il Ducato » giovanni boccia artieri http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » giovanni boccia artieri http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it La sfida del giornalismo culturale: una cattedrale medievale che vuole essere moderna http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/la-sfida-del-giornalismo-culturale-una-cattedrale-medievale-che-vuole-essere-moderna/61958/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/la-sfida-del-giornalismo-culturale-una-cattedrale-medievale-che-vuole-essere-moderna/61958/#comments Sat, 26 Apr 2014 13:55:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61958 DSC_2400URBINO – “Spesso le pagine culturali in un giornale sono viste come antiche cattedrali medievali in una città del 2000. Molti vorrebbero abbatterle e costruire al loro posto centri commerciali e grattaceli, ma per un profondo senso della cultura che è in ognuno di noi vengono tutelate e lasciate al loro posto”. Luigi Mascheroni, giornalista de Il Giornale, inquadra con questa metafora la situazione del giornalismo culturale: come un bene da difendere e, secondo molti, appartenente a un’altra epoca storica.

Ma un articolo di giornale non può restare una cattedrale e come tutti i giornalismi non può prescindere dal rapporto con il mercato, con il pubblico e quindi con la società. La questione è stata affrontata nel corso di una tavola rotonda al Salone Raffaello del Legato Albani di Urbino, moderata da Piero Dorfles e animata dagli interventi di Luigi Mascheroni, Anna Longo, giornalista di Radio Rai, Raffaella De Santis, giornalista di Repubblica, e Giovanni Boccia Artieri, insegnante presso il Dipartimento di Scienze delle comunicazioni della “Carlo Bo”.

La sfida attuale è quella di continuare a essere un filtro culturale, senza relegarsi a prodotto esclusivamente di nicchia. “Il giornalista si trova davanti a un ambiente amatoriale, quello dei dei social e dei blog, molto più vasto rispetto al passato – spiega Boccia Artieri – chi scrive di cultura deve essere capace di integrarsi in questo tipo di flussi, dove si “posiziona” la maggior parte dei lettori”. Il proliferare delle fonti di informazioni e dei media, riserva quindi al giornalista un ruolo ben preciso: “Di fronte alla miriade di stimoli provenienti dai blog, dai giornali, dall’informazione mainstream e dalle nicchie – commenta Raffaella De Santis – il giornalista culturale deve fare da guida al lettore, cercare di non disorientarlo, fornirgli una visione prospettica”.

E se il lettore trova noiose le pagine culturali? “Spesso è colpa nostra – è il parere di Piero Dorfles che precisa – dobbiamo riuscire a rendere sensibili certe tematiche che i più ritengono non adatte al pubblico”. Il mercato non deve essere visto dal giornalista culturale come un antagonista ma come una realtà con cui deve inevitabilmente fare i conti: “E’ sbagliato continuare a pensare che il giornalismo culturale faccia parte di una nicchia al di fuori del mercato”.

Sulla popolarità delle notizie culturali interviene anche Anna Longo: “Di un bene culturale come Pompei, parliamo soprattutto quando avviene un crollo e non per esempio quando vengono aperte al pubblico tre domus. Dobbiamo tener conto che il pubblico si interessa maggiormente quando una notizia culturale lo riguarda, quando trovano un nesso con la sua vita, il sua lavoro, la sua quotidianità”.

“Il giornalismo culturale, se fatto con passione, onestà e sincerità può frenare il declino del paese – conclude Piero Dorfles – deve però cercare di rivolgersi a un pubblico sempre più ampio”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/la-sfida-del-giornalismo-culturale-una-cattedrale-medievale-che-vuole-essere-moderna/61958/feed/ 0
La partecipazione politica ai tempi di Internet, giovedì un incontro al Magistero http://ifg.uniurb.it/2014/03/26/ducato-notizie-informazione/la-partecipazione-politica-ai-tempi-di-internet-domani-un-incontro-al-magistero/60447/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/26/ducato-notizie-informazione/la-partecipazione-politica-ai-tempi-di-internet-domani-un-incontro-al-magistero/60447/#comments Wed, 26 Mar 2014 16:51:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60447 [continua a leggere]]]> URBINO – Politica e partecipazione digitale saranno al centro dell’incontro organizzato da Giovanni Boccia Artieri, professore di Sociologia dei New Media e Internet Studies alla facoltà di Sociologia, con la partecipazione di Luca Alagna, consulente di comunicazione e giornalista. L’evento si terrà alla Sala Cinema del Magistero, in Via Saffi 15, dalle ore 11 alle 13.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/03/26/ducato-notizie-informazione/la-partecipazione-politica-ai-tempi-di-internet-domani-un-incontro-al-magistero/60447/feed/ 0
Social network Francesco, il volto innovativo di un brand antico http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/social-network-francesco-il-volto-innovativo-di-un-brand-antico/52590/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/social-network-francesco-il-volto-innovativo-di-un-brand-antico/52590/#comments Sat, 30 Nov 2013 23:08:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52590 vignetta

La vignetta di Sergio Staino

URBINO – Una conversazione con i fedeli di tutto il mondo scandita a ritmo di lessico familiare e quotidiano. Bergoglio è il Papa dai gesti “virali” e dalla comunicazione diretta, dal “fratelli e sorelle, buonasera” alla “Misericordina che fa bene al cuore”. Papa Francesco si presenta così come il più grande comunicatore dell’ultimo secolo, quasi giocando la partita del confronto con Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. I tempi sono diversi ma soprattutto sono i mezzi a essere cambiati: dove prima c’erano solo radio e tv, oggi ci sono social network di ogni tipo e, come sostenuto dal cyber teologo padre Antonio Spadaro in un intervista, Bergoglio non usa i social network ma “è un social network perché crea eventi comunicativi e dinamici”.

Un migliore comunicatore. “L’apertura comunicativa della chiesa, e il suo cambiamento, sono iniziate con l’account Twitter di papa Ratzinger e Bergoglio, in un certo senso, è solo un degno successore”, spiega Giovanni Boccia Artieri, professore di Sociologia dei Nuovi Media all’università di Urbino. Si tratterebbe quindi di una storia vecchia, che non porta necessariamente a una pianificazione di marketing a tavolino: “È evidente – continua Boccia Artieri – che se non cambia il mezzo, è la persona a influenzare il tipo di comunicazione. Francesco si fa portavoce della Chiesa in modo scherzoso e provocatorio insieme. È uno stile di grande impatto perché più ricettivo della sensibilità dei fedeli. Ha mostrato maggiore apertura ed è per questo che è amato dalle persone e soprattutto dai media”.

La Papadipendenza. Si profila il secondo aspetto della questione: quanto il Papa sembri amare i mezzi di comunicazione (nel primo Angelus ha detto “grazie ai media la piazza ha le dimensioni del mondo”), tanto i media sembrano essere innamorati del papa: “è una figura che crea dipendenza – spiega ancora Boccia Artieri – e il suo uso della comunicazione è sapiente, come ad esempio nel caso della risposta a Scalfari: a lettera aperta, ha risposto pubblicamente inserendosi nel piano dei media con forza, ricorrendo a quella che ormai è una sudditanza mediatica”.

Giornali e tv sono ricettivi per tutto quanto riguarda e fa Bergoglio, è un Papa che produce appeal nel pubblico, è di estrema attualità e crea dipendenza e amplificazione: fornisce tanto materiale per farlo ma altrettanto per creare ragionevoli dubbi nella veridicità del suo “personaggio”.
“Anche con Giovanni Paolo II si era vissuta questa de-istituzionalizzazione dei rapporti – aggiunge il professore – e lo stesso è valso per il cosiddetto ‘effetto Obama’. Ora bisogna vedere quanto durerà “il fattore Francesco”, quanto delle sue parole si trasformerà in azioni”.
Rischio di esagerare

Tanta attenzione mediatica, però, lascia spazio a fraintendimenti o quanto meno a visioni distorte di quelle che sono le vere intenzioni del pontefice: “Si rischia di iper interpretare le parole di Bergoglio nella spasmodica ricerca di un cambiamento all’interno della Chiesa: i segnali positivi, ogni parola nuova viene vista in un ottica di esagerazione e la cornice interpretativa è condizionata. Bisognerebbe fare una distinzione tra le parole e il contenuto, capire se si tratta di una questione di costume o politica, distinguere tra un editoriale di Gramellini sul Papa e un articolo di un vaticanista”. In questo modo, la tanto decantata apertura del Papa al mondo omosessuale, quella dei titoloni e della istantanea diffusione in rete, a un’analisi più attenta si trasforma nel semplice affrontare il discorso con un’inedita naturalezza per le sale del Vaticano: “Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla” aveva detto  Francesco implicando quindi una via di pentimento e costrizione non immediatamente percepita da diversi media.

“Non ho parlato molto di queste cose – aveva aggiunto  – e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione. Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi».

La mappatura sociale. Chiama in causa direttamente i fedeli, non solo con lettere e telefonate, ma con il questionario di 38 domande sui temi più problematici della pastorale familiare, chiedendo di esprimersi, oltre che su pastorale ed evangelizzazione, su contraccezione, coppie di fatto, etero e gay e comunione ai divorziati risposati. Tutto in preparazione del Sinodo del 2014 e tutto consultabile dal sito del Vaticano grazie a un’improvvisa inversione di marcia (inizialmente la diffusione sarebbe dovuta passare solo attraverso le chiese locali, con il compito di diffonderlo in modo capillare).

Il social “boom”. Intanto, i numeri dei media Vaticani parlano chiaro: più di nove milioni e trecentomila follower per l’account Twitter di papa Francesco; almeno sessanta milioni di persone raggiunte su smartphone e tablet e più di dieci milioni i navigatori che nelle varie lingue visitano ogni mese le pagine del portale news del Vaticano attraverso Facebook: “La Chiesa – conclude il professore Boccia Artieri- è sempre stata dove stanno le persone ed ora ha capito che se le persone stanno in rete, è lì che deve agire. E Francesco è il migliore per arrivarci: con le sue parole e i suoi gesti, che diventano “virali” nel senso virtuale del termine e che si diffondono con grande facilità, è il miglior testimonial di un brand antico che non è cambiato nella sua tradizione ma che sopravvive grazie a un nuovo volto comunicativo”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/social-network-francesco-il-volto-innovativo-di-un-brand-antico/52590/feed/ 0
Metà delle matricole di Urbino da fuori regione, un terzo dalla provincia http://ifg.uniurb.it/2013/05/16/ducato-online/meta-delle-matricole-di-urbino-da-fuori-regione-un-terzo-dalla-provincia/47261/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/16/ducato-online/meta-delle-matricole-di-urbino-da-fuori-regione-un-terzo-dalla-provincia/47261/#comments Thu, 16 May 2013 15:59:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47261 URBINO – La matricola tipo dell’Università “Carlo Bo” è una ragazza della provincia di Pesaro-Urbino, iscritta a Lingue e Letterature straniere spinta dal consiglio di parenti o amici, dopo aver consultato internet e frequentato gli incontri di orientamento organizzati dall’Università. E’ il profilo preponderante che emerge dalla ricerca sui 2.400 nuovi iscritti ai corsi triennali della “Carlo Bo” nel 2012/2013, illustrata nell’aula magna del Rettorato dal responsabile all’orientamento, il professor Glauco Ceccarelli.

La foto fatta ad inizio anno accademico è comunque destinata a cambiare. Dall’area provinciale, oltre che dal resto della regione Marche, le iscrizioni sono in calo, a favore di quelle da fuori regione. La Carlo Bo sembra perdere appeal per chi frequenta gli istituti superiori del territorio. Tra luglio e ottobre del 2012, su 939 neodiplomati che hanno risposto all‘indagine telefonica di orientamento dell’università il 15% ha da subito dichiarato di voler iscriversi a Urbino, mentre preoccupa i docenti universitari la scelta di metà dei neodiplomati di non proseguire gli studi (49%): “Frutto di una vera e propria campagna stampa sulla disoccupazione dei laureati – ha spiegato il prorettore Giancarlo Ferrero – quando si trascura spesso il dato che la maggioranza dei disoccupati ha proprio scarse competenze per collocarsi nel mondo del lavoro”.

Tra gli altri atenei che più attirano gli studenti della provincia c’è Ancona (36,5%), seguita da Bologna (29,6%), Milano (7,3%) e Rimini (4,7%). Scelte giustificate dalla presenza di corsi non presenti a Urbino come ingegneria (33,5% delle scelte), medicina (12,4%) ed economia (12%).

Portando lo sguardo oltre la valle del Metauro,  quasi la metà dei nuovi iscritti viene da fuori le Marche secondo la ricerca dell’ateneo di Urbino. Tra le 103 province di orgine, ci sono gruppi storicamente presenti come quelli abruzzesi e pugliesi non lasciano dubbi al rettore Stefano Pivato: “L’efficacia del passaparola in famiglia e con gli amici funziona in un certo senso più delle campagne istituzionali”. Internet, e i social network nello specifico, sono indubbiamente i principali canali usati dai neodiplomati per consolidare e approfondire la propria idea dell’ateneo di Urbino, che da un anno ha messo in campo anche un magazine online, “post.uniurb.it“, affiancato a una pagina Facebook e un account Twitter: “strumenti che aiutano a posizionare meglio il nostro brand – ha spiegato il responsabile della comunicazione, il professor Giovanni Boccia Artieri – stiamo lavorando per potenziare anche il sito uniurb.it e realizzare un canale dedicato alle matricole, ma abbiamo estremo bisogno di aumentare le risorse umane che si dedichino a questo: dovendo soddisfare anche gli obblighi di legge sulla trasparenza online e mille altre necessità rischiamo di non essere efficaci come sappiamo e vogliamo”.

Dalla Repubblica di San Marino provengono 48 matricole, 2 dalla Svizzera, 1 dal Montenegro (fonte Università di Urbino)

Anticipare i tempi di promozione e comunicazione delle attività universitarie nelle scuole è stata la richiesta emersa da più parti. Lunedì 21 maggio sarà intanto presentata la nuova campagna comunicativa, affidata: “per la prima volta in Italia – ha dichiarato il rettore Pivato – a un grande artista del mondo pubblicitario”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/05/16/ducato-online/meta-delle-matricole-di-urbino-da-fuori-regione-un-terzo-dalla-provincia/47261/feed/ 1
Università di Urbino: domani una giornata di orientamento per futuri studenti http://ifg.uniurb.it/2013/05/13/ducato-notizie-informazione/universita-di-urbino-domani-in-aula-magna-una-giornata-di-orientamento-per-futuri-studenti/46779/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/13/ducato-notizie-informazione/universita-di-urbino-domani-in-aula-magna-una-giornata-di-orientamento-per-futuri-studenti/46779/#comments Mon, 13 May 2013 13:33:25 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=46779 [continua a leggere]]]> URBINO – Il 14 maggio alle 15 l’Aula Magna del Rettorato ospiterà una tavola rotonda dedicata ai giovani che si avvicinano alla realtà universitaria. “Informare, promuovere, orientare” è il titolo dell’iniziativa. Nell’incontro verrà illustrata l’offerta dell’università di Urbino per i futuri studenti e le campagne di comunicazione volte a renderli partecipi di quello che succede intorno a loro.

Ad aprire i lavori sarà il rettore Stefano Pivato. Seguiranno gli interventi del prorettore vicario Giancarlo Ferrero, del professor Giuseppe Biancalana e del delegato all’orientamento Glauco Ceccarelli. Durante la giornata sarà dedicato spazio anche al ruolo che ha assunto negli anni UniurbPost, il magazine online dell’Università. Giovanni Boccia Artieri, direttore editoriale del giornale, esporrà i dati statistici sui contatti del sito. L’intervento conclusivo sarà della professoressa Anna Tonelli.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/05/13/ducato-notizie-informazione/universita-di-urbino-domani-in-aula-magna-una-giornata-di-orientamento-per-futuri-studenti/46779/feed/ 0
Informazione e pubblicità: il limite invisibile http://ifg.uniurb.it/2012/01/26/ducato-online/informazione-e-pubblicita-il-limite-invisibile/16996/ http://ifg.uniurb.it/2012/01/26/ducato-online/informazione-e-pubblicita-il-limite-invisibile/16996/#comments Thu, 26 Jan 2012 10:31:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=16996 GUARDA I RISULTATI DELLA RICERCA]]> URBINO – Il confine tra pubblicità e informazione è sempre meno distinguibile. Per un giornalista su due la pubblicità condiziona la linea editoriale delle testate.

A rilevarlo è il gruppo di lavoro sulla Qualità dell’informazione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e il LaRiCA, laboratorio di ricerca sulla comunicazione avanzata, dell’Università di Urbino che il 27 gennaio presenteranno la ricerca “Informazione e pubblicità: relazioni pericolose” al Circolo della stampa di Milano.

GUARDA I RISULTATI DELLA RICERCA

Per rappresentare i giornalisti italiani di carta stampata, online e testate miste (cartaceo-online) è stato scelto un campione di 101 redattori ai quali è stato sottoposto un questionario via web. Per una campionatura più precisa sono state escluse, in questa fase iniziale, testate televisive e radiofoniche che saranno studiate nelle analisi seguenti.

“L’idea è di capire che cambiamento c’è stato negli ultimi anni sia a livello generazionale, sia a causa dell’ingresso delle redazioni online anche per i quotidiani. Oggi si ha un sistema editoriale diverso con nuovi tipi di necessità rispetto al mercato. Vogliamo capire se ci sia bisogno di ripensare, rivedere le carte dell’ordine, cioè la deontologia, di chiarire quali siano i confini. La ricerca è servita per sondare i nostri giornalisti, per vedere cosa ne pensano”, ha spiegato Giovanni Boccia Artieri, vice direttore del LaRiCA e uno dei responsabili dell’indagine.

Sulla necessità di una revisione delle carte deontologiche circa la metà dei giornalisti ha espresso un’opinione favorevole. Anche se, entrando nel merito delle norme, il 63% degli intervistati sostiene che non vanno riguardati tanto i principi contenuti nelle Carte quanto la loro effettiva applicazione.

A questo riguardo la proposta che alcuni redattori hanno suggerito è stata proprio quella di rendere più aspre le sanzioni anche con l’introduzione di pene pecuniarie.

Dall’analisi è emerso anche quanto l’opinione sul legame tra giornalismo e promozione differisca in base all’età dell’intervistato. I dati infatti evidenziano che mentre i più critici e attenti al problema sono i redattori tra i 30 e i 54 anni, i più anziani e i più giovani hanno un atteggiamento molto disincantato sul rapporto pubblicità/informazione. “Sembra che i due estremi generazionali – ha detto Boccia Artieri - abbiano un atteggiamento meno severo, dicono che in realtà le norme ci sono, vengono rispettate e la gente è più matura di quanto pensiamo”.

Inoltre un’opinione diffusa tra i giornalisti è soprattutto relativa alla necessità di rendere ben visibile la differenza tra promozione e pezzo informativo. Sono circa 79 i redattori che ritengono necessari interventi anche grafici per separare l’articolo dallo spazio pubblicitario mentre più della metà ha affermato che informazione e pubblicità troppo spesso utilizzano lo stesso linguaggio.

Se nella realtà concreta il 50% dei giornalisti ritiene che la pubblicità influenzi la linea editoriale del giornale, per la maggioranza resta chiaro, a livello teorico, l’obbligo di non fornire informazioni, consigli o giudizi in favore di inserzionisti, casa editrice, o gruppo politico o sociale.

“In linea generale l’indagine ha fatto già affiorare spunti interessanti – ha dichiarato Giovanni Boccia Artieri – è  emerso un modo diverso di pensare e di fare giornalismo rispetto alla pubblicità. È interessante soprattutto l’opinione diffusa nelle testate online. Per chi lavora sulla rete il pubblico è ritenuto in grado di distinguere meglio la separazione tra informazione e pubblicità, mentre i redattori del cartaceo sostengano che i loro utenti abbiano maggiori difficoltà. La preoccupazione dei giornalisti che viene sottolineata è: le regole esistono, sono chiare, però i lettori faticano a distinguerle”.

L’obiettivo dello studio è, in ogni caso, quello di incentivare il dibattito sul rapporto informazione/pubblicità tra giornalisti e promotori della comunicazione e del marketing con la richiesta di proposte. Sono previste infatti analisi ancora più approfondite, anche attraverso focus group sulle tematiche più interessanti che emergeranno sia durante l’incontro a Milano, sia nelle ricerche che ne seguiranno.

L’ingresso di nuovi mezzi di comunicazione nel sistema editoriale ha portato a nuove forme di giornalismo e la ricerca ha cercato di capire se sia necessario modificare o introdurre nuove norme deontologiche per regolare la produzione di informazione.

Pino Rea, coordinatore del gruppo di lavoro del consiglio dell’Odg, ha infatti affermato: “La ricerca continuerà anche nell’ emittenza radio-televisiva, che per ora avevamo tenuto da parte perché i parametri sono di natura diversa”.



Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2012/01/26/ducato-online/informazione-e-pubblicita-il-limite-invisibile/16996/feed/ 2
Utopia e tecnologia, dialogo a Urbino http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/#comments Tue, 29 Mar 2011 11:26:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6861 [continua a leggere]]]> La diretta twitter dall’incontro con i giornalisti Mario Tedeschini Lalli, Marino Sinibaldi e il professore di Sociologia della comunicazione Giovanni Boccia Artieri
di Martina Manfredi

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/feed/ 0
Tecnologia e Utopia, domani nuovo appuntamento con i “Dialoghi” http://ifg.uniurb.it/2011/03/28/ducato-notizie-informazione/i-dialoghi-dellutopia-domani-il-nuovo-appuntamento/6838/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/28/ducato-notizie-informazione/i-dialoghi-dellutopia-domani-il-nuovo-appuntamento/6838/#comments Mon, 28 Mar 2011 16:21:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6838 [continua a leggere]]]> URBINO –  “Il sogno tecnologico”, nel rapporto tra la rivoluzione digitale e sociologia della comunicazione. Si parlerà di questo domani durante il terzo incontro del ciclo “Dialoghi dell’utopia” dal titolo “Utopia e tecnologia”. Alle ore 15, in via Saffi, interverranno Marino Sinibaldi, direttore di Radio Rai3, Mario Tedeschini Lalli, caporedattore, direzione innovazione e sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso e docente dell’Istituto per la formazione al giornalismo, e il professor Giovanni Boccia Artieri, docente di sociologia dei new media nonché presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione di Urbino.

I “Dialoghi dell’Utopia” sono organizzati dal LaRiCa, il Laboratorio di Ricerca di Comunicazione Avanzata del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Linguaggi, Media, Spettacolo, diretto dalla prof.ssa Lella Mazzoli, con l’esclusiva media media partnership di Radio Rai3.

(b.l.)

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2011/03/28/ducato-notizie-informazione/i-dialoghi-dellutopia-domani-il-nuovo-appuntamento/6838/feed/ 0
Matrix punta sulla Rete ma solo a metà http://ifg.uniurb.it/2009/03/11/ducato-online/matrix-punta-sulla-rete-ma-solo-a-meta/924/ http://ifg.uniurb.it/2009/03/11/ducato-online/matrix-punta-sulla-rete-ma-solo-a-meta/924/#comments Wed, 11 Mar 2009 13:39:18 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=924 Un po’ tv interattiva, un po’ processo di Biscardi. Matrix, il talk show di Canale 5 condotto da Alessio Vinci, prova a contaminarsi con internet. Nella puntata del 10 marzo, le domande al ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, ospite della serata, sono state selezionate dalla redazione del programma di Canale 5 tra quelle postate sulla pagina Facebook del ministro e inviate per mail al sito “matrix live”.

Alla fine della messa in onda, in più di 7.000 avevano scritto sul blog della trasmissione di approfondimento di Mediaset. In 500, durante la diretta, hanno invece rivolto le domande direttamente dal blog personale di Renato Brunetta. Solo una cinquantina scelto Facebook come strumento di interazione col video.

“Un esperimento nuovo che coinvolge in tempo reale il popolo di Internet e quindi la fascia più giovane di telespettatori”, così lo aveva definito il giorno prima della diretta Alessio Vinci. Di innovativo, però, si è visto poco.

Durante la trasmissione, Brunetta parlava. Il conduttore intervistava. E Aldo Cazzullo, seduto a fianco al ministro, quando ne aveva voglia, interveniva. Di tanto in tanto, Alessio Vinci leggeva le e mail e i commenti dei telespettatori internauti, rigorosamente preselezionati dalla redazione di Matrix.

Cosa non proprio nuova, già in parte tentata da Aldo Biscardi e gli interventi degli spettatori nell’arena del “Processo del lunedì” per assestare anche loro qualche colpo basso tramite mail. A Matrix c’erano toni più pacati e finalità chiaramente giornalistiche.

Parlare di interattività rispetto alla puntata del 10 marzo è quantomeno improprio, secondo Giovanni Boccia Artieri, sociologo della comunicazione all’università di Urbino. “I blog e i social network, utilizzati in questo modo, non apportano alcun valore aggiunto rispetto alle telefonate o i fax che negli anni passati inviavano gli spettatori in trasmissione. Si utilizza un mezzo nuovo per una cosa vecchia”, sostiene il sociologo.

Il modello cui Matrix si ispira è quello della Cnn (dove Vinci lavora come responsabile dell’ufficio corrispondenza italiano). Per la cerimonia di insediamento di Obama, il network statunitense trasmise su Facebook il video con accanto due tipi di chat: una con gli status update dei propri amici e l’altra con quella degli utenti collegati da tutte le parti del mondo. Un’interazione pubblica e senza filtri.

Le domande inviate al blog matrix live non erano invece visibili sul sito: “Dovevamo cautelarci da eventuali insulti o frasi ingiuriose”, spiega Chiara Cazzaniga, della redazione di Matrix. Tutte le mail e i commenti scartati sono praticamente finiti nel cestino. La pagina Facebook non è stata organizzata dalla trasmissione di approfondimento, ma da Renato Brunetta e non comprendeva una chat pubblica.

Gli argomenti di discussione, inoltre, non erano dettati dalle preferenze dei navigatori. Il corso della trasmissione era già deciso. “Avevamo già una nostra scaletta – dice Cazzaniga – le domande le sceglievamo in base ai temi scelti in precedenza”

“Se l’obbiettivo era ibridare mezzo televisivo con le community della rete, mi pare che si sia ancor ben lontani” dichiara Boccia Artieri.

Va detto però che internet fa bene agli ascolti. Dopo i problemi iniziali dopo la sostituzione di Enrico Mentana con Vinci, la trasmissione del 10 marzo ha registrato uno share del 14% solo un punto in meno di Porta a Porta. E infatti dice Chiara Cazzaniga: “Siamo entusiasti, procederemo con l’esperimento”.

Guida alla rete:

Brunetta su Facebook
Il blog di Brunetta
Matrix live
Cnn e Facebook

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2009/03/11/ducato-online/matrix-punta-sulla-rete-ma-solo-a-meta/924/feed/ 0