il Ducato » internet http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » internet http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Tedeschini Lalli: “Il giornalismo è digitale. Ha bisogno di integrazione di cervelli” http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/tedeschini-lalli-il-giornalismo-e-digitale-ha-bisogno-di-integrazione-di-cervelli/72039/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/tedeschini-lalli-il-giornalismo-e-digitale-ha-bisogno-di-integrazione-di-cervelli/72039/#comments Fri, 24 Apr 2015 20:25:12 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72039 L’Espresso sull'integrazione delle redazioni giornalistiche e sul futuro della carta stampata: "Questione di costi e ricavi. Non si tratta di 'se' ma di 'quando'". "Le aziende editoriali dovrebbero iniziare a pensare se stesse in termini di piattaforma"]]> Mario Tedeschini Lalli, giornalista dell'Espresso

Mario Tedeschini Lalli, giornalista dell’Espresso

URBINO – Parola d’ordine: integrazione. Di strumenti? Di mezzi comunicativi? Non solo. Integrazione di cervelli. Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile innovazione e sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso e docente di Giornalismo digitale all’Ifg di Urbino, ha parlato a margine del panel “Dov’è la cultura oggi” dedicato all’universo del web. Tanti i temi trattati: dal futuro della carta stampata al ruolo del giornalista come “curator” nell’universo digitale.

Dopo l’incontro dedicato alla carta stampata siamo passati al web. Come sono strutturate oggi le redazioni? C’è integrazione tra i diversi mezzi comunicativi?
“Nelle grandi testate non c’è molta integrazione, o comunque ce n’è poca. La parola d’ordine “integrazione” è quasi vecchia ormai, essendo entrata in voga nel 2005-2006. Il problema adesso non è integrare la carta col web o la televisione col web. Il vero problema è di immaginare di integrare i cervelli, immaginare una produzione giornalistica che sia digitale nella testa e che quindi produca materiali digitali fruibili in tutte le diverse forme. I grandi e piccoli giornali internazionali hanno una piccola squadra che si occupa del giornale di carta, come uno dei tanti prodotti. C’è un’unica redazione che si occupa dei contenuti giornalistici di quella testata, poi i diversi gruppi di lavoro adattano quel dato contenuto nelle diverse forme editoriali. Ciò accade, ad esempio, nel Financial Times dove ci sono dieci giornalisti che prendono parte dei materiali e li confezionano in maniera adeguata per il prodotto cartaceo”.

Secondo lei la carta stampata rappresenta un utilizzo di risorse umane ed economiche eccessivo? Che futuro vede per questo prodotto?
“Beh, non sta a noi decidere se tenere o no in vita il prodotto cartaceo. Basta guardare i numeri: i grandi giornali italiani che all’inizio degli anni ’90 vendevano 600/700 mila copie adesso si trovano a venderne poco più di 200mila. Ci sarà un momento in cui la curva dei ricavi incrocerà quella dei costi e il prodotto non sarà più sostenibile. Non è un se, è una questione di quando. Tuttavia resta uno strumento di ricavo forte e va curato, fatto funzionare e tenuto in forze. Ma, come ho già detto in precedenza, quello cartaceo è soltanto uno dei prodotti che la testata produce. È evidente che, in una redazione dagli esteri, i corrispondenti della testata produrranno un prodotto giornalistico completo, da tradurre poi anche per le pagine del giornale. Fino a che non si arriva ad un’idea di questo genere credo che soffriremo. Ritardiamo il momento nel quale redazione e giornalisti prendono coscienza del fatto che tutto il loro materiale è in realtà già materiale digitale”.

Nel suo intervento ha detto chiaramente che il giornalista culturale, in quanto declinazione di quello digitale, deve essere un “curator”. Quali strumenti deve avere il giornalista per svolgere a pieno il suo ruolo?
“Tutti i giornalisti, tutti i giornali da quando il giornalismo è giornalismo, ovvero dal 1830, hanno svolto questa funzione: riferire ed indicare ciò che altri scrivevano o raccontavano. Il giornalista non solo informa correttamente, ma orienta il cittadino tra i molti flussi informativi che ha di fronte. È una funzione storica. Vi è ancora di più nell’universo digitale, dove tutto ciò è ancora più complesso. Quindi è fondamentale indicare dei percorsi di conoscenza diversi: che si tratti di un semplice link fino ad arrivare a percorsi ben più complessi, che servano a mettere insieme temi complessi in maniera ragionata, oppure far riemergere argomenti vecchi in una chiave attuale”.

Quale potrebbe essere un esempio positivo di giornalismo culturale applicato al web?
“Un esempio eccellente è senz’altro l’esperimento culturale di Maria Popova che con il sito Brain Pickings è riuscita a combinare argomenti e temi diversi, anche da diverse discipline, connettendoli insieme e creando nuove idee fruibili alla massa”.

Dopo il keynote speech di Andy Mitchell al Festival internazionale di Perugia si è sviluppato nuovamente il dibattito sulla reale possibilità di un’alleanza tra Facebook e gli editori. Lei crede che il social network di Mark Zuckerberg si sia già impossessato del mercato, divenendo così l’editore principe del web
“Si e no. La questione è che Facebook è diventato ormai un sinonimo di internet per molte persone. Se Facebook è Internet, questo comporta tutta una serie di problemi, anche di tipo economico. Ad esempio la monetizzazione del traffico o dei dati (non scordiamoci che Facebook è la più grande banca dati mondiale). Se diventa il luogo ineludibile del passaggio di contenuti (e in parte già lo è) evidentemente questo è da un lato un’occasione, ma anche un problema abbastanza serio. Questo discorso non vale solo per Facebook, ma per tutte le grandi piattaforme. Ecco perché a mio avviso le aziende editoriali, entro certi limiti, dovrebbero iniziare a pensare se stesse in termini di piattaforma e interfacciarsi così con il mercato”.

Per concludere, in una battuta: cosa consiglierebbe a un’aspirante giornalista che si affaccia per la prima volta in questo mondo?
“Fallo, non aspettare che qualcuno ti assuma. Voi potete, io quando avevo 20 anni no. Cominciate a fare i giornalisti, misuratevi, provate. È l’unico modo per riuscirci”.

Foto di Jacopo Salvadori e Anna Saccoccio

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Il sito del Comune di Urbino di nuovo online http://ifg.uniurb.it/2015/03/25/ducato-notizie-informazione/il-sito-del-comune-di-urbino-di-nuovo-on-line/69077/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/25/ducato-notizie-informazione/il-sito-del-comune-di-urbino-di-nuovo-on-line/69077/#comments Wed, 25 Mar 2015 09:17:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69077 [continua a leggere]]]> URBINO, 25 MAR – Il sito del comune di Urbino è tornato online questa mattina, dopo i problemi tecnici che da ieri sera ne avevano impedito l’accesso. Tutte le sue pagine e le sue funzioni sono nuovamente attive e consultabili. Il guasto, probabilmente, è stato causato da un problema alla fibra ottica.

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Fuori uso il sito internet del Comune di Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/03/24/ducato-notizie-informazione/fuori-uso-il-sito-internet-del-comune-di-urbino/69056/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/24/ducato-notizie-informazione/fuori-uso-il-sito-internet-del-comune-di-urbino/69056/#comments Tue, 24 Mar 2015 19:11:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69056 [continua a leggere]]]> URBINO, 24 MAR – Offline il sito internet del Comune di Urbino. Dalla mattinata di ieri non è possibile accedere al portale online della città ducale. I guasti sono dovuti a un problema alla fibra ottica. Domani il sito dovrebbe tornare in funzione.

Il sito del Comune di Urbino

Offline il sito del Comune di Urbino

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“Internet nuoce al giornalismo ragionato” cancellata la domanda dal quiz dell’Ordine http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-online/internet-nuoce-al-giornalismo-ragionato-cancellata-la-domanda-dal-quiz-dellordine/57803/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-online/internet-nuoce-al-giornalismo-ragionato-cancellata-la-domanda-dal-quiz-dellordine/57803/#comments Wed, 26 Feb 2014 09:49:15 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57803 URBINO – Il giornalismo “ragionato” contro la “cultura di Internet”. La singolar tenzone vista dal podio dell’Ordine nazionale dei giornalisti sembrava avere un esito netto, cioè che “Il giornalismo ragionato e d’approfondimento della carta stampata rischia di essere indebolito dal primato della cultura di internet”. Un assunto, una sentenza, che non poteva passare inosservata per molto. E infatti il giornalista Pino Rea  ha subito denunciato quel quesito (il numero 9), parte di un test del primo corso online da dieci crediti organizzato dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti. Dopo 24 ore di indignazione scatenate dal suo post e da quello di Marco Pratellesi su L’Espresso, la domanda è stata rimossa dai test.

Deontologia

Dentologia2

Il fatto era stato segnalato il 24 febbraio da Rea, che peraltro è anche un membro del Consiglio nazionale dell’Ordine e membro del gruppo “Liberiamo l’informazione“, sul sito Lsdi di cui è responsabile: “Mi riesce difficile – scrive Rea nel suo articolo –  immaginare di far parte di un organismo retto da qualcuno che non solo la pensa in quel modo ma ritiene quel giudizio un fatto assodato, un assioma ”deontologico”, tanto da farlo inserire (o permettere che esso venga inserito) fra i principi del corso online di deontologia”.

Il giorno seguente il Comitato tecnico scientifico dell’Ordine  (che ha in mano tutta l’organizzazione della formazione permanente dei giornalisti ed è incaricata di approvare i test), ha deciso di eliminare la domanda ‘incriminata': “ È innegabile – si legge nel comunicato diffuso dal Cts – che, per sua natura, Internet sia più ‘reattivo‘ rispetto alla carta stampata che ha invece tempi più dilatati. È altresì innegabile che gli sviluppi dell’informazione sembrano portare nella direzione ‘suggerita’ in qualche modo dalla domanda: se vorrà sopravvivere, la carta stampata dovrà approfondire i temi che Internet sarà in grado di sviluppare in tempo reale. La domanda però si presta evidentemente a interpretazioni differenti rispetto allo spirito degli estensori del testo. Per questo motivo, il Cts ha proposto al Cdg (il centro di documentazione giornalistica che ha redatto il quiz  n.d.r.) di sostituirla con un’altra domanda e di controllare che nei test già effettuati la risposta non sia stata determinante ai fini del passaggio alla lezione successiva”.

Pentito o no dell’errore, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, non sembra aver particolarmente apprezzato la segnalazione del giornalista Pino Rea e ha dichiarato al Ducato: “Ringrazio Pino per la segnalazione, ma trovo che questa sua uscita pubblica sia pura demagogia accattona”.  Mentre il gesto è stato apprezzato da Marco Pratellesi nel suo mediablog su L’Espresso: “Non so chi abbia realizzato il corso per l’Ordine. Possiamo convenire che il giornalismo non sia una scienza esatta, ancorché abbia regole codificate in almeno duecento anni di professione. Però francamente, sono sbalordito e non riesco a capire, come l’ottimo Pino Rea”.

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Ersu, via libera ai nuovi punti wireless nei collegi http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-notizie-informazione/ersu-via-libera-ai-nuovi-punti-wireless-nei-collegi/49065/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-notizie-informazione/ersu-via-libera-ai-nuovi-punti-wireless-nei-collegi/49065/#comments Wed, 29 May 2013 08:31:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49065 [continua a leggere]]]> URBINO – Il CdA dell’Ersu ha approvato il progetto di potenziamento del segnale internet all’interno dei collegi, a partire dal Colle e dal Tridente e poi nelle altre strutture. I lavori inizieranno nel mese di giugno. Come anticipato dal Ducato, la nuova linea telefonica, che verrà installata a breve, sfrutterà la tecnologia Adsl2, ovvero una rete Adsl potenziata che permette una maggiore capacità di trasmissione. I sopralluoghi e i primi test sono già stati effettuati dalla Cineca di Bologna, società a cui è stata affidata la realizzazione del lavoro, mentre il progetto sarà coordinato dagli ingegneri del Sia (Sistema informatico d’Ateneo). Il risultato finale porterà 171 access point con modem per le camere, insieme ad altri 11 per le zone comuni delle strutture che ospitano gli studenti urbinati.

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Collegi connessi: da giugno 182 punti wireless per gli studenti http://ifg.uniurb.it/2013/05/27/ducato-online/collegi-connessi-linea-adsl-interna-alle-strutture-per-gli-studenti-urbinati/48658/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/27/ducato-online/collegi-connessi-linea-adsl-interna-alle-strutture-per-gli-studenti-urbinati/48658/#comments Mon, 27 May 2013 14:26:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48658

URBINO – Potenziare il segnale internet all’interno dei collegi. Lo prevede un nuovo progetto che dovrebbe essere approvato domani dal CdA dell’Ersu. Si è già espressa in maniera favorevole anche l’Università. I lavori d’intervento per l’installazione di una linea telefonica interna ai collegi partiranno a breve: si parla dell’inizio di giugno. Grazie ad essa si potrà installare una Adsl2, vale a dire una rete Adsl potenziata, che, utilizzando la stessa larghezza di banda, permette una maggiore capacità di trasmissione. I sopralluoghi e i primi test sono già stati effettuati dalla Cineca di Bologna, a cui è affidata la realizzazione del lavoro.

Il progetto è nato da un accordo tra Università e Comune. La sua gestione, invece, è stata affidata al Sia, il Sistema informatico d’Ateneo, con a capo il suo coordinatore, l’ingegnere Pietro Dominici, l’ingegnere Mauro Raimondi per la fase organizzativa e Marco Cappellacci per la parte tecnica.

Il risultato finale dovrebbe portare all’installazione di 171 access point con modem per le camere più altri 11 per le zone comuni delle strutture che ospitano gli studenti urbinati. Si tratterà di un apparecchio per ogni gruppo di camere e non di uno per ogni stanza. Ma questo non dovrebbe creare problemi di connessione, garantita tramite il sistema wireless. E se tutto andrà bene, già da fine giugno si vedranno i primi risultati.

La connessione tra i collegi e l’Università sarà implementata tramite il raddoppiamento dei ponte radio. Il segnale sarà dieci volte maggiore rispetto a ora. Il vero obiettivo finale riguarderà la realizzazione della fibra ottica, “ma i tempi sono dilatati a causa della canalizzazione che va preparata, per esempio, tramite scavi in strada”, dice Pietro Dominici. Di questi lavori si occuperà però il Comune, e non l’Università.

I lavori previsti, comunque, non si fermeranno a quelli che verranno approvati domani. Il piano di lavoro, infatti, prevede una gestione triennale e altri interventi di manutenzione e controllo che verranno svolti durante questo periodo.

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Ong 2.0: corsi di formazione online per finanziare il giornale http://ifg.uniurb.it/2013/05/18/ducato-online/ong-2-0-un-programma-di-formazione-online-per-salvare-i-giornali/47292/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/18/ducato-online/ong-2-0-un-programma-di-formazione-online-per-salvare-i-giornali/47292/#comments Sat, 18 May 2013 00:55:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47292

Uno dei corsi organizzati da Volontari per lo Sviluppo

Come fronteggiare la crisi che ormai da tempo si abbatte sull’editoria? Un metodo originale e innovativo è quello suggerito dalla rivista “Volontari per lo Sviluppo” di Torino, attiva da anni nell’informazione sociale e la cooperazione internazionale.

Nata nel 1983 per diffondere un’ampia informazione sul mondo delle Ong, la testata piemontese (che dal settembre 2012 è ormai disponibile soltanto su internet) ha affiancato ai tradizionali canali del finanziamento giornalistico (vendite e introiti pubblicitari) un nuovo modello di business: la formazione online, a distanza e a pagamento, sulle diverse opportunità fornite dal web per migliorare l’attività degli enti no-profit.

“Ci siamo dovuti adeguare all’attuale situazione economica – afferma la direttrice Silvia Pochettino - e insieme alle nuove pratiche di giornalismo partecipativo e condivisione delle notizie attraverso i social network, abbiamo pensato di avviare un progetto formativo denominato Ong 2.0 e destinato agli operatori di organizzazioni non governative per migliorare il loro lavoro”. “In questo modo – prosegue la Pochettino – riusciamo a conciliare la sensibilizzazione sul mondo del volontariato, con l’esigenza di reperire nuove risorse economiche”.

Corsi e seminari destinati agli utenti sono tenuti da esperti delle nuove tecnologie multimediali e riguardano diverse materie quali “Internet per i progetti di cooperazione allo sviluppo”, “pillole di web no profit”e “il futuro del lavoro in rete”. A fine 2012 si potevano contare 11 attività didattiche online promosse da “Volontari per lo Sviluppo”, per un totale di 360 partecipanti.

Numeri che hanno spinto il portale informativo a proseguire in questa direzione, riproponendo la stessa formula anche per il 2013. Maggior attenzione rispetto al passato, è stata comunque dedicata alle specifiche esigenze dei fruitori di “Ong 2.0”. Le indicazioni dei loro campi di interesse sono infatti alla base del nuovo programma di formazione via web.

Ad ampliare e incentivare le pratiche di e-learning quale possibile soluzione ai problemi della stampa mondiale potrebbero contribuire le nuove direttive dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Dal 2014, infatti, prenderà il via un programma di formazione permanente per professioni e pubblicisti, che troverebbero in corsi e seminari on-line una preziosa risorsa per reperire crediti formativi.

In questo senso “Volontari per lo Sviluppo” ha già avviato una collaborazione con il sindacato unitario dei giornalisti piemontesi (Associazione Stampa subalpina) finalizzato all’interscambio di conoscenze per l’affermazione di un giornalismo più qualificato e dalle maggiori risorse, che sembrano essere le principali direttive della comunicazione del futuro.

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La Rete se ne frega: la cultura secondo il direttore de “Il Post” http://ifg.uniurb.it/2013/05/10/ducato-online/la-rete-se-ne-frega-la-cultura-secondo-il-direttore-de-il-post/46462/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/10/ducato-online/la-rete-se-ne-frega-la-cultura-secondo-il-direttore-de-il-post/46462/#comments Fri, 10 May 2013 16:00:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=46462 Il Post, spiega perché non ha senso parlare di pagine culturali per i contenuti online: "In internet gli articoli circolano per il loro valore intrinseco, non perché stanno rinchiusi in una categoria archivistica" LEGGI E SFOGLIA Il Ducato speciale L'INTERVISTA A tu per tu con "Dio": divo su Twitter, scrittore e cameriere nella vita reale]]> Quale sia la homepage de Il Post, come sia strutturata, in che sezioni sia divisa forse ai più può sfuggire, perché in genere chi fruisce dei contenuti di questa testata giornalistica nativa digitale, si ritrova a vederne scorrere gli articoli nella propria pagina Facebook o Twitter, magari subito dopo aver postato uno stato sul cielo plumbeo in piena primavera o dopo aver controllato le foto dell’amica appena tornata dalla vacanza.

LEGGI E SFOGLIA Il Ducato speciale

Il Post, giornale online aggregatore di notizie, nato appena qualche anno fa e diretto da Luca Sofri, è solo un grande contenitore dove si incasellano notizie che spiccano per il loro valore intrinseco a dispetto di categorie e costrizioni derivanti da una foliazione progressiva. “Noi non ci teniamo molto alla definizione di categorie – spiega il direttore della testata – investiamo molto di più sui singoli contenuti e sul loro valore di per sé indipendentemente da dove uno li voglia categorizzare. Su internet i singoli contenuti hanno capacità di diffusione e di proposizione molto autonoma: la maggior parte del nostro traffico viene ormai dai social network e dai motori di ricerca. Le persone raggiungono quei singoli articoli per il valore che hanno e per i temi di cui parlano; non lo raggiungono perché scelgono una sezione precisa del giornale nella quale cercare determinati argomenti”.

In un contesto simile di fluttuazione dei contenuti, come definire il concetto di giornalismo culturale? Sarà vera la storia da molti dibattuta che la Rete è la tomba del giornalismo culturale? Secondo Sofri, il concetto di “cultura” come categoria e recinto nel quale sistemare una certa tipologia di articoli è ormai superato in Internet. “La cosa che chiamiamo tradizionalmente pagina culturale – spiega il direttore de Il Post – è banalmente un raccoglitore di una serie di articoli ai quali associamo quella categoria, ma dietro non ci sono grandi riflessioni filosofiche o linguistiche. E’ un’etichetta archivistica non una linea editoriale, usata per classificare e ordinare i nostri contenuti da una parte e dall’altra ma non è particolarmente rilevante”.

La scelta degli articoli da convogliare nella pagina che riporta l’etichetta cultura si basa solo sui valori di qualità espositiva e contenutistica oltre che sull’interesse pubblico. I criteri sono quelli della notiziabilità giornalistica: nella pagina culturale del giornale online si possono trovare recensioni di film o libri, articoli sulla questione del diritto di autore di Harper Lee, amica di Truman Capote e autrice del noto Il buio oltre la siepe, ma anche anniversari di nascita di personaggi celebri. “Ci interessa un pezzo piuttosto che un altro, perché pensiamo possa meglio aiutare a comprendere il mondo e il cambiamento – continua Sofri – ma di fatto poco ci importa che stia nella pagina Cultura o nella pagina Mondo. Le categorizzazioni funzionano poco per l’online perché se domani cancellassimo le etichette e disassociassimo tutti i nostri pezzi, cambierebbe pochissimo. I pezzi de Il Post vivono da sé, per il loro valore e per quello che raccontano”.

Il linguaggio del web, anche in termini culturali, si presenta quindi più accessibile, meno costretto in recinti ideologici, più alla portata di tutti. E se da una parte le macrostrutture restano come grandi raccoglitori che consentono di mettere ordine nel flusso di informazioni, dall’altra anche la sintassi del giornalismo cambia e si sceglie un tipo di comunicazione che procede per immagini. Una delle prime cose che colpisce nello stile del giornale di Sofri è la grande varietà e il continuo aggiornamento di un racconto fatto da fotografie. “Abbiamo intrapreso un rapporto tradizionale con le agenzie fotografiche alle quali chiedevamo immagini per illustrare i nostri pezzi – spiega il direttore – ma la frequenza di questo rapporto ci ha fatto scoprire e trovare immagini di grandissimo valore e di grandissimo interesse di per sé. Abbiamo deciso di sfruttarle di più adattandole a dei modelli americani che qui non segue praticamente nessuno, ovvero di riproduzione e visualizzazione delle foto in formati molto grandi, valorizzati già dai computer ma molto di più dai tablet. Le sfruttiamo, quindi, per quello che ci sembra essere il loro valore e la loro qualità in termini fotografici e contenutistici ma anche in termine banalmente estetico”.

Un discorso che rimane in superficie e colpisce l’occhio senza scavare nell’anima e nella mente al contrario di quanto si ripropongono le pagine culturali dei giornali cartacei e i fortunati inserti del nostro Paese, tra i quali La Lettura del Corriere e la Domenica de Il Sole 24 Ore? “Noi – spiega Luca Sofri – tendiamo a privilegiare il racconto delle cose, delle informazioni, dei dati, vogliamo fornire strumenti per capire i fatti che succedono piuttosto che alimentare la discussione”. Un tipo di giornalismo che non potrebbe essere tacciato di autoreferenzialità, nel quale si innescano dibattiti vuoti secondo quelle che Dorfles nell’ambito del Festival del giornalismo culturale ha annoverato tra le grandi falle del nostro giornalismo culturale. Ma per il dibattito c’è spazio anche nelle testate online, tra i commenti o nelle pagine dei blogger che affollano le colonne laterali della homepage. “I blog esistono perché ci sia uno spazio di opinioni ed elaborazioni . Io non lo chiamerei – spiega Sofri – dibattito critico ma è comunque qualcosa che ci interessa ugualmente perché stimolante. Avviene in maniera molto autonoma per i singoli blogger, non c’è una progettazione complessiva”.

Se da una parte il giornalismo culturale su carta stampata, pur in una fase che è stata definita una primavera soprattutto per gli inserti e i supplementi, guarda alla Rete per sopravvivere e alimentare dibattito, riflessioni e raggiungere un numero consistente di lettori, dall’altra la Rete se ne frega. Nella Rete tutto sopravvive perché cammina sui propri piedi, scevro da categorizzazioni, mosso solo dal valore inestimabile di cui è portatore. E allora arrivederci cultura. Qualunque cosa tu sia.

 

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Innovazione e pubblica amministrazione, la sfida di Urbino è diventare Smart City http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/innovazione-e-pubblica-amministrazione-la-sfida-di-urbino-e-diventare-smart-city/41241/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/innovazione-e-pubblica-amministrazione-la-sfida-di-urbino-e-diventare-smart-city/41241/#comments Fri, 05 Apr 2013 15:38:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41241 URBINO – La sfida è quella di diventare smart city (una città sveglia, intelligente’) per una pubblica amministrazione ai tempi di internet e dei servizi telematici, nel  rapporto tra cittadini e imprese. Di questo si parlerà nel secondo convegno internazionale Eiburs- Taips di giovedì 18 e venerdì 19 aprile nel Dipartimento di Economia Società e Politica di palazzo Battiferri.

“Urbino per due giorni diventerà la capitale delle innovazioni tecnologiche utili alle istituzioni – ha detto Antonello Zanfei, docente di economia industriale e coordinatore del progetto Technology Adoption and Innovation in Public service (Taips) – l’Università urbinate è il leader di un importante progetto finanziato dalla Banca Europea degli Investimenti sullo sviluppo dei servizi pubblici in rete nel vecchio continente”.

Trenta tra economisti, ricercatori, esperti di innovazione e diffusione delle informazioni e rappresentanti della Banca Europea degli Investimenti interverranno all’incontro “Innovation in the public sector and the development of e-service” organizzato dall’Università di Urbino.

Da due anni il gruppo di lavoro coordinato dal professore Zanfei si avvale della collaborazione di esperti Istat, del Ministero dello sviluppo economico e di altre università italiane. Le loro ricerche hanno evidenziato che l’Italia è fanalino di coda rispetto alla media dei paesi europei per quanto riguarda le principali categorie di servizi pubblici elettronici: la diffusione dei sistemi informatizzati, la sanità in rete e i sistemi di trasporto intelligenti sono molto al di sotto della media europea.

I dati raccolti dal gruppo Taips consentono di confrontare il grado di sviluppo dei servizi in rete nelle diverse regioni italiane. Le Marche in questa speciale classifica stilata in base a quattro fattori ( servizi in rete per la salute, formazione, pubblica amministrazione e trasporto intelligente) si colloca a metà, al di sopra della Lombardia, regione decantata spesso per la sua efficienza e innovazione.

“La sfida anche per Urbino – continua Zanfei- è quella di diventare ‘Smart City‘ ovvero riuscire a mettere insieme l’impiego delle nuove tecnologie con la valorizzazione del suo enorme patrimonio culturale, storico e scientifico”.

Tra i partecipanti  nomi illustri del panorama europeo come Antony Arundel del Merit di Maastricht e Ian Miles della Manchester Business School, funzionari della Commissione Europea, dell’Ocse che si confronteranno sul tema della trasparenza e della circolazione delle informazioni con il gruppo di ricerca composto da docenti e ricercatori dell’Università di Urbino, Mario Pianta, Davide Arduini, Alessandra Cepparulo, Paolo Seri e Antonello Zanfei.  Quest’ultimo aprirà l’incontro dopo i saluti del Prorettore Giancarlo Ferrero e il direttore del Desp Ilario Favaretto, concentrando il suo intervento sul modo in cui le tecnologie dell’informazione stanno cambiando il ruolo della pubblica amministrazione nel mondo dell’economia.

 

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Le frazioni di Urbino senza Adsl / MAPPA http://ifg.uniurb.it/2013/02/11/ducato-online/le-frazioni-di-urbino-senza-adsl-mappa/34214/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/11/ducato-online/le-frazioni-di-urbino-senza-adsl-mappa/34214/#comments Mon, 11 Feb 2013 06:10:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=34214 [continua a leggere]]]> URBINO – Circa 5.000 residenti da Torre San Tommaso a Castelcavallino, passando per Mazzaferro, ancora non possono connettersi ad Internet o comunque hanno una connessione molto lenta dovuta al fatto che la Telecom non ha interesse e convenienza ad investire in infrastrutture in luoghi poco abitati. Nonostante le rassicurazioni della Regione (“stiamo affidando i lavori dopo il bando del 2010 ed entro l’agosto di quest’anno tutto il territorio sarà coperto dalla Rete”) e l’impegno del consigliere comunale del PD di Urbino, Federico Scaramucci, per garantire a tutti la connessione ad Internet, gli abitanti delle frazioni del Montefeltro ancora aspettano. Ecco le zone in difficoltà


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