il Ducato » julian assange http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » julian assange http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it La propaganda di RT sfonda il miliardo. Sempre pù tv orientali conquistano gli Usa http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/la-propaganda-di-rt-sfonda-il-miliardo-sempre-pu-tv-orientali-conquistano-gli-usa/49804/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/la-propaganda-di-rt-sfonda-il-miliardo-sempre-pu-tv-orientali-conquistano-gli-usa/49804/#comments Wed, 05 Jun 2013 08:49:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49804 La televisione satellitare Russia Today, trasmessa in quattro lingue, in cento paesi del mondo di sei continenti, è il primo canale di notizie al mondo ad aver raggiunto un miliardo di visualizzazioni su Youtube.

RT aprì il suo account su YouTube nel 2007. Il canale, che mostrò il celebre filmato della caduta del meteorite di Chelyabinsk il 15 febbraio 2013, in soli sei anni ha caricato su YouTube più di 19.000 video che hanno registrato più di 6 milioni di commenti. Inoltre, il canale russo vanta una grandissima notorietà, soprattutto in Inghilterra, seconda solo alla Bbc e a Sky. La Broadcasters’ audience research board, la fonte ufficiale di dati in Inghilterra sull’audience televisiva, ha stimato che nella seconda metà del 2012 ben due milioni e mezzo di inglesi guardavano questo canale.

“Russia Today – dice Cristina Carpinelli, membro del comitato scientifico di International Problems Study Center – dal punto di vista tecnico è un canale ineccepibile e il loro modo di costruire le notizie è ottimo. Ma, per quanto riguarda i contenuti, possiamo definirla una televisione di Stato: Nel 2008, quando ci fu lo scontro russo-georgiano, Russia Today raccontò una versione dei fatti completamente opposta a quella narrata dai blogger”.

Questo gigantesco network, finanziato dal Cremlino, ha più volte criticato l’operato del governo americano, ha ospitato nel passato una trasmissione di Julian Assange, The world tomorrow e il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. “ L’obiettivo – dice Cristina Carpellini – del canale è fare propaganda politica ed economica in funzione del governo di Putin”.

La notorietà sempre maggiore di questa rete le ha permesso di crescere, di acquisire importanza e di incrementare gli introiti finanziari che hanno fatto gola a molti giornalisti, anche occidentali. È proprio di mercoledì scorso la notizia che il famoso giornalista americano Larry King, quasi 80 anni, 56 anni di carriera nel giornalismo americano e all’attivo più di cinquantamila interviste, sarà il conduttore un nuovo talk show dal titolo Larry King now.

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Mentre i grandi network occidentali, come Bbc e Cnn, tagliano il budget e sono costretti a chiudere le redazioni estere, troppo costose, le tv satellitari come Rt, Al-Jazeera, rete panaraba finanziata dal Qatar, e Cctv, televisione nazionale della Repubblica popolare cinese, prendono piede sul territorio americano, scardinando i network occidentali più importanti al mondo e spodestandoli dal ruolo di arbitri incontrastati dell’informazione.

“Queste reti – dice Wolfgang Achtner, giornalista televisivo e corrispondente in Italia per testate d’oltreoceano come la Cnn, la Abc News e Press Tv – rappresentano per i corrispondenti e i tecnici una fonte importantissima di lavoro. I media americani non ce la fanno più a coprire tutte le notizie, i tagli economici hanno portato alla chiusura degli uffici di corrispondenza ma in questo modo si sta uccidendo il prodotto giornalistico”.

L’accusa più frequente che viene mossa alle televisioni satellitari è quella di essere dei meri portavoce del potere, comunicatori faziosi e politicizzati. “In realtà – dice Achtner - non è così. È ovvio che queste tv trasmettono un modo differente di vedere i fatti. Siamo abituati ad avere una visione americo-centrica ed euro-centrica, quindi guardare con una lente diversa la realtà può creare dei problemi a qualcuno. Credo che se davvero queste reti fossero di propaganda nessuno le guarderebbe anzi, sarebbero immediatamente screditate”.

Al-Jazeera, a gennaio, ha fatto un balzo in avanti nel mercato via cavo e, dopo l’arabo e l’inglese, ha deciso di acquistare lo spazio che prima apparteneva a Current tv, la televisione di Al Gore, inaugurando l’apertura di un network di informazione negli Stati Uniti. “Al-Jazeera America è nata teoricamente – dice Azzurra Meringolo, giornalista freelance e redattrice di Arab media Report – come un’avventura di business, visto il numero di utenti che vedevano in streaming Al-Jazeera English. Si è deciso così di raggiungere via cavo un numero maggiore di utenti. Secondo me, però, dietro c’è una mossa diplomatica: attraverso la tv si riposiziona il Qatar in un’ottica di tipo internazionale”.

Infine la China Central Television (Cctv) che, per non essere da meno, ha inaugurato una sede a Washington di 3400 metri quadrati. “In poco meno di cinque mesi, – afferma Cecilia Attanasio Ghezzi, caporedattrice di China Files – Cctv America ha assunto 65 persone. E non si tratta di personale qualunque. Con stipendi in alcuni casi anche il 20 per cento più alti della media, si è assicurata professionalità con esperienza maturata in testate quali Al-Jazeera, Fox News e Bbc. Secondo i dati della stessa Cctv, l’emittente di stato trasmette in 120 paesi raggiungendo un’utenza di cento milioni di spettatori”.

Qualcuno parla, quindi, di una strategia per acquisire soft power e indirizzare l’opinione pubblica, altri invece motivano le scelte come semplice senso degli affari. “Ognuno – dice Ghezzi – è libero di valutare indipendentemente se questi media fanno o no gli interessi dei governi a cui fanno riferimento. L’idea della Cctv nelle nuove redazioni di Africa e America non è quella di avere una linea stabilita su quelli che in Cina sono chiamati ‘argomenti sensibili‘, ma di valutare caso per caso. In sintesi dichiarano che faranno un giornalismo più libero che in patria”.

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