il Ducato » mario tedeschini lalli http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » mario tedeschini lalli http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it La cultura viaggia nel web: “Giornalisti, imparate a conoscere la rete e dialogate coi lettori” http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/la-cultura-viaggia-nel-web-giornalisti-imparate-a-conoscere-la-rete-e-dialogate-coi-lettori/72082/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/la-cultura-viaggia-nel-web-giornalisti-imparate-a-conoscere-la-rete-e-dialogate-coi-lettori/72082/#comments Fri, 24 Apr 2015 22:04:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72082 VIDEO Raimo: "Leggere, sì, ma non per moda"]]> IMG_6640URBINO – Luogo comune vuole che il web sia il regno della rapidità, quindi dell’approssimazione. Perfetto per dare notizie al volo, in diretta o quasi, ma inadatto per ragionamenti più approfonditi. Per la cultura e l’analisi invece non c’è niente di meglio del buon vecchio inserto cartaceo, da leggere comodamente in poltrona la domenica o nei momenti di relax, nei quali si può ragionare con calma. Giusto? No. Perché la tecnologia attuale permette di creare sul web un prodotto multidirezionale e più completo, abbattendo le categorizzazioni proprie del giornalismo cartaceo tradizionale. A patto, ovviamente, di conoscerla e padroneggiarla al meglio.

Il filo conduttore dell’incontro “Dov’è la cultura oggi? Il web”, svoltosi al teatro Sanzio di Urbino in occasione del Festival del Giornalismo Culturale 2015 era teso proprio tra la smitizzazione del ‘vecchio’ e la demolizione dei cliché  riguardanti il giornalismo digitale. Con la moderazione dello scrittore Christian Raimo, si sono confrontati su come e in che modo le moderne tecnologie possono dare maggior vigore al giornalismo culturale Mario Tedeschini Lalli, Luca De Biase, Paolo Di Paolo, Cristina Raffa, Beniamino Pagliaro, Nello Avellani, Martin Angioni e Fabio Giglietto.

“Funzione storica del giornalismo culturale era creare una pausa nel giornalismo d’informazione – spiega Tedeschini Lalli, vice responsabile per l’innovazione e lo sviluppo del gruppo L’Espresso – fornendo ‘l’approfondimento’, tra tante virgolette”. Il giornalismo tradizionale ha sempre ragionato per “silos”, ciò categorizzando le notizie: esteri, economia, politica e via dicendo. Per Tedeschini Lalli, la forza del web sta proprio nella possibilità di abbattere questi silos. “Fare giornalismo culturale nell’universo digitale significa creare collegamenti tra i diversi argomenti, col giornalista che diventa un curator, colui che seleziona i diversi argomenti di interesse”.

Per farlo, occorre però conoscere meglio gli strumenti di cui si dispone, in modo da sfruttarli appieno. “La comprensione digitale è entrata pochissimo nelle redazioni culturali e questo è un male – continua Tedeschini Lalli – all’interno delle redazioni deve esserci una cultura ingegneristica, occorrono più giornalisti ingegneri”.

Per sopravvivere al cambiamento il giornalismo deve quindi guardare avanti. Non subire la novità, ma sfruttarla per migliorare il proprio lavoro. “Ci vuole uno sguardo postcontemporaneo – sostiene De Biase, editor di innovazione de Il sole 24 ore e caporedattore dell’inserto Nòva 24 – bisogna guardare oltre i fatti di adesso, capire quali conseguenze avranno. L’intelligenza artificiale sta cambiando il giornalismo, ma non dobbiamo subirlo passivamente. È una questione di atteggiamento mentale, abbiamo i mezzi per imporre le nostre idee. Se una piattaforma non ci piace, possiamo crearne una migliore”.

Esempi pratici ce ne sono tanti. Come News Town, quotidiano online nato subito dopo il terremoto de L’Aquila per raccontare, come spiega Avellani, “la rinascita materiale, culturale e sociale della città. Cerchiamo di raccogliere tutti i dati possibili per dare alla gente le informazioni di cui ha bisogno, raccontando al contempo ciò che succede a L’Aquila”.

O come Good Morning Italia, newsletter che ogni giorno, alle 7:30, invia agli abbonati l’elenco delle principali notizie del giorno, via mail o tramite app. Abbattendo, come piace a Tedeschini Lalli – che infatti ha un abbonamento “a vita” alla newsletter – i famosi silos. “Le riunioni di redazione dei giornali non sono contemporanee – sostiene Beniamino Pagliaro, che di Gmi è uno degli ideatori – hanno ancora la divisione delle notizie per settori. Noi, per ragioni economiche e ideologiche, no. Non è un elemento rilevante, ciò che importa è il contenuto. Mettiamo solo quello che riteniamo importante e, visto che le notizie che diamo generalmente sono tutte sul tg1 delle 20, evidentemente facciamo un buon lavoro”.

Good morning Italia offre un servizio a costi bassissimi. Infatti hanno tutti un secondo lavoro. “Ma non è un problema di soldi – spiega Pagliaro – potrei permettermi di pagare due redattori a tempo pieno, e li pagherei pure bene. Ma poi dovrebbero svegliarsi tutti i giorni alle 5. Preferisco averne 9 part time ma farli svegliare a quell’ora solo una volta a settimana”.

Il web, poi, può rivelarsi un mezzo efficace per lanciare una rivista cartacea. Come hanno fatto quelli di Pagina 99, il cui obiettivo era un giornale di approfondimento che nell’era digitale desse un nuovo senso alla carta. Per fare questo, sono partiti da ciò che più di ogni altra cosa è, nell’immaginario comune, lontano dalla cultura: i social network. “Ancor prima di uscire in edicola o di attivare il sito, abbiamo aperto una piattaforma social – racconta Cristina Raffa – ci pubblicavamo i primi contenuti, in modo da creare i primi spunti. Siamo entrati subito in confidenza con i nostri lettori, rispondevamo ai loro commenti e li tenevamo in considerazione”.

Quello dell’interazione con i lettori è un punto su cui la Raffa insiste molto: “Molti colleghi non capiscono che stare sui social non è un abbassarsi di livello né una perdita di tempo. Il giornalista di oggi si occupa di social e li dirige, dobbiamo essere tutti social media editor”. Sul punto, però, il giornalismo italiano è molto vecchio stile. E non solo quello cartaceo. “Il pubblico televisivo cerca di influire sui programmi che segue – commenta Fabio Giglietto, professore dell’università di Urbino – soprattutto tramite i social. Però le sue istanze sono spesso declassate a rumore e ignorate”.

Non che, in tema di giornalismo culturale, i quotidiani siano così avanti da poter fare a meno di suggerimenti. “Le sezioni culturali dei principali quotidiani – dice Di Paolo, giornalista e scrittore – sono brutte a vedersi e del tutto inefficaci nel contenuto. Basti pensare che non c’è stata nessuna recensione leggibile sull’ultimo film di Nanni Moretti, sembravano tutte estensioni di comunicati stampa. Il loro contenuto non è più spendibile, li leggono solo gli abbonati storici. Ma per abitudine, non per piacere”. La possibilità che la stampa cartacea muoia non spaventa però Di Paolo “Se succederà, potrà comunque rinascere come distillato di ciò che ogni giorno viene scritto sul web. Bisogna smettere di vedere la rete come un luogo dove tutto è uniforme solo perché vi può scrivere chiunque. Le tribune di qualità online si distingueranno, e ciò sarà un vantaggio anche per il cartaceo”.

Foto di Anna Saccoccio e Jacopo Salvadori

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/la-cultura-viaggia-nel-web-giornalisti-imparate-a-conoscere-la-rete-e-dialogate-coi-lettori/72082/feed/ 0
Tedeschini Lalli: “Il giornalismo è digitale. Ha bisogno di integrazione di cervelli” http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/tedeschini-lalli-il-giornalismo-e-digitale-ha-bisogno-di-integrazione-di-cervelli/72039/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/tedeschini-lalli-il-giornalismo-e-digitale-ha-bisogno-di-integrazione-di-cervelli/72039/#comments Fri, 24 Apr 2015 20:25:12 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72039 L’Espresso sull'integrazione delle redazioni giornalistiche e sul futuro della carta stampata: "Questione di costi e ricavi. Non si tratta di 'se' ma di 'quando'". "Le aziende editoriali dovrebbero iniziare a pensare se stesse in termini di piattaforma"]]> Mario Tedeschini Lalli, giornalista dell'Espresso

Mario Tedeschini Lalli, giornalista dell’Espresso

URBINO – Parola d’ordine: integrazione. Di strumenti? Di mezzi comunicativi? Non solo. Integrazione di cervelli. Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile innovazione e sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso e docente di Giornalismo digitale all’Ifg di Urbino, ha parlato a margine del panel “Dov’è la cultura oggi” dedicato all’universo del web. Tanti i temi trattati: dal futuro della carta stampata al ruolo del giornalista come “curator” nell’universo digitale.

Dopo l’incontro dedicato alla carta stampata siamo passati al web. Come sono strutturate oggi le redazioni? C’è integrazione tra i diversi mezzi comunicativi?
“Nelle grandi testate non c’è molta integrazione, o comunque ce n’è poca. La parola d’ordine “integrazione” è quasi vecchia ormai, essendo entrata in voga nel 2005-2006. Il problema adesso non è integrare la carta col web o la televisione col web. Il vero problema è di immaginare di integrare i cervelli, immaginare una produzione giornalistica che sia digitale nella testa e che quindi produca materiali digitali fruibili in tutte le diverse forme. I grandi e piccoli giornali internazionali hanno una piccola squadra che si occupa del giornale di carta, come uno dei tanti prodotti. C’è un’unica redazione che si occupa dei contenuti giornalistici di quella testata, poi i diversi gruppi di lavoro adattano quel dato contenuto nelle diverse forme editoriali. Ciò accade, ad esempio, nel Financial Times dove ci sono dieci giornalisti che prendono parte dei materiali e li confezionano in maniera adeguata per il prodotto cartaceo”.

Secondo lei la carta stampata rappresenta un utilizzo di risorse umane ed economiche eccessivo? Che futuro vede per questo prodotto?
“Beh, non sta a noi decidere se tenere o no in vita il prodotto cartaceo. Basta guardare i numeri: i grandi giornali italiani che all’inizio degli anni ’90 vendevano 600/700 mila copie adesso si trovano a venderne poco più di 200mila. Ci sarà un momento in cui la curva dei ricavi incrocerà quella dei costi e il prodotto non sarà più sostenibile. Non è un se, è una questione di quando. Tuttavia resta uno strumento di ricavo forte e va curato, fatto funzionare e tenuto in forze. Ma, come ho già detto in precedenza, quello cartaceo è soltanto uno dei prodotti che la testata produce. È evidente che, in una redazione dagli esteri, i corrispondenti della testata produrranno un prodotto giornalistico completo, da tradurre poi anche per le pagine del giornale. Fino a che non si arriva ad un’idea di questo genere credo che soffriremo. Ritardiamo il momento nel quale redazione e giornalisti prendono coscienza del fatto che tutto il loro materiale è in realtà già materiale digitale”.

Nel suo intervento ha detto chiaramente che il giornalista culturale, in quanto declinazione di quello digitale, deve essere un “curator”. Quali strumenti deve avere il giornalista per svolgere a pieno il suo ruolo?
“Tutti i giornalisti, tutti i giornali da quando il giornalismo è giornalismo, ovvero dal 1830, hanno svolto questa funzione: riferire ed indicare ciò che altri scrivevano o raccontavano. Il giornalista non solo informa correttamente, ma orienta il cittadino tra i molti flussi informativi che ha di fronte. È una funzione storica. Vi è ancora di più nell’universo digitale, dove tutto ciò è ancora più complesso. Quindi è fondamentale indicare dei percorsi di conoscenza diversi: che si tratti di un semplice link fino ad arrivare a percorsi ben più complessi, che servano a mettere insieme temi complessi in maniera ragionata, oppure far riemergere argomenti vecchi in una chiave attuale”.

Quale potrebbe essere un esempio positivo di giornalismo culturale applicato al web?
“Un esempio eccellente è senz’altro l’esperimento culturale di Maria Popova che con il sito Brain Pickings è riuscita a combinare argomenti e temi diversi, anche da diverse discipline, connettendoli insieme e creando nuove idee fruibili alla massa”.

Dopo il keynote speech di Andy Mitchell al Festival internazionale di Perugia si è sviluppato nuovamente il dibattito sulla reale possibilità di un’alleanza tra Facebook e gli editori. Lei crede che il social network di Mark Zuckerberg si sia già impossessato del mercato, divenendo così l’editore principe del web
“Si e no. La questione è che Facebook è diventato ormai un sinonimo di internet per molte persone. Se Facebook è Internet, questo comporta tutta una serie di problemi, anche di tipo economico. Ad esempio la monetizzazione del traffico o dei dati (non scordiamoci che Facebook è la più grande banca dati mondiale). Se diventa il luogo ineludibile del passaggio di contenuti (e in parte già lo è) evidentemente questo è da un lato un’occasione, ma anche un problema abbastanza serio. Questo discorso non vale solo per Facebook, ma per tutte le grandi piattaforme. Ecco perché a mio avviso le aziende editoriali, entro certi limiti, dovrebbero iniziare a pensare se stesse in termini di piattaforma e interfacciarsi così con il mercato”.

Per concludere, in una battuta: cosa consiglierebbe a un’aspirante giornalista che si affaccia per la prima volta in questo mondo?
“Fallo, non aspettare che qualcuno ti assuma. Voi potete, io quando avevo 20 anni no. Cominciate a fare i giornalisti, misuratevi, provate. È l’unico modo per riuscirci”.

Foto di Jacopo Salvadori e Anna Saccoccio

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/tedeschini-lalli-il-giornalismo-e-digitale-ha-bisogno-di-integrazione-di-cervelli/72039/feed/ 0
Codice etico per i giornali, una app per scegliere i propri paletti, sviluppata dall’Ona http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/codice-etico-per-i-giornali-una-app-per-scegliere-i-propri-paletti-sviluppata-dallona/70898/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/codice-etico-per-i-giornali-una-app-per-scegliere-i-propri-paletti-sviluppata-dallona/70898/#comments Fri, 17 Apr 2015 18:43:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70898 11139685_10205918501189155_1886121479_n

PERUGIA – Immaginate. Scoppia una bomba nel mercato della vostra città. Voi scattate una foto di una donna disperata, coperta di sangue e col vestito a brandelli che le lascia scoperto il seno. Siete disposti a pubblicarla sul vostro sito, o credete che anche in un caso limite come questo quella donna abbia diritto alla sua privacy? Ecco, per sciogliere i vostri dubbi dovreste rifarvi a un codice etico.

L’Ona, Online News Association, sta lavorando a un codice etico ‘fai-da-te’, da pubblicare sul proprio sito d’informazione, testata o blog, che dichiari al pubblico le linee guida editoriali seguite e applicate su quelle pagine.

Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile dell’innovazione e dello sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso, nonché membro italiano dell’Ona, ha lanciato al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia “Do-it-yourself ethical code”, un insieme di materiali per guidare organi d’informazione, testate giornalistiche, singoli giornalisti e cittadini a creare il proprio codice di comportamento per poi pubblicarlo online. “È un progetto che nasce per fare sì che chiunque voglia fare informazione di qualità possa munirsi di regole etiche proprie”, ha spiegato Tedeschini Lalli. Alcune testate straniere, come ad esempio il Guardian, hanno già una pagina in cui espongono i propri valori. In Italia nessun media ha adottato questo modello.

Il percorso da seguire per costruirsi il proprio codice si divise in varie fasi. Bisogna per prima cosa stabilire alcuni postulati non discutibili. Dire la verità, non plagiare il lavoro altrui, non accettare soldi per cambiare le informazioni, correggere i propri errori. Accettarli significa muoversi in un perimetro etico-deontologico ampio ma comunque dai confini precisi. Tracciati questi si passa ad altre due fasi.

  • Stabilire quale tipo di giornalismo offrire al pubblico. Objective o point of view? Uno imparziale che racconta i fatti in modo oggettivo o uno che dispone di un punto di vista preciso. Indipendent or involved? Una testata indipendente o ‘di parte’?
  • Esaminare varie domande etiche e deontologiche, analizzando i pro e i contro di ogni questione al fine di potersi costruire un codice personale. Sono 40 i temi affrontati e spaziano dalla gestione della censura, la protezione dei minori fino alla cura dei virgolettati

Quest’ultima è la fase di personalizzazione vera e propria del codice. Le possibili questioni sono analizzate nello specifico, punto per punto, e attraverso delle domande si cerca di far emergere la posizione specifica della testata sui singoli temi. Nella sezione che riguarda i suicidi, ad esempio, si pone preliminarmente la questione – è giusto pubblicare la notizia di un suicida? –  e si prosegue nel particolare: rilevanza pubblica della persona morta, dinamica della morte (privata o in un luogo pubblico), età del suicida. Immaginando che si tratti di una testata favorevole alla pubblicazione di queste notizie bisogna stabilire la metodologia. La meccanica va raccontata? Oppure è meglio usare la forma asciutta del necrologio, rituale e distaccato?

Sono 40 in tutto i temi affrontati con questo dettaglio, si può capire quanto specifico sarà il codice così stilato.

Per i promotori del progetto Thomas Kent, deputy managing editor della Associated Press, e Jane McDonnell, direttrice Online News Association, il punto è creare un meccanismo generale che possa funzionare per le redazioni di ogni latitudine. Per farlo bisogna immaginare una serie di situazioni ‘limite’ che verrebbero trattate diversamente a seconda della sensibilità culturale del giornalista e del paese in cui vive. È giusto pubblicare una vignetta razzista al centro di una polemica per mostrarne il contenuto ai propri lettori o sarebbe più corretto non farlo? In un’intervista è giusto virgolettare il pensiero condensato dell’intervistato o è meglio riportarlo parola per parola?

Domande a cui non è possibile dare una risposta univoca, ma che possono essere risolte soltanto dopo una mediazione tra la volontà di riportare le notizie, il contesto culturale in cui si lavora e le scelte etiche fatte a monte. Grazie alla nuova App in uscita a settembre, ogni editore e freelance sarà libero di costruirsi il proprio decalogo sulla base delle risposte che lui ritiene corrette e rendere i suoi lettori partecipi.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/codice-etico-per-i-giornali-una-app-per-scegliere-i-propri-paletti-sviluppata-dallona/70898/feed/ 0
Giornalismo, domani lectio magistralis di Paolo Gambescia http://ifg.uniurb.it/2014/04/04/senza-categoria/giornalismo-domani-lectio-magistralis-di-paolo-gambescia/60759/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/04/senza-categoria/giornalismo-domani-lectio-magistralis-di-paolo-gambescia/60759/#comments Fri, 04 Apr 2014 12:11:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60759 [continua a leggere]]]> URBINO – Paolo Gambescia, ex direttore del Messaggero, del Mattino e dell’Unità, sarà a Urbino domani, sabato 5 aprile, per tenere una lectio magistralis dal titolo ‘Giornalismo di ieri e di oggi’ all’interno di una giornata che l’Istituto per la formazione al Giornalismo di Urbino dedica in ricordo del suo fondatore, Silvano Rizza, e di Luca Dello Iacovo, ex allievo della scuola, scomparso nel dicembre scorso.

La giornata avrà inizio alle 9.30 presso l’Aula sospesa dell’Università in Via Saffi 1 5 con i contributi del direttore di Wired, Massimo Russo, e del giornalista del Sole24Ore, Luca Tremolada, sul tema “Data journalism, cultura digitale e innovazione”. Alle 11.30 è previsto l’intervento di Gambescia e in seguito quello del giornalista del Gruppo Espresso e presidente italiano dell’Online News Association, Mario Tedeschini Lalli.

Non potrà invece essere presente, come annunciato in un primo momento, Gian Antonio Stella, giornalista del Corriere della Sera.

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/04/04/senza-categoria/giornalismo-domani-lectio-magistralis-di-paolo-gambescia/60759/feed/ 0
Ifg, sabato 5 aprile: una giornata in ricordo di Silvano Rizza e Luca Dello Iacovo http://ifg.uniurb.it/2014/04/03/scuola/ifg-sabato-5-aprile-una-giornata-in-ricordo-di-silvano-rizza-e-luca-dello-iacovo/60748/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/03/scuola/ifg-sabato-5-aprile-una-giornata-in-ricordo-di-silvano-rizza-e-luca-dello-iacovo/60748/#comments Thu, 03 Apr 2014 12:51:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60748 URBINO – L’Istituto per la formazione al Giornalismo di Urbino dedica una giornata in ricordo del suo fondatore, Silvano Rizza, e di Luca Dello Iacovo, giovane giornalista ex allievo della scuola scomparso nel dicembre scorso.

Sabato 5 aprile alle 9.30 nell’Aula sospesa del’Università, in via Saffi 5, si terrà un dibattito/confronto sul tema “Data journalism, cultura digitale e innovazione”. Interverranno Massimo Russo, direttore di Wired Italia, Luca Tremolada giornalista del Sole24Ore e gli allievi del biennio 2004-2006 della Scuola. Introdurrà il direttore dell’Ifg Lella Mazzoli.

Alle 11.30, sempre nell’Aula sospesa, parleranno Paolo Gambescia, ex direttore del Messaggero, dell’Unità e del Mattino, che terrà una lectio magistralis intitolata “Il giornalismo di ieri e di oggi” e Mario Tedeschini Lalli, direttore di Ona (Online news association). A introdurli sarà il rettore dell’Università di Urbino e presidente dell’Associazione per la formazione al giornalismo, Stefano Pivato.

Alle 15.30, nella sede dell’Istituto in via della Stazione 62, si terrà una piccola cerimonia durante la quale sarà intitolata a Silvano Rizza l’aula magna e sarà  presentata una borsa di studio a suo nome. Interverranno Claudio Rizza, Lella Mazzoli e Gianni Rossetti, direttore dei corsi e delle testate.

Alle 17 gli ex allievi della Scuola di giornalismo presenteranno l’Associazione Giornalisti Silvano Rizza e contestualmente si apriranno le iscrizioni per l’adesione.

La giornata si chiuderà con una cena sociale che raggrupperà tutti gli ex allievi di 24 anni di attività dell’Ifg.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/04/03/scuola/ifg-sabato-5-aprile-una-giornata-in-ricordo-di-silvano-rizza-e-luca-dello-iacovo/60748/feed/ 0
Desiderio o illusione? Dialogo tra giornalisti su “Utopia e tecnologia” http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-online/desiderio-o-illusione-dialogo-tra-giornalisti-su-utopia-e-tecnologia/6874/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-online/desiderio-o-illusione-dialogo-tra-giornalisti-su-utopia-e-tecnologia/6874/#comments Tue, 29 Mar 2011 17:24:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6874 [continua a leggere]]]> URBINO – Come e quanto è legato l’immaginario del mondo moderno, il sogno, o meglio l’utopia, allo sviluppo tecnologico? Sogno o pericolosa illusione? Se ne è parlato oggi al secondo incontro dei “Dialoghi dell’Utopia”, organizzati dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Urbino Carlo Bo. Il professore di Sociologia dei new media Giovanni Boccia Artieri ha moderato l’incontro con i giornalisti Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio3, e Mario Tedeschini Lalli, alla direzione del settore innovazione e sviluppo del Gruppo editoriale L’Espresso. Dal mondo della radiofonia a quello del giornalismo digitale, i due ospiti hanno analizzato il legame tra utopia, progresso e nuove tecnologie.

“La tecnologia è l’anima di ogni utopia – ha spiegato Sinibaldi – perché ogni progresso scientifico nasce da un forte desiderio. Le tecnologie che non si sviluppano nascondono invece una distopia, come ha dimostrato la resistenza all’invenzione del video-telefono, che avrebbe distrutto gran parte dell’intimità”. Dal confronto dell’utopia con il presente e con la possibilità di un futuro migliore nasce il suo legame indissolubile con le tecnologie. “Le utopie tecnologiche – ha proseguito Sinibaldi – sono le più misurabili, ma le utopie in generale sono per loro stessa natura ambigue perché mirano alla perfezione, un obiettivo sbagliato e irraggiungibile”.

A sottolineare la “pericolosa illusione” intrinseca delle utopie è stato Mario Tedeschini Lalli: “Certamente le tecnologie della rete abilitano a un grado maggiore di libertà, ma non certo alla libertà in sè. Non dobbiamo sottovalutare le criticità, i nodi, della rete, anche perché – si chiede in conclusione il giornalista – che succede a tutte quelle persone che sono presenti nel mondo digitale, ma scelgono di rimanere passive? Che cos’è o non è l’informazione giornalistica in questo nuovo mondo?”.

Il prossimo incontro con i “Dialoghi dell’Utopia” sarà martedì 5 aprile in compagnia di Piero del Soldà.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-online/desiderio-o-illusione-dialogo-tra-giornalisti-su-utopia-e-tecnologia/6874/feed/ 0
Utopia e tecnologia, dialogo a Urbino http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/#comments Tue, 29 Mar 2011 11:26:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6861 [continua a leggere]]]> La diretta twitter dall’incontro con i giornalisti Mario Tedeschini Lalli, Marino Sinibaldi e il professore di Sociologia della comunicazione Giovanni Boccia Artieri
di Martina Manfredi

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/feed/ 0
Tecnologia e Utopia, domani nuovo appuntamento con i “Dialoghi” http://ifg.uniurb.it/2011/03/28/ducato-notizie-informazione/i-dialoghi-dellutopia-domani-il-nuovo-appuntamento/6838/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/28/ducato-notizie-informazione/i-dialoghi-dellutopia-domani-il-nuovo-appuntamento/6838/#comments Mon, 28 Mar 2011 16:21:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6838 [continua a leggere]]]> URBINO –  “Il sogno tecnologico”, nel rapporto tra la rivoluzione digitale e sociologia della comunicazione. Si parlerà di questo domani durante il terzo incontro del ciclo “Dialoghi dell’utopia” dal titolo “Utopia e tecnologia”. Alle ore 15, in via Saffi, interverranno Marino Sinibaldi, direttore di Radio Rai3, Mario Tedeschini Lalli, caporedattore, direzione innovazione e sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso e docente dell’Istituto per la formazione al giornalismo, e il professor Giovanni Boccia Artieri, docente di sociologia dei new media nonché presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione di Urbino.

I “Dialoghi dell’Utopia” sono organizzati dal LaRiCa, il Laboratorio di Ricerca di Comunicazione Avanzata del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Linguaggi, Media, Spettacolo, diretto dalla prof.ssa Lella Mazzoli, con l’esclusiva media media partnership di Radio Rai3.

(b.l.)

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2011/03/28/ducato-notizie-informazione/i-dialoghi-dellutopia-domani-il-nuovo-appuntamento/6838/feed/ 0