il Ducato » Monti http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Monti http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Riforma del lavoro: cosa cambierà http://ifg.uniurb.it/2012/03/28/ducato-online/riforma-del-lavoro-cosa-cambiera/30205/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/28/ducato-online/riforma-del-lavoro-cosa-cambiera/30205/#comments Wed, 28 Mar 2012 18:05:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=30205 [continua a leggere]]]> URBINO – La riforma proposta dal ministro Elsa Fornero ritoccherà le regole riguardanti il diritto del lavoro. Molto discussa resta la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ma per la provincia di Pesaro-Urbino l’impatto maggiore potrebbe averlo la riforma degli ammortizzatori sociali. Ecco un confronto tra la situazione attuale e le novità introdotte nel disegno di legge del governo Monti su questi due punti nodali.

LICENZIAMENTI

La situazione oggi – Il licenziamento deve essere motivato. Le motivazioni possono essere oggettive (o economiche) oppure soggettive (o disciplinari).

Il carattere oggettivo riguarda cause interne all’organizzazione dell’azienda come motivi economici, attinenti all’attività produttiva e all’organizzazione del lavoro. Il carattere soggettivo riguarda il comportamento del lavoratore nel luogo di lavoro.

Ci sono poi i licenziamenti per motivi discriminatori, relativa a caratteri personali del lavoratore (come razza, religione etc.), che però è di per sé nulla perché non ritenuta una giusta causa.

A chi si applica l’articolo 18 – A tutti i dipendenti di aziende con più di 15 lavoratori o 5 per le imprese agricole.

I licenziamenti – Il giudice che dichiara inefficace il licenziamento o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ordina al datore di lavoro delle imprese con più di 15 dipendenti (o 5 se si tratta di aziende agricole) di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Questo significa che queste imprese  devono reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro assunto in precedenza se il giudice riconosce che il licenziamento è senza giusta causa.

L’onere della prova della legittimità del licenziamento spetta all’azienda che deve dimostrare al giudice del lavoro (non al giudice civile) la fondatezza dei motivi alla base del provvedimento preso.

Il giudice annullando il licenziamento condanna il datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal lavoratore per il licenziamento, stabilendo un’indennità commisurata alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dal momento dell’effettiva reintegrazione. La misura del risarcimento non potrà essere inferiore a 5 mensilità di retribuzione globale. Perciò il lavoratore reintegrato non perde i diritti acquisiti con il precedente contratto negli anni di anzianità di servizio come avverrebbe in caso di riassunzione.

Il lavoratore può chiedere al datore di lavoro in sostituzione della reintegrazione del posto di lavoro un’indennità pari a 15 mensilità di retribuzione globale. Dalla comunicazione di deposito della sentenza di reintegrazione nel posto di lavoro, il dipendente ha 30 giorni di tempo per chiedere il pagamento dell’indennità.

Per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti (o con meno di 5 nel caso delle aziende agricole) non è previsto il reintegro, ma in caso di ricorso da parte del lavoratore se il giudice dichiarerà non valida la motivazione del licenziamento, il datore di lavoro dovrà pagare solo un indennizzo fino a 15 mensilità.

Come fare ricorso – Il lavoratore una volta licenziato ha 60 giorni per impugnare il licenziamento che deve avvenire per atto scritto tramite un legale. Nell’atto si deve rendere chiara la volontà del lavoratore di contrastare il licenziamento. La comunicazione deve essere inviata al datore di lavoro.

Il dipendente ha due modi per fare ricorso:

  • - il dipendente dovrà rivolgersi a un legale che invierà, tramite raccomandata, una comunicazione all’azienda datrice di lavoro, in nome e per conto del proprio cliente, in cui annuncia di ritenere illegittimo il licenziamento. Il dipendente, inoltre, sempre tramite una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno dovrà presentare istanza alla commissione provinciale di conciliazione controversie di lavoro. Se entro 60 giorni il datore di lavoro non risponderà alla comunicazione , il dipendente potrà procedere al ricorso in tribunale.
  • - in tribunale: il legale dovrà inviare un atto al tribunale ordinario nella sezione lavoro nel quale si spiegano i motivi contestati dal lavoratore licenziato.

Il nuovo articolo 18 – Per i licenziamenti oggettivi, quelli che riguardano motivi economici, attinenti all’attività produttiva e all’organizzazione del lavoro. In caso di licenziamento senza giusta causa, che deve essere dichiarato dal giudice,  il reintegro è sostituito da un indennizzo in denaro variabile da 15 a 27 mensilità. Nei licenziamenti disciplinari, in questo caso il giudice che stabilisca l’assenza della giusta causa potrà decidere se serve un indennizzo o il reintegro. I licenziamenti discriminatori sono illegittimi sempre, e quindi non validi: il giudice perciò prevederà il reintegro del dipendente.

AMMORTIZZATORI SOCIALI

Gli ammortizzatori sociali - Attualmente in vigore ci sono cinque tipi di ammortizzatori sociali: cassa integrazione ordinaria, cassa integrazione straordinaria, cassa integrazione in deroga, indennità di mobilità e indennità di disoccupazione.

  • - La cassa integrazione ordinaria (Cigo) spetta ai lavoratori di aziende industriali ed edili che rallentano l’attività per le condizioni avverse di mercato. Viene erogata dall’Inps, ammonta all’80% della retribuzione complessiva delle ore non prestate e dura al massimo 13 settimane, con proroghe fino a 12 mesi (24 mesi in alcuni casi).
  • - La cassa integrazione straordinaria (Cigs), come quella ordinaria, è un assegno pari all’80% della retribuzione complessiva delle ore non prestate e viene utilizzata in casi di ristrutturazioni aziendali o chiusura. Dura al massimo 24 mesi. Tra cassa integrazione ordinaria e straordinaria, il lavoratore non può cumulare più di 36 mesi in 5 anni.
  • - La cassa integrazione in deroga, sempre pari all’80% della retribuzione complessiva delle ore non prestate, riguarda invece quelle imprese (con meno di 15 dipendenti) e quei lavoratori (a tempo determinato, apprendisti, somministrati) che non avrebbero diritto alla Cigo o alla Cigs. Ne possono beneficiare anche le imprese con più di 15 dipendenti che hanno terminato il periodo di cassa integrazione straordinaria. Dura al massimo 12 mesi.
  • - L’indennità di mobilità, finanziata da Inps e imprese, riguarda i lavoratori che perdono il posto di lavoro a causa di una ristrutturazione aziendale o della chiusura dell’azienda. La sua durata va da 1 a 3 anni e arriva a 4 anni per i lavoratori del Sud del Paese. Nei primi 12 mesi viene corrisposto al lavoratore il 100% della cassa integrazione straordinaria; successivamente si passa all’80%.
  • - L’indennità di disoccupazione viene corrisposta ai dipendenti licenziati per ragioni non dipese dalla loro volontà. Per i lavoratori che hanno meno di 50 anni, la durata di tale indennità è di 8 mesi ed ammonta, per i primi 6 mesi, al 60% della media delle ultime 3 buste paga; negli ultimi 2 mesi, invece, scende al 50%. Per i lavoratori al di sopra dei 50 anni la durata è estesa a 12 mesi e l’ammontare dell’indennità è del 60% della media delle ultime tre buste paga per i primi 6 mesi, del 50% per i successivi 2 e del 40% per gli altri 4.

La nuova Aspi – Con la riforma Fornero, resterà inalterata la funzione della Cigo. La Cigs si utilizzerà solo in casi di ristrutturazioni (e non per cessazioni di attività). Si introduce l’Aspi, Assicurazione sociale per l’impiego, che assorbirà tutti gli altri ammortizzatori sociali oggi in vigore. L’Aspi verrà applicata a tutti i lavoratori senza alcuna distinzione, comprendendo così anche coloro che possono contare su meno anni di esperienza o coloro che hanno contratti atipici e precari. Alla platea di beneficiari si aggiungeranno anche apprendisti e artisti dipendenti. L’Assicurazione sociale per l’impiego avrà una durata di 12 mesi, prolungabili a 18 nel caso il lavoratore interessato abbia più di 55 anni. L’indennità corrisponderà al 70% della retribuzione e avrà un tetto massimo di 1.119 euro e verrà decurtata del 15% dopo i primi 6 mesi, e di un altro 15% dopo gli altri 6 mesi. Per accedervi sono necessari 2 anni di anzianità e almeno 52 settimane di lavoro nell’ultimo biennio. L’Aspi entrerà a regime nel 2017 rimpiazzando l’indennità di mobilità e quella di disoccupazione.

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Giornale Radio del 26/03/2012 – ore 12.30 http://ifg.uniurb.it/2012/03/27/radio-ducato/giornale-radio-del-26032012-ore-12-30/29744/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/27/radio-ducato/giornale-radio-del-26032012-ore-12-30/29744/#comments Tue, 27 Mar 2012 08:50:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=29744 [continua a leggere]]]> Ascolta il GR delle 12.30

a cura di Barbara Lutzu

In studio conducono

Noemi Bicchiarelli e Maddalena Oculi

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Rassegna stampa del 29/2/2012 http://ifg.uniurb.it/2012/02/29/radio-ducato/rassegna-stampa-del-2922012/26982/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/29/radio-ducato/rassegna-stampa-del-2922012/26982/#comments Wed, 29 Feb 2012 10:08:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=26982 [continua a leggere]]]> Ascolta la rassegna stampa del 29/02/2012

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Un giorno da ‘accampati’ In piazza con i ragazzi di Occupy Urbino http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-online/un-giorno-da-accampati-in-piazza-con-i-ragazzi-di-occupy-urbino/9499/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-online/un-giorno-da-accampati-in-piazza-con-i-ragazzi-di-occupy-urbino/9499/#comments Tue, 15 Nov 2011 14:23:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9499 URBINO – Quando fanno 5 gradi e sei sotto una tenda, qualche strato in più per coprirti dall’arrivo dell’inverno è fondamentale. Così come un falò nella notte per riscaldarsi e fare due chiacchiere con gli altri compagni di occupazione. Lo sanno bene i ragazzi di Occupy Urbino, che per una settimana si sono accampati in piazza della Repubblica con 8 tende.

Un gruppo composto principalmente da studenti: molti di loro appartengono alla associazione C1 e sono studenti di sociologia, alcuni ad altre associazioni. Quasi tutti comunque fanno parte della Assemblea Permanente, la sigla che raggruppa varie associazioni studentesche.

“Partiamo da una critica radicale ad un processo di deriva dello stato sociale – spiega Gianluca Capozio , uno degli ‘accampati’ – che fino a una generazione fa garantiva determinati diritti, compresi quelli conquistati con anni di lotte sindacali. Ci rapportiamo con le dinamiche di conflitto locali, come prestiti fiduciari e accordi tra Banca Marche ed Ersu. E’ una lotta territoriale che vuole essere una critica a un intero sistema, a una pratica economica e politica dominante.”

FOTOGALLERY – I VOLTI DELLA PROTESTA

Alle 10 di mattina i ragazzi sono tutti troppo stanchi per alzarsi. La sera prima è sfilata tra musica, alcolici e un via vai continuo di gente. E ha regalato numerose iniziative: c’è stata la tenda portata fin su al mercato in piazza Raffaello, sono stati distribuiti volantini col “manifesto” del movimento urbinate, si è svolta un’assemblea pubblica nel quale si è discusso del ruolo dei social network nell’organizzazione di proteste di massa. E poi musica, balli, una grigliata intorno al fuoco.

Alle 11 i ragazzi si alzano e cominciano a sistemare i gazebo dalla sera prima. Sui gazebo campeggiano manifesti che recitano: “No al governo delle banche“, “L’accampata è come l’università: in espansione”, “Ciao Berlusconi, ora facciamo i conti con Monti“. Sono più di 20 i ragazzi fissi a dormire, principalmente studenti di sociologia e altre facoltà. Poco dopo la sveglia, si fa colazione tutti insieme e nel frattempo si leggono i giornali e diramano comunicati alle varie testate, il tutto mentre risuonano le note di De Andrè, 99 Posse, Caparezza, Manu Chao. La notizia del giorno è quella delle dimissioni di Berlusconi, così i ragazzi, non certo teneri verso il premier uscente, inziano a mandare a tutto volume “Meno male che Silvio c’è” e parodie varie.

Intorno alle 12, quando sono tutti svegli, viene stilato un primo programma della giornata: ore 14 gruppo di lavoro su spazi autogestiti, ore 15:30 laboratorio di pittura per bambini, ore 18 assemblea pubblica, ore 22 proiezione di “”Il sogno americano”, un documentario sulle irregolarità del sistema bancario made in Usa. Viene allestito un mercatino di libri usati per autofinanziamento. Ogni tanto la gente della piazza si avvicina, curiosa, alcuni si fanno timbrare le banconote per l’iniziativa “Senza di noi Urbino muore“. A volte si affaccia qualche altro giornalista. A ora di pranzo si avvicinano anche i ragazzi del Res, la Rete di Acquisto Solidale, che sta svolgendo un incontro nella Sala Raffaello poco vicina, e invitano i ragazzi al buffet che hanno organizzato. Alcuni partecipanti del gruppo arrivano, altri se ne vanno.

“La protesta nasce dal globale per poi andare ad agire localmente – dice Mattia Maurizi, uno degli ‘accampati’ – io mi aspettavo più partecipazione, più tende, però sono soddisfatto del consenso della città, della gente che si è informata e l’ambiente creato. Finalmente ci sono stati dei momenti di aggregazione libera. Non puntiamo a risultati immediati, ma speriamo in cambiamenti di lungo termine. Ci aspettiamo che il corteo che si terrà giovedì sia partecipato e di chiudere così in bellezza.”

Alle 15:30 arrivano i rappresentanti della comunità straniera di Ponte Armellina – Urbino 2, che parlano del blitz di qualche giorno prima delle forze dell’ordine nel quartiere. Partecipano anche membri della FDCA (federazione dei comunisti anarchici) e dell’associazione Mondo solidale. Durante il dibattito, vicino alla fontana una ragazza del gruppo tiene un corso di pittura con alcuni bambini: per l’occasione si è pitturata il viso di rosso, e con i vestiti colorati che indossa sembra un personaggio di un libro fantasy. Dopo il dibattito si riprende con la musica, mentre a poco a poco si fa buio. La prima cosa da fare è un bel falò: per l’occasione i ragazzi si sono portati un bel braciere e lo alimentano a turno. “Ci stiamo riappropriando della piazza come momento di creatività – dice Ilaria Puliti, una delle ragazze del gruppo – confrontarsi con altra gente deve essere visto come momento di condivisione. Gli aspetti negativi sono stati il freddo e i problemi organizzativi, ma la cittadinanza si è avvicinata e abbiamo interagito con diverse realtà: associazioni, giornalisti, c’è stata la solidarietà dei commercianti…”

Alle 18:30 si fa assemblea: ci si riunisce tutti intorno al fuoco e si discute delle Reti di Acquisto Solidale con alcuni membri dell’associazione. Si riflette sui modi possibili di gestire l’acquisto di beni alimentari al di fuori dei canali della grande distribuzione, puntando più sulla qualità del prodotto. A Urbino è già presente un Gas (gruppo di acquisto solidale), così all’assemblea partecipa un suo rappresentante, Marco Zacchetti. La riunione è accompagnata da vino rosso e tranci di pizza gentilmente offerti da una pizzeria vicina, metre gli interventi si susseguono con l’uso di un megafono. Con l’avvicinarsi dell’ora di cena si tirano fuori castagne, altra pizza, birra e vino. Ci si riscalda un po’ al falò e qualcuno suona la chitarra; il tempo passa tra conversazioni, musica e scherzi tra i membri del gruppo. Con chi passa si ritorna di frequente sui temi della protesta: Alle 22 iniziano le proiezioni. Prima viene trasmesso “Il sogno americano“, un docufilm d’animazione che racconta gli aspetti peggiori del sistema bancario e fiscale americano. Il secondo film trasmesso è “La storia delle cose“, che spiega le storture nel sistema consumistico-capitalista che hanno condotto alla crisi attuale. Dopo la mezzanotte chi non dorme in tenda inizia ad andare via, mentre gli altri a poco a poco cominciano a prendere posto per la notte. Si controlla che sia tutto pronto: coperte, sacchi a pelo, girano anche diverse borse dell’acqua calda. Ci si dovrà scaldare anche questa notte e domani sarà un altro giorno di occupazione.

Domenico Alessandro Mascialino

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