il Ducato » ferrovia fano-urbino http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » ferrovia fano-urbino http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Un anno di Gambini: il “non politico” promosso (in parte) dalle opposizioni http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/#comments Wed, 06 May 2015 15:51:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73172 PRESIDIO EXPO La Data apre il 20 maggio: ma senza marciapiede]]> Il sindaco Maurizio Gambini

Il sindaco Maurizio Gambini

URBINO – In campagna elettorale si è definito “uomo del fare prestato alla politica”. E in effetti Maurizio Gambini è orgoglioso delle sue origini, come ha ripetuto anche al Ducato durante un faccia a faccia con la redazione al completo. Viene da una famiglia di piccoli agricoltori: sei sorelle e un fratello.

Un “non politico” che però siede in Consiglio comunale dal 1999. Eletto con i Democratici di sinistra, dieci anni dopo ha detto addio al suo partito formando una sua lista civica “Liberi per cambiare”, appoggiata dalle forze che per anni sono state la sua opposizione: Forza Italia e Ncd, ma anche Verdi e Udc. Una rottura in favore dei cittadini, ha sempre detto, contro un Pd che “continua a governare per i suoi interessi”.

Un’indipendenza che lo ha portato l’estate scorsa a essere eletto primo cittadino, abbattendo una delle roccaforti della sinistra, inviolata per quasi settant’anni, dal secondo dopoguerra. Al Ducato aveva detto, ricordando Enrico Mattei, “se diventassi sindaco la mia priorità sarebbe quella di ridare dignità alle forze produttive: commercio, artigianato, agricoltura, giusto peso all’impresa privata”.

Il municipio di Urbino

Il municipio di Urbino

È passato quasi un anno dall’8 giugno, giorno in cui ha vinto il ballottaggio con Maria Clara Muci, candidata del centrosinistra, ed è diventato sindaco. Ora è tempo di primi bilanci.

alcolOrdinanza anti-alcol

Il divieto di bere in piazza è il provvedimento di questa Giunta che più sarà ricordato. È il 16 ottobre quando Gambini firma un’ordinanza, poi diventata regola a gennaio, con con cui si vieta il consumo di alcool in luoghi pubblici e al di fuori dei locali per tre metri. Un provvedimento contro le notti brave del giovedì, voluto per contenere la movida urbinate mal sopportata dagli abitanti del centro storico. Nello specifico: non è possibile far uso di sostanze alcoliche all’aperto e – dalle 20:30 alle 7 – è vietato anche detenerle e trasportarle, pena 100 euro di multa.

Una mossa che ha causato non poche polemiche soprattutto tra i giovani che si sono visti privare della loro libertà. Da subito gli studenti hanno chiesto un tavolo di confronto con la giunta, ma hanno aspettato fino al 4 maggio. La linea del sindaco però non è cambiata: l’ordinanza non si tocca.

Dall’altra parte abitanti e baristi, nonostante il calo delle vendite degli alcolici, si dicono soddisfatti: la città è pulita, anche i bagni pubblici, la notte non si rimane svegli fino all’alba e il venerdì mattina non tocca imbattersi in cocci di vetro e sporcizia.

Ma c’è chi, come M5S e Verdi, ai divieti vuole aggiungere educazione ambientale. Pur riconoscendo la validità dell’ordinanza credono che la sola proibizione non basti a riqualificare la piazza. Contro il degrado del giovedì sera propongono cassonetti per la differenziata che in cambio della bottiglia diano un contributo, ad esempio un buono da spendere nei negozi del centro. Un fare ripreso dai paesi del nord Europa che innesca meccanismi positivi: “Deve esserci un riconoscimento: bisogna capire che l’ecologia è economia”, dice Gianluca Carrabs dei Verdi.

Vittorio_SgarbiRilancio culturale

Vittorio Sgarbi è per molti la vera novità di questa giunta. Con il suo spirito travolgente e spesso irriverente, è riuscito a portare all’ombra dei Torricini mostre capaci di attrarre centinaia di visitatori. Leonardo, Tintoretto, Artemisia Gentileschi, Prospero Fontana sono solo alcuni dei nomi giunti nella città ducale in mostre ed esposizioni. Importante anche l’apertura di un nuovo spazio culturale: la Casa della poesia. Anche se molti urbinati ancora non la conoscono, l’ex museo della città non solo ospiterà iniziative culturali, ma anche un archivio sonoro per ascoltare le voci di 100 poeti.

Per molti cittadini l’assessore a Rivoluzione, cultura e agricoltura è riuscito a sdoganare l’immagine di città rinascimentale e rilanciare Urbino grazie alle attività culturali. “In un periodo morto come Natale, dove la città si svuota, quest’anno abbiamo registrato 26mila presenze: tutto merito della Bella Principessa a Palazzo Ducale”, ha detto Gianluca Carrabs, Verdi. E dopo il periodo natalizio il ciclo di mostre pasquali, con quattro mostre, tra cui i nudi di Mannelli, che hanno creato molte polemiche perché esposti a ridosso della festa cristiana, e quello di Cleopatra.

Anche per il Movimento 5 Stelle la giunta sta lavorando molto in questa direzione, positive le aperture domenicali e le tante mostre giunte in città, ma sono le modalità a essere criticate: “Sgarbi porta gente ma non ha un programma preciso. Cosa lascerà in eredità? Niente. Una scelta personalistica non paga per il futuro”. Una grave pecca, secondo qualcuno, sta nei mancati accordi con gli operatori turistici: brochure fantasma e poca pubblicità, così si erano lamentati al Ducato gli albergatori.

Turisti in piazza Duomo

Turisti in piazza Duomo

Arriva la tassa di soggiorno

Il primo giugno entrerà in vigore la tassa di soggiorno. Sono più di 500 i Comuni che in tutta Italia hanno adottato l’imposta di pernottamento (o la tassa di sbarco).

Un punto su cui Gambini si è contraddetto, visto che aveva dedicato uno dei punti del suo programma elettorale a questo tema: “No alla tassa di soggiorno, che penalizzerebbe ulteriormente il già asfittico turismo urbinate!”.

Per alcuni la tassa è un peso per i turisti che vengono in città, soprattutto per Urbino che non vanta flotte di visitatori. “Non deve essere vista come una rapina, ma come una necessità”, ha detto l’assessore Sgarbi.

Non sono dello stesso parere però gli albergatori: “Positiva solo se il ricavato è investito nel turismo, non per tappare i buchi del bilancio”.

La Data di Urbino

La Data di Urbino

Data e spazi per studenti

L’aveva detto a febbraio al Ducato e così sarà. La Data riaprirà per Expo. Gambini l’aveva promesso anche prima di diventare sindaco: riaprire lo spazio e farlo diventare un luogo di cultura e arte, con l’esposizione di prodotti enogastronomici. Venticinque aziende del territorio venderanno in un “Bistrot” le loro prelibatezze, su modello Eataly.

Alle ex scuderie del duca però potrebbe toccare anche un altro ruolo. Essere la risposta a un altro grande problema della città: spazi ricreativi per gli universitari. Gambini ha aperto uno spiraglio agli studenti che da anni chiedono alle giunte che si susseguono, luoghi adeguati per cultura, arte e divertimento.

Una grande mancanza per una città nota non solo per le sua bellezza rinascimentale, ma anche per essere città-campus. Entro l’estate sarà indetto un bando, Gambini lo ha definito un “concorso di idee”, indirizzato alle associazioni degli studenti.

Galleria della vecchia ferrovia

Galleria della vecchia ferrovia

Viabilità e isolamento

La superstrada Fano–Grosseto e la ferrovia Fano–Urbino, sono le due grandi opere incompiute che riguardano la città ducale e la isolano dal resto del territorio. La prima non è più prioritaria per il ministero delle Infrastrutture. La seconda, inattiva da quasi 30 anni, sarebbe completamente da rifare. Con costi enormi.

Il sindaco si è sempre detto favorevole al ripristino della ferrovia chiusa nel 1987: “E’ un’infrastruttura fondamentale per il territorio, il suo valore, al di là dei costi, non è calcolabile: servizi, lavoro e turismo sono solo alcuni dei vantaggi”. E anche in regione si preoccupano che la ferrovia non cada nel dimenticatoio. Il presidente Gian Mario Spacca ha chiesto al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio la revoca del decreto di dismissione.

Sull’aspetto parcheggi: dal primo giugno entrerà in vigore la nuova ordinanza sulla viabilità del centro storico. Nella riorganizzazione le possibilità di parcheggiare dentro le mura diminuiscono: la sosta massima sarà di un’ora – contro i 40 minuti di attuali – e solo negli stalli, cioè dove i parcheggi sono disegnati (esclusi residenti, invalidi, commercianti che godono di agevolazioni). “Il centro storico deve ritrovare il suo decoro, bisogna limitare traffico e parcheggio e utilizzare le strutture predisposte, come Mercatale e Santa Lucia”.

Compravendita con Marche Multiservizi

L’operazione di compravendita di azioni con Marche Multiservizi

Marche Multiservizi

Il 12 dicembre si è conclusa l’asta pubblica che ha portato alla vendita di azioni per  1 milione e 300mila euro di Marche Multiservizi. Una mossa che ha permesso di chiudere il bilancio con un disavanzo di 1 milione e 700mila euro, rispettando così il patto di stabilità. Per alcuni soldi facili che hanno permesso di chiudere in attivo, ma a scapito della vendita di beni comuni. Una modalità che, come quella della vendita di immobili già fatta in passato, non porta investimenti e prospettive future. C’è chi propone come il M5S di prendere la strada degli acquisti collettivi: un crowdfounding di quote da parte dei cittadini, che diventano azionisti.

Rimane irrisolto il futuro dell’ex rudere Megas: restituito a Marche Multiservizi da Hera. Nei piani del sindaco Maurizio Gambini c’è l’intenzione di vendere l’immobile a un acquirente privato e riqualificare l’area in un centro di servizi. Un’operazione da 750mila euro (in azioni) con cui si prevede anche di risistemare il confinante magazzino comunale inagibile dal nevone del 2012.

Marche Multiservizi – aveva detto il sindaco al Ducatoprenderà in affitto circa 600 mq dei locali con un canone annuo di 140mila euro, per un minimo di 12 anni. Si parla di un investimento da 3 milioni di euro. Con questa operazione risparmieremmo 350mila euro di affitti, evitando così anche ai cittadini il problema di spostarsi in diverse zone della città per recarsi nei vari uffici”.

Intanto qualcosa è stato fatto. Il magazzino comunale adiacente al rudere, danneggiato dal nevone 2012, è stato ristrutturato e messo in sicurezza; a breve gli uffici per i lavori pubblici si trasferiranno lì, con un risparmio di 18mila euro di affitto annuo pagati a un privato.

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Urbino due

Ponte Armellina (noto a tutti come Urbino due) è un quartiere a poco più di 15 chilometri dal centro storico, e che da numerose giunte aspetta di essere riqualificato. Una zona isolata famosa tra gli urbinate per essere centro di delinquenza e spaccio, spesso ignorata, ma che vive nel disagio: case degradate, nessun esercizio commerciale o attività, manca anche il pulmino per i bambini delle elementari, costretti a fare un chilometro a piedi.

Ora il via ai cantieri dovrebbe esserci quest’estate. Con l’ok del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che ha assegnato quattro milioni di euro, l’amministrazione comunale si prepara a risolvere problemi urbanistici: illuminazione, fogne e marciapiedi. Il Comune con l’Erap ha anche deciso per l’acquisto di alcuni immobili, un prezzo tra 9mila e 10mila euro, considerato il loro valore sul mercato tra gli 8-15mila euro.

Il consiglio comunale di Urbino

Il consiglio comunale di Urbino

Le critiche dalle opposizioni

L’impegno di questa giunta è evidente per le altre forze politiche. A partire dalle piccole cose come l’arredo urbano, taglio dell’erba, strade, polizia. Manca però – secondo i consiglieri di opposizione in Consiglio – una strategia sul futuro della città, come il rilancio dell’occupazione, la ripopolamento del centro storico e l’incentivazione del commercio. Insomma: cose positive anche su turismo e cultura, ma manca “una visione integrata”, nelle parole di Federico Scaramucci, segretario del Pd di Urbino.

Una mancanza sottolineata  dal Movimento 5 Stelle è la gestione di Ca’ Lucio. Per il sindaco è importante mantenere la vigilanza e apprezza la conduzione della passata giunta. La discarica è strettamente collegata alla raccolta differenziata: “Il Comune ha interesse perché ci siano più rifiuti (perché in gestione a Marche Multi Servizi, ndr) e quindi non investe nella raccolta differenziata”.

Questo costa agli urbinati 14 euro in più per tonnellata in bolletta, denuncia Emilia Forti, capogruppo pentastellato, a causa del mancato raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, come previsto da legge nazionale. E sulla chiusura, uno degli obiettivi di Gambini è di dismetterla entro fine legislatura, le opposizioni sono scettiche: prima di sette anni non si può chiudere secondo quanto dice il sindaco.

Urbino, piazza Duomo

Urbino, piazza Duomo

In tema di rivalutazione del centro storico, da segnala la vicenda delle “residenze di qualità“, un progetto presentato ma che ha cambiato volto per mancanza di fondi. Il piano “Kit Urbino” doveva mettere a disposizione degli universitari alloggi e stanze decorosi a un prezzo ragionevole: adesso invece sarà dedicato ai turisti. Il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione di alcuni appartamenti e stanze che si trovano al massimo a 200 metri dal centro storico della città.

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Fano-Urbino, Spacca chiede a ministero revoca decreto dismissione ferrovia http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-notizie-informazione/fano-urbino-spacca-chiede-a-ministero-revoca-decreto-dismissione-ferrovia/73552/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-notizie-informazione/fano-urbino-spacca-chiede-a-ministero-revoca-decreto-dismissione-ferrovia/73552/#comments Tue, 05 May 2015 16:16:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73552 [continua a leggere]]]> URBINO, 5 MAG – Il presidente della regione Marche, Gian Mario Spacca, ha inviato al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, la richiesta di revoca del decreto ministeriale del 2011 con cui si ordina la dismissione della ferrovia Fano-Urbino. Un passo ulteriore verso il ripristino dell’infrastruttura. “In conformità alla mozione del Consiglio regionale – si legge nel comunicato della Regione – sono a chiedere la revoca del decreto ministeriale n.430 del 15 dicembre 2011 inerente la dismissione della Ferrovia Fano-Urbino. Sarà cura del competente assessorato regionale provvedere ai rapporti con Ferrovie dello Stato in relazione al trasferimento a titolo gratuito della tratta ferroviaria alla Regione Marche”.

La ferrovia, chiusa dal 1987, è al centro del nuovo progetto dell’Associazione ferrovia Valle Metauro, presentato l’11 aprile 2015 a Maurizio Gambini, sindaco di Urbino. Secondo il piano, con un investimento di 87 milioni di euro al netto dell’iva, la tratta potrebbe essere ripristinata.

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Il Ducato n.7 – 4 maggio 2015 http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato/il-ducato-n-7-4-maggio-2015/73149/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato/il-ducato-n-7-4-maggio-2015/73149/#comments Mon, 04 May 2015 08:38:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73149 [continua a leggere]]]> E’ in edicola il settimo numero de Il Ducato. Tra i temi affrontati questa settimana:

Viaggio nei ricordi dei passeggeri dell’ex ferrovia Fano – Urbino. La riqualificazione del teatro romano sepolto nel centro della città, a pochi passi dal Duomo. Il Rinascimento urbinate raccontato da venti studenti francesi della facoltà di architettura attraverso i loro disegni. L’ultima edizione del Festival di giornalismo culturale, con photogallery dei protagonisti che vi hanno partecipato.

Ducato n.7 – 4 maggio 2015


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“Il treno che non c’è” nei racconti di chi lo ha vissuto http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/il-treno-che-non-ce-rivive-nei-racconti-di-chi-lo-ha-vissuto/72928/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/il-treno-che-non-ce-rivive-nei-racconti-di-chi-lo-ha-vissuto/72928/#comments Sun, 03 May 2015 23:46:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72928 TIMELINE I racconti della littorina]]> La stazione di Urbino in una foto d'epoca

La stazione di Urbino in una foto d’epoca

URBINO – I binari lungo la tratta Urbino-Fano ormai si notano a malapena. Lì dove un tempo c’erano passaggi a livello e stazioni, littorine e prima ancora locomotive a vapore, ora ci sono rotatorie, strade e bar. Quel treno che tagliava a metà la valle del Metauro i più giovani non lo hanno mai visto passare, mentre le istituzioni, nonostante il chiacchiericcio, fingono che non sia mai esistito. Eppure sono tante le persone che il 31 gennaio del 1987 pensano di aver perso qualcosa di importante. Quella sera gli urbinati hanno sentito per l’ultima volta il fischio che ha scandito tanti momenti della loro giovinezza.

Ecco i ricordi degli uomini e delle donne che su quel treno hanno viaggiato per anni.

LA TIMELINE

“La bomba inesplosa”. Massimo Biagiotti, 75 anni, saldatore in pensione.

“Lavoravo a Pesaro e per sei anni ho preso la littorina tutti i giorni. Mi ricordo come fosse ieri il periodo della guerra, proprio negli anni in cui è stata inaugurata la tratta Fano-Urbino. Nel ’44 c’era ancora il fronte e nella stazione di Fermignano c’era un enorme deposito di treni. Prima della ritirata i tedeschi l’hanno fatta saltare in aria, ma non con le mine. Hanno legato delle funi di acciaio alle colonne portanti della struttura, poi con dei trattori hanno fatto crollare tutto. Finito il fronte sono venuti degli artificieri da Torino per controllare la situazione, visto che si temeva che dentro ci fossero delle bombe. E infatti ce n’era una inesplosa, incastrata tra le macerie. Hanno rimosso l’ordigno, rischiando grosso perché nell’operazione hanno sfiorato il detonatore. Poi hanno tagliato i treni pezzo per pezzo per portarli via. Ma prima, noi ragazzi del luogo, dato che i soldi non c’erano, abbiamo smontato tutti gli oleatori dei bronzi per rivenderli. Finito il conflitto, tutto tornò alla normalità. Prendevamo il treno a vapore per andare a Cagli o a Urbania. Era stupendo, meraviglioso: attraversavi tutta la campagna perdendoti tra i suoi colori, con un tale panorama la stanchezza sembrava svanire. C’era sempre un sacco di gente, fin dalle prime corse. Le tre o quattro littorine, partite da Urbino, andavano via via riempiendosi e da Fermignano in giù spesso si stava in piedi.

L'ex stazione di Fermignano com'è oggi

L’ex stazione di Fermignano com’è oggi

Io partivo per Pesaro alle 5.30 del mattino e riprendevo il treno delle 18.30. Se lo perdevi eri costretto ad aspettare l’ultima corsa serale, verso le 22.30. Così tutti i giorni. Fino a quando, una mattina, aspetto invano la littorina. ‘Sarà in ritardo’ mi dice il capostazione. Poco dopo da Fano gli comunicano che la tratta era stata soppressa. Incredibile, nessun capostazione ne sapeva nulla, fu uno shock anche per loro. La colpa? Credo che tutto sia precipitato in seguito alle pressioni di Bucci, proprietario delle linee di autobus. Ha fatto di tutto per togliere il treno e avere così il monopolio dei trasporti lungo questa tratta. Infatti, il giorno dopo la chiusura, a Urbino e Fano sono spuntati numerosi pullman”.

“Al mare con la littorina”. Doriana Berretta, casalinga.

“Con i miei tre figli d’estate facevamo la tratta Fermignano-Fano per andare al mare. Il viaggio durava circa quaranta minuti. Dal ‘67 al ’75 li ho accompagnati io, poi i ragazzi hanno cominciato ad andare da soli. Facevo l’abbonamento mensile che costava circa duemila lire. Ricordo che, partendo all’alba, trovavamo sempre posto a sedere. Al ritorno invece, lungo il percorso che dalla spiaggia portava alla stazione, dicevo ai figli di affrettarsi a raggiungere il vagone, altrimenti si rischiava seriamente di stare in piedi. Custodisco gelosamente questi ricordi: il treno ha rappresentato molto per noi, scandiva le nostre estati. E i miei figli me lo ricordano quasi ogni volta che ci incontriamo”.

“Conosco ogni suo segreto”. Piergiorgio Sartori, 73 anni, ex capostazione di Urbino.

“Ho lavorato lì dal 1961 all’85, posso dire di conoscere ogni segreto della littorina. Anche per questo, due anni dopo, mi hanno chiamato per far partire l’ultimo treno. Era il 31 gennaio 1987. L’allora ministro dei trasporti, il socialista Claudio Signorile, firmò il decreto di chiusura della tratta per poi dimettersi il giorno dopo. Da quel momento nella zona è entrato in scena l’autotrasportatore Bucci che, essendo amico del vicepresidente del Consiglio Arnaldo Forlani, aveva avuto il via libera per sostituire con i suoi pullman le varie corse del treno, diventato, ormai, di secondaria importanza. La ferrovia è infatti stata bistrattata a tutti i livelli, politico in primis, e sono state prese decisioni difficili da capire. Come la ristrutturazione di tutte le stazioni – da Fermignano a Fano – compiuta nell’86, a pochi mesi dalla dismissione, per un costo complessivo di circa venti milioni di lire. Meglio la superstrada, si diceva, ma il progetto non fu mai portato a termine.

Piergiorgio Sartori insieme ad alcuni colleghi nel '61

Piergiorgio Sartori insieme ad alcuni colleghi nel ’61

Il prezzo del biglietto? Dipendeva dalla tratta. Partiva da 100 lire se da Urbino si scendeva a Fermignano, 120 se la destinazione era Canavaccio, e così via fino ad arrivare a Fano. All’inizio il treno era sempre pieno, poi con il passare degli anni cominciò a svuotarsi. Il motivo? La velocità lungo il percorso era stata abbassata, rendendo più conveniente lo spostamento in pullman o in macchina, e le coincidenze saltavano troppo spesso perché si tendeva a dare la precedenza alla tratta adriatica, al ‘direttissimo’, all’epoca si chiamava così. Un aneddoto? Quando c’era la neve usavamo la locomotiva a vapore come spazzaneve. A volte, quando nevicava tanto, si stava lì tutta la notte, sia nelle carrozze che nelle stazioni. E non era piacevole: la nuova stazione di Urbino è stata costruita nel ‘75, prima era una catapecchia situata ancora più a valle, verso Fermignano.

“L’ho guidato anche io”. Paolo Piergiovanni, 60 anni, ingegnere.

“Dalla primavera dell’81 fino all’inverno dell’’83 l’ho presa tutte le settimane perché facevo pratica professionale in uno studio di ingegneria a Bologna. In questo studio si lavorava anche di sabato e il pomeriggio da Pesaro non c’erano altri mezzi più comodi e veloci per tornare a Urbino, quindi ero costretto a prendere la littorina. E qui iniziava la tragedia (ride, ndr), perché il viaggio durava un’ ora e 45 min. Tanti, forse troppi. Proprio per questo, non sapendo come ingannare il tempo, una volta mi sono messo a guardare il manovratore all’opera. Arrivati a Fossombrone mi chiede: ‘Vuoi guidare?’. Anche se un po’ spaventato rispondo di sì, e subito dopo mi siedo alla guida di questo strano aggeggio. Provando subito un grande disagio: il volante non c’è, al suo posto un manettino che serviva per aumentare o ridurre la velocità. Arrivati a un casello ferroviario tra Fossombrone e Fermignano, sulla strada ferrata vedo delle galline. Non sapevo cosa fare. ”Procedi come nulla fosse, abbiamo un orario da rispettare” mi dice il macchinista. Superato il punto si affaccia dal finestrino, guarda indietro e poi, girandosi verso di me, esclama quasi soddisfatto: “Ne abbiamo fatte fuori tre!”. Pochi minuti dopo siamo entrati nella stazione di Fermignano, dove solitamente il treno faceva una lunga sosta perché il macchinista doveva scendere a manovrare lo scambio, all’epoca non automatico. Poi si ripartiva. Arrivati a Urbino, non sapendo bene come funzionava la littorina, mi sono fermato troppo presto. Ma almeno ho portato i passeggeri a destinazione, sani e salvi. È stata un’esperienza unica.

“Galline nei vagoni”. Maria Ferretti, 80 anni, pensionata.

“La littorina era importante: o si prendeva quella o si andava a piedi. Per la fiera del due maggio permetteva ai contadini di venire a Fossombrone a vendere gli animali appena nati, li vendevano ai pussident, i padroni terrieri perché poi quei cuccioli venivano ammazzati per la mietitura. A maggio e a giugno si tagliava il grano e si chiamavano i braccianti a lavorare. La paga per i braccianti consisteva nel dargli da mangiare a colazione e a pranzo, poi la sera ricevevano qualche cento lire. Poi, il percorso della littorina è cambiato: prima della guerra collegava tutti i paesi dell’entroterra, poi molti tratti vennero bloccati e mai più aperti”.

“C’era solo il treno”. Irma Cadieracci, 77 anni, casalinga.

“La littorina era comodissima. Da casa mia andavo alla stazione di Canavaccio a piedi. Era un servizio utile soprattutto per noi donne perché negli anni Cinquanta e Sessanta non avevamo la macchina, i mariti lavoravano e l’unico modo per spostarsi era prendere la littorina. Per andare a Fossombrone partivo alle 9 e tornavo a casa alle 13, non è che avessi tante commissioni da fare, però ci voleva molto tempo.

Irma Cadieracci, a destra, insieme alla figlia e alla nipote

Irma Cadieracci, a destra, insieme alla figlia e alla nipote

C’era una stazione ogni quattro o cinque chilometri, spesso il treno si fermava per aspettare le coincidenze con gli altri treni. Quando avevo mio figlio piccolo partivo insieme alle mie vicine di casa e andavamo al consultorio, dal dottore, a Fossombrone: io tenevo il bambino in braccio, invece la Lena, una mia vicina, che abita ancora vicino a me, aveva il passeggino per tenere il figlio. La littorina era comoda perché potevamo andare al mercato: il lunedì a Fossombrone e il venerdì a Fermignano, invece andare a Urbino era scomodo perché la stazione era in basso e per arrivare in centro bisognava prendere il pullman”.


“Comoda ma lenta”. Loredana Ugolini, 54 anni, professoressa universitaria.

“Ricordo la prima volta che andai in treno a Urbino. Dopo essere stati fermi per più di mezz’ora alla stazione di Fermignano il treno ripartì nel verso contrario. Io dovevo andare all’università e per un momento ebbi paura di aver sbagliato qualcosa. Invece, quando tornai a casa mio padre mi prese in giro perché ‘si sa che cambia il verso a Fermignano’. Era scontato per lui che faceva il macchinista, ma non per me che ero studentessa.

L'abbonamento del treno di Loredana Ugolini

L’abbonamento del treno di Loredana Ugolini

Andare all’università con la littorina aveva dei pro e dei contro: era comodo perché il servizio di corriere, alla fine degli anni ’70, non era molto efficiente. Con la littorina però ci voleva molto tempo per arrivare. Io partivo alle 7 da Pesaro e arrivavo a Urbino verso le 9 o le 9,30 e una volta arrivati alla stazione dovevamo prendere l’autobus per arrivare in centro. La littorina era comoda per chi viveva nell’entroterra: da Pesaro partivano poche persone, però a Fossombrone, Fermignano, Canavaccio e negli altri paesini salivano moltissimi studenti e lavoratori. A me è sempre piaciuto quel treno:si potevano vedere i paesaggi e quello della Valle del Matauro è veramente bellissimo”.

“Il treno dei cornuti”. Luciano Ugolini, 82 anni, macchinista in pensione.

“Io, della tratta Fano-Urbino, ho guidato solo i treni a vapore nei primi anni ‘50. Trasportavamo soprattutto carichi merci e bestiami.

Il treno a vapore esposto durante l'ultimo carnevale a Fano

Il treno a vapore esposto all’ultimo carnevale di Fano

Mi ricordo che per il carnevale di Fano c’era un sacco di gente da trasportare durante tutta la giornata, arrivavano da tutte le parti, anche dalla Romagna venivano giù. Poi d’estate portavamo le persone al mare: facevamo il giro dell’entroterra, tra noi ferrovieri e macchinisti lo chiamavamo il treno dei cornuti perché salivano solo donne che andavano al mare mentre i mariti restavano a casa o andavano a lavorare”.

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Fano-Grosseto incompiuta e la ferrovia abbandonata. Le vie ‘impossibili’ che non portano a Urbino – INTERATTIVO http://ifg.uniurb.it/2015/05/03/ducato-online/fano-grosseto-incompiuta-e-la-ferrovia-abbandonata-le-vie-impossibili-che-non-portano-a-urbino-interattivo/70608/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/03/ducato-online/fano-grosseto-incompiuta-e-la-ferrovia-abbandonata-le-vie-impossibili-che-non-portano-a-urbino-interattivo/70608/#comments Sun, 03 May 2015 05:46:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70608 INTERATTIVO Lungo il tracciato della Fano-Grosseto e della Fano Urbino, le due grandi opere che dovevano far uscire l'entroterra dall'isolamento e che sono, per motivi diversi, bloccate]]> URBINO – La superstrada Fano – Grosseto e la ferrovia Fano – Urbino, le due grandi opere che dovevano far uscire l’entroterra dall’isolamento sono, per motivi diversi, bloccate. La prima è ormai stata dichiarata non prioritaria dal ministero delle Infrastrutture. La seconda, inattiva da quasi 30 anni, sarebbe completamente da rifare. Con costi enormi. Lo speciale interattivo del Ducato percorre, idealmente, il tracciato di queste due opere ormai diventate utopie della speranza di uscire dall’isolamento.

Lo speciale interattivo – Urbino isolata tra due utopie

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Ferrovia Fano-Urbino: sì del Consiglio alla proposta dei Verdi. “Progetto entro un anno” http://ifg.uniurb.it/2015/02/10/ducato-online/ferrovia-fano-urbino-si-del-consiglio-alla-proposta-dei-verdi-progetto-entro-un-anno/65223/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/10/ducato-online/ferrovia-fano-urbino-si-del-consiglio-alla-proposta-dei-verdi-progetto-entro-un-anno/65223/#comments Tue, 10 Feb 2015 17:59:59 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65223 Galleria della vecchia ferrovia

Galleria della vecchia ferrovia

URBINO – Hanno vinto i Verdi e la ferrovia Fano-Urbino non è ancora morta. Questa mattina il Consiglio regionale ha approvato con 20 voti a favore e sette contrari la proposta di revoca del decreto di dismissione della tratta. Non solo, l’approvazione impegna la Regione a chiedere alle Ferrovie dello Stato il trasferimento a titolo gratuito il tratto ferroviario alla Regione stessa. I Verdi contano di ottenere i fondi europei destinati al miglioramento delle ferrovie. Dopo il successo di oggi, infatti, il prossimo obiettivo è quello di poter discutere su un progetto concreto entro un anno.

La proposta ha diviso la maggioranza. Infatti sei dei voti contrari erano quelli di consiglieri del Partito democratico. Il sostegno per l’approvazione è arrivato quindi dalla minoranza di centrodestra. “Era l’ultima mozione da votare – è il commento di Mirco Ricci (Pd) – se ne sono approfittati perché già molti consiglieri erano usciti dall’aula. Ma tra due mesi la giunta cambierà, e non dovrà per forza considerare il voto di oggi”.

“Abbiamo solo un consigliere in Regione, Adriano Cardogna, che è riuscito ad ottenere 20 voti favorevoli e sette contrari per l’approvazione della nostra proposta di ripristino della ferrovia”, esulta così Gianluca Carrabs dei Verdi della Regione Marche. Sostenitori di sinistra e di destra “per immaginare uno sviluppo diverso che colleghi Fano e Urbino” ha aggiunto.

Missione turismo Il progetto dei Verdi è quello di ricostruire un treno che percorra lo stesso tragitto del vecchio, eventuali cambiamenti saranno valutati al fine di valorizzare il paesaggio del Montefeltro. “Viaggiare verso Urbino sarà un piacere per la vista e per il gusto – ha spiegato Carrabs – abbiamo già parlato con Slow Food e hanno valutato con interesse il nostro progetto: vorremmo che ci fossero delle tappe durante le quali il treno si fermerà e permetterà ai visitatori di conoscere la cucina e le specialità dell’urbinate”.

La ferrovia era stata dismessa con un decreto ministeriale nel 2012, il voto di oggi rappresenta il desiderio del Consiglio Regionale di riattivare, in qualche modo, i 50 chilometri dismessi.

Un eventuale ripristino del servizio penalizzerebbe le società di trasporti su gomma: il monopolio di Adriabus. Ma i Verdi stanno preparando “un progetto per coordinare dei trasporti pubblici a livello regionale che coinvolga anche la società di trasporti pesarese”.

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Fano-Urbino, la Regione rinvia al 10 febbraio la decisione sulla vecchia ferrovia http://ifg.uniurb.it/2015/02/03/ducato-online/fano-urbino-la-regione-rinvia-al-10-febbraio-la-decisione-sulla-vecchia-ferrovia/64384/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/03/ducato-online/fano-urbino-la-regione-rinvia-al-10-febbraio-la-decisione-sulla-vecchia-ferrovia/64384/#comments Tue, 03 Feb 2015 15:59:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64384 TIMELINE Ferrovia, una storia lunga cent'anni ]]> Il binario della vecchia ferrovia

Il binario della vecchia ferrovia

URBINO – Questa ferrovia non s’ha da votare. Con il rinvio del Consiglio regionale, previsto oggi, è slittato, per la seconda volta, il voto sul futuro del tratto Fano-Urbino, chiuso dal 1987. Ed è un voto che divide la stessa maggioranza in Consiglio.

TIMELINE: FERROVIA, UNA STORIA LUNGA CENT’ANNI

Un binario che può prendere tre direzioni, dato che si dovranno discutere due mozioni, ma bisognerà aspettare ancora una settimana (la seduta si terrà martedì 10 febbraio) per sapere quale verrà percorsa.

  • lasciare tutto inalterato, certificando, una volta di più, la morte della ferrovia.
  • votare a favore della mozione presentata dal gruppo dei Verdi, che chiedono la revoca della dismissione, stabilita dal decreto ministeriale 430 del 15/12/2011 con cui il governo Monti aveva chiuso ogni possibilità di riapertura della ferrovia. Verdi che inoltre hanno chiesto l’acquisizione gratuita della tratta da parte della Regione che potrebbe in seguito riattivarla grazie agli investimenti di privati o ai fondi europei. “Se Della Valle sponsorizza il Colosseo – commenta Laura Scalbi consigliere comunale di Urbino – perché qualcuno non potrebbe fare altrettanto con la ferrovia?”
  • accettare la contro-mozione presentata da Mirco Ricci, consigliere del Pd e dunque membro della stessa maggioranza di cui fanno parte i Verdi, che si è dichiarato favorevole alla revoca della dismissione, ma non ad una riattivazione della tratta ferroviaria. “Non sono contrario in assoluto al trasporto su rotaia – ha detto Ricci – ma credo che il tratto in questione non sia riattivabile. I costi sarebbero alti e i tempi molto lunghi. Ho fatto per anni l’assessore provinciale all’Urbanistica e per fare una rotatoria ci mettevamo due anni, per fare una ferrovia ne impiegheremmo venti. Nella mia mozione si punta di più su altri progetti come quello della pista ciclabile a valle e del bicitreno a monte”.

Le mozioni dovevano essere votate già la scorsa settimana, ma l’assenza di Adriano Cardogna, firmatario della proposta dei Verdi, aveva fatto slittare tutto ad oggi. La votazione è stata però posticipata ancora una volta vista l’assenza del vicepresidente del consiglio e membro di Forza Italia Giacomo Bugaro, a Roma per l’elezione del neo presidente della Repubblica. Sulla questione si è espresso sempre Mirco Ricci che ha commentato con tono polemico l’assenza del collega: “Dovevo andare a Roma anche io, ma sono rimasto qui per fare il mio dovere”.

La questione rimane dunque aperta visto che un eventuale voto favorevole alla revoca sarebbe solo il primo passo per una seconda vita della tratta. D’altronde la storia della ferrovia è costellata da tentativi di ripristino e altrettanti stop. Nel 1989 l’ingegnere urbinate Raffaello Cioppi ipotizzò una linea diretta da Roma a Venezia passando per Urbino. Un’idea che non raccolse particolari consensi. Nel 1991 Giancarlo De Carlo ideò una metropolitana di superficie, ma non si trovarono le risorse economiche per sviluppare la proposta dell’architetto.

 

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Ferrovia Fano-Urbino: rinviato al 10 febbraio il Consiglio regionale http://ifg.uniurb.it/2015/02/03/ducato-notizie-informazione/ferrovia-fano-urbino-rinviato-al-10-febbraio-il-consiglio-regionale/64349/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/03/ducato-notizie-informazione/ferrovia-fano-urbino-rinviato-al-10-febbraio-il-consiglio-regionale/64349/#comments Tue, 03 Feb 2015 10:23:53 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64349 [continua a leggere]]]> URBINO, 2 FEB – La seduta del consiglio regionale delle Marche, prevista per oggi, è stata rinviata a martedì 10 febbraio a causa delle assenze del presidente Vittoriano Solazzi e della vicepresidente Rosalba Ortenzi, per motivi di salute, e quella del vicepresidente Giacomo Bugaro, impegnato a Roma come grande elettore per il giuramento del nuovo capo dello Stato.

Si tratta del secondo rinvio nel giro di due settimane: già il 27 gennaio, infatti, a causa dell’assenza per malattia del consigliere dei Verdi Adriano Cardogna, primo firmatario della mozione per la revoca della dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino, si era deciso di rimandare l’incontro. All’ordine del giorno, oltre alla questione ferrovia, c’era anche la votazione sulle modifiche alla legge statuaria dell’8 marzo 2005 (n.1 “Statuto della Regione Marche”) e quella relativa alla Commissione d’inchiesta diretta ad esaminare tutti i rapporti di finanziamento ed altro intercorsi tra la Regione Marche e la srl Asteria.

 

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Rimandato voto su mozione Verdi per riapertura Fano-Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/01/27/ducato-notizie-informazione/rimandato-voto-su-mozione-verdi-per-riapertura-fano-urbino/63797/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/27/ducato-notizie-informazione/rimandato-voto-su-mozione-verdi-per-riapertura-fano-urbino/63797/#comments Tue, 27 Jan 2015 09:44:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63797 [continua a leggere]]]> URBINO, 27 GEN – Rimandata a martedì 3 febbraio il voto sulla mozione per la riapertura della tratta ferroviaria Fano-Urbino, presentata inizialmente dai Verdi in Consiglio regionale nella seduta del 27 gennaio. L’assemblea ha deciso di posticipare il voto di una settimana a causa dell’assenza per malattia di Adriano Cardogna, presidente del gruppo dei Verdi in consiglio e primo firmatario della mozione.

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Sgarbi e Londei sulla vecchia ferrovia: “I treni torneranno presto” http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-online/sgarbi-e-londei-sulla-vecchia-ferrovia-i-treni-torneranno-presto/58261/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-online/sgarbi-e-londei-sulla-vecchia-ferrovia-i-treni-torneranno-presto/58261/#comments Mon, 03 Mar 2014 11:45:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58261 i manifestanti sulla ferrovia

i manifestanti sulla ferrovia

URBINO –  “La ferrovia s’ha da fare”. Parola di Giorgio Londei e Vittorio Sgarbi che ieri in occasione della Settima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate hanno passeggiato sui binari dismessi e assicurato il loro sostegno alle associazioni che da anni si battono per il ripristino della vecchia rete ferroviaria.

Scarpe da trekking, elmetto e torcia alla mano. L’abbigliamento è quello di un’ escursione al Furlo eppure la passeggiata domenicale non è nelle gole della riserva ma tra i binari della vecchia ferrovia.

L’iniziativa nazionale a Urbino si colora di sfumature particolari, intrecciandosi con la campagna elettorale. Giorgio Londei arriva in mattinata, passeggia con i manifestanti e a loro assicura il suo sostegno. Il padròn di Adriabus non ha dubbi: se diventerà di nuovo sindaco di Urbino, sulla ferrovia torneranno i treni.

Gli ambientalisti si erano dati appuntamento alla vecchia stazione. Da qui era cominciata una passeggiata fino al casello “della signora Antonia”, sulla strada Rossa, a metà strada tra Urbino e Fermignano. Giusto il tempo di qualche foto e poi via, tutti insieme verso Urbino.
All’una senza preavviso arriva Vittorio Sgarbi accompagnato dall’amico Lorenzo Tempesta. Sgarbi viene subito caricato sul carrellino giallo, usato per la manutenzione della ferrovia dall’associazione Ferrovie Valle del Metauro, e portato in tour sui binari.
“Ci parlava come un insegnante ai suoi allievi- racconta Carlo Bellagamba, presidente di FVM- e noi eravamo ben lieti di ascoltarlo”. Il critico d’arte, dopo aver visitato i ponti e le opere d’arte, si è complimentato con le associazioni e ha assicurato appoggio alla loro battaglia. “Sgarbi ha definito scandaloso l’isolamento di Urbino e ci ha messi in guardia sul rischio di perdere lo status di patrimonio dell’Unesco per l’assenza di collegamenti.”

Durante la giornata il percorso sulla ferrovia si è alternato a momenti di sosta in cui si è parlato del territorio, della cultura e della storia. Tra una galleria e l’altra, ci si è fermati a osservare i verdi panorami della valle mentre qualcuno leggeva Volponi o ricordava i fasti del duca Federico.

Carlo Bellagamba, presidente FVM

Carlo Bellagamba, presidente FVM

“Ci fu un tempo in cui chi era al governo della città amava la valle del Montefeltro- spiega Bellagamba – ma adesso non è più così.”
L’associazione FVM ieri ha presentato un ordine del giorno al consiglio comunale di Urbino in cui si chiede di riattivare la ferrovia.
“Basterebbero 80 massimo 90 milioni di euro- spiega Bellagamba- la cifra è stata stimata da Gabriele Bariletti, progettista ferroviario e docente universitario. A lui abbiamo chiesto di calcolare un preventivo che tenesse conto non solo dei treni ma anche del recupero della rete ferroviaria”.

L’associazione non condivide le scelte delle amministrazioni comunali che da anni liquidano la questione ferrovia come un impegno economico non sostenibile per le casse comunali.
“ Le Marche riceveranno un miliardo di euro per i trasporti- precisa – si tratta di finanziamenti europei. Perché non utilizzarli? Noi non dobbiamo espropriare le terre, la rete ferroviaria è qui, ce l’abbiamo. I binari che corrono lungo la valle del Metauro potrebbero non solo valorizzare il territorio ma anche dare un nuovo impulso all’imprenditoria.”

Negli ultimi anni per la ferrovia abbandonata sono state avanzate proposte di vario tipo. Quella del “bici-treno” è stata sicuramente la più discussa. Ma gli ambientalisti aggrottano le ciglia e sogghignando all’idea di una “Disnayland” del Montefeltro, incalzano: “ Il treno è un transatlantico, il bici-treno un pedalò. Questa zona ha bisogno di richiamare numerosi turisti non pochi sparuti curiosi”.

La manifestazione di ieri ha portato sulla ferrovia circa 200 persone che dopo la passeggiata sui binari si sono cimentati in un trekking urbano verso la città ducale.
“Oggi -conclude Bellagamba- abbiamo ricevuto il sostegno di alcuni candidati a sindaco: a noi spetta il compito di far conoscere la ferrovia e il territorio, agli amministratori quello di agire concretamente.”

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