il Ducato » luca dello iacovo http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » luca dello iacovo http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Paolo Gambescia ricorda Silvano Rizza: “Al giornalista servono piedi, cuore e cervello” http://ifg.uniurb.it/2014/04/05/ducato-online/paolo-gambescia-ricorda-silvano-rizza-al-giornalista-servono-piedi-cuore-e-cervello/60790/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/05/ducato-online/paolo-gambescia-ricorda-silvano-rizza-al-giornalista-servono-piedi-cuore-e-cervello/60790/#comments Sat, 05 Apr 2014 14:56:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60790 LIVETWEETING La cronaca della giornata]]>
URBINO – “Il giornalista nel suo mestiere deve metterci i piedi, il cuore e il cervello:  i piedi perché deve sempre sapere di cosa sta parlando, il cuore perché se non ci metti passione questo lavoro non esiste e il cervello per filtrare il tutto”. A dirlo è Paolo Gambescia, ex direttore dell’Unità, del Mattino e del Messaggero, in una conferenza nell’aula sospesa della facoltà di Sociologia della Carlo Bo. L’incontro si inserisce all’interno di una giornata organizzata dalla scuola di Giornalismo di Urbino nel ricordo del suo fondatore Silvano Rizza e dell’ex allievo Luca Dello Iacovo.

Gambescia ha spiegato il ruolo del giornalista e i principi fondatori della professione, facendo costantemente riferimento a Rizza, “a quello che Silvano avrebbe detto qui oggi”. Rizza avrebbe detto che, indipendentemente dal cambiamento dei mezzi e degli strumenti, il giornalista non dovrebbe mai perdere il suo ruolo di mediatore: “Noi possiamo avere qualsiasi sollecitazione possibile, ma se non abbiamo la possibilità di controllarle e interveniamo solo dando un parere facciamo un’opera superficiale e di mistificazione”. Il riferimento è tutto rivolto al “problema di fondo del giornalismo odierno: la velocità. Perché se siamo scavalcati da un mare di informazioni non possiamo rispettare i passaggi necessari per fare bene il nostro mestiere”.

Nella frenesia dell’informazione online e della rete, i piedi, il cuore e il cervello bastano? E soprattutto, i giornalisti continuano a usarli? La ricetta di Gambescia è semplice e – almeno in apparenza – in contrasto con quanto affermato da Massimo Russo, direttore di Wired Italia, che era intervenuto poco prima. Se secondo Russo dobbiamo avere una visione orizzontale del mondo, Gambescia ribatte “che siamo noi a voler etichettare il mondo come piatto, ma che in realtà non lo è. Il giornalismo non deve perdere la qualità e confonderla con la quantità, deve mantenere le gerarchie, piramidalizzarsi e preoccuparsi di formare eccellenze. I giornali dovrebbero avere meno pagine, i telegiornali meno servizi, ma il tutto dovrebbe essere più denso e filtrato da professionalità”.

Claudio Rizza, Paolo Gambescia, Lella Mazzoli e Mario Tedeschini Lalli nell'Aula sospesa della Carlo Bo

Claudio Rizza, Paolo Gambescia, Lella Mazzoli e Mario Tedeschini Lalli nell’Aula sospesa della Carlo Bo

Dopo queste parole il ricordo di Silvano Rizza diventa sempre più vivo e pregnante. Gambescia racconta di quando era redattore al Messaggero, dove l’allora condirettore Rizza aveva imposto ai giornalisti di consultare il dizionario dei sinonimi e dei contrari. “Ci aveva dato anche un piccolo quaderno azzurro – spiega Gambescia – dove c’erano scritte regole grammaticali, di punteggiatura e molte altre. E anche oggi dovrebbe essere così. Gli allievi che dicono che si può scrivere tutto come fosse un sms o un twitter sono solo asini“. Claudio Rizza, figlio di Silvano e relatore alla conferenza assieme a Gambescia, Lella Mazzoli e Mario Tedeschini Lalli, lo corregge: “Non si chiamano twitter, ma tweet”. Gambescia ride e prosegue spedito tra le fila del suo discorso, dei ricordi “di quasi 50 anni di professione”.

Prima di arrivare al Messaggero Gambescia è stato redattore anche dell’Unità: “Quell’esperienza per me è stata una scuola molto rigida. Il primo servizio mi fu affidato il  3 maggio 1965: dovevo raccontare i Borghetti, la zona lungo il Tevere e l’Aniene dove vivevano alcune famiglie che si volevano costruire una strada da sole, perché il Comune non se ne occupava. Sono stato lì dalla mattina al pomeriggio, ho riempito tre quaderni di appunti mentre il fotografo se ne era andato già da molte ore. Poi sono tornato in redazione e mi hanno detto di scrivere una didascalia. Io quella didascalia l’ho scritta 12 volte”. Un aneddoto che Gambescia riporta per spiegare come, anni fa, i giornalisti vivessero davvero una scalata professionale e formativa: “Nelle redazioni esisteva la figura del trombettiere, colui che era arrivato da poco e per questo non doveva assolutamente scrivere”. Quando la velocità del giornalista non si misurava con quella di Internet ma solo con i gettoni delle cabine telefoniche: “Arrivati sul posto dovevamo subito individuare i telefoni, dovevamo essere i primi a chiamare in redazione e dettare le informazioni”, e secondo Gambescia si faceva un giornalismo migliore.

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Massimo Russo e Luca Tremolada a Urbino: “Il futuro del giornalismo è già arrivato” http://ifg.uniurb.it/2014/04/05/ducato-online/massimo-russo-e-luca-tremolada-a-urbino-il-futuro-del-giornalismo-e-gia-arrivato/60807/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/05/ducato-online/massimo-russo-e-luca-tremolada-a-urbino-il-futuro-del-giornalismo-e-gia-arrivato/60807/#comments Sat, 05 Apr 2014 14:45:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60807 a sinistra Luca Tremolada (Il Sole 24 Ore), accanto Massimo Russo (direttore Wired)

a sinistra Luca Tremolada (Il Sole 24 Ore), al suo fianco Massimo Russo (direttore di Wired)

URBINO – Ci sono un matematico, un programmatore e un giornalista. Non è l’inizio di una barzelletta ma l’assetto di lavoro al quale le redazioni dovranno fare l’abitudine se non vogliono rimanere fuori dalla nuova era del data journalism.

È il messaggio del direttore di Wired Massimo Russo e Luca Tremolada, giornalista del Sole 24 Ore, che questa mattina hanno aperto la giornata di appuntamenti dedicata all’Ifg di Urbino e ai suoi ex allievi.

Un argomento che avrebbe interessato Luca Dello Iacovo, allievo del biennio 2004-2006, scomparso nel dicembre 2013 e ricordato oggi dai suoi colleghi di corso. Luca, che collaborava con l’inserto Nòva del Sole 24 Ore, era un grande appassionato di innovazione anche nel giornalismo.

Nel video: la giornalista Laura Troja legge i ricordi scritti dai compagni di corso di Luca Dello Iacovo.

“La novità che viviamo oggi – ha spiegato Luca Tremolada – sta nella grande disponibilità di dati e nella facilità d’uso di un gran numero di strumenti che permettono di rielaborare le informazioni per renderle fruibili a tutti”. I numeri nel giornalismo ci sono sempre stati, soprattutto nei quotidiani economici: “Al Sole una volta ci chiedevano di mettere una cifra ogni tre righe – ricorda Tremolada – oggi non possiamo farne a meno visto che solo le stesse amministrazioni pubbliche che cominciano a rendere pubblici i propri dati”.

Le redazioni dei grandi gruppi editoriali italiani si stanno gradualmente aprendo al lavoro sui dati: “Il grande fermento – aggiunge Tremolada – arriva anche da una serie di collettivi autonomi, gruppi di bravi giornalisti e programmatori che grazie ai dati sperimentano strade nuove”. Un esempio è il newsgame, videogiochi utilizzati come strumenti per interpretare le notizie, come l’americano DebTetris di David McCandless, che attraverso un videogame spiega il meccanismo dei mutui subprime.

LIVETWEETING – La cronaca della giornata

Emblematici sono stati poi i casi di Wikileaks di Julian Assange e le rivelazioni emerse dai documenti decapitati dall’ex analista della Nsa Edward Snowden. Sono i big data, imponenti quantità di dati e informazioni che nel primo caso in particolare: “Hanno costretto le cinque grandi redazioni che li hanno ricevuti – spiega Tremolada – a elaborare enormi quantità di file pubblicati in una serie di articoli in contemporanea: Assange ha saputo hackerare il sistema giornalistico mondiale sfruttando anche il timore di ogni redazione di ‘prendere un buco’ dagli altri che possedevano i dati”.

“Ci sono state più innovazioni negli ultimi cinque anni che da cinquant’anni a questa parte – ha detto Massimo Russo – siamo e saremo costretti a modificare il nostro modo di produrre le notizie e anche di fruirle, viviamo in un momento storico paragonabile solo al 1775 quando fu inventata la macchina a vapore”.

Una rivoluzione che come è sempre successo nella storia non arriva da dove ce l’aspettiamo: “Non sono gli establishment a portare i cambiamenti, questi arrivano dalla periferia, dagli attori secondari, da chi ha un’idea e fa l’uso migliore della tecnologia”.

Anche il giornalismo dovrà cambiare secondo Massimo Russo, prendendo ad esempio l’evoluzione dell’iOs, il sistema operativo della Apple su iPad e iPhone: “Le interfacce grafiche stanno abbandonando lo scheumorfismo, cioè il richiamo ad oggetti di uso comune associato alle funzioni dell’apparecchio che utilizziamo, come ad esempio la bussola che simula graficamente proprio le vere e proprie bussole. Allo stesso modo, oggi i siti internet dei quotidiani vengono ancora impostati come una “copia digitale” del giornale cartaceo. Sul web, però, il paradigma è diverso”. Nelle redazioni online, insomma, serve più coraggio. “Fare o non fare. Non esiste ‘provare'”. Ha concluso Russo citando il maestro Yoda di Guerre Stellari.

Tutto questo, senza dimenticare i cardini che hanno sempre sostenuto il mestiere del giornalismo: “Silvano Rizza sarebbe stato d’accordo con Giuseppe D’Avanzo, secondo il quale il giornalista scova, ricerca e racconta le notizie. Questo non può cambiare, ma dobbiamo considerare che ci rivolgiamo a un ecosistema dell’abbondanza: non possiamo essere totalmente esaustivi, dobbiamo portare valore nelle cose di cui ci occupiamo. Dimentichiamoci dell’organizzazione gerarchica verticale delle notizie: oggi è roba da giornali cattedratici”.

Un concetto non condiviso da Paolo Gambescia, l’ex direttore dell’Unità, del Mattino e del Messaggero che è intervenuto subito dopo Massimo Russo. “Non possiamo confondere la quantità con la qualità e le gerarchie vanno mantenute. I giornali – ha sostenuto Gambescia –  dovrebbero avere meno pagine, i telegiornali meno servizi, ma il tutto dovrebbe essere più denso e filtrato da professionalità”.

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Ifg, sabato 5 aprile: una giornata in ricordo di Silvano Rizza e Luca Dello Iacovo http://ifg.uniurb.it/2014/04/03/scuola/ifg-sabato-5-aprile-una-giornata-in-ricordo-di-silvano-rizza-e-luca-dello-iacovo/60748/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/03/scuola/ifg-sabato-5-aprile-una-giornata-in-ricordo-di-silvano-rizza-e-luca-dello-iacovo/60748/#comments Thu, 03 Apr 2014 12:51:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60748 URBINO – L’Istituto per la formazione al Giornalismo di Urbino dedica una giornata in ricordo del suo fondatore, Silvano Rizza, e di Luca Dello Iacovo, giovane giornalista ex allievo della scuola scomparso nel dicembre scorso.

Sabato 5 aprile alle 9.30 nell’Aula sospesa del’Università, in via Saffi 5, si terrà un dibattito/confronto sul tema “Data journalism, cultura digitale e innovazione”. Interverranno Massimo Russo, direttore di Wired Italia, Luca Tremolada giornalista del Sole24Ore e gli allievi del biennio 2004-2006 della Scuola. Introdurrà il direttore dell’Ifg Lella Mazzoli.

Alle 11.30, sempre nell’Aula sospesa, parleranno Paolo Gambescia, ex direttore del Messaggero, dell’Unità e del Mattino, che terrà una lectio magistralis intitolata “Il giornalismo di ieri e di oggi” e Mario Tedeschini Lalli, direttore di Ona (Online news association). A introdurli sarà il rettore dell’Università di Urbino e presidente dell’Associazione per la formazione al giornalismo, Stefano Pivato.

Alle 15.30, nella sede dell’Istituto in via della Stazione 62, si terrà una piccola cerimonia durante la quale sarà intitolata a Silvano Rizza l’aula magna e sarà  presentata una borsa di studio a suo nome. Interverranno Claudio Rizza, Lella Mazzoli e Gianni Rossetti, direttore dei corsi e delle testate.

Alle 17 gli ex allievi della Scuola di giornalismo presenteranno l’Associazione Giornalisti Silvano Rizza e contestualmente si apriranno le iscrizioni per l’adesione.

La giornata si chiuderà con una cena sociale che raggrupperà tutti gli ex allievi di 24 anni di attività dell’Ifg.

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