il Ducato » frane http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » frane http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Frana di Fontanelle, il vicesindaco di Auditore: “Sotto controllo se non ricomincia a piovere” http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/frana-di-fontanelle-il-vicesindaco-di-auditore-sotto-controllo-se-non-ricomincia-a-piovere/70074/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/frana-di-fontanelle-il-vicesindaco-di-auditore-sotto-controllo-se-non-ricomincia-a-piovere/70074/#comments Wed, 08 Apr 2015 09:00:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70074 AUDIO / Parlano gli amministratori di Auditore e Sassocorvaro, le cui frazioni hanno rischiato di essere travolte. Domani incontro tra sindaci e tecnici della provincia per tutelare la sicurezza degli abitanti ]]> Frana Sassocorvaro

Frana Sassocorvaro

SASSOCORVARO – Stanno tornando alla normalità le frazioni di Fontanelle di Sassocorvaro e San Leo Nuovo di Auditore, nel Montefeltro. Domenica di Pasqua una frana partita da monte San Giovanni, dopo aver percorso diversi chilometri, stava per investire il piccolo borgo: fango e acqua si sono fermati a poco meno di 30 metri dalle abitazioni.

Il sindaco di Sassocorvaro Daniele Grossi e il vicesindaco di Auditore Filippo Piscaglia per l’incolumità dei cittadini avevano emesso un’ordinanza  di evacuazione sgomberando undici famiglie, 35 persone in tutto. Ora che tutti sono tornati nelle proprie case sindaci e tecnici stanno progettando interventi rapidi che possano  rendere più sicura la zona.

Domani ci sarà un incontro tra i primi cittadini, la protezione civile e i tecnici della provincia per valutare la situazione. Infatti se dovesse tornare a piovere abbondantemente fango e acqua avrebbero la via spianata per diversi chilometri mettendo nuovamente a rischio il piccolo borgo.

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Maltempo nelle Marche, Protezione civile emette avviso di criticità idrogeologica http://ifg.uniurb.it/2014/03/26/ducato-online/maltmepo-nelle-marche-protezione-civile-emette-avviso-di-criticita-idrogeologica/60441/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/26/ducato-online/maltmepo-nelle-marche-protezione-civile-emette-avviso-di-criticita-idrogeologica/60441/#comments Wed, 26 Mar 2014 16:48:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60441 Frana

URBINO – La Protezione civile regionale ha emesso un avviso di condizioni meteo avverse per l’intera giornata di giovedì e uno di criticità idrogeologica (definito “moderato”, terzo grado su una scala di quattro) fino a mezzogiorno di venerdì. Le abbondanti piogge previste, soprattutto nelle zone interne delle Marche, potrebbero infatti causare frane e smottamenti. Per quanto riguarda le zone costiere, soffieranno venti fino a 70 chilometri all’ora, quindi il rischio è quello delle mareggiate. Si tratta del secondo avviso che riguarda il rischio idrogeologico emesso da gennaio, ma del tredicesimo se si prende in considerazione da ottobre 2013.

Pioggia e frane sono un binomio frequente in una regione dalla profonda fragilità idrogeologica come quella delle Marche. Le abbondanti precipitazioni di questa stagione invernale hanno causato due vittime, per l’alluvione avvenuta a metà novembre e molti crolli, alcuni dei quali in strade strategiche per i collegamenti commerciali e per le zone turistiche. La strada statale 452 della Contessa è stata totalmente interrotta per venti giorni, nel tratto tra Pontericcioli di Cantiano e Gubbio e, anche se riaperta al traffico, il punto franato è tutt’ora percorribile sono su una carreggiata, a senso alternato. Da metà dicembre anche la via Flaminia è interrotta per una frana che ha fatto crollare metri di asfalto e messo in crisi le strutture turistiche del Furlo.

Il rischio del dissesto è alto anche nel territorio di Urbino. Ne è un esempio la strada provinciale 9 che collega la città ducale a Schieti, dove i cedimenti sono numerosi. Franato un tratto della strada tra Gadana e Pieve di Cagna, in località Ca’ Andreana, e un altro verso Pesaro, poco dopo Trasanni, in via Urbinate. Quella di Trasanni è una frana che risale al marzo del 2013. Una delle zone più a rischio nell’urbinate è la zona del Sasso, a causa della lottizzazione avvenuta negli anni passati che non ha tenuto conto del rischio idrogeologico di quell’area.

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Frane, situazioni critiche in tutta la provincia. Dalla Regione fondi solo per Cagli /Mappa http://ifg.uniurb.it/2014/03/21/ducato-online/frane-situazioni-critiche-in-tutta-la-provincia-dalla-regione-fondi-solo-per-cagli-mappa/59894/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/21/ducato-online/frane-situazioni-critiche-in-tutta-la-provincia-dalla-regione-fondi-solo-per-cagli-mappa/59894/#comments Fri, 21 Mar 2014 13:55:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59894 LEGGI Furlo, Flaminia bloccata. I ristoratori: "Da tre mesi come in trappola" ]]> frana-evidenzaURBINO – Dopo ogni inverno il dissesto idrogeologico torna d’attualità in provincia di Pesaro e Urbino ma, nonostante l’allarme ciclico dei geologi, i fondi per la messa in sicurezza del territorio continuano a non essere sufficienti. Lunedì la giunta regionale delle Marche ha annunciato lo stanziamento di 1 milione e 600mila euro per interventi di manutenzione idraulica e difesa del suolo. Una misura per risolvere i problemi legati a frane e fiumi. Tuttavia la nostra provincia, nonostante le numerose situazioni di criticità, non otterrà molti benefici.

Dei 12 interventi, finanziati dalla regione, solo uno interessa il nostro territorio provinciale. I fondi saranno infatti utilizzati per il consolidamento di una frana lungo una strada provinciale del comune di Cagli. Uno dei tanti episodi che purtroppo si verificano con regolarità nella nostra provincia. “Nel territorio di Pesaro e Urbino il dissesto è di casa – spiega il geologo Filippo Piscaglia – dai confini più settentrionali a quelli più meridionali della provincia, praticamente tutti i comuni presentano fenomeni di dissesto più o meno importanti”.

La situazione più critica è sicuramente quella della vecchia Flaminia dove un tratto di strada che porta alla gola del Furlo è  franato, e del colle Ardizio, nel tratto sulla costa tra Pesaro e Fano. Ma episodi franosi si trovano anche all’interno del comune di Urbino: “Lungo la strada provinciale 9, che collega la città ducale a Schieti, praticamente a ogni curva ci sono le tracce di un dissesto idrogeologico.  C’è una frana tra Gadana e Pieve di Cagna, in località Ca’ Andreana, e una anche nella strada verso Pesaro, poco dopo Trasanni, in via Urbinate”, spiega Piscaglia. Quella di Trasanni è una frana che risale al marzo del 2013: metri di terra si erano staccati dalla collina ed avevano coperto di fango il versante.

Le frane non risparmiano neppure i comuni più piccoli della provincia. Quella di Cartoceto, un paese a 40 chilometri da Urbino, risale alla primavera 2013 e ha interessato le mura del centro storico. A Sorbolongo, una frazione del comune di Sant’Ippolito, sono invece ancora visibili i segni di una frana che a più riprese dal 2006 ha colpito la strada provinciale 5.

Ma molti dissesti si sono verificati anche a seguito delle ultime precipitazioni di questo inverno. A Belforte dell’Isauro una decina di giorni fa la via provinciale Baciuccaro che collega il paesino a Sant’Angelo in Vado è rimasta completamente bloccata: “La strada è chiusa anche ai pedoni – spiega il sindaco di Belforte, Sauro Brisigotti – e abbiamo una situazione critica anche sulla via che collega Ca’ Sant’Elisabetta. Anche lì c’è il forte rischio per la viabilità”.

La situazione non è più tranquilla a Frontino, un comune di 300 abitanti arroccato sull’appenino marchigiano: “Il versante nord del comune è come un terreno minato – commenta il sindaco Andrea Spagna – la zona più a rischio frane è sicuramente quella della provinciale del Mutino, che collega il paese a Carpegna”.

“Decine di fenomeni di dissesto che sono frutto di un innegabile aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici – conclude Filippo Piscaglia – ma anche il risultato di una politica di prevenzione del rischio relegata in secondo piano rispetto alla gestione dell’emergenza”.

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Frane, parla il geologo: “A Urbino, il Sasso è ad alto rischio” http://ifg.uniurb.it/2013/12/06/ducato-online/frane-parla-il-geologo-a-urbino-il-sasso-e-ad-alto-rischio/53419/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/06/ducato-online/frane-parla-il-geologo-a-urbino-il-sasso-e-ad-alto-rischio/53419/#comments Fri, 06 Dec 2013 16:53:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53419 LEGGI ANCHE - Le Marche al primo posto per indice di franosità]]> Frana a Gadana

Frana a Gadana

URBINO –  Il territorio di Urbino è a forte rischio frane. Per i terreni della nostra provincia, ricchi di sabbia e argilla, la possibilità di essere coinvolti in fenomeni franosi in seguito a piogge torrenziali è molto elevata. I danni delle alluvioni dello scorso novembre, che ammontano a circa 15 milioni, lo hanno in parte dimostrato. La situazione di Urbino rispecchia quella delle Marche dove il 14% del territorio è soggetto a frane e alluvioni.

Le zone particolarmente a rischio sono gli alvei fluviali e quelle maggiormente antropizzate, ovvero quelle dove l’intervento dell’uomo ha modificato le caratteristiche del paesaggio. Ogni anno i danni aumentano non solo a causa dell’intensa pioggia ma anche per la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua e dei versanti montuosi, che nei mesi invernali “si caricano” di acqua e neve.

Secondo Cesare Bisiccia, consigliere dell’Ordine dei Geologi delle Marche, nel territorio urbinate tutto è a rischio idrogeologico: “Le zone più vulnerabili sono quelle indicate dal Pai, il Piano di Assetto Idrogeologico”.  Nella classifica realizzata dall’Associazione nazionale Bonifiche e dal Consiglio Nazionale dei Geologi, tutti i comuni della provincia risultano a un livello di rischio medio. “La classifica – spiega Bisiccia – è realizzata a livello nazionale per capire quali realtà sono più o meno pericolose e soprattutto per definire la distribuzione dei fondi. Tutto questo però non esclude che localmente nella provincia di Pesaro e Urbino ci siano aree a rischio alto o molto alto. In particolare l’area del Sasso dove negli anni passati c’è stata una lottizzazione in uno spazio poi riconosciuto a rischio frane. L’altra zona rossa è quella della Gola del Furlo soggetta periodicamente a crolli, pezzi di roccia che cadono su via Flaminia mettendo in pericolo soprattutto gli automobilisti”.

“Nessuna zona è a rischio zero, ne sono certo – spiega Andrea Pignocchi, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche – Urbino è stata un po’ meno colpita dagli ultimi eventi, ma in caso di precipitazioni intense anche qui le conseguenze problematiche non sono da escludere”. È proprio degli ultimi giorni la richiesta al presidente del Consiglio Enrico Letta di una deroga al patto di Stabilità da parte di un gruppo di associazioni, tra cui l’Associazione nazionale costruttori edili, Legambiente, il Consiglio nazionale dei geologi, il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori e l’Istituto nazionale di urbanistica. Le associazioni denunciano che l’82% dei Comuni italiani è in zone ad alto rischio idrogeologico e chiedono urgenti misure di prevenzione e manutenzione del territorio.

Il geologo Cesare Bisiccia ci ha portato alla Gola del Furlo e nella zona del Sasso per vedere alcune tra le zone a maggior rischio di frana ed esondazione.


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Frana Monte Ardizio: un’ordinanza sblocca i fondi regionali http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/frana-monte-ardizio-arriva-lordinanza-che-sblocca-i-fondi-regionali/49319/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/frana-monte-ardizio-arriva-lordinanza-che-sblocca-i-fondi-regionali/49319/#comments Wed, 29 May 2013 20:52:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49319

La frana del Monte Ardizio

URBINO – Franco Gabrielli, capo del dipartimento della Protezione civile nazionale,  ha finalmente emesso l’ordinanza che permetterà alla Regione di sbloccare i fondi  necessari per riparare i danni causati dalle eccezionali precipitazioni verificatesi in provincia di Pesaro e Urbino questa primavera, in particolare quelli provocati dalla frana dell’Ardizio a marzo 2013. Ad annunciarlo il presidente della regione Marche, Gian Mario Spacca.

Dopo le ingenti piogge di questo inverno e i danni provocati dalla frana la strada Statale 16 che collega Fano e Pesaro è rimasta chiusa per quasi un mese, causando gravi intralci alla circolazione. Grazie all’ordinanza la Regione potrà effettuare immediati interventi d’urgenza su quella che il governatore Spacca ha definito “un’arteria di fondamentale importanza nel tratto che collega le due città più grandi di tutta la Regione, dopo Ancona”.

L’ordinanza individua il presidente della provincia di Pesaro e Urbino, Matteo Ricci, quale commissario delegato, che dovrà predisporre un piano d’azione – da sottoporre all’approvazione del capo del dipartimento della Protezione civile nazionale – ed erogherà i contributi previsti. Il piano deve contenere gli interventi realizzati dagli enti locali nella fase di prima emergenza, le attività poste in essere, anche in termini di somma urgenza, inerenti alla messa in sicurezza delle aree interessate dagli eventi calamitosi, gli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o cose.

I contributi previsti saranno erogati agli enti locali dopo la rendicontazione delle spese sostenute e l’attestazione del nesso di causalità tra l’evento calamitoso e il danno subito. Il commissario delegato, anche avvalendosi dei sindaci, è autorizzato a disporre, mediante apposite convenzioni, l’alloggio in alberghi, se non è stata possibile l’autonoma sistemazione abitativa.

Ma come sottolineato più volte da geologi e autorità della provincia, l’urgenza non basta: occorrono interventi definitivi di messa in sicurezza del versante a monte. A questo proposito conclude Spacca nel suo messaggio su Facebook: “Su questo abbiamo sollecitato e sollecitiamo con grande determinazione, insieme alla provincia di Pesaro, l’intervento dell’Anas su cui ricade la competenza della strada”.

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Giornale radio 14/5/2013 – ore 17.30 http://ifg.uniurb.it/2013/05/14/radio-ducato/giornale-radio-1452013-ore-17-30/47208/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/14/radio-ducato/giornale-radio-1452013-ore-17-30/47208/#comments Tue, 14 May 2013 16:38:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47208 [continua a leggere]]]> Ascolta il GR delle 12.30

a cura di Mario Marcis

In studio Antonella Ferrara e Stefano Ciardi

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Frane: le Marche al primo posto per indice di franosità http://ifg.uniurb.it/2013/05/12/ducato-online/frane-le-marche-al-primo-posto-per-indice-di-franosita/46408/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/12/ducato-online/frane-le-marche-al-primo-posto-per-indice-di-franosita/46408/#comments Sun, 12 May 2013 17:00:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=46408 Ducato in edicola, dedicato alla "Terra nostra" LEGGI E SFOGLIA Il Ducato in edicola]]> URBINO – Ormai è chiaro, le Marche sono “la regione delle frane”. Ad attribuirle l’infelice primato è stata la Coldiretti che, con i suoi dati, ha lanciato l’allarme: le Marche sono la regione con il più alto indice di franosità di tutto il Paese, quasi il 20% di tutta la superficie regionale è a rischio frane. Il Progetto Iffi (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), realizzato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dalle Province Autonome, ha fornito in questo senso un quadro tutt’altro che rassicurante.

L’inventario ha censito a oggi oltre 42.522 fenomeni franosi in tutta la Regione, 17 mila dei quali solo nel pesarese. In pratica, Pesaro e Urbino presentano, da sole, quasi la metà dei fenomeni di dissesto idrogeologico di tutte le province marchigiane.

La carta dell’indice di franosità del Paese

La stagione autunnale appena trascorsa non è stata certamente delle migliori, caratterizzata da precipitazioni ben al di sopra della media su tutto il territorio provinciale, con il mese di marzo che ha registrato il record di 21 giorni di pioggia su 31. Tale situazione ha favorito una forte saturazione del suolo, provocando numerosi dissesti su tutto il territorio provinciale e un generale innalzamento dei livelli d’acqua e ciò ha dato il via ai fenomeni di piena.

In molti casi, ad accelerare il corso degli eventi, subentra anche l’opera dell’uomo, colpevole di un consumo sconsiderato del suolo naturale. Le frane segnalate, infatti, si sono sì verificate in seguito a precipitazioni abbondanti ma, tuttavia, molti degli smottamenti sono avvenuti durante giorni di pioggia scarsa o addirittura assente. Non a caso la Coldiretti ha accusato le istituzioni per la pessima gestione del suolo pubblico, affermando che “sulle frane ha pesato la scomparsa di quasi 300mila ettari di terreni agricoli, di cui 55mila negli ultimi quattro anni”. In pratica, un terzo dell’intero territorio regionale che una volta era agricolo ha cambiato destinazione.

Ma la causa di questi fenomeni, spesso, è da ricercarsi anche nella particolare composizione dei vari tipi di sottosuolo. Dal punto di vista geologico, infatti, la nostra regione è divisa da due zone piuttosto diverse tra loro – come spiega il geologo della protezione civile Cesare Bisiccia – quella interna, più stabile, caratterizzata da terreni rocciosi e calcarei, e quella più vicina alla costa, maggiormente fragile perché composta da suolo a componente arenaria e argillosa. La seconda, per intenderci, è quella del Colle Ardizio, interessato ormai da anni da fenomeni di dissesto che comportano crolli di pezzi di roccia che invadono pericolosamente le strade sottostanti. L’ultimo smottamento, avvenuto a marzo, ha causato la chiusura al traffico della Statale Adriatica che collega Pesaro a Fano, provocando per quasi un mese l’ennesimo blocco della circolazione con enormi disagi per i pendolari. La frana dell’Ardizio, a onor del vero, è un fenomeno conosciuto da decenni su cui, però, ci si trova ancora gravemente impreparati a intervenire nella fase d’emergenza.

“Il Pai (Piano di assetto idrogeologico) denuncia già dal 2004 la gravità della situazione – afferma Enrico Gennari, presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche – con rischio molto elevato R4 su tutto il versante, ma senza un adeguato sistema di monitoraggio non sarà mai possibile mettere in sicurezza il territorio”. Il vero nodo della questione, però, è che mancano le risorse per la manutenzione delle strade, e in caso di eventi di questo tipo è sempre difficile stabilire chi deve pagare. Il problema, in sostanza, è legato ai vincoli del Patto di stabilità, quindi lo stato di emergenza chiesto dagli enti consentirebbe la deroga al Patto per il periodo concesso. Ma dall’estate 2012, sulla gestione dello stato di emergenza, la normativa rispetto agli ultimi vent’anni è cambiata totalmente: adesso lo stato di emergenza viene concesso al massimo per novanta giorni ma non è collegato alle risorse economiche, perciò diventa ogni volta più difficile trovare i fondi per le ricostruzioni. “Per riaprire la statale sull’Ardizio abbiamo speso solo in questi giorni 700 mila euro – afferma l’assessore alla viabilità della Provincia Massimo Galuzzi – mentre negli ultimi dieci anni gli interventi di consolidamento in quella zona e in quella del S. Bartolo sono costati quasi 8 milioni di euro. Le risorse economiche sono quasi sempre insufficienti – continua Galuzzi – e se non ci sarà una politica mirata alla tutela del territorio sarà dura riuscire ogni volta a trovare i fondi per intervenire”.

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Dissesti sulla Bocca Trabaria: da giugno i lavori per sistemare la strada http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-online/dissesti-sulla-bocca-trabaria-da-giugno-i-lavori-per-sistemare-la-strada/45816/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-online/dissesti-sulla-bocca-trabaria-da-giugno-i-lavori-per-sistemare-la-strada/45816/#comments Mon, 06 May 2013 17:11:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=45816

La frana alle Conce

URBINO – La strada statale 73 bis di Bocca Trabaria cade a pezzi ma già dalla metà del prossimo mese potrebbe essere rimessa in sesto.

A causa del nevone dello scorso anno e delle ripetute piogge invernali il manto stradale ha ceduto in più punti della strada, franando e rendendo pericolosa la viabilità attorno alle mura di Urbino. Nei giorni scorsi il ciglio della strada è franato in località le Conce, alcuni operai sono intervenuti con i mezzi per tamponare il dissesto. Uno dei punti più a rischio inoltre è quello in prossimità del locale Makkia: i cartelli di pericolo segnalano il restringimento della carreggiata già da diversi mesi.

“Gli interventi di ripristino del piano viabile in tratti saltuari lungo la SS73bis di Bocca Trabaria – ha spiegato Filippo Bargelli, addetto stampa dell’Anas – sono in corso di aggiudicazione e saranno eseguiti al termine delle procedure di affidamento, presumibilmente nel mese di giugno 2013“.

Frana davanti al Makkia

Stessa sorte anche per il tratto vicino al Makkia: gli interventi di ripristino sono stati già assegnati ma devono trascorrere i 35 giorni previsti dalla legge prima dell’affidamento dei lavori, che cominceranno anch’essi con tutta probabilità intorno alla metà del prossimo mese.

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Frana a Le Conce: al via i lavori per sistemare la strada / FOTO http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-notizie-informazione/frana-a-le-conce-al-via-i-lavori-per-sistemare-la-strada-foto/45600/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-notizie-informazione/frana-a-le-conce-al-via-i-lavori-per-sistemare-la-strada-foto/45600/#comments Mon, 06 May 2013 13:46:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=45600 [continua a leggere]]]>

URBINO – Ruspe al lavoro in località Le Conce per risolvere i problemi della frana di qualche giorno fa. Un tratto del terrapieno della strada statale Bocca Trabaria Sud aveva infatti ceduto, depositando fango e detriti sulla carreggiata e creando qualche disagio alla viabilità. Qui sotto una galleria fotografica del dissesto stradale.


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Frana dell’Ardizio e rischio idrogeologico: per i geologi un’emergenza evitabile http://ifg.uniurb.it/2013/04/09/ducato-online/frana-dellardizio-e-rischio-idrogeologico-per-i-geologi-unemergenza-evitabile/41779/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/09/ducato-online/frana-dellardizio-e-rischio-idrogeologico-per-i-geologi-unemergenza-evitabile/41779/#comments Tue, 09 Apr 2013 07:04:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41779 LEGGI Frane a Trasanni, Gadana e Urbania VIDEO I ponti sul Metauro ostruiti]]> E’ un’emergenza che non nasce oggi: la strada che collega Pesaro e Fano resterà chiusa quasi un mese. Incredibile se si pensa che la strada è la Statale 16  Adriatica che ogni giorno viene percorsa da centinaia di pendolari che fanno la spola tra  due delle più grandi città marchigiane.

A denunciare una situazione già prevista il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Enrico Gennari, che è intervenuto sulla chiusura della ‘nazionale’ (come la chiamano i pesaresi) a seguito della frana del monte Ardizio.  “Il territorio pesarese come quello marchigiano e nazionale si trova ad affrontare un’altra ‘emergenza’- dice Gennari – la frana dell’Ardizio, infatti, rappresenta l’ennesimo fenomeno su cui i geologi marchigiani hanno sollecitato un’attività di seria programmazione e monitoraggio degli interventi di contenimento e di messa in sicurezza”. Con le piogge primaverili situazioni di questo tipo si sono verificate anche nel territorio del comune di Urbino e Fermignano. Dove la mancata prevenzione e manutenzione hanno causato smottamenti e criticità sia sulle colline che nell’alveo del fiume Metauro.

Come a dire che i disagi e i costi d’intervento si potevano limitare se on addirittura evitare già da qualche tempo prima. “La frana dell’Ardizio – afferma Enrico Gennari – è un fenomeno conosciuto da decenni ma su cui si trova ancora una volta, gravemente impreparati ad intervenire nella fase d’emergenza, con interventi tampone quando invece sarebbe stato necessario un piano strategico unendo gli sforzi dei vari soggetti interessati”.

Poco serve lo stato d’emergenza dichiarato dal presidente della provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci, chiesto dopo le incessanti piogge e i danni provocati dal maltempo del mese di marzo che “vanta” il record di aver avuto 21 giorni di pioggia su 31.

L’unica strada percorribile per Gennari è: “investire in una nuova pianificazione e gestione del territorio, senza dimenticare una seria programmazione affiancata al monitoraggio costante del nostro fragile e sensibile territorio”.

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