il Ducato » narciso contreras http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » narciso contreras http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Il Pulitzer Contreras: “Uso le foto per non far cadere le tragedie nell’oblio” http://ifg.uniurb.it/2013/05/27/ducato-online/il-pulitzer-contreras-uso-le-foto-per-non-far-cadere-le-tragedie-nelloblio/47942/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/27/ducato-online/il-pulitzer-contreras-uso-le-foto-per-non-far-cadere-le-tragedie-nelloblio/47942/#comments Mon, 27 May 2013 06:30:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=47942 SCHEDA La Siria non è un paese per reporter]]>

Ribelli siriani (AP/Narciso Contreras)

Nella Siria dilaniata dalla guerra civile, i cecchini si appostano per giorni nei palazzi delle città distrutte: restano immobili e guardano fuori attraverso piccoli fori di proiettile, le uniche ‘finestre’ che riescono a far passare sottili fasci di luce. Nelle strade è molto forte l’odore di morte e tra le macerie delle case, smembrate dalla guerriglia e dai bombardamenti del regime, il rosso del sangue rattrappito si mischia alla polvere. Solo gli scatti dei fotoreporter e dei video-operatori immortalano attimi e persone che rischiano di svanire nel nulla, protagonisti di storie troppo facili da dimenticare.

SCHEDA La Siria non è un paese per reporter

Narciso Contreras è uno dei giornalisti che sono scesi nell’inferno siriano e sono riusciti a tornare: negli ultimi 3 anni sono stati uccisi ben 44 reporter, come testimoniato dal Comitato per la protezione dei giornalisti, che sul suo sito aggiorna costantemente il numero delle vittime. quest’anno, Contreras, è stato insignito del premio Pulitzer nella categoria Breaking news photography, insieme ad altri quattro colleghi che lavorano per l’Associated Press (Rodrigo Abd, Manu Brabo, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen) per aver “coperto in modo eccellente la guerra civile in Siria, producendo immagini memorabili in condizioni di pericolo estremo”.

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Il fotoreporter non è un soldato, è un uomo che racconta storie, partecipe e spettatore al tempo stesso degli eventi. Ma anche se il ruolo del giornalista non è ‘fare la guerra’, deve comunque prepararsi nel modo più preciso possibile, in modo da ridurre al minimo i rischi.

Come ti prepari prima di entrare in un’area pericolosa?
Esamino la situazione il più attentamente possibile: studio l’area che dovrò coprire, chi troverò sul territorio; leggo tutte le informazioni reperibili e individuo le vie d’accesso. Poi traccio il percorso da seguire con i miei colleghi e preparo mappa, l’equipaggiamento fotografico, quello di sicurezza e quello di primo soccorso. Una delle cose più importanti di cui tenere conto prima di entrare in una zona pericolosa sono le parti coinvolte: bisogna conoscere il loro backgound e gli sviluppi delle dinamiche interne. Però, d’altra parte, evito il più possibile di farmi dei pregiudizi.

Cosa ti spinge a rischiare la vita per questo lavoro?
Personalmente non rischio la vita per questo lavoro, non è questo il senso in cui intendo la mia occupazione. Sono un fotografo, non sono né un fotografo di guerra né  mi piace avere altre etichette simili. La fotografia è il modo a me più congeniale di intendere la comunicazione, il mio modo di relazionarmi con i soggetti ai quali sono interessato. Io credo che la fotografia sia un modo per essere testimoni delle tragedie umane, per documentarle e per fare in modo che non cadano nell’oblio.

Come si può riassumere la tua esperienza in Siria?
La Siria è lo scenario in cui si stanno definendo gli equilibri del potere a livello mondiale. Noi siamo testimoni di un cambiamento di rotta spinto dall’alto, a costo di migliaia di vite umane. La tragedia siriana sta ridefinendo l’influenza dei Paesi occidentali e dei loro alleati arabi sul Medio oriente. La guerra in Siria è la guerra che definisce questo momento storico; è importante capire e documentare questo per quanto è possibile. La mia esperienza in Siria è stata rivelatrice e sono rimasto scioccato da quello che sto documentando.

Cosa provi a scattare fotografie nel mezzo di un conflitto?
Paura. il brivido di essere dentro la battaglia, in mezzo a un vero combattimento. Ma più riesci ad affrontare la paura, più sei in grado di sopportarla e di uscire vivo dalle situazioni pericolose.

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Pulitzer: 4 premi al New York Times. Al Sun Sentinel il ‘servizio pubblico’ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/#comments Tue, 16 Apr 2013 08:05:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43060

L’inchiesta del Sun Sentinel sugli eccessi di velocità dei poliziotti fuori servizio

Trionfo per il New York Times alla premiazione dei premi Pulitzer 2013 . Il giornale ha vinto in quattro delle 21 categorie: giornalismo investigativo, ‘explanatory reporting’ (giornalismo ‘esplicativo’), temi internazionali e feature (che potremmo tradurre ‘di approfondimento’). I premi sono stati annunciati ieri alle 15 ora americana (alle 21 in Italia), alla Columbia University.

Il quotidiano newyorkese si è segnalato per il servizio dedicato all’attività di Wal-Mart, la più grande catena americana di distribuzione al dettaglio, e il suo uso di corruzione e tangenti per dominare il mercato messicano; per quello sulla Apple, al centro di un’inchiesta sulle pratiche di business del colosso americano e sul lato più oscuro dell’economia globale. John Branch ha vinto nella categoria ‘feature’ per la sua narrazione evocativa della morte di alcuni sciatori travolti da una valanga. Il giornalista ha approfondito inoltre la sua analisi spiegando le cause scientifiche di questi disastri naturali.

Infine, il miglior servizio internazionale è stato assegnato a David Barboza per l’indagine sulla corruzione ad alti livelli del governo cinese e tra i parenti dell’ex primo ministro Wen Jiabao. Un riconoscimento che la Cina non ha apprezzato: il portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, all’indomani della premiazione, ha dichiarato che secondo Pechino dietro il reportage ci sarebbe una campagna di diffamazione da parte di “voci” contrarie allo sviluppo del Paese asiatico.

foto di Javier Manzano

Come nella passata edizione in cui erano stati premiati anche siti solo online, come l’Huffington Post e Politico.com, anche quest’anno le testate solo online hanno ricevuto riconoscimenti. Inoltre quasi tutte le inchieste vincitrici hanno fatto largo uso di elementi multimediali pubblicati solo online, a conferma che il mondo dell’informazione non può ormai prescindere dal web.

Il premio per le notizie di carattere nazionale è andato all’associazione non profit InsideClimate News, che ha seguito i danni ambientali causati dagli oleodotti, concentrandosi sulla pericolosità del bitume diluito. Lo staff del sito di news ha festeggiato la vittoria con una videoconferenza perché -come ha dichiarato il fondatore ed editore David Sasoon- “lavoriamo tutti dalle nostre case”. Per le breaking news è stata premiata la redazione del Denver Post che ha raccontato la strage di Aurora, in Colorado, dove sono state uccise 12 persone.

Una delle foto del reportage dell’Associated press

Per la fotografia sono state premiate nella categoria ‘attualità’ le immagini di Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’ Associated Press che hanno raccontato la guerra civile in Siria; mentre nella categoria ‘feature photography’ è stato premiato il fotografo free-lance, Javier Manzano, per l’immagine di due soldati ribelli siriani che sorvegliano una sentinella dentro una stanza illuminata dalla luce che filtra dai fori prodotti da proiettili sulla serranda alle loro spalle.

Ecco l’elenco completo dei vincitori:

  • Giornalismo localeBrad Schrade, Jeremy Olson e Glenn Howatt dello Star Tribune, Minneapolis
  • Feature John Branch del New York Times
  • Opinioni Bret Stephens del Wall Street Journal
  • CriticaPhilip Kennicott del Washington Post
  • EditorialiTim Nickens e Daniel Ruth del Tampa Bay Times, St. Petersburg, FL
  • VignetteSteve Sack dello Star Tribune, Minneapolis
  • Fotografia di attualitàRodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’Associated Press
  • FotografiaJavier Manzano, fotografo free-lance, Agence France-Presse

Vincitori 2013 nella sezione letteratura, teatro, musica

  • Romanzi “The Orphan Master’s Son” di Adam Johnson
  • Teatro“Disgraced” di Ayad Akhtar
  • Scrittura di saggi storici“Embers of War: The Fall of an Empire and the Making of America’s Vietnam” di Fredrik Logevall (Random House),
  • Biografie“The Black Count: Glory, Revolution, Betrayal, and the Real Count of Monte Cristo” di Tom Reiss (Crown)
  • Poesia“Stag’s Leap” di Sharon Olds
  • Saggistica“Devil in the Grove: Thurgood Marshall, the Groveland Boys, and the Dawn of a New America” di Gilbert King (Harper)
  • Musica“Partita for 8 Voices” di Caroline Shaw (New Amsterdam Records)

Il Pulitzer è il riconoscimento giornalistico più antico e prestigioso del mondo. Istituito nel 1917 dall’editore Joseph Pulitzer, è gestito dalla Columbia University di New York a cui il magnate lasciò tutti i suoi averi. Il premio, diviso in 21 categorie, assegna ai vincitori una ricompensa di diecimila dollari. Al vincitore della categoria ‘servizio pubblico’, al posto dei soldi, viene, invece, conferita una medaglia d’oro. Oltre ai premi per il giornalismo la giuria –composta da 19 personalità del mondo dell’informazione – assegna anche sette premi per le arti, la musica e la letteratura.

Nella categoria narrativa -in cui l’anno scorso nessun romanzo era stato considerato all’altezza si ricevere il Pulitzer- è stato premiato lo scrittore Adam Johnson, autore di The Orphan Master’s Son, pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo ‘Il signore degli orfani’.c’è stato anche un vincitore nella sezione narrativa.

 

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