il Ducato » Huffington Post http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Huffington Post http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it La news agghiacciante che non avete letto: l’autocritica dei media Usa http://ifg.uniurb.it/2013/04/17/ducato-online/la-notizia-agghiacciante-che-non-avete-letto-i-media-usa-fanno-autocritica/43488/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/17/ducato-online/la-notizia-agghiacciante-che-non-avete-letto-i-media-usa-fanno-autocritica/43488/#comments Wed, 17 Apr 2013 10:49:15 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43488
Kermitt Gosnell praticava aborti dal 1972

C’è una storia agghiacciante negli Stati Uniti di cui in pochissimi avevano parlato fino a poco fa e che ora sta scandalizzando l’America: il dottor Kermit Gosnell è stato scoperto nel 2009 a far abortire illegalmente donne incinta di oltre sei mesi, con attrezzature non sterilizzate, riutilizzando gli stessi strumenti e poi uccidendo i neonati spezzandogli il midollo spinale con le forbici. Nessuno ne aveva parlato sui media americani finché due articoli pubblicati online hanno costretto i media a fare autocritica. 

I fatti, come detto, sono del 2009. Nel 2011, esclusa la stampa locale di Philadelphia, a scrivere di questa storia furono solo il New York Times, l’Huffington Post e pochi altri giornali. Senza seguito: da quel momento in poi niente più, fino alla data d’inizio del processo quando solo il NYT, nelle ultime pagine del giornale, e alcune pubblicazioni femministe o pro o contro l’aborto parlarono della vicenda

Niente sui telegiornali delle tre televisioni nazionali più importanti. Il processo è iniziato il 18 marzo scorso. Gosnell, 72 anni di Philadelphia, è accusato per l’omicidio di 7 bambini apparentemente nati vivi e di una donna di 41 anni.

Solo oggi, a quasi un mese dall’inizio del processo, la notizia è arrivata su tutti i giornali, che la mettono in prima pagina e molti giornalisti stanno  cercando di dare motivazioni plausibili per giustificare la scarsa copertura mediatica.

C’è chi dice che il tema è troppo delicato, altri ci mettono in mezzo la politica e qualcuno invece dice che i protagonisti della storia erano donne povere e spesso di colore provenienti dai sobborghi, quindi poco interessanti per le grandi testate nazionali di Washington e New York.

Al di là dei perché, la morale della favola è un’altra: il giornalismo americano è capace di una sana e costruttiva autocritica. La storia di Gosnell ha cominciato a stuzzicare l’interesse nazionale solo dopo che due giornalisti,  Kirsten Powers di Usa Today e Conor Friedersdorf del The Atlantic, hanno fatto mea culpa e hanno affermato e ribadito come la storia fosse degna di interesse nazionale.

Ha iniziato la Powers con un editoriale: “Decapitazione infantile. Feti buttati nei barattoli. Il pianto di un bambino ancora vivo dopo che è stato prelevato dalla pancia della madre durante un aborto. Avete mai sentito parlare di queste ripugnanti accuse? No e non è colpa vostra. Da quando il caso Gosnell è finito in tribunale […] la copertura mediatica è stata molto scarsa mentre invece la storia sarebbe dovuta essere su tutte le prime pagine dei giornali”.

Per la giornalista “non era necessario essere contro l’aborto per trovarlo ripugnante, soprattutto se praticato oltre la scadenza dei termini (20 settimane negli Usa, ndr) o per considerare il caso Gosnell degno di attenzioni. L’assordante silenzio della stampa, prima una forza di giustizia in America, è una disgrazia“.

Allo stesso modo Friedersdorf scrive: “Fino a giovedì (11 aprile, ndr) non avevo mai sentito parlare di questa storia e io sono un divoratore di notizie. Poi ho letto l’editoriale di Kristen Powers e sono d’accordo con lei, cosi ho deciso di scrivere anche io del caso Gosnell”.

Una vera e propria strigliata di orecchie a tutti i colleghi ciechi e sordi davanti a una storia di indubbio interesse nazionale. Molti giornali si sono giustificati dicendo di essere incapaci di scrivere delle atrocità del caso, troppo violento e disgustoso, altri dicono che la vicenda è stata esagerata e strumentalizzata dalla politica.

La lezione però è che, anche se il mondo del giornalismo è complesso e spesso chiuso alle critiche esterne, in America ha dimostrato di potersi auto-controllare e quindi di correggere i propri errori di valutazione con una puntina di onestà. Non è poi così scontato che all’interno dello stesso sistema si alzino voci fuori dal coro che fanno una critica e poi vengono veramente ascoltate, riportando in carreggiata i colleghi ‘ribelli’.  Chissà se il giornalismo italiano ne sarebbe capace.

Due giorni fa, in risposta alla collega, Glenn Harlan Reynoldsha scritto su USA Today: “Scrivo molti editoriali e come tutti quelli che lo fanno spero che qualcuno li legga e poi possa guardare alle cose in modo differente. Ogni tanto succede, come l’editoriale di Kristen Powers sul caso Gosnell. […] La storia ci ha insegnato che i media fanno errori, non solo per come coprono le storie ma anche, e soprattutto, nella scelta di quali storie coprire. Tenetevelo in mente per il futuro. E sperate che, nel momento cruciale, un altro editoriale scritto dalla persona giusta possa rompere di nuovo il silenzio“.

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Pulitzer: 4 premi al New York Times. Al Sun Sentinel il ‘servizio pubblico’ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/#comments Tue, 16 Apr 2013 08:05:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43060

L’inchiesta del Sun Sentinel sugli eccessi di velocità dei poliziotti fuori servizio

Trionfo per il New York Times alla premiazione dei premi Pulitzer 2013 . Il giornale ha vinto in quattro delle 21 categorie: giornalismo investigativo, ‘explanatory reporting’ (giornalismo ‘esplicativo’), temi internazionali e feature (che potremmo tradurre ‘di approfondimento’). I premi sono stati annunciati ieri alle 15 ora americana (alle 21 in Italia), alla Columbia University.

Il quotidiano newyorkese si è segnalato per il servizio dedicato all’attività di Wal-Mart, la più grande catena americana di distribuzione al dettaglio, e il suo uso di corruzione e tangenti per dominare il mercato messicano; per quello sulla Apple, al centro di un’inchiesta sulle pratiche di business del colosso americano e sul lato più oscuro dell’economia globale. John Branch ha vinto nella categoria ‘feature’ per la sua narrazione evocativa della morte di alcuni sciatori travolti da una valanga. Il giornalista ha approfondito inoltre la sua analisi spiegando le cause scientifiche di questi disastri naturali.

Infine, il miglior servizio internazionale è stato assegnato a David Barboza per l’indagine sulla corruzione ad alti livelli del governo cinese e tra i parenti dell’ex primo ministro Wen Jiabao. Un riconoscimento che la Cina non ha apprezzato: il portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, all’indomani della premiazione, ha dichiarato che secondo Pechino dietro il reportage ci sarebbe una campagna di diffamazione da parte di “voci” contrarie allo sviluppo del Paese asiatico.

foto di Javier Manzano

Come nella passata edizione in cui erano stati premiati anche siti solo online, come l’Huffington Post e Politico.com, anche quest’anno le testate solo online hanno ricevuto riconoscimenti. Inoltre quasi tutte le inchieste vincitrici hanno fatto largo uso di elementi multimediali pubblicati solo online, a conferma che il mondo dell’informazione non può ormai prescindere dal web.

Il premio per le notizie di carattere nazionale è andato all’associazione non profit InsideClimate News, che ha seguito i danni ambientali causati dagli oleodotti, concentrandosi sulla pericolosità del bitume diluito. Lo staff del sito di news ha festeggiato la vittoria con una videoconferenza perché -come ha dichiarato il fondatore ed editore David Sasoon- “lavoriamo tutti dalle nostre case”. Per le breaking news è stata premiata la redazione del Denver Post che ha raccontato la strage di Aurora, in Colorado, dove sono state uccise 12 persone.

Una delle foto del reportage dell’Associated press

Per la fotografia sono state premiate nella categoria ‘attualità’ le immagini di Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’ Associated Press che hanno raccontato la guerra civile in Siria; mentre nella categoria ‘feature photography’ è stato premiato il fotografo free-lance, Javier Manzano, per l’immagine di due soldati ribelli siriani che sorvegliano una sentinella dentro una stanza illuminata dalla luce che filtra dai fori prodotti da proiettili sulla serranda alle loro spalle.

Ecco l’elenco completo dei vincitori:

  • Giornalismo localeBrad Schrade, Jeremy Olson e Glenn Howatt dello Star Tribune, Minneapolis
  • Feature John Branch del New York Times
  • Opinioni Bret Stephens del Wall Street Journal
  • CriticaPhilip Kennicott del Washington Post
  • EditorialiTim Nickens e Daniel Ruth del Tampa Bay Times, St. Petersburg, FL
  • VignetteSteve Sack dello Star Tribune, Minneapolis
  • Fotografia di attualitàRodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’Associated Press
  • FotografiaJavier Manzano, fotografo free-lance, Agence France-Presse

Vincitori 2013 nella sezione letteratura, teatro, musica

  • Romanzi “The Orphan Master’s Son” di Adam Johnson
  • Teatro“Disgraced” di Ayad Akhtar
  • Scrittura di saggi storici“Embers of War: The Fall of an Empire and the Making of America’s Vietnam” di Fredrik Logevall (Random House),
  • Biografie“The Black Count: Glory, Revolution, Betrayal, and the Real Count of Monte Cristo” di Tom Reiss (Crown)
  • Poesia“Stag’s Leap” di Sharon Olds
  • Saggistica“Devil in the Grove: Thurgood Marshall, the Groveland Boys, and the Dawn of a New America” di Gilbert King (Harper)
  • Musica“Partita for 8 Voices” di Caroline Shaw (New Amsterdam Records)

Il Pulitzer è il riconoscimento giornalistico più antico e prestigioso del mondo. Istituito nel 1917 dall’editore Joseph Pulitzer, è gestito dalla Columbia University di New York a cui il magnate lasciò tutti i suoi averi. Il premio, diviso in 21 categorie, assegna ai vincitori una ricompensa di diecimila dollari. Al vincitore della categoria ‘servizio pubblico’, al posto dei soldi, viene, invece, conferita una medaglia d’oro. Oltre ai premi per il giornalismo la giuria –composta da 19 personalità del mondo dell’informazione – assegna anche sette premi per le arti, la musica e la letteratura.

Nella categoria narrativa -in cui l’anno scorso nessun romanzo era stato considerato all’altezza si ricevere il Pulitzer- è stato premiato lo scrittore Adam Johnson, autore di The Orphan Master’s Son, pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo ‘Il signore degli orfani’.c’è stato anche un vincitore nella sezione narrativa.

 

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I festeggiamenti della redazione dell'Huffington Post

URBINO – È finita l’era del dominio della carta stampata sui media. Il giornalismo online trionfa alla consegna dei Pulitzer, il riconoscimento più importante nel campo dell’informazione.

Per la prima volta nella storia due premi sono infatti andati a media esclusivamente online: l’inviato di guerra David Wood dell’Huffington Post per le storie  dei reduci dei conflitti in Afghanistan e Iraq, e il vignettista Matt Wuerker di Politico.com.

LE REAZIONI – “Siamo felicissimi e onorati – ha commentato Arianna Huffington, presidente e direttore dell’Huffington Post Media Group – perché il premio riconosce sia il valore esemplare degli articoli di David, sia l’impegno dell’HuffPost verso un’informazione originale che riferisca sia del dibattito nazionale che della vita della gente reale”.

Anche Bill Nichols, il direttore di Politico.com – un sito incentrato sulla vita politica di Washington – ha accolto con grande soddisfazione il riconoscimento: “Il lavoro di Wuerker rappresenta una delle più grandi sfide, per afferrare l’essenza e l’immagine del panorama della capitale, inghiottito da polemiche, ostinazione e menzogna”.

Anche fuori dalle redazioni interessate, l’entusiasmo è alto. Rem Reider, direttore dell’American Journalism Review, parla di “assegnazione salutare dei premi di quest’anno” perché dimostra che “i Pulitzer si sono mossi, anche se lentamente, da un focus esclusivo sulla carta stampata. Il mondo è cambiato notevolmente e ci sono molti interessanti sviluppi con le notizie digitali”.

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GLI ALTRI PREMI – Non sono mancati poi i premi ai media tradizionali. Il New York Times ha vinto per il giornalismo

La foto vincitrice del premio per la miglior fotografia breaking news

internazionale con i reportage dall’Africa di Jeffrey Gettleman e per le inchieste con il lavoro sulla crisi di David Kocieniewski.

Tra gli altri vincitori, il quotidiano dell’Alabama Tuscaloosa News per la categoria breaking news e Sara Ganim del Patriot-News Staff per la copertura locale sullo scandalo degli abusi sessuali alla Penn State University. Per il giornalismo investigativo, invece, la giuria ha scelto quattro giornalisti dell’Associated Press e due del Seattle Times.

Il premio per la fotografia breaking news è andato a Massoud Hossaini, fotografo dell’agenzia France-Presse che opera in Afghanistan. Si tratta del primo premio per la fotografia per l’agenzia francese.

RICONOSCIMENTI ORFANI – Un’altra importante novità del Pulitzer 2012 è che ci sono diverse categorie senza vincitore. In particolare nessuna medaglia è stata consegnata per il miglior editoriale, mentre per le categorie non giornalistiche, è rimasta orfana la narrativa, per la prima volta dopo 35 anni. La giuria, che ha assegnato questo tipo di premio per la prima volta nel 1917, non ha ritenuto opportuno conferire l’onorificenza.

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