il Ducato » fotoreporter http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » fotoreporter http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it L’America sbarca a Urbino: 40 futuri reporter raccontano la città ducale http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/lamerica-sbarca-a-urbino-40-futuri-reporter-raccontano-la-citta-ducale/51305/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/lamerica-sbarca-a-urbino-40-futuri-reporter-raccontano-la-citta-ducale/51305/#comments Thu, 13 Jun 2013 16:10:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51305 Urbino Now arriverà a fine giugno scritto e pensato da ragazzi statunitensi in visita. A supervisionare il lavoro dei ragazzi, anche due premi Pulitzer ]]>

Bob Marshall e Dennis Chamberline in un bar di Urbino

URBINO – Quaranta studenti americani sono arrivati sabato scorso a Urbino: per un mese sezioneranno la città vicolo per vicolo e la racconteranno, rigorosamente in inglese, nel loro sito internet e nel magazine cartaceo Urbino now. Il progetto, che va avanti da 4 anni in collaborazione con l’università e il comune di Urbino, è curato da insegnanti d’eccezione: il fotoreporter Dennis Chamberlin e il giornalista Bob Marshall –  vincitori del premio Pulitzer – e i reporter Susan West e Michael Gold.

I ragazzi hanno già cominciato a girare per le vie della città con la macchina fotografica al collo e la penna in mano, alla ricerca di “feature news”, notizie di approfondimento: “Noi non facciamo un giornale con notizie di cronaca – spiega Michael Gold, vicecaporedattore del magazine – vogliamo imparare la cultura del posto e approfondirla. C’è una sezione apposita nel giornale che si chiama ‘Go Native’ (vivi come gli abitanti del posto) in cui i ragazzi raccontano le tradizioni culturali di Urbino. Il nostro giornale è pensato anche per i turisti che vengono qui in vacanza”.

I ragazzi provengono da università americane di ‘comunicazione’ e durante questo mese di corso si allenano a diventare reporter completi: “C’è chi è più bravo a scrivere e chi a fotografare – racconta Susan West, caporedattore di Urbino now – qui invece devono imparare a fare tutto contemporaneamente”. Il master, cui si accede pagando la cifra di 5000 dollari, comprende anche un corso d’italiano, un corso di scrittura giornalistica e lezioni di fotografia e fornisce ai ragazzi tre crediti formativi validi nelle loro università.

Ogni studente alla fine del mese dovrà produrre per il magazine 4 articoli: una storia più ‘consistente’, due articoli brevi e uno da inserire nella sezione ‘go native’. Una studentessa dello scorso anno, in quest’ultima sezione, ha indagato il tema dei vari tipi di caffè in Italia: un argomento difficile da districare anche per noi autoctoni.

Oltre al giornale, i ragazzi pubblicano notizie sul sito internet del corso, gestito da Bob Marshall e Dennis Chamberlin. Dall’inizio i due giornalisti seguono questo progetto italiano e confidano una piccola debolezza: adorano il caffè espresso. “Mi piace moltissimo – dice Chamberlin – è molto meglio di quello americano”.

 

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Il Pulitzer Contreras: “Uso le foto per non far cadere le tragedie nell’oblio” http://ifg.uniurb.it/2013/05/27/ducato-online/il-pulitzer-contreras-uso-le-foto-per-non-far-cadere-le-tragedie-nelloblio/47942/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/27/ducato-online/il-pulitzer-contreras-uso-le-foto-per-non-far-cadere-le-tragedie-nelloblio/47942/#comments Mon, 27 May 2013 06:30:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47942 SCHEDA La Siria non è un paese per reporter]]>

Ribelli siriani (AP/Narciso Contreras)

Nella Siria dilaniata dalla guerra civile, i cecchini si appostano per giorni nei palazzi delle città distrutte: restano immobili e guardano fuori attraverso piccoli fori di proiettile, le uniche ‘finestre’ che riescono a far passare sottili fasci di luce. Nelle strade è molto forte l’odore di morte e tra le macerie delle case, smembrate dalla guerriglia e dai bombardamenti del regime, il rosso del sangue rattrappito si mischia alla polvere. Solo gli scatti dei fotoreporter e dei video-operatori immortalano attimi e persone che rischiano di svanire nel nulla, protagonisti di storie troppo facili da dimenticare.

SCHEDA La Siria non è un paese per reporter

Narciso Contreras è uno dei giornalisti che sono scesi nell’inferno siriano e sono riusciti a tornare: negli ultimi 3 anni sono stati uccisi ben 44 reporter, come testimoniato dal Comitato per la protezione dei giornalisti, che sul suo sito aggiorna costantemente il numero delle vittime. quest’anno, Contreras, è stato insignito del premio Pulitzer nella categoria Breaking news photography, insieme ad altri quattro colleghi che lavorano per l’Associated Press (Rodrigo Abd, Manu Brabo, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen) per aver “coperto in modo eccellente la guerra civile in Siria, producendo immagini memorabili in condizioni di pericolo estremo”.

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Il fotoreporter non è un soldato, è un uomo che racconta storie, partecipe e spettatore al tempo stesso degli eventi. Ma anche se il ruolo del giornalista non è ‘fare la guerra’, deve comunque prepararsi nel modo più preciso possibile, in modo da ridurre al minimo i rischi.

Come ti prepari prima di entrare in un’area pericolosa?
Esamino la situazione il più attentamente possibile: studio l’area che dovrò coprire, chi troverò sul territorio; leggo tutte le informazioni reperibili e individuo le vie d’accesso. Poi traccio il percorso da seguire con i miei colleghi e preparo mappa, l’equipaggiamento fotografico, quello di sicurezza e quello di primo soccorso. Una delle cose più importanti di cui tenere conto prima di entrare in una zona pericolosa sono le parti coinvolte: bisogna conoscere il loro backgound e gli sviluppi delle dinamiche interne. Però, d’altra parte, evito il più possibile di farmi dei pregiudizi.

Cosa ti spinge a rischiare la vita per questo lavoro?
Personalmente non rischio la vita per questo lavoro, non è questo il senso in cui intendo la mia occupazione. Sono un fotografo, non sono né un fotografo di guerra né  mi piace avere altre etichette simili. La fotografia è il modo a me più congeniale di intendere la comunicazione, il mio modo di relazionarmi con i soggetti ai quali sono interessato. Io credo che la fotografia sia un modo per essere testimoni delle tragedie umane, per documentarle e per fare in modo che non cadano nell’oblio.

Come si può riassumere la tua esperienza in Siria?
La Siria è lo scenario in cui si stanno definendo gli equilibri del potere a livello mondiale. Noi siamo testimoni di un cambiamento di rotta spinto dall’alto, a costo di migliaia di vite umane. La tragedia siriana sta ridefinendo l’influenza dei Paesi occidentali e dei loro alleati arabi sul Medio oriente. La guerra in Siria è la guerra che definisce questo momento storico; è importante capire e documentare questo per quanto è possibile. La mia esperienza in Siria è stata rivelatrice e sono rimasto scioccato da quello che sto documentando.

Cosa provi a scattare fotografie nel mezzo di un conflitto?
Paura. il brivido di essere dentro la battaglia, in mezzo a un vero combattimento. Ma più riesci ad affrontare la paura, più sei in grado di sopportarla e di uscire vivo dalle situazioni pericolose.

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Pesaro photo festival: tra gli scatti c’è anche Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/pesaro-photo-festival-tra-gli-scatti-ce-anche-urbino/48441/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-online/pesaro-photo-festival-tra-gli-scatti-ce-anche-urbino/48441/#comments Thu, 23 May 2013 15:11:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48441

Il nevone di Urbino nel febbraio 2012, foto di Leonardo Mattioli

URBINO – C’è anche il nevone di Urbino tra gli scatti dei fotoreporter Luca Toni e Leonardo Mattioli che verranno esposti sabato 25 e domenica 26 maggio a Palazzo Gradari a Pesaro, in occasione della VI edizione del Pesaro photo festival. La doppia mostra è aperta con orario continuato dalle 9.30 alle 19.

L’obiettivo dell’evento è quello di far ripercorrere ai visitatori 13 anni di storia della provincia, attraverso un racconto per immagini. Leonardo Mattioli, del Resto del Carlino, esporrà al piano nobile la mostra “Testimone del tempo” e porterà, tra le altre, una foto della nevicata del 2012 a Urbino e una della mostra “Città ideale” che si è tenuta l’anno scorso a palazzo Ducale.

La mostra “La città ideale” a Palazzo Ducale, foto di Leonardo Mattioli

Luca Toni, di Messaggero e Corriere Adriatico, terrà invece l’esposizione dal titolo “2000-2013, un racconto digitale” nel chiostro, e anche lui dedicherà alcuni scatti al nevone ed altri alla laurea ad honoris causa conferita dall’Università di Urbino a Valentino Rossi nel 2005.

L’iniziativa è organizzata dai Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) di Pesaro e Urbino e dal “Cna comunicazione” (dedicato al mondo dell’immagine e della fotografia) con il contributo della Camera di commercio provinciale.

 

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