoditi dalle confraternite : “Le spese a nostro carico sono ingenti: lanciamo un appello affinché le istituzioni ci sostengano nell’attività di manutenzione del patrimonio artistico ducale”.

Altre chiese della città restano sotto osservazione, come quelle di San Giovanni e San Giuseppe, vicino alla Fortezza Albornoz. Questi oratori, che conservano gli affreschi dei Fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni (1400) e di Carlo Roncalli (1700), potrebbero risentire per la propria posizione, essendo maggiormente esposti alle nevicate.

Statua di Alessandro VIII

Situazione delicata anche per Palazzo Albani, di proprietà dell’Università “Carlo Bo”. Già in passato studenti e docenti avevano denunciato crepe e infiltrazioni nella struttura, eredità del terremoto che nel 1997 ha colpito l’Umbria e le Marche. In attesa dei lavori di messa in sicurezza del tetto, lo stato delle coperture potrebbe peggiorare per l’emergenza neve.

Nessun pericolo infine per le statue di Raffaello e Alessandro VIII (in largo Clemente XI), così come per i busti di Piazzale Roma.

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