il Ducato » Ornella Valentini http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Ornella Valentini http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Bilancio preventivo 2013, quasi 700mila euro in meno per Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/bilancio-preventivo-2013-quasi-700mila-euro-in-meno-per-urbino/51299/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/bilancio-preventivo-2013-quasi-700mila-euro-in-meno-per-urbino/51299/#comments Thu, 13 Jun 2013 16:51:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51299 URBINO – Ci saranno quasi 700.000 euro in meno nel bilancio di previsione 2013 del Comune di Urbino. È l’unica certezza finora, visto che per gli enti locali la scadenza per la sua approvazione è stata prorogata al prossimo 30 settembre e quindi non è possibile sapere dove saranno i tagli.

“Ci stiamo lavorando, non sappiamo ancora granché – spiega Ornella Valentini, responsabile del servizio finanziario – non c’è certezza sulle somme disponibili in arrivo dallo Stato, non sappiamo ancora dire granché”. Anche perché tutto è in bilico per la sospensione della prima rata e la possibile riforma dell’Imu 2012.

Se ancora non è chiaro quali saranno le spese a bilancio e i settori colpiti, alcune valutazioni sono comunque possibili. “Abbiamo sicuramente speso meno per la neve – ha proseguito Valentini – quest’anno non c’è stato il ‘nevone’ dell’anno scorso e poi non si è provveduto a sostituire parte del personale che è andato in pensione, per cui c’è stato un risparmio non previsto”.

Le incognite però rimangono. “Bisogna partire dal presupposto – ha chiarito Valentini – che ci sono delle spese fisse, legate al personale, ai contratti già in essere, alle rate di ammortamento dei mutui, alle utenze. E seppure la Giunta non ha aumentato per quest’anno tariffe e aliquote, e per il sociale sono state previste le stesse cifre, fare previsioni adesso è comunque prematuro”. Si lavorerà perciò quest’estate. “Speriamo di approvarlo prima della scadenza – conclude Valentini – stiamo lavorando alla creazione di un programma e aspettiamo in questi giorni i dati del ministero sulle entrate previste”.

A livello provinciale, il bilancio di previsione è arrivato nei giorni scorsi. L’assessore Renato Claudio Minardi ha presentato al consiglio il documento, sul quale regna incertezza perché “non si sa cosa saranno le Province in futuro”.

Per la provincia di Pesaro e Urbino nel 2013 ci saranno 10 milioni e 600mila euro in meno. Cifre che si sommano a quelle decurtate negli anni precedenti, quasi 23 milioni e mezzo negli ultimi 4 anni. “Abbiamo tagliato tutto il possibile – ha spiegato – non ci sono risorse per far niente ma cogliamo comunque salvaguardare la manutenzione su strade e scuole e tutelare i dipendenti”.

Nel bilancio presentato niente soldi per il sostegno a istituti universitari e fondazioni. “Abbiamo tagliato per rigore e sobrietà – ha detto Minardi – è stato molto difficile. Cultura e istruzione fino all’anno scorso erano state garantite, ora le convenzioni non saranno riconfermate e dubitiamo di recuperare risorse entro la fine dell’anno. Si toccano questi settori perché l’alternativa è non scaldare le scuole. Sono a rischio le università di Fano e Pesaro, così come la fondazione Rossini, l’evento ‘Ginnastica in festa’, il festival di arte drammatica. Se i tagli del governo, meno 1,2 miliardi di euro, non vengono rimodulati, tutto questo non si potrà fare”.

Il bilancio verrà approvato il prossimo 1 luglio, dopo che i consiglieri avranno creato le commissioni e presentato gli emendamenti. E a rischio c’è anche il sostegno alle imprese. “Al fondo di garanzia per le piccole medie imprese – spiega Minardi – ha contribuito finora anche la provincia. Ne sono state finanziate oltre tremila, per un importo di 131 milioni di euro. Ora il fondo sarà finanziato soltanto dalla Regione”.

Il futuro non sembra perciò per niente roseo. “Le condizioni sono queste – ha concluso Minardi – se non cambia nulla possono soltanto peggiorare e con loro i servizi ai cittadini. Anche quando ci sono, le risorse non si possono spendere per il patto di stabilità. La sensazione è che i rappresentanti centrali non abbiano chiaro il senso di come funzionino gli enti locali e della loro vicinanza con i cittadini”.

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Imu, un’imposta a zero entrate http://ifg.uniurb.it/2013/02/09/ducato-online/imu-unimposta-a-zero-entrate/34038/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/09/ducato-online/imu-unimposta-a-zero-entrate/34038/#comments Sat, 09 Feb 2013 02:32:24 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=34038 URBINO – Pensare che l’Imu sia una croce per i cittadini e una delizia per i Comuni può rivelarsi un’idea completamente sbagliata. Per quanto riguarda Urbino, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, l’Imu non ha rappresentato un’entrata in più rispetto al bilancio degli anni scorsi. Anzi. “Sostanzialmente l’Imu andava di pari passo con il fondo sperimentale di equilibrio destinato dallo Stato ai Comuni – afferma l’assessore al bilancio Maria Clara Muci – ovvero un fondo triennale istituito al fine di realizzare una devoluzione in forma progressiva ed equilibrata della fiscalità immobiliare.”

Traducendo, l’Imu ha sostituito da una parte la vecchia Ici e dall’altra questo fondo sperimentale, mantenendo di fatto invariato il gettito totale del Comune.

L’assessore spiega che “per riavere gli stessi soldi degli anni scorsi quasi tutti i comuni hanno dovuto alzare le aliquote di base, quello di Urbino è uno dei pochi ad aver operato un aumento di scarsa consistenza, lasciando l’abitazione principale con l’aliquota minima del 4×1000.”

A oggi è difficile stabilire se l’Imu sia stata riscossa completamente poiché devono ancora arrivare alcuni versamenti previsti, ma stando alle stime del gettito Imu previste dallo Stato, al Comune di Urbino sembrerebbero mancare ancora 150.000 euro. Ma perché mancherebbero tutti questi soldi? “In realtà, la cifra è ancora provvisoria – prosegue l’assessore – poiché siamo in attesa dei dati definitivi. Il vero problema è che le stime fatte dallo Stato comprendono anche tutti quegli immobili considerati ‘fantasma’. Il ministero delle Finanze, in base a dati in suo possesso, ha fatto alcune previsioni secondo cui il Comune di Urbino risulterebbe proprietario di un certo numero di strutture, compresi capannoni e altri fabbricati che in realtà non sono stati considerati immobili dal catasto, e quindi non fanno parte del gettito del Comune”.

Il bilancio comunale relativo al 2012 è ormai chiuso, perciò questi 150.000 euro dovranno essere tenuti in conto per il bilancio dell’anno in corso. Da questi dati, emerge come l’imposta creata dal governo Monti non abbia portato alcun beneficio alla città di Urbino. Addirittura, a conti fatti, il Comune registrerebbe un passivo per il 2013.

Inoltre, per ogni immobile di proprietà che non abbia fini istituzionali, il Comune deve pagare il 50% allo Stato sull’aliquota di base. “In pratica è come pagare se stessi. Visto che lo Stato ha tagliato il fondo sperimentale di equilibrio – afferma Ornella Valentini, responsabile del servizio finanziario – il nostro Comune, rispetto al 2011 in cui c’era solo l’Ici sulla seconda casa, ha meno introiti e quindi si è visto costretto ad alzare l’aliquota di base sulla seconda casa da 7,6 a 9,5. Altri comuni, per intenderci, l’hanno aumentata al massimo, fino ad arrivare al 10,6”.

L’Imu non è stata di grande aiuto per le casse del Comune, e se è per questo non lo sarà nemmeno la Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi), la nuova tassa sui rifiuti che prenderà il posto della vecchia Tia. In passato, a differenza della Tarsu che era gestita direttamente dai comuni, la Tia poteva essere riscossa da un gestore esterno, così il Comune di Urbino l’aveva completamente esternalizzata alla Marche Multiservizi, la multiutility operante nei servizi di pubblica utilità.

“Sostanzialmente per chi, come noi, aveva la Tia cambia poco con questa nuova tassa – afferma l’assessore Muci- perché anche la Tares terrà conto della cosiddetta superficie calpestabile e dei componenti del nucleo familiare. L’unica differenza è che sulla Tares ci sarà un’ulteriore quota a carico del cittadino sui cosiddetti servizi indivisibili, il che comporterà un ulteriore aumento per i contribuenti dello 0,30% in più per ogni metro quadro”. “Ma i soldi, anche in questo caso, andranno tutti allo Stato – assicura l’assessore – perché il Comune dovrà coprire integralmente il costo del servizio, senza quindi guadagnarci granché”.

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