il Ducato » ilvo diamanti http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » ilvo diamanti http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Legge elettorale, il centro studi di Ilvo Diamanti coordina un convegno sull’Italicum a Roma http://ifg.uniurb.it/2014/03/06/ducato-notizie-informazione/legge-elettorale-il-centro-studi-di-ilvo-diamanti-coordina-un-convegno-sullitalicum-a-roma/58931/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/06/ducato-notizie-informazione/legge-elettorale-il-centro-studi-di-ilvo-diamanti-coordina-un-convegno-sullitalicum-a-roma/58931/#comments Thu, 06 Mar 2014 14:14:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58931 [continua a leggere]]]> URBINO –  La Società Italiana di Studi Elettorali (SISE), presieduta da Ilvo Diamanti, ha organizzato per domani a Roma una giornata di studi sulla legge elettorale in via di approvazione: l’Italicum. Il convegno, che ospiterà anche gli interventi di politici dei diversi schieramenti, si terrà alle ore 11 all’istituto Luigi Sturzo (in via delle Coppelle 35). Coordinerà il seminario anche un altro docente dell’Ateneo Carlo Bo, Antonio Agosta.

La relazione introduttiva, a cura della firma del Sole24 ore Roberto D’Alimonte è intitolata:” L’Italicum. Dall’accordo politico al progetto di legge”. Interverranno  i parlamentari Donato Bruno (FI), Roberto Calderoli (Lega Nord), Anna Finocchiaro (PD), Gennaro Migliore (SEL), Gaetano Quagliariello (NCD), Danilo Toninelli (M5S).

 

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La stampa straniera elegge Urbino città ideale… anche se solo per un fine settimana http://ifg.uniurb.it/2014/02/21/ducato-online/la-stampa-straniera-elegge-urbino-citta-ideale-per-un-fine-settimana/57421/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/21/ducato-online/la-stampa-straniera-elegge-urbino-citta-ideale-per-un-fine-settimana/57421/#comments Fri, 21 Feb 2014 20:49:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57421 FOTOGALLERIA / La città ducale è tra le mete più consigliate per un week end. Imperdibili il Duomo ma anche i collegi, la casciotta e palazzo Ducale LEGGI IL NUOVO DUCATO IN EDICOLA]]> I Torricini

I Torricini

URBINO – La città ducale “vista” dai giornali stranieri è soprattutto viaggi e arte. Il “The Times” la inserisce nelle “25 vacanze top in Italia” e la descrive come la più perfetta città rinascimentale che può concorrere con la Toscana per le sue campagne verdi e “gorgeous” (magnifiche). Il “The Guardian” la colloca persino nelle “top 5 city”. Quelle città cioè che tutti dovremmo visitare una volta nella vita. Urbino si trova fianco a fianco – secondo il quotidiano inglese – con Dubai, Ponta Delgada, Marrakech e Parigi.

“La sofisticata corte del duca Federico da Montefeltro”, viene descritta come una città di pietra costruita sopra una collina che mette a dura prova i polpacci del turista. Come dargli torto. Scontati i luoghi consigliati: Palazzo Ducale e la casa di Raffaello ma anche l’Oratorio di San Giovanni e qualsiasi viuzza seminascosta. Urbino è – secondo gli inglesi – un vero e proprio “museo vivente” con, in più, uno spirito “cool” e cosmopolita che le deriva dall’essere una città universitaria.

“El Pais” la segnala come meta per il fine settimana o per una breve vacanza, per “Le Monde” Urbino è una “sorte de Florence miniature” e il “New York Times” consiglia di provare la Casciotta magari durante un pic nic in fortezza Albornoz.I Torricini diventano invece le “twin towers” sul quotidiano sudamericano “Lanation.com” che elegge la città ducale a “meta ideale” per una vacanza nella “tipica provincia italiana”.

Per quanto riguarda l’arte il nome di Urbino è sempre associato a quello di Raffaello, Piero della Francesca, Baldassarre Castiglione e  Federico Barocci che secondo gli inglesi è “quel genio italiano dimenticato” a cui, invece, la National Gallery ha dedicato una mostra nel 2013.

Non manca poi Federico da Montefeltro che il “The Times” cita in un articolo sui “misteri del passato” intitolato “The Montefeltro Conspiracy” e che “Le Monde” chiama “Il complotto del Rinascimento”. Il mistero in questione è la congiura dei Pazzi, il complotto contro i fratelli Medici in cui, pare, che il duca fosse coinvolto come mandante “occulto”. Altro enigma che interessa i giornali stranieri – tra cui anche il tedesco “Spiegel” – è la notizia dell’identificazione con il Montefeltro del paesaggio alle spalle della Gioconda.

Guidobaldo II della Rovere viene invece citato dal “The Times of India” che in un altro articolo parla anche della”Urbino european law seminar”: il seminario di diritto europeo che si svolge tutte le estati all’università Carlo Bo dal 1959.

Tra i numerosi consigli su quale bed and breakfast scegliere e le recensioni del miglior ristorante dove mangiare le tagliatelle al tartufo, la stampa straniera da però spazio anche a notizie che fotografano l’Urbino quotidiana. Quella città che non ti aspetteresti di trovare tra pagine di un giornale tanto geograficamente lontano.

Sul “The Guardian” in un pezzo del 2013, firmato da Oliver Wainwright, si parla de “Le dieci migliori residenze per studenti”. Gli alloggi universitari da tutti conosciuti come “i collegi” vengono definiti “una delle migliori architetture al mondo”. “Raggruppati sulla cresta di una bassa collina , a circa un chilometro fuori dalle mura della città vecchia” gli alloggi  – progettati dall’architetto italiano Giancarlo de Carlo – sono ,secondo il quotidiano inglese, un’incredibile reinterpretazione  “del guazzabuglio medievale del centro città”.

“El Pais” in un lungo articolo sull’ondata di gelo del 2012 che stava coinvolgendo tutta Europa, dedicò persino qualche riga all’ormai mitico nevone: “Città come Urbino e decine di paesi sono completamente isolati dopo che nelle ultime ore sono caduti circa sei metri di neve”.

Urbino e freddo deve essere diventata un’equazione per i giornalisti spagnoli che nel 2013 riportano la notizia della scoperta da parte del professor Giorgio Spada dell’Università degli studi di Urbino di un “canion” lungo 750 km sotto la Groenlandia.

Il tedesco “Spiegel” cita invece gli studi del team capitanato dal professor Simone Galeotti dell’università Carlo Bo. Oggetto delle sue ricerche: la teoria secondo cui i dinosauri si estinsero per un freddo improvviso.

Altra eccellenza sfornata dall’università della città ducale è Manuela Malatesta, biologa cellulare a cui “Le Monde” dedicò un pezzo nel 2006 dopo che le furono tolti i fondi per la ricerca che stava conducendo sulle malattie provocate dagli ogm.

Il quotidiano francese ha un rapporto preferenziale anche con un altro urbinate illustre: Ilvo Diamanti. Il politologo è il commentatore per le questioni di politica italiana, su tutte: Silvio Berlusconi e Lega Nord.

“Il Diamante della cucina”. Così viene chiamato il tartufo di Acqualagna dall’americano Chris Warde Jones. Il famoso fotoreporter è – nel 2013 – autore di un articolo per il “New York Times” in cui racconta una giornata alla ricerca dei famosi tartufi marchigiani. Ad accompagnarlo un cercatore professionista conosciuto in un bar di Urbino mentre sorseggiava un aperitivo.

Altra specialità tutta locale è quella raccontata da “El Pais” nell’articolo datato 2010: “L’arte di fumare la pipa”. La città di Cagli viene qui indicata come il luogo migliore dove comprare questi prodotti e vedere ancora all’opera dei veri artigiani.

Infine, di nuovo sul “New York Times” c’è spazio anche per l’annuncio di matrimonio tra un cittadino di Fermignano, Fabrizio Dini, e Hannah Sarah Faich, una project manager di Philadelphia. I due, innamorati delle colline marchigiane, hanno deciso di sposarsi proprio nel municipio di Urbino. A celebrare il matrimonio civile l’assessore (ora candidata sindaco) Maria Clara Muci.

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La ricerca della felicità si ferma a Urbino: Ilvo Diamanti presenta il libro di Matteo Ricci http://ifg.uniurb.it/2013/11/29/ducato-online/la-ricerca-della-felicita-si-ferma-a-urbino-ilvo-diamanti-presenta-il-libro-di-matteo-ricci/52384/ http://ifg.uniurb.it/2013/11/29/ducato-online/la-ricerca-della-felicita-si-ferma-a-urbino-ilvo-diamanti-presenta-il-libro-di-matteo-ricci/52384/#comments Fri, 29 Nov 2013 11:27:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52384

Matteo Ricci, Luigi Luminati e Ilvo Diamanti

PESARO – “Sono più felice a Urbino che in tutti gli altri luoghi d’Italia”. Ilvo Diamanti è ottimista nei confronti delle Marche, anche se “secondo le ultime statistiche – dice – è fra le regioni più infelici del Paese, nonostante il Bes sia uno dei migliori”. L’indice del benessere equo e sostenibile altro non è che un’indicatore che valuta il progresso della società dal punto di vista sociale, ambientale e non solamente economico.

Il politologo e docente dell’Università di Urbino è intervenuto giovedì 28 novembre alla presentazione del libro di Matteo Ricci L’Italia alla ricerca della felicità, scritto con la collaborazione del giornalista Francesco Nonni.

Durante l’incontro, moderato da Luigi Luminati, responsabile della redazione di Pesaro del Resto del Carlino, si è parlato di politica, del territorio ma soprattutto di felicità. “Questa è una regione – afferma Diamanti – che purtroppo si sta intristendo. Rispetto a tante altre regioni d’Italia, come la Campania o la Sicilia, voi marchigiani eravate abituati bene e con la crisi economica molti si sono scoraggiati”.

Ritornare alla comunità sembra essere per Diamanti il segreto del benessere: “Non si può più star bene da soli. Sia la felicità che la politica vanno progettati in un luogo d’interazione”. E’ proprio quest’intenzione che oggi manca.”Ho nostalgia delle manifestazioni che si facevano negli anni ’60. C’era voglia di cambiare e di stare insieme. Oggi questa passione non c’è più, anche protestare sembra inutile”.

Matteo Ricci

Nonostante questo l’85% degli italiani ritiene di essere felice, e lo sostiene anche Matteo Ricci: “Nonostante le difficoltà che sta attraversando l’Italia stiamo reagendo meglio rispetto ad altri paesi. Girando e parlando con le persone non ho trovato una sola persona disposta a rinunciare alla felicità. Anzi, quando le cose vanno male le persone hanno voglia di rialzarsi, l’Italia è depressa ed ha bisogno di essere scossa”.

“Un gesto coraggioso quello di Ricci” secondo Ilvo Diamanti, che commenta il libro del presidente della provincia: “Sostenere il diritto alla ricerca della felicità per un amministratore è un passo impegnativo soprattutto in questo periodo di crisi”.

Di certo non sono parole da illuso quelle del presidente Ricci. L’obiettivo della felicità non è, infatti, raggiungibile da subito: “Noi guardiamo al futuro – continua – e il nostro obiettivo è fissato per il 2020. Per quella data dovremo essere la provincia italiana in cui si vive meglio ma per farlo è necessario rivedere il sistema economico e puntare sulla crescita. Una crescita che non riguarda solo il Pil, ma che punta a migliorare il Bes”. Della stessa opinione anche Ilvo Diamanti che conclude l’intervento dicendo: “Il Prodotto Interno Lordo non ha mai portato alla felicità. E’ più importante il benessere interno lordo, che ci permette di progettare al meglio il nostro futuro”.

 

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Urbino 2019, Ilvo Diamanti: forte concorrenza ma la città ducale è titolata http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-online/urbino-2019-ilvo-diamanti-forte-concorrenza-ma-la-citta-ducale-e-titolata/50666/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-online/urbino-2019-ilvo-diamanti-forte-concorrenza-ma-la-citta-ducale-e-titolata/50666/#comments Tue, 11 Jun 2013 16:29:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=50666 Ducato spiega: "Il risultato dipende anche da elementi e fattori difficilmente verificabili ma Urbino ha tutti i titoli per candidarsi]]> URBINO – Domani alle 11, il Comitato promotore di Urbino 2019, sarà a Roma per presentare la candidatura della città ducale. Nella delegazione, insieme a Jack Lang, ex ministro della cultura francese, Gian Mario Spacca, presidente della regione Marche e Pippo Baudo, anche il politologo dell’Università di Urbino Ilvo Diamanti.

“L’Italia è una collezione di città molto importanti dal punto di vista della cultura e della bellezza. È anche una questione politica, chi ha più titoli tra Urbino e Venezia? Sicuramente la città ducale è tra le città che hanno tutte le carte in regola per candidarsi”, ha detto Ilvo Diamanti ai microfoni de Il Ducato.

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Ilvo Diamanti sulla crisi: “Il lavoro non è finito, si è trasformato” http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-online/ilvo-diamanti-sulla-crisi-il-lavoro-non-e-finito-si-e-trasformato/34014/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-online/ilvo-diamanti-sulla-crisi-il-lavoro-non-e-finito-si-e-trasformato/34014/#comments Fri, 08 Feb 2013 15:40:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=34014 LEGGI E SFOGLIA Il nuovo numero del Ducato in edicola LEGGI Mille artigiani si sono arresi alla crisi di M. Cioncoloni / Imu, imposta a zero entrate di F. Morrone ]]>

Ilvo Diamanti, professore di Scienze Politiche all’Università di Urbino

URBINO – Siamo un paese in declino. Gli italiani vivono l’angoscia di una crisi che sembra senza sbocchi e senza fine. Per consumi, benessere e tenore di vita abbiamo fatto un balzo indietro di qualche decennio. Molti hanno perso il lavoro; i giovani che lo cercano lo considerano quasi un miraggio o una chimera. Le famiglie hanno drasticamente tagliato le spese. Dominano l’incertezza e la paura. Per tirare avanti si intaccano i risparmi o si fanno debiti. I più disperati vendono i gioielli di famiglia nei compro oro che proliferano come funghi.

In questo primo numero del 2013 Il Ducato ha voluto analizzare gli effetti della crisi sul nostro territorio: abbiamo raccolto dati, ascoltato la gente, intervistato gli imprenditori, siamo andati alla ricerca di chi ha trovato la strada giusta per capire se e come possiamo avere una speranza, abbiamo intervistato studiosi e analisti dei fenomeni economici e sociali.

Per avere un orientamento su come e dove indirizzare la nostra indagine abbiamo sentito prima di tutto un esperto che vive nel nostro territorio e da anni studia queste dinamiche assieme a un gruppo di eccellenti ricercatori, Ilvo Diamanti, professore ordinario di Scienze Politiche all’Università di Urbino ed editorialista di Repubblica. Il prof. Diamanti proprio in questi giorni ha presentato a Torino all’iniziativa ”La Repubblica delle idee” la 37sima indagine dell’Osservatorio Demos-Coop sul Capitale sociale degli italiani che ha un titolo molto emblematico: ”Ma il lavoro ha un futuro?”

Diamanti comincia il suo intervento citando un economista statunitense, Jeremy Rifkin che già nel 1995, in un saggio diventato un best seller internazionale, preconizzava il trionfo delle macchine sul lavoro umano e indicava possibili soluzioni per ridurre l’impatto sociale e addirittura come trarre vantaggio da questa trasformazione.

Il lavoro – ci ha detto il prof. Diamanti – non è finito, ma è cambiato profondamente sulla spinta della crisi, oltre che delle trasformazioni economiche e tecnologiche. Anche gli orientamenti verso il lavoro, in Italia, sono cambiati, negli ultimi anni. In modo rapido e non lineare».

In che modo la crisi ha cambiato la concezione del lavoro?
«Il “lavoro in proprio” e la “libera professione” non costituiscono più un mito condiviso, come negli ultimi vent’anni. Nel 2004 – considerati insieme – costituivano il primo riferimento per oltre metà degli italiani (53%). Oggi per meno del 40%. Per contro, ha ripreso a farsi sentire il richiamo del lavoro dipendente nella piccola e, ancor più, della grande impresa. Ma, soprattutto, il “pubblico impiego” oggi è (ri)diventato il lavoro preferito dalla maggioranza degli italiani: il 31%, 5 punti più del 2004».

Quali sono le ragioni di questo cambiamento?
«Le spiegazioni sono diverse. La più importante, forse, è l’insicurezza. Tra coloro che, nell’ultimo anno, affermano di aver lavorato, la quota di quanti dichiarano un impiego “sicuro” è il 42%. La stessa misura di coloro che lo definiscono “temporaneo” o “precario”. Tutti gli altri – il 16% – lo considerano, invece, “flessibile”. La flessibilità, nella percezione sociale, non richiama debolezza. Indica, piuttosto, un’attività, meno strutturata e regolata. La “precarietà”, invece, è “stabile temporaneità”. Del lavoro e del reddito. La crescita della precarietà ha, dunque, rafforzato l’importanza del “posto fisso”. Pubblico o privato, non importa. Il 41% degli intervistati ambisce a un “posto sicuro”. Che garantisca un reddito “sicuro”, prima ancora che elevato. Anche la ricerca di un lavoro gratificante, che dia “soddisfazione” perde relativamente di peso».

Qual è stato l’impatto della crisi sulle famiglie?
«Il 20% degli intervistati sostiene che nell’ultimo anno, in famiglia, qualcuno ha perso il lavoro; il 18% che qualcuno è stato messo in mobilità o in Cassa integrazione; il 35% che qualcuno ha cercato un’occupazione – ma senza esito. Il 10%, infine, dichiara di avere un contratto di lavoro in scadenza. La paura di rimanere disoccupati appare, dunque, in grande aumento. Coinvolge il 56% degli italiani. È cresciuta di 26 punti percentuali in circa cinque anni. Nello stesso periodo, la paura di perdere la pensione è salita di quasi 20 punti: dal 36 al 54%. Così, sembra essersi bloccato il mito dell’ascensore sociale. Che aveva mobilitato gran parte della società, facendola sentire “ceto medio”. Nel 2006 era il 60%. Oggi il 43%. Mentre la componente di chi si sente ceto “medio-basso” oppure “basso” è divenuta maggioranza: dal 28% al 51%».

Chi è che si sente più minacciato?
«Le componenti sociali maggiormente investite dalle paure per il lavoro sono, ovviamente, le più vulnerabili. Gli anziani, con minore livello di istruzione. Le donne. Considerate ancora discriminate, circa le possibilità di carriera, dal 58% degli intervistati. Tuttavia, secondo il sondaggio di Demos-Coop, le preoccupazioni maggiori riguardano il futuro dei giovani e dei figli (62%; 16 punti in più in circa 5 anni). Il 64% degli italiani li invita ad andarsene all’estero. Perché questo non è un Paese per giovani».

Ciò ha cambiato anche l’atteggiamento dei cittadini nei confronti delle istituzioni?
«La crisi del lavoro, come fonte di organizzazione e di riconoscimento sociale, sta erodendo la fiducia nel futuro. Ma anche nelle istituzioni e nei soggetti di rappresentanza. Non solo nei partiti e nello Stato. Anche le associazioni economiche. Così, non resta che la famiglia a difendere i lavoratori. L’ultima cittadella assediata. Dal 2004 ad oggi il dato relativo al suo peso, nella percezione degli italiani, è triplicato: dal 10% al 30%».

La crisi ha creato fratture sociali?
«Nel tessuto sociale e fra gli stessi lavoratori, si aprono significative divisioni. Una fra tutte: verso l’impiego pubblico. Il 60% degli italiani ritiene che i “dipendenti pubblici godano di privilegi insostenibili”. In altri termini, mentre cresce l’interesse per il posto pubblico, il pubblico impiego è visto con diffidenza. Non è l’unica contraddizione “cognitiva”. Fra gli italiani è calato l’interesse a intraprendere un lavoro autonomo e professionale ed è in aumento la domanda di occupazione nelle grandi imprese. Eppure, la fiducia nelle piccole aziende appare molto più elevata che verso le grandi imprese. Anche l’appeal della Fiat, oggi, è limitato».

Gli italiani come vedono il futuro?
«Gli italiani che denunciano incertezza verso il futuro sono circa il 60%: 15 punti in più rispetto al 2006. Prima della crisi. L’insicurezza tocca, ovviamente, gli indici più elevati fra le componenti più “precarie” della società. Insicure per definizione. Perché la “precarietà” nasconde il futuro. Così si spiega il senso di disorientamento diffuso. Riflette perdita di senso e di orizzonte. E di “posizione”. Perché il lavoro continua ad essere il riferimento più importante della società. Non a caso, se si guarda la classifica delle professioni in base al prestigio sociale, si osserva come, al di là del punteggio, “tutte” le professioni godano di considerazione. Ad eccezione dei “politici”, molto al di sotto della sufficienza, gran parte dei “lavori” – dagli imprenditori agli operai, dai medici agli insegnanti – superano il 7,5. E negli ultimi anni, “guadagnano”, ulteriormente, stima sociale. Un altro segno dell’importanza del lavoro, tanto più in tempi di crisi. Quando incombe la disoccupazione e la precarietà diventa “normale”. Perché lavorare non dà solo reddito. Dà dignità. Riconoscimento. Identità. Lavorare stanca. Non lavorare: umilia».

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Cronaca nera in tv, un record italiano http://ifg.uniurb.it/2012/03/25/ducato-online/cronaca-nera-in-tv-un-record-italiano/29522/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/25/ducato-online/cronaca-nera-in-tv-un-record-italiano/29522/#comments Sun, 25 Mar 2012 14:13:19 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=29522 URBINO – Dalle Alpi all’Etna, dall’Aspromonte al Gargano, senza distinzioni di bandiera e di età, gli italiani hanno paura. Di cosa? Del lavoro che non c’è, del prezzo della benzina sempre più alto, delle tasse che invece non si abbassano mai. Tre italiani su quattro passano le loro notti insonni pensando alla crisi economica. In Europa gli unici che stanno peggio sono gli spagnoli: nove su dieci si tormentano interrogandosi sullo spread e le agenzie di rating.

Sarà colpa dei telelgiornali serali, che ci fanno andare di traverso la cena a suon di Bot e Bund? Assolutamente no, il tema che, cascasse il mondo, continua a riempire il piccolo schermo è la criminalità. Che mondo sarebbe senza orribili crimini di sangue, meglio se irrrisolti? Nel 2011 i due telelgiornali italiani con i più alti dati d’ascolto, Tg1 eTg5, hanno dato in media più di una notizia al giorno: rispettivamente 1173 e 1194 contro le 327 e 315 dedicate alla crisi.

I dati sono il risultato della ricerca “L’insicurezza sociale ed economica in Italia ed Europa” realizzato da Fondazione Unipolis, Demos & Pi e l’Osservatorio di Pavia, diretta dal giornalista e professore universitario urbinate Ilvo Diamanti. Lo studio ha analizzato le edizione del prime time di sei reti, tre pubbliche (Rai 1, Rai 2 e Rai 3) e tre private (Canale 5, Italia 1 e Rete 4). Primo classificato tra gli manti del crimine Studio Aperto, con 1717 notizie in un anno su reati al patrimonio e allla persona, fanalino di coda il TG 3, con 272.

Ma se è vero che gli ultimi saranno i primi, il telegiornale della terza rete è al primo posto per numero di notizie dedicate alla crisi finanziaria. “Attenzione però, ci sono delle sfaccettature importanti che vanno analizzate. Bisogna distinguere, che cosa c’è dentro la crisi economica e la criminalità? Al Tg3 si parla molto di crisi del lavoro, segnalando il disagio, troppo spesso senza indagare sulle cause. Accostare telelgiornali con una storia molto diversa tra loro può essere un’operazione superficale. Il nostro tg ha un passato importante per quel che riguarda i servizi giornalistici sulla criminalità organizzata, mentre ora se neoccupa in modo sporadico” commenta Fabrizio Feo, giornalista del Tg3 dal ’99.

Se i telegiornali ne parlano tanto, vorrà forse dire che i crimini sono in aumento? Niente di più sbagliato: negli ultimi sei anni il tasso dei reati è rimasto pressochè invariato. Ad aumentare invece è la loro rilevanza mediatica: dopo il trend discendente registrato nel biennio 2008 – 2010, la percezione dell’insicurezza nel 2011 torna a salire. L’85 per cento delgi intervistati è convinto che la criminalità in Italia sia cresciuta negli ultimi anni.

E’ una valutazione espressa per lo più da chi trascorre oltre quattro ore al giorno davanti al piccolo schermo, dalle donne, in particolare se casalinghe. Il dato cresce ancora (si arriva al 93 per cento) se si considerano le risposte dellgi spettatori dei programmi pomeridaini, che spesso e volentieri si occupano dei casi di cornaca nera: La vita in diretta, Pomeriggio 5, e Pomeriggio sul due.

“Sono scelte editoriali, prese dalla direzione del telegiornale e che non coinvolgono chi la cronaca va a farla sul cmapo” commenta il giornalista del Tg2 Fabio Chiucconi. “A volte si seguono le storie di cronaca per non parlare d’altro. E poi c’è da dire che noi italiani siamo un po’ voyeristi, ci piace guardare dal buco della serratura, spulciare nella vita privata delle famiglie. Anche i programmi pomeridiani, che molto spesso parlano dei casi di cronaca nera, ci condizionano.

Così i direttori vedono che i fatti di cronaca fanno audience: è una cane che si morde al coda, la tv di Stato dovrebbe essere più libera. E’ così che a volte ci si trova a seguire fatti di nera senza un motivo reale, raccontando frammenti di storie che di per sè non hanno nessuna novità rilevante: la tv ci ha abituato a pensare che un caso si possa risolvere in una quarto d’ora, comein una puntata di una serie americana. Ma non è così e alla fine ci si ritrova a aprlare di aria fritta”.

Il confronto con i principali telegiornali europei di prima serata non ci fa onore. In Italia la media di notizie di crimianlità è di tre al giorno, in Spagna sono meno della metà, mentre i valori medi di Francia, Germania e Gran Bretagna sono nettamnte inferiori a una notizia al giorno.

 

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Al via domani con Berloni le ‘Lezioni d’ateneo': ‘L’imprenditoria incontra i giovani’ http://ifg.uniurb.it/2012/03/20/ducato-notizie-informazione/al-via-domani-con-berloni-le-lezioni-dateneo-limprenditoria-incontra-i-giovani/28984/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/20/ducato-notizie-informazione/al-via-domani-con-berloni-le-lezioni-dateneo-limprenditoria-incontra-i-giovani/28984/#comments Tue, 20 Mar 2012 09:22:45 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=28984 [continua a leggere]]]> URBINO – Partiranno domani le  “Lezioni di ateneo” dell’Università di Urbino, con il primo appuntamento “L’imprenditoria incontra i giovani”. Alle 17, nell’Aula Rossa della Facoltà di Economia, gli studenti e i cittadini potranno assistere a una lezione tenuta dagli imprenditori Vittorio Livi, fondatore titolare della Fiam di Tavullia, e Massimo Berloni che ha lanciato il marchio Dondup nel mondo della moda.

Il ciclo di lezioni, tutte incentrate su temi di attualità come le difficoltà di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, i nuovi strumenti della comunicazione,  si concluderà il 18 aprile con Ilvo Diamanti che illustrerà “Il sistema politico italiano”.

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Ducato Tv n.5 – 17 dicembre 2011 http://ifg.uniurb.it/2011/12/18/ducatotv/ducato-tv-n-5-17-dicembre-2011/14952/ http://ifg.uniurb.it/2011/12/18/ducatotv/ducato-tv-n-5-17-dicembre-2011/14952/#comments Sun, 18 Dec 2011 11:10:45 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=14952 [continua a leggere]]]> Il magazine tv della Scuola di Giornalismo

 

In questo numero:

CASE DA PAZZI
Pioggia in camera da letto, muffa sulle pareti, a volte è proprio dura vivere da studenti. Abbiamo visitato i micro appartamenti di Urbino e abbiamo scoperto un sacco di cose.
(di Stefania Bernardini e Micol Sara Misiti)

LA CASA DEL BOSS
E sempre vicino a Urbino c’è un casale che prima apparteneva a un boss della ‘ndrangheta adesso è stato sequestrato e diventerà una fattoria. Abbiamo cercato di capire quanto la criminalità organizzata si è infiltrata nelle Marche.
(di Giorgia Grifoni e Doriana Leonardo)

LA CRISI DEL TG
Internet minaccia la Tv: secondo uno studio pubblicato qualche giorno fa diminuisce soprattutto la fiducia nei telegiornali. Ne abbiamo parlato con Ilvo Diamanti e Michele Santoro.
(di Davide Maria De Luca e Martina Manfredi)

TUTTI CON IL DECODER
Sempre a proposito di Tv, a Urbino è arrivato il digitale. Era l’ultima città delle Marche ancora analogica. Un passaggio che anche in questa regione non è stato facilissimo.
(di Francesco Marinelli e Alberto Sofia)

SOS FURLO
Se avete tempo visitate la Riserva Naturale Gola del Furlo, una delle ricchezze della provincia di Pesaro e Urbino. Ma uno scenario del genere meriterebbe maggiore cura e maggiore considerazione.
(di Giulia Foschi e Maddalena Oculi)

Conduce Valentina Bicchiarelli

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