il Ducato » marche multiservizi http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » marche multiservizi http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Un anno di Gambini: il “non politico” promosso (in parte) dalle opposizioni http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/#comments Wed, 06 May 2015 15:51:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73172 PRESIDIO EXPO La Data apre il 20 maggio: ma senza marciapiede]]> Il sindaco Maurizio Gambini

Il sindaco Maurizio Gambini

URBINO – In campagna elettorale si è definito “uomo del fare prestato alla politica”. E in effetti Maurizio Gambini è orgoglioso delle sue origini, come ha ripetuto anche al Ducato durante un faccia a faccia con la redazione al completo. Viene da una famiglia di piccoli agricoltori: sei sorelle e un fratello.

Un “non politico” che però siede in Consiglio comunale dal 1999. Eletto con i Democratici di sinistra, dieci anni dopo ha detto addio al suo partito formando una sua lista civica “Liberi per cambiare”, appoggiata dalle forze che per anni sono state la sua opposizione: Forza Italia e Ncd, ma anche Verdi e Udc. Una rottura in favore dei cittadini, ha sempre detto, contro un Pd che “continua a governare per i suoi interessi”.

Un’indipendenza che lo ha portato l’estate scorsa a essere eletto primo cittadino, abbattendo una delle roccaforti della sinistra, inviolata per quasi settant’anni, dal secondo dopoguerra. Al Ducato aveva detto, ricordando Enrico Mattei, “se diventassi sindaco la mia priorità sarebbe quella di ridare dignità alle forze produttive: commercio, artigianato, agricoltura, giusto peso all’impresa privata”.

Il municipio di Urbino

Il municipio di Urbino

È passato quasi un anno dall’8 giugno, giorno in cui ha vinto il ballottaggio con Maria Clara Muci, candidata del centrosinistra, ed è diventato sindaco. Ora è tempo di primi bilanci.

alcolOrdinanza anti-alcol

Il divieto di bere in piazza è il provvedimento di questa Giunta che più sarà ricordato. È il 16 ottobre quando Gambini firma un’ordinanza, poi diventata regola a gennaio, con con cui si vieta il consumo di alcool in luoghi pubblici e al di fuori dei locali per tre metri. Un provvedimento contro le notti brave del giovedì, voluto per contenere la movida urbinate mal sopportata dagli abitanti del centro storico. Nello specifico: non è possibile far uso di sostanze alcoliche all’aperto e – dalle 20:30 alle 7 – è vietato anche detenerle e trasportarle, pena 100 euro di multa.

Una mossa che ha causato non poche polemiche soprattutto tra i giovani che si sono visti privare della loro libertà. Da subito gli studenti hanno chiesto un tavolo di confronto con la giunta, ma hanno aspettato fino al 4 maggio. La linea del sindaco però non è cambiata: l’ordinanza non si tocca.

Dall’altra parte abitanti e baristi, nonostante il calo delle vendite degli alcolici, si dicono soddisfatti: la città è pulita, anche i bagni pubblici, la notte non si rimane svegli fino all’alba e il venerdì mattina non tocca imbattersi in cocci di vetro e sporcizia.

Ma c’è chi, come M5S e Verdi, ai divieti vuole aggiungere educazione ambientale. Pur riconoscendo la validità dell’ordinanza credono che la sola proibizione non basti a riqualificare la piazza. Contro il degrado del giovedì sera propongono cassonetti per la differenziata che in cambio della bottiglia diano un contributo, ad esempio un buono da spendere nei negozi del centro. Un fare ripreso dai paesi del nord Europa che innesca meccanismi positivi: “Deve esserci un riconoscimento: bisogna capire che l’ecologia è economia”, dice Gianluca Carrabs dei Verdi.

Vittorio_SgarbiRilancio culturale

Vittorio Sgarbi è per molti la vera novità di questa giunta. Con il suo spirito travolgente e spesso irriverente, è riuscito a portare all’ombra dei Torricini mostre capaci di attrarre centinaia di visitatori. Leonardo, Tintoretto, Artemisia Gentileschi, Prospero Fontana sono solo alcuni dei nomi giunti nella città ducale in mostre ed esposizioni. Importante anche l’apertura di un nuovo spazio culturale: la Casa della poesia. Anche se molti urbinati ancora non la conoscono, l’ex museo della città non solo ospiterà iniziative culturali, ma anche un archivio sonoro per ascoltare le voci di 100 poeti.

Per molti cittadini l’assessore a Rivoluzione, cultura e agricoltura è riuscito a sdoganare l’immagine di città rinascimentale e rilanciare Urbino grazie alle attività culturali. “In un periodo morto come Natale, dove la città si svuota, quest’anno abbiamo registrato 26mila presenze: tutto merito della Bella Principessa a Palazzo Ducale”, ha detto Gianluca Carrabs, Verdi. E dopo il periodo natalizio il ciclo di mostre pasquali, con quattro mostre, tra cui i nudi di Mannelli, che hanno creato molte polemiche perché esposti a ridosso della festa cristiana, e quello di Cleopatra.

Anche per il Movimento 5 Stelle la giunta sta lavorando molto in questa direzione, positive le aperture domenicali e le tante mostre giunte in città, ma sono le modalità a essere criticate: “Sgarbi porta gente ma non ha un programma preciso. Cosa lascerà in eredità? Niente. Una scelta personalistica non paga per il futuro”. Una grave pecca, secondo qualcuno, sta nei mancati accordi con gli operatori turistici: brochure fantasma e poca pubblicità, così si erano lamentati al Ducato gli albergatori.

Turisti in piazza Duomo

Turisti in piazza Duomo

Arriva la tassa di soggiorno

Il primo giugno entrerà in vigore la tassa di soggiorno. Sono più di 500 i Comuni che in tutta Italia hanno adottato l’imposta di pernottamento (o la tassa di sbarco).

Un punto su cui Gambini si è contraddetto, visto che aveva dedicato uno dei punti del suo programma elettorale a questo tema: “No alla tassa di soggiorno, che penalizzerebbe ulteriormente il già asfittico turismo urbinate!”.

Per alcuni la tassa è un peso per i turisti che vengono in città, soprattutto per Urbino che non vanta flotte di visitatori. “Non deve essere vista come una rapina, ma come una necessità”, ha detto l’assessore Sgarbi.

Non sono dello stesso parere però gli albergatori: “Positiva solo se il ricavato è investito nel turismo, non per tappare i buchi del bilancio”.

La Data di Urbino

La Data di Urbino

Data e spazi per studenti

L’aveva detto a febbraio al Ducato e così sarà. La Data riaprirà per Expo. Gambini l’aveva promesso anche prima di diventare sindaco: riaprire lo spazio e farlo diventare un luogo di cultura e arte, con l’esposizione di prodotti enogastronomici. Venticinque aziende del territorio venderanno in un “Bistrot” le loro prelibatezze, su modello Eataly.

Alle ex scuderie del duca però potrebbe toccare anche un altro ruolo. Essere la risposta a un altro grande problema della città: spazi ricreativi per gli universitari. Gambini ha aperto uno spiraglio agli studenti che da anni chiedono alle giunte che si susseguono, luoghi adeguati per cultura, arte e divertimento.

Una grande mancanza per una città nota non solo per le sua bellezza rinascimentale, ma anche per essere città-campus. Entro l’estate sarà indetto un bando, Gambini lo ha definito un “concorso di idee”, indirizzato alle associazioni degli studenti.

Galleria della vecchia ferrovia

Galleria della vecchia ferrovia

Viabilità e isolamento

La superstrada Fano–Grosseto e la ferrovia Fano–Urbino, sono le due grandi opere incompiute che riguardano la città ducale e la isolano dal resto del territorio. La prima non è più prioritaria per il ministero delle Infrastrutture. La seconda, inattiva da quasi 30 anni, sarebbe completamente da rifare. Con costi enormi.

Il sindaco si è sempre detto favorevole al ripristino della ferrovia chiusa nel 1987: “E’ un’infrastruttura fondamentale per il territorio, il suo valore, al di là dei costi, non è calcolabile: servizi, lavoro e turismo sono solo alcuni dei vantaggi”. E anche in regione si preoccupano che la ferrovia non cada nel dimenticatoio. Il presidente Gian Mario Spacca ha chiesto al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio la revoca del decreto di dismissione.

Sull’aspetto parcheggi: dal primo giugno entrerà in vigore la nuova ordinanza sulla viabilità del centro storico. Nella riorganizzazione le possibilità di parcheggiare dentro le mura diminuiscono: la sosta massima sarà di un’ora – contro i 40 minuti di attuali – e solo negli stalli, cioè dove i parcheggi sono disegnati (esclusi residenti, invalidi, commercianti che godono di agevolazioni). “Il centro storico deve ritrovare il suo decoro, bisogna limitare traffico e parcheggio e utilizzare le strutture predisposte, come Mercatale e Santa Lucia”.

Compravendita con Marche Multiservizi

L’operazione di compravendita di azioni con Marche Multiservizi

Marche Multiservizi

Il 12 dicembre si è conclusa l’asta pubblica che ha portato alla vendita di azioni per  1 milione e 300mila euro di Marche Multiservizi. Una mossa che ha permesso di chiudere il bilancio con un disavanzo di 1 milione e 700mila euro, rispettando così il patto di stabilità. Per alcuni soldi facili che hanno permesso di chiudere in attivo, ma a scapito della vendita di beni comuni. Una modalità che, come quella della vendita di immobili già fatta in passato, non porta investimenti e prospettive future. C’è chi propone come il M5S di prendere la strada degli acquisti collettivi: un crowdfounding di quote da parte dei cittadini, che diventano azionisti.

Rimane irrisolto il futuro dell’ex rudere Megas: restituito a Marche Multiservizi da Hera. Nei piani del sindaco Maurizio Gambini c’è l’intenzione di vendere l’immobile a un acquirente privato e riqualificare l’area in un centro di servizi. Un’operazione da 750mila euro (in azioni) con cui si prevede anche di risistemare il confinante magazzino comunale inagibile dal nevone del 2012.

Marche Multiservizi – aveva detto il sindaco al Ducatoprenderà in affitto circa 600 mq dei locali con un canone annuo di 140mila euro, per un minimo di 12 anni. Si parla di un investimento da 3 milioni di euro. Con questa operazione risparmieremmo 350mila euro di affitti, evitando così anche ai cittadini il problema di spostarsi in diverse zone della città per recarsi nei vari uffici”.

Intanto qualcosa è stato fatto. Il magazzino comunale adiacente al rudere, danneggiato dal nevone 2012, è stato ristrutturato e messo in sicurezza; a breve gli uffici per i lavori pubblici si trasferiranno lì, con un risparmio di 18mila euro di affitto annuo pagati a un privato.

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Urbino due

Ponte Armellina (noto a tutti come Urbino due) è un quartiere a poco più di 15 chilometri dal centro storico, e che da numerose giunte aspetta di essere riqualificato. Una zona isolata famosa tra gli urbinate per essere centro di delinquenza e spaccio, spesso ignorata, ma che vive nel disagio: case degradate, nessun esercizio commerciale o attività, manca anche il pulmino per i bambini delle elementari, costretti a fare un chilometro a piedi.

Ora il via ai cantieri dovrebbe esserci quest’estate. Con l’ok del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che ha assegnato quattro milioni di euro, l’amministrazione comunale si prepara a risolvere problemi urbanistici: illuminazione, fogne e marciapiedi. Il Comune con l’Erap ha anche deciso per l’acquisto di alcuni immobili, un prezzo tra 9mila e 10mila euro, considerato il loro valore sul mercato tra gli 8-15mila euro.

Il consiglio comunale di Urbino

Il consiglio comunale di Urbino

Le critiche dalle opposizioni

L’impegno di questa giunta è evidente per le altre forze politiche. A partire dalle piccole cose come l’arredo urbano, taglio dell’erba, strade, polizia. Manca però – secondo i consiglieri di opposizione in Consiglio – una strategia sul futuro della città, come il rilancio dell’occupazione, la ripopolamento del centro storico e l’incentivazione del commercio. Insomma: cose positive anche su turismo e cultura, ma manca “una visione integrata”, nelle parole di Federico Scaramucci, segretario del Pd di Urbino.

Una mancanza sottolineata  dal Movimento 5 Stelle è la gestione di Ca’ Lucio. Per il sindaco è importante mantenere la vigilanza e apprezza la conduzione della passata giunta. La discarica è strettamente collegata alla raccolta differenziata: “Il Comune ha interesse perché ci siano più rifiuti (perché in gestione a Marche Multi Servizi, ndr) e quindi non investe nella raccolta differenziata”.

Questo costa agli urbinati 14 euro in più per tonnellata in bolletta, denuncia Emilia Forti, capogruppo pentastellato, a causa del mancato raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, come previsto da legge nazionale. E sulla chiusura, uno degli obiettivi di Gambini è di dismetterla entro fine legislatura, le opposizioni sono scettiche: prima di sette anni non si può chiudere secondo quanto dice il sindaco.

Urbino, piazza Duomo

Urbino, piazza Duomo

In tema di rivalutazione del centro storico, da segnala la vicenda delle “residenze di qualità“, un progetto presentato ma che ha cambiato volto per mancanza di fondi. Il piano “Kit Urbino” doveva mettere a disposizione degli universitari alloggi e stanze decorosi a un prezzo ragionevole: adesso invece sarà dedicato ai turisti. Il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione di alcuni appartamenti e stanze che si trovano al massimo a 200 metri dal centro storico della città.

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Urbino, approvato il bilancio consuntivo 2014. Avanzo di 1,7 milioni http://ifg.uniurb.it/2015/04/29/ducato-notizie-informazione/urbino-approvato-il-bilancio-consuntivo-2014-avanzo-di-17-milioni/73046/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/29/ducato-notizie-informazione/urbino-approvato-il-bilancio-consuntivo-2014-avanzo-di-17-milioni/73046/#comments Wed, 29 Apr 2015 21:58:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73046 [continua a leggere]]]> URBINO – Il Consiglio comunale di Urbino ha approvato il bilancio consuntivo 2014. Con un avanzo di quasi due milioni di euro il bilancio si è chiuso in positivo, rispettando la legge di stabilità. “Entro il 30 aprile i Comuni devono approvare il rendiconto dell’esercizio finanziario 2014 che serve a verificare gli equilibri finanziari, comprensivi di entrate e uscite, che i Comuni sono chiamati a rispettare. Abbiamo un avanzo di amministrazione di un milione e 700 mila euro. Sappiamo che l’anno scorso il Comune ha riversato nelle sue casse gli introiti della vendita delle quote di Marche multiservizi. Per cui l’ammontare che è stato riversato a fine anno ha inciso in modo sostanziale nel complessivo dell’avanzo”, spiega Christian Cangiotti, assessore al Bilancio e alla programmazione.

“Se le cifre sono tutte positive è anche merito dell’amministrazione precedente – ha puntualizzato Maria Clara Muci, Pd ed ex assessore al bilancio.  “L’avanzo non dipende solo dalla vendita delle quote di Marche multiservizi ma anche da quello he abbiamo fatto noi negli anni scorsi; evidentemente abbiamo fatto un buon lavoro. Tuttavia non condivido alcuni tagli che si sono fatti nel sociale”.

Al consigliere dell’opposizione ha risposto Lucia Ciampi, assessore ai Servizi sociali e all’istruzione. “Al sociale non è stato tolto un euro. Alle cifre del bilancio sono sempre connesse le relazioni redatte dal responsabile del servizio. In queste si spiega l’aumento e/o la diminuzione di ogni spesa”.

 

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Caro acqua, bollette più pesanti per ‘colpa’ di investimenti e potabilizzatori http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/caro-acqua-bollette-piu-pesanti-per-colpa-di-investimenti-e-potabilizzatori/69265/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/caro-acqua-bollette-piu-pesanti-per-colpa-di-investimenti-e-potabilizzatori/69265/#comments Fri, 03 Apr 2015 09:03:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69265 LEGGI Servizio idrico, procedure Ue contro Urbino | Acquedotti: il 32% di acqua va persa
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Il depuratore di Gadana

Il depuratore di Gadana

URBINO – Se nella provincia di Pesaro e Urbino l’acqua è tra le più care d’Italia è perché arriva direttamente dai fiumi e non dalle falde sotterranee. I dati sono chiarissmi. Solo il 30 per cento dell’acqua arriva direttamente da sottoterra, dalle falde acquifere. Il resto, più del 70 per cento, proviene invece dai fiumi, soprattutto dal Metauro, ed è quindi acqua non pura che, per diventare potabile, deve essere ripulita. Deve cioè passare per una struttura, chiamata potabilizzatore, che elimina tutte le impurità presenti. E’ quindi questo passaggio obbligato, assieme all’aggiunta del cloro, la principale causa dell’aumento delle bollette nella provincia di Pesaro e Urbino.

Secondo l’indagine pubblicata pochi giorni fa dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva  la nostra provincia è nona a livello nazionale per il costo del servizio idrico. Martedì 25 marzo il Fatto Quotidiano, basandosi su dati di Federconsumatori, ha stilato la classifica delle 10 città in cui l’acqua è diventata un bene costoso. E anche stavolta Urbino e Pesaro rientrano fra le prime 10 città per costo annuo della bolletta.

FOCUS Acquedotti colabrodo: il 32% dell’acqua va persa

La potabilizzazione. Attualmente nella provincia di Pesaro e Urbino ci sono dieci potabilizzatori dei quali otto sono in quella che viene definita dall’Asur, Zona territoriale 2 di Urbino. L’acqua che esce dal rubinetto arriva per buona parte dai fiumi (come il Metauro e il Foglia) e per questa ragione i costi per la produzione di acqua potabile salgono.

“Il processo che rende potabile l’acqua che si preleva dai fiumi è una delle cause che incidono maggiormente sulla tariffa”, sottolinea il responsabile dell’area dell’Autorità di ambito territoriale 1 (Aato 1), Michele Ranocchi. “La maggior parte dell’acqua della provincia è di tipo superficiale che necessita di trattamenti a volte anche molto pesanti e solo un 30 per cento viene prelevata da falde. A livello nazionale le percentuali si invertono. È dimostrabile che in Italia, per comuni con stesso gestore, chi ha le tariffe più alte normalmente preleva più acqua dai fiumi”.

La soluzione per Stefano Gattoni, direttore dell’Aato 1, potrebbe essere quella di riequilibrare l’utilizzo delle risorse idriche “utilizzando maggiormente acqua di falda, il cui costo di potabilizzazione è minore. Così facendo si limiterebbero anche le crisi idriche che colpiscono il territorio quando si hanno periodi con scarse piogge”.

LEGGI Procedure Ue contro Urbino e altri 8 comuni

Gli investimenti. A incidere sul costo della bolletta sono anche gli investimenti che le aziende (Marche Multiservizi e Aset sono le aziende che operano all’interno dell’Aato) effettuano per la manutenzione e l’ammodernamento dei sistemi. Il piano dell’Aato 1 prevede, per quanto riguarda Marche Multiservizi (che serve 55 comuni del territorio compresa Urbino), 30 milioni di investimenti dal 2014 al 2017 che vengono finanziati attraverso le bollette.

Di questi 30 milioni, 7 sono destinati alla bonifica dell’acquedotto ovvero alla riparazione delle falle e all’ammodernamento di strutture ormai vetuste. “Tempo fa una statistica – spiega Gattoni – parlava che in questa provincia sono presenti più di 400 acquedotti”. La lunghezza complessiva delle tubature, utilizzate da Marche Mutliservizi, arriva poco sotto ai 5000 chilometri  che si snodano dalla catena appenninica alla costa (la lunghezza complessiva è di 5600 chilometri considerando anche i 686 gestiti da Aset).

Per fare un confronto possiamo prendere in esame l’acquedotto più lungo d’Europa: l’acquedotto pugliese. La sua rete idrica si allunga per 22.500 chilometri (trenta volte l’estensione del Po) e serve l’intero bacino d’utenza pugliese: quattro milioni di abitanti. I cittadini dei 55 comuni serviti da Marche Multiservizi circa 280mila. Il calcolo è presto fatto: i pugliesi hanno cinque metri di acquedotto a testa. Gli abitanti della provincia di Pesaro e Urbino serviti da Mms, 17.

“Annualmente – racconta Ranocchi – circa la metà degli investimenti sono finalizzati al recupero e potenziamento di vecchi impianti. L’ammontare medio degli investimenti in questi ultimi anni si aggira sui 12 milioni di euro per tutti i comuni della provincia”. Anche se, come ammette il direttore Gattoni “servirebbero più di 100 milioni per sistemare al meglio l’intera rete”.

Dal 2014 e fino al 2017 solo nel comune di Urbino verranno investiti più di 1,6 milioni di euro tra bonifica della rete, depuratori (come quello costruito in località Braccone) e collegamenti fognari. Un esborso che non ha comunque frenato l’aumento di dispersione di acqua della rete arrivato al 32%.

“C’è da considerare che nelle perdite sono compresi anche volumi d’acqua che servono nei trattamenti di potabilizzazione (per esempio la pulizia dei filtri del potabilizzatore). Incide anche la presenza sul territorio ancora di tanti vecchi contatori che normalmente contabilizzano consumi inferiori e la presenza di alcune strutture pubbliche che ne sono ancora sprovviste”.

Quindi all’interno dell’indice di dispersione rientra tutta l’acqua che non viene fatturata. Ma non si tratta solo di tubi rotti o bulloni allentati. Ci sono edifici che hanno ancora contatori vecchi che ‘contano’ male o addirittura non ne hanno. In questi casi  per Marche Multiservizi è impossibile sapere chi ha utilizzato quell’acqua e, di conseguenza, farsela pagare.

Chi fa la tariffa? Secondo l’ingegner Ranocchi dell’Aato i rincari sono da attribuire al nuovo metodo di calcolo introdotto a livello nazionale dall’Autorità per l’energia elettrica, gas e servizi idrici (Aeegsi). L’autorità, contattata telefonicamente da il Ducato, ha risposto che i compiti di Aeegsi si limitano a valutare e verificare la necessità di adeguamento delle tariffe che è lo stesso Aato a proporre in ragione delle esigenze di bilancio, nell’ambito di un tetto massimo ai rincari prefissato.

È quindi l’Aato che in base ai costi che deve sostenere per erogare i servizi – gestione degli impianti, manutenzione, potabilizzazione e depurazione delle acque, previsioni di investimenti – propone un aumento delle tariffe dell’acqua, che viene approvata dall’Ageesi dopo aver verificato che i costi siano effettivamente necessari per la fornitura del servizio idrico.

In tutto questo processo Marche Multiservizi, monitorando la situazione delle strutture in collaborazione con i comuni, stila l’elenco degli interventi che vanno al vaglio dell’Aato per poi essere finanziati in base al criterio di urgenza.

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Servizio idrico, procedure Ue contro Urbino e altri otto Comuni http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/servizio-idrico-procedure-ue-contro-urbino-e-altri-otto-comuni/69592/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/servizio-idrico-procedure-ue-contro-urbino-e-altri-otto-comuni/69592/#comments Fri, 03 Apr 2015 08:38:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69592 [continua a leggere]]]> Depuratore in Via della Stazione, Località Le Conce

Depuratore in Via della Stazione, Località Le Conce

URBINO – Non bastano le perdite di una rete idrica inefficiente. Ci si mette anche l’Unione europea. La Ue ha aperto ben otto procedure di infrazione comunitarie nei confronti di altrettanti Comuni della provincia di Pesaro e Urbino: Mondolfo, Montelabbate, Orciano di Pesaro, San Costanzo, Santa Maria Nuova, Sassoferrato, Pesaro e anche Urbino.

Le pratiche attivate obbligano i Comuni e i gestori del servizio idrico a effettuare investimenti per allinearsi alle direttive europee. Spese che vengono finanziate grazie alle bollette pagate dagli utenti.

LEGGI Caro bolletta, ‘colpa’ di investimenti e potabilizzatori

La procedura che riguarda Urbino è stata aperta nel 2009 (violazione articolo 5 della Direttiva 1991/271/CE) e aggiornata, con nuove infrazioni nel 2014 (articoli 4 e 10). Questo perché non tutte le acque reflue della città, in particolare della zona nord di Urbino, venivano correttamente depurate prima di essere scaricate nel fosso Braccone e da lì nel torrente Apsa e infine nel Foglia (l’infrazione riguarda depuratori che servono più di diecimila abitanti).

FOCUS Acquedotti colabrodo: il 32% dell’acqua va persa

Nel 2006 il Comune aveva iniziato la costruzione di un nuovo depuratore proprio nel fosso del Braccone (a cui si arriva procedendo verso Gadana, svoltando per Pieve di Cagna e prendendo per Ca’ Franzone). Un lavoro che sarebbe dovuto terminare nel 2010, ma che solo adesso sta per essere ultimato (anche per via di una frana che ne ha rallentato la costruzione). Nel frattempo la costruzione del depuratore è passata in mano a Megas, e infine a Marche Multiservizi. La zona nuova di Gadana è stata separata dal resto della città e un piccolo depuratore è stato costruito per servirla.

Già nelle bollette del 2014 l’investimento fatto da Marche Multiservizi incideva sul costo dell’acqua. Per completare i lavori il gestore ha infatti dovuto spendere 1.800.000 euro, addebitati sulle tariffe, come previsto dalla regolamentazione dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) per il finanziamento dell’opera.

Dal piano di investimenti stilato dall’Autorità di ambito territoriale ottimale (Aato) per Marche Multiservizi si conoscono le ultime spese riguardanti il depuratore del Braccone. Nel 2014 è arrivata l’ultima parte di soldi (100.000 euro) per terminare gli interventi di costruzione prima della sua messa in funzione. Altri 190.000 sono stati invece stanziati (sempre nel 2014) per la manutenzione straordinaria delle fognature collegate al depuratore del Braccone. Quest’anno è stato finanziato per oltre 142.000 euro il collegamento di Fontesecca (tratto Varea), mentre nei prossimi due anni (2016 – 2017)  arriveranno altri 350.000 euro per finanziare il collegamento fognario di Gadana.

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Marche Multiservizi punta il dito contro il Consorzio Vallefoglia: “La diga nel 2011 non andava aperta” http://ifg.uniurb.it/2015/02/08/ducato-online/marche-multiservizi-punta-il-dito-contro-il-consorzio-vallefoglia-la-diga-nel-2011-non-andava-aperta/64753/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/08/ducato-online/marche-multiservizi-punta-il-dito-contro-il-consorzio-vallefoglia-la-diga-nel-2011-non-andava-aperta/64753/#comments Sun, 08 Feb 2015 10:29:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64753

Lago di Mercatale

URBINO – “La diga non andava aperta”. I responsabili di Marche Multiservizi hanno ribadito le loro accuse al Consorzio Bonifica Vallefoglia, la società che gestisce la diga di Mercatale, per aver interrotto nel dicembre 2011 il servizio idrico a quattro comuni e aver causato una moria di pesci. È stata questa la testimonianza clou della terza giornata di udienza del processo in corso al tribunale di Urbino contro il direttore del consorzio, Ilario Giacomucci, accusato di danneggiamento e interruzione di servizio di pubblica necessità.

Giacomucci rischia per quei fatti da 6 mesi a 3 anni di reclusione. La vicenda è quella dei disagi del Natale 2011. Il consorzio e Marche Multiservizi collaborano per fornire acqua potabile alle aree dell’entro terra della provincia di Pesaro e Urbino. Ma quell’anno i lavori di manutenzione della diga hanno lasciato Tavoleto, Sassocorvaro, Montecalvo in Foglia e Auditore senz’acqua proprio sotto le feste.

Simona Francolini, al tempo dirigente di Marche Multiservizi, si è presentata in aula per testimoniare: “A ottobre scrissi una prima lettera a Giacomucci per chiedere il posticipo dei lavori di manutenzione. Quell’anno aveva piovuto pochissimo e aprire la diga era rischioso. Giunti a dicembre c’erano state pochissime precipitazioni, per questo continuai a scrivere al consorzio per chiedere un ulteriore posticipo dei lavori. Novemila persone avrebbero rischiato di rimanere senz’acqua e questo avrebbe danneggiato l’immagine e la credibilità dell’azienda che rappresento”.

“Manutenzioni obbligatorie” fu invece la risposta di Giacomucci alla Francolini quando la dirigente di Marche Multiservizi lo contattò per chiedere l’ennesimo rinvio dei lavori.

Aprendo le paratoie, l’acqua nel bacino della diga diminuì ancora di più e quando nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre, con abbondati piogge in corso, il Consorzio cercò di chiudere la diga si rese conto di una rottura degli ingranaggi delle paratoie, che restarono bloccate.

Con la diga aperta l’acqua piovana non si è depositata nel bacino ma è scorsa lungo il letto del fiume Foglia che attraversa la diga del Metauro. Questo ha fatto sì che a valle la formazione del limo è stata tale da impedire ai pesci di respirare e alla popolazione di ricevere il servizio idrico nelle loro abitazioni.

Chiamato a testimoniare il biologo Luca Esposito, consulente della provincia di Pesaro e Urbino ha fatto una stima dei danni relativi alla morte della fauna ittica. “Sono morti circa 1.400 chilogrammi di pesce – ha detto Esposito – alcune specie del fiume Foglia vengono pescate e vendute. Moltiplicando il numero di pesci morti per il loro valore medio di vendita potrei dire che il danno economico si aggira sui 45.000 euro”.

Il giudice ha rinviato il processo: la prossima udienza è prevista nel giugno 2015.

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Il Ducato n. 1 – 6 febbraio 2015 http://ifg.uniurb.it/2015/02/07/ducato/il-ducato-n-1-6-febbraio-2015/65004/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/07/ducato/il-ducato-n-1-6-febbraio-2015/65004/#comments Sat, 07 Feb 2015 15:35:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65004 [continua a leggere]]]> Arriva in edicola il primo numero del nuovo Ducato: nuovi praticanti, ma soprattutto nuova grafica e nuova impostazione per un giornale più moderno e attento alla cronaca locale. Fra i temi trattati: il parcheggio di Santa Lucia è un fallimento del quale nessuno si prende la responsabilità; le azioni Marche Multiservizi vendute per chiudere il bilancio; incassi in ribasso del 10% per i bar del centro a causa dell’ordinanza anti-alcol. Sfogliate il nuovo numero

Il Ducato n. 1 – 6 febbraio 2015


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Aziende: premiata Marche Multiservizi, l’ad: “Cresceremo ancora” http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-notizie-informazione/aziende-premiata-marche-multiservizi-lad-cresceremo-ancora/64691/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-notizie-informazione/aziende-premiata-marche-multiservizi-lad-cresceremo-ancora/64691/#comments Wed, 04 Feb 2015 15:09:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64691 [continua a leggere]]]> URBINO, 4 FEB – “Questo risultato non è una sorpresa,  il 2014 è stato un anno di grandi investimenti e vogliamo migliorare ancora”. L’amministratore delegato di Marche Multiservizi, Mauro Tiviroli, commenta così il risultato ottenuto dall’azienda ai Top Utility Award, il premio assegnato alle eccellenze delle utility italiane di energia, gas, acqua e rifiuti. Marche multiservizi è risultata tra le migliori cinque in ben due classifiche, quella generale (risultato ottenuto per il terzo anno consecutivo) e quella relativa alla sostenibilità.

Secondo Tiviroli, punto di forza dell’azienda è “in primis il grande rapporto che abbiamo con il territorio, non a caso due anni fa vincemmo il primo premio in quell’ambito. Siamo molto attenti all’ambiente e  diamo lavoro a più di mille persone. Per questo siamo così in alto nella classifica sulla sostenibilità, che per noi non va intesa solo dal punto di vista finanziario o economico ma anche sociale e ambientale.”.

Sugli obiettivi per il futuro,  Tiviroli aggiunge che “il piano industriale 2015-2018 prevede l’investimento di 80 milioni negli impianti fognari e di depurazione e nei settori di gas e rifiuti. Li impiegheremo per ammodernare impianti e tecnologia a disposizione dell’azienda, miglioreremo i servizi offerti contenendo al contempo i costi”.

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Aziende: Marche Multiservizi tra le cinque utility migliori d’Italia http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-notizie-informazione/aziende-marche-multiservizi-tra-le-cinque-utility-migliori-ditalia/64651/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-notizie-informazione/aziende-marche-multiservizi-tra-le-cinque-utility-migliori-ditalia/64651/#comments Wed, 04 Feb 2015 12:11:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64651 [continua a leggere]]]> URBINO, 4 FEB – Marche Multiservizi al vertice ai Top Utility Award, un premio dedicato alle 100 grandi realtà italiane che si occupano di energia, acqua, gas e rifiuti. Si è classificata tra le prime cinque posizioni nella classifica assoluta, vinta da Acque Spa, e tra i primi cinque nella classifica dedicata alla sostenibilità, vinto da Hera.

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Urbino, azioni Marche Multiservizi all’asta per chiudere il bilancio del Comune http://ifg.uniurb.it/2015/02/02/ducato-online/urbino-azioni-marche-multiservizi-allasta-per-chiudere-il-bilancio-del-comune/64084/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/02/ducato-online/urbino-azioni-marche-multiservizi-allasta-per-chiudere-il-bilancio-del-comune/64084/#comments Mon, 02 Feb 2015 18:00:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64084 INFOGRAFICA Il Comune di Urbino ha venduto parte delle quote di Marche multiservizi incassando quasi un milione e 300mila euro. Inoltre ora è proprietario dell’immobile ex sede Megas, in via Sasso. L’edificio è stato acquisito in permuta. Il progetto di speculazione edilizia prevede la vendita a un privato che lo ristrutturerà con la sicurezza di affittarlo alla stessa società di servizi e rivenderne un terzo a MegasNet]]> URBINO – Il Comune di Urbino ha incassato quasi un milione e 300mila euro dalla vendita di azioni di Marche multiservizi: soldi freschi per chiudere il bilancio e rispettare il patto di stabilità. L’operazione è stata varata in fretta, all’inizio di novembre, in modo tale da essere conclusa entro la fine del 2014, e comprende anche l’acquisizione del rudere ex Megas. L’edificio era di proprietà della società di servizi e ora è nelle mani del Comune dopo una permuta di un’altra parte del pacchetto azionario. In degrado da anni, sarà oggetto di una speculazione immobiliare che, nelle speranze dell’amministrazione, porterà ulteriori fondi nelle casse comunali.

L’asta. Il 12 dicembre alle 13 si è chiusa l’asta pubblica per la vendita di una parte delle quote possedute dal Comune di Marche multiservizi Spa. L’unica acquirente, Hera Spa, si è aggiudicata le azioni per un totale di 1.293.132,84 euro. Liquidità affluita nelle casse del Comune prima della fine dell’anno. Come prevede la delibera del 6 novembre 2014

La cessione parziale di azioni del valore nominale di Euro 269.684 della partecipazione dell’Ente nella società Marche multiservizi spa possa rappresentare un’entrata di rilievo da destinare a futuri investimenti del Comune e allo stesso tempo possa favorire il rispetto del patto di stabilità per l’anno in corso e parzialmente per l’esercizio successivo

“Non posso dire con certezza che avremmo chiuso il bilancio in pari anche senza l’operazione – ha detto il sindaco Maurizio Gambini – ma avremmo dovuto spingere la regione e la provincia che devono girarci fondi che ancora non ci hanno girato e che però sono a bilancio in questi anni. Certamente avendo avuto queste entrate possiamo fare slittare le altre”.

Il comune di Urbino possedeva il 3,52% delle azioni di Marche multiservizi. Ha deciso di vendere il 2%, in parte con un’asta pubblica per fare cassa subito. Con il bando si fissava la base d’offerta a 7,57 euro ad azione, per un lotto di 170.598 azioni, pari all’1,26% delle quote messe in vendita. Non erano ammesse offerte al ribasso. L’unica società ad aver presentato il plico con la richiesta di acquisto è stata la Hera Spa, che si è aggiudicata le azioni per 7,58 euro l’una.

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La permuta. Il lotto rimanente di quote (lo 0,74%) è stato invece restituito a Marche multiservizi in cambio del rudere ex sede Megas. Nei piani del sindaco Maurizio Gambini l’intenzione di vendere l’immobile a un acquirente privato per riqualificare e trasformare l’area in un centro di servizi. Un’operazione da 750mila euro (in azioni) con cui si prevede anche di risistemare il confinante magazzino comunale inagibile dal nevone del 2012.

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Il rudere ex Megas acquistato in permuta dal Comune di Urbino

Due clausole milionarie, contenute nel testo della delibera, renderebbero appetibile l’affare: Marche multiservizi si è impegnata ad affittarne una parte a un canone annuo di 140mila euro per un minimo di sei più sei anni. Mentre MegasNet ricomprerà un terzo dell’immobile ristrutturato per un milione e mezzo di euro.

I piani sono cambiati? “Ancora non abbiamo deciso la vendita – ha detto il sindaco – stiamo valutando di ristrutturarlo con un investimento proprio e stiamo esaminando delle società che potrebbero finanziare questa ipotesi”. La terza strada potrebbe essere vendere l’edificio e mantenerne una parte per il magazzino e per gli uffici comunali. “Soprattutto ci interessa la zona del seminterrato che è funzionale proprio alla rimessa e al magazzino. Parliamo di quasi 2mila metri quadrati e i locali valgono molto più della spesa. Speriamo in questo modo di aver fatto un’operazione molto vantaggiosa per Urbino. Complessivamente, se raggiungiamo l’obiettivo di valorizzare, i 5mila mq acquistati in grezzo potrebbero avere un valore reale, concreto di 300 euro al metro; questa è la mia stima, una stima non tecnica ma da imprenditore”.

“L’unico errore che ho fatto e di cui mi pento è non aver venduto un ulteriore 1%. Per noi la situazione ideale sarebbe stata rimanere con la quota dello 0.5% e realizzare il massimo profitto economico possibile”. Marche multiservizi, infatti, è una società partecipata; questo vuol dire che per obbligo statutario il 51% delle sue quote deve essere di proprietà pubblica. Il Comune avrebbe quindi potuto vendere un altro 1% (del 3,5% inizialmente posseduto) prima di raggiungere il limite di quote vendibili senza violare il regolamento.

Il 14 settembre 2012, l’allora consigliere comunale Maurizio Gambini aveva firmato un ordine del giorno in cui si richiedeva al sindaco Franco Corbucci di attivarsi per “scongiurare la cessione delle quote di Marche multiservizi da parte della Provincia”.  Secondo Gambini però, le due situazioni sarebbero ben diverse. “La provincia avrebbe venduto per sanare un buco di bilancio senza fare alcun tipo di investimento, privando allo stesso tempo gli altri Comuni della possibilità di alienare le loro quote senza superare il limite del 51% imposto dallo statuto delle società partecipate”.

I voti contrari. Nel consiglio del 6 novembre la proposta è passata con 15 voti favorevoli e 2 contrari. I dubbi di Maria Clara Muci, Pd ed ex assessore al bilancio, scaturiscono proprio dall’ordine del giorno del 14 settembre 2012. Il consigliere, infatti, si chiede: “Perché un’operazione che due anni fa sembrava così sbagliata quest’anno è stata portata avanti dal sindaco, che vi si era opposto fermamente? La manovra, inoltre, non era nelle linee programmatiche del consiglio comunale ed è arrivata all’improvviso. I consiglieri comunali si sono quindi trovati a dover decidere le sorti delle quote in una settimana: la comunicazione del progetto è arrivata venerdì 31 ottobre e si è discussa (e approvata) durante il consiglio di giovedì sei novembre”.

“Serviva un momento di riflessione in più” ha detto la Muci. Ma le sue obiezioni non finiscono qui: “Con questa delibera si perde un pezzo di valore della nostra amministrazione all’interno di una società come Marche multiservizi, che decide e opera su acqua, gas e rifiuti”. Il timore, quindi, è soprattutto quello di perdere, a causa del minor peso azionario, il rappresentante del Comune all’interno del Cda dell’azienda.

Tranne Maricla Muci, però, tutto il Pd ha votato a favore della delibera, nonostante i distinguo come quello di Federico Scaramucci: “Ragazzi, è vero che abbiamo bisogno di soldi, però perdiamo anche un patrimonio che poi è difficile recuperare”.

Per gli stessi motivi ha votato contro anche la pentastellata Emilia Forti: “Mi sembra che svendere delle azioni che sono comunque un capitale è un po’ come vendersi a casa propria il frigorifero per un piatto di pasta. Invece il motivo reale per cui lo si fa è per il patto di stabilità”. Un acquisto che in realtà, secondo il consigliere, impoverirebbe il Comune, privandolo di un bene duraturo a favore di una liquidità immediatamente spendibile.

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Costo dell’acqua, Pesaro e Urbino tra le più care d’Italia http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-online/costo-dellacqua-pesaro-e-urbino-tra-le-piu-care-ditalia/60155/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-online/costo-dellacqua-pesaro-e-urbino-tra-le-piu-care-ditalia/60155/#comments Mon, 24 Mar 2014 17:58:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60155 URBINO – La provincia di Pesaro e Urbino è tra le prime dieci d’Italia dove l’acqua del rubinetto è più ‘salata’. Niente a che fare col sapore, ma con la bolletta sì: il costo medio per famiglia è infatti di 502 euro all’anno. A dirlo è il rapporto dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. Inoltre la nostra regione risulta essere la più cara d’Italia dopo la Toscana: 429 euro annui di media per bolletta. L’indagine, riferita all’anno 2013, ha preso in esame il consumo di 192 metri cubi di acqua di una famiglia tipo di tre persone. Lo studio si riferisce al servizio idrico integrato per uso domestico.

Giovanna Fraternale di Marche Multiservizi, gestore del servizio idrico afferma: “Sono dei dati fuorvianti. Le città che prendono l’acqua da sorgente non devono affrontare i costi di depurazione. La nostra fonte di approvvigionamento sono i fiumi. L’acqua deve, quindi, subire dei processi di potabilizzazione. Inoltre, il consumo medio della nostra provincia è di 120 metri cubi e non di 192 metri cubi”. Il rapporto in effetti prende in esame il costo del servizio, parificando tutti i consumi a 192 metri cubi e moltiplicando per il costo di un metro cubo, diverso per ogni provincia.

In Italia la spesa media si attesta sui 333 euro: la regione meno cara è il Molise con 143 euro. Firenze, Pistoia e Prato sono le città con le tariffe più alte, 542 euro all’anno, mentre Isernia è quella dove si spende di meno, 120 euro. Dal 2007 il costo dell’acqua nelle Marche è aumentato del 58,9%, rispetto ad un incremento su scala nazionale del +43%. Ma fra 2012 e 2013 l’aumento è stato dell’6,5% rispetto al 7,4% del resto del Paese.

Le differenze fra provincia e provincia  in regione arrivano anche a 150 euro: si va dai 502 euro di Pesaro ed Urbino ai 349 di Ascoli Piceno. Unico dato per così dire positivo riguarda la dispersione idrica: nelle Marche va meglio rispetto alla media del Paese, l’acqua sprecata da perdite siamo infatti al 21% di acqua dispersa nel 2012 rispetto al 33% della media nazionale. Ma non nella nostra provincia: a Pesaro- Urbino, infatti, la dispersione si attesta al 34%.

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