il Ducato » monte ardizio http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » monte ardizio http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Frana Monte Ardizio: un’ordinanza sblocca i fondi regionali http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/frana-monte-ardizio-arriva-lordinanza-che-sblocca-i-fondi-regionali/49319/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/frana-monte-ardizio-arriva-lordinanza-che-sblocca-i-fondi-regionali/49319/#comments Wed, 29 May 2013 20:52:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49319

La frana del Monte Ardizio

URBINO – Franco Gabrielli, capo del dipartimento della Protezione civile nazionale,  ha finalmente emesso l’ordinanza che permetterà alla Regione di sbloccare i fondi  necessari per riparare i danni causati dalle eccezionali precipitazioni verificatesi in provincia di Pesaro e Urbino questa primavera, in particolare quelli provocati dalla frana dell’Ardizio a marzo 2013. Ad annunciarlo il presidente della regione Marche, Gian Mario Spacca.

Dopo le ingenti piogge di questo inverno e i danni provocati dalla frana la strada Statale 16 che collega Fano e Pesaro è rimasta chiusa per quasi un mese, causando gravi intralci alla circolazione. Grazie all’ordinanza la Regione potrà effettuare immediati interventi d’urgenza su quella che il governatore Spacca ha definito “un’arteria di fondamentale importanza nel tratto che collega le due città più grandi di tutta la Regione, dopo Ancona”.

L’ordinanza individua il presidente della provincia di Pesaro e Urbino, Matteo Ricci, quale commissario delegato, che dovrà predisporre un piano d’azione – da sottoporre all’approvazione del capo del dipartimento della Protezione civile nazionale – ed erogherà i contributi previsti. Il piano deve contenere gli interventi realizzati dagli enti locali nella fase di prima emergenza, le attività poste in essere, anche in termini di somma urgenza, inerenti alla messa in sicurezza delle aree interessate dagli eventi calamitosi, gli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o cose.

I contributi previsti saranno erogati agli enti locali dopo la rendicontazione delle spese sostenute e l’attestazione del nesso di causalità tra l’evento calamitoso e il danno subito. Il commissario delegato, anche avvalendosi dei sindaci, è autorizzato a disporre, mediante apposite convenzioni, l’alloggio in alberghi, se non è stata possibile l’autonoma sistemazione abitativa.

Ma come sottolineato più volte da geologi e autorità della provincia, l’urgenza non basta: occorrono interventi definitivi di messa in sicurezza del versante a monte. A questo proposito conclude Spacca nel suo messaggio su Facebook: “Su questo abbiamo sollecitato e sollecitiamo con grande determinazione, insieme alla provincia di Pesaro, l’intervento dell’Anas su cui ricade la competenza della strada”.

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Frane: le Marche al primo posto per indice di franosità http://ifg.uniurb.it/2013/05/12/ducato-online/frane-le-marche-al-primo-posto-per-indice-di-franosita/46408/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/12/ducato-online/frane-le-marche-al-primo-posto-per-indice-di-franosita/46408/#comments Sun, 12 May 2013 17:00:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=46408 Ducato in edicola, dedicato alla "Terra nostra" LEGGI E SFOGLIA Il Ducato in edicola]]> URBINO – Ormai è chiaro, le Marche sono “la regione delle frane”. Ad attribuirle l’infelice primato è stata la Coldiretti che, con i suoi dati, ha lanciato l’allarme: le Marche sono la regione con il più alto indice di franosità di tutto il Paese, quasi il 20% di tutta la superficie regionale è a rischio frane. Il Progetto Iffi (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), realizzato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dalle Province Autonome, ha fornito in questo senso un quadro tutt’altro che rassicurante.

L’inventario ha censito a oggi oltre 42.522 fenomeni franosi in tutta la Regione, 17 mila dei quali solo nel pesarese. In pratica, Pesaro e Urbino presentano, da sole, quasi la metà dei fenomeni di dissesto idrogeologico di tutte le province marchigiane.

La carta dell’indice di franosità del Paese

La stagione autunnale appena trascorsa non è stata certamente delle migliori, caratterizzata da precipitazioni ben al di sopra della media su tutto il territorio provinciale, con il mese di marzo che ha registrato il record di 21 giorni di pioggia su 31. Tale situazione ha favorito una forte saturazione del suolo, provocando numerosi dissesti su tutto il territorio provinciale e un generale innalzamento dei livelli d’acqua e ciò ha dato il via ai fenomeni di piena.

In molti casi, ad accelerare il corso degli eventi, subentra anche l’opera dell’uomo, colpevole di un consumo sconsiderato del suolo naturale. Le frane segnalate, infatti, si sono sì verificate in seguito a precipitazioni abbondanti ma, tuttavia, molti degli smottamenti sono avvenuti durante giorni di pioggia scarsa o addirittura assente. Non a caso la Coldiretti ha accusato le istituzioni per la pessima gestione del suolo pubblico, affermando che “sulle frane ha pesato la scomparsa di quasi 300mila ettari di terreni agricoli, di cui 55mila negli ultimi quattro anni”. In pratica, un terzo dell’intero territorio regionale che una volta era agricolo ha cambiato destinazione.

Ma la causa di questi fenomeni, spesso, è da ricercarsi anche nella particolare composizione dei vari tipi di sottosuolo. Dal punto di vista geologico, infatti, la nostra regione è divisa da due zone piuttosto diverse tra loro – come spiega il geologo della protezione civile Cesare Bisiccia – quella interna, più stabile, caratterizzata da terreni rocciosi e calcarei, e quella più vicina alla costa, maggiormente fragile perché composta da suolo a componente arenaria e argillosa. La seconda, per intenderci, è quella del Colle Ardizio, interessato ormai da anni da fenomeni di dissesto che comportano crolli di pezzi di roccia che invadono pericolosamente le strade sottostanti. L’ultimo smottamento, avvenuto a marzo, ha causato la chiusura al traffico della Statale Adriatica che collega Pesaro a Fano, provocando per quasi un mese l’ennesimo blocco della circolazione con enormi disagi per i pendolari. La frana dell’Ardizio, a onor del vero, è un fenomeno conosciuto da decenni su cui, però, ci si trova ancora gravemente impreparati a intervenire nella fase d’emergenza.

“Il Pai (Piano di assetto idrogeologico) denuncia già dal 2004 la gravità della situazione – afferma Enrico Gennari, presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche – con rischio molto elevato R4 su tutto il versante, ma senza un adeguato sistema di monitoraggio non sarà mai possibile mettere in sicurezza il territorio”. Il vero nodo della questione, però, è che mancano le risorse per la manutenzione delle strade, e in caso di eventi di questo tipo è sempre difficile stabilire chi deve pagare. Il problema, in sostanza, è legato ai vincoli del Patto di stabilità, quindi lo stato di emergenza chiesto dagli enti consentirebbe la deroga al Patto per il periodo concesso. Ma dall’estate 2012, sulla gestione dello stato di emergenza, la normativa rispetto agli ultimi vent’anni è cambiata totalmente: adesso lo stato di emergenza viene concesso al massimo per novanta giorni ma non è collegato alle risorse economiche, perciò diventa ogni volta più difficile trovare i fondi per le ricostruzioni. “Per riaprire la statale sull’Ardizio abbiamo speso solo in questi giorni 700 mila euro – afferma l’assessore alla viabilità della Provincia Massimo Galuzzi – mentre negli ultimi dieci anni gli interventi di consolidamento in quella zona e in quella del S. Bartolo sono costati quasi 8 milioni di euro. Le risorse economiche sono quasi sempre insufficienti – continua Galuzzi – e se non ci sarà una politica mirata alla tutela del territorio sarà dura riuscire ogni volta a trovare i fondi per intervenire”.

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Frana dell’Ardizio e rischio idrogeologico: per i geologi un’emergenza evitabile http://ifg.uniurb.it/2013/04/09/ducato-online/frana-dellardizio-e-rischio-idrogeologico-per-i-geologi-unemergenza-evitabile/41779/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/09/ducato-online/frana-dellardizio-e-rischio-idrogeologico-per-i-geologi-unemergenza-evitabile/41779/#comments Tue, 09 Apr 2013 07:04:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41779 LEGGI Frane a Trasanni, Gadana e Urbania VIDEO I ponti sul Metauro ostruiti]]> E’ un’emergenza che non nasce oggi: la strada che collega Pesaro e Fano resterà chiusa quasi un mese. Incredibile se si pensa che la strada è la Statale 16  Adriatica che ogni giorno viene percorsa da centinaia di pendolari che fanno la spola tra  due delle più grandi città marchigiane.

A denunciare una situazione già prevista il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Enrico Gennari, che è intervenuto sulla chiusura della ‘nazionale’ (come la chiamano i pesaresi) a seguito della frana del monte Ardizio.  “Il territorio pesarese come quello marchigiano e nazionale si trova ad affrontare un’altra ‘emergenza’- dice Gennari – la frana dell’Ardizio, infatti, rappresenta l’ennesimo fenomeno su cui i geologi marchigiani hanno sollecitato un’attività di seria programmazione e monitoraggio degli interventi di contenimento e di messa in sicurezza”. Con le piogge primaverili situazioni di questo tipo si sono verificate anche nel territorio del comune di Urbino e Fermignano. Dove la mancata prevenzione e manutenzione hanno causato smottamenti e criticità sia sulle colline che nell’alveo del fiume Metauro.

Come a dire che i disagi e i costi d’intervento si potevano limitare se on addirittura evitare già da qualche tempo prima. “La frana dell’Ardizio – afferma Enrico Gennari – è un fenomeno conosciuto da decenni ma su cui si trova ancora una volta, gravemente impreparati ad intervenire nella fase d’emergenza, con interventi tampone quando invece sarebbe stato necessario un piano strategico unendo gli sforzi dei vari soggetti interessati”.

Poco serve lo stato d’emergenza dichiarato dal presidente della provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci, chiesto dopo le incessanti piogge e i danni provocati dal maltempo del mese di marzo che “vanta” il record di aver avuto 21 giorni di pioggia su 31.

L’unica strada percorribile per Gennari è: “investire in una nuova pianificazione e gestione del territorio, senza dimenticare una seria programmazione affiancata al monitoraggio costante del nostro fragile e sensibile territorio”.

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