il Ducato » lavoro http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » lavoro http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Progetto Garanzia Giovani, fra Pesaro e Urbino 783 contratti ma solo per tirocini http://ifg.uniurb.it/2015/03/31/ducato-online/progetto-garanzia-giovani-fra-pesaro-e-urbino-783-contratti-ma-solo-per-tirocini/69259/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/31/ducato-online/progetto-garanzia-giovani-fra-pesaro-e-urbino-783-contratti-ma-solo-per-tirocini/69259/#comments Tue, 31 Mar 2015 16:41:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69259 URBINO – Garanzia Giovani è partito a pieno regime anche nelle Marche, portandosi però con se le polemiche sulla sua effettiva utilità. Il programma, cominciato circa un anno fa e che ha fatto ottenere a 738 ragazzi della Provincia di Pesaro-Urbino tirocini formativi in azienda, è cofinanziato dalla Ue e ha lo scopo di inserire nel mondo del lavoro i giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati nel ricevere un’istruzione o una formazione e non hanno un impiego. La ripartizione dei circa 30 milioni stanziati dal Governo è stata decisa dalla Regione, che ne ha destinati più di 14 proprio ai tirocini sottraendoli agli altri tipi di contratto previsti come, ad esempio, l’apprendistato.

E il fulcro del dibattito risiede proprio qua: sono i tirocini la forma più adatta per avvicinare questa fascia di popolazione al lavoro? O fanno comodo solo alle imprese? Il Capo ufficio del  Centro per l’impiego di Urbino Stefano Raia  è soddisfatto, e comunque “piuttosto che niente è meglio piuttosto”. Negativo invece il commento di Jacopo Cesari, responsabile del Servizio orientamento lavorativo della Cgil. “Il tirocinio – dice – non dovrebbe essere usato per mascherare il lavoro dipendente”.

A chi conviene il tirocinio. “Il tirocinio – ribadisce Cesari – non è lavoro dipendente, non maturi contributi, non maturi disoccupazione, non ci sono contributi per la pensione e il datore può recedere il rapporto in qualsiasi momento”. Fra gli addetti ai lavori, poi, ciò che tutti pensano ma nessuno dice è che ci sono associazioni degli imprenditori che hanno interesse ad ottenere tirocinanti: “A chi non fa comodo avere ragazzi che lavorano per sei mesi senza nessun costo e obbligo per l’azienda?”. Anche Raia non nasconde che “il tirocinio è uno strumento più facilmente digeribile da un’impresa”: in pratica, alle imprese conviene avere tirocinanti.  Però difende il lavoro svolto per i 738 ragazzi di Pesaro-Urbino: “A livello complessivo sono soddisfatto. E comunque l’obbiettivo di Garanzia Giovani è quello di far uscire dall’inattività una certa fascia di popolazione e ci stiamo riuscendo”.

I fondi. Il primo problema con i tirocini nasce a monte, ovvero in Regione. È qui infatti che si decide la ripartizione dei fondi concessi per Garanzia Giovani, che vanno divisi fra 9 misure offerte ai ragazzi. Fra questi, oltre al tirocinio formativo, è prevista l’attivazione di apprendistati e l’inserimento nel servizio civile. Inizialmente le risorse, circa 30 milioni di euro, erano assegnate proporzionalmente fra i vari servizi ma in seguito a una redistribuzione i tirocini si sono visti raddoppiare la disponibilità: da 7 milioni a 14 milioni. Altri servizi sono stati invece tagliati, come per esempio l’apprendistato che è passato da 2 milioni di budget a soli 136mila euro, rendendo evidente che nelle Marche si è voluto puntare soprattutto sui tirocinanti.

Infografica presa dal sito garanziagiovani.gov.it

Infografica presa dal sito garanziagiovani.gov.it

Le caratteristiche del tirocinio. La differenza tra apprendistato e tirocinio è sostanziale. Il primo è un contratto di lavoro che può essere assimilato a un contratto a tempo determinato (anche se sul sito Garanzia giovani si legge erroneamente “a tempo indeterminato”); la durata minima è di 6 mesi, al termine del quale l’azienda stabilirà se proseguire il rapporto oppure recedere, fornendo il preavviso secondo quanto stabilito dal contratto collettivo. Al contrario i tirocini formativi in azienda non si configurano come un rapporto di lavoro, ma consistono in un periodo di orientamento e formazione all’interno di un’impresa per la durata di 6 mesi, percependo un’indennità di massimo 500 euro mensili corrisposti tramite i fondi della Garanzia Giovani.

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Riparte l’occupazione nelle Marche: in un anno 24 mila posti di lavoro in più http://ifg.uniurb.it/2015/03/02/ducato-online/riparte-loccupazione-nelle-marche-in-un-anno-24-mila-lavoratori-ma-aumentano-gli-scoraggiati/66916/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/02/ducato-online/riparte-loccupazione-nelle-marche-in-un-anno-24-mila-lavoratori-ma-aumentano-gli-scoraggiati/66916/#comments Mon, 02 Mar 2015 17:00:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66916 URBINO 2 MAR – Segnali di ripresa per l’occupazione nelle Marche. Tra dicembre 2013 e lo stesso mese del 2014 i posti di lavoro sono aumentati di 24 mila unità: da 600 mila a 624 mila. Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione regionale è passato dal 12,3% al 10,6%, un elemento in controtendenza rispetto al resto del Paese dove lo stesso dato è cresciuto dal 12,6% del 2013 al 13,3%. I disoccupati marchigiani scendono così da 84 mila a 74 mila. Questi i numeri di Cna e Confartigianato Marche che hanno elaborato i dati Istat.

Tra i disoccupati, restano in maggioranza le donne seppur in diminuzione (40.214 rispetto alle 44.827 del 2013 mentre gli uomini scendono da 39.583 a 33.909). Calano anche i giovani marchigiani in cerca della prima occupazione (da 17.852 a 13.342).

Se il numero dei disoccupati diminuisce non è solo per l’aumento dei posti di lavoro. Infatti a crescere dell’11,9% sono gli scoraggiati, ovvero coloro che, nonostante siano disposti a lavorare, hanno smesso di cercare un posto di lavoro e dunque non rientrano nella categoria delle persone senza un impiego. Ad offrire maggior posti di lavoro è il settore dei servizi che impiegano 385 mila lavoratori, 16 mila in più rispetto al 2013. L’industria assorbe 227 mila dipendenti con un aumento di 9 mila unità. Stabili gli occupati nell’agricoltura che si fermano a quasi 12 mila.

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Urbino servizi modifica l’appalto ai parcheggi. In cinque senza lavoro http://ifg.uniurb.it/2015/02/10/ducato-online/urbino-servizi-modifica-lappalto-ai-parcheggi-in-cinque-senza-lavoro/65062/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/10/ducato-online/urbino-servizi-modifica-lappalto-ai-parcheggi-in-cinque-senza-lavoro/65062/#comments Mon, 09 Feb 2015 22:05:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65062 Terminal Santa Lucia

Terminal Santa Lucia

URBINO – Cinque operai sono rimasti senza lavoro e altri tre con riduzione d’orario dopo che Urbino servizi ha ridotto l’appalto alla cooperativa Opera per una serie di attività che svolgeva al Mercatale, alla biglietteria del Terminal Santa Lucia e di pulizia in diverse zone della città. A denunciarlo è la stessa Cooperativa Sociale Opera, impegnata nel reinserimento lavorativo di persone appartenenti alle fasce più deboli. Il cambio di gestione è stato deciso per impiegare addetti “più idonei” all’accoglienza con una preparazione specifica e conoscenza delle lingue.

“Cinque lavoratori addetti ai parcheggi e alla biglietteria degli autobus vedono per il futuro prossimo la cassa integrazione – spiega Mario Rosati, vice-presidente della Opera –  a loro si aggiungono gli altri tre, occupati nelle pulizie di aree pubbliche, che hanno subìto una riduzione dell’orario di servizio”. Una prospettiva che ha portato uno degli occupati a licenziarsi. I loro compiti sono quelli di pulire luoghi pubblici, come parcheggi, piazzali e altre aree del centro storico. Quattro degli otto lavoratori interessati dalla decisione di Urbino Servizi sono soggetti ‘svantaggiati’. Nella categoria rientrano persone con invalidità fisica, invalidità psichica, ex detenuti oppure individui con problemi di tossicodipendenza.

Alla base della decisione la necessità di Urbino Servizi (gestore delle strutture) di rafforzare l’offerta turistica. Rosati ha spiegato che l’azienda pubblica “richiedeva persone più preparate” per l’accoglienza dei turisti. Del gruppo di cinque addetti al Borgo Mercatale, tre erano impegnati nella gestione del parcheggio: controllavano i pagamenti, facevano piccola manutenzione e si occupavano degli accessi all’ascensore. Altri due vendevano i biglietti del trasporto pubblico locale e, con l’apertura del terminal Santa Lucia, erano stati trasferiti nella nuova struttura. I cinque sono senza occupazione dal 31 gennaio. Il gruppo è composto da addetti ‘storici’, la maggior parte impiegata al Mercatale da quasi 28 anni. Per loro “stiamo valutando prospettive”, ha detto Mario Rosati. “Altrimenti, saranno licenziati”, dopo l’eventuale periodo di cassa integrazione.

“Nel tempo l’attenzione dei soggetti pubblici al reinserimento delle fasce più deboli nel mercato del lavoro è diminuita – ha affermato Rosati – le nostre proposte e la nostra disponibilità non vanno a vantaggio della cooperativa come impresa, ma della collettività”.

Per cercare di risolvere le difficoltà delle persone seguite, la Opera ha pensato a una nuova proposta: far lavorare cinque persone con più di 30 anni nell’area di Urbino e di affiancarle a due tutor. Il progetto è stato presentato al Comune il 13 gennaio, ma il vice-presidente della Opera ha spiegato che dall’amministrazione non è ancora arrivata una risposta.

Ma il sindaco Maurizio Gambini, interpellato sulla questione, ha fornito una versione diversa. “Mi sono incontrato mercoledì 4 febbraio con un responsabile della cooperativa e con la Cgil per verificare una possibile ricollocazione di questi lavoratori”, ha affermato Gambini, che ha definito “non adeguato” il servizio offerto dai lavoratori della Opera. “Il fatto che in un posto di lavoro dove si fa front office la persona non conosca le lingue straniere parla da solo”, è la posizione del sindaco. L’ipotesi di Gambini prevede di “affidare a cooperative la manutenzione del verde e la gestione del cimitero”. Per il momento, non si è deliberato in proposito.

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Luci e ombre sulla valle del jeans: la crisi non passa ma qualcuno riparte http://ifg.uniurb.it/2015/02/09/ducato-online/luci-e-ombre-sulla-valle-del-jeans-la-crisi-non-passa-ma-qualcuno-riparte/64401/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/09/ducato-online/luci-e-ombre-sulla-valle-del-jeans-la-crisi-non-passa-ma-qualcuno-riparte/64401/#comments Mon, 09 Feb 2015 05:00:18 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64401 L'INCHIESTA Un jeans ormai lacero: il reportage del 2013 ]]>

L’ex Sab snc ormai chiusa

SANT’ANGELO IN VADO – Le difficoltà economiche non sono alle spalle: le aziende della valle del jeans, a Sant’Angelo in Vado, continuano a patire una crisi che sembra infinita, ma alcune danno segnali in controtendenza. Sono arrivati anche dei lavoratori cinesi in zona, ma neanche loro sentono le difficoltà del momento: lo dimostra una casa in condizione precarie in cui vive una famiglia.

Il Ducato era stato nell’area industriale di Sant’Angelo in Vado già nell’estate del 2013. Le cose andavano parecchio male allora. Una zona pressoché fantasma, alcune imprese chiuse, molte in difficoltà. Dopo 18 mesi ci ritroviamo in uno scenario simile. “Basta che ti fai un giro e vedi subito com’è la situazione” avverte, mentre mi serve un cappuccino, il barista dell’unica tavola calda, il Break Café.

Le poche imprese che già allora riuscivano a resistere vanno tutto sommato bene. E’ il caso della Wooden House, produttrice di case in legno, ma soprattutto della Promo Jeans. Quest’impresa, specializzata in indumenti per motociclisti, è riuscita a crearsi recentemente nuovi contatti a Dubai, in Kazakistan ed in Giappone. “Siamo riusciti a incrementare il numero di figure esterne a partita Iva, sei in più di prima. Il nostro fatturato è cresciuto del 10%-15%”  racconta Andrea Sassi, titolare dell’impresa.

Le aziende chiuse invece rimangono tali. La Tipo-litografia Grafica Vadese non esiste più. Già un anno e mezzo fa aveva chiuso i battenti. Discorso simile per la Saint Germain des Pres: l’azienda è ancora in liquidazione, i suoi dipendenti in cassa integrazione e mobilità. Nessuna prospettiva di riapertura per ora. Nessuna evoluzione rispetto a 18 mesi fa.

Alla Sab snc va ancora peggio: se due estati fa aveva ridotto il personale, ma era ancora in attività, ora il cancello d’ingresso è chiuso. L’edificio è abbandonato alla desolazione, non rimane alcun ricordo della produzioni di tavoli in legno.

Un centinaio di metri più in là invece incontriamo un bel cane bianco sdraiato in un giardino. Si avvicina a noi, non sembra abituato ai visitatori. Il tempo di avvicinarsi alla cancellata ed inizia ad abbaiare. Si fa così viva una signora dalla porta di un magazzino. Si tratta di Gigliola Brincivalli, titolare del Ricamificio vadese. “Il 2014 è stato ancora peggiore del 2013, rischiamo di chiudere il prossimo anno”. Sono le stesse parole che ripete Antonio Baffioni, uno dei soci di Stircontrol.”Si lavora per pagare i debiti. Abbiamo mantenuto i 16 dipendenti con contratti di solidarietà, ma non so se resisteremo fino al 2016″.

E’ rimasto invece da solo Andrea Antoniucci della Adus Marmi Eurodesign. Mi accoglie di fretta, ha poco tempo per parlare ma abbastanza per farmi sapere che le cose vanno ancora peggio di prima. Un pensiero condiviso da un dipendente della Lavanderia Falleri, azienda proprio di fronte alla Adus Marmi. Mi parla con la porta socchiusa, ha poca voglia di raccontare le difficoltà. L’azienda per cui lavora infatti ogni tanto entra in stato di fermo in mancanza di commesse.

Più positivo è Ermenegildo Martelli, falegname iscritto alla Confartigianato pesarese. La sua attività riesce a procedere ma il vero problema è l’inserimento di giovani nel mercato del lavoro. “E’ come sfruttare un granaio pieno senza però pensare a dopo quando sarà vuoto” mi racconta in dialetto. Ed è il primo a parlare del problema della competitività dei lavoratori italiani rispetto a quelli cinese arrivati recentemente.

Dipendenti dell’estremo oriente sono presenti nella Trattamenti Tessili Italia di Fabio Pedini. Un tempo la ditta era conosciuta come Lavanderia Centro Italia, ma ha cambiato recentemente ragione sociale. E’ lo stesso imprenditore ad accompagnarmi per i locali della fabbrica raccontandomi della sua attività. “Qui lavoriamo jeans ed altri capi per marche di livello internazionale: JustCavalli, Cuccinelli, Hugo Boss”. Mi mostra come vengono fatti gli strappi nei pantaloni e i macchinari per colorarli. Poi ricorda “oggi siamo riusciti ad arrivare anche a 40 dipendenti  grazie ai contratti interinali, un miglioramento rispetto a l’anno scorso”.

Il percorso termina in una stanza dove sono raccolti  i capi pronti. Tra questi anche degli abiti che alla luce diventano fosforescenti: “Sono per andare in discoteca” mi racconta con un sorriso Pedini. Arrivati alla porta ricorda come ormai siano pochi quelli che decidono di produrre ancora i Italia, chi può va all’estero per abbattere i costi. “Ma se hai capi di valore devi comunque farli qua” le parole di chi sa di gestire una fabbrica di eccellenze.


In rosso le aziende chiuse, in giallo quelle in difficoltà, in verde quelle che vanno avanti e in blu le nuove imprese 

Accanto a questo stabilimento, uno dei più grandi della zona industriale c’è un edificio rosso. Si vede che è di recente costruzione: Alberto Poggiaspalla, tecnico comunale addetto all’Urbanistica, conferma che si tratta dell’ultima attività commerciale costruita ex novo. Risale al 2012 ma purtroppo non pare ancora in attività.

Al termine del giro c’è però una buona notizia. Al posto della Cornici Vadesi già chiusa nel 2013, c’è la Stefani. Luca Cesarini, dipendente e genero del titolare Luciano Stefani parla volentieri :”Siamo arrivati qui da 7 mesi, in realtà questo è il nostro secondo polo per macchinari agricoli, Luciano lavora nel settore da 35 anni. Ora stiamo finendo di allestire il magazzino poi penseremo anche ad un punto di assistenza per gli autoveicoli”.

Anche se non si può considerare una nuova attività a tutti gli effetti rappresenta un primo spiraglio di ripresa per quest’area industriale. Certamente i colori accesi dei macchinari ridanno un minimo di vita ad una zona caratterizzata dal grigiore delle costruzione e delle prospettive della gente che ci lavora. Me lo confermano le parole dell’ultimo signore che incontro prima di ritornare: “I miei nonni hanno fatto la guerra del ’15-’18 per fare l’Italia, guarda noi in che condizioni dobbiamo lavorare”.

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Lavoro, Unioncamere: “1400 contratti nei prossimi mesi” http://ifg.uniurb.it/2015/01/20/ducato-online/lavoro-unioncamere-1400-contratti-nei-prossimi-mesi/63110/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/20/ducato-online/lavoro-unioncamere-1400-contratti-nei-prossimi-mesi/63110/#comments Tue, 20 Jan 2015 17:28:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63110 operaioURBINO – Una piccola luce in fondo al tunnel per l’occupazione, almeno per quella interinale in vista delle assunzioni promesse dal Jobs Act del governo Renzi. Le previsioni di Unioncamere sull’occupazione nel primo trimestre 2015 dicono che c’è speranza per il lavoro nella provincia di Pesaro e Urbino: rispetto all’anno scorso è previsto un aumento di contratti di lavoro del 49%. Si calcolano circa 1400 nuovi contratti di lavoro rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Il saldo occupazionale, cioè la differenza tra movimenti in entrata e uscita, della provincia è il migliore delle Marche con un saldo positivo in miglioramento netto rispetto alle -310 unità lavorative perse a inizio 2014.

In questo trimestre le assunzioni effettuate dalle imprese saranno 770, il 61% di questi sarà a tempo determinato. Il settore di traino resta quelle dei servizi dov’è prevista più della metà delle assunzioni anche se dal rapporto Unioncamere risulta che la professione più richiesta sul mercato sia l’operaio metalmeccanico. Altra notizia positiva è l’aumento dei contratti per giovani under 30, in crescita del 22% dall’anno scorso.

Particolare attenzione va posta ai nuovi 350 posti di lavoro interinale in arrivo nella provincia. Questa assieme alle altre forme atipiche di contratto è sempre più frequente. Rispetto allo scorso gennaio è più diffusa del 21%. Si tratta di una scelta che le aziende tendono a fare in questa fase, in attesa di trasformare i contratti di lavoro interinale in contratti a tutele crescenti, come previsto dal Jobs Act.

“Quando faremo un bilancio del trimestre mi aspetto risultati ancora migliori rispetto alle previsioni – ha commentato il presidente di Unioncamere Marche Giovanni di Battista- comunque per rimettere in moto il sistema produttivo marchigiano, occorre far recuperare competitività non solo al terziario ma ai principali distretti manifatturieri, visto che la nostra è la regione più manifatturiera d’Italia”.

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Dall’università al mondo del lavoro: le storie nel Montefeltro http://ifg.uniurb.it/2014/04/14/ducato-online/dalluniversita-al-mondo-del-lavoro-le-storie-nel-montefeltro/61461/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/14/ducato-online/dalluniversita-al-mondo-del-lavoro-le-storie-nel-montefeltro/61461/#comments Mon, 14 Apr 2014 11:18:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61461 URBINO –  I test di ammissione per le facoltà a numero chiuso sono già iniziati e molti maturandi sono alle prese con una scelta che, in tempi di crisi, si fa ancora più difficile: cosa studiare all’università? Quello che più piace o quegli ambiti che più garantiscono un futuro lavorativo stabile? “Farei economia”, “sceglierei una facoltà che mi dia lavoro, come medicina”: ecco alcune delle voci dei liceali urbinati che stanno per affacciarsi al mondo universitario.

Nel nostro speciale abbiamo raccontato anche la storia di chi, proprio avendo seguito le proprie passioni, è riuscito ad avere un lavoro stabile: si tratta di Rino Stefano Tagliaferro, video maker ed ex studente Isia. Diventato famoso per un corto in cui ha animato i protagonisti di celebri dipinti, sostiene che  “non è vero che se studi nell’ambito artistico poi non riesci a trovare lavoro.

Anche chi non intraprende il percorso universitario, o fa un lavoro del tutto indipendente dagli studi che lo hanno preceduti, ha ottime possibilità di inserirsi con successo nel mercato del lavoro: ai nostri microfoni la storia del ceramista Marcello Pucci. “Ho fatto la scuola odontotecnica ma ho sbagliato – racconta – a me piaceva lavorare il legno, il ferro. Ognuno deve fare il mestiere che gli piace, sennò ha fallito nella sua vita”.

 

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Regione Marche, approvato protocollo per la riorganizzazione della sanità http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-notizie-informazione/regione-marche-approvato-protocollo-per-la-riorganizzazione-della-sanita/61041/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-notizie-informazione/regione-marche-approvato-protocollo-per-la-riorganizzazione-della-sanita/61041/#comments Mon, 07 Apr 2014 17:12:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61041 [continua a leggere]]]> URBINO – E’ stato approvato in Regione il protocollo sulla riorganizzazione della sanità. Definizione del numero di posti letto, linee guida per l’assunzione del personale e  per gli incarichi dirigenziali sono le novità più importanti.  L’intesa, sottoscritta da giunta regionale, enti e aziende del Servizio sanitario regionale e organizzazioni dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, nasce dalla necessità di rispettare i vincoli sul costo del personale, stabiliti dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 (spending review), che impone un tetto pari al corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4%.

Per quanto riguarda le assunzioni del personale vengono definite le linee guida valide per tutte le aree vaste.  “Veniamo incontro alle richieste dei sindacati – ha detto il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca – garantendo il turn over del personale al 100%, la riduzione dei rapporti flessibili, criteri organizzativi uniformi per l’assegnazione degli incarichi”. Ci saranno inoltre forti limiti per chi volesse adottare contratti flessibili diversi dal tempo determinato.

Infine, viene assicurata la continuità assistenziale, ovvero la capacità di assicurare cure tempestive ai pazienti ricoverati per la durata dell’intero arco giornaliero. “E’ un’intesa importante”, continua Spacca, “che conferma come la buona sanità marchigiana si costruisca insieme”.

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Dirss, il Comune di Urbino lo sfratta e gli sequestra anche la macchina: “Non so più dove dormire” http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/dirss-il-comune-di-urbino-lo-sfratta-e-gli-sequestra-anche-la-macchina-non-so-piu-dove-dormire/60962/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/dirss-il-comune-di-urbino-lo-sfratta-e-gli-sequestra-anche-la-macchina-non-so-piu-dove-dormire/60962/#comments Mon, 07 Apr 2014 16:53:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60962 foto(1)URBINO –  Fino a tre anni fa aveva un lavoro, una casa e una vita dignitosa. Ora gli hanno tolto tutto e pochi giorni fa la polizia locale gli ha sequestrato anche la macchina, l’unico ‘tetto’ che aveva, sotto il quale dormire. Dirss Baddis, 45 anni,  è italo-marocchino: un doppio passaporto conquistato dopo anni di  lavoro . “Io ho giurato quando sono diventato italiano – dice – e ho mantenuto le promesse.  Non ho mai fatto del male a nessuno e ho lavorato onestamente. Ma l’Italia non ha fatto lo stesso con me”.

Dirss Baddis è arrivato in Italia sedici anni fa e, uscito dall’ aeroporto, ha preso un treno che non sapeva dove portasse. Alla fine è arrivato a Brindisi dov’è stato per tre anni “ma lì il lavoro era in nero, così un giorno ho deciso di venire qui”. Per dieci anni tutto è sembrato andare per il meglio. Un lavoro onesto, una casa in affitto e dei risparmi. Poi il tracollo. La ditta di Pesaro per cui ha lavorato per un decennio ha ridotto il personale,  lui ha perso il posto e in poco tempo è arrivato anche lo sfratto.

“Tre anni fa – scrive in una lettera aperta su Facebook –  il palazzo in cui vivevo è stato sequestrato ed è passato al comune, io non sono riuscito a pagare l’affitto per alcuni mesi.  Sono stato sfrattato dal mio appartamento dopo un solo preavviso in cui non era indicata una data precisa. Il Comune e il sindaco mi hanno promesso aiuto, ma un bel giorno ho trovato la porta chiusa, con la serratura cambiata, senza neanche la possibilità di raccogliere le mie cose”.

Fino a qualche giorno fa poteva contare su un ultimo mezzo di sussistenza, la sua macchina, fino quando la polizia locale l’ha requisita perché senza assicurazione. “Come faccio a pagare l’assicurazione, se non ho i soldi neanche per l’affitto?” si chiede Baddis. La macchina negli ultimi due anni non era stata più usata e da mezzo di trasporto era diventata un tetto per ripararsi quando non riusciva a trovare un posto dove stare. “Ho tagliato i fili della batteria  – dice – proprio per evitare che potesse succedere qualcosa”. Oltre al sequestro del mezzo dovrà pagare anche un multa da 800 euro più i costi del deposito che aumenta di giorno in giorno e 600 euro per l’assicurazione degli ultimi sei mesi. Una somma che senza lavoro e ormai senza risparmi è difficile da racimolare.

“L’ho comprata alcuni anni fa e ancora devo finire di pagare il mutuo”. È fiero di parlare dell’Alfa 146 comprata a rate dopo anni di lavoro, ma ora chiusa in un deposito in attesa di essere distrutta. “Ho provato a rivenderla, ma nessuno l’ha voluta. Il problema è che quella macchina per me non è solo un rifugio, ma anche una speranza: senza una macchina è impossibile trovare lavoro!”.

Dopo 13 anni vissuti a Urbino ora Dirss si trova costretto ad andarsene per cercare fortuna da un’altra parte. Ma è una decisione difficile: “Prima amavo l’Italia e odiavo il Marocco e non avrei mai pensato di rimpiangerlo. Ma dopo tutti questi anni d’assenza sarei uno straniero a casa mia. E so che l’Italia mi mancherebbe. Ma adesso appena potrò me ne andrò, magari in Svizzera”.

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“Vite in cantiere”, presentato a Urbino il libro sull’immigrazione romena in Italia http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/vite-in-cantiere-il-libro-sullimmigrazione-romena-in-italia/60968/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/vite-in-cantiere-il-libro-sullimmigrazione-romena-in-italia/60968/#comments Mon, 07 Apr 2014 15:53:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60968 URBINO – Due mesi in cantiere, a lavorare in incognito per studiare la comunità romena in Italia. Domenico Perrotta, ricercatore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Bergamo, ha presentato questa mattina nell’aula occupata c3 del Magistero il suo libro “Vite in cantiere”. Una ricerca durata tre anni, dal 2004 al 2007, in cui l’autore ha analizzato in prima persona l’immigrazione romena.

Perrotta ha lavorato sotto mentite spoglie come carpentiere a Bologna. Stando tutto il giorno a contatto con operai romeni, pakistani e tunisini, ha osservato senza filtri le dinamiche tra connazionali e l’atteggiamento dei romeni verso il lavoro e la vita in Italia.

La ricerca è stata svolta nel 2005, quando la Romania non era ancora entrata nell’Unione Europea. “Gli operai erano quasi tutti senza permesso di soggiorno e quindi più ricattabili: potevano essere mandati via in qualunque momento dal capocantiere”. Secondo i dati Istat, nel nostro Paese i romeni sono più di un milione, quasi un quarto degli immigrati complessivi.

Perrotta racconta la difficoltà di guadagnarsi la fiducia degli altri operai: “Molti credevano che, essendo italiano, fossi una spia dei capi”. Dalla ricerca emerge anche una forma implicita di “negoziazione dei carichi di lavoro”: “Alcuni di loro cercavano di lavorare il meno possibile: ad esempio impiegavano il doppio del tempo per andare a prendere un martello in magazzino”.

L’autore ha anche realizzato interviste a immigrati romeni nelle loro abitazioni, in centri di accoglienza, nelle roulotte e nelle baracche. Ha partecipato insieme a loro a festività religiose, matrimoni, battesimi e ha seguito alcune delle persone intervistate nel loro viaggio di ritorno in Romania. “Quello che emerge da queste interviste è che i romeni tendono a rappresentarsi sempre come dei grandi lavoratori proprio perché avvertono il pregiudizio degli Italiani verso di loro. L’intervistato tende a rispondere in maniera diversa se l’intervistatore è una persona estranea al loro mondo”.

“Il mio libro”, conclude lo scrittore, “vuole essere uno sguardo dall’interno del mondo dell’immigrazione romena in Italia e delle difficoltà che gli stranieri vivono nella loro quotidianità”.

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Crisi del lavoro, Barbara e Glauco, da mesi senza stipendio: “Politici, un po’ di concretezza” http://ifg.uniurb.it/2014/03/31/ducato-online/crisi-del-lavoro-barbara-e-glauco-da-mesi-senza-stipendio-politici-un-po-di-concretezza/60646/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/31/ducato-online/crisi-del-lavoro-barbara-e-glauco-da-mesi-senza-stipendio-politici-un-po-di-concretezza/60646/#comments Mon, 31 Mar 2014 16:59:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60646 PESARO – “Ci chiamiamo Scavolini anche se non siamo quelli buoni”   dice sorridendo Glauco, ex capomagazziniere alla concessionaria Vernocchi di Pesaro, in causa con l’azienda perché rimasto senza stipendio e cassa integrazione.  Sua moglie Barbara lavorava in una ditta del settore cantieristico: è stata licenziata nel 2012 e ha percepito la cig fino ad agosto 2013. Da diversi mesi  e con i loro 2 figli, sopravvivono senza stipendio: hanno dovuto interrompere il mutuo della casa dove vivono e tirano avanti grazie ai nonni e a lavoretti saltuari.

Nelle Marche quest’anno i disoccupati sono 86 mila. Stando agli ultimi dati dell’Inps elaborati da Ires Cgil, in provincia di Pesaro e Urbino, le ore di cassa integrazione richieste a febbraio 2014 sono diminuite, sia rispetto a gennaio, che a febbraio 2013. Ma secondo la segretaria provinciale della Cgil Simona Ricci “In provincia è ancora emergenza lavoro”.

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