il Ducato » giornata della memoria http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » giornata della memoria http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Giorno della memoria, il ricordo dei 17 ebrei urbinati uccisi a Forlì http://ifg.uniurb.it/2015/01/27/ducato-online/giorno-della-memoria-il-ricordo-dei-17-ebrei-urbinati-uccisi-a-forli/63823/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/27/ducato-online/giorno-della-memoria-il-ricordo-dei-17-ebrei-urbinati-uccisi-a-forli/63823/#comments Tue, 27 Jan 2015 12:40:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63823 LEGGI: Salvarono una famiglia ebrea: Israele celebra i “giusti” di Urbino | L’ultima lettera di Maria Rosenzweig]]> manifestoURBINO- “Mi raccomando se non dovessi tornare, vai dalla famiglia di urbinati che ci ha ospitati”. Sono le ultime istruzioni scritte in una lettera per il figlio Giorgio da Maria Rosenzweig, un’ebrea catturata il 13 l’otto agosto 1944 a Urbino S. Angelo in Vado dalle truppe nazi-fasciste assieme ad altre 16 persone. Maria scrive al figlio dal carcere di Forlì dove è stata internata. È il giorno 13 settembre, poco più di  un mese dopo la cattura: i carcerieri le hanno detto che partirà per la Germania, in realtà due ore dopo sarà uccisa assieme ai suoi compagni di prigionia all’aeroporto di Forlì.

Così è stata ricordata e celebrata ieri la giornata della memoria all’Istituto comprensivo Anna Frank di Montecalvo in Foglia dal professor Paride Dobloni che ha parlato della Shoah e raccontato alcune storie di famiglie ebree della zona.

Sono state ricordate le gravi colpe degli italiani, le leggi razziali, la collaborazione  coi reparti nazisti nei rastrellamenti; ma si sono ricordati anche italiani, famiglie, che hanno rischiato la propria vita per proteggere i perseguitati.

Maria Rosenzweig è una dei 17 ebrei di Urbino catturati in agosto. Al momento del rastrellamento la maggior parte di loro era ricoverata nell’ospedale della città; infatti avevano pensato di sfuggire ai loro aguzzini proprio fingendosi malati: “Pare infatti che alcuni ebrei si praticassero iniezioni di latte, che farebbe salire la temperatura corporea” ha spiegato Dobloni.

Un mese più tardi sono stati uccisi all’aeroporto di Forlì perché non c’erano i treni per portarli in Germania.

Il professor Dobloni ha poi ricordato anche la famiglia Saul, nascosta prima dalla famiglia Lobati e poi da quella Marcheggiani.  In un primo momento i Saul, padre madre e due figli, si sono rifugiati a Rancitella nella casa di Goffredo Lobati. Ma durante la messa del ringraziamento del 31 dicembre 1943, il parroco del paese ha ammonito i suoi fedeli, ricordando che ospitare degli “indesiderabili” era pericoloso per tutta la comunità. I Lobati spaventati hanno fatto fuggire i Saul e li hanno portati quella notte stessa alla casa di Ivo Marcheggiani, a Monte Avorio, dove sono rimasti per sei mesi, fino alla liberazione di queste terre; poi sono emigrati in Argentina.

Nel 2012 Ivo Marcheggiani e tre componenti della famiglia Lobati: Goffredo, Stefania e il figlio Adolfo sono stati dichiarati “Giusti tra le nazioni” da Israele, su richiesta dei discendenti dei Saul.

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Giornata della Memoria, lettura da “La banalità del male” alla Sala del Maniscalco http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/giornata-della-memoria-lettura-da-la-banalita-del-male-alla-sala-del-maniscalco/55747/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/giornata-della-memoria-lettura-da-la-banalita-del-male-alla-sala-del-maniscalco/55747/#comments Tue, 28 Jan 2014 11:04:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55747 lettura-arendt URBINO- “Persone comuni sono stati capaci di gesti eccezionali, è per questo che bisognerebbe parlare di banalità del bene. A volte per essere un giusto bisogna andare contro corrente”.  A sessantanove anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz l’attore Giacomo Tarsi rilegge  Hannah Arendt. Urbino ha scelto “La banalità del male” per non dimenticare le vittime della Shoah, l’opera che  ricostruisce il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann.

Il suggestivo omaggio alla memoria è andato in scena nella Sala del Maniscalco dove Tarsi ha letto alcuni brani del testo della filosofa tedesca scelti dal professor Marco Cangiotti, ordinario di Filosofia Politica dell’Università di Urbino.

L’evento è stato inaugurato da un intervento dell’assessore alla Cultura Lucia Pretelli, che ha sottolineato l’importanza di ricordare. “Questo scempio – ha dichiarato la Pretelli – non si deve più ripetere. Questa iniziativa nasce per non far dimenticare che nei campi di concentramento nazisti sono morte più di sei milioni di persone”.

“Noi facciamo memoria della Shoah – ha aggiunto Marco Cangiotti – perché se ne possa fare esperienza, cioè provare, contattare, gustare e soprattutto dare un giudizio di valore su quello che è successo, un giudizio che ci deve orientare nella vita. La memoria ha senso solo se si trasforma in azione responsabile”.

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Giornata della Memoria, in un libro la storia degli ebrei salvati di Pergola http://ifg.uniurb.it/2014/01/27/ducato-online/giornata-della-memoria-in-un-libro-la-storia-degli-ebrei-salvati-di-pergola/55645/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/27/ducato-online/giornata-della-memoria-in-un-libro-la-storia-degli-ebrei-salvati-di-pergola/55645/#comments Mon, 27 Jan 2014 14:15:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55645 GIORNATA DELLA MEMORIA - La maestra in pensione Anna Pia Ceccucci ha raccontato le vicende degli ebrei che riuscirono a sopravvivere alle persecuzioni grazie all'aiuto dei pergolesi. Quattro anni per raccogliere le testimonianze di quelle famiglie che hanno sconfitto con la solidarietà la follia delle leggi razziali
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La valle dei giusti e dei salvatiURBINO – Niente eroi né eroismi, solo persone comuni. Niente grandi autori, ma il lavoro certosino di una maestra in pensione: “La valle dei Giusti e dei salvati” è un libro nato per caso, quando Anna Pia Ceccucci, classe 1943, ha sentito che le storie sono diventate più grandi dei singoli nomi.

Era partita da uno “Yad Vashem”, voleva una stele con targhe e nomi per ricordare gli ebrei. “Quelli che si erano inseriti”, precisa scandendo l’autrice. Ma dalle lettere incise su un pilastro che doveva contenerli tutti è riuscita a raccontare di più. Dei Fraboni e dei Vagni, delle famiglie di Pergola che avevano nascosto i Camerini, gli Anav, i Tagliacozzo. Che erano riuscite a salvare gli ebrei dallo sterminio. Ci sono voluti quattro anni di interviste, di storie, di ricordi per tirare il filo e riportare alla luce un tesoro. Le vicende degli ebrei di Pergola, il piccolo centro al confine tra Marche e Umbria, si dipanano e raccontano di coloro che si salvarono grazie all’aiuto degli abitanti. Un luogo in cui la comunità ebrea c’è sempre stata e ha contribuito a creare quella zona di scambio che è ed è stata per molto tempo.

Qui la seconda guerra mondiale portò anche gli internati civili dei campi. “Ospiti”, corregge la Ceccucci, perché il termine è probabilmente troppo brutale. Dalla Calabria passano a Carpegna e arrivano a Pergola, dove ricevono la massima assistenza possibile. “Parliamo di lavoro – dice – davano loro lavoro per aiutarli a sopravvivere.”. Muratori e farmacisti, alcuni avevano chiesto di lavorare anche in raffineria. Ma in realtà venivano chiamati dove c’era bisogno, perfino per abbattere legna: “Ci sono state persone che hanno addirittura allungato i tempi di lavorazione per aiutarli”.

Il 30 novembre 1943 il regime nazi-fascista stabilisce l’ordine d’arresto per gli ebrei. Dagli uffici postali della piccola città si rifiutano di passare l’ordine ai carabinieri. Prendono tempo, li avvertono, li fanno scappare. Molti di loro rimarranno nascosti lì, altri nell’anconetano, dove a nasconderli saranno alcuni sacerdoti. Sarà compito loro metterli in luoghi sicuri, spostarli da una casa all’altra al minimo segnale di rischio.

Pergola diventa così il luogo in cui si uniscono tante persone che proteggono, indifferentemente da religione e credo politico. “Lo fanno esclusivamente per umanità, sono di ogni ceto sociale”, spiega la maestra. Sacerdoti, suore, impiegati, insegnanti, artigiani, agricoltori. Tutti. Le loro storie si intrecciano con quelli che vengono salvati. “Il contrario di quello che succede adesso – continua – allora c’era rispetto. E unità. In quel momento era necessario proteggere”.

Ci sono addirittura famiglie di giusti e salvati la cui amicizia dura tuttora. “Albert Alcalay” – racconta riferendosi all’artista astrattista di Boston internato durante la guerra – nel suo libro di memorie scrisse Pergola il paese della felicità. Qui aveva trovato solidarietà e affetto, una cosa impensabile nell’orrore della guerra”.

La storia di Pergola e dei suoi giusti è riuscita a stupire i pergolesi stessi e quei figli dei salvati all’oscuro di tutto. Nessuno si era mai vantato di quello che aveva fatto. Era stato naturale. E, dall’averne scritto, Anna Pia Ceccucci non vuole alcun ritorno economico. “Niente risarcimenti – dice – il ricavato deve andare interamente a beneficio del cimitero ebraico di Pergola”.

Sì, perché il prossimo passo dell’autrice, che è già iniziato ma che sottostà alle regole del tempo burocratico, è quello di riportare il luogo in cui riposano gli ebrei pergolesi da proprietà privata a luogo “di dignità, perché è un luogo sacro”. Senza nessuna polemica. E infine, di portare la storia nelle scuole. Il 1 febbraio parlerà proprio a Pergola, di fronte alle quarte e quinte del liceo scientifico Torelli. Per raccontare, per spiegare. “In passato, durante il mio lavoro – dice chiudendo – mi hanno rimproverata di usare un linguaggio troppo crudo. È chiaro che bisogna usare il giusto linguaggio per descrivere le cose, ma i mostri e l’orrore che abbiamo avuto li devono conoscere fin da piccoli”.

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