il Ducato » ministro dei beni culturali http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » ministro dei beni culturali http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Urbino 2019, il Comune si difende: “Avevamo puntato sul Rinascimento” http://ifg.uniurb.it/2014/01/15/ducato-online/urbino-2019-capitale-cultura-europa-rinascimento-cemento/54648/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/15/ducato-online/urbino-2019-capitale-cultura-europa-rinascimento-cemento/54648/#comments Wed, 15 Jan 2014 12:23:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54648 INTERVISTA A CORBUCCI - "Italia 2019 valorizzerà il nostro progetto"
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URBINO-2019URBINO – “Loro volevano il cemento, si aspettavano la costruzione di infrastrutture, mentre noi abbiamo puntato sul concetto di nuovo Rinascimento“: è un vero muro contro muro quello fra Comune di Urbino e i 13 giudici della commissione che hanno bocciato la candidatura della città ducale a capitale europea della Cultura 2019. Il dossier presentato da Urbino ha ricevuto dalla giuria due principali critiche: lo scarso coinvolgimento dei cittadini, sia urbinati che marchigiani, e l’eccessiva quantità di budget dedicata alle operazioni di marketing.

Per quanto riguarda il primo punto, il Comune ha risposto sottolineando che “da circa due anni i cittadini sono costantemente coinvolti nella ricerca delle soluzioni a tutti i problemi tramite tavoli condivisi e dal basso”. Un lavoro che, in una dimensione piccola come quella urbinate, “non aveva bisogno di essere replicato”.

Il budget investito nella candidatura e la percentuale impiegata nella gestione del marketing aprono invece altre questioni. La critica ricevuta dai 13 giudici è il poco coinvolgimento dei privati nella raccolta dei fondi e nella programmazione delle iniziative: “La giuria si aspettava progetti di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, un po’ come sta accadendo per Nuova Porta Santa Lucia – ha spiegato il Comune – ma prima di scrivere il dossier abbiamo analizzato il rapporto Palmer, l’unico studio dedicato alla stesura dei dossier di candidatura a capitale europea della Cultura, e abbiamo visto che la presenza del settore pubblico in tutte le città vincenti era sempre stato tra il 70 e il 90 per cento: quindi Urbino sarebbe stata totalmente in linea”.

L’obiezione della giuria è chiara: la città ideale, quella che ha dato i natali a Raffaello e Bramante, è rimasta troppo ancorata alla sua essenza elitaria. Urbino ha proposto di diventare per il 2019 un crocevia di studiosi e intellettuali di fama mondiale, senza spiegare come concretizzare una tale idea. “I giudici si aspettavano che in città restasse qualcosa di concreto – afferma l’amministrazione comunale – che chiunque arriverà a Urbino dopo il 2019 potrà ancora vedere. Forse pensavano alle metropolitane, agli aeroporti costruiti in altre città”, senza pensare che a Urbino non c’è nemmeno la stazione.

Dopo il viaggio a Roma per la presentazione del Programma Italia 2019 – in cui si chiede che i progetti presentati dalle città candidate a capitale europea della Cultura siano portati avanti nonostante l’espulsione dalla corsa – il sindaco di Urbino Franco Corbucci ha ancora l’agenda ricca di appuntamenti dedicati a Urbino capitale della cultura. Ieri il Programma Italia 2019 è stato presentato in conferenza stampa e seguito da un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, ma il primo cittadino della città ducale dovrà tornare a Roma almeno altre due volte in questo mese: il 24 gennaio per un incontro con il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia e il 30 per un confronto con il ministro dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo Massimo Bray.

Anche Vittorio Sgarbi, in visita a Urbino il 14 gennaio al Teatro Sanzio, per la presentazione del suo nuovo libro, ha commentato l’esclusione di Urbino dal titolo di capitale europea della Cultura 2019 affermando che non era stata valutata la città ma soltanto il progetto.

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Arte e giornalismo: a Pesaro la mostra sulla libertà di stampa http://ifg.uniurb.it/2013/03/03/ducato-online/arte-e-giornalismo-a-pesaro-la-mostra-sulla-liberta-di-stampa/36967/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/03/ducato-online/arte-e-giornalismo-a-pesaro-la-mostra-sulla-liberta-di-stampa/36967/#comments Sun, 03 Mar 2013 15:54:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=36967 PESARO – Storie raccontate attraverso il tocco di un pennello, idee che si trasformano in colori. È quello che si vede appena varcata la porta della sala Laurana di palazzo Ducale, sede della prefettura di Pesaro e Urbino, dove fa tappa Omaggio dell’arte alla libertà di espressione, l’esposizione di opere contemporanee curata dell’Ordine dei giornalisti delle Marche. Sessanta tra i più importanti artisti marchigiani e non hanno prestato il loro estro per la realizzazione di questa mostra che ha fatto il giro della regione, arrivando fino alla capitale.

È partita da Caldarola a settembre 2011 proseguendo ad Ascoli Piceno, Jesi, Fermo, Ancona, Fabriano, San Benedetto del Tronto, per poi andare a Roma e ritornare nuovamente in territorio marchigiano, a Pesaro. Il prefetto di Pesaro e Urbino Attilio Visconti ha accolto con interesse la richiesta dell’Ordine di poter esporre la mostra nella sala Laurana di palazzo Ducale: “Sono molto orgoglioso di aver dato la disponibilità di allestire qui quest’esposizione, mi auguro che anche altre città, non solo marchigiane, possano godere di questo spettacolo.”

E così è stato lo scorso mese. L’appuntamento nella Biblioteca Centrale di Roma ha dato alla mostra un contenuto in più sia per  la selezione di articoli di giornali censurati di diverse epoche affiancati alle opere d’arte, sia per l’apprezzamento ricevuto dal ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi tanto da chiederne la proroga della programmazione di due settimane.

Arte e giornalismo, astrazione e realtà. Due mondi che sembrano non avere niente in comune ma che convivono nelle opere degli artisti contemporanei che hanno aderito a questa iniziativa con l’intento di offrire uno spunto di riflessione su un tema per niente scontato come quello della libertà di stampa.

Le sessanta opere, esposte lungo le pareti della sala Laurana, offrono ad uno sguardo rapido una  moltitudine di colori, schizzi e ritratti. Guardando più attentamente si scoprono invece sfaccettature differenti del significato di libertà di stampa.

Gianni Rossetti, ideatore della mostra e direttore della scuola di giornalismo di Urbino, l’ha definita “particolarissima e unica nel suo genere, contiene opere esclusive fatte appositamente per questo tema. Mentre noi giornalisti siamo relegati alla verità sostanziale dei fatti, l’artista non ha vincoli quindi è curioso vedere come concepiscono la libertà di stampa.”

C’è chi, come  Kristina Kanaan, dietro una tela nasconde una storia personale e racconta la prigionia del padre giornalista, chi invece come Alessandro Marcucci Pinoli, proprio su quella tela ci scrive una poesia a penna, lasciandocela li attacca, in equilibrio. Oppure c’è chi è figlio d’arte: Josè Van Roy Dalì re-interpreta la sua libertà di stampa come un barca a vela fatta di bottiglie e giornali. Tra i lavori esposti c’è anche il bozzetto definitivo di Allegoria sul mondo dei giornali di Luigi Eugenio Vigevano. L’opera originale, grande oltre 5 metri (140×520 cm), è esposta nella sede del consiglio nazionale Ordine dei giornalisti di Roma.

All’inaugurazione è intervenuto il presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche Dario Gattafoni: “Il tema scelto è un argomento molto sensibile. In questo momento, in Italia, il diritto all’informazione, malgrado ci siano leggi che lo garantiscono, viene spesso messo in discussione. Ultimamente si parla di abolizione dell’Ordine senza pensare che questo ultimo qualifica e consacra una categoria di professionisti che hanno diritti e doveri da rispettare. Abolirlo – continua Gattafoni-  significherebbe distruggere la libertà d’informazione. In questa mostra è condensato l’urlo  degli artisti marchigiani per l’affermazione della libertà di espressione. Loro hanno uno strumento in più per indurre a riflettere su questo tema.”

La mostra, presentata sabato 2 marzo, rimarrà nel palazzo Ducale di Pesaro (Piazza del popolo) fino al 16 e sarà visitabile tutti i giorni dalle 17 alle 20 (ingresso libero).

 

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