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Bufere e rischio valanghe, stazioni sciistiche tutte chiuse

Giulia Foschi — Fri, 10 Feb 2012 10:49:18 +0000

URBINO – Le nevicate e il forte vento hanno costretto le stazioni sciistiche della zona a chiudere tutti gli impianti. L’Eremo di Monte Carpegna, nel comune di Montecopiolo, è irraggiungibile. La neve raggiunge i tre metri. La webcam della stazione sciistica è fuori uso, la stazione meteo è ghiacciata e funziona parzialmente, al Rifugio della Stazione Eremo manca la linea telefonica. “Siamo di nuovo in emergenza”, si legge sul sito.

Chiusi gli impianti anche a Villagrande di Montecopiolo. Tormenta in corso e stazione sciistica irraggiungibile a Monte Nerone. Pericolo valanghe e forte nevicata a Monte Catria. In vetta ci sono quattro metri di neve. La webcam, ancora in funzione, mostra le condizioni attuali in località Cupa delle Cotaline (1.400 mt).

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Incidente a Montecopiolo, grave un maestro di sci

Giorgia Grifoni — Wed, 18 Jan 2012 14:27:12 +0000

URBINO – Ha impattato una bandierina e perduto il controllo sulla pista notturna dell’Eremo del Monte Carpegna, a Montecopiolo. D.M, un maestro di sci di 36 anni originario di Jesi, è caduto durante l’ultima discesa prima della chiusura, e ha riportato fratture in diverse parti del corpo. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Urbino, è stato poi trasferito in condizioni gravi alle Torrette di Ancona.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Urbino e quelli di Mercatino Conca ma le dinamiche dell’incidente restano ancora poco chiare. “Si è trattato presumibilmente di una distrazione” ha affermato il Capitano Fava della compagnia di Urbino, aggiungendo che, comunque, “il maestro di sci conosceva le piste a menadito”. La pista notturna di Montecopiolo, ben illuminata, resta aperta due volte alla settimana dalle 20 alle 24.

(g.f.)

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Montecopiolo: si arena il progetto ‘secessione’

Paola Rosa Adragna — Tue, 15 Nov 2011 18:12:33 +0000

I manifestanti di Montecopiolo alla regione Marche

ANCONA – Sono scesi di nuovo in piazza i cittadini di Montecopiolo, un paese di 1250 abitanti della provincia di Pesaro Urbino, che dal 2007 aspettano il passaggio dalle Marche all’Emilia Romagna.

Il 24\25 giugno di quattro anni fa un referendum ha decretato con l’84% degli assensi il volere della popolazione di staccarsi dalla Regione di appartenenza e passare sotto la provincia di Rimini, ma da allora si aspetta che la volontà dei cittadini venga rispettata.

Di fronte alla sede dell’Assemblea legislativa delle Marche il Comitato per Montecopiolo in Romagna ha continuato quindi a protestare – dopo lo scorso luglio e lo scorso aprile – inscenando “il funerale della democrazia”. Bare, fiori e lapidi perché, come si legge su un messaggio funebre, “Dopo 4 anni di lenta agonia, è morta a Montecopiolo la democrazia”.

Prima dell’inizio della seduta, il Comitato per Montecopiolo in Romagna ha incontrato il presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi. La situazione sembra confusa: la Regione sostiene di non poter dare il consenso al passaggio in assenza del disegno di legge preparato dal ministero dell’Interno. Alla stesso tempo, dal Quirinale arriva una nota che spiega che il Ministero stesso non può stendere il progetto di legge senza il consenso delle Regioni coinvolte.

Esite anche il precedente: i sette Comuni dell’Alta Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello), dopo l’esito positivo del referendum del 17\18 dicembre 2006, sono effettivamente passati all’Emilia Romagna dal 15 agosto del 2009, non senza difficoltà. Il 13 ottobre dello stesso anno le Marche posero la questione alla Corte Costituzionale che nel luglio 2010 si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato, e confermando così il distacco-aggregazione della valle.

La sentenza ha diviso la procedura in varie fasi: quella dell’espressione dei pareri delle parti coinvolte e quella legiferante, auspicando nella prima ma consentendo, in caso contrario, di chiedere chiarimenti al Viminale. Le Marche, secondo i manifestanti, avrebbero però chiesto al Comitato di preparare una richiesta scritta da girare al ministero dell’Interno. “Sembra che non ci sia assolutamente la volontà di andare avanti, nascondendosi dietro ai cavilli”, hanno commentato esasperati gli abitanti di Montecopiolo.