il Ducato » moda http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » moda http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Rischio crolli da palazzo Genga, transennata Via Bramante a Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/03/01/ducato-notizie-informazione/rischio-crolli-da-palazzo-genga-transennata-via-bramante-a-urbino/58108/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/01/ducato-notizie-informazione/rischio-crolli-da-palazzo-genga-transennata-via-bramante-a-urbino/58108/#comments Sat, 01 Mar 2014 12:19:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58108 [continua a leggere]]]> viabramante3

URBINO – Vigili del Fuoco e Polizia Locale hanno transennato stamattina parte di Via Bramante a causa della pericolosità del palazzo Genga, ex sede della facoltà di Design e discipline della moda dell’Università di Urbino. Secondo alcune segnalazioni arrivate in mattinata al Comune, c’e rischio che si verifichino dei crolli dal muro che dà sulla strada. Nei giorni precedenti alcuni pezzi di muro erano già caduti su via Bramante e, per alcuni abitanti e negozianti, il rischio sussiste anche da prima del nevone del 2012.

Ora il Comune avviserà i proprietari che dovranno iniziare i lavori di ristrutturazione il prima possibile essendo via Bramante una delle più trafficate della città e zona di alcune scuole elementari.

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Un salto nel passato: la moda vintage è nel centro di Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/un-salto-nel-passato-la-moda-vintage-e-nel-centro-di-urbino/55859/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/un-salto-nel-passato-la-moda-vintage-e-nel-centro-di-urbino/55859/#comments Tue, 28 Jan 2014 14:19:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55859 URBINO – Una veletta verde dagli anni ’50, scialli di pura seta degli anni ’70, i pizzi degli anni ’40: la moda vintage vive nel cuore di Urbino, nelle stanze del collegio Raffaello, dove resterà in mostra fino al 16 febbraio. “Sono pezzi di alta sartoria saltati fuori da vecchi bauli e antichi armadi di una nobile famiglia del Montefeltro, i Lucchetti, parenti di mio marito –  spiega l’organizzatrice  Anna Maria Lucarelli – e che, con la loro bellezza senza tempo, mi hanno stregata al punto da far diventare un semplice hobby, una vera e propria passione”.

Ci sono camicette di pizzo e seta, “mutandoni” degli anni ’30, le prime calze autoreggenti “che allora erano qualcosa di straordinario e inusuale”, guanti ricamati e anche una lampada degli anni ’20. Un’esposizione che attraversa tutti i decenni del Novecento e che è stata possibile grazie all’attenzione di zie, nonne e bisnonne che hanno conservato gelosamente quei vestiti, firmati Mattiolo, Dior, Cardin e realizzati nelle migliori sartorie delle grandi città italiane, da Firenze a Roma, a Bologna.

“Non essendo un’esperta di moda – racconta Anna Maria, che lavora alla Curia – mi sono affidata alle foto delle zie e della nonna per stabilire l’anno in cui avevano indossato quei vestiti. Mi ricordo che la zia raccontava sempre di aver indossato il vestito nero per andare a vedere il concerto dei Beatles a Milano nel 1965 e che invece metteva il tailleur per giocare a canasta e a ramino con le amiche”.

In un angolo c’è un abito da sposa degli anni ’70, con le maniche ondulate e un inserto ricamato sulle spalle: “C’è anche una sottoveste di pura seta, di quelle destinate alla prima notte di nozze, che probabilmente nessuno ha mai indossato, ma è stata tramandata di baule in baule, di generazione in generazione”.

A terra, due ombrelli da teatro, con richiami floreali e pizzo rosso. Il manico, in argento, intagliato e impreziosito da applicazioni luccicanti: “Con quello – spiega Anna Maria Lucarelli, indicando l’ombrello con il pizzo rosso- la zia è andata al teatro La Fenice di Venezia”. Appoggiato sull’ombrello, un boa di marabou rosso fuoco che fa il paio con un gemello fucsia dall’altra parte della stanza.

“Stiamo organizzando una sfilata in collaborazione con i ragazzi che frequentano il corso di parrucchieri attraverso il Centro per l’impiego di Urbino – spiega Anna Maria – così loro si potranno esercitare nelle acconciature delle varie epoche e io potrò comporre una giuria speciale formata da signore un po’ più anziane che giudicheranno i vestiti”.

Poi, l’ultima parte dell’esposizione, quella che non viene dai bauli ma che Anna Maria ha curato autonomamente raccogliendo pezzi qua e là: “Questi sono i vestiti da discoteca degli anni ’70 e ’80 – spiega – ci sono i primi materiali acrilici, i pantaloni alla zuava, i tessuti traslucidi: ricordano mondi e atmosfere lontani, diversi, che cerco a mio modo di far rivivere anche nei ricordi di chi viene a visitare la mostra”.

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L’alpaca, un animale insolito per business promettenti http://ifg.uniurb.it/2012/03/11/ducato-online/lalpaca-un-animale-insolito-per-business-promettenti/27561/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/11/ducato-online/lalpaca-un-animale-insolito-per-business-promettenti/27561/#comments Sun, 11 Mar 2012 11:06:45 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27561 URBINO – “Bibi, Antony, Benjamin!”. Al suono della voce di Noemi qualcosa si muove nella casa di legno. Una testolina su un lunghissimo collo sbuca dalla porta. Bibi si sporge per vedere cosa succede e, uno per volta, gli altri lo seguono. Timidamente gli alpaca escono allo scoperto e restano immobili, fissando i visitatori con gli occhi spalancati. Non siamo in Perù, ma nella prima campagna urbinate. Ed è proprio qui, all’allevamento Alpaca della Foglia di Noemi Gambini, che si trova la sede della SIA, la Società Italiana Alpaca. L’alpaca, animale delle Ande, è un lontano parente del cammello; è simile al lama, ma più piccolo. Il suo manto è morbidissimo: merito di una fibra fine e pregiata, cinque volte più calda della lana di pecora e più preziosa del cachemire.

Noemi ha iniziato per caso tre anni fa, quando cercando delle caprette da lana si è imbattuta nelle foto degli alpaca. Impossibile resistere. Ora ha quattordici esemplari; alcuni li ha venduti in Svizzera, a maggio ne nasceranno altri due. Insieme ad altri soci SIA, ha prodotto un filato che definisce un esperimento: “La qualità non è esattamente quella che ci aspettavamo. La fibra dell’alpaca è ottima, ma è necessario del lavoro per ottenere un risultato migliore”. In più ci sono i problemi legati a quantità e omogeneità: l’industria accetta quantitativi minimi di cento chili di lana grezza, uniforme per colore e finezza. Attualmente, nessun allevamento italiano è in grado di rispondere a questi requisiti.

Un vero peccato, perché le aziende che producono maglieria e tessuti in Italia, e nel territorio marchigiano in particolare, abbondano. E la richiesta di tessuti pregiati è elevata. “I prodotti in alpaca appartengono a un mercato di fascia alta, per il quale la crisi non esiste”, afferma il Presidente della SIA Cristiano Bianchi. “Abbiamo già diversi contatti. Ad esempio, un’industria che produce articoli per lo stilista Salvatore Ferragamo è pronta ad acquistare cinquecento chili di fibra. Ma noi non li abbiamo”.

Così le aziende italiane importano dall’estero -Perù, Australia e Nuova Zelanda i primi produttori- ventotto milioni di euro di fibra di alpaca all’anno, cifra che colloca l’Italia al primo posto al mondo per valore di fibra di alpaca importata. Se solo trovassero la materia prima sul territorio si abbatterebbero i costi di trasporto, incentivando le produzioni locali. Per questo è nata la Società Italiana Alpaca: “La disinformazione è l’ostacolo principale allo sviluppo di un approccio professionale”, spiega Bianchi. “Diffondiamo protocolli di miglioramento genetico dell’animale, consigliando e talvolta imponendo ai soci analisi della fibra, screening del gregge, programmi di accoppiamenti selezionati. Solo in questo modo i nostri soci potranno trasformare quello che oggi è un hobby in un business con enormi potenzialità”.

Dello stesso parere Noemi, determinata a fare dell’attività di allevamento degli alpaca il suo lavoro. Oggi si occupa anche dell’azienda agricola di famiglia, ma sta progettando un’accurata selezione dei suoi animali per ottenere un gregge di colore grigio dalla fibra finissima. Ma quali sono i costi? “Una femmina può partire dai duemila euro, ma il prezzo varia molto a seconda del colore e della qualità. In più, si valutano pedigree e riconoscimenti: il vincitore del campionato italiano di alpaca avrà un valore economico molto elevato”. Mai come il più famoso stallone d’America, venduto all’asta in Ohio per seicentocinquantamila dollari. Cifra da primato, ma non così lontana dal costo dei maschi di alpaca negli Stati Uniti. Il principale guadagno per gli allevatori di alpaca infatti deriva dalla vendita degli animali stessi, e solo secondariamente dalla fibra, per quanto remunerativa.

La sorpresa è che l’alpaca non viene venduto solo ad altri allevatori. “Spesso gli agriturismi scelgono di acquistarne qualcuno, ma anche diverse famiglie le comprano per tenerle in giardino”, racconta Noemi. Intelligenti e docili, gli alpaca vengono utilizzati anche nella pet therapy, o semplicemente come animali di compagnia. Al posto, o insieme, ai più tradizionali cani e gatti.

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Università: rettore chiede la deroga per il corso di Moda, no del Ministero http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/universita-rettore-chiede-deroga-per-moda-no-del-ministero/6854/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/universita-rettore-chiede-deroga-per-moda-no-del-ministero/6854/#comments Tue, 29 Mar 2011 12:00:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6854 URBINO – Il Rettore Stefano Pivato ha chiesto una deroga per attivare comunque il Corso di Laurea in Design e discipline della Moda, anche senza il numero minimo di docenti, ma il Ministero non ha accolto la proposta. Durante l’incontro, questa mattina, con una delegazione di tre studenti, il rettore ha dichiarato di aver fatto il possibile: ““Non ci divertiamo a tagliare, la richiesta è stata inoltrata verbalmente, ma di fronte al rifiuto ministeriale non potevamo fare altro che prenderne atto”. A febbraio il Consiglio del corso di laurea in Moda aveva criticato il Rettore, colpevole, a suo avviso, di non aver inoltrato la richiesta al Ministero, con l’obiettivo di far partire i corsi senza la necessità di raggiungere il numero minimo di docenza.

Per alcuni corsi di laurea – come professioni sanitarie, servizio sociale, scienze motorie, mediazione linguistica – il decreto ministeriale n.17 del 22 settembre 2010 consente, infatti, di chiedere l’apertura anche senza la presenza di 12 docenti strutturati, ovvero i requisiti minimi di docenza. Un numero di cui non dispone il corso di Moda di Urbino.

Il Consiglio di Facoltà di Lettere aveva così deciso per la chiusura, poi ratificata in Senato Accademico. La scelta non è stata condivisa dai docenti del corso di Moda, né dagli studenti, i quali hanno organizzato un’assemblea per esporre le ragioni della protesta. “Rispettiamo da tempo le richieste ministeriali – ha ricordato Galliano Crinella, presidente del corso di laurea – e la nostra esperienza ci consente forti legami con il territorio e con le aziende. Molti ragazzi vengono assunti prima di terminare gli studi”. Critica anche Francesca Bonanni, studente del terzo anno e delegata come rappresentante degli studenti: “E’ assurdo chiudere un corso che attira studenti non solo dall’Italia, ma anche dall’estero. Moda può e deve avere un ruolo essenziale nel processo di internazionalizzazione dell’Università di Urbino”.

Crinella ha inoltre ricordato come Urbino sia l’unica sede universitaria nelle Marche ad aver programmato un corso di Moda: “Gli Atenei dovranno riformulare l’offerta formativa su base regionale: non comprendiamo perché vengano attivati doppioni come Giurisprudenza e Scienze Politiche, mentre si decide sulla nostra chiusura”.

Anche la Cna, Federmoda e diverse scuole secondarie, come l’Istituto Superiore Statale di Urbania, si sono attivate per non chiudere il corso, ricordando come sia essenziale in questo settore il contributo di insegnanti non accademici, da impiegare nelle discipline pratiche e in quelle legate all’utilizzo dei laboratori. A questo punto non resta che cercare strade diverse. Il Senato aveva pensato alla creazione di un Master, ma gli studenti non ritengono che questa sia la soluzione adatta: “Master e corsi di alta formazione richiedono lauree e conoscenze preliminari: difficilmente un giovane che si è laureato in un altro Ateneo sceglierà Urbino per proseguire i propri studi” ricorda Andrea Silla, studente del secondo anno. Senza dimenticare i costi elevati, che le famiglie non sempre riescono a sopportare.

Per cercare soluzioni diverse è stato organizzato dagli studenti un nuovo incontro, nel quale sarà presente anche il Rettore.

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Università, Pivato: “Se non arrivano fondi, altri corsi a rischio” http://ifg.uniurb.it/2011/03/22/ducato-online/universita-pivato-se-non-arrivano-fondi-altri-corsi-a-rischio/6384/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/22/ducato-online/universita-pivato-se-non-arrivano-fondi-altri-corsi-a-rischio/6384/#comments Tue, 22 Mar 2011 18:16:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6384 [continua a leggere]]]>

Il rettore Stefano Pivato

URBINO – “Dopo Moda ed Editis, altri corsi di Laurea potrebbero essere a rischio chiusura a partire dal 2012″. Lo ha detto a “Il Ducato” il rettore dell’Università di Urbino, Stefano Pivato, al termine della riunione del Senato Accademico.

L’offerta formativa potrebbe essere ridimensionata sia per i tagli al fondo di finanziamento ordinario previsti dalla riforma Gelmini sia per il blocco delle assunzioni imposto agli atenei poco viruosi: quelli, cioè, che spendono più del 90% dei finanziamenti statali per il personale.

Secondo le stime della Cgil, inoltre, nei prossimi anni il 50% dei professori ordinari e il 25% di associati e ricercatori andrà in pensione senza essere rimpiazzati.

In questo modo, il taglio dei corsi di Laurea ritenuti superflui e scarsamente produttivi potrebbe concretizzarsi a causa dell’assenza di personale docente: sono 12, infatti, i docenti necessari per mantenere un corso di Laurea triennale; 8 per un corso di Laurea magistrale.

“Si tratta – ha specificato il rettore – di una situazione che accomuna tutte le università italiane. Il nostro obiettivo è adeguarci alle nuove normative, tenendo sempre presente la nostra tradizione”

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Università, Urbino taglia: via Moda ed Editis http://ifg.uniurb.it/2011/03/10/ducato-notizie-informazione/universita-urbino-taglia-via-moda-e-editis/5906/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/10/ducato-notizie-informazione/universita-urbino-taglia-via-moda-e-editis/5906/#comments Thu, 10 Mar 2011 18:08:55 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=5906 [continua a leggere]]]> URBINO – Chiudono Edits (editoria, informazione, sistemi documentari) e Moda. Filosofia sarà un curriculum del corso di laurea in Lettere. Sono solo alcune delle novità dell’offerta formativa dell’Università di Urbino, costretto a eliminare due corsi dopo i tagli della riforma Gelmini e a “rimaneggiare” in diverse facoltà per contenere i costi. I due corsi eliminati saranno probabilmente trasformati in master. Per Moda è in programma già domani un incontro con gli imprenditori della zona per definire un’intesa.

“Siamo stati obbligati a rivedere l’offerta formativa, ma abbbiamo posto attenzione alla formazione con i curricula al posto dei corsi di laurea”, ha spiegato il rettore alla conferenza stampa. Solo a fine marzo si saprà in dettaglio come cambierà l’offerta formativa.

Durante l’incontro con i giornalisti hanno preso la parola anche i giovani di Assemblea permanente. Rafael Campagnoli e Rocco Stasi, membri del collettivo, hanno accusato Rettore e Sindaco di non avere fatto abbastanza per evitare che il decreto Gelmini diventasse legge e di non aver mai “interpellato gli studenti che vengono a conoscenza dei cambiamenti dalle conferenze stampa”

Il Prorettore Massimo Baldacci ha ribattuto di aver fatto tutto il possibile anche a Roma, ma di essere stato  “Zittito dall’Onorevole Valentina Aprea (Pdl)”.  Amaro anche il commento del sindaco Franco Corbucci: “Ci sono battaglie che si vincono e battaglie che si perdono”. corbucci rafael Rocco Prorettore Rettore Pivato

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